Paolo Meo - MioDottore.it

Influenza

Influenza e non solo

Continua il caldo estivo nel nostro paese. Questa lunga estate sembra proprio non voler cedere il passo all’autunno. Ma l’arrivo dei virus respiratori, tra i quali il famoso “paramixovirus dell’influenza” non verrà ritardato da questo clima.

I primi casi di influenza già sono stati segnalati nel nord Italia, ed anche in Europa il virus è arrivato da alcune settimane, manifestandosi ancora con casi sporadici. Anche quest’anno le malattie respiratorie caratterizzeranno il periodo autunno-inverno. Anzi è meglio identificare il periodo a rischio virosi tra i mesi di ottobre 2023 ed il mese di aprile 2024, visto che parlare di stagioni è sempre più relativo, ahimè!

Una brutta situazione climatica che mina anche la nostra reattività alle infezioni. Dobbiamo essere consapevoli che queste alterazioni climatiche condizioneranno sempre di più il nostro stato di risposta alle malattie. E i primi segnali li abbiamo già avuti in tutto il mondo.

Con l’influenza stagionale i virologi hanno identificato l’arrivo di 262 tipi di virus respiratori diversi. E non dimentichiamo il Covid-19, sempre presente ed anche in crescita. Covid che comunque, con le sue varianti, ha imparato a convivere con il nostro organismo e le nostre difese, grazie alle passate campagne vaccinali.

Esistono questioni legate alle coinfezioni con altri virus. Il tema delle vaccinazioni diventa prioritario per controllare lo sviluppo della malattia.; chi deve e come farle; e ancora tutte le questioni legate alle sindromi respiratorie, con uno sguardo sempre attento alla situazione del Covid-19.

Le cronache nazionali ed internazionali confermano che siamo in presenza di una circolazione in aumento del Covid-19 in tutto il mondo, con le sue varianti più recenti ed anche nuove. Questi casi si sono diffusi anche in Italia e sono aumentati con l’inizio delle attività produttive e commerciali post estive e con l’apertura delle scuole.

L’attenzione di tutti noi, addetti ai lavori, è anche presa da un esordio precoce di casi della nuova influenza, che crescerà tra ottobre e novembre per poi avere un picco tra dicembre e febbraio 2024. In questo periodo il vero problema saranno i casi di coinfezione tra i due virus nei soggetti anziani, più deboli e portatori di malattie debilitanti.

Da quando è comparso il virus Sars-CoV-2 ci siamo resi conto di come le coinfezioni influenza/Covid si manifestino in modo aggressivo e mettano a rischio i gruppi di popolazione precedentemente menzionati. La malattia influenzale diventa più grave con la presenza di un Covid che diventa ancora più aggressivo. Questi gruppi di popolazione dovrebbero seguire il consiglio di effettuare entrambe le vaccinazioni. Ne parleremo in modo approfondito in un altro articolo ma intanto possiamo dire che nella stessa seduta è possibile farsi inoculare il vaccino dell’influenza ed il vaccino del Covid. E ora iniziamo ad approfondire il tema riguardante l’influenza nei suoi aspetti caratterizzanti.

L’influenza è una malattia respiratoria, infettiva, acuta, causata da un virus della famiglia degli Orthomyxovirus (virus influenzali) che infetta le cellule superficiali della mucosa delle vie aeree superiori del nostro organismo, ossia del naso, del faringe, della laringe (gola) provocando una reazione infiammatoria importante spesso anche dolorosa.

L’infezione può coinvolgere la mucosa della trachea arrivando ad infettare anche le mucose delle vie aree inferiori coinvolgendo i bronchi, ed anche le cellule degli alveoli polmonari (una storia conosciuta da tutti con il Covid).

Questa aggressione del virus provoca una reazione delle cellule immuni locali, sotto la mucosa superficiale dell’apparato respiratorio, che innesca l’attivazione del sistema infiammatorio. Questo processo ha l’obiettivo di difendere le mucose respiratorie e l’organismo tutto dall’attacco dei virus.

Il risultato è una infiammazione crescente, un rialzo febbrile, una dilatazione dei vasi locali con edema e gonfiore. Questa reazione del nostro organismo ha l’obiettivo di difenderci ma il risultato è la comparsa dei sintomi che crescono di ora in ora. Siamo nel pieno dei sintomi dell’influenza. Ma anche di altri virus meno aggressivi.

Ormai conosciamo questo meccanismo difensivo (ma anche offensivo) che caratterizza anche la risposta al Coronavirus, vedi le risposte al Covid-19, e a tanti altri microrganismi. I sintomi tipici influenzali derivano quindi dalla risposta infiammatoria dell’organismo nei confronti del virus, e questo causa il malessere e il grande stato di prostrazione. Molti virus e batteri generano questo tipo di risposta che viene etichettata come “influenza”, ma che, nella maggior parte dei casi non deriva dal “virus dell’influenza sensu strictu”.

Sono stati censiti oltre 200 virus simil influenzali che attaccano il nostro sistema respiratorio, e non solo, e si manifestano con sintomi più limitati creando problemi di saluti ridotti rispetto a quelli provocati dal “vero virus influenzale”. Da ciò si capisce perché quasi sempre chi ha effettuato il vaccino antinfluenzale si ammala lo stesso. Con il vaccino dell’influenza ci proteggiamo dal virus stagionale più aggressivo. Le cosiddette “influenze” invernali sono nella maggior parte dei casi provocate da tutti gli altri virus con cui, in inverno, veniamo in contatto.

Ci proteggiamo contro il virus più aggressivo, quello dell’influenza stagionale da Orthomyxovirus. Di fatto quando circola il virus influenzale, in Italia, nel periodo autunno-inverno, circolano contemporaneamente molti altri virus e batteri che provocano sintomi del tutto simili a quelli provocati dall’influenza, ma meno gravi e meno diffusivi. Tra i virus più frequenti gli Adenovirus, i Rhinovirus, i Coronavirus ed anche il virus sinciziale respiratorio, particolarmente aggressivo nei bambini.

La malattia influenzale è provocata da 3 tipi di virus della famiglia delle Orthomyxoviridae :
tipo 1 “ Influenzavirus A”;
tipo 2  “Influenzavirus B”; 
tipo 3 “Influenzavirus C”.

I virus dell’Influenza A e C hanno la caratteristica di infettare diverse specie animali, tra cui l’uomo e possono essere trasmessi tra le varie specie.
I virus dell’Influenza B infettano praticamente esclusivamente l’uomo.

I virus influenzali del tipo A e B presentano nella loro superficie 2 molecole (glicoproteine) che li caratterizzano e mutano in continuazione (le famose mutazioni annuali per cui cambia costantemente il vaccino).

Queste le glicoproteine presenti nella parte esterna del virus:

• L’Emoagglutinina molecola contrassegnata con la lettera H e costituisce la porzione virale che si lega alle cellule della mucosa respiratoria.
• La Neuraminidasi molecola contrassegnata con la lettera N ed ha la funzione di facilitare la fuoriuscita del virus dalle cellule una volta che questo si è riprodotto.
Le emoagglutinine (H) e le neuroaminidasi (N) sono glicoproteine con caratteristiche antigeniche, ossia molecole riconosciute dalle cellule del sistema immunitario che attiva le funzioni di difesa dell’organismo. I Virus influenzali sono riconosciuti dal nostro sistema difensivo attraverso queste molecole presenti sulla superficie dei virus influenzali.

L’emoagglutinina, che si trova nella capsula esterna del virus, si comporta da chiave per entrare nelle cellule respiratorie. Infatti, l’emoagglutinina del virus si lega alla superficie della cellula della mucosa respiratoria e consente l’entrata del DNA virale nella cellula medesima. All’interno della cellula respiratoria il virus si riproduce in milioni di copie (virus figli).

La neuraminidasi invece entra in gioco quando il virus influenzale, che si è riprodotto migliaia e migliaia di volte, deve abbandonare la cellula infettata per infettarne di nuove ed iniziare un nuovo ciclo riproduttivo. E l’infezione diffonde nella mucosa respiratoria. La neuroaminidasi è una molecola addetta a liberare il virus dalla superficie della cellula stessa, a cui è adeso, in modo da liberarlo e farlo uscire dalla cellula, infettare altre cellule respiratorie, e consentire la riproduzione dei virus che cresce esponenzialmente. In questo modo crescono esponenzialmente anche i sintomi. Questo è il meccanismo, espresso in modo semplificato, di come agisce il virus dentro di noi.

L’influenza è una malattia caratterizzata da una serie di sintomi derivanti dalla risposta dell’organismo alla invasione ed alla riproduzione del virus all’interno delle nostre cellule respiratorie. La reazione del sistema difensivo immunitario provoca l’insorgenza improvvisa di febbre, anche alta, accompagnata da tosse, dolori muscolari. Anche una cefalea particolarmente fastidiosa caratterizza la crescita dei sintomi. A questi si aggiungono brividi, inappetenza, grande sensazione di affaticamento e infiammazione e dolenzia delle via aeree superiori.

Tra i sintomi anche la nausea, il vomito e la diarrea caratterizzano l’influenza in particolare nei bambini. I sintomi generalmente si esauriscono in una settimana, o dieci giorni, il tempo di risposta del sistema immune per neutralizzare il virus e la sua riproduzione. Ma negli ultra sessantacinquenni, nei piccoli bambini, in particolare sotto l’anno di età e nei portatori di malattie croniche i sintomi possono essere più gravi, persistenti, con maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della condizione di base.

L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline della nostra saliva. Quindi in ambienti esterni, ancora più quelli chiusi e poco areati. Può essere una trasmissione diretta attraverso la tosse, gli starnuti, o i contatti molto ravvicinati di persone che hanno il virus. Oppure una trasmissione indiretta contaminandosi con il virus presente su oggetti o superfici contaminate dallo stesso.

Per diminuire il rischio di contagio è opportuno (1) evitare luoghi affollati e non arieggiati; (2) lavarsi le mani con acqua e sapone per evitare la contaminazione da virus diffuso su superfici di ogni tipo, meglio sapone che disinfettanti come detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti che rovinano la flora batterica difensiva sulla nostra pelle; (3) non toccare occhi, naso e bocca con le proprie mani contaminate; se tossisci o starnuti copri il tuo naso o bocca con un fazzoletto di carta; (4) è importantissimo tenere gli ambienti areati ed assolati, se possibile.

Se vuoi evitare di diffondere il virus ad altre persone, ed in particolare ai più anziani e deboli, utilizza la mascherina in caso di sintomi influenzali.

Il periodo di incubazione dell’influenza stagionale solitamente va dai 4 ai 5 giorni. Generalmente le persone adulte cominciano a diffondere i virus da uno due giorni prima dell’inizio dei sintomi, e questa capacità diffusiva rimane fino a 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Nei bambini e nelle persone più fragili e con sistema immune poco attivo il contagio può durare più a lungo, fino a 8/10 giorni.

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Influenza propriamente detta

INFLUENZA (propriamente detta)  stagione 2022/23

L’influenza (s.g.) è una malattia infettiva virale, acuta, respiratoria, causata da un virus ad RNA, un “myxovirus” (virus influenzali), che infetta le cellule delle vie aeree superiori (naso, gola, faringe e laringe) ed utilizza i sistemi interni cellulari per riprodursi in milioni di copie (virus figli). L’influenza vera e propria (s.g.) è una malattia specifica, causata da virus della famiglia degli orthomyxoviridae, e si può manifestare in modo anche grave. Sono 3 i tipi di orthomyxovirus che infettano l’uomo: Tipo A, Tipo B e Tipo C.
Le altre forme virali o batteriche, molto frequenti, tipiche della stagione autunnale/invernale, chiamate “influenza”, perché presentano localizzazioni e sintomi simili all’influenza vera e propria, non rispondono all’azione protettiva del vaccino antinfluenzale in quanto sono causate da altri tipi di microrganismi.
Tra i virus che possono causare sintomi simil influenzali ricordiamo gli adenovirus, i rhinovirus, il virus sinciziale respiratorio, i coronavirus ed altri tipi di virus e batteri.

 

SINTOMI

I sintomi tipici dell’influenza si manifestano con: (1) febbre alta improvvisa; (2) cefalea; (3) faringodinia (mal di gola); (4) tosse più secca che produttiva; (5) rinorrea (raffreddore); (6) dolori muscolari ed articolari; (7) malessere generale.

Altri sintomi includono: (a) brividi; (b) perdita di appetito; (c) nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. Questi sintomi sono più difficili negli adulti.

Tra le complicanze, talvolta gravi, il coinvolgimento delle vie aeree inferiori con  la comparsa di “polmonite virale primitiva”; le “polmoniti batteriche secondarie”; l’infezione dei seni paranasali; l’ aggravamento dei sintomi negli asmatici e nei cardiopatici.

I sintomi, generalmente acuti ed improvvisi, si manifestano dopo 2/4 giorni dall’avvenuto contagio. La guarigione avviene tra 7/10 giorni e la malattia si autolimita; Occorre che alcuni soggetti appartenenti a categorie considerate deboli facciano particolare attenzione a questo virus.  I soggetti sopra i 65 anni di età ed i bambini piccoli; i soggetti adulti che soffrono di malattie croniche debilitanti possono sviluppare complicanze anche gravi o peggioramento dei loro sintomi di base;
Queste categorie dovrebbero effettuare la loro vaccinazione antinfluenzale.

 

COMPLICANZE

Oltre ai sintomi descritti possono manifestarsi complicanze dovute a: (a) polmoniti secondarie di tipo batterico (per cui è necessaria una copertura antibiotica anche preventiva soprattutto nei soggetti più a rischio); (b) disidratazione, per la maggiore traspirazione o perdita di liquidi; (c) peggioramento di malattie preesistenti quali il diabete, malattie di tipo immunitario, malattie di tipo cardiovascolare e respiratorio cronico, (d) otiti nei bambini.
Donne incinte e bambini molto piccoli sono a maggior rischio di effetti collaterali e complicanze da virus. Per questo motivo costituiscono una categoria a cui proporre la vaccinazione antinfluenzale fin dall’inizio della stagione;

Frequenti le complicanze nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età.

 

TRASMISSIONE

La trasmissione avviene per via aerea, attraverso le goccioline di saliva (goccioline di Flugge) e le secrezioni respiratorie.

  • Via aerea respiratoria (tosse, starnuti, parlata a distanza molto ravvicinata);
  • Per contatto (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).

 

PREVENZIONE

Questi sono i comportamenti raccomandati per evitare o diminuire il rischio di contagio.

  • lavare frequentemente le mani con acqua e sapone;
  • non toccare con le mani contaminate occhi, naso e bocca;
  • coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce;
  • evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa;
  • aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna;
  • i soggetti particolarmente a rischio farebbero bene ad utilizzare le mascherine che abbattono la possibilità di contagio;

Sono gli stessi comportamenti che vanno adottati per evitare l’infezione del Covid-19. Questo è il motivo per cui negli anni del lockdown o della attenzione al SARS-CoV-2, la presenza di influenza si è notevolmente ridotta;

 

TEMPI DI CONTAGIOSITA’

 

Una persona che viene a contatto con il virus ed infetta, può diventare contagiosa già uno/due giorni prima dell’insorgenza dei sintomi e può trasmettere il virus fino a sette giorni dopo l’inizio della malattia. I bambini ed i soggetti immunodepressi sono contagiosi anche più a lungo.

Il contagio avviene tipicamente attraverso le vie aeree, per cui una donna che allatta può contagiare il suo bambino con la saliva, per questo motivo è raccomandato l’utilizzo della mascherina per evitare di contagio;

dr. Paolo Meo
medico infettivologo

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La sicurezza dei vaccini antinfluenzali

Novembre 2019 iniziata la campagna di prevenzione per l’influenza: da alcune settimane è indicato il vaccino antinfluenzale per la popolazione sopra i 60 anni, quella affetta da malattie croniche e debilitanti, per le donne in gravidanza, ed anche per i bambini dai 6 mesi ai 3 anni di età.
Anche quest’anno (2019/2020) la tutela e la sicurezza della nostra salute arriva dai controlli dell’AIFA “L’Agenzia Italiana del Farmaco”, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sui lotti dei vaccini antinfluenzali. Come da sempre la tutela della nostra salute viene da controlli certi ed efficaci. Mi occupo da decenni di vaccinazioni, prevenzione di malattie infettive, e campagne vaccinali in tutto il mondo, spesso in Africa, e non ho alcun interesse ad imbonire la pillola, nascondendo complicità ed interessi. Se avessi un ben che minimo dubbio del comportamento sui controlli, dopo aver condotto campagne di vaccinazioni in molti paesi Africani, consapevole e cosciente dei rischi, dei metodi, della validità dei vaccini, non rimarrei certo in silenzio. La comunità scientifica ed io stesso siamo e sono invece convinto che i continui controlli sui prodotti, sulla loro sicurezza, sulle metodologie, effettuati dai NAS, AIFA ed ISS (Istituto Superiore di Sanità), ci garantiscono un buon livello di attendibilità e certezza.
Novembre 2014: “ … iniziata la campagna vaccinale per la prevenzione dell’influenza sulla popolazione anziana e quella affetta da malattie croniche e debilitanti.  ……. si diffonde la notizia … di morte sospette …. Da un lotto di vaccino antinfluenzale …. La farmacovigilanza condotta dall’AIFA si attiva immediatamente e senza attese e senza prove favorevoli o contrarie all’evento, fa scattare in via cautelativa per la popolazione il divieto di utilizzo del vaccino. … NAS e ISS sono impegnati a dare risposte certe. Alla fine viene stabilito che i lotti dei vaccini erano sicuri e non legati alle morti sospette.
Questo a riprova che in Italia esiste una tutela tecnica ma anche legale a difesa del cittadino. E questo si evidenzia non solo dalle azioni preventive svolte dalle autorità sanitarie, come sopra spiegato ma da come anche la comunità scientifica, ovvero i centri di ricerca ed anche noi medici di prima linea, si e ci attiviamo per controllare eventuali situazioni poco chiare ed arrivare ad una soluzione.
I vaccini attualmente in commercio sono una risorsa preziosa e insostituibile per la prevenzione dell’influenza stagionale e delle sue complicanze. Prevenzione per quel virus ad RNA, ovvero quell’orthomyxovirus tipo (A H1N1; A H3N; B Victoria; B Yamagata), l’unico che può essere realmente pericoloso, particolarmente aggressivo, talvolta mortale. Per questo motivo la comunità scientifica mondiale è costantemente mobilitata nei confronti di “questo” orthomyxovirus” e non di altri che circolano in lungo ed in largo durante l’inverno. E per questo motivo le persone sopra i 60 anni; le persone affette da malattie croniche cardiache, polmonari, e metaboliche, coloro che soffrono per difese immunitarie diminuite è opportuno che si proteggano con questo vaccino. Vaccino fortemente consigliato in questo periodo alle donne in gravidanza ed ai bambini dai 6 mesi di vita. Se poi durante l’inverno ci si ammala a causa di tanti altri virus con cui veniamo a contatto, questo non dipende dalla inefficacia del vaccino. Chi si è vaccinato infatti potrà ammalare a causa di tutti i virus circolanti ma è sicuramente protetto nei confronti del virus più pericoloso.
Nello stesso periodo invernale ricordo alle categorie di persone precedentemente mansionate, fatta eccezione delle donne in gravidanza, il “vaccino contro lo Pneumococco”. Lo Pneumococco è un batterio molto aggressivo, causa di polmoniti, particolarmente gravi ed anche di meningiti talvolta fatali. Questo è un altro vaccino sicuro ed efficace somministrato a tutti i bambini dai tre mesi in avanti.

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Domande frequenti sull’influenza

Un rapido vademecum offerto dal CESMET per aiutare i nostri lettori ad affrontare nel migliore dei modi l’annuale epidemia di influenza prevista per i prossimi mesi

L’influenza sta arrivando.  La aspettiamo in Italia nella seconda parte del mese di dicembre e durerà fino a febbraio inoltrato. La vera influenza sarà quindi presente in un periodo ben definito. Anche quest’anno, come sempre, i giornali stanno dando l’allarme e ci avvisano che, in coincidenza dei primi venti che scuotono le foglie degli alberi nei viali, il virus dell’influenza ritorna ad affliggere l’umanità nel nostro emisfero. Anche quest’anno riprenderanno le solite raccomandazioni: è bene vaccinarsi; è bene prendere gli antibiotici; è bene seguire i rimedi della nonna.  A noi però, gente comune, cosa conviene sapere veramente, per farci un’opinione corretta e proteggerci al meglio da questa infezione?

Il CESMET risponderà a questa esigenza e seguirà il problema dell’influenza  durante tutto il periodo dell’epidemia. Ci saranno aggiornamenti sulla evoluzione della epidemia in Italia ed in Europa ed informerà il suo pubblico di internauti sulle nozioni da considerare già acquisite  e sulle novità che si affacceranno.

Ecco le FAQ che più frequentemente ci vengono rivolte:

“Se ho il naso che mi cola, un po’ di tosse, gli occhi che bruciano, qualche linea di febbre. Posso dire di avere  l’influenza? Cioè quella malattia provocata dal virus influenzale che stiamo aspettando?”

Caro lettore ricorda: “Ci sono tante diverse malattie respiratorie d’inverno. Queste malattie sono portate dall’aria fredda, e da un ambiente autunnale ed invernale aggressivo nei confronti del nostro sistema respiratorio. Qualcuno aggiunge che  le nostre vie respiratorie in questa stagione hanno una tendenza ad irritarsi ed a favorire l’attecchimento dei virus. Ma queste malattie respiratorie, sia delle alte vie che delle basse, non sono solamente di origine influenzale. L’influenza è solo una malattia provocata da un virus ben preciso ed è presente solamente in un periodo ben definibile (dicembre – febbraio). Tanto per chiarire pensa quanti altri virus causano problemi respiratori che sono simili all’influenza: il virus respiratorio sinciziale; gli adenovirus; i rinovirus; i coronavirus, gli enterovirus e così via.

Nel periodo autunnale in cui non è presente una epidemia ben definita, quella influenzale, è praticamente  impossibile distinguere una forma virale dall’altra,  perché le sintomatologie all’esordio sono simili. Solo per l’influenza, causata dal virus influenzale vero e proprio, sappiamo che si rivela e si manifesta come una malattia respiratoria più grave e più importante delle altre, che dura più tempo e presenta un numero di complicazioni maggiore, ma sappiamo anche precisamente il suo periodo di comparsa. Per distinguere la malattia influenzale dalle altre forme virali sono stati proposti dagli scienziati dei parametri in base ai quali è possibile porre una diagnosi iniziale che poi necessita, se lo si ritiene opportuno, di una conferma in laboratorio. Pertanto la cosa migliore, se sospettiamo di avere contratto l’influenza, è avvisare il proprio medico del nostro stato di malessere oppure chiedere una visita ai medici del CESMET, per una valutazione se è il caso di richiedere un test di conferma. E’ chiaro che la malattia influenzale potrà essere sospettata solamente quando il virus influenzale giungerà in Italia. Questo è previsto tra metà dicembre fino a febbraio inoltrato. Tutte le forme così dette influenzali presenti in Ottobre, novembre e primi giorni di dicembre non sono da considerare influenza propriamente detta.

“Come posso difendermi dal fatto che qualcuno può trasmettermi la malattia?”

Bisogna tenere conto di alcuni fatti ben precisi. L’influenza da “virus influenzale” si diffonde velocemente in comunità chiuse, (scuole, uffici, ospedali,case di cura, carceri etc.). Ogni gocciolina di saliva o proveniente da sternuti, che un individuo infetto emette respirando, contiene da 100.000 a 1.000.000 di virioni (che parolona!). I virioni? Tali microscopiche particelle infettanti, cioè il virus vero e proprio, (di questo si tratta) si depositano nell’ambiente (sulle maniglie delle porte in un ufficio ad esempio!) e possono risultare facilmente infettanti se inalate, dopo che le abbiamo toccate.

Si ritiene che bastino 10 particelle di virus che arrivano in contatto con le nostre mucose del naso o della bocca per infettarci o infettare un’altra persona! L’individuo infetto dal virus influenzale può trasmettere la malattia a tutti quelli che lo circondano dal giorno prima dell’inizio dei suoi sintomi fino a cinque giorni dopo l’insorgenza della sintomatologia. Quindi ciascuno di noi può diventare in famiglia, in ufficio, in metropolitana, al cinema, nei grandi magazzini un soggetto infettante. Ma non solo: sappiamo che durante l’epidemia influenzale il 30-50% dei casi decorre in maniera asintomatica. E chi ha il virus ma non ha i sintomi è in ogni caso un diffusore di particelle virali.

Pertanto nei mesi dell’epidemia (tra dicembre e febbraio) ognuno di noi ha la quasi certezza di venire in contatto con il virus e sviluppare la malattia.

“Ma allora che cosa posso fare per non ammalarmi? Mi devo chiudere in casa e non uscire più fino a maggio?”

Ti consiglio non di murarti vivo ma, in una parola, di effettuare prevenzione.

Per fare prevenzione nei confronti dell’influenza, la vera malattia influenzale, presente da metà dicembre a tutto febbraio, ciascuno di noi deve fare due cose:

  • La prima prevenzione realmente valida è fare il vaccino. Ricorda che il vaccino antinfluenzale ti protegge in modo assoluto nei confronti del vero virus influenzale, e solamente da lui che è il più pericoloso. Questo vaccino è disponibile presso le farmacie e il tuo medico curante ti potrà somministrare a richiesta.
  • La seconda forma di prevenzione non consiste nel mettersi sotto una campana di vetro, o indossando la mascherina (le mascherine te le faranno mettere gli infermieri nella sala di accettazione del pronto soccorso, solamente se ti presenterai in ospedale perché accusi sintomi di febbre, catarro dal naso, tosse etc.), ma più modestamente lavandosi le mani  con maggiore frequenza.

È stato scientificamente dimostrato che gran parte della diffusione del virus influenzale avviene toccando con le mani oggetti inavvertitamente contaminati da starnuti di altre persone infette e portando il virus con le mani a contatto delle mucose del naso o della bocca. È quindi fondamentale per interrompere questa catena di trasmissione della malattia influenzale, che ciascuno di noi partecipi, col modesto sacrificio, alla pratica di lavarsi le mani frequentemente. Un altro consiglio è quello, per quanto possibile di cercare di  evitare i luoghi chiusi ed affollati durante il periodo epidemico. Se poi non ti sei vaccinato e ti ammali il consiglio è quello di rimanere a casa per alcuni giorni. Avrai la possibilità di curarti meglio e limiterai al massimo le possibilità di trasmettere il virus ad altri individui. A proposito ricordati di coprirti la bocca ed  il naso quando starnutisci.

“Ma io che sono giovane corro più rischio di papà che è anziano o di mio figlio che è piccolino?”

Si tratta di distinguere di quale genere di rischio parliamo. Per quanta riguarda le probabilità di ammalarsi, si.

E’ questione di protezione immunitaria. Le fasce di popolazione più giovani hanno le probabilità più alte di contrarre l’influenza. I giovani adulti hanno una alta frequenza di ammalare. Però in termini di gravità le probabilità di sviluppare una forma grave o delle complicazioni (polmoniti gravi, insufficienza renale, altre cose) sono maggiori per i soggetti anziani (sopra i 65, diciamo), perciò cerca di convincere i tuoi anziani a vaccinarsi. Sarà meglio per tutta la famiglia, ma soprattutto per loro.

“Beh, diciamo che hai molti argomenti a tuo favore e mi stai convincendo a fare quello che mi dici: vaccinarmi e proteggere me ed i miei cari. Ma dimmi, sai sono una persona curiosa, e mi piacerebbe sapere qualcosa sui costi sociali dell’influenza. Siamo in tempi di crisi economica e come cittadino mi piace pensare che partecipo alle problematiche sociali. In parole semplici quali e quanti sono allora questi costi?”

Il costo medio di ogni ricovero per sindrome influenzale è piuttosto elevato: costo del posto-letto, del personale, degli antibiotici, degli antivirali, di tutte le altre terapie di supporto. Di eventuali ricoveri (speriamo di no) in reparti di terapia intensiva.   Moltiplicalo per il numero di persone che verranno ricoverate per questo motivo, e siamo nell’ordine delle centinaia di migliaia, anzi di milioni di Euro. Ti renderai facilmente conto della forte spesa sociale costituita dall’influenza stagionale. Inoltre in questo numero non abbiamo preso in considerazione la spesa dovuta alla perdita di giornate di lavoro.

Siamo in crisi economica, come giustamente dici tu, e non possiamo permetterci di rallentare ulteriormente lo sviluppo economico, limitando la disponibilità della forza lavoro. Alcuni studiosi infatti hanno stimato che il virus influenzale porta ad una perdita di produttività: infatti in media ogni caso di influenza fa perdere 4,78 giorni di lavoro/scuola; si stima che nella stagione 1998/99 si siano persi in Italia circa 48 milioni di giorni lavoro/scuola. Una cifra sconvolgente! Forse vale la pena fare qualche cosa!

“Possiamo tornare al vaccino? Qualche amico mi ha detto che il virus muta, per cui il vaccino di quest’anno non è efficace, perché è già vecchio, è  quello dell’anno scorso”

I vaccini vengono rinnovati ogni anno. In tutto il mondo le case di produzione dei vaccini ricevono dagli studiosi e dai centri ufficiali le caratteristiche del nuovo tipo di virus su cui produrre il nuovo vaccino. Quindi ogni anno i vaccini vengono prodotti sapendo molto bene le caratteristiche ed il tipo di virus che troveremo in circolazione quest’anno in Italia e nel mondo. E sai perché lo sappiamo?  lo sappiamo perché la malattia influenzale non è finita l’anno scorso a febbraio, ma questa estate ha continuato a circolare in America del Sud, in Australia, e i locali medici competenti hanno continuato a studiarlo, isolarlo e hanno fornito a noi dell’emisfero Nord tutte le informazioni che servono per proteggerci. Infatti ti posso già annunciare, e te lo dico giusto perché so che sei una persona curiosa, che il prossimo vaccino, che è già in commercio, è composto da una miscela di 4 ceppi differenti:

  • A/Brisbane/02/2018 (H1N1)pdm09-like virus;
  • A/Kansas/14/2017 (H3N2)-like virus;
  • a B/Colorado/06/2017-like virus (B/Victoria/2/87 lineage)
  • B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata)

Le varianti, come le avrebbe dovute chiamare il tuo amico, in realtà sono già state previste nella nuova formulazione del vaccino e tutto andrà per il meglio.

Concludo e ti saluto.
Ciao. Alla prossima visita al sito del CESMET!

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Domande frequenti sulle mutazioni del virus influenzale

“Scusa mi sapresti spiegare con parole semplici cos’è un virus dell’influenza?”

Caro lettore, ricorda che il linguaggio scientifico è difficile da tradurre nei termini del linguaggio comune. Sono pochi quelli che ci riescono. Abbiamo alcuni esempi nella carta stampata o in televisione. Noi del MET con tanta buona volontà cercheremo di accontentare te e tutti i nostri affezionati lettori ed internauti. Per prima cosa il virus è un microrganismo, cioè una entità molto piccola, ultramicroscopica.  Proprio per questo è molto pericoloso. Le dimensioni sono dell’ordine degli 80-120 nm . Questo numero può non essere compreso. Tieni presente comunque che per poter vedere i virus non basta il microscopio ottico, ci vuole quello elettronico.

“Ma, dimmi com’è fatto?”

Gli scienziati  hanno suddiviso i virus in parti che hanno diverse funzioni. Queste parti  determinano alcune sue proprietà e caratteristiche. Pensa di avere di fronte una pallina minuscola sulla cui superficie sono posizionate tante protuberanze di 2 forme e caratteristiche diverse. Nel virus le protuberanze si chiamano emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N).

“A che cosa servono queste 2 diverse protuberanze che ritroviamo sulla superficie del virus?”

La prima, chiamata emoagglutinina (H), è una sostanza di grande importanza per il virus influenzale perché gli permette di attaccarsi alle nostre cellule. Una volta aderito alle cellule del tratto respiratorio con queste estroflessione, il virus influenzale le stimola e riesce ad entrare al loro interno con una serie di meccanismi dando inizio al processo di malattia.

Si conoscono 16 qualità differenti di queste protuberanze di tipo H. Il nostro organismo con le sue difese elabora anticorpi nei confronti di queste protuberanze di tipo H e queste sono decisive per farci superare la malattia e ritornare in uno stato di buona salute. La seconda sostanza, chiamata neuraminidasi (N),  serve invece in un secondo momento. Serve cioè a fare uscire il virus dalle cellule malate, del nostro tratto respiratorio, che aveva già infettato e a proseguire l’infezione infettando altre cellule, e così via. Si conoscono 9 qualità diverse di queste protuberanze di tipo N. Questi due tipi di protuberanze, che si trovano sulla superficie del virus influenzale e con le quali entra ed esce dalle nostre cellule respiratorie, sono delle proteine, anzi per meglio dire delle glicoproteine cioè un insieme di zuccheri e proteine.

“Credo che poi mi dovrai spiegare meglio la classificazione di questi, come li hai chiamati, virus?”

Caro lettore sto per farlo, se mi dai il tempo di chiarire la faccenda. I virus influenzali si differenziano in tre tipi: tipo A, tipo B e tipo C.  Sicuramente sulla stampa avrai visto che il virus dell’influenza ogni anno viene chiamato con queste sigle (TIPO) seguite da altre sigle che li identificano in sottotipi sulla base delle protuberanze presenti (ossia delle diverse emoagglutinine o neuraminidasi). Se ricordi, il tipo H annovera 16tipi diversi e il tipo N ne annovera 9. Questi tipi si associano ogni anno in modo diverso formando la caratteristica del nuovo virus. Questa presenza di protuberanze dei due tipi sempre diversa è però valida solamente per il tipo A, che cambia in continuazione la propria superficie esterna. Per cui ad esempio quest’anno è stato studiato che circoleranno i seguenti virus di tipo A: (A) H1N1 / (A) H3N2.  Cioè ci saranno 2 tipi A, uno con le protuberanze del sottotipo H1 ed N1, una vecchia conoscenza, e l’altro tipo A con le protuberanze chiamate H3 ed N2. Il tipo B sarà presente con le sue caratteristiche, cioè i bastoncini sulla superficie sono sempre gli stessi. Quindi, come ho cercato di spiegare, le diverse qualità delle proteine di superficie (protuberanze) differenziano i tipi di virus influenzale A in più sottotipi, come ti ho detto.

In altri termini i virus influenzali, nella loro superficie, possiedono un vero e proprio mosaico di protuberanze che ne permette la identificazione.

Ricorda che in natura i virus influenzali possono infettare sia gli animali che gli uomini. E si è scoperto che la presenza di protuberanze, cioè dei bastoncini H (emoagglutinina) o N (neuroamminidasi), con le diverse caratteristiche, influenzano l’attecchimento nei diversi animali. Molti virus che infettano polli o maiali o cavalli non infetteranno mai l’uomo. Come vedi di seguito l’uomo viene infettato da virus dell’influenza che hanno sulla loro superficie protuberanze di sottotipi ben precisi: per H il tipo 1, 2, 3 e per il tipo N il tipo 1 e 2. Gli altri sottotipi sono tipici degli animali, che si ammalano pure loro.

“I virus vengono differenziati in questo modo, forse perché hanno proprietà diverse?”

Vedo che cominci a capire. E’ proprio così, infatti il tipo A infetta uomini ed animali (mammiferi e volatili). Come ti ho spiegato ogni virus influenzale ha le sue protuberanze caratteristiche e chiamate con i nomi che abbiamo visto. Ogni sottotipo A infetta quella specie di animale. I virus umani hanno i loro caratteristici bastoncini di tipo H e di tipo N. Queste protuberanze, cioè le glicoproteine sono costruite secondo una regola ben precisa scritta nel codice genetico del virus. Da quel codice giungono le informazioni di come costruire i bastoncini esterni.

Capita frequentemente, e questa è una caratteristica del virus dell’influenza, che i messaggi che giungono dal codice genetico cambino di qualche piccola informazione e questo da luogo a variazioni  genetiche piccole, che gli scienziati chiamano “drift”, oppure a più grandi variazioni chiamate “shift”. Queste informazioni diverse dal genoma virale portano a cambiamenti dei bastoncelli esterni e quindi a piccoli o grandi cambiamenti dell’esterno del virus. Tutto questo contribuisce a realizzare le piccole o le grandi ed anche i casi sporadici di malattia presenti in natura. Il virus influenzale di tipo B, infetta solamente l’uomo e non gli animali. E’ un virus con la superficie che si mantiene abbastanza stabile e può andare incontro solo a piccole variazioni di assetto genetico e da luogo a piccole epidemie e a casi sporadici. Il virus influenzale C, da luogo a infezioni solamente negli animali e provoca comunque casi inapparenti o sporadici.

“Mi hai fatto girare la testa con tutte queste parolone: emagglutinina, neuramini che? Vedrò di andarmele a chiarire da qualche altra parte.”

Hai ragione caro lettore. Ma te l’avevo detto, non è facile fare il divulgatore. Il MET ti ha  comunque preparato una bibliografia virtuale nella quale potrai trovare qualche link che ti potrà essere utile. Vedi in fondo e potrai un poco navigare per qualche sito.

“Io però sono coraggioso ed anche un po’ masochista, voglio continuare a farmi del male. Sarei curioso ad esempio di sapere perché hai tirato fuori il concetto di variazione genetica”

Un momento, prima di proseguire lasciami finire di chiarirti come viene chiamato un virus. E che cosa sono quelle sigle che vediamo sui giornali o nelle farmacie. Per chiamare ufficialmente un virus influenzale, i medici che hanno effettuato l’isolamento di un determinato virus, devono aggiungere altri termini, per completarne l’identificazione. Pertanto la sigla che esce fuori, con cui chiamiamo ogni anno il nuovo virus che ci farà ammalare, o quelli che faranno ammalare gli animali, comprende:

  1. il tipo di virus
  2. la specie animale di origine,
  3. la posizione geografica del primo isolamento,
  4. il numero di registrazione del ceppo
  5. l’anno di isolamento.
  6. il sottotipo HA e NA di virus A, che viene specificato tra parentesi.

“Ad esempio prendiamo il virus A/Swine/Iowa/15/30 (H1N1). Di che stiamo parlando?”

Stiamo parlando di un virus influenzale

  1. tipo di virus A
  2. isolato nel maiale (swine),
  3. in un laboratorio di virologia dello Stato americano dell’Iowa,
  4. registrato col un numero progressivo del ceppo 15,
  5. nell’anno 1930,
  6. con il mosaico H1N1  di glicoproteine di superficie, che caratterizza il sottotipo.

“Va bene questo adesso l’ho capito un po’ di più ma mi parli del significato della variabilità genetica?”

Scusa. Ti vengo incontro e te ne parlo subito. Come ho cercato di spiegarti prima tutti i virus influenzali sono caratterizzati da una grande variabilità genetica. Cioè i messaggi che dal genoma virale arrivano per costruire le glicoproteine H ed N (cioè le protuberanze esterne del virus) cambiano molto spesso. Questo è il motivo per cui ogni anno bisogna cambiare la costituzione dei vaccini, cioè bisogna fare vaccini nuovi.  Bisogna infatti adattare i vaccini, che ci proteggono dal virus, alle variazioni genetiche e quindi di presenza esterna dei bastoncini che cambiano di anno in anno.

Prima, caro lettore, ti ho detto che nei virus influenzali ci sono variazioni piccole o “drift” (in inglese, deriva, deviazione, quindi deviazione o cambiamento antigenico). E che ci sono anche variazioni più importanti, profonde, “shift” (cioè trasferimento, cambiamento, nel senso che i cambiamenti sono molto più marcati. quindi ricombinazione antigenica importante). I piccoli cambiamenti o “drift” della superficie del virus sono associati a piccole epidemie, a casi influenzali lievi o sporadici. Invece i grandi cambiamenti della superficie dei virus  o “shift” danno adito alla costituzione di nuovi sottotipi, mai esistiti, e questo provoca le grandi epidemie o anche pandemie importanti.

Per essere pratici e comprensivi: le epidemie influenzali stagionali, che da noi arrivano tra dicembre e febbraio,  si qualificano come epidemie stagionali naturali perché  sono caratterizzate da piccole variazioni nella composizione delle protuberanze del virus, rispetto ai virus influenzali precedenti. Queste piccole mutazioni sono semplicemente un aspetto della vita normale, naturale del virus. Quindi come avrai capito il virus dell’influenza muta in continuazione il suo aspetto esterno, equesto gli permette di superare le difese immunitarie e di infettare facilmente la cellula del sisitema respiratorio. Questa è una caratteristica che altri virus, come quelli della mononucleosi o della varicella non possiedono.

Questa è proprio la caratteristica del virus dell’influenza. I meccanismi attraverso i quali ciò avviene sono un po’ complicati, ma per spiegartela e ribadirla in breve le variazioni dell’RNA del virus influenzale, cioè le variazioni del suo codice genetico, portano a costruire le emoagglutinine e le neuraminidasi differenti rispetto a quelle presenti precedentemente e qundi ad una presenza di bastoncelli, di protrusioni esterne un po diverse, e questo cambia il vestito del virus, che appare diverso e quindi non riconoscibile dagli anticorpi che avevamo formato negli anni precedenti. Spero che hai capito!

“E le variazioni maggiori? Quelle che mi mettono più ansia..”

Ti riferisci allo “shift”? Questo fenomeno è particolare. Si tratta di un vero e proprio riassortimento genetico. Cioè le informazioni che giungono dal codice genetico cambiano sostanzialmente tutto l’esterno della cellula virale. Il virus muta sostanzialmente tutti i bastoncini esterni e questo fenomeno può portare alla formazione di nuovi sottotipi. Quando un virus cambia così radicalmente ci possono essere epidemie importanti o addirittura pandemie, cioè una epidemia che interessa tutto il mondo con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata.

“Perché avviene questo?”

Si presentano queste forme così gravi ed aggressive perche il virus influenzale è cambiato completamente e le difese immunitarie presenti negli organismi, che generalmente controllano la malattia, non riescono a riconoscere il nuovo virus che diventa aggressivo ed invade tutto il sistema respiratorio distruggendo completamente le cellule. Se ricordi, la famosa epidemia influenzale “Spagnola”, iniziò nell’agosto del 1918 in tre diversi luoghi: in Francia, negli USA ed in Sierra Leone. Si trattava di un ceppo di influenza particolarmente violenta e letale. La malattia si diffuse in tutto il mondo, uccidendo 25 milioni di persone (secondo alcuni di più) in 6 mesi. Circa 17 milioni di individui in India, 500.000 persone negli USA, e 200.000 nel Regno Unito. Questo virus  sparì dopo 18 mesi. Ci furono nuovi virus, cambiati completamente nel ’57 e nel ’68, ma molto meno virulente. I virus H1N1, H2N2 e H3N2, corrispondevano a queste tre grandi pandemie del secolo scorso.

“Ma quella che chiamano “influenza aviaria” cos’è? E non è più pericolosa della influenza che sta per arrivare quest’anno?”

Dal febbraio 2004 si sono cominciati a rilevare casi di influenza particolarmente aggressiva, prima negli uccelli e poi nell’uomo in Vietnam. Si chiama “influenza aviaria” perché deriva dalla  ricombinazione del genoma di un virus influenzale degli uccelli (se ti ricordi le figure che ti ho fatto vedere prima mostrano che nei volatili, anche quelli da cortile, sono rappresentati tutti i 16 sottotipi di H e i 9 sottotipi di N) con il genoma del virus influenzale umano. Questa ricombinazione dei due RNA degli uccelli e degli uomini ha dato origine ad un virus con un genoma  ibrido, cioè formato dai 2 RNA che, almeno nelle previsioni di molti epidemiologi, avrebbe potuto dare vita a una pandemia potenzialmente molto pericolosa.

Alcuni scienziati dicono che da un punto di vista genetico non è lontana la distanza che può portare alla formazione di un nuovo virus. Questo processo di ricombinazione tra virus umano e quello aviario, potrebbe avvenire in un ospite intermedio, cioè il maiale. Il maiale è un animale da cortile che nelle città e paesi del Sud Est asiatico condivide spazi di habitat con esseri umani e uccelli. Maiali, uccelli e uomini vivono tutti insieme in modo molto stretto. Qui può realizzarsi quel famoso ponte e consentire al virus dell’influenza aviaria di modificarsi, complice il maiale, e compiere il “salto di specie” definitivo. Sta di fatto che questo meccanismo per il momento non si è mai verificato. Il virus dell’aviaria che è attualmente più sospettato di poter divenire patogeno anche per l’uomo è denominato H5N1. Quindi desidero ripetere che per il momento il famoso supervirus influenzale, cioè quello derivato da un vero e proprio salto di specie non c’è ancora stato.

I vari sottotipi di virus sono poi stati classificati in due gruppi, per la capacità di dar luogo a sindromi più o meno gravi:

  1. virus HPAI (high pathogenic avian influenza),
  2. virus LPAI (low pathogenic avian influenza, v. a bassa patogenicità)

Questa caratteristica del virus di essere più o meno aggressivo dipende dalla struttura virale e può variare nel tempo a causa di mutazioni o ricombinazioni genetiche per cui ceppi poco patogeni possono diventare altamente patogeni. E’ però vero che durante recenti epidemie di influenza aviaria altamente patogena (HPAI), ci sono state trasmissioni occasionali di H5N1, H7N7 e H9N2 virus per gli esseri umani che si sono ammalati in diverse parti del mondo con questo tipo di virus.

 

Domande frequenti sulle mutazioni del virus influenzale Leggi tutto »

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