Aumenta il numero dei paesi etra-UE inseriti nei cosiddetti Corridoi turistici COVID-free: si tratta di Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (limitatamente all’isola di Phuket), Oman e Polinesia francese, dove, dal 1° Febbraio 2022 sarà possibile recarsi secondo precisi protocolli di sicurezza, gestiti e organizzati dai tour operator, che dovranno garantire il rispetto delle regole previste quali, soggiornare in strutture selezionate, fare un tampone prima della partenza, uno durante il soggiorno e uno prima di ripartire.
Lo dice l’ ordinanza del ministro della Salute del 27 Gennaio 2022.
Paxlovid e Molnupiravir, due farmaci antivirali contro il COVID-19 messi a disposizione dei paesi più poveri dalle rispettive case farmaceutiche.
La produzione di Paxlovid il nuovo farmaco della Pfizer per la cura del COVID-19 è stata messa a disposizione dei paesi più poveri attraverso un accordo con “Medicines Patent Pool”, organizzazione internazionale sostenuta dall’ONU. Alle compagnie farmaceutiche locali arriverà, a basso costo, la licenza per produrre il farmaco, considerato ancora sperimentale contro il Covid-19. L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla ha affermato che:
“C‘è un bisogno urgente per opzioni di cure salvavita in tutto il mondo. L’efficacia mostrata nei recenti studi clinici dall’antivirale Paxlovid mette in evidenza il ruolo essenziale che le terapie orali antivirali possono avere nella battaglia contro il Covid”.
L’ aumento delle forniture ai paesi in via di sviluppo da parte della Pfizer passa attraverso la cessione della licenza di produzione della pillola anti Covid.
Molteplici studi hanno dimostrato che nelle persone con “Covid lieve o moderato” l’assunzione del farmaco riduce drasticamente il rischio di ricovero e i decessi sono ridotti di quasi il 90%.
La “Concessione per la produzione del farmaco” sarà venduta a basso costo dalla Associazione delle Nazioni unite per l’uso in 95 Paesi poveri, principalmente in Africa e in Asia. Naturalmente gli enti regolatori locali dovranno autorizzare il farmaco nei paesi. Anche l’azienda Merck sta portando avanti le trattative per Molnupiravir, farmaco antivirale anti COVID-19 da produrre e vendere a basso prezzo in 105 paesi. Il Brasile è fuori da questo accordo, nonostante la sua situazione economica e l’alto numero di morti per COVID-19. Sono esclusi dall’accordo anche Cuba, Iraq, Libia e Giamaica, che dovranno acquistare i farmaci antivirali direttamente da Pfizer a prezzi più alti rispetto ai produttori generici.
La concessione della formula dei farmaci data in sublicenza è necessaria non solo per l’abbattimento dei costi ma soprattutto per aumentare e rendere disponibili in tutto il mondo i farmaci la cui produzione è molto limitata al momento.
La decisione giunge in un momento in cui in molti paesi il sistema sanitario è in grande difficoltà e la copertura vaccinale risulta insufficiente. Speriamo che per lo meno questa volta le buone intenzioni si tramutino in realtà.
Il primo vaccino per la “malaria pediatrica” è in commercio con il nome MOSQUIRIX, sviluppato dalla ricerca della società farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK). E’ stato eseguito dall’inizio dell’anno 2019 uno studio pilota ed il vaccino è stato somministrato a più di 800.000 bambini in Ghana, Kenia e Malawi in Africa. La maggior parte dei possibili vaccini sviluppati negli ultimi 20 anni contro la malaria non
sono riusciti a controllare la malattia. Ma questo ultimo vaccino, solo pediatrico, sembra aver superato le diverse fasi di sperimentazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed in particolare il direttore generale dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di una importante conferenza stampa, ha raccomandato l’uso del primo vaccino contro la malaria, in particolare nei paesi di maggior incidenza della malattia.
I primi risultati degli studi eseguiti mostrano un’efficacia limitata del vaccino che si aggira intorno al 40% del totale dei casi di malaria. Ed una efficacia di circa il 30% nel prevenire casi di malaria grave, cerebrale. Lo studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha indicato che la somministrazione su pazienti pediatrici, tra 0-5 anni, contestuale di vaccino RTS-S (MOSQUIRIZ) e di farmaci antimalarici a base di derivati di “artemisia annua” si registra una riduzione di oltre il 70% dei ricoveri ospedalieri o dei decessi.
Occorre ora iniziare campagne di somministrazione di migliaia di dosi del vaccino, a livello territoriale periferico, in particolare nei paesi a maggior incidenza di malaria. La maggior parte dei casi pediatrici e oltre la metà dei morti per malaria si contano in 6 paesi dell’Africa Sub Sahariana. Nigeria, con il 25% dei casi, Congo, Tanzania, Burkina Faso, Mozambico e Niger. Degli oltre duecentocinquatamilioni di casi, ufficiali, con circa 500.000 decessi La metà viene dai paesi sopracitati. Il numero dei casi e delle vittime, in circa 15 anni si è più che dimezzato con il controllo e le bonifiche ambientali, e con l’uso delle zanzariere trattate.
Il professor Sir Brian Greenwood dell’LSHTM ha dichiarato che: “Il vaccino RTS-S contro il Plasmodium Falciparum non fornisce una protezione completa e l’efficacia è piuttosto ridotta, ma questa conquista scientifica dimostra il nuovo impulso e la visione della comunità sanitaria globale di trovare vie nuove da seguire nel prevenire la malattia. Come parte di un approccio più completo ha un grande potenziale per ridurre la morte e le malattie nelle aree ad alta incidenza, specialmente se la vaccinazione è combinata con altri interventi come la chemioprevenzione stagionale della malaria, con farmaci appropriati, le zanzariere, ed il controllo ambientale.
Il vaccino RTS,S/AS01 contribuirà a proteggere i bambini nelle aree del mondo più a rischio, ma dovrà essere accompagnato da una serie di attenzione e pratiche preventive. La stessa attenzione da porre pre altri vaccini come per esempi quelli attuali per il SARS-CoV-2. Il vaccino si somministra in 4 dosi a partire dai 5 mesi di età.
Il consulto medico online: un fenomeno in crescita grazie ai suoi vantaggi
Sarà per la pandemia da Covid-19, sarà per una maggiore confidenza con pc e strumenti di comunicazione innovativi, ma negli ultimi tempi sono sempre di più le persone che si rivolgono ad un medico attraverso un sistema disponibile on line, via email o chat video. Anche noi del Cesmet assistiamo a questo fenomeno, noi che abbiamo offerto questo servizio da sempre per mantener fede al nostro impegno di seguire ”sempre e ovunque” i nostri viaggiatori nel mondo. In tanti, dalle più remote parti del mondo si sono rivolti a noi, per cercare di risolvere prima possibile un problema che avrebbe condizionato fortemente la loro permanenza all’estero, il loro viaggio, il loro impegno di lavoro. Nessun problema di fuso orario, quindi, per noi….
Grazie alla nostra pluriennale esperienza in questa modalità di contatto medico-paziente, abbiamo continuato e continuiamo ora a fornire questo servizio, non solo ai viaggiatori, ma a tutti coloro che hanno bisogno di un parere medico nel campo delle malattie infettive, parassitarie, gastrointestinali, o di medicina interna.
Ovviamente il COVID-19 con le sue molteplici problematiche, ci ha coinvolto fin dall’inizio e occupa molto del tempo che dedichiamo ai nostri pazienti. Anche con teleconsulti, via mail e video.
Sono loro stessi, i pazienti, che ci hanno motivato una scelta del genere indicandocene i vantaggi, che ora vogliamo condividere con i nostri lettori:
Facilità di utilizzo del sistema adottato: si può usare una delle tante piattaforme o modalità esistenti e ormai accessibili a tutti (whatsapp, zoom, meet, skype, telefono, ecc…).
Nessun limite spazio-temporale: ci si può mettere in contatto da ogni parte del mondo e in ogni momento.
Comodità e risparmio di tempo: Non bisogna più muoversi da casa per andare dal medico e impiegare tempo prezioso per raggiungerlo. Aspetto fondamentale per chi è impossibilitato a muoversi.
Nessun contatto a rischio in ambulatori o strutture mediche: molto importante in questo periodo in cui la pandemia da COVID-19 ha imposto severe restrizioni nell’accesso ad ambulatori e ospedali, con file e liste d’attesa molto lunghe.
Risparmio di costi : un consulto video o via mail ha un costo sicuramente inferiore ad una visita in presenza.
Naturalmente, e lo ribadiamo con forza, non tutte le situazioni sono affrontabili con questo sistema e non tutti i problemi sono risolvibili, ma può costituire un primo passo per prendere coscienza della situazione ed eventualmente proseguire con una visita in presenza che, in alcuni casi, non è sostituibile ma può completare comunque un percorso già iniziato con successo.
Lo aspettavamo da anni questo vaccino. Ho lavorato in Africa quando di morti per malaria se ne contavano oltre 4 milioni l’anno. La maggior parte bambini sotto i 5 anni. Ora sfiorano circa i 500.000, ufficiali denunciati, di cui oltre 300.000 piccoli bambini. La malaria non perdona e si accanisce in particolare con i bambini che ancora non hanno formato difese immunitarie adeguate.
Nella mia esperienza rimpiango di non aver avuto allora un vaccino contro la malaria, ai tempi del mio lavoro in Etiopia. Il lago artificiale formatosi dopo la costruzione della diga “Gibe 1 ” ha causato la morte di centinaia di neonati e piccoli bambini dei villaggi di Azendabo, Unkuri, Nada e Baso. Piccoli agglomerati di capannucce nell’altopiano di Gimma, prima nella bush dell’altopiano di Gimma e poi sulle rive prima di un acquitrinio limaccioso per mesi, e poi di un grande lago visibile in tutte le carte moderne dell’Etiopia. La diga costruita dalla Salini Costruttori nell’altopiano, a
1600 mt slm, ha fornito corrente a gran parte dell’Etiopia. E dopo Gibe 1 hanno continuato Gibe 2 e Gibe 3, una serie di dighe e di grandi bacini che hanno consentito all’Etiopia addirittura di vendere corrente elettrica. Ma a che prezzo. Questi grandi lavori hanno creato le condizioni per la diffusione della malaria perniciosa, particolarmente violenta.
Estate 2001. Arrivano le prime piogge negli altopiani etiopi; ma nello stesso tempo vengono definitivamente chiuse le paratie della diga ed il bacino ampio decine di chilometri, come una stella a mille punte, comincia a riempirsi. Prima in modo impercettibile, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Poi più visibile durante le grandi piogge di agosto. Da tempo noi del team sanitario della Salini Costruttori pensavamo ad un sistema per proteggere le migliaia di bambini, donne e uomini, che vivevano in un altopiano ricco di villaggi, molti dei quali erano destinati ad andare sotto il livello del lago. Avevamo un pensiero fisso nel piccolo ospedale del cantiere. Ma se fosse accaduto come in altri paesi dove sono morti a migliaia. Ci domandavamo se la malaria avesse attecchito nei villaggi dell’altopiano, dove prima non era presente, avrebbe fatto una strage perché le persone ed in particolare i bambini non sviluppano difese immuni sufficienti per proteggersi dove la malaria non è presente o è sporadica. Ah! se mai avessimo avuto a disposizione un vaccino per la malaria da somministrare…. Una chimera! Un sogno! continuavamo a ripeterci. E il lago di Gibe cresceva in larghezza e profondità. La malaria, prima sporadica, cominciò a presentarsi nei nostri ambulatori con maggiore frequenza. Sia in cantiere tra i lavoratori locali ma anche tra gli italiani cominciarono a presentarsi casi di malaria. I metodi millenari dell’alto piano di Gimma fornivano piante locali, care alla tradizione medica del corno d’Africa, ma che facevano ahimè, un buco nell’acqua. Non c’era la malaria nell’altopiano prima della formazione del lago. Pochi casi, sporadici, causati da malaria di contiguità o da trasporto, ossia importata con macchine, pulmini , altri trasporti. Ma la malaria non attecchiva ancora a quell’altezza perché non arrivava la zanzara assassina. Poi i cambiamenti climatici hanno contribuito ad elevare la presenza di Anopheles , la zanzara vettrice , ben oltre i 2000 mt.s.l.m.
L’acqua saliva nel bacino idrografico, nei mesi. Passa l’estate. Passano le piogge, arriva il bello , secco e fresco, in certi luoghi freddo. Poi ritornano le piccole piogge marzoline e con queste il lago che s’ingrossa. E con l’acqua i giochi dei bimbi intorno al lago. Ma anche la presenza della temibile Anopheles che cresceva e diffondeva nell’ambiente prima in modo quasi impercettibile, per poi diventare un fiume in piena.
E con le zanzare arrivarono i primi casi, i primi morti. Dal cantiere, 20 minuti di macchina distava la distesa di piccole capanne in terra e sterco dal tetto di paglia . E correvamo senza sosta, il chinino in fiale l’unica arma efficace. Ma potevamo fare poco. Ci fosse un vaccino per la malaria! Le zanzariere erano allora introvabili, e si parlava appena della loro efficacia se trattate. Le medicine poche e inefficaci. E questi corpicini ovunque. I genitori disperati. Ci fosse stato un vaccino per la malaria! Ma da anni si provava a realizzare un vaccino efficace contro la malaria. Negli ambienti specialistici si parlava dei tanti trial, delle ricerche, delle speranze. Dovranno passare altri venti anni, vent’anni in cui i bambini in particolare nell’Africa sub sahariana hanno continuato a morire. Ma oggi primo ottobre 2021 qualche cosa è cambiato, il sogno si è avverato. Le zanzariere trattate hanno fatto la loro grande parte; l’attenzione all’ambiente e la lotta alla zanzara Anopheles hanno funzionato in molti posti; i farmaci, in particolare i derivati di Artemisia hanno frenato non poco la diffusione della malaria. Ma è dal vaccino che ci aspettiamo la vera svolta. Le centinaia dei bambini morti nei villaggi del lago Gibe non ci dovranno più stare.
Il dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Etiope, direttore generale dell’Oms, profondo conoscitore delle realtà sanitarie del suo paese e dei problemi della malaria, ha affermato che “il momento è storico”. Il tanto atteso vaccino contro la malaria è stato approvato, ha superato tutte le fasi di ricerca ed ora è in commercio.Per i bambini che rischiano la vita è una svolta. Per la scienza è una svolta. Per la salute dei più piccoli e per il controllo della malaria è la soluzione. Il suo utilizzo, integrato con gli strumenti esistenti per prevenire la malaria, dalla lotta ambientale, alle zanzariere trattate, alla educazione personale, all’utilizzo di farmaci adeguati, potrebbe salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno”.
Il direttore generale parla sapendo quanto si è atteso questo giorno. Ma tutti noi che abbiamo lavorato per anni con la malaria, e ancora conosciamo l’aggressività del parassita nei piccoli bambini, vediamo questa conquista come uno dei più grandi successi della scienza. E come in tutte le malattie l’avvento del vaccino cambia il quadro della malattia. Una malattia aggressiva e spesso mortale verso chi non ha difese, modifica il suo corso biologico nei soggetti vaccinati. Il vaccino stimola le difese cellulari ed anticorpali e crea un muro verso il microrganismo. Succede con i virus, con i batteri, ed ora anche nei confronti del parassita malarico.
Cominciano a sentirsi polemiche nei confronti di questo vaccino. “È poco efficace, copre poco, supera di poco il 50% di efficacia. Finanziare la ricerca e la distribuzione di un vaccino così poco efficace, non ha senso, perdita di soldi”. I soliti noti, i soliti superficiali cominciano a farsi sentire.
Vorrei che i soliti noti, polemici, grandi scienziati delle chiacchiere, fossero stati presenti nelle stradine sterrate, sassose e fangose di Azendabo, diUnkuri, di Nada e Baso. Vorrei che i soliti critici, molti colleghi parolai, abituati solo a sterili calcoli percentuali,
fossero stati presenti, a mani nude, ad estrarre fuori dalle capannucce i corpi senza vita di questi esserini aggrediti dal Plasmodio. Se il vaccino per la malaria salvasse non il 50% ma solamente l’1 % di coloro a cui si somministra, varrebbe la pena utilizzarlo. Solo chi ha visto tanta sofferenza e tanta morte portata dalla malaria, si rende conto del grande giorno in cui siamo. Il vaccino per la malaria funziona ed è finalmente in commercio. Efficacia bassa, supera di poco il 50% di efficacia ma ci sarà tempo per migliorare questo vaccino della malaria prodotto dalla multinazionale GlaxoSmithKline.
Ci sarà tempo ed oggi godiamoci questa conquista. Dopo decenni di studi, prove, sconfitte e speranze è sul mercato una chicca di vaccino. Occorre continuare ad applicare tutte le regole di igiene e di contenimento delle punture e dell’infezione. Ma il vaccino contro la malaria è una realtà e bisogna diffonderlo sempre di più.
Il Cesmet con la sua Fondazione sarà impegnato sul campo per diffondere e promuovere questa vaccinazione a più bambini a rischio possibile.
Per info sulla malaria e per consulenze sulla profilassi e, in caso di bisogno, test e visite telefona al numero +390639030481 o cliccando qui lasciando i tuoi dati.
Presso Etimedica – Cesmet Clinica del viaggiatore è possibile effettuare la vaccinazione per la febbre gialla con certificazione internazionale. La vaccinazione viene effettuata presso il centro medico specializzato in medicina tropicale, da personale specializzato ed esperto nella materia. Richiedi una consulenza prima del viaggio con il dr. Paolo Meo, medico tropicalista.
Per INFO e prenotazioni chiama il numero 0639030481 o scrivi fornendo i tuoi dati cliccando qui
Descrizione
La febbre gialla è una malattia infettiva, virale causata da un flavivirus trasmesso all’uomo da una zanzara del genere Aedes spp. La zanzara Aedes aegypti è
presente sia in ambiente rurale che in ambiente urbano, in diversi continenti. Questo genere di zanzara, anche per le variazioni ambientali e climatiche di questi ultimi decenni, sta attualmente infestando regioni dalle quali era stata precedentemente eradicata, ed aree totalmente nuove.
L’infezione virale fu originariamente importata nelle Americhe dall’Africa e col tempo si è stabilizzata e radicata nel centro e sud America. Non sono mai stati descritti casi di febbre gialla in Asia, ma potrebbe svilupparsi tranquillamente una epidemia vista la diffusa presenza del vettore.
Sommario
Agente infettivo
Ciclo vitale
Distribuzione
Porta di ingresso
Trasmissione
Incubazione
Sintomi
Mortalità
Controllo e prevenzione
Trattamento
Diagnosi
Agente infettivo
Il virus della febbre gialla (virus amarilico) è un arbovirus (gruppo B), virus a RNA del genere dei Flavivirus, membro della famiglia delle Flaviviridae.
Ciclo vitale
La febbre gialla è una febbre emorragica virale che viene trasmessa da zanzare infette. Sono descritti tre cicli diversi di attività del virus e di modalità trasmissiva: una selvatica, una intermedia e una urbana. I tre tipi esistono in Africa, ma in Sud America si riscontrano solo il tipo selvatico e urbano dell’infezione.
Ciclo silvestre: nella febbre gialla silvestre i vettori sono in Sud America Haemagogus spp. e Sabethes spp., ed Aedes africanus in Africa. Le zanzare acquisiscono l’infezione dalle scimmie, che fungono da serbatoio del virus. Le zanzare poi pungono e infettano gli uomini, di solito giovani maschi lavoratori delle foreste o in attività agricole.
Questo tipo di infezione è più comune in America latina dove soprattutto nei bacini dei fiumi Magdalena, Orinoco e Rio delle Amazzoni.
Ciclo urbano: nella febbre gialla urbana, gli uomini sono serbatoi del virus, quando sono viremici, e il contagio avviene attraverso la zanzara domestica, l’Aedes aegypti.
Questa modalità di infezione si ritrova prevalentemente in Africa dove ogni anno si manifestano numerosi focolai epidemici e circa 200.000 casi.
Distribuzione
La febbre gialla si trova tra il 15° parallelo Nord e il 10° parallelo Sud in America e in Africa (v.mappa). Non c’è in Asia, benché siano presenti specie di zanzare potenziali vettori. L’incidenza è imprecisata perché la maggior parte dei casi è subclinica o non è segnalata, verificandosi in aree geografiche remote. L’OMS stima che si verifichino 200,000 casi all’anno solo in Africa (100-200 casi all’anno in Amazzonia). L’area geografica interessata dalla febbre gialla è in espansione, soprattutto in Africa, in zone dove era considerata eradicata (es. Africa orientale e meridionale). In Africa la trasmissione avviene principalmente nelle zone di savana dell’Africa centrale e occidentale, durante la stagione delle piogge, con saltuarie epidemie in zone urbane e in villaggi. Più raramente interessa le zone di foresta equatoriale.
In Sud America gli episodi sono sporadici e colpiscono quasi sempre agricoltori o lavoratori delle foreste. Dopo una campagna di eradicazione dell’Aedes aegypti negli anni trenta, la febbre gialla urbana era diventata rara in Sud America, ma a causa del degrado socio-economico ed ecologico degli ultimi anni, queste zanzare hanno recentemente rioccupato buona parte delle aree dalle quali erano state eliminate e il rischio potenziale di epidemie urbane è aumentato. Molto raramente si hanno casi di febbre gialla nei turisti e nei viaggiatori.
Porta d’ingresso
La cute, attraverso le punture degli insetti infettati dal virus.
Trasmissione
I vettori del virus sono zanzare del genere Aedes e Haemagogus e trasmettono il virus durante il pasto ematico. Le zanzare restano infette per tutta la loro vita, mentre il sangue dei pazienti infetti è contagioso da 24 a 48 ore prima della comparsa dei sintomi fino a 3-5 giorni dopo la guarigione clinica.
Incubazione
3-6 giorni
Sintomi
La malattia si manifesta nel 60% dei casi in modo asintomatico; esistono manifestazioni lievi, paucisintomatiche con rialzo febbrile; una piccola parte di casi si manifesta in forma grave con sintomatologia generale sistemica, forti dolori generalizzati, emorragie precoci e gravi sia cutanee che interne, ittero; alla fine sopraggiunge una insufficienza epatica e renale ingravescente quasi sempre letale. La morte può intervenire nei primi giorni di malattia, generalmente non oltre il decimo, e caratterizza le forme a carattere emorragico fin dalla fase iniziale.
Ad una prima fase di manifestazione di malattia, segue generalmente un periodo di remissione della durata di poche ore o alcuni giorni, quindi inizia una fase di intossicazione caratterizzata da emorragie cutanee e digestive, sintomi a carico del fegato (ittero), dell’apparato urinario (insufficienza renale) e shock.
Mortalità
I decessi si presentano nel 20% dei casi gravi, in particolari epidemie si può arrivare all”80% di mortalità.Il 50% dei pazienti in fase tossica muore, di solito entro 2 settimane dalla comparsa dei sintomi. La mortalità è maggiore nei più giovani. Il tasso di mortalità è più basso nelle epidemie (5%). Segno prognostico sfavorevole è la precoce comparsa e la severità dell’ittero (3º giorno). L’aumento delle transaminasi è direttamente proporzionale al danno epatico ed è un segno prognostico sfavorevole.
Controllo e prevenzione
La febbre gialla è una malattia che si può prevenire con il vaccino. Si tratta di un vaccino prodotto con virus vivo attenuato che produce, con una sola dose, una immunità duratura (almeno 10 anni). È l’unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale.
Per i viaggiatori che partono dall’Italia, e si recano in zone dove è presente la zanzara del genere Aedes generalmente non è obbligatoria in Italia. Si rende obbligatoria 10 giorni prima di partire per coloro che si recano in paesi tropicali o subtropicali che, a causa dell’alto rischio di infezione, prevedono l’obbligatorietà per tutti i viaggiatori in entrata. In genere sono i paesi considerati infetti.
1 fiala da 0,5 ml per via sottocutanea in una singola somministrazione sia per adulti che per bambini.
Controindicazioni
E’ sconsigliata la somministrazione del vaccino nei primi 6 mesi di vita; nel corso del primo trimestre di gravidanza; nei soggetti immunodepressi e accertata allergia all’uovo. Se il vaccino antiamarillico viene somministrato contemporaneamente con altri vaccini vivi attenuati (es. Polio orale, morbillo, antitifico vivo attenuato) deve essere osservato un intervallo di 2 settimane se il vaccino anti-febbre gialla precede gli altri vaccini, oppure di 4 settimane se il vaccino antiamarillico segue gli altri vaccini o di 6 settimane se segue alla vaccinazione con polio orale.
Effetti collaterali
Quasi mai presenti, talvolta si manifestano localmente con lieve zona eritematosa, lieve dolenzia e indurimento, molto raramente si manifesta modesto rialzo febbrile.
Vaccino in commercio
Stamaril ® (iniettivo).
Prevenzione
E’ fondamentale la protezione dalla puntura delle zanzare. Le zanzare, le mosche, i moscerini, i pappataci, le zecche, le cimici e molti altri insetti possono causare fastidio, reazioni cutanee o trasmettere malattie. Dal momento che nessun farmaco o vaccino è attualmente in grado di garantire una protezione totale dal rischio di malattie trasmesse da insetti (Malaria, Dengue, Filariosi, Encefalite giapponese e molte altre ancora) è fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto con gli insetti che le trasmettono. E’ dimostrato che l’impiego di mezzi di difesa contro la zanzara riduce il rischio di acquisire l’infezione malarica del 90%. Le informazioni valide per la zanzara anofele possono essere estese anche agli altri insetti.
Trattamento
Si basa su misure di supporto ed è diretto ad alleviare i sintomi (per lo più con trasfusione di sangue e di liquidi) e a ridurre la possibilità di emorragie.Non esiste terapia specifica antivirale. Il trapianto di fegato è una possibilità di trattamento, se la coagulopatia da consumo lo consente.
Diagnosi
La diagnosi della Febbre Gialla può essere molto difficile per i casi isolati. Nei tropici la malattia viene diagnosticata clinicamente, osservando cioè i sintomi. La diagnosi viene confermata dall’isolamento del virus dal sangue (identificazione mediante PCR del’RNA virale durante la fase acuta), da un titolo anticorpale in aumento (le IgM appaiono entro 5 giorni dalla comparsa della malattia; il confronto dei dati sierologici nella fase acuta e in convalescenza conferma la diagnosi), o, all’autopsia, dalla caratteristica necrosi delle cellule epatiche nella zona intermedia del lobulo. L’agobiopsia del fegato durante la malattia è controindicata per il rischio di emorragie.
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FEDERALBERGHI-ROMA CONFERMA LA CONVENZIONE CON IL CESMET PER LA GESTIONE DELLA PANDEMIA COVID-19
IL 12 luglio 2021 il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, ha firmato la nuova convenzione con il Cesmet per la gestione della Pandemia Covid-19 a favore dei propri associati.
In un periodo di rilancio della attività turistica, con non poche difficoltà create dalla variante Delta del virus Sars-CoV-2, la necessità di tutti gli operatori del comparto turistico è quella di garantire ai propri clienti un ambiente “sicuro”, il più possibile controllato, certificato nelle azioni di contrasto al virus da un ente specializzato in malattie infettive e da medici specialisti e conoscitori della materia in questione. Per questo motivo il Cesmet Clinica del Viaggiatore, ente medico da decenni impegnato nella assistenza sanitaria ai turisti, è stato scelto come struttura idonea a fornire i servizi specializzati.
Obiettivo dell’accordo è gestire per gli albergatori i servizi di consulenza, informazione, diagnostica ed assistenza riguardanti il Covid-19 e le sue varianti, per rendere il soggiorno dei propri clienti più sicuro, tranquillo e con la più bassa possibilità di rischio di contagio.
Subito dopo la rielezione a presidente della Federazione romana il presidente Roscioli ha voluto firmare un accordo che favorisse il controllo e la sicurezza degli associati della Federazione attivando, per chi volesse aderire un programma di “Sorveglianza Infettivologica nell’ambito della medicina del lavoro delle strutture alberghiere”. Una consulenza specialistica per supportare e consigliare i datori di lavoro (albergatori o delegati) ed i medici competenti degli alberghi riguardo agli adempimenti particolari da realizzare nel contrasto e nella lotta alla Pandemia Covid-19. Il supporto all’ aggiornamento dei DVR (documento valutazione rischi) rispetto alla evoluzione della epidemia, ed il controllo, diretto e documentale, del personale alberghiero e della struttura contribuiscono a rendere sicuro l’ambiente delle strutture ricettive romane.
A questa consulenza diretta agli albergatori ed alle strutture si aggiungono i servizi medici di diagnostica mediate tamponi molecolari ed antigenici, sia per il personale che per i clienti che necessitano controlli o documentazione per viaggiare; i teleconsulti a distanza, sia con il personale che con i clienti bisognosi di informazione e di essere tranquillizzati (applicazione della telemedicina nella gestione delle persone); le visite mediche infettivologiche, anche a domicilio, nei casi di sospetto di insorgenza di sintomi.
Alle strutture che garantiranno l’applicazione di tutti gli adempimenti, il controllo del personale ed il suo stato di sicurezza, ed i servizi ai propri clienti verrà rilasciato un “BOLLINO VERDE DI GARANZIA E SICUREZZA” nei confronti del Covid che l’albergo potrà esporre a testimonianza della sensibilità nei confronti della salute dei propri clienti.
I servizi di “Sorveglianza Infettivologica” per il rilascio del Bollino Verde comprendono per l’albergo: (1) la valutazione del rischio biologico di Sars-CoV-2; (2) la valutazione della situazione sanitaria del personale; (3) il rilascio al personale di certificazione di buono stato di salute e di adempimenti preventivi svolti nei confronti di Covid-19; (4) la consulenza specialistica infettivologica al datore di lavoro, RSPP e medico competente; (5) ascolto e consulenze per il personale della struttura. Per i clienti vengono realizzati servizi di (1) consulenza in video o in presenza; (2) effettuazione a richiesta di tamponi PCR o antigenici; (3) assistenza clinica specialistica in caso di necessità o sospetti.
Con questa convenzione con il Cesmet Clinica del Viaggiatore la Federalberghi Roma ha voluto fornire ai propri associati un ulteriore servizio per garantire i clienti e soprattutto per favorire, in linea con la sua politica di rilancio delle attività produttive, ambienti sicuri e controllati.
Per una buona diagnosi di malaria accanto all’esame microscopico (striscio e goccia spessa su vetrino) si aggiunge un nuovo metodo in RT – PCR per diagnosticare la malaria e i 5 tipi di malaria umana presenti in tutto il mondo.
Presso il Cesmet – Clinica del viaggiatore, il dr. Paolo Meo, medico tropicalista, malariologo esegue la diagnostica per malaria, sia con l’esame classico microscopico, sia con la metodica RT-PCR per tipizzare i DNA dei singoli tipi malarici. La diagnosi di laboratorio è sempre legata alla situazione clinica della persona. E’ preferibile eseguire il test malarico dopo una visita o una consulenza di medicina tropicale.
La malaria è una malattia infettiva, parassitaria, acuta, che può cronicizzare per la presenza di alcuni tipi di Plasmodio che si possono ripresentano a distanza di anni. La malaria si presenta generalmente con sintomi acuti febbrili, abbondante sudorazione, brividi, cefalea generalmente nucale, malessere generale. I sintomi durano qualche ora o qualche giorno per poi sparire e ripresentarsi dopo ore o giorni, con un malessere generale sempre più forte e debilitante. Ma come in tutte le malattie infettive anche il plasmodio della malaria può infettare i globuli rossi di una persona e presentarsi con sintomi sfumati, senza febbre (malaria algida) o con una sensazione “strana” interna con la tendenza della pelle tumida e bagnaticcia. Una strana sudorazione e una pesantezza della testa e una sensazione di ottundimento mentale (malaria atipica). Insomma attenzione alla malaria A -o Pauci sintomatica che poi esplode tutta insieme. Questa è la situazione più pericolosa.
Il comune denominatore del “rischio malarico” è la presenza della persona, anche per poche ore o per lunghi periodi in aree dove è presente la malattia causata dal parassita malarico. Condizione indispensabile la presenza della zanzara Anopheles e di uomini portatori del Plasmodio. Il contagio avviene per puntura di zanzara femmina ed avviene da uomo a uomo. L’aver soggiornato in aree a rischio malarico è comunque l’elemento indispensabile e che deve destare immediatamente il sospetto.
Basta un malessere anche lieve ed il soggiorno in aree malariche per far scattare immediatamente il sospetto e la richiesta di un test malarico. Ossia l’esame per la ricerca del plasmodio nel sangue e la caratterizzazione del tipo di Plasmodio. Solo occhi molto esperti riescono, con scarsa presenza di parassiti nel sangue (bassa parassitemia), generalmente presente nelle fasi iniziali dell’infezione, o in chi soggiorna per lunghi periodi nelle aree a rischio, a fare diagnosi di malaria attraverso la lettura dello striscio di sangue e la goccia spessa. Ci vuole grande esperienza per differenziare un Plasmodium, specie Falciparum o Vivax. Anche per gli esperti è complicato caratterizzare gli altri tipi, per il resto abbastanza rari.
Il Cesmet Clinica del Viaggiatore, Centro di Medicina Tropicale, con tradizione pluridecennale, ha messo a punto una diagnostica molecolare che riesce ad identificare poche forme presenti nel campione di sangue (bassa parassitemia) e a tipizzare i 5 tipi che caratterizzano la malaria umana.
Con la tecnica di biologia molecolare RT-PCR è possibile rilevare in modo specifico il DNA di Plasmodium Falciparum; di Plasmodium Vivax; di Plasmodium Ovalis; di Plasmodium Malariae e di Plasmodium Knowlesi in campioni di sangue intero di pazienti che hanno soggiornato in aree a rischio e presentano sintomi da molto sfumati o quasi assenti fino a situazioni particolarmente acute ed a rischio.
Questo test molecolare viene utilizzato come supporto del medico tropicalista e malariologo per la diagnosi delle cinque specie di Plasmodium, alcune più frequenti, altre più rare. Sono responsabili di forme acute o della cronicizzazione della malaria in combinazione con fattori di rischio clinici ed epidemiologici. Il DNA viene estratto dal parassita malarico che si trova nei globuli rossi della persona affetta da malaria. Viene quindi estratto dal un campione di sangue della persona, moltiplicato attraverso la tecnica della “amplificazione Real Time (RT)” e messo in evidenza con primer specifici e una sonda con colorante fluorescente che evidenzia P. falciparum; P. vivax; P. ovale; P. malariae e P. knowlesi. Basta la presenza di pochi parassiti, nella fase iniziale dell’infezione, o la resistenza parziale immunologica della persona, per essere evidenziati attraverso il processo di amplificazione.
Come tutte le tecniche di amplificazione del DNA o RNA è possibile stabilire la quantità di parassita presente. L’occhio umano che legge un vetrino difficilmente apprezza un numero di parassiti inferiori ai 15/18.000 per ml di sangue. Una bassa parassitemia difficilmente viene evidenziata. La tecnica molecolare arriva a leggere poche forme di parassita presente. La tecnica di amplificazione è molto sensibile.
Esistono in natura cinque specie in grado di infettare l’uomo: Plasmodium falciparum è il più frequente in Africa Subsahariana ma anche in Asia. E’ la causa più comune di malaria grave, è responsabile della maggior parte delle morti per malaria e può causare molte complicazioni legate alla anemia, ovvero alla rottura dei globuli rossi, ma anche ai problemi di microtrombosi, legata alla adesione delle cellule ematiche. Bambini e donne in gravidanza possono avere gravi problemi con la malaria. Una delle situazioni più frequenti può essere un basso peso alla nascita. Plasmodium vivax, Plasmodium malariae, Plasmodium ovale sono presenti nei diversi continenti e sono causa della malaria cronica. Plasmodium knowlesi, tipico delle infezioni dei primati (scimmie), è stato responsabile di casi di infezione negli esseri umani in Malesia e nel Borneo.
La diversità genetica e la riproduzione dentro le emazie producono varianti genetiche del Plasmodium con la capacità di eludere la risposta immunitaria dell’ospite e produrre varianti resistenti a farmaci e ai vaccini. Questa produzione di continue varianti è in gran parte responsabile del successo della sopravvivenza del parassita nella storia evolutiva, per milioni di anni, così come il fallimento delle misure utilizzate con lo scopo di sradicarlo.
Da quando è stata descritta per la prima volta nel 1880, dal medico francese Charles Louis Alphonse Laveran, la diagnosi di questa malattia è stata fatta osservando le diverse forme del parassita attraverso l’esame microscopico di strisci di sangue periferico colorati con vari coloranti. Oggi, questa tecnica è ancora il metodo di riferimento in tutto il mondo. Ma la difficoltà nel formare un buon microscopista ed anche la difficoltà di osservare basse parassitemie (bassa carica parassitaria) ha portato allo sviluppo di nuove tecniche più semplici e più sensibili e specifiche.Diagnosticare la malaria in tempo e soprattutto in presenza di pochi parassiti è vitale per il paziente, poiché la comparsa di complicazioni è strettamente legata al ritardo nell’inizio del trattamento.
Consigliamo di richiedere sempre l’esame emoscopico, ossia lo studio del vetrino con lo striscio di sangue, con la diagnosi molecolare in RT che fornisce anche una precisa diagnosi di specie.
Vaccinazioni COVID-19 in azienda. Il centro di vaccinazioni internazionali del Cesmet Clinica del Viaggiatore a disposizione delle aziende.
Si è conclusa ieri 11 giugno 2021 la 3 giorni del Cesmet, presso l’azienda Avio di Colleferro, in provincia di Roma, per l’effettuazione della campagna per le vaccinazioni anti COVID-19. Avio è una azienda leader nella propulsione spaziale, con più di 1.000 dipendenti tra Italia, Francia e Guyana Francese. E la buona adesione alla campagna vaccinale lanciata dalla azienda ai propri lavoratori è stata la giusta conclusione di un anno di attenzione e di azioni interne ed esterne alla azienda per contrastare la Pandemia. Un esempio di corretta gestione del rischio biologico riguardante il SARS-CoV-2 e di attenzione alla sorveglianza ed alla tutela dei lavoratori in Italia ed in Missione all’estero.
Dopo oltre un anno di consulenza infettivologica al datore di lavoro ed al medico competente aziendale, concretizzatasi con una attenta opera diagnostica e di screening di controllo sulla circolazione del virus SARD-CoV-2 e sulla risposta immunitaria al contatto con il virus, attuata su circa settecento dipendenti della azienda Avio, il “Centro di Vaccinazione Cesmet” è stato chiamato ad organizzare la campagna di vaccinazione per i dipendenti aziendali che ne facevano richiesta.
Il dr. Paolo Meo, delegato dal medico competente ed incaricato dal datore di lavoro, ha realizzato ed attuato il programma che prevedeva come elemento caratterizzante l’invio di una informativa chiara, sintetica e comprensibile sulla malattia Covid, sui benefici della vaccinazione, sulle caratteristiche ed effetti del vaccino che sarebbe stato somministrato alla popolazione di cantiere. E’ stata realizzata anche una centrale di ascolto del centro medico infettivologico, a disposizione di tutti coloro che avevano bisogno di contattare e parlare con gli addetti ai lavori.
Il servizio di informazione e di ascolto messo a disposizione dei dipendenti dell’azienda, costituisce uno degli elementi fondamentali e un asse portante del programma di vaccinazioni anti SARS-CoV-2.
Un “questionario anamnestico informatizzato” sulla situazione clinica della persona e sulla storia della eventuale malattia Covid, è stato inviato a tutti i vaccinandi ed ha notevolmente velocizzato le operazioni di accettazione ma ha anche incuriosito tutti coloro che si sono avvicinati alla profilassi contro il COVID-19.
Il team sanitario del Cesmet, da sempre specializzato in campagne vaccinali, supportato dai servizi di emergenza del gruppo San Paolo della Croce, che ha messo a disposizione l’ambulanza attrezzata e personale per emergenze, ha condotto la campagna di profilassi contribuendo non solo a vaccinare
le persone, ma a diffondere, per quanto possibile, informazioni corrette ed a infondere tranquillità e sicurezza in ogni persona.
Al termine delle vaccinazioni è rimasta attiva la “centrale di ascolto infettivologica”per tutti coloro che potevano aver bisogno di assistenza ed ulteriori informazioni. Una mail ed un numero telefonico dedicato alla azienda è stato messo a disposizione di tutti coloro che potevano averne bisogno. La lotta contro il virus Sars-Cov-2 del CESMET continua attraverso le campagne vaccinali nelle aziende, attraverso i servizi di diagnostica effettuata con test molecolari ed antigenici, e con i servizi di telemedicina per la consulenza specialistica a distanza. La Clinica del Viaggiatore e la Fondazione Cesmet continuano la lotta contro la Pandemia sostenendo l’opera di assistenza ai Padri Camilliani in India. A Bangalore siamo tutti impegnati nel sostenere il progetto: un centro Covid-19 per i più poveri.Clicca qui per conoscere il progetto.
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La variante indiana B1.617 del COVID-19 continua a mietere migliaia di vittime.
Vittime invisibili. Vittime fuori le statistiche ed i numeri ufficiali. Vuoi lottare anche tu contro il SARS-CoV-2 ? Se decidi di aiutare la popolazione indiana più bisognosa ed in particolare i bambini di strada rimasti senza famiglia a causa del COVID-19 in India, aiutaci ad aiutare i padri Camilliani a Bangalore, da sempre in prima linea nella assistenza sanitaria ai più bisognosi.
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