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RICHIAMI E NUOVE VACCINAZIONI ALL’EPOCA DEL COVID-19

DURANTE LA PANDEMIA DI SARS-CoV-2 E’ IMPORTANTE FARE I RICHIAMI DELLE VACCINAZIONI SCADUTE E EFFETTUARE ALCUNE VACCINAZIONI PER EVITARE COINFEZIONI CON SARS-CoV-2

In questo periodo di pandemia COVID-19 è diventata cosa molto rilevante la protezione immunitaria dell’organismo, ed il rinforzo delle difese immunitarie. Per questo motivo è opportuno revisionare la propria cartella sanitaria vaccinale per verificare lo stato delle vaccinazioni.
Questa pratica preventiva periodica è importante, per garantire e rafforzare le difese immuni efficienti. Per questo  motivo la invitiamo a  verificare insieme le date di scadenza dei prossimi richiami dei vaccini. In questo periodo in cui un virus aggressivo e virulento ha ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, in pochi mesi, abbiamo imparato una cosa importante. Vaccinarsi vuol dire rafforzare il sistema immunitario generale e proteggersi da malattie specifiche gravi. SARS-CoV-2 ha avuto e continua ad avere campo libero poiché non abbiamo un vaccino che ci protegge.

vaccinazioni uno scudo di protezione
vaccinazioni uno scudo di protezione

Un altra informazione necessaria in questo periodo. Se vuole proteggersi dal rischio di co-infezioni tra SARS-CoV-2 ed altri batteri o virus, che potrebbero diventare rischiose, fare un richiamo o effettuare ex novo il vaccino del “pneumococco”(pneumovax) e del “meningococco ACWY” (mencevax) può diventare una ottima protezione, da effettuare per la stagione 2020/2021 anche prima dell’estate. Ricordo poi che per il periodo autunno – inverno 2020/2021 il vaccino per l’influenza elimina il rischio della co-infezione tra i due virus respiratori. Un quarto vaccino importante può essere il vaccino Dukoral, bustine orali per l’intestino. Questo vaccino, utilizzato anche per il colera, ha lo scopo di fortificare le difese immunitarie di superficie dell’apparato digerente (ovvero produrre gli anticorpi IgA di mucosa). Questo perché gli studi di SARS-CoV-2 ci hanno dimostrato che il 20% degli infetti dal virus ha una patologia intestinale o secerne il virus con le feci. Sicuramente una protezione ed una prevenzione in più in famiglia e nel lavoro. (un lavoro in bibliografia: https://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(20)30282-1/fulltext ) La validità e l’opportunità di effettuare o richiamare questi vaccini sarà oggetto di discussione in un eventuale incontro.
Le co-infezioni sono l’incontro tra virus e batteri all’interno del nostro organismo. L’azione combinata di due o più microbi può creare una moltiplicazione dei sintomi ed una aggressione maggiore. Vaccinarsi vuol dire porre una barriera per queste evenienze.
L’opportunità di rafforzare il sistema immune vale per la vita quotidiana in Italia, e soprattutto per viaggi e soggiorni in Europa ed in paesi extraeuropei.
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi domanda o quesito inerente alla pandemia e ad i vaccini proposti.  Potrà scrivere e rispondere a questo messaggio o telefonare al numero 0639030481 per informazioni ed appuntamenti.

 

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Test sierologico COVID19, anticorpi IgM IgG e le fasi di difesa dal Coronavirus.

Il test sierologico per COVID19 altro non è che la ricerca degli anticorpi IgM – IgG prodotti dall’organismo infettato dal nuovo Coronavirus.  Le difese, l’ambiente ed il clima.  Vediamo passo passo le fasi di difesa dal Coronavirus. Richiedi tramite Cesmet la possibilità di effettuare il tampone per reale necessità.

 

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Risposte alle questioni di COVID-19.  La malattia; le risposte sul tuo stato di salute; le questioni riguardanti i test. Il medico specialista in malattie infettive è a tua disposizione per fornirti informazioni, spiegazioni e pareri anche sul tuo stato di salute. (in particolare per chi non risiede a Roma).    Ti verranno fornite tutte le spiegazioni e la modalità di attivazione del VIDEOCONSULTO. Clicca qui per  ricevere le informazioni e prenotarti. 

Il rapporto tra virus ed organismo umano.

Parliamo di una storia naturale, del rapporto tra virus e uomini. Una storia che non è per forza storia di guerra, ma anche di convivenza e talvolta d’amore. VIRUS ed ORGANISMI da milioni di anni hanno imparato a convivere e ad aiutarsi reciprocamente. La capacità riproduttiva degli primi e la loro possibilità di moltiplicarsi  e l’utilizzo di alcuni meccanismi ma soprattutto la possibilità di attivare sistemi difensivi dei secondi. Da sempre il mondo vegetale ed animale si attiva e si difende contro esseri microscopici quali virus e batteri. E nel mondo dei viventi anche noi uomini costituiamo un ottimo terreno per la vita e la crescita per miliardi di microbi di tutti i tipi.

Ambiente clima e virus respiratori

da "il meteo" una riflessione
da “il meteo” una riflessione

Intanto dopo mesi di diffusione massiva del virus, da maggio, ma soprattutto da giugno il virus ha assunto sempre più una forma latente. I contagi diminuiscono, la malattia sembra arrestarsi e perdere i forza, e i morti da SARS-CoV-2 sono sempre meno. Le stesse terapie intensive, per mesi al collasso, si sono svuotate. Tutto questo era prevedibile. La prudenza nei confronti di un virus nuovo ci ha sempre spinto alla prudenza nel prevedere gli andamenti della malattia. Ma durante l’estate, al di là dei comportamenti e ridotta frquenza degli ambienti chiusi, che diminuiscono le possibilità di contagio, le condizioni climatiche influenzano le attività difensive innate delle mucose respiratorie.

un approfondimento

Mucose e sottomucose respiratorie. l’ambiente interno e le condizioni difensive mutano al mutare delle condizioni climatiche.

Aumenta la temperatura esterna, mutano le condizioni di umidità, e quindi di presenza di molecole acquose, di ioni disciolti, di pulviscolo sospeso. Aumentano gli spostamenti di masse d’aria con cambiamenti delle azioni elettromagnetiche a livello delle cellule delle mucose delle prime vie respiratorie. Il tratto respiratorio cambia il suo ambiente di superficie. In un certo senso è più protetto e meno attaccabile. Il microcircolo della mucosa nasale, orale, faringea, laringea ed anche tracheale è più dilatato, l’attività ossigenante, l’apporto di ioni ferro, la stimolazione dei cicli energetici cellulari aumentano, ed anche la stimolazione dei sistemi difensivi è più attiva. La produzione degli anticorpi di superfice e la stessa temperatura della sottomucosa è più elevata ed in particolare i virus, ma anche alcuni batteri hanno maggiore difficoltà ad attecchire e a aggredire le cellule della superficie respiratoria.  Questo meccanismo da sempre costituisce una delle spiegazioni della ridotta presenza di malattie respiratorie nei luoghi dove si verificano queste condizioni climatiche ed ambientali.

I comportamenti di attenzione personale continuano

Naturalmente il distanziamento, le mascherine, il lavaggio accorto delle mani, e l’attenzione a chi ci circonda è la base per evitare il contagio e di ammalare. Di seguito descriviamo le fasi dela malattia che costituiscono la prima difesa dell’organismo nei confronti del virus.

 

Le fasi della malattia COVID19 (e di tutte le malattie infettive)
Fase 1 – esposizione, incubazione e latenza – Stiamo bene e non abbiamo sintomi, durata 4/14 giorni
Il virus SARS-CoV2, come tutti gli altri virus respiratori, si trovano all’interno delle goccioline di saliva, e da queste si fanno trasportare. Queste goccioline infette entrano nel nostro naso, nella bocca o negli occhi e depositano il virus che trova subito un buon ambiente per riprodursi. Le cellule delle nostre vie respiratorie costituiscono un ambiente molto favorevole per la riproduzione e la moltiplicazione virale. Da un virus a milioni di virus.

COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus
COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus

Questo piccolo essere, il più piccolo al mondo, aderisce alla parete delle cellule. Inserisce le sue chiavi (proteine) nelle serrature cellulari, quelle giuste, ed entra all’interno facendosi trasportare. Qui trova le strutture idonee a moltiplicarsi. Moltiplica prima il suo RNA (acido nucleico), che comincia a diffondere all’intero ed all’esterno della cellula. (un periodo di circa 7 giorni). Poi aiutato dalla cellula, produce il suo involucro (proteine) con meccanismi semplici e precisi. Da uno a milioni di nuovi virus. E così di cellula in cellula. Cellule che subisco danni irreparabili e muoiono. Passa il tempo in modo silente e dopo altri  4/7 giorni la diffusione è ampia e le cellule morte ed alterate sono un po’ ovunque. Questa è la fase in cui il tampone è positivo, ed il virus diffonde anche non in presenza di sintomi.

 

COVID19: storia naturale dell'infezione (BIO GROUP MEDICAL SYSTEM S.R.L.)
COVID19: storia naturale dell’infezione (Bio Group Medical System srl)

Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche, durata media dai 4 ai 10 giorni
L’organismo si accorge dell’invasione dei virus e corre ai ripari. Tutti gli esseri viventi possiedono da sempre sistemi sentinella, di allarme, e di attacco. La difesa contro i virus comincia inviando cellule aggressive (linfociti ed altri tipi globuli bianchi) e producendo sostanze di segnalazione e di aggressione al virus (proteine). Si attivano i sistemi della infiammazione, si alza la temperatura corporea (febbre), si attivano i meccanismi di produzione di muco (catarro) e della tosse. Meccanismi difensivi che noi chiamiamo sintomi o malattia ma che altro non sono che iniziali sistemi difensivi (difesa pronta e aspecifica). Tutto questo in attesa delle truppe d’assalto, gli anticorpi. (il tampone per la ricerca del virè positivo e la presenza di anticorpi IgM è ancora negativo)

Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi: dopo una media di 3/6 giorni dall’insorgere della malattia
Sono le prime vere truppe di assalto contro i microbi, compreso il SARS-COV2. Arrivano nei luoghi della aggressione virale ed in tante aree sentinella sparse per tutto il corpo, globuli bianche che producono gli anticorpi M (IgM), ossia armi di contenimento del virus, non molto potenti, ma sicuramente di contrasto. Ed i sintomi della malattia, ossia febbre, infiammazione, tosse ed altri, se il sistema degli anticorpi funziona, cominciano a ridursi. Il virus è frenato, stordito ma ancora presente.       ( il tampone per la ricerca del virus è ancora positivo ed inizia la presenza degli anticorpi IgM)

storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi
storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi

Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus: convalescenza e regressione, dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M ( siamo tra i 14 ed i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi)
Ma la guerra contro il SARS-COV2 non sarebbe vinta se dopo 4/8 giorni di lotta, non venisse in aiuto un ulteriore sistema, ancora più potente, costituito dagli anticorpi IgG. Questo sistema attacca i virus ancora più violentemente ed i virus cominciano a morire, uno sterminio. I sintomi della malattia spariscono. La malattia è vinta. Siamo nella fase di regressione e di convalescenza della malattia.

(il tampone per il virus è generalmente negativo e si nota la presenza degli anticorpi IgM ed IgG.)

Fase 5-resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta per mesi o anni:per SARS-COV2 ancora non si conosce la durata dell’immunità.
Ma c’è di più. L’organismo ha imparato la lezione contro i nuovi nemici. Si è organizzato con un sistema difensivo (anticorpi IgG specifiche e globuli bianchi connessi) che perdura nel tempo. Per la COVID-19, malattia così recente, ricercatori di tutto il mondo cercano di capire il livello e la durata della protezione. Secondo il sistema naturale degli eventi dovrebbe durare anni, ma … tutto è possibile. (il tampone è francamente negativo, si negativizzano gli anticorpi IgM s sono positivi solo gli anticorpi IgG)
Considerazioni per i soggetti in buona salute: questo sistema difensivo, valido ed efficace, protegge gli individui sani, che si mantengono in salute con una vita regolare, una alimentazione idonea, una attività fisica sufficiente e costante. L’alimentazione, lo sport, il riposo, il sonno regolare. Tutti i fattori che rafforzano il nostro sistema difensivo e la produzione di anticorpi.

COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus
COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus

Fase 6- il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte oltre i 21/28 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
Gli individui che hanno carenza o assenza dei sistemi difensivi, cellulari, anticorpali sono destinati ad un peggioramento dei sintomi della malattia. L’infiammazione, la febbre, sostanze proteiche di tutti i tipi diventano aggressive nei confronti degli organi e della loro funzionalità. Quello che prima era un sistema di difesa, si rivolge contro il corpo e lo comincia a distruggere. Ne soffre anche il virus, che però rimane presente ed attivo. Si comincia a bloccare la funzionalità respiratoria, renale, cardiaca, muscolare, neurologica. La malattia avanza, galoppa verso il punto di non ritorno. Il virus ha vinto.
Se la reazione non è particolarmente forte entriamo verso una fase di cronicizzazione, altrimenti i danni dell’organismo sono irreversibili e si va verso la morte, talvolta rapida.

Considerazioni per i soggetti portatori di malattie debilitanti o anziani – soggetti senza difese: da questa breve spiegazione capiamo perché gli anziani, le persone già malate, coloro che hanno scarse difese immunitarie proseguono nella malattia e spesso non ce la fanno. Ci rendiamo conto dell’importanza dei nostri sistemi di difesa. Perché dobbiamo condurre più possibile una vita sana, assumere integratori che potenzino i nostri sistemi. Giusi e corretti senza esagerare. Ci rendiamo finalmente conto il perché dei vaccini, ossia di quei sostituti dei microbi , ma non altrettanto pericolosi , che attivano i nostri sistemi difensivi. In tutti noi ma soprattutto negli anziani e nei portatori di malattie croniche. Vaccinare vuol dire proteggere gli organismi con scarse difese immunitarie.
La lezione del nuovo Coronavirus è chiara per tutti.   

Leggi per ulteriori approfondimenti: da quaderni di epidemiologia; da Univ. Studi Ferrara: infezioni da virus. (testo scientifico);   

 

I tempi e le risposte dei test per la ricerca del virus (tampone) e della ricerca di anticorpi  (test sierologico – rapido). I periodi migliori per eseguire i test.

(fase 1 – esposizione, incubazione e latenza):
– Tampone:                                   risulta negativo
– Test sierologico – rapido:       risulta negativo

COVID19: test IgM IgG
COVID19: test IgM IgG

(Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche)
– Tampone                                     risulta positivo
– Test sierologico – rapido         risulta negativo

(Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi)
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgM) – inizio eventuale IgG

(Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus – convalescenza e regressione) dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M):
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 5: resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta) mesi o anni. Per SARS-CoV2 ancora non si conosce il periodo:
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 6: il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte) oltre i 20 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta negativo (nella cronicizzazione negative o   basse IgG)

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COVID-19 e Aziende #ProntiAripartire

COVID-19 e AZIENDE: UN PROTOCOLLO SANITARIO  studiato per tutte le aziende che vogliono ripartire in sicurezza.

La questione è: chi paga in caso di un contagio COVID-19 nelle aziende? E’ fondamentale tutelare non solo l’ambiente con le regole stabilite dalle autorità, ma tenere il personale tutto sotto controllo sanitario. 

 

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CORONAVIRUS: perchè il test rapido

Coronavirus: il perché della scelta del test diagnostico rapido (in immunocromatografia)  in questa fase della pandemia, per la ricerca degli anticorpi IgM – IgG  SARS-COV2.

 

Perché presso il CESMET Clinica del Viaggiatore si è scelto di utilizzare il test rapido  per identificare gli anticorpi (M e G) di SARS-CoV2, ossia la risposta immunitaria in un         soggetto sano o con pochi sintomi, nel corso della pandemia COVID-19?   COVID-19: un protocollo specialistico con certificazione infettivologica del tuo stato di salute per la FASE 2 di ripartenza.

IL TEST SIEROLOGICO
IL TEST SIEROLOGICO

Da medico infettivologo ho deciso di utilizzare il “test sierologico rapido” (in immunocromatografia), per fornire, in particolare a chi è sano o con pochi sintomi, una valutazione, con ottima approssimazione, sulla presenza degli anticorpi contro il virus, ossia il contatto con il virus SARS-CoV-2, in questi 3 mesi di pandemia di COVID-19.
Mai effettuare il test sierologico per COVID-19 da solo, ma sempre inserito in un consulto infettivologico, secondo il nostro protocollo di controllo.

Perché utilizzare questo test diagnostico.    Perché è:

utile e sicuro nel fornire la risposta;
qualitativo (SI – NO ANTICORPI);
rapido (5 minuti);
efficace nella risposta (sensibilità e specificità che tende al 98/99%);
maneggevole e non invasivo ( goccia sangue dal polpastrello);
facilmente eseguibile in ambulatorio, in ambiente di lavoro o a casa

sempre eseguito da un medico, in corso di un consulto o visita medica. Meglio se visita infettivologica.

 

E’ un test validato, giusto per fornire risultati ragionevolmente certi, da valutare con la storia epidemiologica (luoghi, contatti e persone) e con i sintomi e le malattie degli ultimi 3 mesi; valutando anche i test funzionali respiratori e circolatori; per stabilire lo stato di salute, le probabilità di contatto, e la resistenza o sensibilità al virus manifestata attraverso gli anticorpi.

Nell’esaminare la “persona sana” è sufficiente realizzare il “test qualitativo rapido” che fornisce risposte facilmente interpretabili; è infatti un risultato secco che si richiede: SI o NO;

il test rapido per coronavirus
il test rapido per coronavirus

(Nella valutazione del malato, anche grave, sono necessari i test ELISA, ossia la presenza e la quantità degli anticorpi. Questa valutazione anche numerica è fondamentale per la valutazione della risposta immunitaria nella storia del contagio, della evoluzione e della prognosi della malattia; per una valutazione terapeutica, e sulla variazione degli anticorpi nel tempo – qui i test quantitativi sono indispensabili).

Il TEST DIAGNOSTICO per la ricerca di anticorpi IgM / IgG verso SARS- CoV2 è un test rapido immunocromatografico (a flusso laterale), per la rilevazione “qualitativa” degli anticorpi;
Il test da noi utilizzato rileva la presenza di anticorpi anti SARS- CoV2 nei campioni e non deve essere utilizzato come unico criterio diagnostico; non è test quantitativo né di valutazione delle modifiche nel tempo degli anticorpi – necessari per i malati;
Il test rapido quantitativo, con ottima sensibilità e specificità, è utile, pratico, maneggevole, nella ricerca dei soggetti che hanno avuto il contatto con il virus. La Infezione primaria da SARS- CoV2 è caratterizzata da presenza di IgM rilevabili da 3/7 giorni dopo inizio sintomi; eventuale infezione secondaria o risoluzione infezione alta presenza di IgG;
Resta il test RT-PCR, per la ricerva del virus contampone, l’unico test che può definire con una certezza quasi assoluta, la presenza del virus nell’organismo (fase infettiva)

SENSIBILITA’ DIAGNOSTICA (media 97,40% = 86,2%-99,9)
La sensibilità di un esame è la probabilità che un soggetto malato presenti un risultato positivo.
Un esame è cioè sensibile al 100% quando tutti i malati risultano positivi.
la capacità di identificare correttamente i soggetti ammalati,
‘ottima sensibilità, allora è basso il rischio di falsi negativi,
SPECIFICITA’ DIAGNOSTICA (media 99,3% = 96,2% – 99,9%)
La specificità di un esame è la probabilità che un soggetto sano presenti un risultato negativo. la capacità di identificare correttamente i soggetti sani, ovvero non affetti dalla malattia. a un’ottima specificità, allora è basso il rischio di falsi positivi,

Il parere del Ministero della Salute

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CORONAVIRUS: test rapido per anticorpi IgM IgG. Una scelta ragionata

Coronavirus – SARS-CoV-2: perché la scelta di inserire il test sierologico diagnostico ( con metodica immunocromatografica) per la ricerca degli anticorpi IgM – IgG  SARS-COV2, all’interno di un CONSULTO INFETTIVOLOGICO accompagnato da test funzionali organici.

I Certificati per viaggiare durante la pandemia COVID-19.  L’applicazione del protocollo #ProntiARipartire VIAGGI INTERNAZIONALI consente al  medico di certificare sia lo stato di salute della persona, che il suo stato immunitario, ossia la presenza di anticorpi IgM e IgG per COVID-19 e al termine viene rilasciata richiesta per effettuare TAMPONE per COVID-19 in urgenza. (informati qui) 

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#ProntiARipartire rappresenta uno strumento agile e sicuro che permette un rientro in azienda rapido e sicuro. L’attenzione del Protocollo è rivolta a tutelare i lavoratori, ossia le persone, messe sotto controllo sanitario, certificando la salute e l’immunità, dei singoli, e continuando a seguire nei mesi il personale.  Questo per rispondere ai nuovi criteri in materia di sicurezza sul lavoro (d.lgs 81/08, Tit X).
A tutela del datore di lavoro, dei lavoratori, dei clienti.

Rivolto agli RSPP ed ai Medici Aziendali.

 

SICUREZZA PERSONALE AZIENDALE
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Quale TEST SIEROLOGICO utilizzare e perché !

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il test rapido per coronavirus
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Il TEST DIAGNOSTICO per la ricerca di anticorpi IgM / IgG verso SARS- CoV2 è un test rapido immunocromatografico (a flusso laterale), per la rilevazione “qualitativa” degli anticorpi;
SENSIBILITA’ DIAGNOSTICA (media 97,40% = 95,2%-99,2%)
La sensibilità di un esame è la probabilità che un soggetto malato presenti un risultato positivo. ‘ottima sensibilità, allora è basso il rischio di falsi negativi,
SPECIFICITA’ DIAGNOSTICA (media 99,3% = 96,2% – 99,9%)
La specificità di un esame è la probabilità che un soggetto sano presenti un risultato negativo. la capacità di identificare correttamente i soggetti sani, ovvero non affetti dalla malattia. a un’ottima specificità, allora è basso il rischio di falsi positivi,

Il parere del Ministero della Salute

 

 

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MALARIA e COVID-19: LA GIORNATA MONDIALE DELLA MALARIA 2020

GIORNATA MONDIALE DELLA MALARIA 2020. MALARIA e COVID-19: sempre i più deboli soffrono e soccombono.

 

mappa di diffusione del COVID-19 nel mondo 2020
mappa di diffusione del COVID-19 nel mondo 2020

Il virus SARS-CoV2 diffonde rapidamente in tutto il mondo, tutti i paesi ne sono coinvolti; gli anziani sono i più sensibili al suo attacco. Oltre 200.000 morti in 4 mesi, in particolare in Europa ed in USA.
Il Plasmodio della Malaria viene trasmesso in una parte dei paesi del mondo, quelli della fascia intertropicale ed in particolare dell’Africa Sub-Sahariana ed in India. I bambini piccoli  sono i più sensibili. L’anno scorso più di 400.000 morti. Comunque un successo rispetto all’oltre un milione e mezzo di morti l’anno registrato negli anni novanta, inizio anni duemila. Un grande successo delle battaglie combattute in particolare con le armi della prevenzione. 
Il mondo occidentale, il mondo economicamente avanzato, tecnologico, perfezionista e poco attento ai guai provocati dalle malattie è stato messo in ginocchio da un virus invisibile il SARS-CoV2. Soprattutto il nostro mondo avanzato ha cominciato a capire cosa vuol dire dipendere e piegarsi sotto il peso delle malattie. 
La malattia COVID19 si dimostra particolarmente aggressiva, aggredisce il sistema respiratorio, ma coinvolge tutti gli organi del corpo. La diffusione rapida di questo virus, ovunque avvenga, ha masso in serie difficoltà l’organizzazione sanitaria e le strutture ospedaliere di qualsiasi paese. I paesi europei e l’America sono in ginocchio sia dal punto di vista sanitario che economico.
Ma cosa succede in continenti come l’Africa dove già i sistemi sanitari sono deboli e hanno difficoltà a reggere il peso delle epidemie esistenti?
Tra le diverse malattie killer,  la malaria è una delle più rappresentative. Guai trascurarle, sospendere l’assistenza ma anche gli sforzi della prevenzione nei confronti di queste epidemie in caso di arrivo e di diffusione di SARS-CoV2.
Nella giornata mondiale della malaria 2020 l’OMS esorta i paesi africani, dove si sviluppa oltre l’80% dei casi di malaria a livello mondiale, a garantire la continuità dei servizi preventivi e curativi per la malaria e le altre malattie infettive nel contesto della pandemia COVID19, anche se questa ancora non ha raggiunto un livello drammatico ipotizzabile. La condizione è che vengano seguite le migliori pratiche per proteggere gli operatori sanitari e le comunità.

Dal rapporto OMS SULLA MALARIA nel 2019 si apprende che sono 228 milioni i di casi di malaria in tutto il mondo.

19 paesi dell’Africa sub-sahariana e dell’India hanno sopportato quasi l‘85% del carico globale della malaria.

mappa della malaria nel mondo 2020
mappa della malaria nel mondo 2020

Sei paesi rappresentano oltre la metà di tutti i casi di malaria in tutto il mondo:
Nigeria , Repubblica democratica del Congo , Uganda , Costa d’Avorio, Mozambico e Niger.
Il tasso di incidenza della malaria è diminuito a livello mondiale tra il 2010 e il 2018, e questa diminuzione è stata sensibile nel Sudest Asiatico. Invece in tutte le altre regioni del mondo, Africa, India, America latina e centrale, hanno registrato scarsi progressi o addirittura un aumento del tasso di incidenza. La regione delle Americhe (Latina e Centrale) ha registrato un aumento di incidenza in particolare a causa dell’aumento della trasmissione della malaria da Pl. falciparum e vivax in Venezuela.

Nel 2018, ci sono stati circa 405.000 decessi per malaria a livello mondiale, rispetto a 416.000 decessi stimati nel 2017 e 585.000 nel 2010. Una diminuzione della mortalità che si mantiene sempre a livelli elevatissimi.
I bambini di età inferiore ai 5 anni sono il gruppo più vulnerabile. Nel 2018, hanno rappresentato il 67%  di tutti i decessi per malaria in tutto il mondo.
La Regione Africana, in particolare i paesi sub-sahariani, ed equatoriali, ha rappresentato il 94% di tutti i decessi per malaria. Quindi nei 19 paesi dell’Africa sub-sahariana ed in particolare nei sei paesi a maggior tasso di incidenza, si concentra la morte “da zanzara anopheles.”

Gli 11 milioni di donne in gravidanza esposte a infezioni da malaria, in particolare in Africa, ma anche in India,

malnutrizione nei neonati dovuta a malaria in corso di gravidanza
malnutrizione nei neonati dovuta a malaria in                                  corso di gravidanza

nel 2019 hanno partorito circa 872.000 bambini con un peso alla nascita sotto la soglia di sopravvivenza.

E l’Africa occidentale, in questo panorama, ha la più alta prevalenza di bambini con basso peso alla nascita a causa della malaria in gravidanza.

 


Questi alcuni numeri che dopo il dramma che stiamo vivendo nel nostro mondo  occidentale, avanzato, irraggiungibile, ipertecnologico, ci avvicinano a realtà lontane, estranee, che non abbiamo mai capito appieno nella loro gravità, ma che ora sono diventate realtà a noi vicine nella sofferenza e nella morte. La differenza tra SARS COV2 e Malaria è nell’età dei soggetti sensibili. La malaria se la prende prevalentemente con i piccolissimi e con i bambini, il nuovo Coronavirus con gli anziani. Sempre i più deboli alla fine soffrono e soccombono.

malaria e bambini sotto i 5 anni
malaria e bambini sotto i 5 anni

 

 

I bambini sotto i cinque anni sono il maggior bersaglio del Plasmodio della Malaria.                                 La malnutrizione, malattie intercorrenti, il livello di assitenza e cura spesso assente sono                         fattori che  influenzano la mortalità infantile

 

 

MALARIA e COVID-19: LA GIORNATA MONDIALE DELLA MALARIA 2020 Leggi tutto »

CORONAVIRUS: un omaggio ai medici deceduti

Ci associamo alla FIMMG ROMA e facciamo nostro l’omaggio ai medici  deceduti a causa del Coronavirus. Naturalmente il nostro pensiero a tutto il personale sanitario deceduto per SARS-Cov2 – Guarda il video

 

 

 

PROTEZIONE CIVILE: E’ stato istituito un fondo per le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus
Come donare sul conto corrente dedicato, attivato dal Dipartimento della Protezione Civile

CORONAVIRUS: un omaggio ai medici deceduti Leggi tutto »

COVID-19 il test rapido sierologico non basta da solo a dare risposte

 Il test rapido sierologico IgM IgG non basta da solo a fornire una risposta corretta sulla resistenza o sensibilità per COVID-19.

 

Sei resistente o sensibile all’infezione da Coronavirus? I tuoi malesseri negli ultimi mesi sono da ricollegare ad una infezione dal virus SARS-CoV2? Hai sviluppato anticorpi al virus nonostante le tue malattie croniche? Oppure queste sono motivo di aggravamento di una eventuale infezione? Puoi essere nella condizione di diffondere virus a terze persone a te vicine, familiari o colleghi di lavoro? E ci sono comportamenti da adottare nella fase di ripresa lavorativa o di attività personale, per evitare il contagio con il Coronavirus?
Per rispondere a queste e ad altre domande non servono fiumi di parole confuse e poco chiare provenienti da media di tutto il mondo, che non fanno che confondere le acque e le notizie. Per rispondere a queste domandi occorre basarsi su fondamenti scientifici solidi. Le risposte provengono da chi può valutare, con un consulto attento ed approfondito i dati del tuo comportamento, dei tuoi contatti, della tua storia medica recente, dai tre mesi in avanti; della tua storia sanitaria passata di malato cronico. E possa valutare la funzionalità del tuo organismo e i risultati dei test di laboratorio, siano essi da tampone che quelli sierologici per COVID-19. La sintesi di tutti questi dati consente ad un medico possibilmente specialista di risponderti in modo serio ed esaustivo, per quanto possibile a tutti questi quesiti ed altri ancora.

Richiedi informazioni sulle modalità dell’effettuazione del consulto e del test ed i costi applicati presso il CESMET.

Un “test rapido” da solo, ossia la ricerca degli anticorpi fine a sé stessi per COVID-19, non fornisce alcuna risposta utile, se non rapportata alla tua storia sanitaria recente.
La storia naturale della infezione da Coronavirus prevede una serie di fasi che non possono essere interpretate da un solo test. La nostra procedura proposta a chi vuole delle risposte ai propri quesiti e per certificare lo stato di salute prevede:
(1) una attenta raccolta di dati del tuo comportamento e dei sintomi eventuali presentati negli ultimi 3 mesi;
(2) test di funzionalità polmonare, o meglio, di funzionalità dell’alveolo polmonare e della sua capacità di assorbire ossigeno (ossimetria – presenza in% di ossigeno nel sangue); dell’onda sfigmica capillare, ossia lo studio della elasticità dei piccoli vasi e dell’interferenza al diffondere l’onda del flusso sanguigno; di alcuni parametri cardiologici, che risentono della reazione infiammatoria e dei diversi sistemi in presenza di virus particolarmente aggressivi; parametri alterati molto precocemente a causa del danno cellulare ed infiammatorio, con risentimento per tutto l’organismo;
(3) test sierologici qualitativi per la ricerca di anticorpi IgM ed IgG (test rapido) per COVID-19. Costituiscono un parametro supplementare per evidenziare la produzione dei due tipi di anticorpi, risposta di difesa dell’organismo, tardiva rispetto ai sintomi della malattia, che costituiscono la difesa precoce di questo nei confronti del virus.

La produzione dei diversi tipi di anticorpi costituiscono una delle fasi della difesa nei confronti del virus, ma non le sole. D’altra parte la ricerca del virus con la tecnica del RT-PCR, la ricerca dell’RNA virale, è sempre da considerare il test “gold standard” nella fase di infettività dell’individuo. Il test per COVID-19 si mantiene positivo da alcuni giorni successivi al contagio fino alla manifestazione dei sintomi, e continua anche all’inizio della produzione degli anticorpi IgM. Con la produzione delle IgG, generalmente il tampone si negativizza.

Lo schema sotto riportato spiega bene la progressione dell’infezione, la sua storia naturale, le diverse fasi con i movimenti del virus, degli anticorpi e le fasi della malattia. Qui è chiara l’inutilità di una risposta del solo test rapido. Come la non completa risposta del tampone a chi chiede informazioni complete sullo stato di reattività del suo organismo.

storia naturale dell'infezione
storia naturale dell’infezione

il Protocollo CESMET che prevede la raccolta dei tuoi dati epidemiologici e sanitari; l’effettuazione dei test funzionali, che si alterano nelle primissime fasi dell’infezione, quando il tampone è positivo; la valutazione dei sintomi della malattia; la ricerca degli anticorpi M e G, trova giustificazione nello schema sotto riportato:

Lo schema della “storia naturale della infezione con lo sviluppo della malattia COVID-19” ci evidenzia:

(prima settimana dal primo contatto con il virus (4/7 gg) – incubazione -) il tampone per il virus è positivo e la presenza di RNA virale è in crescita esponenziale; i sintomi della malattia sono assenti. Gli anticorpi M e G sono assenti;
(seconda settimana dal primo contatto con il virus (10/14 gg) – incubazione al termine ) il tampone per il virus è positivo, diminuisce l’RNA virale ed aumenta la presenza di virus maturo che inizia ad indurre la risposta difensiva dell’organismo. Iniziano i primi sintomi molto deboli. L’organismo prova a difendersi. Anticorpi M e G negativi.
(terza settimana dal primo contatto con il virus 14 / 21 gg – sintomi clinici evidenti) il tampone tende a negativizzarsi. il virus, ancora presente è sempre meno attivo, la risposta difensiva generale dell’organismo cresce con l’evidenza dell’aumentare dei sintomi. L’organismo, dopo aver attivato la risposta cellulare immunitaria comincia a produrre anticorpi. (IgM) nelle così dette fasi precoci, che però nella storia naturale della malattia sono da considerarsi abbastanza tardive. Inizia la produzione di Anticorpi IgM, la presenza del virus cala ulteriormente, le IgG ancora non vengono prodotte.
(quarta settimana dal primo contatto con il virus 18/28 gg– diminuzione della sintomatologia)
il tampone è ancora positivo in quanto rileva presenza di bassa carica virale. Il virus è stato quasi neutralizzato ma la persona può ancora diffondere. I sintomi sono quasi del tutto scomparsi. L’organismo ha attivato in pieno la sua risposta difensiva cellulare ed anticorpale. Permangono gli anticorpi recenti IgM ed inizia in modo importante la presenza degli anticorpi IgG. (si possono trovare contemporaneamente.
(quinta settimana dal primo contatto con il virus, oltre28 gg) tampone negativo; assenza del virus; sintomi clinici esauriti, periodo di convalescenza; Gli anticorpi (IgM) tendono a diminuire e poi a scomparire. Crescono in modo esponenziale gli anticorpi IgG che costituiscono il fattore di resistenza alla reinfezione.

incubazione - malattia - anticorpi COVID-19
incubazione – malattia – anticorpi COVID-19

Da questa descrizione si capisce che nessun test sierologico, ma neanche il tampone da solo, per COVID-19 può caratterizzare e descrivere la storia completa dell’infezione e della risposta difensiva dell’organismo. Ogni fase di questa storia dell’incontro del coronavirus con l’uomo viene caratterizzata in modo diverso dal ritrovamento del virus, degli anticorpi, di impercettibili alterazioni della funzionalità interna di diversi sistemi, di sintomi lievi e poi gravi. Una risposta complessa ad una aggressione di un esserino microscopico che ha solo l’obiettivo di riprodursi in milioni o miliardi di copie.

Poi vanno considerati i rari ma possibili fattori aggravanti, e peggiorativi quali l’assenza della risposta immune con il permanere del virus ed il peggiorare dei sintomi. Una risposta abnorme dell’organismo che può portare le persone in terapia intensiva, fino all’aggravamento irreversibile.
Quanto sopra riportato deve essere oggetto di studio e di valutazione esaminando una persona.
A queste valutazioni occorre aggiungere che in medicina non esiste un modello di risposta standard applicabile al 100% e ciascun individuo è diverso dall’altro.
Ma il medico deve essere in gradi di fare la sintesi di tutti i parametri studiati e di fornire le giuste risposte ai quesiti delle persone.
Richiedi informazioni sulle modalità dell’effettuazione del consulto e del test ed i costi applicati presso il CESMET.

Dal Ministero della Salute: Emanata il 3 aprile dal ministero della Salute la circolare che fornisce l’aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità e l’aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio.

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Il nuovo libro sul Coronavirus

Una biblioteca tutta da leggere
Una biblioteca tutta da leggere

Il nuovo libro sul Coronavirus

 

Online, nella nostra Biblioteca, il nuovo libro sul Coronavirus, con articoli, immagini e video che riportano le informazioni più importanti sul nuovo Virus SARS-COV2 e sulla malattia, COVID-19, che sta colpendo, come pandemia, praticamente tutti i paesi del mondo.
Dalle domande più frequenti- le cosiddette FAQ– alle caratteristiche del virus e della malattia provocata, ai test di laboratorio utilizzati per la diagnosi.
Una sezione riporterà anche alcuni lavori sulle relazioni tra ambiente, inquinamento e diffusione dei virus, in genere, ed il SARS-COV2 in particolare.

Ancora, non mancheranno Decreti e Circolari emessi dalle istituzioni, per regolamentare questo difficile periodo.
Il tutto citando sempre le fonti, tra le più autorevoli, così da facilitare l’approfondimento e la circolazione delle informazioni, dei quale siamo sempre stati fautori, e che in questo momento ci sembrano ancoro più importanti.

Cercheremo, quindi, per quanto possibile, di aggiornare le informazioni, dando ampio risalto a ciò che riguarda il nostro paese e alle decisioni che ci coinvolgono.

La nostra Biblioteca, che vi invitiamo a scoprire, offre spunti di informazione anche su altre patologie, in particolare quelle infettive e tropicali, veicolate da insetti, quali la Malaria, la Dengue, Chikunguya e l’infezione da Zika virus.

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Gli ambulatori del CESMET ed i servizi offerti

Accesso alla Travel Clinic. Ossia gli ambulatori CESMET ed i servizi offerti

 

Vivi a Roma o sei di passaggio per turismo o per lavoro? Puoi accedere ai servizi sanitari della Clinica del viaggiatore Cesmet, per le tue esigenze: clicca qui per prenotare la tua visita o i tuoi esami

In piena emergenza Coronavirus, come centro specializzato, ti diamo le informazioni certe e sicure, ed i       migliori comportamenti da seguire.

  • hai bisogno di una visita medica ambulatoriale?
  • devi fare un esame di controllo, per la tua salute, improvviso o programmato?
    • Elettrocardiogramma, per valutare la situazione cardiaca?
    • Spirometria per valutare lo stato della respirazione?
    • Audiometria
    • Controllo della vista con la diagnostica dello stato del tuo occhi?  Devi rifare un paio di occhiali usurati o rotti ? Hai bisogno di controllo accurato e acquisto dell’ occhiale ( nostro ottico per prescrizione lenti e realizzazione occhiale) ?
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Come i fattori climatici e stagionali possono agire sui virus, ed anche su SARS-CoV2

Come i fattori climatici e stagionali possono agire sui virus, ed anche su SARS-CoV2

 

Possono il clima, le stagioni e particolari condizioni ambientali influenzare o favorire la diffusione e l’adesione del nuovo coronavirus alle mucose respiratorie dell’uomo? E quindi possono influenzare l’infezione e l’inizio della malattia?
Possono i fattori climatici ed ambientali in alcuni continenti, quali l’Africa e l’America Latina e Centrale, o interi paesi, o addirittura nei Paesi specifici territori o aree, frenare fortemente, oppure addirittura facilitare la diffusione del virus, ed il suo livello di aggressività? E quindi, esistono aree geografiche, più o meno vaste, con caratteristiche meteo ed ambientali che favoriscono il diffondersi del virus, oppure che frenino l’attecchimento del microbo alle cellule umane?
La questione si pone e si evidenzia se osserviamo la risposta al diffondersi del virus, ormai in modo pandemico, in Continenti ed in Paesi quali la Cina o l’Europa, o gli USA rispetto ai Pesi presenti a sud dell’equatore. Il diverso modo di diffondere della pandemia sembra variare con le condizioni climatiche ed ambientali delle diverse aree.
Ma tutto questo ha bisogno di una spiegazione scientifica e certa.
Alcuni scienziati dell’Università del Maryland, ed altri gruppi di ricercatori, tutti afferenti al gruppo del Global Virus network, stanno cercando di dimostrare con dati obiettivi la correlazione tra “caratteristiche climatiche” delle aree dove il SARS-CoV2 diffonde in modo esponenziale, valutando anche le caratteristiche della sua diffusione, e le aree dove la diffusione sembra essere frenata.
Sono stati studiati alcuni parametri ossia latitudine, temperatura, umidità e le caratteristiche della diffusione virale. E’ evidente, da questi studi che il Coronavirus diffonde soprattutto tra i 30° e i 50° gradi di latitudine nord. La temperatura tra i 5° e gli 11° centigradi, e l’umidità compresa tra il 47% e 79% sembrano favorire l’adesione alle mucose respiratorie ed anche quindi la diffusione del virus nelle aree con queste caratteristiche.
Queste caratteristiche di temperatura, umidità e localizzazione sono riscontrate per esempio sia in Lombardia sia con la regione di Hubei.
Nel periodo tra gennaio e febbraio 2020, nella fascia di latitudine tra i 30° ed i 50° gradi, la diffusione del virus si è comportata in modo diverso, a seconda le temperature e i livelli di umidità presenti nel territorio.
Sia a Wuhan dove la temperatura media è stata di 6,8°C; a Piacenza di 8-10°C, a Milano 6-9°C e a Seoul di 7-9°C, a Teheran tra 7 e 12°C con una umidità nel range medio sopra il 50%, il virus ha diffuso molto rapidamente, rispetto ad altre città e paesi con caratteristiche climatiche differenti. Secondo il lavoro presentato questo dipenderebbe proprio dal diverso clima e dalle diverse temperature di questi paesi.
Inoltre, lo studio sottolinea che in queste settimane, alcuni paesi vicini alla Cina, ma con temperature più elevate ed umidità sopra l’80% non stanno subendo contagio e quindi diffusione del virus in maniera massiva come sta avvenendo in Lombardia ed oramai in molti paesi europei, che rientrano nelle condizioni climatiche indicate.
Qualche esempio: a Bangkok, in Thailandia, meno di 100 casi. Circa 80 sono quelli in Vietnam, qualche decina in decina in Cambogia. Sono tutti paesi in cui l’igiene, la gestione sanitaria e il distanziamento personale non ricevono quella attenzione e favoriscono anzi la possibilità di diffondere. Ma guarda caso sono proprio quei paesi che in questo periodo hanno temperature oltre i 30 gradi e umidità molto elevata. Tutto questo sembra confermare che il Coronavirus è favorito da livelli di temperatura e di umidità ben precise. Questi studi acquisiscono giornalmente dati in evoluzione continua ed hanno lo scopo di prevedere l’evoluzione della pandemia nello spazio e nel tempo.

Guarda anche la nostra Sezione Ambiente, per altre notizie sull’argomento.

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