Paolo Meo - MioDottore.it

Influenza

INFLUENZA 25/26: la Variante K del virus influenzale A/H3N2 corre veloce.

INFLUENZA 25/26: la Variante K del virus influenzale A/H3N2 corre veloce. 
In questo articolo voglio fornire una descrizione delle caratteristiche biologiche e cliniche e qualche consiglio di come proteggersi.

Il VIRUS protagonista indiscusso della stagione 2025/26 è costituito dalla variante K (sottoclade K) del virus influenzale A/H3N2, identificato come “improvvisa” variante emergente già a partire dall’agosto 2025 in Australia. E vi ricorderete che vi avevamo preannunciato che questo ceppo influenzale presentava allora, ed oggi è confermato, sette mutazioni della “proteina emoagglutinina” che gli conferiscono una straordinaria capacità di “eludere l’immunità pregressa della popolazione”, risultante da vaccinazioni precedenti o infezioni naturali passate. E questo rende il mixovirus di quest’anno particolarmente diffusivo.
È fondamentale sottolineare che 
questa variante K NON presenta una maggiore aggressività o severità clinica rispetto all’H3N2 stagionale tradizionale. Piuttosto, la vera caratteristica biologica della variante K risiede nella sua efficienza replicativa e nella velocità di trasmissione, che le ha permesso di prolungare significativamente la stagione influenzale negli emisferi meridionali (Australia e Nuova Zelanda) per almeno un mese oltre il normale.​

Questo aspetto è clinicamente rilevante perché, sebbene la variante non sia più virulenta, la sua capacità di eludere parzialmente l’immunità della popolazione ha generato un picco epidemiologico anticipato e potenzialmente più ampio. Le sequenze genomiche depositate nel database internazionale confermano che in questo periodo invernale il subclade K è nettamente predominante anche in Italia, rappresentando la spina dorsale dell’epidemia attuale.​

Clinicamente, l’infezione da variante K presenta il classico spettro sintomatologico dell’H3N2 stagionale:

  1. febbre alta (>38°C) ad esordio brusco,
  2. tosse intensa,
  3. faringite,
  4. dolori muscolari e articolari marcati,
  5. stanchezza profonda,
  6. congestione nasale
  7. nei bambini, disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea).

È degno di nota che l’H3N2, indipendentemente dal sottoclade, produce manifestazioni febbrili più pronunciate rispetto all’H1N1, che invece tende a manifestarsi con sintomi respiratori superiori più salienti (tosse persistente, mal di gola, congestione nasale).​

Tra le complicanze specifiche documentate figurano

  1. le otiti media,
  2. sinusiti,
  3. bronchiti e polmoniti,
    1. con un rischio aumentato in determinate popolazioni vulnerabili:
      1. anziani over 65,
      2. bambini sotto i 5 anni,
      3. donne in gravidanza,
    2. persone affette da patologie croniche respiratorie (asma, BPCO) o cardiache,
    3. individui immunocompromessi.​

Diffusione Geografica e Temporale: Il Picco Imminente

La diffusione della variante K in Italia mostra le medesime caratteristiche osservate nell’emisfero Sud:

  • un picco epidemiologico anticipato (già evidente a metà dicembre 2025)
  • con previsioni di raggiungimento del picco massimo tra la fine del 2025 e mese di gennaio 2026.

Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità evidenziano tuttavia l’impossibilità di una previsione esatta del momento del picco, sottolineando che esso potrebbe verificarsi in qualsiasi momento tra fine dicembre e inizio febbraio.​

Questa proiezione temporale è supportata dal fatto che l’A/H3N2 ha circolato molto poco negli anni precedenti nella popolazione italiana, generando una cohorte ampia di individui suscettibili, soprattutto nei bambini. Tale gap immunitario a livello di popolazione rappresenta il terreno fertile per una diffusione accelerata.​

La pressione ospedaliera attesa (richiesta di ricoveri per sintomi gravi) dalle autorità sanitarie è descritta come “alta”, con particolare preoccupazione per il mantenimento della capacità di risposta nelle strutture di emergenza-urgenza durante il periodo festivo, noto per ridotte disponibilità di personale sanitario e disponibilità di letti.

Contesto Globale: La Stagione “Record” negli USA 2024/25
Per contestualizzare la gravità della stagione 2024-2025, è illuminante considerare i dati epidemiologici dagli Stati Uniti, dove la sorveglianza è particolarmente rigorosa.
Durante i mesi di picco (ottobre 2024-maggio 2025), gli USA hanno registrato oltre 

  • 47 milioni di casi influenzali, il dato più elevato dal 2010-2011,
  • con 610.000 ospedalizzazioni cumulative (il record storico)
  • e approssimativamente 130.000 decessi per influenza.
  • Il tasso di ospedalizzazione ha raggiunto il 7,0%
    (confrontato al 5,6% della stagione precedente e al 4,9% di due anni prima).​

Particolarmente allarmante è il dato pediatrico:

  • 231 decessi registrati nei bambini,
  • di cui il 90% in soggetti idonei alla vaccinazione ma non vaccinati.
  • Inoltre, il 35,0% dei pazienti con influenza confermata ha richiesto una visita al pronto soccorso entro 30 giorni dall’infezione,
  • percentuale superiore alla media storica (24,1% nel 2012-2013).​

 

Un chiarimento tra le forme della “influenza aviaria H5N1 Clade 2.3.4.4b”
nei confronti della influenza umana Variante K dell’H3N2

Desidero chiarire una potenziale fonte di confusione terminologica e concettuale tra i due tipi influenzali attualmente circolanti nel mondo:
Quando si discute di
variante clade 2″ nel contesto dell’epidemia influenzale attuale, occorre distinguere nettamente tra due entità biologicamente e epidemiologicamente distinte:

  1. Variante K dell’H3N2 stagionale: costituita da “virus influenzale umano” endemico, caratterizzata da trasmissione efficiente umano-umano”, bassa mortalità, dominante globalmente;
  2. Variante Clade 2.3.4.4b dell’H5N1 costituita ad “virus dell’influenza aviaria” ad alta patogenicità (HPAI), spillover zoonotico sporadico, ossia con possibile trasmissione uccelli – mammiferi; spillover recente in bovini da latte (ossia trasmesso da uccelli a bovini), e possibile passaggio da bovini-uomo, con tasso di mortalità estimato 38-48%

La confusione sorge talvolta dal fatto che, nella nomenclatura dell’influenza aviaria, il “clade 2.3.4.4b” si riferisce effettivamente a una linea genetica specifica dell’H5N1.

Tuttavia, nell’ambito dell’epidemia stagionale attuale (dicembre 2025), la pressione virale dominante e i dati epidemiologici pertinenti derivano esclusivamente dalla variante K dell’H3N2, non dall’H5N1.

Parliamo della rara forma di H5N1 Clade 2.3.4.4b: Situazione Epidemiologica Attuale

Sebbene non rappresenti una minaccia immediata all’epidemia stagionale in corso, la situazione dell’H5N1 clade 2.3.4.4b merita una discussione dettagliata data l’importanza della sorveglianza globale e il profilo di rischio pandemico.

Epidemiologia Umana
Dal marzo 2024 al giugno 2025, gli Stati Uniti hanno registrato 70 casi umani confermati di H5N1 clade 2.3.4.4b.
Le esposizioni erano ripartite come segue:

  • 41 da bovini da latte,
  • 24 da polli commerciali,
  • 2 da pollame da cortile,
  • 3 da fonte di esposizione sconosciuta. L’ultimo caso registrato negli USA risale a maggio 2025, suggerendo una fase calante dell’incidenza umana negli Stati Uniti.​

A livello mondiale, dal 2003 al maggio 2025, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 972 casi confermati di H5N1 con 468 decessi, per un tasso di mortalità cumulativo del 48%.
Nel 2025 (dati fino a
maggio), sono stati registrati 13 casi globali con 5 decessi, corrispondente a un tasso di mortalità del 38%.​

È fondamentale evidenziare che non è stata mai documentata trasmissione uomo-uomo  sostenuta di H5N1 clade 2.3.4.4b. Tutti i casi umani derivano da esposizioni dirette a fonti animali (avicoltura, bovini da latte, ecc.).​

Patogenesi e Adattamento Mammifero
La particolarità biologica più inquietante del clade 2.3.4.4b è la sua progressiva adattamento a ospiti mammiferi.

Fino al marzo 2024
, i virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità non si riteneva causassero infezioni economicamente significative nei bovini.
L’identificazione del genotipo B3.13 nei bovini da latte del Texas e Kansas ha rappresentato un precedente senza storia.
Questo genotipo ricombinante, derivante da una fusione di geni dell’HPAI H5N1 europeo e dell’LPAI nord-americano,
si è successivamente diffuso a 17 stati americani e a oltre 1.000 mandrie.​

Nei bovini, l’infezione si manifesta prevalentemente come mastite e ridotta produzione lattea, con sintomi respiratori lievi. Tuttavia, un genotipo distinto (D1.1), un altro ricombinante HPAI-LPAI, ha causato due casi umani gravi, uno fatale in California.

La caratteristica biologica di massima preoccupazione risiede nel dual receptor-binding capacity osservato nei ceppi bovini isolati: il virus mantiene l’avidità per i recettori α2,3-sialici (di tipo aviario) mentre acquisisce capacità di legame ai recettori α2,6-sialici (di tipo umano), presenti nell’epitelio respiratorio superiore umano. Questa adattabilità recettoriale rappresenta un passo potenziale verso una facilitazione di trasmissione inter-specie e intra-specie nell’ospite umano.​

Patogenicità in Modelli Sperimentali

Studi di infezione sperimentale in furetti con il ceppo umano del Cile H5N1 (genoma D1.1) hanno documentato febbre, secrezione nasale, diarrea, secrezione oculare, letargia marcata e segni di malattia severa quali dispnea e respirazione affannosa.
Questo profilo clinico, sebbene limitato ai modelli animali, riflette il potenziale per manifestazioni respiratorie severe nell’ospite umano.​

Valutazione del Rischio Pandemico

Il consenso scientifico internazionale considera l’H5N1 clade 2.3.4.4b come una “seria minaccia pandemica”. I fattori di preoccupazione includono:​

  • Diffusione globale continuativa nel compartimento aviare selvatico e domestico
  • Incursioni in ospiti mammiferi (visoni, foche, leoni marini, bovini)
  • Plasticità genetica: diversità genotipica elevata e potenziale per reassortimento con virus influenzali umani stagionali
  • Spillover sporadico persistente in umani con casi umani in Cile, Canada e USA caratterizzati da gravità aumentata

Tuttavia, l’assenza di trasmissione umano-umano sostenuta e il fenomeno di “viral inert” (il virus non ha acquisito la capacità replicativa ottimale nell’ospite umano) mitigano il rischio a breve termine.

 

Manifestazioni Cliniche Dettagliate dell’Influenza Stagionale 2025

La variante K produce un quadro clinico indistinguibile dalla classica influenza H3N2 stagionale. I tre criteri diagnostici cardine (indicatori di sospetto diagnostico nel setting primario) sono:​

  1. Esordio acuto di febbre sopra 38°C (in adulti) o >39°C (nei bambini piccoli)
  2. Almeno un sintomo respiratorio: tosse, congestione nasale, faringite
  3. Almeno un sintomo sistemico: mialgia marcata, artralgia, astenia profonda

L’assenza di uno di questi tre elementi depone generalmente per diagnosi alternativa (raffreddore comune da rhinovirus, per esempio).​

La progressione temporale classica prevede:

  • un picco sintomatologico nei giorni 2-4 di malattia, con la febbre che tende a persistere per 3-5 giorni anche in assenza di complicanze batteriche secondarie.
  • La tosse e l’astenia possono protrarsi per 1-2 settimane, rappresentando frequente motivo di visita medica tardiva e preoccupazione del paziente.Differenze Sintomatologiche H3N2 vs H1N1

Studi comparativi dei dati clinici di cure primarie hanno documentato che:
– i pazienti infetti da H3N2 presentano febbre più elevata e più prolungata rispetto a quelli con H1N1;
– i pazienti con H1N1 al contrario manifestano tosse più frequente (63,8% vs 40,7%), mialgia più comune (71,8% vs 48,2%) e faringite (40,4% vs 19,0%).

Queste differenze sintomatologiche dovrebbero caratterizzare la valutazione clinica e l’approccio terapeutico.​

Interazioni Virali tra diversi virus delle alte vie respiratorie.
Meccanismi Fondamentali di Interferenza Virale

La circolazione simultanea di molteplici patogeni respiratori (influenza, RSV, rhinovirus, coronavirus generici, SARS-CoV-2) non produce semplicemente una sovrapposizione lineare di malattia, ma queste interazioni virali talvolta antagoniste talvolta sinergiche determinano dinamiche patologiche complesse governate dal fenomeno “dell’interferenza virale”.

Questa si verifica quando l’infezione da un virus primario innesca una “risposta immunologica innata” (produzione interna di interferone di tipo I e III) che sopprime la replicazione di un virus secondario (fenomeno denominato challenge).

Per chiarire il fenomeno: in studi realizzati su coltura cellulare di epitelio respiratorio,
– l’infezione da virus influenzale A (IAV) o da virus respiratorio sinciziale (RSV) riduce significativamente la replicazione di SARS-CoV-2 tramite l’induzione di uno stato “antivirale” cellulare.
L’effetto è più pronunciato con IAV che con RSV.​

Implicazioni Epidemiologiche e rapporto tra casi influenzali e casi di COVID: una spiegazione dell’andamento delle due epidemie:

Durante la stagione 2024-2025, questi meccanismi di competizione hanno generato un’epidemiologia caratteristica:
una ondata massiccia di influenza (82 milioni di casi USA da ottobre 2024 a maggio 2025) ha interferito con la diffusione di SARS-CoV-2, mantenendola fortemente.
Al diminuire dell’attività influenzale in primavera 2025, è seguita una risalita marcata di SARS-CoV-2, in particolare della variante NB.1.8.1 (derivata da JN.1), che ha causato un aumento di ospedalizzazioni.​

COVID-19 e la Variante NB.1.8.1 attualmente in Circolazione

La variante di SARS – CoV-2 denominata NB.1.8.1 rappresenta un’evoluzione della linea Omicron con mutazioni aggiuntive sulla proteina spike (T22N, F59S, G184S, A435S, V445H, T478I) che conferiscono ridotta sensibilità agli anticorpi neutralizzanti. Tuttavia, i dati epidemiologici attuali indicano che NB.1.8.1 NON causa malattia più severa rispetto alle varianti Omicron precedenti. La trasmissibilità è elevata, ma la clinica prevede sintomi prevalentemente lievi, soprattutto in individui vaccinati o con infezione pregressa.​

Coinfesione Influenza-COVID-19: Implicazioni Cliniche

Diversi studi hanno valutato l’impatto della coinfesione influenza-SARS-CoV-2 sulla gravità della malattia COVID-19.
Gli autori documentano che
la coinfesione con influenza è associata a un aumento 2-fold del rischio di ammissione in ICU (odds ratio = 2,09, IC 95% = 1,64-2,68) e a un aumento 2,31 volte del rischio di ventilazione meccanica (IC 95% = 1,10-4,85) rispetto a infezione COVID-19 in monoterapia. Quindi un aggravamento rispetto alle singole infezioni.

Co-Circolazione di Altri Virus Respiratori
I dati RespiVirNet italiano, pubblicati da Istituto superiore di Sanità per dicembre 2025 documentano la circolazione simultanea di:

  • RSV: pico raggiunto in gennaio 2025 (396 casi nella settimana 4)
  • Rhinovirus: circolazione anno-round con picchi invernali, ruolo potenziale di “protezione” tramite interferenza virale verso IAV e SARS-CoV-2
  • Coronavirus generici (escludendo SARS-CoV-2): 1003 casi totali stagione
  • SARS-CoV-2: circolazione continua, prevalentemente variante NB.1.8.1

 

Efficacia Vaccinale e Protezione nella Stagione 2025

I dati scientifici ci portano ad affermare che i vaccini in uso continuano a proteggere dall’ospedalizzazione e da sintomi particolarmente gravi. E’ da sottolineare che l’efficacia vaccinale verso infezione ossia la fase di attacco acuto è ridotta, ma la protezione verso la severità (morte, ospedalizzazione) rimane solida, probabilmente per il mantenimento di epitopi B e T cellulari cross-conservati.​

I pediatri dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano l’importanza della vaccinazione immediata, poiché i bambini, in quanto principali diffusori del virus, potrebbero raggiungere una protezione adeguata prima del picco epidemiologico previsto tra fine dicembre e inizio gennaio.

La situazione epidemiologica al 24 dicembre 2025 è caratterizzata da una massiccia ondata di influenza stagionale dominata dalla variante K dell’A/H3N2, non da una emergenza H5N1 pandemica. La variante K non è clinicamente più severa dell’H3N2 tradizionale, ma la sua capacità di eludere parzialmente l’immunità pregressa ha generato un picco epidemiologico anticipato e potenzialmente ampio. I dati italiani e globali indicano tassi di ospedalizzazione superiori alla media storica e pressione straordinaria sui sistemi sanitari.

L’H5N1 clade 2.3.4.4b rimane una minaccia di sorveglianza a lungo termine, particolarmente dati i fenomeni recenti di adattamento mammifero e la persistente spillover zoonotico, ma non rappresenta un problema epidemiologico acuto nell’ambito della stagione influenzale in corso.

La coinfezione con SARS-CoV-2 variante NB.1.8.1 e altri patogeni respiratori è possibile e comporta conseguenze cliniche misurabili (aumento di ICU e ventilazione), richiedendo vigilanza diagnostica e terapeutica avanzata nei pazienti critici.

La vaccinazione rimane la strategia preventiva primaria, con efficacia mantenuta verso la severità dei sintomi.

L’utilizzo di antivirali (oseltamivir) per pazienti ad alto rischio o con malattia conclamata rimane valido e da favorire in particolare nei portatori di patologie croniche.

redattore dr. Paolo Meo
Direttore POLO VIAGGI

INFLUENZA 25/26: la Variante K del virus influenzale A/H3N2 corre veloce. Leggi tutto »

Influenza Stagione 2025-2026: Il Sottoclade K dell’A(H3N2)

Influenza Stagione 2025-2026: Il Sottoclade K dell’A(H3N2) Considerazioni sulla malattia e strategie preventive secondo il Dr. Paolo Meo

Qui sotto è disponibile un podcast sulle novità della stagione in corso; buon ascolto! (5 minuti circa)

 

La Situazione Attuale in Italia

Secondo i dati del sistema di sorveglianza “RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità”, la stagione influenzale 2025-2026 si sta sviluppando con un’intensità notevole. Tra il 1° e il 7 dicembre 2025, l’incidenza delle infezioni respiratorie acute ha raggiunto 12,4 casi ogni 1.000 assistiti, con un incremento significativo rispetto alla settimana precedente. Dal mese di ottobre, si contano già oltre 4 milioni di casi, di cui circa 695 mila tra 1-7 dicembre. Il tasso di positività per influenza nella comunità ha raggiunto il 25,3%, mentre nella popolazione ospedaliera è arrivato al 28,8%.  Il Dr. Paolo Meo, infettivologo e tropicalista, direttore del POLO VIAGGI CESMET – ARTEMISIA di Roma, sottolinea come in questa stagione la circolazione del virus A(H3N2) è predominante, ed in particolare la sua variante denominata sottoclade K, merita una speciale attenzione dal punto di vista epidemiologico ed anche clinico.  

Cosa è il Sottoclade K del virus A(H3N2)?

Il sottoclade K del virus A(H3N2) rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama dei virus influenzali circolanti. Questa variante presenta sette mutazioni aggiuntive a livello della proteina emoagglutinina (K2N, S144N, N158D, I160K e Q173R) rispetto ai precedenti selezionati per la formulazione vaccinale della stagione 2025-2026. Ad Agosto ’25  è stato rilevato per la prima volta questo “nuovo ceppo ” nell’emisfero australe, in particolare in Australia e Nuova Zelanda, dove ha prolungato la stagione influenzale fino a ottobre e novembre, cosa insolita rispetto ai normali tempi di circolazione virale. Secondo i dati “dell’European Centre for Disease Prevention and Control” (ECDC), il “sottoclade K” rappresenta circa la metà delle sequenze virali registrate globalmente tra maggio e novembre 2025, con percentuali ancora più elevate in specifiche regioni: in Australia ha rappresentato il 50% circa dei virus, mentre in Nuova Zelanda ha superato i due terzi dei ceppi in circolazione. Questo dimostra l’elevata capacità diffusiva di questo sotto ceppo influenzale.​  

L’impatto sulla trasmissibilità

Un elemento importante riguarda l’aumento della trasmissibilità di questo sottoclade. Secondo i dati “dell’UK Health Security Agency (UKHSA)”, il “numero R” indice di riproduzione del sottoclade K (ovvero il “numero medio di persone a cui ogni persona infetta trasmette il virus) si attesta a circa 1,4, rispetto a circa 1,2 riscontrato negli anni precedenti. Cosa vuol dire questo? Che 100 persone infettate dal sottoclade K possono trasmettere il virus a 140 persone, anziché alle 110 di altre stagioni influenzali. La capacità di contagio e quindi di diffusione è sicuramente maggiore, questo non corrisponde a una maggiore gravità dei sintomi, come ha tenuto a confermare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nei suoi ultimi bollettini.   ​  

Perché il sottoclade K circola così facilmente in questa stagione?

Il Dr. Paolo Meo del CESMET evidenzia un fattore epidemiologico fondamentale: la suscettibilità aumentata della popolazione generale. Difatti il virus A(H3N2) ha circolato in modo molto limitato negli anni e nelle stagioni precedenti (2023-2025), durante le quali il ceppo predominante è stato l’A(H1N1). Questo significa che una quota molto significativa della popolazione italiana, in particolare i bambini, non possiede un’immunità sufficiente derivante da infezioni o vaccinazioni precedenti contro questo virus. ​ Il Professor Giovanni Rezza, epidemiologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele, sottolinea che questa situazione si traduce nella pratica in una maggiore suscettibilità all’infezione e nel fatto che la popolazione abbia minore protezione crociata rispetto ai tipi degli anni precedenti. Tale condizione ha contribuito all’inizio anticipato della stagione influenzale in Italia, che si è manifestato con tre settimane di anticipo rispetto alla stagione 2024-2025.    La Triade Sintomatologica Caratteristica dell’Influenza H3N2 Secondo il Dr. Paolo Meo, direttore del POLO VIAGGI CESMET, i pazienti affetti da influenza A(H3N2) presentano caratteristicamente una triade sintomatologica ben riconoscibile:
  1. Febbre Alta ad Esordio Improvviso La febbre rappresenta il sintomo iniziale più caratteristico e insorge in modo brusco, non graduale. Nella maggior parte dei casi, la temperatura corporea supera i 38-38,5°C, con picchi anche superiori a 39-40°C, soprattutto nei bambini. La febbre si presenta tipicamente accompagnata da brividi intensi e rappresenta il segno clinico più evidente della vera infezione influenzale, distinguendola dalle forme di semplice raffreddamento.
  2. Sintomi Respiratori Importanti Accanto alla febbre compaiono manifestazioni respiratorie significative: tosse secca e stizzosa (in genere non catarrale), mal di gola, congestione nasale e starnutazioni. La tosse tende a persistere più a lungo rispetto ai sintomi febbrili, talvolta per 1-2 settimane. In alcuni pazienti si osserva anche naso che cola o congestione nasale marcata.
  3. Dolori Muscolari e Malessere Generale Importante Il Dr. Paolo Meo sottolinea come i dolori muscolari (mialgie) e articolari (artralgie) rappresentino un’altra caratteristica distintiva dell’influenza A(H3N2). Questi dolori sono diffusi su tutto il corpo (“come se si sentissero le ossa”) e si associano a cefalea intensa, grave malessere generale, astenia marcata e senso di profonda spossatezza. Tale sintomatologia sistemica distingue la vera influenza da forme parainfluenzali o da comuni raffreddori virali.
L’insieme di questi sintomi (febbre alta, sintomi respiratori, dolori sistemici) deve essere presente contemporaneamente per poter parlare di vera sindrome influenzale. I sintomi di solito compaiono 1-2 giorni dopo il contatto con il virus e la risoluzione spontanea si verifica generalmente entro 7-10 giorni, sebbene la tosse possa persistere per 2-3 settimane.​ Efficacia Vaccinale: Rassicurazioni Dai Dati Inglesi Una questione che preoccupa è la possibile ridotta efficacia del vaccino 2025-2026 di fronte al sottoclade K, poiché questa variante non era stata ancora individuata quando i vaccini sono stati formulati. Il Dr. Paolo Meo del POLO VIAGGI CESMET ribadisce, tuttavia, l’importanza di interpretare correttamente i dati emergenti da diverse parti del mondo. I dati del Regno Unito, dove il sottoclade K è già diventato dominante, forniscono indicazioni rassicuranti: il vaccino stagionale 2025-2026 mantiene:
  • un’efficacia del 70-75% nel prevenire il ricovero ospedaliero nei bambini (fascia 2-17 anni);
  • Una efficacia del 30-40% negli adulti;
Una meta-analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine nel 2025 conferma che l’efficacia complessiva del vaccino contro il ricovero si attesta al 67% nei bambini e al 48% negli adulti della fascia 18-64 anni, con dati ancora migliori nei soggetti vaccini in precedenti stagioni.​ Sebbene il vaccino possa presentare una minore efficacia nel prevenire l’infezione con il sottoclade K, rimane altamente efficace nel prevenire le forme gravi della malattia e soprattutto i ricoveri ospedalieri. Il vaccino continua inoltre a mantenere la sua piena efficacia nei confronti degli altri virus influenzali circolanti (A/H1N1 e B).   Le Misure Preventive Non Farmacologiche Secondo le raccomandazioni del Dr. Paolo Meo del CESMET nei confronti dei  pazienti e dei viaggiatori, in particolare a coloro che richiedono consulenze preventive presso il POLO VIAGGI CESMET – ARTEMISIA, la prevenzione dell’influenza si basa su semplici ma efficaci misure igieniche: Igiene delle Mani Lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver toccato superfici e suppellettili, prima di portarsi le mani al viso, e prima di mangiare. L’uso di igienizzanti per le mani con alcol (almeno 60%) rappresenta un’alternativa valida quando l’acqua non è disponibile. ​ Igiene Respiratoria Coprire la bocca e il naso quando si tossisce o starnutisce, preferibilmente utilizzando un fazzoletto monouso (che deve essere subito gettato) o, in sua assenza, la piega del gomito. Isolamento delle persone Malati Restare a casa quando si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili, soprattutto nella fase iniziale della malattia. Il periodo di contagiosità inizia uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi e termina circa una settimana dopo l’esordio; nei bambini e nei soggetti immunocompromessi questa durata può essere più lunga. Uso della Mascherina in Caso di Malattia Nei soggetti infetti, l’indossare di una mascherina chirurgica contribuisce a ridurre la trasmissione del virus, soprattutto in ambienti affollati e nei contatti ravvicinati. Distanziamento da Persone Malate Evitare il contatto stretto con persone che presentano sintomatologia influenzale, mantenendo una distanza di almeno un metro durante le fasi di tosse o starnutazione. Pulizia e Ventilazione degli Ambienti Mantenere gli spazi frequentati ben ventilati e pulire regolarmente le superfici di contatto frequente (maniglie, banchi, telefoni, etc.). Vaccinazione: Timing e Categorie Prioritarie Il momento ottimale per sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale è tra metà ottobre e metà dicembre, poiché la protezione diventa attiva dopo 5/6 giorni per la prima “attivazione linfocitaria e monocitaria”, e completamente efficace dopo circa 2 settimane dopo la somministrazione. Il picco influenzale è atteso tra dicembre 2025 e gennaio 2026, tuttavia, non è mai troppo tardi per vaccinarsi e quindi nel mese di gennaio è possibile coprirsi nei confronti del virus. Lo stesso Ministero della Salute raccomanda di effettuare la vaccinazione anche tra dicembre e gennaio. Queste le categorie prioritarie per la vaccinazione, per la stagione 2025-2026:
  • Persone di età pari o superiore a 60 anni
  • Bambini da 6 mesi a 6 anni
  • Donne in gravidanza
  • Persone con patologie croniche (malattie cardiache, respiratorie, diabete, immunodeficienze, etc.)
  • Personale sanitario e sociosanitario
  • Familiari e conviventi di persone ad alto rischio
  • Persone residenti in strutture di lungodegenza o assistenziali
I soggetti ad alto rischio dovrebbero vaccinarsi già dal mese di ottobre, al fine di garantire la massima protezione possibile durante l’intera stagione. Quando Rivolgersi al Medico: Segnali di Allarme Il Dr. Paolo Meo del POLO VIAGGI CESMET sottolinea l’importanza di riconoscere i sintomi che richiedono un intervento medico urgente. Si consiglia di contattare il medico curante nel caso in cui:
  • I sintomi influenzali sembrino inizialmente migliorare, ma poi si ripresentino accompagnati da febbre elevata e peggioramento della tosse
  • La febbre non scenda nonostante l’assunzione di farmaci antipiretici
È necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso in caso di:
  • Difficoltà respiratoria o fiato corto
  • Dolore o sensazione di pressione a livello del torace o dell’addome
  • Vertigini improvvise o capogiri
  • Stato confusionale
  • Vomito prolungato o grave
  • Febbre molto alta che non risponde ai farmaci antipiretici
  • Nei bambini: colorito bluastro della pelle, respiro accelerato, sonnolenza anomala, irritabilità, o movimento ridotto
Conclusioni e Raccomandazioni del Dr. Paolo Meo Il Dr. Paolo Meo, direttore del POLO VIAGGI CESMET – ARTEMISIA, sintetizza le raccomandazioni per affrontare al meglio la stagione influenzale 2025-2026: La situazione epidemiologica attuale deve generare attenzione per la prorpia e l’altrui salute. Sebbene il sottoclade K del virus A(H3N2) mostri una maggiore contagiosità e abbia allungato la stagione influenzale nell’emisfero australe, non costituisce un nuovo virus e non provoca necessariamente forme più gravi di malattia. La vaccinazione rimane lo strumento più efficace per ridurre il rischio di contrarre l’influenza e soprattutto per prevenire le complicanze e i ricoveri ospedalieri. Anche se l’efficacia è sicuramente leggermente ridotta nei confronti del sottoclade K, il vaccino mantiene comunque un’efficacia significativa nel proteggere dalle forme severe. L’associazione tra vaccinazione e misure igieniche fondamentali ossia: igiene delle mani, igiene respiratoria, isolamento quando malati, ventilazione degli ambienti – rappresenta l’approccio più razionale e scientifico per ridurre la diffusione virale e proteggere sia se stessi che i soggetti più vulnerabili della comunità. Per coloro che necessitano di consulenze specializzate sulla prevenzione influenzale, sulle strategie vaccinali personalizzate in base al profilo di rischio individuale, o che desiderano sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale presso una struttura specializzata in medicina preventiva e del viaggio, il POLO VIAGGI CESMET – ARTEMISIA rimane a disposizione con consulenze mediche sia in ambulatorio che online, grazie al coordinamento del Dr. Paolo Meo e del suo staff di assistenti.

Influenza Stagione 2025-2026: Il Sottoclade K dell’A(H3N2) Leggi tutto »

Domande frequenti sull’influenza

Le FAQ utili

Un rapido vademecum offerto dal CESMET per aiutare i nostri lettori ad affrontare nel migliore dei modi l’annuale epidemia di influenza prevista per i prossimi mesi

L’influenza sta arrivando.  La aspettiamo in Italia nella seconda parte del mese di dicembre e durerà fino a febbraio inoltrato. La vera influenza sarà quindi presente in un periodo ben definito. Anche quest’anno, come sempre, i giornali stanno dando l’allarme e ci avvisano che, in coincidenza dei primi venti che scuotono le foglie degli alberi nei viali, il virus dell’influenza ritorna ad affliggere l’umanità nel nostro emisfero. Anche quest’anno riprenderanno le solite raccomandazioni: è bene vaccinarsi; è bene prendere gli antibiotici; è bene seguire i rimedi della nonna.  A noi però, gente comune, cosa conviene sapere veramente, per farci un’opinione corretta e proteggerci al meglio da questa infezione?

Il CESMET risponderà a questa esigenza e seguirà il problema dell’influenza  durante tutto il periodo dell’epidemia. Ci saranno aggiornamenti sulla evoluzione della epidemia in Italia ed in Europa ed informerà il suo pubblico di internauti sulle nozioni da considerare già acquisite  e sulle novità che si affacceranno.

Per cominciare 👉 Guarda il video  e scopri le strategie più efficaci per difendere te stesso e chi ti sta vicino, e poi ecco le FAQ che più frequentemente ci vengono rivolte:

“Se ho il naso che mi cola, un po’ di tosse, gli occhi che bruciano, qualche linea di febbre. Posso dire di avere  l’influenza? Cioè quella malattia provocata dal virus influenzale che stiamo aspettando?”

Caro lettore ricorda: “Ci sono tante diverse malattie respiratorie d’inverno. Queste malattie sono portate dall’aria fredda, e da un ambiente autunnale ed invernale aggressivo nei confronti del nostro sistema respiratorio. Qualcuno aggiunge che  le nostre vie respiratorie in questa stagione hanno una tendenza ad irritarsi ed a favorire l’attecchimento dei virus. Ma queste malattie respiratorie, sia delle alte vie che delle basse, non sono solamente di origine influenzale. L’influenza è solo una malattia provocata da un virus ben preciso ed è presente solamente in un periodo ben definibile (dicembre – febbraio). Tanto per chiarire pensa quanti altri virus causano problemi respiratori che sono simili all’influenza: il virus respiratorio sinciziale; gli adenovirus; i rinovirus; i coronavirus, gli enterovirus e così via.

Nel periodo autunnale in cui non è presente una epidemia ben definita, quella influenzale, è praticamente  impossibile distinguere una forma virale dall’altra,  perché le sintomatologie all’esordio sono simili. Solo per l’influenza, causata dal virus influenzale vero e proprio, sappiamo che si rivela e si manifesta come una malattia respiratoria più grave e più importante delle altre, che dura più tempo e presenta un numero di complicazioni maggiore, ma sappiamo anche precisamente il suo periodo di comparsa. Per distinguere la malattia influenzale dalle altre forme virali sono stati proposti dagli scienziati dei parametri in base ai quali è possibile porre una diagnosi iniziale che poi necessita, se lo si ritiene opportuno, di una conferma in laboratorio. Pertanto la cosa migliore, se sospettiamo di avere contratto l’influenza, è avvisare il proprio medico del nostro stato di malessere oppure chiedere una visita ai medici del CESMET, per una valutazione se è il caso di richiedere un test di conferma. E’ chiaro che la malattia influenzale potrà essere sospettata solamente quando il virus influenzale giungerà in Italia. Questo è previsto tra metà dicembre fino a febbraio inoltrato. Tutte le forme così dette influenzali presenti in Ottobre, novembre e primi giorni di dicembre non sono da considerare influenza propriamente detta.

“Come posso difendermi dal fatto che qualcuno può trasmettermi la malattia?”

Bisogna tenere conto di alcuni fatti ben precisi. L’influenza da “virus influenzale” si diffonde velocemente in comunità chiuse, (scuole, uffici, ospedali,case di cura, carceri etc.). Ogni gocciolina di saliva o proveniente da sternuti, che un individuo infetto emette respirando, contiene da 100.000 a 1.000.000 di virioni (che parolona!). I virioni? Tali microscopiche particelle infettanti, cioè il virus vero e proprio, (di questo si tratta) si depositano nell’ambiente (sulle maniglie delle porte in un ufficio ad esempio!) e possono risultare facilmente infettanti se inalate, dopo che le abbiamo toccate.

Si ritiene che bastino 10 particelle di virus che arrivano in contatto con le nostre mucose del naso o della bocca per infettarci o infettare un’altra persona! L’individuo infetto dal virus influenzale può trasmettere la malattia a tutti quelli che lo circondano dal giorno prima dell’inizio dei suoi sintomi fino a cinque giorni dopo l’insorgenza della sintomatologia. Quindi ciascuno di noi può diventare in famiglia, in ufficio, in metropolitana, al cinema, nei grandi magazzini un soggetto infettante. Ma non solo: sappiamo che durante l’epidemia influenzale il 30-50% dei casi decorre in maniera asintomatica. E chi ha il virus ma non ha i sintomi è in ogni caso un diffusore di particelle virali.

Pertanto nei mesi dell’epidemia (tra dicembre e febbraio) ognuno di noi ha la quasi certezza di venire in contatto con il virus e sviluppare la malattia.

“Ma allora che cosa posso fare per non ammalarmi? Mi devo chiudere in casa e non uscire più fino a maggio?”

Ti consiglio non di murarti vivo ma, in una parola, di effettuare prevenzione.

Per fare prevenzione nei confronti dell’influenza, la vera malattia influenzale, presente da metà dicembre a tutto febbraio, ciascuno di noi deve fare due cose:

  • La prima prevenzione realmente valida è fare il vaccino. Ricorda che il vaccino antinfluenzale ti protegge in modo assoluto nei confronti del vero virus influenzale, e solamente da lui che è il più pericoloso. Questo vaccino è disponibile presso le farmacie e il tuo medico curante ti potrà somministrare a richiesta.
  • La seconda forma di prevenzione non consiste nel mettersi sotto una campana di vetro, o indossando la mascherina (le mascherine te le faranno mettere gli infermieri nella sala di accettazione del pronto soccorso, solamente se ti presenterai in ospedale perché accusi sintomi di febbre, catarro dal naso, tosse etc.), ma più modestamente lavandosi le mani  con maggiore frequenza.

È stato scientificamente dimostrato che gran parte della diffusione del virus influenzale avviene toccando con le mani oggetti inavvertitamente contaminati da starnuti di altre persone infette e portando il virus con le mani a contatto delle mucose del naso o della bocca. È quindi fondamentale per interrompere questa catena di trasmissione della malattia influenzale, che ciascuno di noi partecipi, col modesto sacrificio, alla pratica di lavarsi le mani frequentemente. Un altro consiglio è quello, per quanto possibile di cercare di  evitare i luoghi chiusi ed affollati durante il periodo epidemico. Se poi non ti sei vaccinato e ti ammali il consiglio è quello di rimanere a casa per alcuni giorni. Avrai la possibilità di curarti meglio e limiterai al massimo le possibilità di trasmettere il virus ad altri individui. A proposito ricordati di coprirti la bocca ed  il naso quando starnutisci.

“Ma io che sono giovane corro più rischio di papà che è anziano o di mio figlio che è piccolino?”

Si tratta di distinguere di quale genere di rischio parliamo. Per quanta riguarda le probabilità di ammalarsi, si.

E’ questione di protezione immunitaria. Le fasce di popolazione più giovani hanno le probabilità più alte di contrarre l’influenza. I giovani adulti hanno una alta frequenza di ammalare. Però in termini di gravità le probabilità di sviluppare una forma grave o delle complicazioni (polmoniti gravi, insufficienza renale, altre cose) sono maggiori per i soggetti anziani (sopra i 65, diciamo), perciò cerca di convincere i tuoi anziani a vaccinarsi. Sarà meglio per tutta la famiglia, ma soprattutto per loro.

“Beh, diciamo che hai molti argomenti a tuo favore e mi stai convincendo a fare quello che mi dici: vaccinarmi e proteggere me ed i miei cari. Ma dimmi, sai sono una persona curiosa, e mi piacerebbe sapere qualcosa sui costi sociali dell’influenza. Siamo in tempi di crisi economica e come cittadino mi piace pensare che partecipo alle problematiche sociali. In parole semplici quali e quanti sono allora questi costi?”

Il costo medio di ogni ricovero per sindrome influenzale è piuttosto elevato: costo del posto-letto, del personale, degli antibiotici, degli antivirali, di tutte le altre terapie di supporto. Di eventuali ricoveri (speriamo di no) in reparti di terapia intensiva.   Moltiplicalo per il numero di persone che verranno ricoverate per questo motivo, e siamo nell’ordine delle centinaia di migliaia, anzi di milioni di Euro. Ti renderai facilmente conto della forte spesa sociale costituita dall’influenza stagionale. Inoltre in questo numero non abbiamo preso in considerazione la spesa dovuta alla perdita di giornate di lavoro.

Siamo in crisi economica, come giustamente dici tu, e non possiamo permetterci di rallentare ulteriormente lo sviluppo economico, limitando la disponibilità della forza lavoro. Alcuni studiosi infatti hanno stimato che il virus influenzale porta ad una perdita di produttività: infatti in media ogni caso di influenza fa perdere 4,78 giorni di lavoro/scuola; si stima che nella stagione 1998/99 si siano persi in Italia circa 48 milioni di giorni lavoro/scuola. Una cifra sconvolgente! Forse vale la pena fare qualche cosa!

“Possiamo tornare al vaccino? Qualche amico mi ha detto che il virus muta, per cui il vaccino di quest’anno non è efficace, perché è già vecchio, è  quello dell’anno scorso”

I vaccini vengono rinnovati ogni anno. In tutto il mondo le case di produzione dei vaccini ricevono dagli studiosi e dai centri ufficiali le caratteristiche del nuovo tipo di virus su cui produrre il nuovo vaccino. Quindi ogni anno i vaccini vengono prodotti sapendo molto bene le caratteristiche ed il tipo di virus che troveremo in circolazione quest’anno in Italia e nel mondo. E sai perché lo sappiamo?  lo sappiamo perché la malattia influenzale non è finita l’anno scorso a febbraio, ma questa estate ha continuato a circolare in America del Sud, in Australia, e i locali medici competenti hanno continuato a studiarlo, isolarlo e hanno fornito a noi dell’emisfero Nord tutte le informazioni che servono per proteggerci. Infatti ti posso già annunciare, e te lo dico giusto perché so che sei una persona curiosa, che il prossimo vaccino, che è già in commercio, è composto da una miscela di 4 ceppi differenti:

  • A/Brisbane/02/2018 (H1N1)pdm09-like virus;
  • A/Kansas/14/2017 (H3N2)-like virus;
  • a B/Colorado/06/2017-like virus (B/Victoria/2/87 lineage)
  • B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata)

Le varianti, come le avrebbe dovute chiamare il tuo amico, in realtà sono già state previste nella nuova formulazione del vaccino e tutto andrà per il meglio.

Concludo e ti saluto.
Ciao. Alla prossima visita al sito del CESMET!

Domande frequenti sull’influenza Leggi tutto »

Vaccino antinfluenzale. Come, chi e perché?

 

Vaccino antinfluenzale, vaccino pneumococco e “pacchetto vaccini prevenzione malattie respiratorie invernali”
“per prenotare la vaccinazione clicca qui”

per saperne di più 👉 Guarda il video  e scopri le strategie più efficaci per difendere te stesso e chi ti sta vicino.

Ti aspetto presso il “Centro di vaccinazioni Cesmet Clinica del viaggiatore-Artemisia” per effettuare la vaccinazione antinfluenzale e fornirti ulteriori consigli sulla situazione riguardante la stagione autunno – invernale 2025-26 (dr. Paolo Meo).
Se hai necessità puoi prenotare anche il vaccino per il pneumococco (protezione polmonite batterica). Presso il centro viene proposto un “pacchetto vaccini per la prevenzione malattie respiratorie invernali”.

Per capire la necessità di vaccinarsi quest’anno contro l’influenza (che cosa è l’influenza – clicca qui), è necessario considerare anche l’impatto sulla nostra salute del virus Covid-19, che ancora circola, neanche tanto sotterraneamente.
Anche OMS che il Ministero della Salute italiano raccomandano la vaccinazione antinfluenzale a tutti, proprio per impedire la co-infezione tra virus influenzale e Covid-19. Come per il Covid-19 anche la vaccinazione per “l’influenza” ha l’obiettivo di prevenire le forme gravi e complicate della malattia e contribuire a ridurre la mortalità nei gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. Cerca di capire se anche tu fai parte di uno dei gruppi segnalati per prendere la tua decisione.
Il vaccino antinfluenzale è consigliato per:

  • persone di età pari o superiore a 65 anni;
  • bambini nella fascia di età tra i 6 mesi ed i 6 anni;
  • genitori dei bimbi 0 – 6 mesi, e persone a contatto, per evitare la diffusione del virus;
  • donne in gravidanza o nel periodo “postpartum”;
  • tutto il personale sanitario che opera in strutture a contatto con malati;
  • anziani e personale di RSA;
  • tutte le persone dai 6 mesi ai 65 anni di età affette da “malattie croniche” che, a contatto con il virus influenzale, possono peggiorare i sintomi della loro malattia;
    • malattie croniche dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
    • malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite, e stati ipertensivi importanti;
    • diabete mellito e altre malattie metaboliche (incluse le persone obese)
    • insufficienza renale/surrenale cronica;
    • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
    • tumori e in corso di trattamento chemioterapico;
    • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
    • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali (Chron e altro);
    • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
    • patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
    • epatopatie croniche;
  • individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
  • familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze.

 

 addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:

  • medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali;
  • forze di polizia;
  • vigili del fuoco.

personale a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:

  • allevatori
  • addetti all’attività di allevamento
  • addetti al trasporto di animali vivi
  • macellatori e vaccinatori
  • veterinari pubblici e libero-professionisti

Per domande o questioni tecniche scrivi il tuo quesito a [email protected], indirizzato al dr. Paolo Meo

Vaccino antinfluenzale. Come, chi e perché? Leggi tutto »

Influenza, propriamente detta

INFLUENZA  

L’influenza  è una malattia infettiva virale, acuta, respiratoria, causata da un virus ad RNA, un “myxovirus” (virus influenzali), che infetta le cellule delle vie aeree superiori (naso, gola, faringe e laringe) ed utilizza i sistemi interni cellulari per riprodursi in milioni di copie (virus figli). L’influenza vera e propria (s.g.) è una malattia specifica, causata da virus della famiglia degli orthomyxoviridae, e si può manifestare in modo anche grave. Sono 3 i tipi di orthomyxovirus che infettano l’uomo: Tipo A, Tipo B e Tipo C.
Le altre forme virali o batteriche, molto frequenti, tipiche della stagione autunnale/invernale, chiamate “influenza”, perché presentano localizzazioni e sintomi simili all’influenza vera e propria, non rispondono all’azione protettiva del vaccino antinfluenzale in quanto sono causate da altri tipi di microrganismi.
Tra i virus che possono causare sintomi simil influenzali ricordiamo gli adenovirus, i rhinovirus, il virus sinciziale respiratorio, i coronavirus ed altri tipi di virus e batteri.

👉 Guarda il video  e scopri le strategie più efficaci per difendere te stesso e chi ti sta vicino.

SINTOMI

I sintomi tipici dell’influenza si manifestano con: (1) febbre alta improvvisa; (2) cefalea; (3) faringodinia (mal di gola); (4) tosse più secca che produttiva; (5) rinorrea (raffreddore); (6) dolori muscolari ed articolari; (7) malessere generale.

Altri sintomi includono: (a) brividi; (b) perdita di appetito; (c) nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. Questi sintomi sono più difficili negli adulti.

Tra le complicanze, talvolta gravi, il coinvolgimento delle vie aeree inferiori con  la comparsa di “polmonite virale primitiva”; le “polmoniti batteriche secondarie”; l’infezione dei seni paranasali; l’ aggravamento dei sintomi negli asmatici e nei cardiopatici.

I sintomi, generalmente acuti ed improvvisi, si manifestano dopo 2/4 giorni dall’avvenuto contagio. La guarigione avviene tra 7/10 giorni e la malattia si autolimita; Occorre che alcuni soggetti appartenenti a categorie considerate deboli facciano particolare attenzione a questo virus.  I soggetti sopra i 65 anni di età ed i bambini piccoli; i soggetti adulti che soffrono di malattie croniche debilitanti possono sviluppare complicanze anche gravi o peggioramento dei loro sintomi di base;
Queste categorie dovrebbero effettuare la loro vaccinazione antinfluenzale.

 

COMPLICANZE

Oltre ai sintomi descritti possono manifestarsi complicanze dovute a: (a) polmoniti secondarie di tipo batterico (per cui è necessaria una copertura antibiotica anche preventiva soprattutto nei soggetti più a rischio); (b) disidratazione, per la maggiore traspirazione o perdita di liquidi; (c) peggioramento di malattie preesistenti quali il diabete, malattie di tipo immunitario, malattie di tipo cardiovascolare e respiratorio cronico, (d) otiti nei bambini.
Donne incinte e bambini molto piccoli sono a maggior rischio di effetti collaterali e complicanze da virus. Per questo motivo costituiscono una categoria a cui proporre la vaccinazione antinfluenzale fin dall’inizio della stagione;

Frequenti le complicanze nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età.

 

TRASMISSIONE

La trasmissione avviene per via aerea, attraverso le goccioline di saliva (goccioline di Flugge) e le secrezioni respiratorie.

  • Via aerea respiratoria (tosse, starnuti, parlata a distanza molto ravvicinata);
  • Per contatto (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).

 

PREVENZIONE

Questi sono i comportamenti raccomandati per evitare o diminuire il rischio di contagio.

  • lavare frequentemente le mani con acqua e sapone;
  • non toccare con le mani contaminate occhi, naso e bocca;
  • coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce;
  • evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa;
  • aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna;
  • i soggetti particolarmente a rischio farebbero bene ad utilizzare le mascherine che abbattono la possibilità di contagio;

Sono gli stessi comportamenti che vanno adottati per evitare l’infezione del Covid-19. Questo è il motivo per cui negli anni del lockdown o della attenzione al SARS-CoV-2, la presenza di influenza si è notevolmente ridotta;

L’arma decisamente più efficace è il vaccino, raccomandato soprattutto ai bambini, agli over 65, alle donne in gravidanza, e a coloro che soffrono di patologie croniche.

 

TEMPI DI CONTAGIOSITA’

 

Una persona che viene a contatto con il virus ed infetta, può diventare contagiosa già uno/due giorni prima dell’insorgenza dei sintomi e può trasmettere il virus fino a sette giorni dopo l’inizio della malattia. I bambini ed i soggetti immunodepressi sono contagiosi anche più a lungo.

Il contagio avviene tipicamente attraverso le vie aeree, per cui una donna che allatta può contagiare il suo bambino con la saliva, per questo motivo è raccomandato l’utilizzo della mascherina per evitare di contagio;

dr. Paolo Meo
medico infettivologo

Influenza, propriamente detta Leggi tutto »

La sicurezza dei vaccini antinfluenzali

Novembre 2019 iniziata la campagna di prevenzione per l’influenza: da alcune settimane è indicato il vaccino antinfluenzale per la popolazione sopra i 60 anni, quella affetta da malattie croniche e debilitanti, per le donne in gravidanza, ed anche per i bambini dai 6 mesi ai 3 anni di età.
Anche quest’anno (2019/2020) la tutela e la sicurezza della nostra salute arriva dai controlli dell’AIFA “L’Agenzia Italiana del Farmaco”, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sui lotti dei vaccini antinfluenzali. Come da sempre la tutela della nostra salute viene da controlli certi ed efficaci. Mi occupo da decenni di vaccinazioni, prevenzione di malattie infettive, e campagne vaccinali in tutto il mondo, spesso in Africa, e non ho alcun interesse ad imbonire la pillola, nascondendo complicità ed interessi. Se avessi un ben che minimo dubbio del comportamento sui controlli, dopo aver condotto campagne di vaccinazioni in molti paesi Africani, consapevole e cosciente dei rischi, dei metodi, della validità dei vaccini, non rimarrei certo in silenzio. La comunità scientifica ed io stesso siamo e sono invece convinto che i continui controlli sui prodotti, sulla loro sicurezza, sulle metodologie, effettuati dai NAS, AIFA ed ISS (Istituto Superiore di Sanità), ci garantiscono un buon livello di attendibilità e certezza.
Novembre 2014: “ … iniziata la campagna vaccinale per la prevenzione dell’influenza sulla popolazione anziana e quella affetta da malattie croniche e debilitanti.  ……. si diffonde la notizia … di morte sospette …. Da un lotto di vaccino antinfluenzale …. La farmacovigilanza condotta dall’AIFA si attiva immediatamente e senza attese e senza prove favorevoli o contrarie all’evento, fa scattare in via cautelativa per la popolazione il divieto di utilizzo del vaccino. … NAS e ISS sono impegnati a dare risposte certe. Alla fine viene stabilito che i lotti dei vaccini erano sicuri e non legati alle morti sospette.
Questo a riprova che in Italia esiste una tutela tecnica ma anche legale a difesa del cittadino. E questo si evidenzia non solo dalle azioni preventive svolte dalle autorità sanitarie, come sopra spiegato ma da come anche la comunità scientifica, ovvero i centri di ricerca ed anche noi medici di prima linea, si e ci attiviamo per controllare eventuali situazioni poco chiare ed arrivare ad una soluzione.
I vaccini attualmente in commercio sono una risorsa preziosa e insostituibile per la prevenzione dell’influenza stagionale e delle sue complicanze. Prevenzione per quel virus ad RNA, ovvero quell’orthomyxovirus tipo (A H1N1; A H3N; B Victoria; B Yamagata), l’unico che può essere realmente pericoloso, particolarmente aggressivo, talvolta mortale. Per questo motivo la comunità scientifica mondiale è costantemente mobilitata nei confronti di “questo” orthomyxovirus” e non di altri che circolano in lungo ed in largo durante l’inverno. E per questo motivo le persone sopra i 60 anni; le persone affette da malattie croniche cardiache, polmonari, e metaboliche, coloro che soffrono per difese immunitarie diminuite è opportuno che si proteggano con questo vaccino. Vaccino fortemente consigliato in questo periodo alle donne in gravidanza ed ai bambini dai 6 mesi di vita. Se poi durante l’inverno ci si ammala a causa di tanti altri virus con cui veniamo a contatto, questo non dipende dalla inefficacia del vaccino. Chi si è vaccinato infatti potrà ammalare a causa di tutti i virus circolanti ma è sicuramente protetto nei confronti del virus più pericoloso.
Nello stesso periodo invernale ricordo alle categorie di persone precedentemente mansionate, fatta eccezione delle donne in gravidanza, il “vaccino contro lo Pneumococco”. Lo Pneumococco è un batterio molto aggressivo, causa di polmoniti, particolarmente gravi ed anche di meningiti talvolta fatali. Questo è un altro vaccino sicuro ed efficace somministrato a tutti i bambini dai tre mesi in avanti.

La sicurezza dei vaccini antinfluenzali Leggi tutto »

Domande frequenti sulle mutazioni del virus influenzale

“Scusa mi sapresti spiegare con parole semplici cos’è un virus dell’influenza?”

Caro lettore, ricorda che il linguaggio scientifico è difficile da tradurre nei termini del linguaggio comune. Sono pochi quelli che ci riescono. Abbiamo alcuni esempi nella carta stampata o in televisione. Noi del MET con tanta buona volontà cercheremo di accontentare te e tutti i nostri affezionati lettori ed internauti. Per prima cosa il virus è un microrganismo, cioè una entità molto piccola, ultramicroscopica.  Proprio per questo è molto pericoloso. Le dimensioni sono dell’ordine degli 80-120 nm . Questo numero può non essere compreso. Tieni presente comunque che per poter vedere i virus non basta il microscopio ottico, ci vuole quello elettronico.

“Ma, dimmi com’è fatto?”

Gli scienziati  hanno suddiviso i virus in parti che hanno diverse funzioni. Queste parti  determinano alcune sue proprietà e caratteristiche. Pensa di avere di fronte una pallina minuscola sulla cui superficie sono posizionate tante protuberanze di 2 forme e caratteristiche diverse. Nel virus le protuberanze si chiamano emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N).

“A che cosa servono queste 2 diverse protuberanze che ritroviamo sulla superficie del virus?”

La prima, chiamata emoagglutinina (H), è una sostanza di grande importanza per il virus influenzale perché gli permette di attaccarsi alle nostre cellule. Una volta aderito alle cellule del tratto respiratorio con queste estroflessione, il virus influenzale le stimola e riesce ad entrare al loro interno con una serie di meccanismi dando inizio al processo di malattia.

Si conoscono 16 qualità differenti di queste protuberanze di tipo H. Il nostro organismo con le sue difese elabora anticorpi nei confronti di queste protuberanze di tipo H e queste sono decisive per farci superare la malattia e ritornare in uno stato di buona salute. La seconda sostanza, chiamata neuraminidasi (N),  serve invece in un secondo momento. Serve cioè a fare uscire il virus dalle cellule malate, del nostro tratto respiratorio, che aveva già infettato e a proseguire l’infezione infettando altre cellule, e così via. Si conoscono 9 qualità diverse di queste protuberanze di tipo N. Questi due tipi di protuberanze, che si trovano sulla superficie del virus influenzale e con le quali entra ed esce dalle nostre cellule respiratorie, sono delle proteine, anzi per meglio dire delle glicoproteine cioè un insieme di zuccheri e proteine.

“Credo che poi mi dovrai spiegare meglio la classificazione di questi, come li hai chiamati, virus?”

Caro lettore sto per farlo, se mi dai il tempo di chiarire la faccenda. I virus influenzali si differenziano in tre tipi: tipo A, tipo B e tipo C.  Sicuramente sulla stampa avrai visto che il virus dell’influenza ogni anno viene chiamato con queste sigle (TIPO) seguite da altre sigle che li identificano in sottotipi sulla base delle protuberanze presenti (ossia delle diverse emoagglutinine o neuraminidasi). Se ricordi, il tipo H annovera 16tipi diversi e il tipo N ne annovera 9. Questi tipi si associano ogni anno in modo diverso formando la caratteristica del nuovo virus. Questa presenza di protuberanze dei due tipi sempre diversa è però valida solamente per il tipo A, che cambia in continuazione la propria superficie esterna. Per cui ad esempio quest’anno è stato studiato che circoleranno i seguenti virus di tipo A: (A) H1N1 / (A) H3N2.  Cioè ci saranno 2 tipi A, uno con le protuberanze del sottotipo H1 ed N1, una vecchia conoscenza, e l’altro tipo A con le protuberanze chiamate H3 ed N2. Il tipo B sarà presente con le sue caratteristiche, cioè i bastoncini sulla superficie sono sempre gli stessi. Quindi, come ho cercato di spiegare, le diverse qualità delle proteine di superficie (protuberanze) differenziano i tipi di virus influenzale A in più sottotipi, come ti ho detto.

In altri termini i virus influenzali, nella loro superficie, possiedono un vero e proprio mosaico di protuberanze che ne permette la identificazione.

Ricorda che in natura i virus influenzali possono infettare sia gli animali che gli uomini. E si è scoperto che la presenza di protuberanze, cioè dei bastoncini H (emoagglutinina) o N (neuroamminidasi), con le diverse caratteristiche, influenzano l’attecchimento nei diversi animali. Molti virus che infettano polli o maiali o cavalli non infetteranno mai l’uomo. Come vedi di seguito l’uomo viene infettato da virus dell’influenza che hanno sulla loro superficie protuberanze di sottotipi ben precisi: per H il tipo 1, 2, 3 e per il tipo N il tipo 1 e 2. Gli altri sottotipi sono tipici degli animali, che si ammalano pure loro.

“I virus vengono differenziati in questo modo, forse perché hanno proprietà diverse?”

Vedo che cominci a capire. E’ proprio così, infatti il tipo A infetta uomini ed animali (mammiferi e volatili). Come ti ho spiegato ogni virus influenzale ha le sue protuberanze caratteristiche e chiamate con i nomi che abbiamo visto. Ogni sottotipo A infetta quella specie di animale. I virus umani hanno i loro caratteristici bastoncini di tipo H e di tipo N. Queste protuberanze, cioè le glicoproteine sono costruite secondo una regola ben precisa scritta nel codice genetico del virus. Da quel codice giungono le informazioni di come costruire i bastoncini esterni.

Capita frequentemente, e questa è una caratteristica del virus dell’influenza, che i messaggi che giungono dal codice genetico cambino di qualche piccola informazione e questo da luogo a variazioni  genetiche piccole, che gli scienziati chiamano “drift”, oppure a più grandi variazioni chiamate “shift”. Queste informazioni diverse dal genoma virale portano a cambiamenti dei bastoncelli esterni e quindi a piccoli o grandi cambiamenti dell’esterno del virus. Tutto questo contribuisce a realizzare le piccole o le grandi ed anche i casi sporadici di malattia presenti in natura. Il virus influenzale di tipo B, infetta solamente l’uomo e non gli animali. E’ un virus con la superficie che si mantiene abbastanza stabile e può andare incontro solo a piccole variazioni di assetto genetico e da luogo a piccole epidemie e a casi sporadici. Il virus influenzale C, da luogo a infezioni solamente negli animali e provoca comunque casi inapparenti o sporadici.

“Mi hai fatto girare la testa con tutte queste parolone: emagglutinina, neuramini che? Vedrò di andarmele a chiarire da qualche altra parte.”

Hai ragione caro lettore. Ma te l’avevo detto, non è facile fare il divulgatore. Il MET ti ha  comunque preparato una bibliografia virtuale nella quale potrai trovare qualche link che ti potrà essere utile. Vedi in fondo e potrai un poco navigare per qualche sito.

“Io però sono coraggioso ed anche un po’ masochista, voglio continuare a farmi del male. Sarei curioso ad esempio di sapere perché hai tirato fuori il concetto di variazione genetica”

Un momento, prima di proseguire lasciami finire di chiarirti come viene chiamato un virus. E che cosa sono quelle sigle che vediamo sui giornali o nelle farmacie. Per chiamare ufficialmente un virus influenzale, i medici che hanno effettuato l’isolamento di un determinato virus, devono aggiungere altri termini, per completarne l’identificazione. Pertanto la sigla che esce fuori, con cui chiamiamo ogni anno il nuovo virus che ci farà ammalare, o quelli che faranno ammalare gli animali, comprende:

  1. il tipo di virus
  2. la specie animale di origine,
  3. la posizione geografica del primo isolamento,
  4. il numero di registrazione del ceppo
  5. l’anno di isolamento.
  6. il sottotipo HA e NA di virus A, che viene specificato tra parentesi.

“Ad esempio prendiamo il virus A/Swine/Iowa/15/30 (H1N1). Di che stiamo parlando?”

Stiamo parlando di un virus influenzale

  1. tipo di virus A
  2. isolato nel maiale (swine),
  3. in un laboratorio di virologia dello Stato americano dell’Iowa,
  4. registrato col un numero progressivo del ceppo 15,
  5. nell’anno 1930,
  6. con il mosaico H1N1  di glicoproteine di superficie, che caratterizza il sottotipo.

“Va bene questo adesso l’ho capito un po’ di più ma mi parli del significato della variabilità genetica?”

Scusa. Ti vengo incontro e te ne parlo subito. Come ho cercato di spiegarti prima tutti i virus influenzali sono caratterizzati da una grande variabilità genetica. Cioè i messaggi che dal genoma virale arrivano per costruire le glicoproteine H ed N (cioè le protuberanze esterne del virus) cambiano molto spesso. Questo è il motivo per cui ogni anno bisogna cambiare la costituzione dei vaccini, cioè bisogna fare vaccini nuovi.  Bisogna infatti adattare i vaccini, che ci proteggono dal virus, alle variazioni genetiche e quindi di presenza esterna dei bastoncini che cambiano di anno in anno.

Prima, caro lettore, ti ho detto che nei virus influenzali ci sono variazioni piccole o “drift” (in inglese, deriva, deviazione, quindi deviazione o cambiamento antigenico). E che ci sono anche variazioni più importanti, profonde, “shift” (cioè trasferimento, cambiamento, nel senso che i cambiamenti sono molto più marcati. quindi ricombinazione antigenica importante). I piccoli cambiamenti o “drift” della superficie del virus sono associati a piccole epidemie, a casi influenzali lievi o sporadici. Invece i grandi cambiamenti della superficie dei virus  o “shift” danno adito alla costituzione di nuovi sottotipi, mai esistiti, e questo provoca le grandi epidemie o anche pandemie importanti.

Per essere pratici e comprensivi: le epidemie influenzali stagionali, che da noi arrivano tra dicembre e febbraio,  si qualificano come epidemie stagionali naturali perché  sono caratterizzate da piccole variazioni nella composizione delle protuberanze del virus, rispetto ai virus influenzali precedenti. Queste piccole mutazioni sono semplicemente un aspetto della vita normale, naturale del virus. Quindi come avrai capito il virus dell’influenza muta in continuazione il suo aspetto esterno, equesto gli permette di superare le difese immunitarie e di infettare facilmente la cellula del sisitema respiratorio. Questa è una caratteristica che altri virus, come quelli della mononucleosi o della varicella non possiedono.

Questa è proprio la caratteristica del virus dell’influenza. I meccanismi attraverso i quali ciò avviene sono un po’ complicati, ma per spiegartela e ribadirla in breve le variazioni dell’RNA del virus influenzale, cioè le variazioni del suo codice genetico, portano a costruire le emoagglutinine e le neuraminidasi differenti rispetto a quelle presenti precedentemente e qundi ad una presenza di bastoncelli, di protrusioni esterne un po diverse, e questo cambia il vestito del virus, che appare diverso e quindi non riconoscibile dagli anticorpi che avevamo formato negli anni precedenti. Spero che hai capito!

“E le variazioni maggiori? Quelle che mi mettono più ansia..”

Ti riferisci allo “shift”? Questo fenomeno è particolare. Si tratta di un vero e proprio riassortimento genetico. Cioè le informazioni che giungono dal codice genetico cambiano sostanzialmente tutto l’esterno della cellula virale. Il virus muta sostanzialmente tutti i bastoncini esterni e questo fenomeno può portare alla formazione di nuovi sottotipi. Quando un virus cambia così radicalmente ci possono essere epidemie importanti o addirittura pandemie, cioè una epidemia che interessa tutto il mondo con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata.

“Perché avviene questo?”

Si presentano queste forme così gravi ed aggressive perche il virus influenzale è cambiato completamente e le difese immunitarie presenti negli organismi, che generalmente controllano la malattia, non riescono a riconoscere il nuovo virus che diventa aggressivo ed invade tutto il sistema respiratorio distruggendo completamente le cellule. Se ricordi, la famosa epidemia influenzale “Spagnola”, iniziò nell’agosto del 1918 in tre diversi luoghi: in Francia, negli USA ed in Sierra Leone. Si trattava di un ceppo di influenza particolarmente violenta e letale. La malattia si diffuse in tutto il mondo, uccidendo 25 milioni di persone (secondo alcuni di più) in 6 mesi. Circa 17 milioni di individui in India, 500.000 persone negli USA, e 200.000 nel Regno Unito. Questo virus  sparì dopo 18 mesi. Ci furono nuovi virus, cambiati completamente nel ’57 e nel ’68, ma molto meno virulente. I virus H1N1, H2N2 e H3N2, corrispondevano a queste tre grandi pandemie del secolo scorso.

“Ma quella che chiamano “influenza aviaria” cos’è? E non è più pericolosa della influenza che sta per arrivare quest’anno?”

Dal febbraio 2004 si sono cominciati a rilevare casi di influenza particolarmente aggressiva, prima negli uccelli e poi nell’uomo in Vietnam. Si chiama “influenza aviaria” perché deriva dalla  ricombinazione del genoma di un virus influenzale degli uccelli (se ti ricordi le figure che ti ho fatto vedere prima mostrano che nei volatili, anche quelli da cortile, sono rappresentati tutti i 16 sottotipi di H e i 9 sottotipi di N) con il genoma del virus influenzale umano. Questa ricombinazione dei due RNA degli uccelli e degli uomini ha dato origine ad un virus con un genoma  ibrido, cioè formato dai 2 RNA che, almeno nelle previsioni di molti epidemiologi, avrebbe potuto dare vita a una pandemia potenzialmente molto pericolosa.

Alcuni scienziati dicono che da un punto di vista genetico non è lontana la distanza che può portare alla formazione di un nuovo virus. Questo processo di ricombinazione tra virus umano e quello aviario, potrebbe avvenire in un ospite intermedio, cioè il maiale. Il maiale è un animale da cortile che nelle città e paesi del Sud Est asiatico condivide spazi di habitat con esseri umani e uccelli. Maiali, uccelli e uomini vivono tutti insieme in modo molto stretto. Qui può realizzarsi quel famoso ponte e consentire al virus dell’influenza aviaria di modificarsi, complice il maiale, e compiere il “salto di specie” definitivo. Sta di fatto che questo meccanismo per il momento non si è mai verificato. Il virus dell’aviaria che è attualmente più sospettato di poter divenire patogeno anche per l’uomo è denominato H5N1. Quindi desidero ripetere che per il momento il famoso supervirus influenzale, cioè quello derivato da un vero e proprio salto di specie non c’è ancora stato.

I vari sottotipi di virus sono poi stati classificati in due gruppi, per la capacità di dar luogo a sindromi più o meno gravi:

  1. virus HPAI (high pathogenic avian influenza),
  2. virus LPAI (low pathogenic avian influenza, v. a bassa patogenicità)

Questa caratteristica del virus di essere più o meno aggressivo dipende dalla struttura virale e può variare nel tempo a causa di mutazioni o ricombinazioni genetiche per cui ceppi poco patogeni possono diventare altamente patogeni. E’ però vero che durante recenti epidemie di influenza aviaria altamente patogena (HPAI), ci sono state trasmissioni occasionali di H5N1, H7N7 e H9N2 virus per gli esseri umani che si sono ammalati in diverse parti del mondo con questo tipo di virus.

 

Domande frequenti sulle mutazioni del virus influenzale Leggi tutto »

error: Il contenuto di questo sito è protetto!
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e