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Paolo Meo

Scheda malattia Malaria – Sintomi e segni

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 Sintomi:
inizialmente i sintomi della malaria si presentano talvolta con caratteristica simil influenzale tra gli 8 ed i 30 giorni dopo l’infezione.

Fase invasiva:
corrisponde alla rottura dello schizonte e alla liberazione dei merozoiti che vanno a invadere altri eritrociti. Si manifesta con febbre intermittente, brivido scuotente, sudorazione, cefalea, artro-mialgie, talvolta riattivazioni di herpes labiale, prostrazione, dolore negli ipocondri, sindromi gastroenteriche (diarrea, vomito, dolore addominale). Nei bimbi si possono avere convulsioni febbrili.

Fase tardiva:
quando i cicli vitali dei vari ceppi presenti si sono sincronizzati, compare la febbre terzana (tipico attacco malarico): brivido scuotente seguito da rialzo termico che si risolve dopo qualche ora con sudorazione profusa e uno stato di vaga euforia, e si ripete ogni 48 ore. La splenomegalia di solito compare dopo giorni o settimane; all’inizio è più comune l’epatomegalia. Pallore muco-cutaneo, ittero, urine ipercromiche (fortemente colorate) sono segni prognostici sfavorevoli. Nella maggioranza dei casi non trattati la malaria si risolve spontaneamente dopo 2 settimane; raramente dura più di un anno (mai più di 2 anni).

Recrudescenza:
è la ricaduta causata dalla persistenza in circolo di forme intra-eritrocitarie (nei globuli rossi). È tipica delle infezioni da P. falciparum trattate in modo inadeguato (per qualità e/o durata del trattamento e per posologia) e può avere una latenza da qualche giorno a qualche settimana. Si può avere anche nelle infezioni da P. malariae con una latenza anche di molti anni.

Recidiva:
per recidiva si intende una ricaduta causata dalla persistenza di merozoiti nel fegato (ipnozoiti) che ricominciano un nuovo ciclo eso-eritrocitario, 5-6 mesi dopo l’infezione.
È tipica delle infezioni da P. vivax e P. ovale nelle quali non sono state trattate le forme intraepatiche.

L’infezione da P. falciparum è detta febbre terzana maligna, quella da P. vivax e da P. ovale è detta febbre terzana benigna e quella da P. malariae è detta febbre quartana in base all’occorrenza di febbre intermittente. Quelle di febbre “terzana” e “quartana” sono definizioni fuorvianti, perché solo una minima parte dei casi di malaria si presenta con febbre intermittente, ogni 48 ore (terzana, ogni terzo giorno) od ogni 72 ore (quartana, ogni quarto giorno). La febbre terzana si osservava in Europa nelle zone endemiche per il P. vivax (terzana benigna) e negli immigrati: le navi infatti facevano viaggi di 1-2 settimane, e quando arrivavano in Europa, seguendo la storia naturale dell’infezione da P. falciparum, da intermittente irregolare la febbre si faceva terzana, se il malato non era morto nel frattempo o se non era stato trattato. La febbre terzana si osserva anche nei casi in cui si sia stati infettati da un unico ceppo di P. falciparum, evento non comune nelle aree endemiche, dove si è infettati più volte in sequenza e i cicli dei vari ceppi si sovrappongono con attacchi febbrili ad andamento irregolare.

La malaria non sempre si presenta con le tipiche febbri cliniche ma nel corredo dei sintomi malarici sono quasi costanti la cefalea nucale, i brividi, e l’alternanza del caldo e del freddo, con un malessere ingravescente. Le infezioni da P. falciparum non trattate o trattate in modo inadeguato possono provocare insufficienza renale, edema polmonare, ipertensione endocranica con coma e giungere all’exitus. La morte è provocata dall’impilamento delle cellule parassitate nel microcircolo di diversi organi vitali, in particolare nella circolazione cerebrale (malaria cerebrale), danneggiandoli. Nelle aree endemiche, i ripetuti contagi, a cui una persona è soggetta, sviluppano un livello elevato di anticorpi, che permette una resistenza alle infezioni. Nella maggior parte dei casi di infezione questi soggetti sono asintomatici pur portando nelle proprie cellule il parassita (portatori sani dell’infezione). I soggetti non immuni, in zona endemica, possono ammalare molto più facilmente di un soggetto considerato immune, e possono avere forme di malattie più gravi.

Mutazioni dell’emoglobina (S,C, beta e alfa-talassemie), degli enzimi glucosio-6-fostato deidrogensi e piruvato-chinasi, proteggono dalle forme gravi di malaria provocate da P.falciparum in portatori eterozigoti e, nel caso dell’emoglobina C, soprattutto in omozigosi. Le particolari proprietà delle catene dell’emoglobina e le condizioni di stress ossidativo provocate dell’infezione stessa, possono provocare l’emolisi degli eritrociti ostacolando la maturazione dei trofozoiti. Nonostante queste mutazioni siano dannose (quasi sempre letali in omozigosi), grazie alla protezione conferita nei confronti della malaria si trovano ad alte frequenze in popolazioni che vivono in zone endemiche (o ex endemiche) per malaria (bacino del mediterraneo, Africa sub-sahariana, sud-est asiatico). Tranne per l’emoglobina C,in queste popolazioni la frequenza delle mutazioni di resistenza è comunque destinata ad arrivare ad un valore di equilibrio (intorno al 15-20%) che rispecchia lo svantaggio dovuto alla letalità della mutazione ed il vantaggio rispetto alla malaria. Nelle zone non malariche, queste mutazioni generalmente sono molto rare o assenti poiché la loro letalità non è controbilanciata da effetti positivi.

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Scheda malattia Malaria – Prevenzione e vaccinazione

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Controllo e prevenzione:
i fattori che possono favorire lo sviluppo di un’epidemia sono sia naturali, come una variazione climatica o un’inondazione, che antropici, come una guerra o lo sviluppo di opere agricole, di dighe, di miniere o l’incapacità di esercitare un controllo sulla zanzara, il vettore del plasmodio. Grandi movimenti migratori interni a un continente favoriscono ancor più l’esposizione di popolazione vulnerabile al parassita. La combinazione di fattori meteorologici, socioeconomici ed epidemiologici, sia a livello locale che globale, può permettere una previsione del rischio di epidemie, soprattutto se dovute a fattori antropici. Lo studio accurato dei fenomeni epidemici del passato e la costruzione di una rete di monitoraggio e di un database per registrare l’occorrenza e la prevalenza della malaria nelle diverse zone diventano quindi importanti strumenti di prevenzione.

-La protezione dalla puntura degli insetti è la prima precauzione da prendere per prevenire la malaria.

Questo si può attuare mediante una serie di abitudini comportamentali (alla sera e al mattino indossare indumenti ampi che giungano a coprire polsi e caviglie; in certe zone adottare l’impiego di zanzariere che avvolgono il letto durante la notte, meglio se impregnate di insetticida) o mediante l’uso di presidi chimici (repellenti ad uso cutaneo ad esempio a base di DEET, uso di spirali zanzarifughe al piretro, uso di altri piretroidi di sintesi e mediante fornelletti elettrici) o, meglio ancora, a base di sostanze naturali.
La profilassi farmacologica è un mezzo importante per evitare il rischio di contrarre la malaria; il parassita, inoculato dall’insetto vettore, viene ucciso dal farmaco prima di poter esercitare i suoi nefasti effetti sul malcapitato individuo.

Perché possa essere prescritta la profilassi farmacologica più idonea per ogni singolo viaggiatore, è consigliato rivolgersi ad un Centro specializzato in malattie Tropicali o comunque ad un medico esperto nelle stesse. La profilassi farmacologica è strettamente individuale e può variare non solo da persona a persona, ma anche a seconda del Paese visitato, dalla durata della permanenza del viaggiatore nello stesso, nonché dal periodo dell’anno in cui viene effettuato il soggiorno.

Protezione meccanica:

la prima difesa da attivare per evitare il rischio malarico consiste nell’evitare le punture delle zanzare. La zanzara femmina di Anopheles, vettore del parassita malarico, usa stimoli termici ed olfattori, ma anche visivi, per localizzare l’ospite da pungere per realizzare il suo pasto a base di sangue. In particolare viene attratta da concentrazioni di anidride carbonica. I colori scuri attirano l’insetto in questione che usa pungere al tramonto e durante le prime ore della notte. Alcuni profumi o fragranze naturali possono attirare le zanzare ed indurle alla puntura. – All’interno di abitazioni: ·la protezione delle finestre con retine trattate con insetticidi e l’utilizzo di zanzariere impregnate con insetticidi sopra i letti può conferire una buona protezione; l’impiego di aria condizionata diminuisce notevolmente il rischio di punture di insetti.

In ambiente esterno :

utilizzare abiti che coprano bene, preferibilmente camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi, in particolare dal tramonto alla sera; consigliabile passare repellenti o insetticidi sui vestiti per diminuire ulteriormente il rischio di puntura.

I repellenti sono sostanze chimiche che allontanano l’insetto:

la maggior parte dei repellenti contiene DEET (N,N-diethyl-methyl-toluomide) sostanza molto attiva in uso da oltre 40 anni. ·;Altri repellenti sintetici sono attivi per circa 3-4 ore e vanno applicati periodicamente (ogni 3 ore circa) durante esposizione a rischio malaria. ·I repellenti non devono essere inalati o ingeriti e sono pericolosi su pelli irritate o sugli occhi. Vanno usati con prudenza nei bambini e mai applicati sulle loro mani perché facili strumenti di contaminazione degli occhi e della bocca. L’acqua può facilmente togliere dalla pelle i diversi tipi di repellenti.

Il repellente va applicato su tutta la parte del corpo scoperta: è provato che le zanzare possano pungere a meno di un centimetro da una zona coperta.

Si sconsiglia l’uso di repellenti :

nei bambini inferiori ad un anno di età;
ai residenti per lunghi periodi (tossicità da accumulo);
alle donne in gravidanza.

Gli insetticidi:
sono sostanze chimiche che attaccano il sistema nervoso dell’insetto e lo uccidono.

Insetticidi sintetici a base di piretroidi (permetrina, deltametrina ed altre).
Insetticidi naturali a base di piretro (ottenuti dai fiori Crisantenum cineraricefolium).
Il piretro agisce sia come insetticida che come repellente.
Permetrina e deltametrina contenuti in molti insetticidi sono prodotti considerati poco tossici per i soggetti adulti e quindi possono essere utilizzati negli ambienti chiusi anche in presenza di bambini piccoli al di sotto dei due anni di età. Per loro adottare sostanze naturali
L’utilizzo degli insetticidi sui vestiti e sulle zanzariere mantiene la loro efficacia per circa 2-3 mesi . Per gli adulti non è considerato tossico.

La malaria e donne in gravidanza: Le donne che risiedono in aree endemiche possiedono, nella maggior parte dei casi, una semi-immunità; questa può calare temporaneamente durante la gravidanza (con conseguenza anche drammatiche, soprattutto nelle primigravide) e si attenua col tempo negli individui che abbandonano le zone endemiche (scompare dopo 2 anni di distanza). Il rischio di morte da malaria della donna aumenta in gravidanza, il rischio di aborto e di parto di feto morto o aumenta l’incidenza di morte neonatale. Non andare in zone malariche a meno che non sia assolutamente necessario. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia alle donne in gravidanza di non andare in vacanza in aree in cui ci sia trasmissione di P. falciparum clorochino-resistente.

Consigli in gravidanza:

essere molto diligenti nell’uso di misure di protezione contro le punture di zanzare;
utilizzare per profilassi la clorochina e il proguanil;
nelle aree con clorochino-resistenza del P. falciparum si deve usare l’associazione clorochina-proguanil nel primo trimestre di gravidanza; la meflochina può essere utilizzata solamente dal 4° mese di gravidanza in avanti;
non usare la Doxiciclina per profilassi;
cercare immediatamente assistenza medica se si sospetta la malaria e fare l’autotrattamento di emergenza (famaco di scelta è il chinino) solo se non è possibile trovare immediatamente un medico. Si deve ricorrere ad un medico comunque dopo l’autotrattamento.

La malaria e i bambini: I bambini sono considerati soggetti a rischio malaria poiché possono sviluppare forme perniciose che conducono all’exitus in tempi brevi.

Nelle aree endemiche i bimbi sono protetti per i primi 6 mesi dall’immunità passiva materna, data dagli anticorpi ereditati dalla madre, poi si ha una progressiva acquisizione di una “semi-immunità”, per successive esposizioni alle infezioni del plasmodio. Si hanno ricorrenti attacchi di malaria, dall’età di pochi mesi fino a 5-10 anni, prima di raggiungere uno stato di semi-immunità. Molti bimbi soffrono di ritardo di crescita e altri muoiono. Se i bimbi sopravvivono, mantengono la semi-immunità per continue reinfezioni, per tutta la vita, finché risiedono in area endemica. Questa viene considerata tale perché durante la vita si hanno ugualmente ricorrenti episodi di parassitemia, di breve durata e bassa carica, per lo più asintomatici o paucisintomatici (con pochi sintomi).

non portare i neonati ed i bambini piccoli in aree malariche a meno che non sia assolutamente necessario;
proteggere i bambini dalle punture di zanzare; sono disponibili zanzariere per culle e lettini: tenere i bambini piccoli sotto la protezione di zanzariere nel periodo che va dall’alba al tramonto;
dare la profilassi antimalarica ai bambini ancora allattati al seno e a quelli che sono allattati al biberon poiché essi non sono protetti dalla profilassi che la madre ha eventualmente fatto prima;
la clorochina ed il proguanil possono essere somministrati con sicurezza ai neonati ed ai bambini piccoli. Per la somministrazione i farmaci possono essere indorati con marmellata, banane ed altri cibi;
non dare sulfadossina-pirimetamina o sulfalene-pirimetamina a neonati sotto i tre mesi d’età;
non dare doxiciclina per chemioprofilassi ai bambini sotto gli 8 anni d’età;
tenere tutti i farmaci antimalarici al di fuori della portata dei bambini rinchiusi in contenitori che non possono essere aperti dai bambini stessi. La clorochina è particolarmente tossica per i bambini se si eccede la dose raccomandata;
consultare immediatamente un medico se un bambino sviluppa una malattia febbrile. I sintomi di malaria nei bambini possono non essere tipici cosicché la malaria deve essere sempre sospettata. Nei bambini di età inferiore ai tre mesi la malaria deve essere sospettata perfino in caso di malattia non febbrile;
la febbre in un bambino di ritorno da un viaggio in area malarica dovrebbe essere considerata sintomo di malaria almeno che non sia provato il contrario;
in caso di autotrattamento il chinino può essere somministrato senza limiti di peso o di età. La meflochina può essere utilizzata al di sopra dei 15 Kg di peso.
L’OSM sconsiglia di portare in vacanza neonati e bambini piccoli in aree malariche, in particolare dove vi sia trasmissione di P. falciparum clorochino-resistente

 

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Scheda malattia Malaria – Diagnosi e trattamento

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DIAGNOSI

Diagnosi:
Attualmente la pratica diagnostica si basa su due approcci: quello clinico che identifica i sintomi della malattia, e quello volto a isolare e riconoscere l’agente causale, utilizzando test immunocromatografici o, molto più comunemente, con osservazioni al microscopio.

Il quadro clinico può presentarsi fortemente atipico in persone sottoposte a chemioprofilassi antimalarica a dosaggi inadeguati o con farmaci non più efficaci per fenomeni di resistenza, o che siano parzialmente immuni dopo lunghe permanenze in aree endemiche, nonché nella prima infanzia.

Per porre diagnosi di malaria deve essere preparato uno striscio di sangue prelevato dalla puntura di un dito. Lo striscio è fissato con metanolo prima della colorazione; la goccia spessa è colorata senza essere fissata. Nelle infezioni da P. falciparum, la densità del parassita dovrebbe essere stimata contando la percentuale di emazie infettate, non il numero dei parassiti.

Può essere fatta seguendo diversi tipi di approccio.

Microscopia

– Esame striscio e goccia spessa, colorazione Giemsa

– Ricerca acido nucleico Plasmodio, test rapido UV

– ‘Quantitative buffy coat method (QBCTM, Becton-Dickinson)’

Esami immunologici

– IFI test (immunofluorescenza indiretta)

– altri test si basano sulla cattura della proteina II (PfHRP-II)

Studio attività enzimatiche o antigeniche associate al parassita

-Determinazione dell’antigene (histidine rich protein-2, HRP-2) associato con il parassita della malaria (P. falciparum e P. vivax).

-Determinazione dell’enzima lattato deidrogenasi del Plasmodio (pLDH) sia medianta la sua attività enzimatica che mediante immunoassay.

Tecniche biologia molecolare

– PCR

TRATTAMENTO
Trattamento:
I plasmodi sono diventati fortemente resistenti a quasi tutti i farmaci che sono stati prodotti per combatterli, così come a numerosi insetticidi utilizzati per disinfestare le zone malariche. La resistenza alla clorochina, l’antimalarico meno costoso e più diffuso, è ormai comune in tutta l’Africa sudorientale. In queste stesse zone si è ormai affermata una forma di resistenza anche ad un altro farmaco, alternativo alla clorochina e altrettanto economico, la sulfadossina-pirimetamina. Molti Paesi sono così costretti a utilizzare nuove combinazioni di farmaci molto più costosi. Una rapida risposta all’insorgenza, con trattamento farmacologico con i farmaci più recentemente sviluppati e dati in combinazione, in alternativa alle monoterapie tradizionali, può ridurre significativamente il numero di morti. L’uso esteso e poco controllato di terapie a base di chinolina e di antifolati ha contribuito ad aumentare lo sviluppo delle resistenze. Nell’ultima decade, un nuovo gruppo di antimalarici, diversi composti combinati dell’artemisinina (ATCs), stanno dando ottimi risultati terapeutici anche nell’arco di una settimana, con riduzione della presenza di plasmodio e quindi della sua capacità di trasmissione e miglioramento dei sintomi della malaria.

Sul fronte vaccini, la ricerca non ha ancora prodotto un vaccino effettivo anche se esistono diversi possibili candidati su cui gli scienziati stanno lavorando, soprattutto grazie al completamento della sequenza genomica del Plasmodium.

Esistono però numerose misure di prevenzione e di profilassi a basso costo, che vengono promosse soprattutto nei Paesi africani dalla Global Partnership Roll Back Malaria coordinata dall’Organizzazione mondiale della sanità, che vedeva riunite più di 90 istituzioni internazionali nel tentativo di dimezzare il numero di malati di malaria entro il 2010. L’uso di zanzariere trattate con insetticidi e di trattamenti preventivi a intermittenza con farmaci antimalarici può significativamente ridurre l’incidenza della malattia nelle zone endemiche, sia tra i bambini che tra le donne in gravidanza, soggetti particolarmente vulnerabi

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Scheda malattia Malaria – Notizie e bibliografia

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Notizie
Dalle esperienze vissute nelle diverse aree tropicali una valutazione ed un parere personale sulla approvazione del nuovo vaccino per la malaria, (clicca per leggere l’articolo)

La GIORNATA MONDIALE DELLA MALARIA 2021

Bibliografia

Dagli studiosi ed esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Variante OMICRON e necessità di vaccinare. L’impegno della Fondazione Cesmet

 

La variante Omicron di SARS-CoV-2 con le sue caratteristiche ci impone di vaccinare la maggior parte della popolazione mondiale. Questo deve avvenire non solo nei paesi ad elevato tenore di vita (Europa, Nord America, Australia, alcuni paesi asiatici) ma soprattutto nel continente africano, latino americano e nella maggior parte dell’Asia.
La Fondazione CesmetCentro studi di medicina tropicale, da sempre impegnata in operazioni di cooperazione sanitaria in Africa, e la Clinica del Viaggiatore Cesmet sono impegnate con gli enti sanitari che in loco gestiscono programmi di vaccinazioni contro il covid-19, nel supportare economicamente e scientificamente le campagne vaccinali contro il Covid, che si dovranno moltiplicare fin da subito.

COSA E’ LA VARIANTE OMICRON

La variante Omicron – B.1.1.529, definita dalla Organizzazione Mondiale della Sanità “nuova variante preoccupante (VOC – Variants of Concern) del virus SARS-CoV-2, ha mutato le sue caratteristiche rispetto alla sua prima espressione virale del febbraio – marzo 2020. SARS-CoV-2 è un coronavirus particolarmente predisposto alle mutazioni del proprio genoma. Più il virus si riproduce e diffonde tra le popolazioni, più ha la possibilità di mutare il suo patrimonio genetico. Mutando il suo genoma muta le sue caratteristiche fisiche e di relazione con l’esterno. Le mutazioni del genoma servono a questi esseri viventi, i virus, a superare le difficoltà di sopravvivenza, a mantenere la loro progenie, a moltiplicarsi e a vivere il più a lungo possibile senza farsi sopraffare dall’ambiente esterno e dalle reazioni degli organismi viventi. Con questo meccanismo il “virus variante “ può avere una maggior trasmissibilità, aggressività, capacità nel suscitare forme severe di malattia superando le barriere immunitarie ed anche l’immunità acquisita dalle persone grazie alla vaccinazione o alla malattia precedente.
L’ultima variante di SARS-CoV-2 denominata Omicron è stata isolata prima in Botswana e poi
in Sud Africa nel novembre 2021. A partire dal 26 novembre 2021, la variante Omicron, è stata individuata anche in altri Paesi, compresa l’Italia. Come sempre capita i primi isolamenti di una variante virale rappresentano la punta di un iceberg di un fenomeno oramai diffusosi in molti paesi. Questa variante è già in mezzo a noi e si sta rapidamente diffondendo in Africa, in Europa e nel mondo. In Gran Bretagna, ed in particolare in Inghilterra sta aumentando in modo esponenziale, cominciando a provocare i primi danni.

 

PERCHE’ IL VIRUS MUTA
Si è dimostrata fin dall’inizio particolarmente diffusiva presentando circa trenta mutazioni nei geni che producono la proteina spike. Questa è la “molecola” attraverso cui il virus SARS-CoV-2 aderisce alla parete delle cellule umane; entra al loro interno e rilascia il proprio genoma ad RNA. In questo modo il virus fornisce l’informazione alle cellule umane per produrre al loro interno le componenti dei nuovi virus. Utilizzando la struttura ed i mezzi della cellula ospite i virus producono copie delle loro proteine e creano nuovi virus figli, e la vita del virus procede infettando sempre nuove persone.
E’ durante questi milioni e miliardi di replicazioni, sempre più rapide, che il virus, per proteggersi, muta le sue caratteristiche interne ed esterne, diventando quasi un “nuovo virus” rispetto all’originario. Queste notevoli

drastico aumento di contagiosità Omicron
drastico aumento di contagiosità Omicron

divergenze dell’OMICRON, rispetto al virus originale lo caratterizzano sicuramente per una maggiore trasmissibilità ed anche rispetto all’ultima variante DELTA. Forse, ma la cosa è ancora da dimostrare, una maggiore aggressività del virus nei confronti dell’organismo umano ed una capacità di superare le difese indotte dalle vaccinazioni o dalla malattia.
Da quanto sembra, per indagini compiute in diversi paesi, questa variante diffonde molto facilmente nella popolazione infantile e nei giovani.

 

VARIANTI E VACCINI
Diversi studi internazionali, effettuati sulla variante Delta hanno evidenziato, nella popolazione sottoposta a vaccinazione, una diminuzione della efficacia immunitaria dal 75% a circa il 40% di copertura dopo 5/6 mesi dall’ultima dose del vaccino. Questo vuol dire che il virus, con le sue mutazioni, ha trovato la strada per mantenere la diffusione anche nella popolazione già vaccinata. Ed il fenomeno si accentua per la perdita di efficacia del sistema immunitario dei vaccinati o degli ammalati di covid. Ricordiamo che i vaccini attualmente in uso sono stati studiati per agire contro la prima espressione di SARS-CoV-2. Da allora si sono susseguite diverse varianti, e la capacità neutralizzante dei vaccini è diminuita nel tempo. Queste sono le evidenza.
Questo è motivo per cui occorre ricorrere in questi mesi invernali 21/22 al richiamo del ciclo vaccinale iniziato da almeno 5 mesi prima. In inghilterra, da quando è sbarcata OMICRON è stata data l’indicazione di vaccinarsi nuovamente dopo 3 mesi per rafforzare le difese nei confronti del nuovo virus

VACCINARE VACCINARE VACCINARE
  VACCINARE VACCINARE VACCINARE

Le varianti dei virus si selezionano con maggiore facilità dove maggiormente i virus circolano in particolare nelle popolazione non vaccinate. Nel mondo c’è una differenza enorme di copertura di popolazione, tra i paesi a maggior tenore di vita ed i paesi considerati poveri. In Europa mediamente è vaccinato circa il 70% della popolazione, ed i paesi corrono ad accaparrarsi più vaccini possibili. In Africa al dicembre 21 è vaccinata poco meno della popolazione globale, e le scorte dei vaccini scarseggiano. E noi siamo coinvolti in questa discriminazione e grave situazione. E’ proprio nei territori dove scarsa è la vaccinazione che si mantiene la malattia e si generano varianti. Se non si ragiona in termini di “pandemia globale” e di soluzioni globali del problema, non usciremo mai da questa situazione.
Per risolvere il problema alla radice è fondamentale l’estensione della vaccinazione in tutti i continenti e paesi del mondo.
La circolazione di un virus con queste caratteristiche non si frena e poi si arresta se non quando la maggior parte della popolazione mondiale si vaccina acquisendo una profonda immunità specifica nei confronti del virus. La lotta al vaiolo ha insegnato. In quel caso l’obbligo vaccinale era esteso in tutti i paesi del mondo. E mentre nei paesi industrializzati le percentuali della popolazione vaccinata aumenta nel resto del mondo le campagne vaccinali anticovid stentano a decollare. Ed è proprio in queste popolazioni con bassi livelli di copertura immunitaria che il virus continua la sua corsa e la sua riproduzione, aumentando la sua capacità di mutare.

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LA FONDAZIONE CESMET CENTRO STUDI DI MEDICINA TROPICALE E’ IMPEGNATA NEL 2022 A SOSTENERE CAMPAGNE DI VACCINAZIONI ANTICOVID NEI PAESI PIU’ POVERI E CON MINORE COPERTURA.

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Il dr. Paolo Meo, direttore della Clinica del Viaggiatore Cesmet ti informerà direttamente e costantemente della destinazione dei fondi donati e degli stati di avanzamento dei progetti.
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La variante Omicron B.1.1.529 . Valutazioni e commenti del Ecdc (centro europeo per il controllo delle malattie infettive)

 

VARIANTE OMICRON NEL SUD DELL'AFRICA
            VARIANTE OMICRON NEL SUD DELL’AFRICA

Omicron B.1.1.529 è la denominazione della nuova variante del SARS-CoV-2 selezionatosi in Botswana e poi in Sud Africa.
Il ecdc, centro europeo per il controllo delle malattie infettive, immediatamente ha preso posizione sollecitando i paesi dell’unione ad alzare la guardia nei confronti di una variante ritenuta pericolosa e da tenere sotto controllo.
La variante “Omicron – B.1.1.529” del SARS-CoV-2 si è manifestata, da un sequenziamento in Sud Africa, con un alto numero di mutazioni del “gene S” rispetto al virus originale, causa del Covid-19. Questa variante è stata individuata all’inizio di novembre 2021 prima in Botswana quindi in Sud Africa dove si è diffusa in quasi tutto il paese. Il 26 novembre 2021 la variante è stata designata come “variante di preoccupazione (VOC)” dall’OMS.

La variante Omicron è caratterizzata da 30 mutazione e 3 piccole delezioni nella proteina spike. Di queste 30 mutazioni, 15 si trovano nel dominio di legame del recettore e sono in grado di modificare, in meglio la capacità di entrata del virus nella cellula, e quindi la sua capacità di diffusione.
Dal 26 novembre 2021, anche perché ricercati con sequenziamenti mirati, nuovi casi della variante, legati ai viaggi internazionali, sono stati rilevati anche in Belgio, Hong Kong e Israele. La nuova variante virale ha iniziato la sua corsa il modo silente, ma progressivo.
Di tutte le varianti comparse dall’inizio della pandemia del Covid-19, la variante Omicron è la più divergente dal virus iniziale SARS-CoV-2. Per questo motivo potrebbe essere associata a: [1] maggiore trasmissibilità; [2] riduzione significativa dell’efficacia dei vaccini in commercio nei suoi confronti; [3] aumento del rischio di reinfezioni in coloro che già hanno avuto Covid-19; [4] possibile aumento di patogenicità.
Queste possibilità sono tutte da studiare e ci vorranno alcune settimane per arrivare a delle conclusioni certe. Intanto il virus “Omicron – B.1.1.529” circola in modo subdolo ed i paesi nel mondo devono trovare sistemi concreti per fermarlo, o quanto meno frenare la sua corsa. Per prima cosa occorre bloccare i voli da e per i paesi coinvolti dalla mutazione e controllare coloro che provengono dalle aree a rischio variante.

Valutazione del rischio
Difficile in questo momento fare una corretta valutazione del rischio legato alla diffusione della variante “Omicron – B.1.1.529” nei paesi UE ed in particolare in Italia. Gli studi sono in corso e occorreranno 2/3 settimane per fornire risposte certe relativamente alla trasmissibilità, all’efficacia dei vaccini attuali, al rischio di reinfezioni di coloro che hanno avuto la malattia e al grado di aggressività del virus.
D’altra parte, studiando le prime evidenze nei paesi africani di origine, riguardanti l’alta trasmissibilità, molto maggiore della Delta, ed anche la potenziale capacità di sfuggire alle protezioni immunitarie, come sembra, la probabilità della introduzione del mutante “Omicron – B.1.1.529” nell’UE è stata classificata da ecdc “ALTA” – “MOLTO ALTA”.

Opzioni di risposta
Sulla base delle prime valutazione e sui raffronti effettuati con “modelli di virus realizzati in laboratorio” che hanno sviluppato mutazioni anche minori rispetto alla “Omicron – B.1.1.529”, la probabilità da parte del nuovo virus di eludere le difese immunitarie sviluppate in corso di malattia oppure dai soggetti vaccinati è particolarmente elevata. Per questo motivo occorre alzare nuovamente l’attenzione in tutto il mondo e adottare con efficacia le misure da sempre raccomandate. In particolare, i medici non si devono stancare di raccomandare ai propri assistiti e pazienti l’utilizzo delle misure di protezione personale individuale.
Il primo sistema di studio del fenomeno è la “sorveglianza genomica” ossia lo studio delle sequenze virali nei casi positivi. Solo con questo sistema riusciremo a rilevare precocemente la presenza di questa variante.
Tra i comportamenti da seguire e che le autorità sanitarie dei paesi devono impostare nuovamente: (1) evitare i viaggi da e verso le zone colpite o sospettate di diffusione della variante virale; (2) aumentare i test con il sequenziamento dei casi confermati; (3) rintracciare attivamente tutti i contatti dei casi di COVID-19 legati alla provenienza dalle zone colpite; (4) accelerare sulla campagna di vaccinazione su tutta la popolazione, fortificando con le terze dosi, nei confronti di coloro che sono già vaccinati e spingendo l’opera di convinzione nei confronti di coloro che ancora devono completare il loro ciclo vaccinale o che non hanno proprio effettuato la vaccinazione.
Occorre terminare le dosi di richiamo prima di tutto sui più vulnerabili (malati cronici e immunodeficienti) e sugli anziani. Occorre estendere la campagna booster a tutti gli adulti oltre i 18 anni, possibilmente non oltre i sei mesi dopo il completamento del primo ciclo vaccinale. Attivare la campagna di vaccinazione nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il vero problema rimane la prenotazione della vaccinazione prima le normali scadenze. Nella regione Lazio i primi posti utili per prenotarsi nelle strutture pubbliche e anche nelle farmacie sono arrivati già a metà gennaio. E questo crea un primo problema, anche se la risposta cellulare linfocitaria, al contrario di quella anticorpale è più duratura e mantiene un certo grado di protezione.

Nazioni attualmente coinvolte nella diffusione della variante “Omicron – B.1.1.529”.
Riguardo alla localizzazione dei primi casi, le sequenze della variante “Omicron – B.1.1.529” sono state individuate in Botswana, Sudafrica, Israele, Hong Kong e Belgio. Tutte le sequenze disponibili sono depositate nel GISAID EpiCoV. E’ certo che molti altri paesi dell’Africa del Sud ma anche centrale cominciano a presentare casi dovuti alla variante in questione, che rimane ancora non evidente.
Fonti sanitarie di Hong Kong affermano che è stato individuato un cluster di due casi di “Omicron – B.1.1.529” legato ai viaggi, sicuramente con diffusione maggiore non controllata in questo momento.
Fonti ufficiali fonti in Israele hanno riportato un caso in un viaggiatore di ritorno dal Malawi, ed altri due casi sospetti da altri paesi africani; il ministero della salute belga ha confermato un caso in un viaggiatore che non era vaccinato.
In Botswana i quattro casi della variante Omicron denunciati erano tutti vaccinati con ciclo completato.
In Sudafrica c’è un forte aumento dell’incidenza dei nuovi casi nella maggior parte delle province del paese, con una crescita esponenziale da metà novembre. La provincia più colpita è quella di Gauteng, dove la variante è stata osservata in più del 50% di tutti i campioni testati negli ultimi giorni. Il sequenziamento di 77 campioni nel Gauteng raccolti tra il 12 e il 20 novembre 2021 ha confermato che tutti sono da ricondurre alla variante “Omicron – B.1.1.529”. La maggior parte dei casi risulta vaccinato. La variante Omicron è già dominante in Gauteng ed è presente, in proporzioni significative, nella maggior parte del Sudafrica.
Per proteggersi dalla diffusione della variante, la maggior parte dei paesi europei ha imposto il divieto di viaggio da e verso il Sudafrica e i paesi circostanti, ossia Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini. Ma altri paesi stanno sviluppando sicuramente la variante ed i viaggi continuano in ogni parte del mondo.
Ricordiamo che la capacità di rilevamento delle varianti nella regione africana è complessivamente bassa. Non solo il sequenziamento è basso ma anche la disponibilità dei tamponi è molto limitata. Solo il Botswana e il Sudafrica hanno riportato sequenze da campioni raccolti negli ultimi 30 giorni ad un livello tale da permettere il rilevamento di trasmissione comunitaria di “Omicron – B.1.1.529”. La trasmissione di questa variante non può essere esclusa per altri paesi.

MUTAZIONI
MUTAZIONI

Le proprietà della variante “Omicron – B.1.1.529”
Queste sono, per gli addetti ai lavori, alcune proprietà della variante Omicron:
La variante “Omicron – B.1.1.529” è caratterizzata da 30 cambiamenti di aminoacidi, tre piccole delezioni e una piccola inserzione nella proteina spike rispetto al virus originale (A67V, Δ69-70, T95I, G142D, Δ143-145, Δ211, L212I, ins214EPE, G339D, S371L, S373P, S375F, K417N, N440K, G446S, S477N, T478K, E484A, Q493K, G496S, Q498R, N501Y, Y505H, T547K, D614G, H655Y, N679K, P681H, N764K, D796Y, N856K, Q954H, N969K, L981F).
Di questi mutazioni, 15 sono situate nel dominio di legame del recettore (RBD) (residui 319-541). Ossia è completamente mutata, a vantaggio del virus, la porzione che consente l’entrata nelle cellule dell’ospite. La variante porta anche una serie di cambiamenti e delezioni in altre regioni genomiche (NSP3 – K38R, V1069I, Δ1265, L1266I, A1892T; NSP4 – T492I; NSP5 – P132H; NSP6 – Δ105-107, A189V; NSP12 – P323L; NSP14 – I42V; E – T9I; M – D3G, Q19E, A63T; N – P13L, Δ31- 33, R203K, G204R).
Questi dati mostrano quante mutazioni ci sono state nel genoma del virus iniziale. Queste mutazioni configurano la comparsa di un virus con caratteristiche molto diverse dai virus precedenti SARS-CoV-2.
Studi riguardanti l’efficacia della copertura immunitaria sui soggetti convalescenti e sui vaccinati.
Sono in corso studi per valutare l’efficacia dell’immunità nei confronti del virus SARS-CoV-2 indotta dalla malattia e dai vaccini realizzati da circa un anno. E’ stata comparata una “variante sintetica di laboratorio”, realizzata con 20 mutazioni della proteina spike, che manifesta una quasi completa elusione nei confronti degli anticorpi sviluppati dai soggetti convalescenti e dai soggetti vaccinati, e la variante “Omicron – B.1.1.529” che presenta invece più di 10 mutazioni nel gene S, rispetto alla variante sintetica. Da questi studi e valutazioni attualmente in corso si aspettano risposte sulla capacità della nuova variante di eludere la capacità neutralizzante degli anticorpi prodotti dai soggetti convalescenti e vaccinati. Tuttavia, ulteriori indagini virologiche e studi sull’efficacia del vaccino sono necessari per valutare fino a che punto la variante avrà un impatto sull’efficacia dei vaccini attualmente in commercio.

Studi riguardanti la trasmissibilità e la diffusione della nuova variante Omicron.
La rapida diffusione della variante Omicron in Sudafrica, che sta velocemente sostituendo la variante Delta dimostra che questo mutante sia significativamente più trasmissibile del Delta.

Studi riguardanti la patogenicità e l’aggressione della nuova variante Omicron.
Gli studi clinici sui soggetti positivi della nuova variante sono in corso. Non ci sono ancora informazioni disponibili per la valutazione di cambiamenti nella gravità dell’infezione associata a Omicron. Ad oggi non sembra che questa variante manifesti sintomi diversi o più gravi rispetto alle varianti precedenti. Alcuni individui positivi alla variante sono risultati asintomatici.

Valutazione del rischio in Europa riguardante la variante Omicron secondo ECDC.
Dal momento che ancora continuano in molti paesi europei i viaggi e gli spostamenti dai paesi in cui sono stati segnalati i casi della variante Omicron B.1.1.529 c’è un’alta probabilità di introduzione della variante SARS-CoV-2 Omicron in Europa. Introduzione sicuramente già iniziata da diverse settimane e ancora non dimostrabile.
Come già detto, oltre che nei paesi africani, la variante è stata confermata anche in viaggiatori in Belgio, Hong Kong e Israele. Questo dimostra che la diffusione della variante è in atto anche se la limitata capacità di sequenziamento per questo nuovo virus, impedisce di evidenziarne la presenza ad oggi.
Le precedenti esperienze con le varianti Alpha, Beta e Delta hanno dimostrato che l’introduzione e la diffusione dei nuovi mutanti avvengono in modo silente, inizialmente ma con grande rapidità.

OMS ipotizza che l’infezione della variante Omicron B.1.1.529 possa indurre, alla popolazione più fragile ed alla popolazione non coperta da immunità, una malattia acuta grave. Non ci sono ancora informazioni sulla patogenicità di Omicron, tuttavia l’allarme lanciato da OMS riguarda la popolazione con più alta probabilità di esiti gravi quali gli anziani, ed i soggetti con comorbidità.

Una variante così diffusiva può dimostrare sicuramente una minore risposta alla azione anticorpale. L’attuale gamma di misure di prevenzione e controllo determinata dalle difese immunitarie prodotte da malattia e vaccinazioni potrebbero non funzionare efficacemente per la nuova variante, come avviene invece per gli attuali virus mutati, in particolare la Delta. Gli attuali vaccini potrebbero quindi non essere così efficaci. Non rimane in questa attuale incertezza che riattivare tutte le misure di protezione quali l’uso delle mascherine per il viso, il distanziamento e scoraggiare quelle attività che portano ad un sovraffollamento in locali al chiuso. Le autorità sanitarie di tanti paesi sono in allarme per la possibilità di un nuovo congestionamento dei pronto soccorsi e delle unità di rianimazione.

Indicazioni degli ECDC ai diversi paesi europei dopo la manifestazione della nuova variante Omicron.
Gli ECDC appena evidenziate le caratteristiche della nuova variate Omicron B.1.1.529 hanno immediatamente indicato a tutti i paesi europei le linee di comportamento a cui attenersi per frenare la possibile diffusione del virus ed evitare conseguenze anche gravi alle popolazioni, in particolare più fragili e non vaccinate o vaccinate parzialmente.

Indicazioni sulle campagne vaccinali:
Il rischio determinato dalla presenza di 30 mutazioni nella proteina spike di Omicron è quello di una elusione alla risposta immunitaria anticorpo-mediata, ossia una drastica riduzione della efficacia dei vaccini, attualmente in uso nei confronti della variante in questione. Rimane la risposta delle cellule linfocitarie sia “helper” che “killer”, sia la risposta dei linfociti T di memoria, diretta verso proteine virali non superficiali a seguito soprattutto di infezione ma anche di vaccinazione. Questo tipo di risposta cellulare offre un’immunità più duratura e meno eludibile da parte dei virus mutanti. Questi studi per verificare la capacità del virus mutante di evitare l’azione neutralizzante degli anticorpi ad anche l’azione cellulare linfocitaria sono attualmente in corso e i dati dovrebbero essere disponibili entro due o tre settimane.

L’invito pressante di OMS a tutti i paesi è quello di accelerare le campagne di vaccinazioni in particolare nei confronti dei soggetti non vaccinati o per coloro che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale. Occorre aumentare la copertura della vaccinazione COVID-19 in tutti i gruppi di età ma in particolare negli anziani e nelle persone vulnerabili e ripetere immediatamente le dosi di richiamo nei confronti degli operatori sanitari e in tutti coloro che hanno contatto con il pubblico.

Interventi con i dispositivi di protezione individuale
Il mantenimento o la reintroduzione dei dispositivi di protezione individuale da sempre è stata una delle indicazioni pressanti di OMS per contenere la diffusione del virus, che nel periodo invernale può raggiungere nuovi pericolosi picchi. Dopo la comparsa della variante Omicron, considerata forse la più pericolosa dall’insorgenza della pandemia, anche nei paesi con un’alta diffusione del vaccino, questa pratica è considerata l’unico strumento per frenare la diffusione della nuova variante.
Dobbiamo considerare che le regole che da quasi 2 anni ci siamo dati devono essere nuovamente rafforzate in tutta la popolazione. Occorre (1) utilizzare sempre, anche all’aperto, le mascherine facciali; ritornare più possibile al telelavoro, dove possibile, mantenere un utile distanziamento tra le persone; (3) agire modificando l’organizzazione dei mezzi pubblici per ridurre l’affollamento, con una garanzia di un’adeguata ventilazione negli spazi chiusi; (4) il mantenimento di misure igieniche idonee in ambienti pubblici; (5) fissare numeri di partecipanti idonei ad eventi sociali e pubblici;

Indicazioni sui Test molecolari e sul sequenziamento da effettuare sui campioni positivi.
La sorveglianza genomica è di cruciale importanza per l’individuazione precoce delle varianti, ed in particolare, in questo caso, della variante Omicron. Questa sorveglianza fornisce informazioni sulla presenza e sulla diffusione di questo nuovo virus mutato, ed alla conseguente valutazione del rischio e modalità comportamentale da adottare.
I primi dati sembrano confermare la validità degli attuali test molecolari ed antigenici per lo studio dei soggetti portatori del virus, tuttavia le verifiche di ciò sono ancora in corso.
Uno studio importante è sicuramente il sequenziamento del SARS-CoV-2 Omicron dalle acque reflue da utilizzare come complemento ad altri metodi di monitoraggio sulla diffusione del virus. Anche l’analisi dell’acqua di scarico dei voli in arrivo dai paesi coinvolti può essere utilizzata per rilevare l’introduzione della variante nei paesi europei.

VOLI FERMI DAL SUD AFRICA
VOLI FERMI DAL SUD AFRICA

Misure per i viaggiatori indicate dalle autorità sanitarie internazionali
Vista la situazione della nuova variante nei paesi del sud dell’Africa e le prime evidenze di casi che cominciano a manifestarsi in diversi paesi extra africani, (1) evitare i viaggi da e verso le aree colpite note o supposte, (2) aumentare i test molecolari con sequenziamento dei casi confermati (3) spingere sulla ricerca di contatti dei casi di COVID-19 variante Omicron, sono pratiche fortemente consigliate dalle autorità sanitarie internazionali e cominciano ad essere pratiche seguite da molti paesi nel mondo ed europei.
Attualmente non ci sono prove certe che la nuova variante SARS-CoV-2 si stia trasmettendo nei paesi dell’UE e la sua presenza globale, al momento, sembra essere limitata a pochi paesi. La trasmissione e la diffusione silente non può essere esclusa.

Per questo motivo severe restrizioni di viaggio e utilizzo di pratiche sulla popolazione possono ritardare l’impatto della nuova variante per alcune settimane. Questo linea di pensiero prende spunto dai precedenti modelli sulla variante Delta. Le restrizioni a breve termine possono dare tempo ai diversi paesi nel mondo di prepararsi per la nuova variante e affrontare l’attuale recrudescenza del focolaio Delta.

Limitazioni e lacune di conoscenza scientifica
Rimangono ancora molte incertezze scientifiche e lacune nelle conoscenze della nuova variante Omicron B.1.1.529. Per questo motivo sono in corso studi e valutazioni per conoscere e capire a quali rischi reali si può andare incontro. Tra i diversi studi:
– La caratterizzazione virologica, compresi studi di infettività in vitro e studi di neutralizzazione che valutano l’azione di sieri di vaccinati e convalescenti nei confronti del virus;
– Analisi epidemiologiche per stimare i tassi di crescita e diffusione della variante nei paesi coinvolti ed in quelli sospetti;
– Valutazione della gravità di questo ceppo e l’impatto sull’ospedalizzazione e sui decessi;
– L’analisi dell’efficacia dei diversi vaccini in commercio contro Omicron B.1.1.529, effetti diretti e indiretti;
– La protezione incrociata dell’immunità naturale da altre varianti di SARS-CoV-2;
– La mancanza di sequenziamento e di screening con il fallimento del target S-gene in molti dei probabili paesi colpiti significa che la vera prevalenza di questa variante è probabilmente sottostimata e quindi le capacità di implementare le capacità tecniche anche di paesi con strutture inefficienti;

fonti: ecdc – centro europeo per il controllo delle malattie infettive.

Bibliografia prposta da ecdc:
1. Botswana Government. Media Release – New COVID 19 Variant detected in Botswana. Twitter. 25 November 2021 03:16 PM. Available at: https://twitter.com/BWGovernment/status/1463874240130785280
2. National Institute for Communicable Diseases – Division of the National Health Laboratory Service – South Africa. New COVID-19 variant detected in South Africa. NCID/NHLS; 2021. Available at: https://www.nicd.ac.za/new-covid-19-variant-detected-in-south-africa/
3. Ministry of Health of Israel. The variant discovered in South African countries was identified in Israel. MoH of Israel Coronavirus Information Centre; 2021. Available at: https://www.gov.il/he/departments/news/26112021- 01
4. The Government of the Hong Kong Special Administrative Region. CHP investigates six additional confirmed cases of COVID-19 and provides update on latest investigations on imported cases 12388 and 12404. Hong Kong: GovHK; 2021. Available at: https://www.info.gov.hk/gia/general/202111/25/P2021112500379.htm
5. Het Laatste Nieuws. Eén geval van Zuid-Afrikaanse variant in ons land bevestigd: “Voorzichtigheid is nodig, paniek niet”. HLN. 26 November 2021. Available at: https://www.hln.be/binnenland/een-geval-van-zuidafrikaanse-variant-in-ons-land-bevestigd-voorzichtigheid-is-nodig-paniek-niet~a34621a6/
6. GISAID Initiative. COVID-19 lineages and variants. Munich: GISAID; 2021. Available at: www.gisaid.org
7. Ministry of Health of Italy. Covid-19, Speranza: “Nuova ordinanza vieta ingresso in Italia da Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini”. Rome: MoH of Italy; 2021. Available at: https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioComunicatiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&i d=5845
8. Jens Spahn. Deutschland wird u.a. #Südafrika zum Virusvariantengebiet erklären. Mit Inrafttreten heute Nacht dürfen Fluggesellschaften nur noch Deutsche nach Germaby befördern, außerdem gelten 14 Tage Quarantäne für alle, auch Geimpfte Wir bleiben bei der Einreise vorsichtig. Die neu entdeckte Variante #B11529 besorgt uns, daher handeln wir hier pro-aktiv und frühzeitig. Das letzte, was uns jetzt noch fehlt, ist eine eingeschleppte neue Variante, die noch mehr Probleme macht. Twitter. 26 November 2021 08:45 AM. Available at: https://twitter.com/jensspahn/status/1464138332296863758
9. Government of the Netherlands. Checklist for entering or returning to the Netherlands from outside the EU/Schengen area. 2021. Available at: https://www.government.nl/topics/coronavirus-covid-19/visiting-thenetherlands-from-abroad/checklist-entry/from-outside-the-eu
10. L’Est Républicain. Covid-19 : un cas du nouveau variant détecté en Belgique, le premier en Europe. L’Est Républicain. 26 November 2021. Available at: https://www.estrepublicain.fr/sante/2021/11/26/covid-19-denouvelles-mesures-pour-contenir-la-5e-vague-craintes-autour-d-un-nouveau-variant
11. Nextstrain.org. Genomic epidemiology of novel coronavirus – Global subsampling. 2021. Available at: https://nextstrain.org/ncov/gisaid/global
12. Schmidt F, Weisblum Y, Rutkowska M, Poston D, Da Silva J, Zhang F, et al. High genetic barrier to SARS-CoV-2 polyclonal neutralizing antibody escape. Nature. 2021:1-9. Available at: https://www.nature.com/articles/s41586-021-04005-0
13. National Institute for Communicable Diseases – Division of the National Health Laboratory Service – South Africa. Frequently asked questions for the B.1.1.529 mutated SARS-COV-2 lineage in South Africa. NCID/NHLS; 2021. Available at: https://www.nicd.ac.za/frequently-asked-questions-for-the-b-1-1-529-mutated-sars-cov-2- lineage-in-south-africa/

La variante Omicron B.1.1.529 . Valutazioni e commenti del Ecdc (centro europeo per il controllo delle malattie infettive) Leggi tutto »

Scheda malattia- Consulenza con lo specialista

 

 

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Il centro medico Cesmet Clinica del Viaggiatore è specializzato in malattie infettive, tropicali e parassitologiche. Il dr. Paolo Meo, con esperienza più che trentennale in diversi continenti, soprattutto in diversi paesi africani, è a disposizione di chiunque necessità di un chiarimento o una visita specialistica.

Puoi recarti in ambulatorio, prenotando una visita compilando il modulo apposito o telefonando al numero 06 39030481.

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Schede Malattia – Consulenza con lo specialista

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DR.PAOLO MEO TROPICALISTA INFETTIVOLOGO
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TST test o test cutaneo della tubercolina chiamato anche mantoux test.

TST test o test cutaneo della tubercolina chiamato anche mantoux test.

 

cosa è il TST test o mantoux test

test cutaneo alla tubercolina
test cutaneo alla tubercolina

Il TST test o test cutaneo alla tubercolina chiamato anche mantoux test è la misurazione in vivo, ossia sull’avambraccio della persona, della risposta del sistema immunitario sia cellulare, linfocitario, che anticorpale, ad un antigene, una proteina o porzione di essa, derivata dal Mycobacterium Tubercolosis. La risposta induce una reazione infiammatoria – tissutale dell’organismo.

 

 

durante la chiusura estiva del Cesmet puoi prenotare il tuo test  nei giorni indicati (clicca qui)
Dove fare il tst test o mantoux test
Puoi effettuare il test TST o mantoux test presso il centro medico specializzato in malattie infettive e tropicali Cesmet-Clinica del Viaggiatore 
Naturalmente il test viene utilizzato per fornire risposte diagnostiche in caso di sospetto di tubercolosi.
L’effettuazione del test, le valutazioni della reazione cutanea, e l’interpretazione è eseguita da medici infettivologi esperti. Clicca qui per informazioni o prenotazioni oppure scrivi via whatsapp e prenota al numero +393466000899;  oppure  scrivi a seg.cesmet@gmail.com

 

Cosa è la tubercolosi
Il “micobatterio tubercolare” una volta entrato nell’organismo può causare una infezione inattiva (latente) con i           Mycobacteri inglobati all’interno delle cellule istio-monocitatie, non in fase riproduttiva; oppure una infezione attiva e/o progressiva con i Mycobacteri in riproduzione e moltiplicazione e con la malattia in fase di aggravamento.

La tubercolosi è quindi da considerare uno stato reattivo dell’organismo nei confronti del Mycobacterium T. che può presentarsi in forma nascosta, silente e non infettiva; oppure in forma di malattia conclamata, progressiva ed infettiva.

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Singapore – Scheda Paese – Prevenzione in viaggio

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Vaccinazioni obbligatorie

  • FEBBRE GIALLA se….

    Vaccinazione obbligatoria per i viaggiatori che hanno più di 1 anno di età e che  hanno transitato per più di 12 ore in un aeroporto situato in un paese a rischio di trasmissione  

Vaccinazioni consigliate

  • EPATITE A

  • EPATITE B

  • FEBBRE TIFOIDE

  • SINDROMI DIARROICHE E COLERIFORMI

    – La vaccinazione non è obbligatoria, ma va presa in considerazione a seconda del tipo di viaggio e di permanenza, ma soprattutto in base alla situazione epidemiologica del paese al momento del viaggio.  La nuova formulazione “orale” del vaccino anticolera protegge ora anche dalle infezioni intestinali provocate da molti agenti enterotossici che provocano la “diarrea del viaggiatore”. Il vaccino è quindi consigliato per i viaggi in molti paesi del mondo.

  • TETANO

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

 

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Regno Unito – Scheda Paese – Alert, epidemie, malattie

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Alert sanitari

 

23 Ottobre 2021  – Ceppo COVID-19 Delta Plus. Variante Delta AY.4.2.
La nuova variante Covid-19 Delta ‘Plus’ – AY 4.2. può diffondere ancora più facilmente della Delta e quindi risulta essere più contagiosa. Dal mese di settembre sono in aumento i casi di questa mutazione. La UK Health Security Agency (UKHSA) ha spostato “Delta Plus”, o AY.4.2, nella categoria “variante sotto indagine”, per valutare bene questo possibile rischio. Anche se la variante Delta rappresenta ancora la maggior parte dei casi nel Regno Unito, i casi AY.4.2 sono aumentati nelle ultime settimane. Gli ultimi dati ufficiali suggeriscono che il 6% delle infezioni, al 20 di ottobre ’21 sono di questo tipo. Tuttavia, non c’è ancora nessuna prova che causi malattia più grave e che sfugga all’azione degli attuali vaccini. La variante è presente in altri 44 paesi ad oggi e sembra aver avuto la sua origine in India. 

23 OTTOBRE 2021    NOTIZIE DI AGGIORNAMENTO DALLA BBC su COVID-19

 

 

20 Ottobre 2021 – COVID-19  Aumento di Casi di Covid-19 nel paese
La Gran Bretagna ha registrato lo scorso 20 Ottobre il più alto numero di casi di infezione da COVID-19 nel corso dell’ultimo mese.
I casi di COVID-19 in Gran Bretagna sono da giorni i più alti in Europa e hanno raggiunto i livelli più elevati in tre mesi dall’inizio di questa settimana. Ed i casi dono ancora in crescita. Tuttavia, la campagna vaccinale anti Covid, tra le prime lanciate in Europa ha fatto sì che i ricoveri in ospedale gravi e i decessi per la malattia rimangano molto al di sotto dei livelli dall’inizio della pandemia.
Raffrontata la situazione a molti altri paesi dell’est Europa dove le percentuali di copertura dei vaccini sono molto basse, il sistema sanitario continua a reggere. Le vaccinazioni dimostrano di essere una protezione della salute delle persone, ma occorre continuare a mantenere l’utilizzo di mascherine e distanziamento.  (healthmap.org, from Reuters)
Segui la situazione giornaliera dei casi nel paese (clicca qui)

 

 Luglio 2021

Encefalite da zecche

Sebbene l’encefalite da zecche sia endemica in Europa centrale ed orientale, il virus che la provoca non era stato ritrovato in Gran Bretagna poche volte. Sembra continuare la presenza nell’area di Thetford Forest e in un’area al confine Hampshire-Dorset, già coinvolta dal 2019. Gli esperti parlano di basso rischio, ma in aumento nella stagione estiva, considerando che le zecche stanno diventando sempre più comuni e più diffuse nel paese, grazie anche al recente ripopolamento di cervi.
A coloro che si recano in aree boschive o nelle campagne, si consiglia sempre un abbigliamento coprente e di evitare di camminare scalzi, oltre che di difendersi con repellenti efficaci. Utile anche la vaccinazione per ENCEFALITE DA ZECCHE

11 luglio 2021

Caso di “Monkeypox” in Gran Bretagna – Nord Irlanda

Il 25 maggio 2021, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ha notificato all’OMS un caso confermato in laboratorio di vaiolo delle scimmie in una persona arrivato nel Regno Unito l’8 maggio 2021. Prima del viaggio, il paziente aveva vissuto e lavorato nello Stato del Delta, in Nigeria.
All’arrivo nel Regno Unito, il paziente è rimasto in quarantena con la famiglia a causa delle restrizioni COVID-19. Il 10 maggio, il paziente ha sviluppato un’eruzione cutanea, a partire dal viso. Il paziente è rimasto in autoisolamento per altri dieci giorni e ha cercato di curarsi per alleviare i sintomi. E’ stato ricoverato in ospedale il 23 maggio. I campioni delle lesioni cutanee sono stati ricevuti dal “Public Health England Rare and Imported Pathogens Laboratory” il 24 maggio. Il “virus monkeypox” è stato confermato con tecnica RT-PCR il 25 maggio.
Il 29 maggio, un membro della famiglia con cui il paziente era in quarantena, ha sviluppato lesioni clinicamente compatibili con il vaiolo delle scimmie ed è stato immediatamente isolato in una struttura adeguata. Il vaiolo delle scimmie è stato confermato il 31 maggio. Entrambi i pazienti sono stabili e si stanno riprendendo
Il vaiolo delle scimmie (in lingua inglese: monkeypox) è una rara malattia infettiva virale acuta presente per lo più in località remote di diversi paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale, che può manifestarsi con una sintomatologia simile a quella del vaiolo.

 

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Congo – Scheda Paese – Prevenzione e Profilassi

Vaccinazioni obbligatorie

  • FEBBRE GIALLA se…

    Il certificato di vaccinazione per la Febbre Gialla è richiesto a tutti i viaggiatori con più di 9 mesi di età, da qualunque paese provengano.

    Questo paese considera il certificato di vaccinazione per la Febbre Gialla valido per la vita (emendamento OMS 11.07.2016).  Consigliamo comunque la verifica diretta prima di partire, considerando i continui cambiamenti nei regolamenti dei singoli paesi.

    aggiornato Ottobre  2021

Vaccinazioni consigliate

  • La vaccinazione è raccomandata ai viaggiatori al di sopra dei 9 mesi di vita, indipendentemente dalla normativa internazionale o locale in vigore per l’ingresso nel paese, in special modo a coloro che sono diretti in aree a sud del Sahara. Prima della partenza informarsi presso centri specializzati sulle aree del paese a maggior rischio.
  • EPATITE A

  • EPATITE B

  • FEBBRE TIFOIDE

  • RABBIA

    Se si prevedono escursioni in zone extraurbane, dove può essere più facile il contatto con animali selvatici; in ocasione di safari o battute di caccia, nonché per motivi professionali (veterinari, agronomi, ecc…).

    Vedi scheda vaccinazione

  • SINDROMI DIARROICHE E COLERIFORMI

    – La vaccinazione non è obbligatoria, ma va presa in considerazione a seconda del tipo di viaggio e di permanenza, ma soprattutto in base alla situazione epidemiologica del paese al momento del viaggio.  La nuova formulazione “orale” del vaccino anticolera protegge ora anche dalle infezioni intestinali provocate da molti agenti enterotossici che provocano la “diarrea del viaggiatore”. Il vaccino è quindi consigliato per i viaggi in molti paesi del mondo.

  • TETANO

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

Approfondimenti sulla malaria

  • CHE COSA E’

    La Malaria è una malattia infettiva, acuta, presente nel paese, molto legata agli’ ambienti umidi, piovosi, alle stagioni ed alle condizioni meteorologiche. Controlla prima di partire l’itinerario del tuo viaggio e le condizioni meteo delle aree dei tuoi soggiorni. Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla. E’ possibile prevenirla con una attenzione al vestiario che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, all’utilizzo di repellenti e all’ utilizzo di adeguati farmaci per la profilassi, nelle stagioni di maggior rischio.  Per approfondire leggi la scheda sulla malaria

  • NEL PAESE

    Il rischio di infezione malarica, principalmente da Plasmodium falciparum, ma anche da vivax ed altre forme, possibili infezioni da forme miste (prevalenza falciparum e vivax), esiste tutto l’anno in tutto il Paese.

    In particolare esiste un maggiore rischio durante la stagione piovosa e umida e nelle aree del paese dove acquitrini, paludi, fiumi e laghi favoriscono la presenza di zanzare anopheles, attive al tramonto e durante la notte.
    Le aree di savana secca, le aree scarsamente abitate ed i periodi di ridotta presenza di insetti ed in particolare di zanzare costituiscono motivo di riduzione di rischio.
    Le cittadine e le grandi città presentano un rischio di infezione talvolta uguale se non maggiore alle zone periferiche e selvagge.
    Notificata resistenza alla clorochina ma anche alla meflochina ed in parte ad atovaquone. Ridotta resistenza a Doxiciclina.

    (aggiornato a Ottobre 2021)

  • PROFILASSI

    Doxiciclina, è un ottimo farmaco di scelta per i soggiorni sia in aree turistiche che in viaggi avventurosi, durante trekking e in caso di utilizzo di tende o residenze poco controllate. Farmaco per i soggiorni in residenze protette o aree di lieve rischio, sia per soggiorni a rischio elevato. Devi sapere che la “doxiciclina 100 mg”è un farmaco di scelta non solo per la prevenzione della infezione malarica ma anche per la prevenzione delle infezioni batteriche intestinali e cutanee e verso le infezioni causate da punture di zecca. Per le sue caratteristiche il farmaco è molto versatile, può essere infatti assunto per soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo,cioè per molti mesi. Ti ricordiamo che farmaci a base di tetracicline, compresa la doxiciclina, vengono assunti per oltre 1 anno da ragazzi che manifestano l’acne, cioè infezioni sul volto o tronco. Un farmaco sicuro, efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricordiamo che alle dosi di profilassi, 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazioni ai raggi solari, sono praticamente assenti. In ogni caso ricordiamo l’uso di creme solari. Farmaco di basso costo.  Non è utilizzabile al di sotto dei 12 anni o in gravidanza, o in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. Si assume tutti i giorni, durante il pranzo, dalla entrata in area a rischio, per una settimana dalla uscita dall’area di rischio malarico.

    Atovaquone-Proguanile, farmaco sul mercato da quasi 20 anni possiede ancora una buona copertura antimalarica per le forme resistenti alla clorochina, anche se sono state descritte da diversi anni forme di resistenza e di scarsa efficacia. Utile per l’utilizzo pediatrico, Utilizzato per periodi non superiori ai 30 giorni, ma utilizzabile fino a 60 giorni. Si assume una compressa tutti i giorni da 2/3 giorni prima di partire ad 1 settimana al rientro.

    Meflochina, farmaco utilizzato da oltre 30 anni, Efficace in profilassi e in terapia. Efficace sia negli adulti che anche in età pediatrica. Efficacia e sicurezza dimostrata anche nelle donne in gravidanza. Utilizzabile in soggetti in buone condizioni di salute. Da non utilizzare nei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Riferiti sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. Da evitare in chi effettua immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Favorevole la modalità di assunzione che prevede una dose settimanale da una settimana prima di partire a 3/4 settimane al rientro.

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

 

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