Scheda malattia- Epatite A- Agente infettivo e ciclo vitale
Il virus dell’epatite A (HAV) – genere Hepatovirus – famiglia Picornaviridae, è un virus a RNA. E’ un virus privo dell’involucro esterno “pericapside”. E’ invece costituito da un “capside di forma icosaedrica” dal diametro di 27 nm. Il capside è costituito da cinque polipeptidi (VP1, VP2, VP3, VP4 e VP5). Esiste un solo sierotipo. Il capside all’interno contiene un singolo filamento di RNA a polarità positiva costituito da 7.478 nucleotidi. Il virus HAV si lega tramite il “canyon” (una chiave di entrata) formato dalle proteine del capside al recettore che si trova sugli epatociti (cellule del fegato). Avvenuto il legame si modifica il capside con rilascio di VP4 e l’entrata del virus all’interno della cellula.
L’RNA virale (genoma) entra nella cellula bersaglio (epatocita) attraverso il canale venutosi a creare con l’adesione del polipeptide VP1 e il rilascio di VP4. L’RNA virale viene tradotto dai ribosomi in circa 10-15 minuti, cominciando a produrre polipeptidi. La replicazione dell’RNA del virus coinvolge una RNA-polimerasi RNA-dipendente virale. La riproduzione delle parti dei nuovi virus è iniziata, e inizia anche l’assemblaggio delle particelle fino alla costituzione del nuovo virus.
L’RNA virale compete con l’mRNA cellulare per l’attacco ai ribosomi bloccandone la traduzione. L’RNA fornisce le informazioni per formare all’interno della cellula i diversi polipeptidi che si assemblano formando il capside vuoto. Completata la replicazione dell’RNA virale, questo migra all’interno del capside di HAV così da formare il virione completo. E’ importante sapere che HAV, a differenza di altri picornavirus, non distrugge le cellule epatiche ma viene rilasciato dagli epatociti per esocitosi, ovvero per espulsione dalla parete cellulare.
Il capside di HAV è particolarmente resistente. Sopravvive infatti in sia in acqua dolce che in acqua salata. Resiste ai detergenti, sopporta temperature fino a 60 °C e ambienti a pH particolarmente acido.
HAV presenta come organo elettivo di replicazione il fegato, gli epatociti e viene eliminato con le feci, eliminazione che è massima nell’ultimo periodo di incubazione.
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Non dimentichiamo però che curare il male è solo uno degli aspetti del ruolo dei guaritori. I loro rituali diagnostici e terapeutici costituiscono anche un veicolo di approvazione o disapprovazione divina delle vicende politiche sociali e familiari delle comunità. Il tipico guaritore thai possiede numerosi, testi sia stampati che scritti a mano, questi ultimi magari avuti in eredità dal proprio maestro. Essi contengono istruzioni sull’uso delle erbe e di altre sostanze naturali e talora includono anche le formule da recitare durante la preparazione dei rimedi. Oltre a questi testi, il medico ne consulta altri, scritti dai monaci guaritori e conservati nei templi fino al giorno della loro morte. Ma, qualunque sia la fonte ispiratrice una cosa e certa, comunque: presso questi popoli la medicina considerata più efficace è quella che elimina più velocemente il dolore. Spesso l’effetto tardivo viene attribuito dal guaritore ad errori di interpretazione dei testi sacri, ma anche ad elementi esterni, quali la posizione degli astri, le perturbazioni meteorologiche o un particolare stato d’animo del malato.
grande del mondo, si troverebbe nella confluenza di un forte flusso di energia positiva.
L’ Ammi visnaga, nota coi nomi arabi di