L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha certificato l’Egitto come paese libero dalla malaria, un traguardo significativo per la salute pubblica di una nazione con oltre 100 milioni di abitanti. Questo successo è il risultato di quasi un secolo di sforzi da parte del governo e della popolazione egiziana per sconfiggere una malattia presente nel paese fin dall’antichità. L’Egitto è il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS a ricevere questa certificazione, dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco, e il primo dal 2010. Il paese ha dimostrato di aver interrotto la trasmissione locale della malaria per almeno tre anni consecutivi ed è in grado di prevenire la ricomparsa della malattia. La certificazione è un esempio di come la collaborazione internazionale, gli investimenti in sanità e la partecipazione della comunità possano portare all’eliminazione di malattie come la malaria.
Cosa significano le certificazioni di eliminazione della malaria per la salute pubblica globale?
Le certificazioni di eliminazione della malaria sono un’importante pietra miliare nella salute pubblica globale. Indicano che un paese ha interrotto con successo la trasmissione della malaria all’interno dei suoi confini.
Ciò significa che non ci sono più casi di malaria contratta localmente nel paese. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concede la certificazione quando un paese dimostra che la catena di trasmissione della malaria locale è stata interrotta per almeno tre anni consecutivi. Il paese deve anche dimostrare di avere la capacità di prevenire il ripristino della trasmissione.
L’eliminazione della malaria ha un impatto significativo sulla salute pubblica globale in diversi modi:
● Riduce il carico di malattia e di morte: La malaria è una malattia mortale che uccide centinaia di migliaia di persone ogni anno. L’eliminazione della malattia salva vite umane e migliora la salute generale della popolazione.
● Libera le risorse per altri problemi di salute: Il controllo e l’eliminazione della malaria richiedono notevoli risorse. Quando un paese elimina la malaria, queste risorse possono essere reindirizzate ad altre priorità sanitarie.
● Promuove lo sviluppo economico: La malaria può avere un impatto devastante sull’economia di un paese. Riduce la produttività, scoraggia gli investimenti e ostacola il turismo. L’eliminazione della malaria può contribuire a promuovere lo sviluppo economico.
● Ispira altri paesi: La certificazione di eliminazione della malaria è un’ispirazione per altri paesi che stanno lavorando per raggiungere lo stesso obiettivo. Dimostra che l’eliminazione è possibile e incoraggia gli sforzi continui.
L’esempio dell’Egitto, il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS ad essere certificato libero dalla malaria, evidenzia questi benefici.
Gli sforzi secolari dell’Egitto, tra cui il controllo dei vettori, la sorveglianza, il trattamento e la collaborazione transfrontaliera, hanno portato a questo risultato.
La certificazione dell’Egitto dimostra l’importanza degli investimenti sostenuti, di un solido sistema sanitario e del coinvolgimento della comunità nel raggiungimento dell’eliminazione della malaria.
Il successo dell’Egitto serve come modello per altri paesi, dimostrando che l’eliminazione della malaria è un obiettivo realizzabile con un impegno e una strategia adeguati.”
Il dettaglio della situazione Dengue nella regione OMS delle Americhe.
La Regione Americhe dell’OMS comprende 35 paesi e per ognuno di essi vengono riportati i dati aggiornati della situazione in atto e in evoluzione della Dengue.
Non solo numeri, ma anche osservazioni sui fattori favorenti la diffusione dell’infezione, gli strumenti a disposizione e le prospettive future, laddove è possibile farne.
Una rassegna completa della situazione Dengue nei vari paesi del mondo (dati OMS) e d’Europa (ECDC), con particolare riguardo all’evoluzione degli ultimi mesi.
Un nuovo tipo di virus, trasmesso dalle zecche, è stato recentemente scoperto nell’uomo, suscitando preoccupazioni per il suo potenziale di scatenare infezioni cerebrali mortali. Questo virus, chiamato Wenzhou orthonairovirus (WELV), è stato identificato per la prima volta in un paziente cinese di 61 anni, che è stato morso da una zecca durante una visita a un parco in Mongolia. La scoperta, pubblicata sul New England Journal of Medicine, rappresenta un passo avanti nella comprensione delle malattie trasmesse dalle zecche, ma solleva anche interrogativi sul rischio di nuove infezioni emergenti.
Il contesto delle malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche sono note da tempo per essere vettori di una vasta gamma di malattie infettive. La malattia di Lyme, una delle malattie più conosciute, è causata dal batterio Borrelia burgdorferi e può portare sintomi debilitanti come affaticamento cronico, dolori articolari e problemi neurologici ed anche problemi cardiocircolatori se non trattata tempestivamente. Altre malattie sono la babesiosi, la rickettsiosi e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF), che sono anch’esse trasmesse dalle zecche e hanno effetti potenzialmente gravi sulla salute umana. Le rickettsie sono l’agente causale del Tifo esantematico, malattia sistemica, del sangue e della microcircolazione, particolarmente grave.
Tuttavia, il WELV rappresenta una nuova minaccia nel panorama delle infezioni trasmesse da questi piccoli parassiti. Sebbene sia stato scoperto per la prima volta nel 2019, la sua esistenza e il suo impatto sono stati divulgati solo di recente, attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale.
La scoperta del virus WELV
Il caso del paziente di 61 anni ha fornito il primo indizio dell’esistenza del WELV. L’uomo si è presentato all’ospedale di Jinzhou, nella provincia di Liaoning, in Cina, con sintomi che includevano febbre, mal di testa, vomito, scarso appetito e linfonodi ingrossati. Questi sintomi si sono sviluppati cinque giorni dopo la visita in Mongolia, dove aveva trascorso del tempo in un parco noto per essere infestato da zecche.
Inizialmente, i medici hanno trattato il paziente con antibiotici, ipotizzando che fosse affetto da un’infezione batterica, come spesso avviene nei casi di morsi di zecche. Tuttavia, quando i sintomi non sono migliorati, ulteriori indagini hanno rivelato la presenza di un virus sconosciuto fino a quel momento, appartenente alla famiglia degli orthonairovirus. Gli orthonairovirus sono una famiglia di virus che comprende altri agenti patogeni pericolosi, come il già citato CCHF, il quale può essere letale in una percentuale significativa di casi.
La trasmissione e la diffusione del WELV
Il WELV è trasmesso principalmente dalle zecche, che agiscono come vettori del virus. Tuttavia, come per altre malattie trasmesse da questi artropodi, anche gli animali da allevamento possono essere una fonte di infezione, in quanto possono essere serbatoi di questo virus. Ciò è particolarmente preoccupante per le persone che lavorano a stretto contatto con animali o che vivono in aree
rurali dove il bestiame è abbondante. L’infezione può anche diffondersi tra gli esseri umani attraverso il contatto con fluidi corporei infetti, un rischio significativo in contesti sanitari se le attrezzature mediche non vengono adeguatamente sterilizzate.
Per capire meglio la diffusione del virus, i ricercatori hanno intrapreso uno studio su larga scala raccogliendo circa 14.600 zecche in tutta la Cina settentrionale. L’analisi ha rivelato che almeno cinque diverse specie di zecche erano capaci di trasportare il WELV, ma la Haemaphysalis concinna era la più comune e diffusa. Questo dato suggerisce che il virus potrebbe essere presente in varie regioni e trasportato da molteplici vettori, aumentando il rischio di diffusione geografica.
Dopo l’identificazione del WELV nel paziente di 61 anni, i medici hanno iniziato a testare altri individui che presentavano sintomi simili. L’indagine ha portato alla scoperta di altri 20 casi di infezione virale causata dal WELV. I pazienti affetti presentavano sintomi come vertigini, mal di testa, mal di schiena, nausea e diarrea. Tuttavia, i test hanno anche evidenziato che il virus può danneggiare i tessuti e influenzare la coagulazione del sangue, portando in alcuni casi a sintomi più gravi.
Uno dei pazienti infetti è entrato in coma e ha mostrato un aumento significativo dei globuli bianchi attorno al cervello e al midollo spinale, segnalando che il virus può causare gravi complicazioni neurologiche. Questo aspetto del virus lo rende particolarmente preoccupante, poiché suggerisce che possa avere un impatto devastante sul sistema nervoso centrale, in particolare nei pazienti vulnerabili.
Esperimenti di laboratorio e implicazioni per la salute umana
Per valutare ulteriormente il potenziale patogeno del WELV, i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio su topi infettati con il virus. I risultati sono stati allarmanti: il virus ha causato infezioni gravi in molti dei topi, portando a danni multi-organo e, in alcuni casi, alla morte. Tra gli organi colpiti, il cervello e il sistema nervoso centrale sono stati particolarmente vulnerabili, confermando che il virus può avere effetti neurotossici potenzialmente letali.
Questi risultati suggeriscono che, mentre il WELV può causare infezioni lievi o moderate in alcuni casi, potrebbe avere esiti molto più gravi in pazienti con un sistema immunitario compromesso o in coloro che non ricevono trattamenti tempestivi e adeguati. La scoperta del virus ha sollevato serie preoccupazioni sul suo potenziale di diffondersi più ampiamente tra gli esseri umani, in particolare in regioni dove la sorveglianza delle malattie trasmesse dalle zecche non è adeguata.
Il ruolo delle zecche nella trasmissione di virus emergenti
Le zecche sono tra i parassiti più antichi e resilienti al mondo, esistendo da milioni di anni e adattandosi a una vasta gamma di habitat. Ciò le rende vettori ideali per molte malattie emergenti, in quanto possono trasportare virus, batteri e parassiti da un ospite all’altro senza essere gravemente danneggiate. Negli ultimi decenni, con il cambiamento climatico, la globalizzazione e la modificazione degli ecosistemi, la popolazione di zecche è aumentata in molte regioni, portando a un aumento dei casi di malattie trasmesse da questi parassiti. . Le zecche, con la loro capacità di sopravvivere in una vasta gamma di ambienti e di nutrirsi su un’ampia varietà di ospiti, rappresentano uno dei principali vettori di malattie emergenti. Il loro ciclo di vita e la loro capacità di infettare più ospiti nel corso della loro esistenza le rendono un punto critico nella trasmissione di agenti patogeni emergenti.
Gli orthonairovirus, famiglia a cui appartiene il WELV, sono noti per causare malattie potenzialmente letali. Il virus della febbre emorragica di Crimea-Congo, uno dei più noti orthonairovirus, si diffonde principalmente attraverso il contatto con il sangue o i tessuti di animali infetti, come il bestiame. Le zecche, nutrendosi del sangue di vari ospiti, possono diventare facilmente vettori di agenti patogeni, trasferendo virus, batteri e parassiti da un organismo all’altro. La CCHF è endemica in molte regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale, dove l’interazione tra zecche, animali e uomini è frequente. I sintomi includono febbre alta, emorragie interne ed esterne e, in molti casi, la morte. Il tasso di mortalità può arrivare fino al 40%, a seconda della tempestività e dell’efficacia del trattamento.
Il fatto che il WELV appartenga alla stessa famiglia di virus suggerisce che potrebbe potenzialmente evolversi in una malattia altrettanto grave, sebbene al momento i casi conosciuti sembrino avere un tasso di mortalità molto inferiore. Tuttavia, poiché il virus è stato scoperto solo di recente, è necessario continuare a monitorarne la diffusione e valutare con attenzione il suo impatto potenziale sulla salute pubblica.
Il rischio di infezioni zoonotiche
Il WELV rappresenta un esempio lampante di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose per l’umanità, come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS, hanno origine in animali selvatici o domestici. La vicinanza crescente tra esseri umani e fauna selvatica, sia attraverso la deforestazione sia attraverso il commercio illegale di animali esotici, ha aumentato il rischio di queste infezioni.
Le zecche, che si nutrono del sangue di animali e persone, rappresentano un ponte perfetto per il trasferimento di patogeni dagli animali agli esseri umani. Il WELV potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga serie di virus zoonotici che emergono a causa dell’aumento delle interazioni tra l’uomo e la natura. Per questo motivo, gli esperti di salute pubblica raccomandano una sorveglianza continua delle malattie zoonotiche e una maggiore attenzione alla prevenzione.
Il WELV è un esempio di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose che colpiscono l’umanità hanno origine zoonotica, inclusi virus come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS.
Dall’inizio del mese di Settembre il dr. Paolo Meo ha ripreso la sua attività per la gestione dei servizi della medicina dei viaggi e delle malattie infettive e tropicali.
Il dottore è a disposizione per le seguenti attività:
1. consulenze prima del viaggio:informazioni sul paese, valutazione dei rischi sanitari, indicazioni della prevenzione delle malattie e della profilassi vaccinale CLICCA QUI PER PRENOTARE
3. consulenza per la chemioprofilassi della malaria:in caso di viaggio in aree a rischio o sospette. Con valutazione del rischio e valutazione della persona.CLICCA QUI PER PRENOTARE
4. consulenza per il vaccino dengue:per chi vuole avere informazioni sulla malattia e sul vaccino.CLICCA QUI
Consulenza obbligatoria per fare il vaccino in caso di:
a) bambini dai 4 ai 10 anni
b) adulti con più di 65 anni
c) persone affette da malattie croniche (metaboliche, diabete, cardiache, polmonari, renali, infiammatorie, neoplastiche)
d) per chi ha già avuto la DENGUE sintomatica
5.richiesta vaccinazioni:chi vuole richiedere l’effettuazione dei vaccini può scrivere aseg.cesmet@gmail.com, indicando quale vaccinazione e la motivazione.
E’ obbligatoria la consulenza per la vaccinazione di:
a) bambini 0/10 anni b) donne in gravidanza c) persone con più di 65 anni d) portatori di malattie croniche
6. test mantoux e quantiferon: se si vuole richiedere l’effettuazione del test per la tubercolosi scrivere aseg.cesmet@gmail.com
Dalle foreste pluviali del bacino del Congo e della Guinea superiore e inferiore l’origine del virus per il quale l’OMS ha dichiarato una emergenza sanitaria pubblica globale (estesa a tutto il mondo).
La diffusione della nuova variante del virus MPox.
Il virus MPox (ex malattia del vaiolo delle scimmie) ricomincia a far paura. In RDCongo (Kinshasa) sono oltre 15.000 i casi di malattia ed oltre 600 i morti denunciati ufficialmente in meno di 6 mesi. Ma quanti i casi, sparsi nell’enorme paese, denunciati, e quanti i morti? E poi i primi casi in Europa dichiarati ufficialmente dai primi giorni di agosto 2024. Questi dati ufficiali sono a nostro avviso notevolmente sottostimati e ci fanno pensare ad una diffusione del virus molto elevata, asintomatica, cioè senza sintomi e silente. Non solamente in RDC ed in molti altri paesi africani la nuova variante di virus del vaiolo diffonde ma è sicuramente già presente a livello globale, in molti paesi. E questo in modo ancora silente e non manifesto. Questa diffusione del virus avviene tramite portatori sani o pauci sintomatici provenienti dai paesi infetti. In Africa i serbatoi dei virus sono animali selvatici con cui l’uomo convive. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per la seconda volta nella storia recente, nell’agosto 2024, (la prima volta era successo nell’epidemia del 2022, che colpì la maggior parte dei paesi del nord del mondo), ha dichiarato l’ondata di MPox in Africa ed i primi casi in Europa, un’emergenza sanitaria pubblica globale.
Un messaggio di prudenza
Questo è un messaggio di prudenza per tutti, in particolare per i viaggiatori. Ci sono gruppi di persone considerate ad alto rischio, ma il virus MPox può circolare e si trasmette non solo tramite rapporti sessuali ma anche per contatti e materiali infetti, quindi scarsa igiene. Prova ne è che questa nuova ondata di malattia si è manifestata anche in bambini sotto i 10 anni. Chi si reca nei paesi dove l’infezione è evidente faccia maggiore attenzione a comportamenti a contatti, e adotti misure di igiene che diventano essenziali. Chi rientra da viaggi e si accorge di manifestare sintomi, anche sfumati, che possano destare qualche dubbio, faccia riferimento a centri medici specializzati. La vaccinazione, questione che affronteremo in altro articolo, è destinata alle categorie di maggior rischio. Il vaccino del vaiolo, utilizzato fino alla fine degli anni settanta è comuque ancora attivo.
Ma quale è l’origine della malattia MPox?
Non sono le scimmie, come si pensava, i serbatoi primari. Ha perfettamente ragione la virologa Ilaria Capua nell’evidenziare come il nome “vaiolo delle scimmie”, attribuito alla malattia causata da un virus della famiglia degli “orthopoxvirus”, sia errato a tal punto che OMS lo ha modificato in “MPox”. Questo perché, secondo gli studi effettuati in questi ultimi due anni, i principali candidati ad essere considerati “serbatoi primari” del virus Mpox (monkeypox) sono:
– Piccoli roditori delle foreste pluviali africane, principalmente scoiattoli del genere Funisciurus, scoiattoli arboricoli, il ratto gigante del Gambia e i ghiri
– Altri mammiferi selvatici nelle aree endemiche, ed anche alcuni primati (scimmie) ma non primario
Una questione importante dal punto di vista epidemiologico è considerare i roditori serbatoio primario, sano, non avendo la possibilità di sviluppare la malattia. Questa situazione aumenta il rischio di trasmissione diretta “animale (roditore) – uomo”. E quanto è frequente, soprattutto nei territori e villaggi più remoti, il contatto delle persone locali con questi piccoli mammiferi utilizzati come alimenti, ma anche in riti tribali ed altri usi. Così avviene la prima trasmissione e ne sono coinvolti soggetti di ogni età. Un recente studio ha ricostruito la “nicchia ecologica del virus Mpox” sequenziando il DNA virale in animali e casi umani e giungendo ad identificare le foreste pluviali del bacino del Congo e della Guinea superiore e inferiore come aree di sovrapposizione ossia trasmissione tra animali e uomo. Tutto questo suggerisce che la trasmissione zoonotica, ossia la trasmissione del virus tra animali, e la diffusione esponenziale di questo al loro interno, in queste regioni forestali africane, sia alla base dell’aumento della circolazione del virus. Una nuova mutazione del MPox lo ha reso più diffusivo e virulento.
Il coinvolgimento degli animali domestici?
Non sembra invece che gli animali domestici, dei diversi tipi, siano colpiti dal virus Mpox. Non è neanche dimostrata la trasmissione diretta dall’ uomo all’ animale. Permane un rischio possibile di trasmissione da persona infetta ad animali sensibili, soprattutto roditori domestici, attraverso il contatto con materiali potenzialmente contaminati (vestiario, utensili, contatti diretti). Tutto questo favorito, nella vita quotidiana dei territori di foresta e savana ma anche nei sobborghi delle città africane, dalla convivenza, l’utilizzo e la dipendenza dagli animali, anche selvatici, aumentando il rischio di diffusione di questa ed altre malattie.
dr. Paolo Meo
specialista in clinica malattie infettive e tropicali
responsabile CESMET – Clinica del Viaggiatore
E’ sotto gli occhi di tutti l’aumento dei contagi in Italia nel periodo estivo giugno Agosto 2024. I caratteristici sintomi respiratori accompagnati da astenia importante e nuovamente, anche se raramente, perdita del gusto e dell’olfatto si sono diffusi nella popolazione italiana, in modo evidente. In Europa il fenomeno è presente in quasi tutte le nazioni. Durante le Olimpiadi a Parigi, diversi sono stati gli atleti che hanno dovuto abbandonare le gare per problemi di Covid. In Grecia il picco ha raggiunto il suo culmine a fine luglio, e molti sono stati i turisti costretti a letto durante le vacanze.
Ufficialmente, secondo il Ministero della Salute, i contagi Covid sono aumentati del 2,2% (17.381) nella ultima settimana dall’1 al 7 agosto 2024. Alcune fonti sempre ufficiali li attestano al 7% (18.255). Ma secondo diversi addetti ai lavori i contagi “nascosti – non evidenziati da tampone” potrebbero essere saliti ad oltre 75.000 in questa settimana. Questa “ondata estiva” era prevedibile e sta ora assumendo dimensioni importanti”. Il virus SARS-CoV- con le sue nuove varianti c’è nel nostro territorio e circola tra di noi. I nostri organismi convivono con il virus ed il virus convive con gli organismi umani, grazie alle grandi campagne vaccinali ed alle ripetute infezioni che hanno sviluppato nell’umanità intera un sistema immunitario in grado di rispondere alle aggressioni virali. Le infezioni continuano anche nei vaccinati ma la risposta dell’organismo è modulata e non provoca sintomi importanti.
Quali sono le “varianti del Covid circolanti” in Italia nell’ultimo mese:
La variante JN.1 insieme a tutti i suoi sottolignaggi (inclusi KP.3, KP.3.1.1 e KP.2) si conferma predominante in Italia. Cresce e si sviluppa nella porzione dei sequenziamenti il lignaggio KP.3.1.1, che è sottoposto a monitoraggio internazionale dall’OMS viste le sue caratteristiche di maggiore diffusione ed anche aggressività. Questi sono i nuovi virus del Covid modificati rispetto alla versione originale. Sono i modi con i quali il virus tenta di eludere le nostre difese, ma il sistema immunitario sembra saper contenere gli attacchi dei nuovi virus. Questo è il motivo per cui occorre periodicamente continuare a vaccinarci nei confronti del Covid, allo stesso modo dell’influenza.
Sintomi e comportamenti da adottare
I sintomi più comuni di queste nuove varianti sono la febbre, il mal di gola, il naso chiuso, tosse secca, forte stanchezza, dolori muscolari e articolari, talvolta perdita olfatto e gusto;
Non vige più l’obbligo di isolamento per i positivi (pochi quelli che si testano con questi sintomi), ma è buona regola comportarsi con cautela, per salvaguardare la propria e l’altrui salute.
E continua ad essere importante seguire le precauzioni per prevenire la diffusione del virus, come l’uso della mascherina in caso di sintomi. Si calcola che meno del 5% dei sintomatici adotta questa cautela.
La sintesi è che dal giugno ‘24 con un aumento nel mese di Agosto, l’Italia sta affrontando un aumento dei contagi Covid con la circolazione di nuove varianti. La malattia è per lo più asintomatica o con lievi sintomi. L’attenzione per gli anziani, i cardiopatici, i diabetici ed i portatori di altre patologie croniche è essenziale. Il virus in questi soggetti si può manifestare in modo più aggressivo.
E l’attenzione al fenomeno Covid si rafforza per il fatto che gli esperti ritengono che i dati ufficiali sui contagi da Covid-19 in Italia siano sottostimati per diverse ragioni. I dati risultano incongruenti per una serie di motivi:
1. Differenza tra ricoveri e nuovi casi: L’analisi mette in luce una discrepanza significativa tra il numero di ricoveri per Covid-19 e il numero di nuovi casi registrati. Ad esempio, il rapporto tra nuovi casi giornalieri e posti letto occupati è sceso drasticamente da oltre 6 a 1 (durante il periodo del Green Pass) a 1,4 a 1. Questo suggerisce che, nonostante l’aumento dei ricoveri, il numero di nuovi casi segnalati non riflette la realtà.
2. Stime alternative: I ricercatori stimano che i casi reali potrebbero essere quasi 75.000 settimanali, rispetto ai 17.381 ufficialmente riportati. Questa stima si basa sull’analisi del rapporto tra ricoveri e nuovi casi, che, se applicato ai dati attuali, suggerisce che oltre il 75% dei contagi sfugga alle stime ufficiali.
3. Minori diagnosi e notifiche: Gli esperti hanno ipotizzato che la sottostima possa derivare da un numero ridotto di diagnosi e notifiche di nuovi contagi, che non portano a ricoveri. Questo è indicativo di una possibile mancanza di test o di segnalazioni incomplete da parte dei pazienti.
Queste considerazioni evidenziano la necessità di avere una chiara percezione dell’ampiezza del fenomeno, specialmente in vista dell’autunno, quando ci si aspetta un aumento ulteriore dei casi. Riteniamo che è cruciale adottare misure preventive per contenere la diffusione del virus, data la sua continua presenza e circolazione in Italia.
La stagione autunnale avrà un impatto significativo sulla diffusione di virus respiratori, tra cui il Covid-19 e l’influenza. Di seguito alcuni aspetti chiave: Aumento della Trasmissibilità
1. Condizioni Ambientali: Con l’arrivo dell’autunno, le temperature più basse e l’aumento della frequentazione di ambienti chiusi favoriscono la trasmissione di virus respiratori. Gli spazi chiusi, dove le persone si riuniscono, aumentano il rischio di contagio attraverso goccioline emesse durante la tosse o gli starnuti.
2. Circolazione di Varianti: Durante l’autunno, si prevede un aumento della circolazione di varianti di Covid-19, come la XBB e altre, che hanno mutazioni che possono aumentare la diffusione del virus e il rischio di malattie gravi, specialmente per i non vaccinati.
Coincidenza con Altri Virus
3. “Tripledemic”: L’autunno è caratterizzato dalla concomitanza di più virus respiratori, tra cui il virus influenzale e il virus respiratorio sinciziale (RSV). Questa sovrapposizione di virus crea una situazione complessa, poiché i sintomi possono sovrapporsi e rendere difficile la diagnosi senza test specifici.
4. Picchi Epidemici: Il picco dell’influenza si verifica solitamente tra dicembre e gennaio, ma la stagione a rischio inizia già nei mesi autunnali. Si stima che in Italia ci possano essere tra i 5 e i 6 milioni di casi di influenza durante la stagione influenzale. Raccomandazioni per la Prevenzione
La Vaccinazione ed i richiami previsti è raccomandata insieme al vaccino contro l’influenza in autunno, in particolare a partire da ottobre, per ridurre il rischio di malattie gravi e complicazioni. Soprattutto per le categorie più vulnerabili sono quelle a cui consigliare maggiormente il vaccino.
L’autunno rappresenta un periodo critico per la diffusione di virus respiratori, con un aumento della trasmissibilità e la circolazione simultanea di diversi patogeni. È fondamentale adottare misure preventive, come la vaccinazione e il rispetto delle norme igieniche, per contenere la diffusione di questi virus.
Durante l’autunno, diversi gruppi di popolazione sono considerati ad alto rischio di contrarre malattie infettive, inclusi Covid-19 e influenza. Questi gruppi includono:
1. Anziani: Le persone di età superiore ai 65 anni sono particolarmente vulnerabili a complicazioni gravi da infezioni respiratorie, inclusa l’influenza e il Covid-19.
2. Persone con Patologie Croniche: Coloro che soffrono di malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche o immunodepressione hanno un rischio maggiore di sviluppare forme severe di malattie infettive. Queste condizioni possono compromettere il sistema immunitario e rendere più difficile combattere le infezioni.
3. Donne in Gravidanza: Le donne in gravidanza sono a rischio aumentato di complicazioni sia per l’influenza che per il Covid-19, rendendo la vaccinazione particolarmente raccomandata per proteggere sia la madre che il nascituro.
4. Bambini e Neonati: I bambini, in particolare i neonati e i lattanti, sono vulnerabili a infezioni respiratorie come il virus respiratorio sinciziale (RSV) e l’influenza. È importante che anche i bambini ricevano le vaccinazioni raccomandate per proteggersi.
5. Persone con Sistema Immunitario Compromesso: Coloro che hanno un sistema immunitario indebolito, ad esempio a causa di trattamenti per il cancro o malattie autoimmuni, sono a rischio maggiore di infezioni gravi.
6. Operatori Sanitari e Persone a Contatto con il Pubblico: Gli operatori sanitari e coloro che lavorano in ambienti ad alta densità di popolazione (come scuole e case di cura) sono a rischio maggiore a causa della loro esposizione frequente a malattie infettive.
Per questi gruppi a rischio, è fortemente consigliata la vaccinazione contro l’influenza e il Covid-19, poiché queste misure possono ridurre significativamente il rischio di malattie gravi e complicazioni. La vigilanza e l’adozione di misure preventive, come l’uso di mascherine in ambienti affollati e il rispetto delle norme igieniche, sono altrettanto importanti per proteggere la salute di queste popolazioni vulnerabili.
Informazioni e comportamenti da seguire da parte dei viaggiatori internazionali
Per viaggiare in modo sicuro e tranquillo, segui alcune procedure e consigli. Tutto ciò è importante per la tua salute e la tua serenità. Qui ci sono alcuni passaggi su cui riflettere:
1. Richiedi sempre una consulenza prima di partire e parla e domanda ad un esperto che conosca bene la realtà locale; CLICCA PER RICHIEDERE UNA CONSULENZA ONLINE
Una consulenza medica pre-viaggio con un esperto, come il Dr. Paolo Meo, che ha lavorato in tanti paesi per molti anni, è fondamentale per valutare i rischi e prevenire malattie potenzialmente pericolose. Parla con lui per ricevere informazioni su vaccinazioni, profilassi e prevenzione di malattie tropicali. Ma anche per capire come vivere in pieno il tuo viaggio;
2. Scegli ed acquista la tua Assicurazione Sanitaria viaggio
L’assicurazione sanitaria di viaggio è essenziale per proteggere la tua salute e il tuo budget in caso di necessità medica durante il viaggio. Scegli una copertura adeguata alle tue esigenze e al tuo itinerario;
3. Prepara una “piccola farmacia da viaggio”
Crea un kit di emergenza personalizzato, con farmaci, medicine e materiali necessari e indispensabili per affrontare piccoli problemi di salute, senza esagerare. Il Dr. Paolo Meo ti aiuterà a scegliere le medicine e i materiali giusti per il tuo viaggio.
4. Scegli qualche “integratore” o prodotto naturale utile per mantenerti in salute ed energia
mantenere una buona salute e un buon livello di energia durante il viaggio è importante. Il Dr. Paolo Meo potrà consigliarti su integratori o prodotti naturali utili per mantenere la tua forma fisica e la tua salute durante il viaggio.
5. Verificare se effettuare qualche vaccino o qualche prevenzione
Alcune malattie possono essere prevenute con la somministrazione di vaccini o di farmaci specifici. Il Dr. Paolo Meo valuterà la necessità di vaccinazioni e prevenzioni in base alla tua destinazione e al tuo stato di salute.
6. Prepara i documenti giusti
Per viaggiare in tranquillità, assicurazioni di disposizione di tutti i documenti necessari, come il passaporto, la carta d’identità e l’assicurazione sanitaria. Verifica le cadenze e la validità dei documenti prima del tuo viaggio.
7. Parti rilassato
Una volta seguiti tutti questi passaggi, potrai partire per il tuo viaggio con serenità e goderti l’esperienza senza preoccupazioni. Il Dr. Paolo Meo sarà a tua disposizione per qualsiasi domanda o consulenza.
Il Dr. Paolo Meo, specialista in Malattie infettive e tropicali, ti offre una consulenza completa e personalizzata, prendendo in considerazione le tue esigenze specifiche e la tua destinazione di viaggio. Ecco alcuni aspetti che verranno affrontati durante la consulenza:
Valutazione dei rischi
o Il Dr. Paolo Meo valuterà i rischi sanitari legati al tuo viaggio, tenendo conto della destinazione, della durata e delle condizioni igieniche locali. Questa analisi dettagliata ti consentirà di prendere decisioni consapevoli e prevenire eventuali problemi di salute.
o Vaccinazioni e prevenzioni
ti consiglierà sulle vaccinazioni necessarie per la tua destinazione di viaggio, verificando anche se sei già vaccinato o meno. Inoltre, ti prescriverà farmaci profilattici per la prevenzione di malattie tropicali, come la malaria, il colera o la febbre gialla.
o Igiene e sicurezza alimentare
Ti fornisce indicazioni per mantenere una buona igiene personale e per evitare malattie trasmesse da cibo e acqua. Consiglierà su come scegliere cibi sicuri e su come pulire e disinfettare alimenti e oggetti.
o Kit di emergenza
Ti aiuterà a creare un kit di emergenza personalizzato, contenente farmaci, medicinali e materiali utili per affrontare piccoli problemi di salute. Questo kit sarà essenziale durante il tuo viaggio e ti darà la tranquillità di poter affrontare piccole situazioni di emergenza.
In conclusione
la consulenza di viaggio con il Dr. Paolo Meo offre un servizio completo e personalizzato per i viaggiatori internazionali, garantendo un’esperienza di viaggio più serena e sicura. Non aspettare, richiedi la tua consulenza ora e goditi il tuo viaggio con tranquillità.
Test della TBC (MANTOUX o TST cutaneo-in vivo // IGRA o QUANTIFERON su sangue-in vitro). Per la ricerca del Mycobacterium della tubercolosi.
Puoi richiedere di effettuare i test presso la Clinica del Viaggiatore CESMET scrivendo a seg.cesmet@gmail.com
Il centro è specificamente abilitato a condurre test diagnostici e prevenzione, come il test tubercolinico (Mantoux), per concorsi universitari, scolastici, forze armate e concorsi pubblici. In virtù di tale autorizzazione, i referti e le certificazioni rilasciati dal centro per attestare il risultato dei test sono riconosciuti ufficialmente dalle istituzioni universitarie, dagli enti pubblici e da altre organizzazioni per fini istituzionali e procedurali. Convenzioni per concorsi universitari, scolastici, forze armate e concorsi pubblici (dove richiesto). La risposta è corredata da valutazione e certificazione infettivologica.
Il Centro Cesmet Clinica del Viaggiatore ha stabilito delle convenzioni per i concorsi pubblici, le università, e le scuole, offrendo servizi diagnostici e test, come il test tubercolinico (Mantoux), a costi ridotti rispetto alle tariffe normalmente applicate per richieste di lavoro e clinici privati. Inoltre, non è necessaria alcuna impegnativa per accedere ai prezzi agevolati previsti dalla convenzione. Questa iniziativa consente a studenti, insegnanti, e partecipanti a concorsi pubblici di accedere a questi servizi sanitari specializzati in modo conveniente e accessibile
Cosa è il test mantoux per la tubercolina?
Il test cutaneo alla tubercolina (TST o Mantoux), noto anche come test in vivo, si basa sulla reazione cellulomediata indotta dall’iniezione di un derivato proteico purificato (PPD) del Mycobacterium tuberculosis nel tessuto sottocutaneo, solitamente nella regione interna del braccio. Questo test si distingue per la sua sensibilità e la maggiore facilità di interpretazione rispetto ai test in vitro, come il Quantiferon.
Il test Mantoux consente al medico di diagnosticare la tubercolosi e di interpretare in modo accurato i sintomi sospetti del paziente. Infatti, la valutazione della risposta intradermica ritardata, ossia la reazione sotto la pelle all’antigene tubercolare somministrato, permette di individuare una possibile ipersensibilità al batterio e di distinguere tra infezioni latente e attiva.
La misurazione della reazione cutanea aiuta a quantificare la risposta immunitaria del paziente all’inoculazione di PPD, offrendo informazioni importanti sulla storia dell’esposizione al Mycobacterium tuberculosis e sullo stato dell’immunità cellulomediata del paziente. Inoltre, poiché il test Mantoux viene eseguito direttamente sul paziente, consente una diagnosi rapida e precoce, aumentando la probabilità di un intervento terapeutico efficace e tempestivo.
In conclusione, il test Mantoux è uno strumento diagnostico importante e valido per la rilevazione della tubercolosi e delle risposte immunitarie correlate, contribuendo a una migliore gestione clinica della malattia e all’individuazione di possibili contagiati da trattare e monitorare in modo adeguato.
Dal momento dell’inoculazione dell’antigene, per il test Mantoux, occorrono 48 ore per la valutazione della risposta immuno-cellulare sul braccio, e per ottenere la risposta. Il certificato, con valutazione infettivologica verrà spedito via mail appena saranno acquisiti i dati.
Il Cesmet Clinica del Viaggiatore dispone del reagente per effettuare il test cutaneo Mantoux – TST. Dovrà essere compilata una scheda anamnestica con dati di eventuali sintomi presenti al momento dell’effettuazione del test, ed eventuali esami di immagini (RX, TAC, RMN) effettuati di recente prima del test.
Una volta presentato il modulo anamnestico verrà effettuata l’inoculazione dell’antigene tubercolare sulla parte volare dell’avambraccio. L’inoculazione è sottocutanea. Il test è assolutamente innocuo e non crea effetti di alcun tipo. (sempre con quella relatività imposta dalla relatività biologica).
Cosa è il test quantiferon per la tubercolina? Il test QUANTIFERON è un esame di laboratorio che utilizza un prelievo di sangue per misurare la quantità di interferone gamma (IFN-γ), una citochina rilasciata dai linfociti T in risposta alla stimolazione con due antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis (ESAT-6 e CFP-10). Questo test si differenzia dal Mantoux, poiché quest’ultimo valuta la risposta immunitaria in vivo attraverso l’inoculazione di derivati proteici tubercolari nel tessuto sottocutaneo.
Nonostante la specificità e la quantificazione offerta dalla risposta in vitro del test QUANTIFERON, esso non può sostituire completamente la reazione cellulare osservata nella risposta agli antigeni inoculati nel test Mantoux. I due test offrono informazioni complementari e, spesso, vengono utilizzati in combinazione per una diagnosi accurata della tubercolosi e per un’adeguata gestione clinica della malattia.
In sintesi, il test QUANTIFERON è un importante strumento diagnostico che, assieme al test Mantoux, contribuisce all’identificazione delle infezioni tubercolari e della risposta immunitaria del paziente, consentendo un trattamento precoce e appropriato e una migliore gestione dei casi sospetti o confermati di tubercolosi.
Se viaggi in paesi o territori dove le zanzare costituiscono un rischio per la tua salute perché possono essere infette e trasmettere malattie infettive come la Dengue, la Chikungunya, la Malaria ed altre malattie batteriche o virali, ricorda di utilizzare sul tuo letto una zanzariera, per proteggerti dalle punture di questi insetti. Le zanzare sono considerate vettori di malattia, ossia mezzo di trasmissione di malattie infettive anche pericolose. Dopo anni di esperienza di vita e di lavoro in aree a rischio ti consiglio di utilizzare una “zanzariera”, meglio se trattata con sostanze insetticide.