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Alert

ALERT FILIPPINE fine anno 2024

Alert sanitari

Alla fine del 2024, le Filippine stanno affrontando diverse epidemie e problemi di salute pubblica:

 

Filippine -DENGUE:
aumentano i casi di dengue nei primi 9 mesi del 2023. Il vaccino contro la dengue, la pratica preventiva “salvavita”

I Immagine che contiene testo, grafica, aqua, mappa Descrizione generata automaticamentecasi di Dengue nel primo semestre del 2024 sono aumentati in tutto il territorio delle Filippine rispetto al 2022/23. Protezione dalla puntura delle zanzare Aedes o vaccinazione contro la malattia i metodi preventivi da seguire. Il nuovo vaccino Qdenga della casa Takeda considerato un ” salvavita sicuro ed efficace”.

La dengue rimane una delle principali preoccupazioni sanitarie nelle Filippine. Nel 2024, il paese ha registrato un aumento significativo dei casi rispetto agli anni precedenti:

– Oltre 100.000 casi segnalati tra gennaio e settembre 2024
– 299 decessi confermati, ma si ritiene che la diffusione reale sia molto più ampia
– 14 delle 17 regioni dell’arcipelago hanno riportato un aumento dei casi nel 2024, con una crescita esponenziale da maggio fino a Novembre;

 

Filippine: aumentano i casi di dengue a Zamboanga del Norte (Settembre 2023)

Durante il 2023/24 sono aumentati esponenzialmente i casi di febbre di Dengue in tutte le Filippine. La malattia si è manifestata piuttosto aggressiva e con diffusione costante. In particolare, nella provincia di……..leggi tutto

Leptospirosi

A seguito delle massicce inondazioni di fine luglio 2024, si è verificato un allarmante aumento dei casi di leptospirosi. Il Dipartimento della Salute filippino ha ordinato a tutti gli ospedali della capitale di attivare il loro piano di capacità per la leptospirosi. Doxiciclina 100 mg è il farmaco in prevenzione e in cura. Richiedi una consulenza per informazioni e prevenzione;

Malaria

Sebbene non sia diffusa in tutto il paese, la malaria rimane un problema in alcune aree specifiche:

– Presente principalmente nelle isole di Palawan e Mindanao
– Nessun rischio a Manila e nelle altre aree urbane

Aggiornamento COVID-19

Mentre le restrizioni legate al COVID-19 sono state ampiamente allentate, il virus continua a circolare. Tuttavia, dal 22 luglio 2023, non è più richiesta alcuna documentazione relativa al COVID-19 per l’ingresso nel paese. È importante notare che la situazione epidemiologica può cambiare rapidamente, e i viaggiatori dovrebbero sempre consultare le fonti ufficiali più aggiornate prima di visitare le Filippine.

Leggi qui tutte le info necessarie per viaggiare

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INFLUENZA AVIARIA. STATO DI EMERGENZA IN CALIFORNIA. RISCHIO DI SALTO DI SPECIE

L’influenza aviaria sta attualmente destando preoccupazione a livello globale a causa della sua crescente diffusione e del rischio di trasmissione tra diverse specie animali, incluso l’uomo.

La situazione dell’influenza aviaria è in rapida evoluzione e richiede un monitoraggio costante. Mentre gli esperti lavorano per contenere la diffusione del virus e studiarne le possibili mutazioni, è fondamentale mantenere alta l’attenzione e adottare misure preventive, soprattutto nelle aree ad alta densità di allevamenti avicoli. Il virus prima presente solo negli uccelli selvatici si è diffuso negli allevamenti di polli e quindi in mammiferi selvatici ed ora in particolare nei bovini.
La collaborazione internazionale e la sorveglianza continua saranno cruciali per prevenire una potenziale pandemia di origine aviaria nell’uomo.

Cerchiamo di capire meglio cosa sta succedendo.

Cos’è l’influenza aviaria? (secondo WHO)
L’influenza aviaria, nota anche come “influenza degli uccelli”, è una malattia causata da virus influenzali di tipo A che colpiscono principalmente i volatili. Il ceppo più noto e preoccupante è l’H5N1, identificato per la prima volta in Scozia nel 1959.

Diffusione geografica

Il virus dell’influenza aviaria, in particolare il ceppo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI), si è diffuso notevolmente a livello globale:

– Inizialmente concentrato in Asia, il virus si è progressivamente espanso in Europa, Africa e America.
– Uno studio dell’Università della California ha identificato la provincia cinese del Guangdong come origine di diversi ceppi virali, tracciando i percorsi di diffusione regionale e internazionale.
L’influenza aviaria si sta diffondendo rapidamente in diverse parti del mondo, colpendo non solo gli uccelli selvatici e il pollame, ma anche i bovini da latte in diversi stati degli USA. Questa ampia diffusione aumenta le possibilità di esposizione umana al virus.

Ampliamento della gamma di ospiti

Negli ultimi anni, il virus ha mostrato una preoccupante capacità di infettare nuove specie:
– Oltre 50 specie diverse di mammiferi sono state trovate infette dai virus HPAI.
– Nel 2024, si è verificata per la prima volta la trasmissione del virus H5N1 dai volatili ai bovini, con focolai segnalati in diversi stati degli USA.

La diffusione tra gli animali

Negli ultimi mesi, si è osservato un aumento significativo dei casi di influenza aviaria:
– Tra gli uccelli selvatici: In Italia e in Europa si registra una crescente circolazione del virus H5N1 nell’avifauna.
– Negli allevamenti avicoli: Il virus si sta diffondendo anche nel pollame domestico, con numerosi focolai segnalati in diversi paesi.
– Nei mammiferi: Sono stati rilevati casi di trasmissione ad altre specie animali, come bovini e visoni.

Il salto di specie

Il “salto di specie” si verifica quando un virus riesce a superare la barriera biologica tra diverse specie animali. Nel caso dell’influenza aviaria, questo fenomeno è particolarmente preoccupante perché:
1. Aumenta il rischio di mutazioni: Ogni volta che il virus infetta una nuova specie, può subire modifiche genetiche che potrebbero renderlo più adatto alla trasmissione tra mammiferi, incluso l’uomo.

2. Amplia la diffusione: La capacità di infettare diverse specie animali aumenta le possibilità di propagazione del virus.

3. Complica il controllo: Diventa più difficile contenere l’epidemia quando coinvolge molteplici specie animali.

 

Questi salti aumentano le opportunità per il virus di mutare e potenzialmente adattarsi meglio alla trasmissione tra esseri umani.

 La trasmissione all’uomo

Sebbene rara, la trasmissione del virus aviario all’uomo è possibile, soprattutto in caso di contatto stretto con animali infetti Recentemente:
– Sono stati segnalati 61 casi umani confermati di influenza aviaria in sette stati degli USA, di cui 34 in California.
– In Louisiana, è stato registrato il primo caso grave di influenza aviaria nell’uomo negli Stati Uniti.

È importante sottolineare che finora non sono stati rilevati casi di trasmissione da uomo a uomo del virus H5N1[10].

 Lo stato di emergenza in California

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza per l’influenza aviaria il 18 dicembre 2024. Questa decisione è stata presa per diverse ragioni:
1. Rapida diffusione: Il virus è stato rilevato in 645 aziende lattiero-casearie della California, con metà dei casi emersi solo nell’ultimo mese.
2. Rischio per l’industria lattiero-casearia: L’epidemia sta colpendo duramente i bovini da latte, mettendo a rischio un settore economico importante.
3. Necessità di risorse: Lo stato di emergenza permette di mobilitare rapidamente personale e risorse per contenere l’epidemia.
4. Prevenzione: Sebbene il rischio per la salute pubblica rimanga basso, le autorità vogliono agire preventivamente per evitare una possibile escalation.

L’influenza aviaria è considerata un rischio significativo per l’umanità per diverse ragioni:

Potenziale pandemico
Il virus dell’influenza aviaria H5N1 ha dimostrato una notevole capacità di evolversi e adattarsi a nuovi ospiti, inclusi i mammiferi. Questo potenziale evolutivo aumenta il rischio che il virus possa acquisire la capacità di trasmettersi efficacemente da persona a persona, portando potenzialmente a una pandemia.

Elevata patogenicità
L’H5N1 è noto per la sua elevata patogenicità negli esseri umani. Nei casi di infezione umana registrati finora, il tasso di letalità è stato estremamente alto, circa il 50%[2]. Sebbene le infezioni nell’uomo siano ancora rare, questa elevata virulenza è motivo di grande preoccupazione.

Mutazioni preoccupanti
Recenti studi hanno evidenziato che una singola mutazione genetica potrebbe essere sufficiente per migliorare significativamente la capacità del virus di legarsi ai recettori delle cellule umane. Inoltre, sono state osservate rare mutazioni genetiche in casi umani gravi, come quello recentemente segnalato in Louisiana.

Emergenza di nuove varianti
Sono emerse nuove varianti del virus con caratteristiche preoccupanti:
– La variante Fujian è diventata il ceppo predominante in gran parte dell’Asia.
Alcuni ceppi hanno mostrato una leggera riduzione della suscettibilità all’oseltamivir, un farmaco antivirale comunemente usato.

Rischio di riassortimento genetico
Gli esperti sono particolarmente preoccupati per la possibilità che il virus H5N1 possa infettare i maiali, che possono essere ospiti sia di virus aviari che umani. Questo scenario potrebbe portare a un riassortimento genetico, creando potenzialmente una nuova variante del virus più adatta alla trasmissione umana.

Preparazione e sorveglianza
Sebbene il rischio attuale per la popolazione generale rimanga basso, le autorità sanitarie stanno prendendo sul serio la minaccia. La dichiarazione dello stato di emergenza in California per l’epidemia nei bovini da latte e l’intensificazione della sorveglianza virologica sono esempi di misure preventive fondamentali per evitare ulteriori diffusioni nell’uomo.

Mentre non c’è ancora evidenza di una trasmissione sostenuta da persona a persona, la combinazione di questi fattori rende l’influenza aviaria una minaccia potenziale che richiede un monitoraggio costante e una preparazione proattiva da parte della comunità scientifica e delle autorità sanitarie globali.

Citazioni:
https://www.marionegri.it/magazine/influenza-aviaria-nuova-pandemia

INFLUENZA AVIARIA: NEGLI USA PRIMO CASO UMANO GRAVE DI H5N1, IL RISCHIO RIMANE COMUNQUE BASSO


https://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/mondo
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/avian-influenza
https://www.vet33.it/cronaca/2372/influenza-aviaria-stati-uniti-mutazioni-nel-primo-caso-umano-grave.html
dr. Paolo Meo
direttore Cesmet Clinica del Viaggiatore
infettivologo tropicalista

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Brasile – 02 – Alert sanitari

 

 

Novembre 2024: il virus OROPUCHE costituisce un nuovo allarme in tutta l’America Latina e Caraibica.
Nel 2024 sono stati diagnosticati oltre 10.000 casi in diversi paesi.  La stragrande maggioranza si trova in Brasile. Tra il 2015 e il 2022 le denincie di questa malattia sono state in Brasile di 261. Nel 2024 i casi sono aumentati in modo esponenziale. La zanzara Aedes è il vettore del visus.  Ma in uno studio pubblicato sulla rivista del CDC, Emerging Infectious Disease, a ottobre 2024 riporta che il contatto sessuale potrebbe essere un modo per trasmettere il virus.
Oropuche si diffonde con una puntura d’insetto
A propagare il virus vari insetti, oltre le zanzare, tra cui i moscerini ed i rapporti sessuali con persone portatrici del virus. Il virus, della stessa famiglia dello Zica , colpisce i feti.
Il virus è stato identificato per la prima volta nel 1955 e ha preso il nome dal villaggio di Trinidad in cui è stato trovato. La pronuncia: “o-ro-push”.
L’oropouche è ospitato in uccelli, scimmie, roditori e bradipi. È un arbovirus come la dengue, lo Zika e la Chikungunya, il termine si riferisce a qualsiasi malattia causata da punture di insetti.

Al settembre 2024, la situazione della dengue in Brasile riferita dalle autorità sanitarie è critica.

Oltre 9 milioni di casi sono stati segnalati ufficialmente dall’inizio dell’anno.

I casi non denunciati sono un numero molte volte maggiore.

Questo rappresenta un aumento significativo rispetto al 2023 e rende il Brasile il paese con il maggior numero di casi di dengue nella regione delle Americhe.

Per maggiori informazioni consulta il sito web: www.dengueonline.it

Brasile, ancora in aumento i casi di Dengue- 12 Aprile 2024

 

Al 10 aprile sono più di 3 milioni i casi di Dengue denunciati in Brasile dall’inizio dell’anno, superando in pochi mesi il totale dei casi dell’intero 2023. I decessi confermati sono 1256, mentre per altri 1857 sono in corso esami di conferma.
Gli stati che denunciano un aumento di casi sono…….Leggi tutto

MAGGIO 2024: FEBBRE GIALLA
Casi della malattia sono stati denunciati nello stato di Minas Gerais, Anche nei primi mesi del 2023 ci sono alcuni casi sospetti della malattia. I pazienti hanno presentato febbre, ittero, dolori muscolari e dolori febbrili. Sono state individuate diverse scimmie portatrici sane del virus. Le scimmie costituiscono il serbatoio e la causa dei nuovi casi anche se sporadici. Importante la copertura vaccinale.

GIUGNO 2024: CHIKUNGUNYA Fino al MESE DI APRILE l’aumento dei casi della malattia è stato del 120%, da 16.971 a 35.569 casi probabili. Le più alte percentuali di aumento sono state osservate nella regione del sud-est, con enfasi sugli stati di Minas Gerais e Espírito Santo. Altri in aumento sono Tocantins, Mato Grosso do Sul, Bahia e Sergipe.
Essenziale l’attenzione alla puntura delle zanzare con l’utilizzo di repellenti efficaci.

 

Dengue: dichiarato a Rio de Janeiro lo stato di emergenza- 7 febbraio 2024

 

Nel solo mese di Gennaio i casi hanno superato i 10.000, quasi quanto la metà dell’intero anno precedente. La diffusione e la gravità della situazione hanno spinto le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza, anche in vista dell’approssimarsi del carnevale che radunerà in piazza e nelle strade milioni di persone.  Ai viaggiatori diretti in zone a rischio è raccomandato il vaccino e grande attenzione a evitare le punture di zanzara. Approfondimenti sulla Dengue qui.

La Dengue in Brasile: la situazione si aggrava  – 3 febbraio 2024

 

L’epidemia di “febbre virale da Dengue in Brasile” si aggrava nel mese di gennaio 2024. I casi sono cresciuti nelle prime 3 settimane del 2024 di oltre 500% rispetto allo stesso mese del 2023. Nello stato brasiliano di Rio de Janeiro il numero dei casi certi è aumentato del 587% nelle prime 3 settimane di gennaio. I casi denunciati sono oltre 10.000; i casi presunti sono 10 volte superiori. Gli ospedali e le cliniche private a Rio de Janeiro e nello Stato hanno registrato un aumento di casi medio del 778 %. I dati provengono dal ministero della Salute.

Come all’epoca del Covid-19 le autorità sanitarie stanno pensando di convertire alcune strutture sanitaria esclusivamente alla gestione del problema della febbre virale di Dengue per aumentare la capacità di assistenza per i casi gravi ed avanzati della malattia. Siamo in una reale situazione di emergenza.

Un altro pilastro della strategia……………..continua  a leggere qui

 

 

 

30 LUGLIO 2023: TURISTA ITALIANO MUORE DI DENGUE. AVEVA 14 ANNI
L’evento drammatico purtroppo conferma la pericolosità della malattia e la necessità di un’attenta prevenzione. Leggi tutto

MAGGIO 2023: DENGUE a Rio de Janeiro:
I casi in città sono aumentati del 600% rispetto agli anni precedenti. Nel 2023 in tutto il Paese i contagi sono aumentati del 46% Nelle grandi città ed in particolare a Rio c’è stato un esponenziale aumento dei casi di dengue. L’epidemia di Dengue raramente si è manifestata così diffusa. Le zanzare Aedes Aegypti mantengono la trasmissione con un aumento del 600% del numero di diagnosi confermate dall’inizio dell’anno 2023.
Vista la gravità della situazione, l’amministrazione comunale di Rio ha riferito di stare “monitorando” diverse aree della metropoli, soprattutto nella zona ovest, dove si è registrato il maggior numero di contagiati. L’Organizzazione panamericana della sanità ha riferito che in tutto il Brasile i casi di dengue hanno registrato un aumento del 46% nei primi due mesi del 2023, quando sono stati rilevati 158.310 contagiati. Tra gennaio e febbraio c’è stato un aumento della presenza della zanzara Aedes aegypti. I sintomi manifestati sono stati febbre, eruzioni cutanee e dolori muscolari e articolari.
Lo stato di Espirito Santo sta vivendo nel 2023 la più seria epidemia con 29mila contagi e nove morti.
A Minas Gerais i casi sono stati 7mila con sei morti.
A Rondonia, solo a gennaio sono stati confermati più di mille pazienti, il 40 per cento in più rispetto a tutto il 2022.
I decessi causati da patologie riconducibili al contagio sono stati 987, in aumento del 301 per cento in un anno.

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MARZO 2023: Approvazione in Brasile del nuovo vaccino contro la Dengue: il Q-DENGA della casa Takeda.
Il 2 marzo l’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria del Brasile (Anvisa) ha approvato la registrazione del nuovo vaccino contro la dengue, il Qdenga,

MARZO 2024 Morbillo
Da alcuni mesi è in atto una epidemia di morbillo. il numero dei casi si mantiene elevato ed è in crescita. I casi di morbillo sono presenti nella maggior parte delle province del paese.

ANNO 2024: MALARIA

L’innalzamento delle temperature e dell’umidità, le piogge portano all’aumento della diffusione di diversi tipi di zanzare (Aedes e Anopheles), con il propagarsi di malattie di origine virale e parassitario. E’ ciò che si è verificato in modo anomalo, con l’aumento di casi di malaria, anche mortali, in aree del paese anche ad altitudine superiore ai 1800 metri. Ciò conferma la necessità di una informazione corretta ed aggiornata sulle reali situazioni epidemiologiche sul paese, al fine di attuare il miglior protocollo preventivo e la profilassi più adeguata.

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Syria – Aleppo 30 novembre 2024:, situazione sanitaria durante l’escalation del conflitto tra truppe regolari siriane e ribelli Jihadisti nel centro della città.

La situazione sanitaria ad Aleppo è estremamente critica a causa dell’escalation del conflitto e dell’invasione jihadista in corso.

Ecco un quadro della situazione attuale e delle prospettive per i prossimi giorni:
Stato del sistema sanitario:
I due dei principali ospedali di Aleppo hanno annunciato di essere quasi al limite della capacità di ricovero e di attività;
La maggior parte degli ospedali privati ha chiuso a causa degli scontri in corso;
Molte strutture sanitarie hanno sospeso i servizi, soprattutto nelle aree vicine alle linee del fronte, al di fuori della città;
– L’ospedale di Bab Al-Hawa, uno dei più grandi della Siria nord-occidentale, ha sospeso le visite mediche ambulatoriali e gli interventi chirurgici non urgenti, limitando le operazioni ai casi critici

Malattie infettive e rischi sanitari
– Esiste allo stato attuale un alto rischio di diffusione di malattie infettive a causa della mancanza di servizi igienico-sanitari, dell’approvvigionamento idrico limitato e del sovraffollamento;
– SCABBIA: è una delle infestazioni preoccupanti, specialmente nei campi profughi densamente popolati, sono state segnalati 8.944 casi poco dopo l’inizio del conflitto;
– COLERA: il focolaio di colera è iniziato fin dall’agosto 2022 dalle campagne circostanti Aleppo, e si è poi diffuso in città e nel nord del paese. Attualmente è in ripresa nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli; già presente prima del conflitto, si sta diffondendo ulteriormente a causa della mancanza di acqua potabile e servizi igienici adeguati. il colera è uno dei simboli delle difficoltà socio-economiche della Siria determinate dalla guerra, dalla povertà, dalle sanzioni, dagli effetti del cambiamento climatico; tutti fattori che pesano tantissimo sulla popolazione;
– INFEZIONI RESPIRATORIE: sono le più comuni dopo i terremoti, con un’incidenza di 328,5 casi su 100.000 persone, più di 54.000 casi riportati;
– DIARREA: oltre 33.000 casi segnalati, soprattutto tra i bambini sotto i cinque anni[1].
– RISCHIO DI EPIDEMIE è elevato a causa della distruzione delle infrastrutture idriche e sanitarie nella città e nei sobborghi;

Previsioni per i prossimi giorni di dicembre ‘24
1. Aumento dei casi di malattie infettive: Con lo sfollamento di migliaia di persone e il sovraffollamento nelle aree di accoglienza, è probabile un aumento dei casi di malattie trasmissibili tra cui scabbia, colera, infezioni gastrointestinali. I casi di morbillo sono in aumento e potrebbero creare seri problemi;
2. Peggioramento dell’accesso alle cure: La chiusura di molte strutture sanitarie e l’interruzione dei servizi medici porteranno a un ulteriore deterioramento dell’accesso alle cure essenziali;
3. Carenza di medicinali e forniture mediche: Con l’interruzione delle catene di approvvigionamento, si prevede una grave carenza di medicinali e forniture mediche essenziali;
4. Aumento della mortalità per patologie curabili: La mancanza di accesso alle cure può portare a un aumento dei decessi per patologie normalmente curabili come polmoniti, ernie o appendiciti ed altro.
5. Impatto sulla salute mentale: L’escalation del conflitto avrà un grave impatto sulla salute mentale della popolazione, con un aumento dei casi di stress post-traumatico, ansia e depressione;
6. Rischi per gruppi vulnerabili: Bambini, donne incinte e persone con disabilità sono particolarmente a rischio a causa della mancanza di servizi specializzati e campagne di vaccinazione;
– La copertura vaccinale per il morbillo in Siria è crollata dall’80% pre-conflitto al 53%;
– La copertura vaccinale contro la poliomielite è del 65% con una dose e del 52% con tre dosi, aumentando il rischio di focolai;

Per affrontare questa crisi sanitaria, è fondamentale un immediato aumento del sostegno umanitario internazionale, con particolare attenzione alla fornitura di servizi medici d’emergenza, medicinali essenziali, acqua potabile e servizi igienico-sanitari. La comunità internazionale dovrà agire rapidamente per prevenire una catastrofe umanitaria su larga scala.

Deterioramento delle infrastrutture sanitarie
Il 35% degli ospedali e il 38% dei centri di assistenza sanitaria primaria non sono pienamente operativi, limitando l’accesso alle cure e la disponibilità di medicinali e forniture;
– La mancanza di carburante ha bloccato gli impianti di desalinizzazione e la raccolta dei rifiuti, creando condizioni favorevoli alla diffusione di insetti e roditori vettori di malattie;
Sovraffollamento e condizioni igieniche precarie
– Gli sfollamenti di massa hanno portato a un sovraffollamento nei campi profughi e nei rifugi temporanei, creando condizioni ideali per la trasmissione di malattie infettive;
– La mancanza di accesso all’acqua potabile e servizi igienici adeguati aumenta il rischio di malattie di origine idrica e alimentare;
Oltre 2 milioni di persone vivono in insediamenti di tende soggetti a inondazioni, affrontando temperature invernali rigide che favoriscono la diffusione di infezioni respiratorie;
In conclusione, le attuali ostilità stanno creando un ambiente estremamente favorevole alla diffusione di malattie infettive, mettendo a dura prova un sistema sanitario già fragile e compromettendo la capacità di prevenzione e risposta alle epidemie.

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La malaria uccide ancora. Imprenditore muore in Sardegna dopo una vacnza a Zanzibar. Alcune riflessioni

L’ennesimo drammatico evento, questa volta ad Olbia, ha scosso i viaggiatori e sembra che sia cresciuto l’allarme tra i turisti diretti verso diverse destinazioni tropicali. Imprenditore muore di malaria ad Olbia.
Ma in che senso ha messo in allarme i turisti, le agenzie, i tour Operator? Ma non era un problema che esiste da quando esiste il mondo? Ma può essere che deve sempre scapparci il morto per ricordare alla pubblica opinione che nel tropico bisogna difendersi da una serie di malattie, a cominciare dalla malaria?
Carlo Iervolino, imprenditore 45enne, è deceduto nel reparto di rianimazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia a causa di una malaria, esitata in poche ore in malaria cerebrale, contratta durante un recente viaggio a Zanzibar.
L’isola di Zanzibar è un paradiso con rischi spesso sottovalutati. Questo tragico episodio getta nuova luce sui pericoli spesso coperti e non indicati di alcune mete turistiche apparentemente idilliache. Anche Zanzibar, rinomata per le sue spiagge paradisiache e acque cristalline, presenta insidie come tutti i paesi del mondo, ed in particolare quelle insidie dei paesi tropicali. La presenza della zanzara Anopheles che è vettore del plasmodio della malaria, mantiene il rischio della malattia, e la zanzara Aedes, continua a diffondere i virus della dengue.
Il caso di Iervolino sottolinea l’urgente necessità di una maggiore consapevolezza e preparazione da parte dei viaggiatori. Tra le prime forme di prevenzione la “protezione dalle punture di insetto” rappresenta la prima linea di protezione. L’uso di repellenti e zanzariere è di fondamentale importanza.
La “Profilassi farmacologica” costituisce quella protezione senza la quale viaggiare in alcune zona è rischioso. La consultazione con lo specialista prima del viaggio è cruciale per determinare la profilassi più adatta.
Ricordo, dalla mia esperienza quarantennale in molti paesi africani, che ad oggi la Doxiciclina costituisce una scelta efficace e sicura, ma da prendere sempre dopo prescrizione medica. Infatti per i paesi dell’Africa orientale, inclusa Zanzibar, la doxiciclina 100 mg si conferma come una delle opzioni più efficaci. Protegge dalla malaria, fornisce un ottima copertura contro diarrea del viaggiatore, previene da infezioni da morso di zecca, da alcune malattie batteriche sessualmente trasmissibili, da infezioni della pelle durante il viaggio.
Desidero ricordare ancora ai futuri viaggiatori che questa tragedia serve come severo monito: nessuna destinazione tropicale può essere considerata completamente sicura dalla malaria. I turisti devono essere consapevoli dei rischi e prendere tutte le precauzioni necessarie.
E’ anche un monito nei confronti di una parte della classe medica troppe volte superficiale e priva di quella attenzione e rapidità nel prendere decisioni. Il malessere, anche lieve, in coloro che tornano da aree a rischio malattie tropicali, va sempre interpretato prima escludendo le forme e le malattie più gravi e poi pensando a “colpi d’aria”, che da clinico non ho ancora capito cosa sono, e a malattie lievi nostrane. Pensiamo sempre al peggio per essere tranquilli di aver valutato ogni cosa.
E per tutti i viaggiatori la prevenzione e la consapevolezza sono le chiavi per godere di vacanze sicure e indimenticabili.

Buon viaggio a tutti. Dr. Paolo Meo medico tropicalista – infettivologo

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La situazione Dengue nella regione OMS delle Americhe

Il dettaglio della situazione Dengue nella regione OMS delle Americhe.

La Regione Americhe dell’OMS comprende 35 paesi e per ognuno di essi vengono riportati i dati aggiornati della situazione in atto e  in evoluzione della Dengue.

Non solo numeri, ma anche osservazioni sui fattori favorenti la diffusione dell’infezione, gli strumenti a disposizione e le prospettive future, laddove è possibile farne.

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Aumento esponenziale dei casi di dengue nel corso del 2024

Durante l’anno 2024 l’Indonesia sta affrontando un aumento significativo dei casi di dengue che hanno avuto un andamento esponenziale rispetto agli anni precedenti.

A causa delle condizioni climatiche avverse e mutate rispetto a qualche anno fa, ossia innalzamento delle temperature, elevata umidità, piogge insistenti alternate a sole caldo, l’ambiente di tutte le isole è divenuto favorevole alla riproduzione delle zanzare, in particolare le “Aedes aegypti”, che sono vettori principali del virus della dengue e delle altre arbovirosi presenti nel paese.

Continua ad essere segnalata la presenza di rischio di infezione DENGUE per la diffusione sia nella popolazione locale che in turisti di ritorno da queste zone.

La situazione è preoccupante per il costante aumento dei casi rispetto all’anno 2023.

Maggiori informazioni sul nostro sito dedicato alla Dengue. Clic o tap qui.

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Al settembre 2024, la situazione della dengue in Brasile riferita dalle autorità sanitarie è critica.

Oltre 9 milioni di casi sono stati segnalati ufficialmente dall’inizio dell’anno.

I casi non denunciati sono un numero molte volte maggiore.

Questo rappresenta un aumento significativo rispetto al 2023 e rende il Brasile il paese con il maggior numero di casi di dengue nella regione delle Americhe.

Per maggiori informazioni consulta il sito web: www.dengueonline.it

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Il pericolo viene dalle zecche. Scoperto nell’uomo un nuovo virus trasmesso da questi artropodi. WELT , un orthonairovirus che viene dall’EST.

Un nuovo tipo di virus, trasmesso dalle zecche, è stato recentemente scoperto nell’uomo, suscitando preoccupazioni per il suo potenziale di scatenare infezioni cerebrali mortali. Questo virus, chiamato Wenzhou orthonairovirus (WELV), è stato identificato per la prima volta in un paziente cinese di 61 anni, che è stato morso da una zecca durante una visita a un parco in Mongolia. La scoperta, pubblicata sul New England Journal of Medicine, rappresenta un passo avanti nella comprensione delle malattie trasmesse dalle zecche, ma solleva anche interrogativi sul rischio di nuove infezioni emergenti.

ZECCA SUL PRATO
                          ZECCA SUL PRATO

Il contesto delle malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche sono note da tempo per essere vettori di una vasta gamma di malattie infettive. La malattia di Lyme, una delle malattie più conosciute, è causata dal batterio Borrelia burgdorferi e può portare sintomi debilitanti come affaticamento cronico, dolori articolari e problemi neurologici ed anche problemi cardiocircolatori se non trattata tempestivamente. Altre malattie sono la babesiosi, la rickettsiosi e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF), che sono anch’esse trasmesse dalle zecche e hanno effetti potenzialmente gravi sulla salute umana. Le rickettsie sono l’agente causale del Tifo esantematico, malattia sistemica, del sangue e della microcircolazione, particolarmente grave.
Tuttavia, il WELV rappresenta una nuova minaccia nel panorama delle infezioni trasmesse da questi piccoli parassiti. Sebbene sia stato scoperto per la prima volta nel 2019, la sua esistenza e il suo impatto sono stati divulgati solo di recente, attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale.

La scoperta del virus WELV
Il caso del paziente di 61 anni ha fornito il primo indizio dell’esistenza del WELV. L’uomo si è presentato all’ospedale di Jinzhou, nella provincia di Liaoning, in Cina, con sintomi che includevano febbre, mal di testa, vomito, scarso appetito e linfonodi ingrossati. Questi sintomi si sono sviluppati cinque giorni dopo la visita in Mongolia, dove aveva trascorso del tempo in un parco noto per essere infestato da zecche.
Inizialmente, i medici hanno trattato il paziente con antibiotici, ipotizzando che fosse affetto da un’infezione batterica, come spesso avviene nei casi di morsi di zecche. Tuttavia, quando i sintomi non sono migliorati, ulteriori indagini hanno rivelato la presenza di un virus sconosciuto fino a quel momento, appartenente alla famiglia degli orthonairovirus. Gli orthonairovirus sono una famiglia di virus che comprende altri agenti patogeni pericolosi, come il già citato CCHF, il quale può essere letale in una percentuale significativa di casi.

La trasmissione e la diffusione del WELV
Il WELV è trasmesso principalmente dalle zecche, che agiscono come vettori del virus. Tuttavia, come per altre malattie trasmesse da questi artropodi, anche gli animali da allevamento possono essere una fonte di infezione, in quanto possono essere serbatoi di questo virus. Ciò è particolarmente preoccupante per le persone che lavorano a stretto contatto con animali o che vivono in aree

WELV - ORTHONAIROVIRUS
            WELV – ORTHONAIROVIRUS

rurali dove il bestiame è abbondante. L’infezione può anche diffondersi tra gli esseri umani attraverso il contatto con fluidi corporei infetti, un rischio significativo in contesti sanitari se le attrezzature mediche non vengono adeguatamente sterilizzate.
Per capire meglio la diffusione del virus, i ricercatori hanno intrapreso uno studio su larga scala raccogliendo circa 14.600 zecche in tutta la Cina settentrionale. L’analisi ha rivelato che almeno cinque diverse specie di zecche erano capaci di trasportare il WELV, ma la Haemaphysalis concinna era la più comune e diffusa. Questo dato suggerisce che il virus potrebbe essere presente in varie regioni e trasportato da molteplici vettori, aumentando il rischio di diffusione geografica.

Dopo l’identificazione del WELV nel paziente di 61 anni, i medici hanno iniziato a testare altri individui che presentavano sintomi simili. L’indagine ha portato alla scoperta di altri 20 casi di infezione virale causata dal WELV. I pazienti affetti presentavano sintomi come vertigini, mal di testa, mal di schiena, nausea e diarrea. Tuttavia, i test hanno anche evidenziato che il virus può danneggiare i tessuti e influenzare la coagulazione del sangue, portando in alcuni casi a sintomi più gravi.
Uno dei pazienti infetti è entrato in coma e ha mostrato un aumento significativo dei globuli bianchi attorno al cervello e al midollo spinale, segnalando che il virus può causare gravi complicazioni neurologiche. Questo aspetto del virus lo rende particolarmente preoccupante, poiché suggerisce che possa avere un impatto devastante sul sistema nervoso centrale, in particolare nei pazienti vulnerabili.

Esperimenti di laboratorio e implicazioni per la salute umana
Per valutare ulteriormente il potenziale patogeno del WELV, i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio su topi infettati con il virus. I risultati sono stati allarmanti: il virus ha causato infezioni gravi in molti dei topi, portando a danni multi-organo e, in alcuni casi, alla morte. Tra gli organi colpiti, il cervello e il sistema nervoso centrale sono stati particolarmente vulnerabili, confermando che il virus può avere effetti neurotossici potenzialmente letali.
Questi risultati suggeriscono che, mentre il WELV può causare infezioni lievi o moderate in alcuni casi, potrebbe avere esiti molto più gravi in pazienti con un sistema immunitario compromesso o in coloro che non ricevono trattamenti tempestivi e adeguati. La scoperta del virus ha sollevato serie preoccupazioni sul suo potenziale di diffondersi più ampiamente tra gli esseri umani, in particolare in regioni dove la sorveglianza delle malattie trasmesse dalle zecche non è adeguata.

Il ruolo delle zecche nella trasmissione di virus emergenti
Le zecche sono tra i parassiti più antichi e resilienti al mondo, esistendo da milioni di anni e adattandosi a una vasta gamma di habitat. Ciò le rende vettori ideali per molte malattie emergenti, in quanto possono trasportare virus, batteri e parassiti da un ospite all’altro senza essere gravemente danneggiate. Negli ultimi decenni, con il cambiamento climatico, la globalizzazione e la modificazione degli ecosistemi, la popolazione di zecche è aumentata in molte regioni, portando a un aumento dei casi di malattie trasmesse da questi parassiti. . Le zecche, con la loro capacità di sopravvivere in una vasta gamma di ambienti e di nutrirsi su un’ampia varietà di ospiti, rappresentano uno dei principali vettori di malattie emergenti. Il loro ciclo di vita e la loro capacità di infettare più ospiti nel corso della loro esistenza le rendono un punto critico nella trasmissione di agenti patogeni emergenti.

Gli orthonairovirus, famiglia a cui appartiene il WELV, sono noti per causare malattie potenzialmente letali. Il virus della febbre emorragica di Crimea-Congo, uno dei più noti orthonairovirus, si diffonde principalmente attraverso il contatto con il sangue o i tessuti di animali infetti, come il bestiame. Le zecche, nutrendosi del sangue di vari ospiti, possono diventare facilmente vettori di agenti patogeni, trasferendo virus, batteri e parassiti da un organismo all’altro. La CCHF è endemica in molte regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale, dove l’interazione tra zecche, animali e uomini è frequente. I sintomi includono febbre alta, emorragie interne ed esterne e, in molti casi, la morte. Il tasso di mortalità può arrivare fino al 40%, a seconda della tempestività e dell’efficacia del trattamento.
Il fatto che il WELV appartenga alla stessa famiglia di virus suggerisce che potrebbe potenzialmente evolversi in una malattia altrettanto grave, sebbene al momento i casi conosciuti sembrino avere un tasso di mortalità molto inferiore. Tuttavia, poiché il virus è stato scoperto solo di recente, è necessario continuare a monitorarne la diffusione e valutare con attenzione il suo impatto potenziale sulla salute pubblica.

Il rischio di infezioni zoonotiche
Il WELV rappresenta un esempio lampante di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose per l’umanità, come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS, hanno origine in animali selvatici o domestici. La vicinanza crescente tra esseri umani e fauna selvatica, sia attraverso la deforestazione sia attraverso il commercio illegale di animali esotici, ha aumentato il rischio di queste infezioni.
Le zecche, che si nutrono del sangue di animali e persone, rappresentano un ponte perfetto per il trasferimento di patogeni dagli animali agli esseri umani. Il WELV potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga serie di virus zoonotici che emergono a causa dell’aumento delle interazioni tra l’uomo e la natura. Per questo motivo, gli esperti di salute pubblica raccomandano una sorveglianza continua delle malattie zoonotiche e una maggiore attenzione alla prevenzione.
Il WELV è un esempio di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose che colpiscono l’umanità hanno origine zoonotica, inclusi virus come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS.

dr. Paolo Meo

Il pericolo viene dalle zecche. Scoperto nell’uomo un nuovo virus trasmesso da questi artropodi. WELT , un orthonairovirus che viene dall’EST. Leggi tutto »

Emergenza Mpox: l’Europa è a rischio? Tutto quello che c’è da sapere sul virus e le vaccinazioni

Allerta del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo. Ma esiste un vaccino

21.08.2024 15:44

Anche l’Europa, dopo il primo picco dei casi del 2022, ed in seguito ai primi casi della nuova variante di Mpox, ha alzato l’attenzione attraverso il suo Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC), raccomandando un rafforzamento delle misure preventive contro una possibile epidemia, ossia un aumento esponenziale dei casi del poxvirus, attraverso la diffusione della nuova variante. I primi casi sono statti segnalati in Svezia ed in Spagna con la variante più contagiosa ed aggressiva del virus fuori dall’Africa.

La situazione in Italia e nel mondo

La possibilità di contrarre la malattia di Mpox in Italia è molto bassa allo stato attuale. Nel nostro paese, non sono stati ancora accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. Alcuni casi continuano ad essere diagnosticati nel corso del 2024, ma sono determinati dal vecchio tipo di Mpox virus, molto meno aggressivo e diffusivo dell’attuale e che si manifesta con casi sporadici la maggior parte dei quali sono autolimitantesi.
La possibilità di contrarre il virus è più elevata ma sempre improbabile per chi si reca nei paesi africani dove si è sviluppata la variante Clade Ib. Prima fra tutte la Repubblica Democratica del Congo; quindi i paesi limitrofi quali Sierra Leone, Liberia, Burundi, Uganda, Kenya, Ruanda, Repubblica Centro Africana. L’ipotesi di contagio è legato soprattutto ai comportamenti di ciascuno, primi tra tutti quelli sessuali, legati soprattutto a rapporti maschi/maschi. Ma il virus un certe circostanze può sopravvivere nell’ambiente contaminato. Quindi attenersi alle normali regole di igiene, a cominciare dall’igiene delle mani, è importante per tutte le malattie di origine infettiva compresa la Mpox.

Cos’è l’Mpox

L’Mpox, inzialmente conosciuto come vaiolo delle scimmie, è un poxvirus, simile al vaiolo umano. Dal 1958, anno della prima evidenza del virus nelle scimmie ed in altri mammiferi, in particolare roditori, ha costituito una presenza costante nelle foreste pluviali congolesi. Una epidemia mondiale si è verificata nel 2022 e ancora continua con casi sporadici ma diffusi; la nuova variante di Mpox (del 2024) chiamata CLADE I b si è manifestata in RDC nel dicembre 2023.
Il primo caso umano è stato identificato la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale. I pazienti colpiti da Mpox presentano spesso un’eruzione cutanea vescicolare o pustolosa, che può essere dolorosa, accompagnata da sintomi come febbre, malessere e linfoadenopatia. La maggior parte dei casi si autolimitano e non creano problemi negli organi interni nè tendono a cronicizzare. La prevenzione primaria passa attraverso la vaccinazione.
Il virus del vaiolo delle scimmie, come il vaiolo, appartiene al gruppo degli Orthopoxvirus e presenta due ceppi distinti, uno originario dell’Africa occidentale e l’altro del bacino del Congo.

Come avviene il contagio

La trasmissione da persona a persona avviene tramite stretto contatto prolungato, con le principali vie di trasmissione. Inoltre, la trasmissione può avvenire da madre a feto attraverso la placenta. Tuttavia, non è ancora chiaro se il virus possa essere trasmesso attraverso lo sperma o i liquidi vaginali.
Durante l’epidemia del 2022, molti casi sono stati attribuiti alla trasmissione durante incontri sessuali o intimi, probabilmente a causa del contatto diretto con lesioni infettive o secrezioni respiratorie. Il periodo di incubazione varia generalmente tra 1 e 2 settimane, ma può estendersi fino a 3 settimane.

L’evoluzione della malattia virale nella realtà quotidiana; quali sono i rischi; come evitare la possibilità molto remota di un contagio; l’utilizzo di vaccini efficaci.

Considerazioni sui criteri di informazioni confusa ed inesatta.

La paura delle persone nei confronti del “virus mpox” si diffonde nuovamente ovunque nel mondo a causa di una informazione spesso errata, imprecisa e superficiale fornita dalla maggior parte dei media. La modalità di fornire la notizia modifica la percezione del rischio e la reale valutazione dei rischi.

Una precisazione sul mpox virus.

Il virus Mpox, l’orto-poxvirus, il cosiddetto virus del “vaiolo delle scimmie”, da quando è stato identificato nei primati nel 1958, è sempre rimasto nei mammiferi, portatori sani o sintomatici, all’interno dei loro ambienti, ossia circoscritto nelle umide foreste equatoriali africane. In queste aree, dove infettava piccoli roditori e grandi primati, diffondeva anche nell’uomo, attraverso il contatto stretto con gli stessi animali. Negli stessi decenni le campagne vaccinali sul vaiolo classico riuscivano ad eliminare il virus. L’ultimo caso di vaiolo umano “classico” fu diagnosticato nel 1981 in Somalia, lungo le sponde dell’Uebi Scebeli. La più grande vittoria dell’uomo sul mondo microbico.
Ma morto un papa se ne fa un altro. E finito (a quanto pare) il virus del vaiolo umano, (Variola) della famiglia degli Orthopoxviridae sono rimasti in natura il virus del vaiolo bovino (Cowpox virus), il virus del vaiolo della scimmia (monkeypox virus) e il virus vaccinico (Vaccinia virus). Questi virus del vaiolo, tipici degli animali, hanno la possibilità di infettare anche l’uomo. A metà degli anni ’70, si manifestava in un bambino il primo caso di vaiolo delle scimmie. Da allora questo virus si è ritrovato nell’uomo sempre più spesso.

I casi di mpox virus sono sempre stati relegati negli sperduti villaggi all’interno degli ambienti pluviali. Ma i trasporti, la deforestazione, i contatti sempre più frequenti con le grandi città hanno permesso al virus di diffondere. E tra gli uomini il contatto stretto con le lesioni cutanee ha favorito la trasmissione. La malattia si è diffusa non solo nei paesi dell’equatore ma i casi si sono diffusi fuori dall’ambiente africano. La manifestazione dei sintomi è stata quasi totalmente presente in persone a rischio per i loro comportamenti sessuali.

La diffusione di mpox dal 2022

Nel 2022, per una serie di eventi internazionali che hanno favorito assembramenti tra migliaia di persone e comportamenti personali favorevoli alla diffusione del virus, una epidemia si è diffusa da un focolaio ed in breve tempo ha colpito il mondo intero. OMS, a protezione di tutti, ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria, revocata nello stesso anno. I casi si sono manifestati nelle categorie di persone considerate a rischio, in particolare in coloro che hanno rapporti sessuale di tipo omosessuale.
Terminata questa epidemia, certificata da OMS, negli anni 2023 e nel 2024, i casi di Mpox (monkeypox) in Europa e negli Stati Uniti hanno mostrato tendenze diverse di aumenti e diminuzioni.
Stati Uniti e Canada: sono stati registrati 128 nuovi casi nel mese di giugno 2024. Globalmente dal 1 gennaio 2022 gli Stati Uniti hanno segnalato un totale di 33.191 casi di Mpox. La maggior parte dei casi trasmessi attraverso rapporti sessuali in particolare “uomo-uomo”.

Europa: nel corso del 2024 sono stati riportati 685 casi da 20 Paesi dell’UE/SEE. Nel mese di giugno 2024, sono stati confermati 100 nuovi casi, con la maggior parte dei casi segnalati in Spagna (54), Francia (23) e Germania (10). Tutti questi casi si riferiscono al tipo di mpox classico della prima epidemia del 2022.
Nel complesso, la situazione epidemiologica in Europa e negli Stati Uniti è stata influenzata dalla precedente epidemia del 2022-2023, con un numero cumulativo di casi che ha raggiunto picchi significativi, ma con una stabilizzazione nei casi lievi nel 2024. (come riportato da ISS, ECDC, CDC Atlanta.). L’ mpox virus ha continuato a diffondere tra la popolazione, soprattutto attraverso rapporti sessuali a rischio, senza creare rumore.

 

Ma cosa è cambiato rispetto alla situazione precedente del mpox virus e perché la nuova emergenza decretata da OMS?

Dal dicembre 2023 è stata identificata in RD Congo (Kinshasa) una nuova variante del virus mpox, chiamata (mpox clade 1b) molto più diffusiva ed anche aggressiva rispetto all’originale virus del 2022. Questa variante è stata recentemente segnalata per la prima volta in Europa, il 15 agosto 2024, con un caso diagnosticato in Svezia e poi ni Spagna, importata da persone che provenivano da un recente viaggio in RDC. Vista la crescita esponenziale in Africa in RDC e in altri paesi, considerata la capacità di diffondere della nuova variante ed anche la sua aggressività con un aumento della mortalità, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che la situazione del virus mpox, con la sua variante CLADE1, rappresenta “una nuova emergenza di sanità pubblica di rilevanza globale”, evidenziando l’importanza di monitorare la situazione in tutti i paesi.

“emergenza di sanità pubblica globale OMS – una rassicurazione

L “emergenza di sanità pubblica globale” deve rassicurarci e non deve indurre un senso di preoccupazione, tutto questo è fatto per rispondere in modo adeguato all’aumento dei casi. Un sistema di protezione in più a garanzia della salute di tutti. Rafforzare i controlli e l’attenzione dei sistemi sanitari nazionali e sensibilizzare l’opinione pubblica è un vantaggio per tutti.
La variante CLADE 1 si è appena manifestata in Svezia in un viaggiatore che ha presentato sintomi tipici del vaiolo. La persona ha dichiarato di aver avuto comportamenti sessuali a rischio per questa malattia. Per questo motivo ECDC ha avvertito che la probabilità di diffusione della infezione nelle persone a rischio per comportamenti sessuali “tipici” è elevata, ma che la possibilità di infettarsi da parte della popolazione generale tende verso lo zero, ossia è praticamente quasi nulla.


Il messaggio sui rischi deve essere chiaro

Per prima cosa la presenza del virus è molto contenuta. La possibilità di infettarsi è molto bassa nei viaggiatori e ancora più ridotta nei paesi fuori le aree equatoriali. Il messaggio di prudenza e di attenzione è rivolto alle persone che per “comportamenti sessuali a rischio” possono venire a contatto con l’infezione ed ammalare con la nuova variante del pox virus. Poi l’invito ai comportamenti generali di igiene servono ad evitare eventuali , occasionali contatti con il virus, ma sono rivolti alla protezione da qualsiasi malattia infettiva.
Contatti con il virus mpox comunque molto raramente e solamente in circa il 20% evolvono in malattia evidente – sintomatica. Il 75/80% dei contatti, che induco infezione, rimangono asintomatici, e sviluppano una immunità da contatto.  Quindi le raccomandazioni sono quelle: (1) di fare attenzione particolare ad eventuali “manifestazioni generali e sintomi specifici” che inducono il sospetto della presenza del mpox virus; (2) di fare attenzione ai rapporti sessuali considerati a rischio; (3) di effettuare test di laboratorio dopo 2 – 3 settimane da eventuali rapporti a rischio.
Tra le raccomandazioni di ECDC (centri europei malattie infettive) alle autorità sanitarie nazionali vi è quella del tracciamento dei contatti per gestire i potenziali focolai.

 

Una importante pratica preventiva: LA VACCINAZIONE PER MPOX, destinata alle categorie considerate a rischio

 

Indicazioni sulla Vaccinazione

Esiste un vaccino specifico ed efficace contro “il virus mpox” che è attivo anche per le sue varianti: il “Vaccino Imvanex/Jynneos contro il vaiolo delle scimmie” prodotto dalla società farmaceutica Bavarian Nordic, approvato per la popolazione dai 18 anni in avanti. Vista la crescita dei casi in minori, evento manifestatosi con la nuova variante, la casa farmaceutica ha richiesto l’autorizzazione ad estendere la vaccinazione ai giovani di età compresa tra 12 e 17 anni. Attualmente la casa ha confermato di avere a disposizione 500.000 dosi disponibili con possibilità di produrne 10 milioni entro il prossimo anno 2025.

Quali sono le categorie di persone prioritarie per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie

Secondo le indicazioni delle autorità sanitarie internazionali ed anche italiane, le seguenti categorie di persone hanno priorità per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie:
(a) Individui che hanno avuto un contatto stretto con un caso confermato o probabile di vaiolo delle scimmie;
(b) Personale sanitario e di laboratorio che ha avuto un contatto non protetto con un caso di vaiolo delle scimmie o con campioni infetti;
(c) Categorie vulnerabili quali persone con un sistema immunitario indebolito da malattie o trattamenti, oppure donne in gravidanza ma sempre con il grave sospetto di contatto con il virus.

La vaccinazione post-esposizione, idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per i contatti a rischio più elevato, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici.

Il vaccino Jynneos (MVA-BN) presenta differenze significative rispetto ai primi vaccini antivaiolo di prima e seconda generazione:
(A)VACCINO Jynneos (MVA-BN):
(1) è un vaccino di tipo “vivo attenuato, non replicante”;
(2) “Somministrazione”: vengono somministrate due dosi sottocutanee a distanza di 28 giorni; oppure o una dose di richiamo per chi ha ricevuto vaccini per il vaiolo precedenti;
(3) “criteri di sicurezza”: questo vaccino non causa malattia né trasmissione del virus vaccinale, ma modula il sistema immunitario cellulare e anticorpale contro i “virus wilde”;
(4) “Indicazioni”: viene utilizzato per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie negli “adulti ad alto rischio”.
Studi clinici hanno mostrato una sieroconversione (produzione di anticorpi neutralizzanti) in più del 99% delle persone vaccinate dopo 2 dosi;
La risposta immunitaria è identica tra somministrazione sottocutanea e intradermica

In sintesi, Jynneos offre un profilo di sicurezza migliore e una somministrazione più semplice rispetto ai vaccini di generazione precedente.


(B)vaccini di Prima e Seconda Generazione, ovvero quelli di tipo
(1)“Vaccini vivi attenuati” (prima generazione)
(2)“vaccini a virus inattivato” (seconda generazione);
a.“Somministrazione”: Richiedono un ciclo vaccinale che può includere più dosi e possono lasciare cicatrici;
b.“Sicurezza”: Possono causare effetti collaterali più gravi e non sono raccomandati per persone immunocompromesse.

In sintesi, Jynneos induce una forte risposta immunitaria con due sole dosi, con un profilo di sicurezza migliore rispetto ai precedenti vaccini antivaiolo. La risposta è simile sia con somministrazione sottocutanea che intradermica.

Il vaccino Jynneos, noto anche come Imvanex in Europa, è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie. L’EMA ha raccomandato la sua somministrazione per prevenire il vaiolo delle scimmie nel 2022, estendendo così le indicazioni già esistenti per il vaiolo. E’ un vaccino vivo attenuato, progettato per essere sicuro e ben tollerato, senza causare malattia né trasmissione del virus vaccinale.

 

L’AIFA in Italia ha considerato diversi fattori chiave per l’approvazione del vaccino Jynneos e la distribuzione nelle classi a rischio:

(1) Efficacia: dalla Documentazione scientifica “Jynneos” ha dimostrato una forte risposta anticorpale in studi clinici, con una protezione crociata fino all’85% contro il vaiolo delle scimmie, supportata da studi sugli animali che evidenziano la protezione contro l’infezione.
(2) Sicurezza “Profilo di tollerabilità”: Gli effetti collaterali comuni, come dolore e gonfiore nel sito di iniezione, sono stati valutati come gestibili. La sicurezza è stata confermata attraverso studi clinici su popolazioni ampie. (3) Necessità di risposta rapida riguardo al “Contesto epidemico”: L’approvazione è stata accelerata in risposta all’emergenza sanitaria legata al vaiolo delle scimmie, permettendo una rapida disponibilità del vaccino per le categorie ad alto rischio.

Questi fattori hanno contribuito a garantire che Jynneos fosse un’opzione sicura ed efficace per la prevenzione del vaiolo delle scimmie.

La vaccinazione è indicata come:
(1) profilassi nel “pre-esposizione al virus”
(2) prevenzione alla azione del virus nel “post-esposizione”.
Questa va eseguita preferibilmente entro quattro giorni dal sospetto dell’esposizione al virus. Gli effetti collaterali comuni includono dolore e gonfiore nel sito di iniezione, mentre effetti gravi sono rari.

 

FONTI:

Emergenza Mpox: l’Europa è a rischio? Tutto quello che c’è da sapere sul virus e le vaccinazioni Leggi tutto »

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