Paolo Meo - MioDottore.it

Paolo Meo

Il SARS-CoV-2 diffonde, la Covid-19 riempie gli ospedali, l’Italia chiude nuovamente.

Fine ottobre 2020: la Covid -19 riprende la sua forza infettante e la sua corsa diffusiva, ma segue le regole di tutti i virus.

mutazioni del genoma
                        mutazioni del genoma

Per il virus SARS-CoV-2 riprendere la forza        infettante e una diffusione sempre più ampia significa che il microrganismo non si è mai assopito né si è mai indebolito. Tale era e tale è rimasto. I virus, come tutti i microbi, seguono regole e comportamenti ben precisi e non mutano certo da un momento all’altro casualmente. Poche mutazioni puntiformi, come è accaduto e come è stato  documentato da centinaia di centri di ricerca in tutto il mondo, non stravolgono il comportamento di una forma di vita semplice ma di esperienza di milioni di anni come i virus. In questi giorni di fine ottobre 2020 e di inizio autunno sta aumentando in modo esponenziale il numero delle persone infette, cioè di coloro nei quali il virus si riproduce senza manifestarsi. La microscopica forma di vita (virus Sars-CoV-2) è confinata all’interno degli individui che ha contattato e combatte o trova una sorta di convivenza con gli organismi senza dare a vedersi. (approfondisci)
Contemporaneamente aumentando gli infetti, esponenzi
almente aumenta anche il numero dei malati, ossia di coloro che non riuscendo a controllare e ad arrestare il virus con le loro prime difese aspecifiche esterne, dopo aver incubato il virus, in forte riproduzione, per 5/7 giorni, manifestano sintomi di lieve o media entità. I malati, ossia i sintomatici, sono in proporzione numeri contenuti e ridotti rispetto alle decine o centinaia di migliaia di infetti, ossia chi ha il virus in corpo, che possono essere contagiosi oppure non diffondere virus. La malattia costituisce quindi una seconda linea di difesa che l’organismo mette in campo per combattere ed uccidere il virus, considerato un nemico che ha superato le prime linee di difesa. Se questa risposta difensiva, ossia i sintomi della malattia,  diventa eccessiva, non controllata e le risposte infiammatorie, cellulari, molecolari diventano troppo forti, rivoltandosi e attaccando l’organismo, la persona si aggrava, i parametri vitali si alterano e deve ricorrere a cure importanti fino alla terapia intensiva. Relativamente poche persone, con scarsa energia difensiva, con malattie croniche importanti e debilitanti, con presenza di altri batteri o virus,le co-infezioni, generalmente anziani, non sopportano questa situazione, non reggono questo tsunami interno 

che gli si rivolta contro e muoiono. 

Questa ondata inarrestabile di infezioni, ossia di casi infetti, tende ad aumentare nei numeri e negli effetti non perché facciamo più tamponi, ( anzi ricordo che se devi fare un tampone naso faringeo antigenico rapido, inserito in una valutazione clinica infettivologica puoi cliccare qui) ma perché la diffusione del virus segue regole, modi, situazioni che si ripetono per tutti i virus. Caratteristiche del virus, comportamenti, stagionalità, aumento di altri virus e batteri nell’ambiente e quindi stagionalità ne sono le cause e la sua presenza è indipendente da quanti tamponi facciamo.

Sempre più velocemente siamo lanciati verso il blocco delle attività prima di settore e poi globali. Dalla ristorazione alle attività culturali e sportive, e i blocchi non finiscono qui. Motivo di queste imposizioni è la necessità di frenare la corsa del virus, che a mio parere difficilmente si farà imbavagliare. E la ripresa della attività infettante e della diffusione del virus segue una curva esponenziale. Ciò che non riesco a capire è perché ci meravigliamo di un fenomeno che poteva e doveva sempre previsto? Nel sito web della Clinica del Viaggiatore Cesmet, centro medico specializzato in malattie tropicali e infettive, che da sempre si è occupato di problemi clinici e diagnostici riguardanti le malattie infettive, in particolare legate ai viaggi, abbiamo sempre sostenuto come la flessione dei casi di Covid-19 seguisse la flessione della presenza di tutte le malattie infettive stagionali invernali, in particolare respiratorie che si presentano l’inverno e tendono quasi a scomparire in primavera estate. Flessione di casi di malattie legata al comportamento umano che si tiene in primavera ed in estate; alla rimodulazione stagionale delle risposte immunitarie del nostro organismo; alle difficoltà incontrate dai microbi, ed in particolare dai virus nel corso della stagione estiva. Difficoltà di sopravvivenza nell’ambiente. Per non parlare del fenomeno deleterio delle co-infezioni, cioè della azione contemporanea di diversi virus e batteri che si ritrovano a banchettare insieme dentro di noi. Questo fenomeno delle co-infezioni è tipico autunnale ed invernale e diminuisce notevolmente nella stagione estiva.
I medici che hanno pratica con le malattie infettive e che operano e curano i malati, cioè i clinici, non hanno mai dubitato della ripresa della malattia Covid-19. Tranne pochi colleghi, spesso confusi, nessuno degli addetti ai lavori ha mai pensato che il virus era morto o indebolito. Poche modifiche del genoma virale non potevano modificare la sua capacità di diffondere tra le persone in modo così imponente, o di aggredire l’organismo in modo così profondo.
Siamo oramai in autunno e l’inverno si avvicina. Le malattie causate da virus e batteri sono in aumento. Già diversi focolai di infezioni intestinali con diarrea, nausea e mal di pancia si presentano diffusamente in particolare negli ambienti scolasti dei più piccolini. Raffreddori, febbri da primi virus respiratori cominciano a presentarsi e a diffondersi. E sono gli stessi sintomi del Covid ma non è Covid. Crescerà anche il Covid nel prossimo futuro ma cresceranno tutti gli altri malanni di stagione. Dobbiamo cominciare a entrare nella mentalità che questo virus convive con noi e con gli altri germi. Nella maggior parte dei casi infetterà gli organismi ma rimarrà nascosto, ed i numeri saranno in costante aumento. In una parte di popolazione, anche se ridotta, il virus si manifesterà con sintomi soprattutto delle alte vie respiratorie, accompagnando gli altri virus della stagione. In poche persone si presenterà in modo violento e addirittura letale. Gli anziani, i malati cronici sono i soggetti più esposti. (Approfondisci)
Il vero problema non è costituito dalla diffusione della infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione giovane e adulta fino ai 55/60 anni, ma dal proporzionale aumento dei casi clinici e tra questi l’insorgenza di peggioramenti  che portano ad un utilizzo delle strutture sanitarie, dei pronto soccorsi e del sistema sanitario da parte di una larga fetta di popolazione,spesso non bisognosa di cure ospedaliere.
Basta una febbre o un mal di gola che si corre in pronto soccorso. Non c’è nulla di più sbagliato ed anche pericoloso.
Lasciamo le strutture sanitarie a chi ne ha veramente bisogno. In caso di malessere rimaniamo a casa e chiediamo consigli ai medici di famiglia o agli specialisti in infettivologia sul comportamento da adottare e su come curarsi. Le strutture sanitarie, i reparti ed i pronto soccorsi lasciamoli a coloro che hanno necessità. Non c’è solo la malattia Covid-19 ma ci sono anche tutte le altre malattie, anche gravi e rischiose, che devono continuare ad essere trattate e seguite dai medici.
L’isteria, la paura, la non conoscenza del problema non aiutano, anzi…
Ognuno di noi adotti la regola numero uno del distanziamento e utilizzi in modo serio le mascherine. Ed eviteremo che ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, palestre, piscine e tanto altro vengano chiusi. Quante migliaia di persone stanno perdendo il posto di lavoro. Quanti disastri economici per migliaia di imprese familiari ed i loro dipendenti o lavoratori giornalieri. Cominciamo a prenderci le nostre responsabilità. Ognuno di noi ha avuto la sua responsabilità per queste chiusure. Ora possiamo rimediare pensando che il nostro comportamento influenza il lavoro anche degli altri. Palestre e piscine potevano essere risparmiate se sportivi e atleti avessero adottato comportamenti più attenti.
Anche se il virus diffonde ugualmente in presenza di comportamenti quali  distanziamento, mascherine, e lavaggio delle mani, nonostante tutto la loro applicazione frena sicuramente il contagio, soprattutto delle persone anziane.
I vaccini, se si riuscisse a trovarli, hanno il compito di evitare le co-infezioni tra malattie aggressive. Antinfluenzale, antipneumococco, e antimeningite sono le migliori protezioni anche per rafforzare il nostro sistema difensivo.
Quindi grande attenzione, prudenza per proteggere soprattutto chi, per la sua debolezza può anche soccombere, ma non ci consideriamo tutti malati. Il virus può contattarci ma noi, nella maggior parte dei casi possiamo superarlo e distruggerlo. E se ci infetta, può convivere connoi senza che ce ne accorgiamo.
D’altra parte più casi, più malati, più coinvolgimento del sistema e delle strutture sanitarie.

 

 

 

 

 

 

 

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COVID-19 in Sardegna: tamponi e test sierologici per chi entra nell’isola.

Viaggi in Sardegna? Dal 14 Settembre parte l’obbligo- secondo quanto indicato dal governatore della regione- “ordinanza n° 43 dell’11 settembre 2020 art. 10 comma 1 e 2” di effettuare un tampone nasale per la ricerca dell’ antigene virale o test sierologici con la ricerca di anticorpi contro il Covid-19, con una certificazione COVID FREE: se non arrivi con questa certificazione c’è l’obbligo di effettuare i test all’arrivo e rimanere in quarantena fino al momento dei risultati.

IL TAR della Sardegna ha revocato l’obbligo di effettuare tamponi o test sierologici per entrare nell’isola. Quindi non occorre più presentare certificazione per arrivare nei porti  o negli aeroporti sardi. Ma la pratica ed il controllo potrebbe continuare ad essere una buona pratica. Questo nel proprio e nell’altrui interesse.

Test presso la Clinica del Viaggiatore per Covid-19.
Presso Cesmet Clinica del Viaggiatore, a Roma, puoi richiedere la certificazione medica COVID-19 FREE con l’effettuazione del tampone repido e dei test sierologici. La risposta entro un ora dalla effettuazione dei test.
Per info e appuntamento scrivi i tuoi dati e sottolinea l’urgenza per il viaggio in Sardegna. Il tampone deve essere fatto nelle 48 ore precedenti l’arrivo nella regione sarda.”

Richieste dalla Sardegna prima dell’estate

Il presidente Solinas tra Giugno e Luglio 2020, alle porte delle vacanze, aveva più volte minacciato di imporre i tamponi o test sierologici per il SARS- CoV-2 ai vacanzieri che volevano entrare nell’isola. Allora i casi di Covid-19 in Sardegna erano contenuti e, come in molte regioni del sud, il virus diffondeva, apparentemente, in modo limitato. La politica dell’ attenzione e del controllo dei casi infetti che potevano diffondere velocemente nell’isola, portati da altre regioni, è stata interpretata come una forma di razzismo verso chi proveniva dal centro/nord Italia. Nulla di più sbagliato e fuorviante.

Da più parti veniva invocata, soprattutto nel nord Italia, la strategia del tampone a tappeto, su più gente possibile. E nonostante tutto Solinas veniva tacciato di razzista verso il Centro – Nord. Tante le critiche ed anche le prese di posizioni politiche nei sui confronti. Opinioni, anche del governo, incomprensibili per un paese dove si continuava ad imporre una giusta attenzione al virus tramite la politica dei tamponi.

Due strategie preventive, due politiche differenti

Quindi delle due l’una:
(1) LIBERA CIRCOLAZIONE: O si decideva di far circolare liberamente il virus per far crescere l’immunità della popolazione sana, under 50, scelta che potrebbe trovare la sua ratio immunologica, nella formazione di nuove difese immunitarie in una larga fascia di popolazione sana, dove il virus circola in modo asintomatico. Controllando contemporaneamente, con particolare attenzione, le classi di età più sensibili e le fasce di malati cronici e deboli. Questo è compito primario della medicina di base.
Obiettivo di questa politica sanitaria è la crescita controllata del numero dei contagiati accompaganato dalla cura dei sintomatici. Gli attuali livelli di capacità terapeutica sono notevolmente mogliorati con l’esperienza di questi mesi.
Tutto questo in attesa- probabilmente ancora lunga- di vaccini contro il SARS-CoV-2.

Questa è in parte la politica adottata durante l’estate in molte regioni, e imposta al popolo sardo, con controlli a monte praticamente assenti e regole poco applicate per facilitare un turismo già particolarmente sofferente.

(2) CONTROLLI STRETTI E OBBLIGATORI: Oppure, dopo mesi di lockdown, in vista delle vacanze estive, e di flussi importanti di vacanzieri che rimanevano sulle coste italiane, si continuava ad applicare una politica di controlli sanitari, imponendo all’entrata nell’isola test Covid, obbligatori e a maglie strette per controllare, per quanto possibile, la diffusione del virus, cercando di proteggere l’intera popolazione dell’isola.
D’altra parte, in una situazione di emergenza sanitaria, in caso di pandemie così violente e pericolose, a lasciare la scelta dei comportamenti preventivi alla volontà di ciascuno, si rischia di non ottenere i risultati voluti.
Molti addetti ai lavori, ossia molti medici specialisti nelle materie infettive ed affini, sono convinti che si può uscire dalla aggressione di microrganismi così pericolosi solo adottando strategie e comportamenti univoci, che tengano conto delle caratteristiche del germe, in questo caso il virus del Covid-19, e della reattività dell’uomo, con le sue infinite variabili.
Controllare la diffusione di un virus vuol dire controllare l’ambiente dove diffonde, i meccanismi di diffusione, le persone e la loro risposta, con regole ben precise e non lasciate al caso. Se si decide di controllare la diffusione di un virus nuovo e poco conosciuto, in particolare in luoghi chiusi, come quelli di lavoro e ambienti scolastici, il suo controllo non può essere lasciato ad un atto volontario, perché rischia di rendere inutile l’operato di tanti mesi di lavoro. La conseguenza più logica risulterebbe essere quella di non fare alcun test ed alcun controllo.
E far ricorso alla Costituzione a garanzia delle libertà di scelta in questi frangenti non ha alcun senso.

Quanto sopra descritto configura due politiche sanitarie differenti che devono tener conto delle caratteristiche della popolazione a cui si applicano, dei diversi modi di agire, ma anche dei diversi ambienti ed altre variabili.
Questo è lo stesso problema che si ripropone per i vaccini. Obbligo si, obbligo no.

notti magiche ma ...

Ma torniamo alla Sardegna.
Arriva l’estate e la Sardegna, più del solito è stata metà di vacanzieri, scatenati dopo mesi di silenzio ed assenza di divertimento. Il giusto divertimento e la giusta confusione. Ma ci si è dimenticati che il virus SARS-CoV-2 circola anche in estate. Il virus ha continuato a fare il suo mestiere. Circolare , diffondere ed infettare. Dopo mesi di distanziamento forzato, soprattutto i giovani, per necessità e indole, si sono ritrovati tutti insieme, più stretti possibile, e le notti estive sono il miglior modo di stare l’uno accanto all’altro.
Quante migliaia di persone hanno albergato all’interno del proprio organismo il virus a loro insaputa! Normale dinamica del rapporto microbo – persona. A maggior ragione, dinamica di un virus nuovo che trova un terreno vergine dove galoppare, diffondere, riprodursi. Ma tutto questo era scontato e, ancor di più, c’è da aspettarselo in questo momento di rientro dalle vacanze. Dalla Sardegna, ma anche da altre regioni, dove si era diffuso e riprodotto, il virus è stato trasportato creando tanti nuovi focolai. La crescita attualmente è esponenziale, e noi non ce ne accorgiamo. 

Ora la Sardegna vuole frenare l’entrata del virus, che si è però impossessato del territorio e della sua popolazione.
Giusto e corretto frenare l’entrata del virus dall’esterno, ma questo freno funzionerà se non sarà lasciato alla volontà di ciascuno. Il presidente della regione ha deciso che tutti coloro che entrano devono dimostrare, per quel che si può, di non portare il virus.

Quindi voi che vi recate nella bellissima Sardegna ricordate di certificare l’assenza del virus dentro di voi con test effettuati 48 ore prima di partire.                   

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Africa Polio free: un sogno divenuto realtà

 

Africa Polio free. Il 25 agosto 2020 è una data storica, un traguardo impensabile fino a pochi anni fa. Il poliovirus è sconfitto. OMS annuncia il successo

ragazzino aggredito da poliovirus fuori aeroporto
AFRICA POLIO FREE    ragazzino aggredito da poliovirus fuori dall’aeroporto

Febbraio 1981 aeroporto di Mogadiscio, la mia prima missione in Africa, ancora medico ragazzino. Sbarcato dall’aereo e presi i bagagli mi avvio all’uscita di una sorta di costruzione che sembra non reggersi in piedi. Muri scrostati, macchiati ovunque, intervallati da cartoni, legna e … vuoto di parete.
Una folla variopinta a me sconosciuta nei modi e nei comportamenti attende fuori la dogana. Mi addentro a spintoni tra la gente e vedo tanti piccoli bambini per terra, con le loro gambine bloccate sopra una sorta di tavoletta su rotelle. Si strascinano con le loro braccine veloci come piccoli uccellini. “bakshish bakshish – un aiuto – un soldino” è una voce unica, un grido che cresce andando verso i fuoristrada che ci aspettano pronti a portarci via. Altri bimbi con le grucce, accompagnati da adulti non si sa bene se compassionevoli o sfruttatori del male altrui. E da sempre la compassionevole poliomielite è stata motivo di sfruttamento indegno di persone sofferenti. Per me ed i miei colleghi medici imberbi, freschi di       studio ma privi di esperienza è il trauma di chi affronta per la prima volta l’ Africa; e con l’Africa la poliomielite. Una malattia che da sempre ha lasciato morte e segni indelebili e permanenti ha chi ha subito l’attacco del virus. Il “sacro fuoco del fare” di chi si è appena laureato, pieno di scienza e di studi, si spegne di fronte alla cruda realtà della vita di tutti i giorni. Il sapere si scontra con la realtà dura e dolorosa. Le immagini dei testi sbiadiscono di fronte a tanto dolore, nascosto dal furore dei piccoli bambini, sempre comunque pieni di vita, ma sfigurati dal virus della polio. Malattia terribile, drammatica, sfigurante

 

polio in Italia anni '60
WORLD POLIO FREE                                       ricordi di polio a scuola

E il mio ricordo corre dove quello dei più giovani non arriva.  All’inizio degli anni ‘60 quando, ancora bambino, alla scuola materna, ricordo alcuni compagni, con il loro grembiulino, segnati indelebilmente dalla aggressione del virus della poliomielite. Con la loro zoppia tipica della gamba sfigurata dalla polio, con quei piedini storti, con la poca forza di appoggio. Alcuni con le grucce sempre al loro fianco. Questo era il virus della polio tra di noi.

 

Ricordi lontani oramai dimenticati. E ricordi indelebili di quelle campagne di vaccinazioni con file interminabili di mamme e piccoli  il cui obiettivo era arrivare dopo ore allo zuccherino rosa. Era una conquista. E tutti noi, piccoli scolari in quel tempo abbiamo un ricordo lontano, sbiadito ma piacevole.         

vaccino antipolio con lo zuccherino
vaccino antipolio con lo zuccherino

Tutti i bambini erano entusiasti di andare a prendere lo zuccherino. Che conquista questo vaccino, quante vite salvate, quante persone storpie in meno, fino a sparire, quasi. Queste zollette hanno reso l’Italia, l’Europa e il nord del mondo polio free. Per il sud del mondo ci sono volute lotte e sforzi enormi, ma alla fine … 

Mettiamoci bene in mente che se non ci fosse stato questo zuccherino ancora saremo stati pieni di grucce, tavolette, zoppie, arti deformati. Il vaccino contro la polio ha eliminato tutto questo. E questo deve essere chiaro ai NO VAX di tutto il mondo. Il vaccino ci ha eliminato questa tremenda realtà che ora i signori NO VAX non vedono più.

Questa immagine di una polio così diffusa e così crudele ce la porteremo avanti per molti anni. I miei ricordi vanno ai tanti Etiopi, bambini e adulti, nel nord del paese; vanno al progetto Tana Beles, alla fine anni ’80. Camminate strascicanti di tante persone legate al proprio destino condizionato da un virus assassino; accanto all’ospedale del cantiere, gruppetti di poliomelitici in cerca più di bakshish che di cure.  I miei ricordi vanno ai villaggi del nord della Sierra Leone che si sviluppavano attorno ai cantieri di tante imprese, la mia era la Salini Costruttori, che comunque propose e finanziò, grande esempio per una impresa all’inizio degli anni ’90,  una campagna di vaccini per la polio fatti nei villaggi e sulle popolazioni dei suoi lavoratori, che vivevano vicino ai cantieri. Quante persone buttate a terra accanto alle loro capannine con i loro monconcini, gambe rovinate, piccole grucce, tavolette, lettighe per i più sfortunati.

I miei ricordi vanno alla Nigeria, Mauritania, Kenia, Mozambico … e altri paesi. Il virus presente ovunque. E in Etiopia ancora con il nostro fuoristrada sempre circondato da folle di ragazzini

 la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c'è più
la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c’è più

urlanti, con le loro danze ritmiche e per terra tanti piccoli bambini che si trascinano sotto le ruote con le loro tavolette mobili. C’era da aver paura a ripartire o guidare con il rischio di schiacciare questi corpicini … ma chi conosce questi ragazzini con le loro le loro gambine flosce e malformate, conosce la loro rapidità di movimento. Come i colombi, che credi di uccidere con la macchina, ma più ti muovi più spariscono. La bella Addis negli anni ‘80 e ‘90 era piena di casi di polio. Una realtà scomparsa con le campagne di vaccinazioni. Vaccinazioni inizialmente date in modo incerto, da organizzazioni di volontari, contro il parere e la voglia di tutti. Vaccinazioni che poi sono diventate il mantra dei governi. La protezione delle generazioni future.

E il nostro lavoro non è stato vano. Nelle savane africane, per anni, dal 1981, l’anno del mio primo vaccino somministrato in Africa, nei villaggi e nei cantieri spersi nei più diversi paesi, fino  all’organizzazione dl un “centro di vaccinazioni” realizzato secondo regole in uno dei tanti ospedali in Tanzania, collegato a rete con tutte le altre strutture sanitarie che distribuiscono a tutta la popolazione vaccini, con una ottima organizzazione dello stato tanzanese; ed io ne sono stato parte. Tutto questo era una vera utopia un tempo. Ma l’obiettivo è stato raggiunto e allora è valsa la pena di studiare, organizzare, gestire campagne di vaccinazioni nei luoghi e nelle condizioni più diverse. Dai campi profughi della guerra dell’Ogaden, Qoorioley – Merka ,Somalia, ai nomadi Tuareg e Mauri sempre in movimento, ai villaggi di Sierra Leone, Nigeria e Niger, Mozambico e sud Zimbabwe, al confine sud Africa. Che lotta dura convincere i capi tribù, o i capi dei villaggio o religiosi, che le campagne vaccinali sarebbero state fondamentali per la salute dei loro bambini.

Negli anni ‘80 e ‘90 molti stati africani erano praticamente assenti nella organizzazione delle campagne vaccinali. I villaggi sparsi in immensi territori erano lasciati soli.  I vaccini erano una chimera, i grandi assenti o meglio i grandi sconosciuti.  Andando avanti negli anni le campagne di vaccinazioni portate avanti dagli enti internazionali, da congregazioni di vari credi religiosi, da Onlus sempre più presenti, hanno cambiato la sorte di interi popoli. Il problema allora era reperire i vaccini, organizzare il trasporto, garantire la catena del freddo. E la questione principe nei villaggi, quando tra mille difficoltà i vaccini arrivavano era dove stoccare queste dosi preziose di vaccini che spesso arrivavano da spedizioni quasi clandestine?  Nella maggior parte dei villaggi infatti non c’era la corrente elettrica e ambulatori, spesso piccole capanne in terra e sterco e gli health center, belli a vedersi da lontano, non avevano frigoriferi né tanto meno generatori. I più forniti avevano vecchi frigoriferi a cherosene, che la maggior parte delle volte non si trovava una volta esaurite le scorte. Questa era l’Africa di tanti anni fa. E gli sforzi personali di tante persone si scontravano contro queste realtà. Il nostro pensiero era, non ce la faremo mai, ma … andiamo avanti lo stesso.  

vecchi frigoriferi a cherosene
vecchi frigoriferi a cherosene

Poi lo sforzo dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri Enti Internazionali e di tanti enti privati di buona volontà hanno agito sui governi nazionali rafforzando sempre più la coscienza che una buona organizzazione sanitaria pubblica e giuste campagne vaccinali imposte dal livello governativo,avrebbero cambiato il volto delle proprie nazioni e dell’Africa nel suo insieme salvaguardato la vita di milioni di persone, in particolare bambini. E così è avvenuto. Le nazioni africane hanno preso coscienza che il bene della popolazione era il bene dei governi, per lo meno per la salute.

Già a metà degli anni ‘90, ed io ne sono testimone, i tanti bambini storpi si erano sensibilmente ridotti. All’uscita dagli aeroporti sempre più ragazzini urlanti, saltellanti, pieni di vita e sempre meno tavolette mobili con sopra corpicini deformi e grucce posate sui muri delle strade. Poi, avanti negli anni 2000, dai nostri fuoristrada, mezzi sempre stridenti con le realtà e la povertà di cittadine e villaggi, ma necessari per il nostro lavoro, cercavamo agli angoli delle strade, o lungo le infinite piste in terra rossa, queste piccole creature sfigurate da un virus, il poliovirus che non perdonava e non perdona. Ma un po’ per volta sono diminuite fino a sparire. Migliaia di chilometri percorsi lungo le polverose strade africane. Prima con la presenza costante e diffusa di bambini o adulti poliomielitici, testimoni viventi della aggressione di un virus deformante. Poi grazie ai vaccini rapidamente scomparsi nel corso degli anni 2000, sempre più testimoni della forza delle vaccinazioni. Le tavolette a rotelle con i corpicini deformi non si vedevano più. I vaccini antipolio somministrati in campagne di vaccinazioni studiate e gestite in modo capillare, costante, organizzato e con mezzi sempre più moderni hanno avuto il sopravvento sul poliovirus.

vaccinazione antipolio in Africa
vaccinazione antipolio in Africa

I numerosi sforzi prima di singole organizzazioni private e poi delle più forti organizzazione degli Stati coordinati da OMS con il supporto di UNICEF e tanti altri organismi sono serviti. L’Unione Africana, che ha riunito tutti gli stati ed i governi africani ha contribuito non solo a formare una coscienza ma a fornire organizzazione e fondi per queste campagne. Non è stata lotta vana. L’ultima battaglia è stata condotta in Nigeria. Terra difficile, ma decisa quando ha capito che il bene del suo popolo passava anche sconfiggendo la malattia. E la malattia e la vita di milioni di persone passava attraverso la prevenzione vaccinale. Un territorio immenso, una popolazione sterminata, la furia delle armate di Boko Aram, i santoni locali, le diffidenze verso tutto e tutti, il sangue di gallo versato sulle gambe malate dei poliomielitici, antiche tradizioni tribali. E nonostante tutto questo le campagne vaccinali hanno preso piede. Nonostante la difficoltà di mantenere i vaccini con la giusta catena del freddo, di trasportarli per sentieri e piste tra savane e foreste, in ogni dove, di raggiungere i villaggi più sperduti, la battaglia è stata vinta. L’Africa ha raggiunto il 95% di copertura per il vaccino contro la poliomielite . La battaglia è veramente vinta. Non abbassiamo la guardia. Continuiamo a fornire in modo capillare e a tutte le poipolazioni, anche nei villagi più periderici e sperduti, quel bene prezioso che ha sconfitto la POLIOMIELITE IN AFRICA, ovvero i vaccini. 

La Poliomielite prima scomparsa dall’Europa, poi dalle Americhe, Oceania, Asia come una macchia d’olio. Ora dall’Africa. Il virus arretra ovunque. Resiste con qualche caso dove la guerra impedisce una buona e corretta gestione della salute pubblica. Afganistan e Pakistan terre martoriate da lotte fratricide e lì il poliovirus ancora resiste. Ma siamo convinti che per l’amore di tanti bambini la guerra ed il terrore tra popoli lasceranno spazio alla guerra verso il virus. Una guerra combattuta con l’arma delle vaccinazioni

Una guerra da estendere e da continuare nei confronti di tante altre malattie. Trascinati dall’esempio e dalla vittoria prima sul vaiolo, malattia sparita agli inizi degli anni ’80, l’ultimo caso in Somalia nel 1981; ed ora della vittoria sul Poliovirus, in particolare in Africa dove nessuno scommetteva su questo successo.

Un pensiero ai NO VAX. Neanche questa vittoria sul Poliovirus, una vittoria di tutta l’umanità su uno dei peggiori virus che ha condizionato e distrutto la vita di milioni di persone,  vi convince della bontà delle campagne di vaccinazioni? L’ AFRICA POLIO FREE dovrebbe farvi capire che anche i vaccini hanno un fondamento, un qualche cosa di buono. Anche una malattia mortale e gravemente invalidante come la poliomielite si può combattere e vincere. Nonostante questa vittoria di tutta l’umanità i vaccini sono e rimangono il vostro grande nemico; ma questa volta, con questa notizia inaspettata a tutti noi, un traguardo considerato irraggiungibile fino a qualche anno fa, forse le diatanze si possono ridurre, forse potete cominciare a ricredervi un pò. 

E comunque una raccomandazione da medico che di campagne vaccinali ne ha fatte diverse, nelle condizioni e nei paesi più diversi.  Non 

AFRICA POLIO FREE
AFRICA POLIO FREE

abbassiamo la guardia verso il poliovirus e verso tutte le altre malattie che si combattono con le vaccinazioni. Supportiamo e facilitiamo in tutto il mondo le campagne di vaccinazioni, dalle donne in gravidanza, ai neonati e piccolissimi bambini. Non dimentichiamo i richiami nei tempi giusti, e ricordiamoci da adulti di rafforzare il nostro sistema immunitario con i richiami periodici. Il vaccino antipolio sta facendo il suo miracolo, il virus prima in ritirata forzata in Africa è stato sconfitto. L’AFRICA è POLIO FREE. Ora lottiamo in Afganistan e Pakistan ed eliminiamo il virus anche da questi paesi e rendiamo il mondo POLIO FREE. Ce la possiamo fare e questa volta questa situazione è alla portana di mano.

 

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Test sierologico COVID19, anticorpi IgM IgG e le fasi di difesa dal Coronavirus.

Il test sierologico per COVID19 altro non è che la ricerca degli anticorpi IgM – IgG prodotti dall’organismo infettato dal nuovo Coronavirus.  Le difese, l’ambiente ed il clima.  Vediamo passo passo le fasi di difesa dal Coronavirus. Richiedi tramite Cesmet la possibilità di effettuare il tampone per reale necessità.

 

Presso la Clinica del Viaggiatore CESMET scegli di effettuare il tuo TEST COVID.

 

Devi richiedere d’urgenza un tampone per COVID-19. Sei un viaggiatore internazionale, sei un cittadion straniero e necessiti di controlli. Prenota il PROTOCOLLO SANITARIO#ProntiARipartire ricevi i certificati di stato di salute ed immunologico, e la richiesta specialistica per effettuare il TAMPONE COVID-18 in urgenza

Risposte alle questioni di COVID-19.  La malattia; le risposte sul tuo stato di salute; le questioni riguardanti i test. Il medico specialista in malattie infettive è a tua disposizione per fornirti informazioni, spiegazioni e pareri anche sul tuo stato di salute. (in particolare per chi non risiede a Roma).    Ti verranno fornite tutte le spiegazioni e la modalità di attivazione del VIDEOCONSULTO. Clicca qui per  ricevere le informazioni e prenotarti. 

Il rapporto tra virus ed organismo umano.

Parliamo di una storia naturale, del rapporto tra virus e uomini. Una storia che non è per forza storia di guerra, ma anche di convivenza e talvolta d’amore. VIRUS ed ORGANISMI da milioni di anni hanno imparato a convivere e ad aiutarsi reciprocamente. La capacità riproduttiva degli primi e la loro possibilità di moltiplicarsi  e l’utilizzo di alcuni meccanismi ma soprattutto la possibilità di attivare sistemi difensivi dei secondi. Da sempre il mondo vegetale ed animale si attiva e si difende contro esseri microscopici quali virus e batteri. E nel mondo dei viventi anche noi uomini costituiamo un ottimo terreno per la vita e la crescita per miliardi di microbi di tutti i tipi.

Ambiente clima e virus respiratori

da "il meteo" una riflessione
da “il meteo” una riflessione

Intanto dopo mesi di diffusione massiva del virus, da maggio, ma soprattutto da giugno il virus ha assunto sempre più una forma latente. I contagi diminuiscono, la malattia sembra arrestarsi e perdere i forza, e i morti da SARS-CoV-2 sono sempre meno. Le stesse terapie intensive, per mesi al collasso, si sono svuotate. Tutto questo era prevedibile. La prudenza nei confronti di un virus nuovo ci ha sempre spinto alla prudenza nel prevedere gli andamenti della malattia. Ma durante l’estate, al di là dei comportamenti e ridotta frquenza degli ambienti chiusi, che diminuiscono le possibilità di contagio, le condizioni climatiche influenzano le attività difensive innate delle mucose respiratorie.

un approfondimento

Mucose e sottomucose respiratorie. l’ambiente interno e le condizioni difensive mutano al mutare delle condizioni climatiche.

Aumenta la temperatura esterna, mutano le condizioni di umidità, e quindi di presenza di molecole acquose, di ioni disciolti, di pulviscolo sospeso. Aumentano gli spostamenti di masse d’aria con cambiamenti delle azioni elettromagnetiche a livello delle cellule delle mucose delle prime vie respiratorie. Il tratto respiratorio cambia il suo ambiente di superficie. In un certo senso è più protetto e meno attaccabile. Il microcircolo della mucosa nasale, orale, faringea, laringea ed anche tracheale è più dilatato, l’attività ossigenante, l’apporto di ioni ferro, la stimolazione dei cicli energetici cellulari aumentano, ed anche la stimolazione dei sistemi difensivi è più attiva. La produzione degli anticorpi di superfice e la stessa temperatura della sottomucosa è più elevata ed in particolare i virus, ma anche alcuni batteri hanno maggiore difficoltà ad attecchire e a aggredire le cellule della superficie respiratoria.  Questo meccanismo da sempre costituisce una delle spiegazioni della ridotta presenza di malattie respiratorie nei luoghi dove si verificano queste condizioni climatiche ed ambientali.

I comportamenti di attenzione personale continuano

Naturalmente il distanziamento, le mascherine, il lavaggio accorto delle mani, e l’attenzione a chi ci circonda è la base per evitare il contagio e di ammalare. Di seguito descriviamo le fasi dela malattia che costituiscono la prima difesa dell’organismo nei confronti del virus.

 

Le fasi della malattia COVID19 (e di tutte le malattie infettive)
Fase 1 – esposizione, incubazione e latenza – Stiamo bene e non abbiamo sintomi, durata 4/14 giorni
Il virus SARS-CoV2, come tutti gli altri virus respiratori, si trovano all’interno delle goccioline di saliva, e da queste si fanno trasportare. Queste goccioline infette entrano nel nostro naso, nella bocca o negli occhi e depositano il virus che trova subito un buon ambiente per riprodursi. Le cellule delle nostre vie respiratorie costituiscono un ambiente molto favorevole per la riproduzione e la moltiplicazione virale. Da un virus a milioni di virus.

COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus
COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus

Questo piccolo essere, il più piccolo al mondo, aderisce alla parete delle cellule. Inserisce le sue chiavi (proteine) nelle serrature cellulari, quelle giuste, ed entra all’interno facendosi trasportare. Qui trova le strutture idonee a moltiplicarsi. Moltiplica prima il suo RNA (acido nucleico), che comincia a diffondere all’intero ed all’esterno della cellula. (un periodo di circa 7 giorni). Poi aiutato dalla cellula, produce il suo involucro (proteine) con meccanismi semplici e precisi. Da uno a milioni di nuovi virus. E così di cellula in cellula. Cellule che subisco danni irreparabili e muoiono. Passa il tempo in modo silente e dopo altri  4/7 giorni la diffusione è ampia e le cellule morte ed alterate sono un po’ ovunque. Questa è la fase in cui il tampone è positivo, ed il virus diffonde anche non in presenza di sintomi.

 

COVID19: storia naturale dell'infezione (BIO GROUP MEDICAL SYSTEM S.R.L.)
COVID19: storia naturale dell’infezione (Bio Group Medical System srl)

Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche, durata media dai 4 ai 10 giorni
L’organismo si accorge dell’invasione dei virus e corre ai ripari. Tutti gli esseri viventi possiedono da sempre sistemi sentinella, di allarme, e di attacco. La difesa contro i virus comincia inviando cellule aggressive (linfociti ed altri tipi globuli bianchi) e producendo sostanze di segnalazione e di aggressione al virus (proteine). Si attivano i sistemi della infiammazione, si alza la temperatura corporea (febbre), si attivano i meccanismi di produzione di muco (catarro) e della tosse. Meccanismi difensivi che noi chiamiamo sintomi o malattia ma che altro non sono che iniziali sistemi difensivi (difesa pronta e aspecifica). Tutto questo in attesa delle truppe d’assalto, gli anticorpi. (il tampone per la ricerca del virè positivo e la presenza di anticorpi IgM è ancora negativo)

Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi: dopo una media di 3/6 giorni dall’insorgere della malattia
Sono le prime vere truppe di assalto contro i microbi, compreso il SARS-COV2. Arrivano nei luoghi della aggressione virale ed in tante aree sentinella sparse per tutto il corpo, globuli bianche che producono gli anticorpi M (IgM), ossia armi di contenimento del virus, non molto potenti, ma sicuramente di contrasto. Ed i sintomi della malattia, ossia febbre, infiammazione, tosse ed altri, se il sistema degli anticorpi funziona, cominciano a ridursi. Il virus è frenato, stordito ma ancora presente.       ( il tampone per la ricerca del virus è ancora positivo ed inizia la presenza degli anticorpi IgM)

storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi
storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi

Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus: convalescenza e regressione, dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M ( siamo tra i 14 ed i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi)
Ma la guerra contro il SARS-COV2 non sarebbe vinta se dopo 4/8 giorni di lotta, non venisse in aiuto un ulteriore sistema, ancora più potente, costituito dagli anticorpi IgG. Questo sistema attacca i virus ancora più violentemente ed i virus cominciano a morire, uno sterminio. I sintomi della malattia spariscono. La malattia è vinta. Siamo nella fase di regressione e di convalescenza della malattia.

(il tampone per il virus è generalmente negativo e si nota la presenza degli anticorpi IgM ed IgG.)

Fase 5-resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta per mesi o anni:per SARS-COV2 ancora non si conosce la durata dell’immunità.
Ma c’è di più. L’organismo ha imparato la lezione contro i nuovi nemici. Si è organizzato con un sistema difensivo (anticorpi IgG specifiche e globuli bianchi connessi) che perdura nel tempo. Per la COVID-19, malattia così recente, ricercatori di tutto il mondo cercano di capire il livello e la durata della protezione. Secondo il sistema naturale degli eventi dovrebbe durare anni, ma … tutto è possibile. (il tampone è francamente negativo, si negativizzano gli anticorpi IgM s sono positivi solo gli anticorpi IgG)
Considerazioni per i soggetti in buona salute: questo sistema difensivo, valido ed efficace, protegge gli individui sani, che si mantengono in salute con una vita regolare, una alimentazione idonea, una attività fisica sufficiente e costante. L’alimentazione, lo sport, il riposo, il sonno regolare. Tutti i fattori che rafforzano il nostro sistema difensivo e la produzione di anticorpi.

COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus
COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus

Fase 6- il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte oltre i 21/28 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
Gli individui che hanno carenza o assenza dei sistemi difensivi, cellulari, anticorpali sono destinati ad un peggioramento dei sintomi della malattia. L’infiammazione, la febbre, sostanze proteiche di tutti i tipi diventano aggressive nei confronti degli organi e della loro funzionalità. Quello che prima era un sistema di difesa, si rivolge contro il corpo e lo comincia a distruggere. Ne soffre anche il virus, che però rimane presente ed attivo. Si comincia a bloccare la funzionalità respiratoria, renale, cardiaca, muscolare, neurologica. La malattia avanza, galoppa verso il punto di non ritorno. Il virus ha vinto.
Se la reazione non è particolarmente forte entriamo verso una fase di cronicizzazione, altrimenti i danni dell’organismo sono irreversibili e si va verso la morte, talvolta rapida.

Considerazioni per i soggetti portatori di malattie debilitanti o anziani – soggetti senza difese: da questa breve spiegazione capiamo perché gli anziani, le persone già malate, coloro che hanno scarse difese immunitarie proseguono nella malattia e spesso non ce la fanno. Ci rendiamo conto dell’importanza dei nostri sistemi di difesa. Perché dobbiamo condurre più possibile una vita sana, assumere integratori che potenzino i nostri sistemi. Giusi e corretti senza esagerare. Ci rendiamo finalmente conto il perché dei vaccini, ossia di quei sostituti dei microbi , ma non altrettanto pericolosi , che attivano i nostri sistemi difensivi. In tutti noi ma soprattutto negli anziani e nei portatori di malattie croniche. Vaccinare vuol dire proteggere gli organismi con scarse difese immunitarie.
La lezione del nuovo Coronavirus è chiara per tutti.   

Leggi per ulteriori approfondimenti: da quaderni di epidemiologia; da Univ. Studi Ferrara: infezioni da virus. (testo scientifico);   

 

I tempi e le risposte dei test per la ricerca del virus (tampone) e della ricerca di anticorpi  (test sierologico – rapido). I periodi migliori per eseguire i test.

(fase 1 – esposizione, incubazione e latenza):
– Tampone:                                   risulta negativo
– Test sierologico – rapido:       risulta negativo

COVID19: test IgM IgG
COVID19: test IgM IgG

(Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche)
– Tampone                                     risulta positivo
– Test sierologico – rapido         risulta negativo

(Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi)
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgM) – inizio eventuale IgG

(Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus – convalescenza e regressione) dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M):
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 5: resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta) mesi o anni. Per SARS-CoV2 ancora non si conosce il periodo:
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 6: il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte) oltre i 20 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta negativo (nella cronicizzazione negative o   basse IgG)

Test sierologico COVID19, anticorpi IgM IgG e le fasi di difesa dal Coronavirus. Leggi tutto »

Costarica – Scheda Paese

Bandiera CostaricaMappa Costarica

 

 

 

 

Aggiornamento COVID-19

 

Leggi qui tutte le info necessarie per viaggiare

Clima, meteo e salute

  • Previsioni Meteo
  • Clima: Il Costarica è un paese tropicale, situato fra due oceani e con una geografia complessa, che favorisce varie condizioni climatiche che danno origine a tipi di vita che coprono lo spettro dal tipico bosco tropicale secco al più brullo altipiano. In generale le temperature oscillano dai 14 ai 22 gradi centigradi. Sebbene nel Paese non ci siano diversità stagionalidefinite, ed il clima d’ogni singola regione si mantenga stabile o con notevoli differenze, durante l’anno si riscontrano leggeri cambiamenti secondo il periodo estivo (stagione secca) o invernale (stagione piovosa). La stagione considerata estiva si calcola da dicembre ad aprile mentre quell’invernale va da maggio a novembre

Prevenzione e profilassi

In questo periodo di rischio per SARS-CoV-2, per viaggiare nel paese in sicurezza e tutelati da eventuali aggressioni derivate dai problemi di co infezioni, consigliamo a ciascuno di rivisitare e controllare il proprio libretto di vaccinazioni, sottoporlo alla valutazione del medico esperto,  e rinnovare le vaccinazioni scadute e chiedere  quali eventuali vaccini effettuare per evitare aggressioni da co infezione sia da microrganismi direttamente coinvolti nel tratto respiratorio o intestinale, sia da germi presenti in altre parti dell’organismo.

L’attenzione alla trasmissione di malattie da insetti o da scarsa igiene deve essere massima in un periodo di pandemia in cui le co-infezioni alimentari o sistemiche (ossia generali) possono creare problemi di risposta immunitaria. Proteggetevi anche con farmaci presi in prevenzione. 

Vaccinazioni obbligatorie

  • FEBBRE GIALLA se….

    Vaccinazione richiesta per i viaggiatori che hanno più di 9 mesi di età provenienti da paesi a rischio di trasmissione
    Il provvedimento riguarda:
    Tanzania e Zambia in Africa; esclude Argentina e Panama in America; e con le specifiche per i seguenti paesi: Colombia (eccetto Barranquilla, Cali, Cartagena, Medellín e San Andrés Providencia e Bogotá); Ecuador (vale solo per Morona-Santiago, Napo, Orellana, Pastaza, Sucumbíos e Zamora-Chinchipe, e esclude il resto del paese); Paraguay (eccetto Asunción, la capitale); Peru ( Lima, Cuzco, Machu Picchu, il sentiero degli Inca, Lambayeque, Tumbes, Piura e Cajamarca); Trinidad and Tobago (eccetto le aree urbane di Port of Spain, per i viaggiatori in transito e per coloro che sono diretti a Tobago).

  • Consigliamo la vaccinazione a coloro che si recano nel paese ed organizzano viaggi all’interno del paese, nelle aree di foresta e lungo le aree montane. Il virus, trasmesso dalla puntura delle zanzare Aedes, si ritrova nei primati (scimmie) che possono essere portatrici sane.
  • Clicca per approfondimenti sull’argomento TUTTO SULLA FEBBRE GIALLA: 

Vaccinazioni consigliate


nel periodo della pandemia del COVID19

Si consiglia, nel periodo della pandemia del COVID-19, per affrontare con una certa sicurezza il viaggio aereo ed il soggiorno nel paese evitando i problemi collegati alle co infezioni tra SARS CoV-2 ed altri virus o batteri quali Meningococchi e pneumococchi, virus influenzali e enteriti o enterocoliti batteriche in presenza di SARS-CoV-2 intestinale (dimostrato in oltre il nel 20% delle infezioni virali):

  • PNEUMOCOCCO
  • MENINGITE ACW135Y
  • INFLUENZA
  • DUKORAL  (per realizzare una adeguata stimolazione immunitaria intestinale – azione su anticorpi di mucosa intestinale IgA; azione antibatterica, anticolerica)
  • EPATITE A

    per saperne di più….

  • EPATITE B

    per saperne di più….

  • FEBBRE TIFOIDE

    per saperne di più….

  • RABBIA

    Se si prevedono escursioni in zone extraurbane, dove può essere più facile il contatto con animali selvatici; in oCcasione di safari o battute di caccia, nonché per motivi professionali (veterinari, agronomi, ecc…). Si consiglia la vaccinazione in casi di soggiorni da considerare a rischio contatti con animali selvatici in quanto il vaccino è poco rintracciabile in particolare fuori dalla capitale. 

    Vedi scheda vaccinazione

  • SINDROMI DIARROICHE E COLERIFORMI

    – La vaccinazione non è obbligatoria, ma va presa in considerazione a seconda del tipo di viaggio e di permanenza, ma soprattutto in base alla situazione epidemiologica del paese al momento del viaggio. La nuova formulazione “orale” del vaccino anticolera protegge ora anche dalle infezioni intestinali provocate da molti agenti enterotossici che provocano la “diarrea del viaggiatore”. Il vaccino è quindi consigliato per i viaggi in molti paesi del mondo.

  • TETANO

    per saperne di più…

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

Approfondimenti sulla malaria

  • CHE COSA E’

    La Malaria è una malattia infettiva, acuta, presente nel paese, molto legata agli’ ambienti umidi, piovosi, alle stagioni ed alle condizioni meteorologiche. Controlla prima di partire l’itinerario del tuo viaggio e le condizioni meteo delle aree dei tuoi soggiorni. Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla. E’ possibile prevenirla con una attenzione al vestiario che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, all’utilizzo di repellenti e all’ utilizzo di adeguati farmaci per la profilassi, nelle stagioni di maggior rischio. Per approfondire leggi la scheda sulla malaria

  • NEL PAESE

    Il rischio di malaria è dovuta quasi esclusivamente al P. vivax . Trascurabile o nessun rischio di trasmissione della malaria esiste nel paese,. Segnalati casi nella prov. di Alajuela (distr. di Canton), al confine con il Nicaragua.

    Dopo un quasi azzeramento di casi negli anni 2014 – 2016 il paese di  Costa Rica ha segnalato 70 casi nel 2018, rispetto ai 12 del 2017. Questa ripresa di casi prevalentemente nei territori del NORD del paese è stata collegata all’estrazione illegale di oro, nelle zone delle miniere. Quest’area attira lavoratori migranti dai vicini paesi ad endemia malarica. Lo sforzo del paese è quello di controllare l’area ed i confini e rafforzare il sistema sanitario di primo livello, nella lotta alla malaria.

  • PROFILASSI

    Per la presenza di forme non resistenti alla Clorochina, ed in particolare per le forme da P. vivax che non mostrano resistenza a questo farmaco, si continua ad utilizzare nelle aree e nei periodi dell’anno a rischio malarico la profilassi a base di  Clorochina o Idrossiclorochina. La migliore prevenzione è sempre la protezione dalla puntura delle zanzare. E’ consigliato l’utilizzo di OLIO DI NEEM  efficace repellente ed ottimo lenitivo) INFORMATI ED ACQUISTA 

    Per la presenza di forme non resistenti ed in particolare forme da P. vivax si continua ad utilizzare nelle aree e nei periodi dell’anno a rischio malarico la Clorochina. La migliore prevenzione è sempre la protezione dalla puntura delle zanzare.

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

Pillole di salute

  • Come evitare di ammalarsi

    Dai tempo al tuo organismo di ambientarsi al nuovo clima ed al nuovo ambiente. Prima del viaggio, se possibile, dedica alcune ore alla attività fisica, e abitua il tuo organismo ai nuovi ritmi durante il viaggio…leggi tutto

  • La malaria, attenzione….!

    E’ una malattia infettiva, acuta, spesso ma non sempre febbrile, talvolta caratterizzata da pochi sintomi ma sempre con presenza di grande stanchezza, può essere fortemente debilitante, provocando anemia talvolta grave e molto spesso alterazioni metaboliche ed organiche. Appena entrati nell’organismo i parassiti colonizzano le cellule del fegato che poi vengono via via distrutte creando zone di necrosi (morte cellulale) e di fibrosi puntiforme. Alla lunga il parassita malarico crea lesioni permanenti a livello epatico. (altro che medicine contro la malaria che fanno male al fegato!).
    Ricorda che la protezione dei farmaci utilizzati per la profilassi (prevenzione) è efficace e sicura. Gli eventuali effetti collaterali, raramente presenti, sono sicuramente meno dannosi, sul tuo organismo, rispetto alle conseguenze derivanti dalla malattia stessa. Tali effetti collaterali, sempre temporanei, possono dipendere da dosaggi non corretti o da intolleranze individuali. Devi temere l’azione distruttiva del parassita sul tuo organismo piuttosto che gli effetti collaterali,generalmente non pericolosi dei farmaci antimalarici.
    Febbre, brividi, sudorazione, cefalea nucale, stanchezza ingravescente sono i sintomi più frequenti e caratteristici. Ma non sempre la malaria si presenta in modo così eclatante. Basta un malessere al rientro dal viaggio a far scattare l’attenzione.
    FAI SUBITO GLI ESAMI DI LABORATORIO PRESSO UN CENTRO SPECIALIZZATO. TI ASPETTIAMO AL CESMET PER ESCLUDERE CON UNA VISITA E CON ESAMI MIRATI CHE I TUOI SINTOMI PROVENGANO DA UN ATTACCO MALARICO.

    CHIAMA IL CENTRO CLINICO E DIAGNOSTICO TROPICALE La malaria: scheda tecnica

  • Zanzare & co. – Come proteggersi

    • le zanzare che trasmettono malattie diverse dalla malaria sono attive durante il giorno ed ovunque vi sia una raccolta di acqua dolce: indossare abiti di colore chiaro, lunghi e con maniche larghe, pantaloni lunghi e larghi, di colore chiaro, magliette o camicie con maniche lunghe e larghe e di colore chiaro da infilare nella cintura dei pantaloni….

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  • Nuotare con precauzione

    Per prevenire l’eventuale trasmissione di malattie infettive, è opportuno nuotare esclusivamente in piscine con acqua clorata. L’acqua del mare è sicura.
    Fare il bagno in acque contaminate può essere pericoloso per la pelle, gli occhi, le orecchie, le mucose della bocca, specialmente se…

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  • In valigia

    Montagna o mare, safari e avventura o vacanza di tutto riposo, caldo o freddo: devi preparare il tuo bagaglio con cura, attenzione, senza esagerare e soprattutto prevedendo ……l’imprevedibile. Abbigliamento appropriato al clima e non dimenticando mai una piccola farmacia da viaggio.

  • Al rientro a casa

    Quando rientri da un viaggio ricorda di prenderti una pausa di un tempo sufficiente per riadattare il tuo organismo al tuo ambiente ed ai tuoi ritmi di vita. Stanchezza, malessere, senso di vuoto, scarsa capacità alla concentrazione….

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Informazioni generali

Capitale: San José

Lingua: Spagnolo

Moneta: Colón di Costarica

Fuso orario: GMT -6 AMBASCIATE – CONSOLATI USAambasciata: Calle 120 Avenida O, Pavas, San Jose APO AA 34020 tel.: [506] 519-2000 · CANADA ambasciata: Sabana Sur, Oficentro Executive complex. Building 5, San Jose, Costarica Apartado 351-1007, Centro Colón San José, Costa Ricatel: (506) 242-4400

Storia,Economia,Cultura: http://www.britannica.com

https://www.cia.gov

Sicurezza: www.viaggiaresicuri.itwww.dovesiamonelmondo.it

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Anticorpi IgM IgG per COVID19. Commenti alla circolare del Ministero della Salute sul loro utilizzo.

Anticorpi IgM IgG per COVID19. Alcuni commenti sulla circolare ministeriale n. 0011715-03/04/2020-DGPRE-DGPRE-P del 4 aprile 2020 riguardante l’utilizzo dei test per gli anticorpi IgM-IgG per COVID19

 

(nota per i lettori: fare attenzione alle interpretazioni giornalistiche e dei media con titoli degli articoli o dei servizi sensazionalistici e con errate interpretazioni del significato scientifico)

Premessa: fin dall’inizio il protocollo sanitario proposto dal Cesmet Clinica del Viaggiatore ed eseguito dal dr. Paolo Meo, alle persone sane o con pochi sintomi, ha previsto il consulto medico infettivologico, accompagnato da test clinici e da test degli anticorpi IgM-IgG, come condizione necessaria per avere una risposta sul possibile contatto e contagio avvenuto con il virus; sullo stato della eventuale infezione ormai avanzata; sulla avvenuta guarigione provocata dalla produzione di anticorpi neutralizzanti il virus; sulla presenza di anticorpi protettivi da successive infezioni; o sul grado di suscettibilità ancora esistente in caso di risposta negativa ( non evidenza di contatto con il virus).
Il consulto medico è accompagnato da un approfondito esame sulla storia dei contatti e dei sintomi presentati negli ultimi 3 mesi, nell’ultima settimana e nel giorno stesso della visita. Ai dati raccolti dalla descrizione del paziente sono stati aggiunti alcuni test sulla funzionalità degli alveoli polmonari (luogo di scambio dell’ossigeno dall’esterno all’interno); test della microcircolazione capillare, che risente della alterazione del circolo a livello sistemico (cioè a partenza anche polmonare); e test pressori e del ritmo cardiaco. L’insieme di tutti i parametri clinici permette al medico specialista infettivologo di effettuare una valutazione clinica che suffragata dai test immunologici per la ricerca degli anticorpi IgM-IgG per COVID19 può consentire una buona valutazione generale della storia della eventuale infezione da SARS-COv2 (nuovo coronavirus).
Dopo uno screening telefonico:
(1) le persone asintomatiche vengono fatte venire presso la struttura per il consulto ed i test e per ricevere il referto con spiegazione dello stato immunitario e del comportamento da adottare.
(2) le persone paucisintomatiche o lievemente sintomatiche vengono gestite da casa mediante questionario clinico ed eventuale visita domiciliare.

Ministero della Salute
Direzione generale della prevenzione sanitaria
Circolare N. 0011715-03/04/2020-DGPRE-DGPRE-P

Ministero: “gli approcci diagnostici al momento tecnicamente più vantaggiosi, attendibili e disponibili rimangono quelli basati sul rilevamento del virus in secrezioni respiratorie attraverso metodi di RT-PCR per amplificazione di geni virali espressi durante l’infezione da SARS-CoV-2”

spiegazione Cesmet: per l’obiettivo di identificare, isolare, e sottoporre ad eventuale trattamento farmacologico il paziente sintomatico, il test che identifica direttamente il virus, test eseguito con il tampone, è l’unico esame di laboratorio attualmente valido ed assolutamente necessario. Non può essere sostituito da qualsivoglia altro test.

Ministero: I test sierologici sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. Diversamente, come attualmente anche l’OMS2 raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa. In particolare, i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, secondo il parere espresso dal CTS, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS.

spiegazione Cesmet: come il “test del tampone” con la ricerca diretta del virus è l’unico esame che può evidenziare la presenza del virus nell’organismo, così il “test di identificazione degli anticorpi” (IgM ed IgG – test rapido) è l’unico esame in grado di stabilire la storia naturale dell’infezione, ossia se una persona non ha mai contatto il virus, se invece è stata infettata; e se si è infettata con il virus come ha sviluppato le sue difese. Cioè come il suo sistema immunitario ha risposto con le sue difese immunitarie al contatto ed al contagio con il virus.
Note di spiegazione della storia dell’infezione nel nostro organismo:
Venuti a contatto con le goccioline di saliva di una persona infetta, i virus aderiscono alle cellule della mucosa respiratoria e poi entrano dentro le cellule stesse dove trovano il sistema di riprodursi e moltiplicarsi. Passano di cellula in cellula e si prendono alcuni giorni di tempo per moltiplicarsi a milioni di esemplari. (periodo incubazione asintomatica – 3/7 giorni);
• una volta fuoriusciti dalle cellule, nei tessuti e nel sangue, i nuovi virus inducono le risposte di difesa dell’organismo (febbre, tosse, infiammazione) che diventano sempre più forti con il passare dei giorni, (fase sintomatica iniziale e progressiva). Questi sintomi, che noi chiamiamo malattia, rappresentano tutti sintomi difensivi per frenare l’invasione dei virus, ma che ci fanno sentire sempre più male;
• dopo questa reazione che dura qualche giorno (dai 4 ai 7 giorni), e che può andare avanti a lungo in mancanza di difese immunitarie, iniziano ad essere prodotti i primi anticorpi difensivi (IgM – fanteria leggera), e generalmente dopo circa una settimana la seconda categoria di anticorpi di difesa (IgG – carri armati e fanteria motorizzata). (periodo idoneo per l’effettuazione del test per anticorpi).

• In questo periodo di formazione di anticorpi e di schieramento dei sistemi difensivi dell’organismo, i virus iniziano ad essere abbattuti, ossia ad essere distrutti, con meccanismi complessi, ed alla fine, quando gli schieramenti difensivi del sistema immunitario sono completati distrutti definitivamente. L’organismo ha superato la fase infettiva e la malattia.
I pazienti che si aggravano dopo 7/10 giorni dall’inizio dei sintomi, e proseguono con il peggioramento fino a morire ( in bassa percentuale) sono quelle persone che hanno il sistema difensivo immunitario inefficiente. Questo sistema immunitario deficitario non risponde alle sollecitazioni dei virus e la risposta degli altri sintomi quali infiammazione e febbre è tale che si rivolta contro l’organismo stesso.
Tenendo conto quanto esposto sopra:
• I test virali, con il tampone, ci forniscono dati precisi del momento in cui la persona è infettiva e diffonde il virus, fino a quando la produzione degli anticorpi non neutralizza il virus; quindi è l’unico test per identificare, isolare, e sottoporre ad eventuale trattamento farmacologico il paziente sintomatico;
• I test per gli anticorpi IgM IgG per COVID19 (test rapidi) ci dicono se la persona ha avuto il contatto con il virus; se ha una infezione recente, ed ancora in corso; oppure se ha superato la malattia ed è immune; quindi è l’esame che, inserito nella consulenza medica con valutazione specialistica, è in grado di rispondere alla domanda riguardante il contatto (SI/NO) con il virus o se si è in una fase ancora infettiva. A questo punto occorre l’isolamento immediato e possibilmente effettuare il tampone.

Ministero: Il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione della presenza degli anticorpi mediante l’utilizzo dei test rapidi non è comunque indicativo di un’infezione acuta in atto, e quindi della presenza di virus nel paziente e rischio associato a una sua diffusione nella comunità.
Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2. Infine, l’assenza di rilevamento di anticorpi (non ancora presenti nel sangue di un individuo per il ritardo che fisiologicamente connota una risposta umorale rispetto all’infezione virale) non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e relativo rischio di contagiosità dell’individuo

spiegazione Cesmet: come precedentemente spiegato l’esecuzione del tampone con la ricerca diretta del virus, diffuso attivamente dalla persona, è l’unico test che identifica il paziente positivo nella prima fase della infezione. I test per gli anticorpi IgM IgG per COVID19 invece sono necessari per capire se una persona non ha mai avuto contatti e non ha sviluppato anticorpi, e quindi è ancora a rischio infezione. Oppure se è stata infettata, a che punto è dell’infezione e se ha sviluppato le difese che impediscono una nuova reinfezione. Questi dati del test anticorpale rapido, sono utilissimi comunque per stabilire i comportamenti da adottare da parte della persona. Studi preliminari hanno dimostrato una elevata specificità, testato su molti virus; ed una elevata sensibilità. I test di validazione, già fatti in diverse parti del mondo ed anche in alcune regioni italiane, sono ancora in corso e per questo motivo devono per il momento integrare la valutazione del medico specialista.

Ministero: Si ritiene, inoltre, utile far presente che tali test, qualora non marcati CE ai sensi del D. Lgs. 332/00 come dispositivi per test autodiagnostici, non possono essere usati da chi non abbia qualificazione/competenza nel merito e, pertanto, l’eventuale fornitura al pubblico generale sarebbe incoerente con la loro destinazione d’uso.

spiegazione Cesmet: Tutti i test utilizzati devono e sono marcati CE ai sensi del D. Lgs. 332/00, anche quelli utilizzati dal personale sanitario. Il Cesmet utilizza non solo test CE ma anche quelli già indicati e sperimentati da alcuni ospedali specializzati, in particolari del Nord Italia.

CONCLUSIONI:
• I test anticorpali IgM-IgG (test rapidi) prima di essere stati messi sul mercato e di ottenere alcuni primi livelli di autorizzazione, tipo il marchio CE, sono stati testati per sensibilità e specificità che superano per entrambi il dato del 90%. Sono in corso studi per confermare e validare questi test. Per questo motivo sono da considerare complementari al controllo specialistico infettivologico. Sono da considerare un supporto per il medico per esprimere il suo parere e le sue indicazioni;

I test anticorpali IgM-IgG (test rapidi) completano la consulenza medica specialistica eseguita con alcuni test funzionali, e consentono al medico di poter fornire risposte sullo stato immunologico della persona e sulla sua protezione eventualmente acquisita;

Il test per la ricerca del virus, eseguito con il tampone è l’unico test in grado di evidenziare lo stato infetto e di diffusione del virus nell’ambiente, e corrisponde alla fase dell’inizio e della crescita dei sintomi;

L’esecuzione del test immunologico (test rapido per il coronavirus) è in grado di stabilire l’avvenuto contatto con il virus, o l’assenza del contagio. Quindi il grado di suscettibilità all’infezione o la resistenza ad un eventuale contatto futuro;

• La valutazione congiunta, espressa dal medico, di tutti i test e dati acquisiti, è importante per le formulare le corrette indicazioni comportamentali; per evidenziare il rischio ancora presente di infettarsi o la conoscenza della propria resistenza alle infezioni.

Anticorpi IgM IgG per COVID19. Commenti alla circolare del Ministero della Salute sul loro utilizzo. Leggi tutto »

La follia del”test fai da te” per la ricerca degli anticorpi IgM IgG contro il Coronavirus.

Una follia pura questa corsa agli anticorpi IgM IgG contro in Coronavirus.

Vuoi correre anche tu ad accaparrarti un test delle immunoglobuline IgM ed IgG contro il virus? Vuoi trovare da solo una risposta ai dubbi sul contagio con il virus? Non riesci a capire la difficoltà di valutare le risposte dei test immunologici senza la competenza giusta? Trova le risposte in questo articolo.
E ancora,  farmacie complici della diffusione di questi esami, senza alcun controllo; e la tentazione di alcuni laboratori di eseguire test a tappeto senza prescrizione o indicazione del medico. L’ avvertimento che voglio lanciare è questo. E’ giusto e corretto voler conoscere la propria situazione nei confronti del Coronavirus, ma evitate il “fai da te”, e lasciatevi consigliare e seguire dai vostri medici, ascoltate gli specialisti e soprattutto non cercate risposte su argomenti difficili e ancora poco conosciuti da soli.

Siamo passati dal rifiuto, in un passato anche recente, di qualsiasi indicazione medica, alla ricerca spasmodica al rimedio, fosse anche acqua colorata o al test della diagnosi perfetta.
La ricerca degli anticorpi IgM – IgG è un metodo diagnostico che da decenni aiuta i medici a capire le risposte degli organismi all’aggressione dei microscopici microbi, ad interpretare la storia naturale della infezione nelle persone. Ossia rappresenta uno dei criteri base per lo studio dei sistemi difensivi del nostro organismo. Ascoltate bene e riflettete a lungo!! Questi test aiutano i medici ad interpretare la storia dell’infezione, con altri parametri funzionali e valutazioni dei sintomi. Ascoltate per favore!! Questi esami non aiutano voi a fare da soli, a casa vostra. A dare una risposta con gravi errori di interpretazione. Ma tutto questo molti non lo hanno capito. Appena sono usciti i primi test rapidi, è iniziata la corsa all’accaparramento. E siamo solo ai blocchi di partenza.

Quello che si temeva si sta avverando. Appena si è diffusa la notizia che un piccolo test, rapido, e semplice da eseguire, può rispondere al quesito riguardo all’infezione del virus o alla presenza di anticorpi di protezione, è scattata la corsa all’acquisto del kit diagnostico. Ripeto, cerchiamo l’avvenuto contatto con il coronavirus, la sicurezza di aver prodotto gli anticorpi giusti, mi sembra si chiamino IgG, o forse le immunoglobuline IgM. Purtroppo la confusione regna sovrana, tutti sono diventati infettivologi oppure virologi e danno le loro risposte. Ma riuscite a rendervi conto della situazione demenziale che si sta creando?
Alcune case produttrici di kit diagnostici poco serie stanno facendo test singoli per venderli a tappeto. Qualcuno sta pensando d’acquistare confezioni da 10 o 25 test per farli a tutti i familiari ed amici. Un laboratorio casereccio a casa tra un bicchiere di vino ed una salsiccia. Vi prego di cessare questa follia e di rientrare nei giusti binari. Siamo passati dall’assoluta repulsione nel fare esami consigliati dai medici, alla corsa a voler fare di tutto. Da eseguire test diagnostici senza prescrizione, ad assumere farmaci col rischio di gravi effetti collaterali, alla ricerca spasmodica di qualsiasi rimedio inutile.
Purtroppo è delle ultime ore la notizia che alcune farmacie, in modo ancora sotterraneo, cominciano proporre ai clienti esami “fai da te”. Comportamento criminale di qualche farmacista con pochi scrupoli!! Ed anche i laboratori devono fare attenzione a proporre l’esecuzione dei test fornendo risultati la cui interpretazione può essere complicata anche per gli addetti ai lavori. E’ buona norma in questi casi richiedere al paziente la prescrizione di un medico. Ed è proprio il medico, meglio se specialista, che si prende la responsabilità di interpretare il risultato del test conoscendo anche lo stato di salute del suo assistito. Ed è sempre il medico che deve valutare non solo l’evidenza del risultato, ma anche quelle rare possibilità di risposte non corrette, ossia interpretare eventuali risultati falsi positivi o negativi.
La pandemia dilaga in tutto il mondo ma ha una storia recentissima. Il virus, per quanto studiato ovunque e con risultati inaspettati per i brevi tempi, ancora non è completamente conosciuto. E la produzione di questi anticorpi, le IgM, immunoglobuline recenti e pronte nella risposta, e le IgG più tardive ma persistenti nel tempo, del quando e del come si formano, e dei tempi di persistenza, e di che potenza difensiva sviluppino è ancora tutto sotto studio, molto da dimostrare e da capire.

Questi test, e quelli più approfonditi e sofisticati, che seguiranno in futuro sono preziosi per capire la dinamica della risposta di ciascuno di noi. Ci evidenziano come superiamo l’infezione e che forza protettiva possediamo. Ma quanto è complicato tutto questo. E come si pretende allora di dare delle risposte casalinghe e di capire questioni così complesse di fronte ad una salsiccia e ad un bicchiere di vino con il metodo “fai da te”.
Una preghiera anche ai laboratori. Non lasciate la gente nel panico, non fornite risposte che non siano accompagnate o seguite da un medico, ancora meglio se specialista nella materia. Non fate il test anticorpali tanto per rilanciare la vostra attività. Non date risposte ai vostri clienti magari seguite da una bella spiegazione cartacea o da qualche bel diagramma che pretende di spiegare fenomeni biologici senza conoscere la storia clinica della persona.
Chiedete quindi un consulto al vostro medico o ai medici specialisti in materia. Sulla base degli eventuali sintomi, o solo della storia dei contatti e della vita degli ultimi mesi, o settimane (generalmente reclusi in casa), vi farete prescrivere questi test sierologici, il cui risultato verrà valutato accostandolo a tutti gli altri elementi per arrivare a comprendere la vera storia della risposta immunitaria del vostro organismo.

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Scheda paese Tanzania (Zanzibar, Pemba)

Bandiera Tanzania (Zanzibar, Pemba)Mappa Tanzania (Zanzibar, Pemba)

Aggiornamento COVID-19

Leggi qui tutte le info necessarie per viaggiare

Clima, meteo e salute

  • Previsioni Meteo
  • Clima: Alle condizioni geografiche estremamente varie del paese va imputata l’esistenza di diverse regioni climatiche. Il caldo tropicale risente dell’influsso degli alisei ,che apportano piogge di intensità variabile con punte massime da marzo a maggio, e dei monsoni, che invece determinano una cospicua piovosità da ottobre a dicembre. Le temperature si aggirano tra i 20°C-22°C in agosto-settembre e tra 27°C-30°C nel periodo dicembre-marzo. Sull’altopiano interno il clima è torrido e secco, con precipitazioni medie di minore intensità, mentre ricevono una maggiore quantità di pioggia i monti del sud-ovest, dove il clima è semi-temperato. Le temperature più basse si registrano, ovviamente, sugli alti rilievi ove regnano i ghiacciai eterni. Isole (Zanzibar e Pemba): il clima è generalmente tropicale, ma il caldo viene mitigato nel corso dell’anno dalla brezza marina. Nella città di Zanzibar la temperatura media annuale è di 29°C per la massima e di 25°C per la minima, mentre nella città di Wete, a Pemba, le temperature medie sono addirittura superiori.

Prevenzione e profilassi

Vaccinazioni obbligatorie

Vaccinazioni consigliate

  • FEBBRE GIALLA

    La vaccinazione è raccomandata ai viaggiatori al di sopra di 1 anno di vita, indipendentemente dalla normativa internazionale o locale in vigore per l’ingresso nel paese. Prima della partenza informarsi presso centri specializzati sulle aree del paese a maggior rischio.

  • EPATITE A per saperne di più….

  • EPATITE B per saperne di più….

  • FEBBRE TIFOIDE per saperne di più….

  • SINDROMI DIARROICHE E COLERIFORMI per saperne di più……

  • TETANO per saperne di più…

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

Approfondimenti sulla malaria

  • CHE COSA E’

    La Malaria è una malattia infettiva test link, acuta, presente nel paese, molto legata agli’ ambienti umidi, piovosi, alle stagioni ed alle condizioni meteorologiche. Controlla prima di partire l’itinerario del tuo viaggio e le condizioni meteo delle aree dei tuoi soggiorni. Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla. E’ possibile prevenirla con una attenzione al vestiario che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, all’utilizzo di repellenti e all’ utilizzo di adeguati farmaci per la profilassi, nelle stagioni di maggior rischio.Per approfondire leggi la scheda sulla malaria

  • NEL PAESE

    Il rischio di contrarre la malattia (principalmente nella forma da Plasmodium falciparum) esiste tutto l´anno in tutto il Paese al di sotto dei 1800 metri. E’ stata notificata resistenza alla clorochina ed alla sulfadoxina-pirimetamina.

  • PROFILASSI

    Doxiciclina, è un ottimo farmaco di scelta per i soggiorni sia in aree turistiche che in viaggi avventurosi, durante trekking e in caso di utilizzo di tende o residenze poco controllate. Farmaco per i soggiorni in residenze protette o aree di lieve rischio, sia per soggiorni a rischio elevato. Devi sapere che la “doxiciclina 100 mg”è un farmaco di scelta non solo per la prevenzione della infezione malarica ma anche per la prevenzione delle infezioni batteriche intestinali e cutanee e verso le infezioni causate da punture di zecca. Per le sue caratteristiche il farmaco è molto versatile, può essere infatti assunto per soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo,cioè per molti mesi. Ti ricordiamo che farmaci a base di tetracicline, compresa la doxiciclina, vengono assunti per oltre 1 anno da ragazzi che manifestano l’acne, cioè infezioni sul volto o tronco. Un farmaco sicuro, efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricordiamo che alle dosi di profilassi, 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazioni ai raggi solari, sono praticamente assenti. In ogni caso ricordiamo l’uso di creme solari. Farmaco di basso costo. Non è utilizzabile al di sotto dei 12 anni o in gravidanza, o in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. Si assume tutti i giorni, durante il pranzo, dalla entrata in area a rischio, per una settimana dalla uscita dall’area di rischio malarico.

    Atovaquone-Proguanile, farmaco sul mercato da quasi 20 anni possiede ancora una buona copertura antimalarica per le forme resistenti alla clorochina, anche se sono state descritte da diversi anni forme di resistenza e di scarsa efficacia. Utile per l’utilizzo pediatrico, Utilizzato per periodi non superiori ai 30 giorni, ma utilizzabile fino a 60 giorni. Si assume una compressa tutti i giorni da 2/3 giorni prima di partire ad 1 settimana al rientro.

    Meflochina, farmaco utilizzato da oltre 30 anni, Efficace in profilassi e in terapia. Efficace sia negli adulti che anche in età pediatrica. Efficacia e sicurezza dimostrata anche nelle donne in gravidanza. Utilizzabile in soggetti in buone condizioni di salute. Da non utilizzare nei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Riferiti sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. Da evitare in chi effettua immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Favorevole la modalità di assunzione che prevede una dose settimanale da una settimana prima di partire a 3/4 settimane al rientro.

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

Malattie prevalenti sul territorio

  • Endemie

    Malaria – L’endemia è diffusa a tutte le aree al di sotto dei 1800 metri. Le principali specie sono: P. falciparum (responsabile dell’85% dei casi), P. ovale (responsabile del 10% dei casi); rare le infezioni da P. malariae e P. vivax.

    Colera – Focolai di colera si verificano ciclicamente durante la stagione delle piogge (che va da marzo a giugno e da ottobre a novembre) e più frequentemente nei distretti di Rorya (regione di Mara),Temeke (regione di Dar es Salaam), Mwanza e Magu (regione del Lago Vittoria).

    Zika virus – Nessun focolaio segnalato ma la popolazione è sierologicamente positiva.

    Schistosomiasi – La Tanzania è il secondo Paese dell’Africa (il primo è la Nigeria) ad alta prevalenza di infezione.Le regioni nord-occidentali, che circondano il Lago Vittoria, le regioni a nord, al centro, a sud e sud-est del Paese, sono state individuate per essere ad alta endemia di Schistosoma mansoni, mentre le zone dell’entroterra del Paese sono ad alta endemia di Schistosoma haematobium.

    ZANZIBAR

    Colera – Focolai di colera si verificano ciclicamente durante la stagione delle piogge (che va da marzo a giugno e da ottobre a novembre) nell’isola di Tumbatu, nelle aree di Kojanì (Pemba), Kiongwe e Jambiani (Unguja). La costa orientale di Pemba è considerata la più a rischio per epidemie di colera.

Pillole di salute

  • Come evitare di ammalarsi leggi qui

  • Chi deve vaccinarsi per la febbre gialla leggi qui

  • La malaria, attenzione….!

    E’ una malattia infettiva, acuta, spesso ma non sempre febbrile, talvolta caratterizzata da pochi sintomi ma sempre con presenza di grande stanchezza, può essere fortemente debilitante, provocando anemia talvolta grave e molto spesso alterazioni metaboliche ed organiche. Appena entrati nell’organismo i parassiti colonizzano le cellule del fegato che poi vengono via via distrutte creando zone di necrosi (morte cellulare) e di fibrosi puntiforme. Alla lunga il parassita malarico crea lesioni permanenti a livello epatico. (altro che medicine contro la malaria che fanno male al fegato!).
    Ricorda che la protezione dei farmaci utilizzati per la profilassi (prevenzione) è efficace e sicura. Gli eventuali effetti collaterali, raramente presenti, sono sicuramente meno dannosi, sul tuo organismo, rispetto alle conseguenze derivanti dalla malattia stessa. Tali effetti collaterali, sempre temporanei, possono dipendere da dosaggi non corretti o da intolleranze individuali. Devi temere l’azione distruttiva del parassita sul tuo organismo piuttosto che gli effetti collaterali,generalmente non pericolosi dei farmaci antimalarici.
    Febbre, brividi, sudorazione, cefalea nucale, stanchezza ingravescente sono i sintomi più frequenti e caratteristici. Ma non sempre la malaria si presenta in modo così eclatante. Basta un malessere al rientro dal viaggio a far scattare l’attenzione.
    FAI SUBITO GLI ESAMI DI LABORATORIO PRESSO UN CENTRO SPECIALIZZATO. TI ASPETTIAMO AL CESMET PER ESCLUDERE CON UNA VISITA E CON ESAMI MIRATI CHE I TUOI SINTOMI PROVENGANO DA UN ATTACCO MALARICO.

    CHIAMA IL CENTRO CLINICO E DIAGNOSTICO TROPICALE 06-39030481

  • Zanzare & co. – Come proteggersi leggi tutto

  • Nuotare con precauzione leggi tutto

  • Il mal di montagna Leggi tutto

  • In valigia

    Montagna o mare, safari e avventura o vacanza di tutto riposo, caldo o freddo: devi preparare il tuo bagaglio con cura, attenzione, senza esagerare e soprattutto prevedendo ……l’imprevedibile. Abbigliamento appropriato al clima e non dimenticando mai una piccola farmacia da viaggio.

    Al rientro a casa leggi tutto

Informazioni generali

Capitale: Dar es Salam

Lingua: kiswahili o swahili (lingua ufficiale), kiunguju (così viene chiamato lo swahili a Zanzibar),inglese (lingua ufficiale) e altre lingue indigene

Moneta: Scellino della Tanzania

Fuso orario: GMT +3

AMBASCIATE – CONSOLATI USA Ambasciata: P.O. Box 9123,686 Old Bagamoyo Road,Msasani, Dar es SalaamTel:255-22-266-8001 CANADA Ambasciata: The Canadian High Commission 38 Mirambo St., Garden AvenueDar es Salaam, Tanzania, P.O. Box 1022 Tel.: (255-22) 216-3300

Storia,Economia,Cultura: https://www.cia.gov http://www.britannica.com

Sicurezza: www.viaggiaresicuri.it www.dovesiamonelmondo.it

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COVID-19 La grande battaglia a cui siamo chiamati

COVID-19: la grande battaglia a cui siamo chiamati. creare difese immunitarie, vaccino, farmaci antivirali. Nell’immediato isolamento, quarantena e misure di contenimento.

 

L’uomo si proteggerà dal  virus SARS-CoV-2: (1)  quando avrà imparato a produrre nel suo organismo gli anticorpi specifici ed i potenti sistemi di difesa immunitaria; (2) quando avrà realizzato e commercializzato un vaccino efficace sicuro; (3) quando avrà a disposizione farmaci antivirali attivi e specifici. Queste sono le armi con cui l’umanità si protegge da milioni di esseri microscopici, che convivono ma anche ci attaccano in continuazione.  Oggi, in assenza di queste armi per combattere questo nuovo virus, la grande battaglia è combattuta con (1) l’isolamento, (2) la quarantena e (3) le misure di contenimento territoriali.
Partiamo dalle affermazioni della donna quarantasettenne di Vò Euganeo, il paese dove si è sviluppato il focolaio italiano della epidemia da COVID-19. Signora guarita dalla forma respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2 ed ora negativa ai test del virus. Dice la signora: “Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli …. ho fatto il tampone non per me ma per chi mi era

il virus diffonde indisturbato

intorno. Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè …. sono stata un giorno in ospedale, mi hanno fatto una flebo e mi hanno dimessa … ho fatto la quarantena, ossia i 14 giorni a casa … , se non fosse morto il povero Adriano, l’anziano signore già ricoverato per problemi pregressi, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla” Ed aggiunge “Ma di cosa parliamo? Si tratta di un’influenza, mica muori. Mi sembra che siano diventati tutti scemi”.

Queste sono le dichiarazioni ben chiare e comprensibili di una persona che ha vissuto per giorni nell’incubo di questo virus. Poi lo stupore di chi è stato relativamente male, isolato, guardato come un appestato, quasi un untore, e che non capisce la sproporzione tra la lieve malattia subita, e l’enormità degli eventi subiti dopo la dimostrazione della positività del tampone. Lei e tanti altri non capiscono cosa è questo coronavirus! Un VIRUS nuovo, mai sentito, mutato da pochi mesi, passato da alcuni animali, ad infettare improvvisamente l’uomo. Tutto nuovo, troppo recente, di difficile comprensione, anche per il mondo scientifico. Ma ricordiamoci che, per sua natura, il coronavirus è un virus respiratorio, diffusivo, secondo regole conosciute e certe, poco aggressivo. La sua caratteristica particolare è la diffusione veloce ed esponenziale. Nessuno di noi umani ha ancora le difese nei confronti di questo virus. Il virus si trova di fronte ad una immenso campo di grano (la popolazione del mondo intero). Un campo di grano da sfruttare, in cui riprodursi e crescere in modo esponenziale. Un campo (il nostro organismo) non protetto dai nostri formidabili eserciti (le difese immunitarie) pronti ad intervenire per difenderci da qualsiasi attacco di microbi (I diversi livelli di difese immunitarie. Vedi quanto ho   scritto in precedenza.) In questa situazione il virus corre senza freno, diffonde. E più diffonde, più tende a contagiare altri individui. E così in una catena senza fine. Il problema sta nel fatto che tanto più diffonde questo virus, tanto più aumentano le persone ammalate, e di queste una percentuale comunque manifesta forme gravi, talvolta mortali. Al crescere esponenzialmente il numero dei malati, in particolare per i più deboli e già ammalati, devono esserci organizzazioni sanitarie pronte all’impatto di numeri impossibili da reggere. In questa situazione anche i migliori sistemi sanitari rischiano il collasso sotto numeri enormi di pazienti che richiedono assistenza.
Quale è quindi la grande battaglia a cui siamo chiamati? La grande battaglia di tutta l’umanità è evitare che diffonda un virus senza freno, per mancanza di difese immunitarie generali e specifiche, prodotte dal nostro organismo; per la mancanza di vaccini sicuri ed efficaci e di farmaci antivirali attivi. E questo è il vero problema di un focolaio iniziale, prima piccolo, poi epidemico, che crescendo diventa pandemia. E gli strumenti per frenare questa corsa del virus sono medicine e vaccini. Queste le armi che l’umanità mette in campo contro SARS_CoV-2, difese immunitarie degli organismi, vaccini e farmaci. Un esercito pronto a combattere un nemico furbo ed aggressivo. Ma fino a quando non abbiamo trovato un vaccino efficace e sicuro, ed un farmaco antivirale attivo, gli unici strumenti a disposizione sono l’isolamento dei dei malati, la quarantena dei contatti, il contenimento di comunità, di intere città o aree contaminate.In questo caso non perché il virus è letale, ma perché cresce a dismisura. E questo è quanto è successo nelle nostre regioni del Nord del nostro paese. Ora il virus continuerà comunque a diffondere, ma nel frattempo lo sforzo della comunità scientifica internazionale è trovare al più presto “il vaccino specifico” ed il farmaco più appropriato.   
Ed anche questa volta si dimostra ai gruppi NO VAX che senza degli strumenti adeguati che inducono una protezione anticorpale specifica non si arriva da nessuna parte.

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Brasile: carnevale e preservativi distribuiti

Il CARNEVALE in Brasile richiama ogni anno milioni di turisti pronti a riversarsi nelle strade che diventano teatro di colorate feste a cielo aperto. Durante le celebrazioni, che quest’anno iniziano venerdì 21 febbraio e terminano martedì 25 febbraio, il Ministero della Salute brasiliano ha deciso di distribuire più di 128 milioni di preservativi ai partecipanti.
“Dobbiamo incoraggiare sempre di più l’uso del preservativo durante il Carnevale per prevenire la trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili” sottolinea Gerson Pereira, direttore del Dipartimento di malattie croniche e infezioni sessualmente trasmissibili.
I preservativi sono il mezzo più efficace per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili come l’HIV, la sifilide, la gonorrea e la clamidia.
I dati dell’ultimo bollettino epidemiologico sull’HIV / AIDS mostrano che l’HIV cresce di più tra i giovani brasiliani. La maggior parte dei casi di infezione da HIV nel paese è registrata tra 20 e 34 anni (52,7%).
Le infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali sono causate da oltre 30 virus e batteri attraverso il contatto, senza l’uso di preservativi, con una persona infetta. Pertanto, il Ministero della Salute, tra sfilate, musica, balli, costumi e carri allegorici, rafforza la necessità di protezione, incoraggiando l’uso del preservativo.

Editor: Erika Villa infermiera Cesmet, esperta in prevenzione e vaccinazioni.

Il commento: Un’ iniziativa che ha il suo motivo d’essere. In tutto il mondo le “malattie a trasmissione sessuale” MTS sono in aumento. Nei paesi delle aree tropicali la sifilide non è mai scomparsa e fa grossi danni. Si riaffaccia periodicamente anche nei paesi europei ed anche in America e Canada, con sempre maggiore frequenza. diagnosticarla non è semplice . HIV, per quanto controllabile con le nuove terapie, piuttosto efficaci, è sempre presente, e in Africa ed anche in America Latina continua a mietere le sue vittime. Incidenza elevata nei giovani eterosessuali. Tra le varie malattie a trasmissione sessuale, l’Epatite B occupa un posto importante ed è la causa prima del tumore del fegato. Questo virus continua a circolare in tutti i continenti ed in tutti i Paesi, ed il tumore miete vittime ovunque. Soprattutto nelle generazioni avanzate perchè la vaccinazione obbligatoria in tutto il mondo ha notevolmente ridotto l’incidenza della temibile malattia.  Tante altre malattie, soprattutto nei giovani, si trasmettono attraverso i rapporti sessuali non protetti. La festa del carnevale diventa motivo di divertamento ed anche di occasione di rapporti spesso non protetti. E quindi la distribuzione del presevativo da parte delle autorità ha lo scopo di far riflettere sui rischi e sulla prevenzione. Divertititevi, ballate, amatevi ma con un occhio alla prevenzione di malattie pericolose. I sistemi preventivi meccanici, ossia con il preservativo,  esistono e vanno attuati in ogni occasione. dr. Paolo Meo infettivologo

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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Riflessioni sul connazionale contagiato da 2019-nCoV

Il 3 febbraio 2020 sono rientrati da Wuhan 56 nostri connazionali, sotto il controllo delle autorità sanitarie e della Protezione Civile.  Hanno effettuato i controlli sanitari dovuti e sono stati messi sotto osservazione. Conducono infatti un regime di quarantena di 14 giorni, periodo massimo stabilito perché si manifesti l’eventuale malattia. Alla “città militare della Cecchignola” in Roma, hanno cominciato a passare le loro giornate, controllati dal team sanitario dedicato.  Dopo 3 giorni dall’arrivo in Italia, ad una delle persone rientrate, é comparsa una lieve febbre con occhi rossi e un po’ lacrimosi. Quel tipo di malessere che tutti noi sentiamo all’inizio di una sindrome influenzale comune. Immediatamente sono stati eseguiti i test sui tamponi prelevati, in biologia molecolare, che hanno evidenziato la positività al 2019-nCoV
Qui il testo ufficiale del twitt dell’ISS dopo aver eseguito il test.
La persona è stata ricoverata all’Istituto Lazzaro Spallanzani, in regime di isolamento, per essere seguito nella sua evoluzione, con i trattamenti adeguati.
Non meraviglia più di tanto il fatto che una persona rientrata da Wuhan o provincia, possa essere venuta a contatto con il virus e poi possa manifestare qualche sintomo.
Ricordo che non tutti i contagiati o i sintomatici evolvono in “insufficienza respiratoria grave”, cioè in una “forma pericolosa”.
La maggior parte dei casi manifestano sintomi lievi di tipo respiratorio. Le casistiche attuali ci dicono infatti che:
al 6 di febbraio si erano manifestati 28.000 casi di Coronavirus nel mondo; circa 4000 erano gravi;
24.000 persone, risultate positivi ai test, hanno manifestato tutta una gradazione di sintomi simil influenzali, come noi siamo abituati a vedere in Italia.
Etichettare quindi “un contagiato” come un “malato grave” non è scientificamente corretto.
Dobbiamo pensare questa malattia un po’ come “l’influenza vera”, quella da mixovirus, che attualmente sta imperversando ovunque, con una maggiore capacità di diffusione
ma con una mortalità simile, circa il 2%, al coronavirus.
La differenza è che per l’influenza abbiamo un vaccino, che ogni anno cambia ed è efficace, ed anche dei farmaci antivirali efficaci. Per il coronavirus NO!
Rimaniamo in attesa di buone notizie del nostro connazionale ricoverato.
Per le altre persone probabilmente il periodo di isolamento si allungherà di alcuni giorni e probabilmente ognuno avrà la sua stanza.
Questo se occorre garantire un isolamento per ciascuno, ed evitare eventuali ulteriori contagi.

Riflessioni sul connazionale contagiato da 2019-nCoV Leggi tutto »

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