Consulenze on line e in ambulatorio
Per viaggiare informato e in sicurezza richiedi la tua “consulenza” con personale medico specializzato. Vieni presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet” (prenota qui) o acquista la consulenza on line direttamente sul sito web. Puoi scegliere tra le diverse modalità offerte: via email, via telefono, via Skype. Entra nello Shop e scegli quella che fa per te. Ti saremo accanto per preparare al meglio il tuo viaggio e viaggiare in salute.
Vaccinazione Febbre Gialla e profilassi malaria Prenota
Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet” potrai richiedere ed effettuare tutte le vaccinazioni che ti occorrono per il viaggio, ricevendo consigli e indicazioni sui vaccini utili da effettuare. Potrai ricevere indicazioni sula profilassi per la malaria e sui comportamenti migliori da adottare per mantenere un buono stato di salute.
Laboratorio, test malaria, esami feci Prenota
Se non ti senti bene al rientro da un viaggio richiedi esami di laboratorio generali e specialistici presso la Clinica del Viaggiatore Cesmet. Richiedi i test per la malaria, esami parassitologici delle feci, e altri test per escludere malattie gravi.
Visite specialistiche, TBC test Prenota
Presso la Clinica del Viaggiatore Cesmet medici specializzati sono a tua disposizione per visite e trattamenti anche per problemi derivati da viaggi. E’ possibile effettuare anche i test per la Tubercolosi (Mantoux o Quantiferon).
Vaccini Covid-19 ” Pfizer – Moderna – Astra Zeneca”, altri vaccini in giro per il mondo … ma poi vaccini pediatrici … e vaccini per i viaggi internazionali.
Per richiedere i tuoi tamponi molecolari o antigenici in caso di viaggio clicca qui
Vaccini Pfizer, Moderna, Astra Zeneca e Sputnik; campagne di vaccinazioni per Covid-19; in tutto il mondo da qualche mese non si parla d’altro. E per frenare il virus SARS-CoV-2 non potrebbe essere
altrimenti. In ogni notiziario, talk show televisivo e radiofonico, intervista, articoli di apertura di giornali e di riviste di ogni tipo, non si fa che parlare di vaccini, di politiche vaccinali, di strategie e addirittura di guerre di vaccinazioni tra stati. Ovunque ci troviamo, per strada, al bar o al ristorane, le poche volte che li troviamo aperti per mangiare un boccone, in ogni tavolo, o per bere un caffè le persone che ci stanno vicine, con la loro mascherina, non fanno che parlare di vaccini, e sanno tutto, e sanno molto di più di noi poveri tecnici, che spesso sappiamo di saperne molto poco. Poco si conosce realmente del “Piano Vaccini antiCovid del ministero della salute”
Tutto questo potrebbe essere un’ottima cosa. Una occasione per rilanciare il concetto e la sensibilità delle persone nei confronti delle vaccinazioni in genere. Non è mai accaduto che si parlasse tanto di prevenzione vaccinale, ma … Da decenni lavoro con le vaccinazioni e da decenni aspetto un momento come questo. Un avvenimento più unico che raro, diffondere la cultura della vaccinazione. Ed in effetti questa è la strada giusta per arginare la diffusione inarrestabile del SARS- CoV-2.
Tutto seguirebbe una incredibile strada promozionale e di sensibilizzazione nei confronti della questione vaccinazioni se non si parlasse solo di vaccini anti Covid, e molto spesso a sproposito. Siamo tutti coscienti che vaccinare è l’unica strada per frenare, ripeto frenare la diffusione di SARS-CoV-2 ma questo sta diventando un argomento a senso unico.
Si parla di “Vaccini” … “vaccini Covid”, di Pfizer e di Moderna, poi c’è Astra Zeneca … ed ora prende quota il russo Sputnik e poi quelli cinesi, a noi tanto lontani. Si parla di “Pratiche vaccinali”, di “organizzazione di campagne nazionali contro il Covid .. di politiche vaccinali. Si parla … si parla … E tutto diventa quasi un mantra affidato ai media. Siamo in guerra contro “il virus della Covid-19” e la guerra va combattuta fino in fondo.
D’altra parte assistiamo alle solite polemiche, ascoltiamo le solite leggende metropolitane, e tutti, giornalisti, opinionisti, gente comuni, pochi addetti ai lavori, si sforzano di dire la loro; tutti sono diventati esperti di medicina preventiva e di profilassi vaccinale. Ma … ripeto in questo clima di massima attenzione “al vaccino”, mai come ora nel mondo, sta venendo meno l’attenzione a tutti gli altri vaccini che ci proteggono dalle altre malattie.
Sembra un paradosso ma il Covid ci ha allontanato anche dalle normali e comuni pratiche vaccinali. In Italia le Regioni e le Asl gli ospedali, non tutte per fortuna, ma nella stragrande maggioranza, sono prese in modo esclusivo dalla chiamata alle armi contro il Covid. E in questa situazione lo spazio dedicato ai comuni vaccini contro tante malattie anche gravi, quali ad esempio il “morbillo, la parotite e la rosolia -MMR”, o alle meningiti “B o tetravalenti”, o ad altri vaccini, è sempre più ridotto.Avete più sentito parlare di vaccinazioni per il meningococco, per l’ HPV, per le epatiti?
Da attento osservatore, attraverso il centro di vaccinazioni internazionali – Cesmet, guardando l’adesione delle famiglie ai vaccini per bambini, in particolare gli stranieri, avendo noi del Cesmet molti utenti di paesi da tutto il mondo, sto assistendo alla diminuzione costante della richiesta di vaccini per i piccoli bambini. Dove è finita per esempio l’attenzione anche nella popolazione pediatrica nei confronti del pneumococco. Quanti bambini lo hanno saltato. Ma come? Proprio in questo periodo di attenzione e voglia di vaccinarsi?
E l’adesione delle donne in gravidanza al vaccino per la “pertosse”? Un altro crollo di richieste. Tetano difterite “pertosse”, il vaccino trivalente principe per le donne all’ottavo mese. La protezione fondamentale per i neonati da una delle maggiori cause di morte perinatale, e dei primi due mesi di vita. Prima del Covid di richieste ce n’erano tante. Le donne giungevano al nostro centro, i ginecologi chiedevano informazioni, poi cosa è successo? Ora tutto tace. Ma durante la Pandemia non dovrebbe aumentare l’attenzione alla protezione delle altre malattie? Non abbiamo più volte affermato che le co-infezioni possono essere rischiose? Non ci si muove. Non ci si pensa ..
Proprio mentre scrivo la televisione continua a parlare di vaccinazioni Covid, di crisi di vaccinazioni, di persone che vogliono vaccinarsi. e di “No Vax” da condannare, cosa giusta e sacrosanta!! Ma contemporaneamente non sarebbe giusto, non potrebbero i nostri giornalisti ricordare che sono sempre meno le ragazze, anche adulte che chiedono il vaccino per il papilloma. Prima del “Corona” ci si informava, si chiedeva e e si prenotava il vaccino HPV. Le richieste aumentavano esponenzialmente anche per i ragazzi. Ed ora? tutto tace.
Non parliamo dei “viaggiatori internazionali”. Il nostro centro medico di malattie infettive rilascia “certificati medici Covid Free”, in inglese, eseguendo tamponi molecolari e anche antigenici. Tutti i viaggiatori che vanno all’estero chiedono di riceverli prima possibile. La preoccupazione per chi viaggia è quella di fare il tampone. Nessuno si informa più delle profilassi vaccinali da effettuare per il viaggio?, ricevere una risposta, e partire. Nessuno si chiede se durante il viaggio si può incorrere in problemi verso altre malattie, magari aumentati dalla presenza del SARS-CoV-2v
Tutti ci chiedono se facciamo il vaccino per il Covid-19. Tutti ci chiedono se è vero che con il vaccino anti Covid si può viaggiare. Queste sono le domande. Nessuno chiede più come proteggersi per il viaggio. La giusta attenzione per la prevenzione per viaggi, in particolare in aree disagiate o rischiose, dove è finita? Le grande testate giornalistiche o televisive, esperienza personale, mandano inviati in ogni parte del mondo per approfondimenti sulla pandemia, senza minimamente preoccuparsi se il personale va protetto da altre malattie, in alcuni casi particolarmente aggressive. Ma allora di cosa parlano televisioni e giornali, che messaggio vogliono fornire alla pubblica opinione??
Nessun viaggiatore riflette o pensa più ai rischi legati alle co-infezioni SARS-CoV-2 con altri virus o batteri; non si pensa più che in epoca di Covid sono aumentate e di molto le incidenze di alcune malattie, in particolare quelle portate dagli insetti. Sono aumentate anche le malattie da alimenti e bevande in alcune parti del mondo. Non ci si vaccina più per le epatiti, o il tifo, o per tetano difterite polio, non parliamo per meningiti o polmonite batterica. Sono aumentati i focolai di colera in molti paesi dell’area tropicale; l’Encefalite giapponese continua ad essere denunciata in molti paesi asiatici; casi di Febbre Gialla diffondono in Africa ed in America Latina ed aumentano le scimmiette portatrici di questo virus. Ma tutto questo è sempre più sfumato nella mente dei viaggiatori, anzi non viene più considerato. Di malaria non se ne parla quasi più. E se parli di profilassi antimalarica, di protezione dalle punture delle zanzare, di vaccini per infezioni alimentari presenti ed aggressive nei paesi meta dei viaggi, i pochi viaggiatori che si muovono in questo periodo ti dimostrano un senso di fastidio e di resistenza. Molto più di prima.
Dobbiamo modificare il messaggio, dobbiamo avvicinare nuovamente le persone al concetto che vaccinarsi, non solo per il Covid-19, fa bene e protegge da malattie ancora presenti ovunque. Dobbiamo cercare di non allontanare le persone dalle vaccinazioni. Non creiamo polemiche superflue nei messaggi televisivi e dei media in generale. Una informazione errata e confusa e polemica.
Diminuiamo i messaggi e parliamone poco. L’eccesiva informazione è deleteria e crea una reazione contraria nella mente della gente. I risultati negativi di una informazione polemica ed eccessiva li cominciamo a vedere nei nostri centri di vaccinazione. E cosa succederà al termine di tutto? Sfruttiamo il momento e spieghiamo che, in senso generale, vaccinarsi vuol dire aumentare la nostra capacità difensiva. Ma i messaggi vanno dosati e pesati. Vacciniamoci contro il Covid-19 ma pensiamo che esiste anche il resto che non va trascurato.
Per un ordinanza del CDC di Atlanta del 12 gennaio, dal 26 Gennaio diventa obbligatorio, per entrare negli USA, esibire il risultato di un test SARS-COV2 negativo.
Allo stato attuale il test può essere un Tampone molecolare RT-PCR o un Tampone antigenico rapido, effettuati nei 3 giorni precedenti la partenza.
In caso di infezione contratta e superata, viene richiesto un certificato attestante la guarigione e la negatività al momento della partenza.
Il certificato, in lingua inglese e in formato cartaceo o elettronico, è richiesto a tutti i viaggiatori dai 2 anni di età in su. (CDC)
Test antigenico rapido CORONAVIRUS con certificazione di negatività in inglese viene ultimamente richiesto per viaggi in Germania e altri paesi.
Il test è prenotabile chiamando lo 06 39030481 o scrivendo una mail a seg.cesmet@gmail.com .
Il risultato, con certificazione in lingua inglese, si può ritirare dopo una breve attesa, o ricevere via email ed è sempre valutato dal medico infettivologo, sulla base di anamnesi di dati epidemiologici e clinici del viaggiatore.
Per informazioni sul Test Antigenico rapido, e sugli altri test disponibili presso il nostro Centro, leggi l’articolo dedicato.
Iniziamo questo 2021scambiandoci i migliori auguri per un ritorno alla normalità e con un proposito fondamentale, quello di vivere questa pandemia senza ansie o paure. Da sempre abbiamo scritto, dalle pagine di questo sito, che il virus SARS-CoV-2 avrebbe circolato seguendo “regole e leggi naturali” scandite da rapporti millenari tra microrganismi e mondo vegetale o animale, compreso il genere umano.
ONDATE E PERSISTENZA DEL VIRUS
Era prevedibile lo sviluppo della prima ondata di diffusione del virus fin dall’aumento esponenziale dei casi in Cina; era certo l’arrivo della seconda ondata in una umanità priva di difese immunitarie dopo la stagione estiva, da sempre priva di eccessi di malattie infettive respiratorie; è prevedibile e calcolabile l’avvento della terza ondata di un nuovo virus che circola da poco più di un anno e si trova in pieno periodo invernale a contatto con l’uomo “al minimo della sua capacità difensiva immunitaria”. Come è sicuro il declino della presenza del virus dalla primavera inoltrata, nel nostro emisfero, e l’adeguamento in altre parti del mondo legato al periodico ciclo stagionale di rafforzamento dei sistemi difensivi cellulari immunitari. E’ certo il permanere del virus negli anni futuri tra di noi. Tutto questo avviene ed avverrà nonostante la giusta e corretta azione preventiva e protettiva delle mascherine, della debita distanza, della modifica dei i nostri comportamenti e soprattutto dell’avvento dei vaccini contro sars-CoV-2.
STORIA DEL RAPPORTO VIRUS-UOMO La storia millenaria, e soprattutto la storia degli ultimi 50 anni ci ha insegnato che l’umanità, per quanto voglia frenare l’attacco dei microbi, e voglia proteggersi con sistemi preventivi e di profilassi vaccinale, ha comunque bisogno dei tempi giusti, dettati dall’adeguamento dei sistemi biologici, per imparare a difendersi e convivere con nuovi germi improvvisamente mutati e capaci di aggredire i sistemi cellulari della specie umana. Non sono quindi i tempi dei governi, dei commissari straordinari o di una stampa sempre attenta alle notizie sensazionalistiche. Sono i lunghi tempi della natura che ha stabilito azioni e reazioni, attacchi e difese, guerre e fasi diplomatiche tra microbi e cellule degli organismi.
Possiamo frenare il contatto con il virus (distanziamento), diminuirne la quantità (mascherine), velocizzare le risposte del nostro organismo (vaccinazioni), attraverso questi comportamenti virtuosi. L’utilizzo dei vaccini fornisce al nostro corpo strumenti difensivi e soprattutto insegna ai sistemi cellulari (globuli bianchi e non solo) l’arte dell’aggredire e uccidere virus e batteri, aiutando i nostri sistemi immuni a produrre anticorpi, e ad articolare l’azione congiunta delle cellule.
Ma quanti decenni ci sono voluti per controllare malattie pericolose in corso di campagne vaccinali. Ci siamo riusciti dando il tempo necessario ed aspettando gli adeguamenti della natura. Parlando di vaccinazione anticovid non pensiamo solo all’organizzazione dell’Italia, della Francia, della Germania o dell’ Europa intera. Non pensiamo solo ai risultati dei paesi tecnologicamente avanzati. La sconfitta del Sars-CoV-2 avverrà con il coinvolgimento globale di tutti i paesi del mondo, anche quelli privi da sempre di una organizzazione sanitaria adeguata. E questo sistema richiederà anni di attenzione, campagne vaccinali, applicazione di regole di igiene e prevenzione. Il virus per essere sconfitto dovrà trovare in tutto il mondo organismi in grado di combatterlo e sconfiggerlo. VACCINAZIONE ANTICOVIDsubito, a tutti, in tutto il mondo, ma non aspettandoci tempi di risoluzione immediata. Impariamo a convivere con il virus e a non temerlo in modo isterico.
COVID E INFORMAZIONE L’anno 2021 deve essere l’anno del ritorno ad una informazione corretta.
Il primo invito è rivolto a miei colleghi medici. Forniamo ai mezzi di informazione poche notizie, ragionate e certe. Numeri e casistiche ponderate e fornite con intervalli ragionevoli. Basta valanghe di numeri quotidiani che salgono e scendono come montagne russe. Le persone sono confuse e non comprendono. I NUMERI e le STATISTICHE si danno ad intervalli che consentano di fornire SINTESI CERTE E COERENTI CON LE SITUAZIONI REALI. L’impressione generale è che l’informazione è forzata e non coerente e scientifica. E’ inutile fornire ora dopo ora, giorno dopo giorno numeri ballerini che sappiamo relativi e privi di senso assoluto.
Il secondo invito è rivolto ai media della carta stampata, radiofonici, televisivi ed informatici. Non buttatevi sulle notizie sensazionalistiche e pilotate politicamente. Pochi numeri, coerenti e con tempistiche corrette. Non illudete o terrorizzate le persone con notizie che forniscono speranze infondate o dubbi eccessivi. Cominciamo a parlare meno del problema virus e più delle notizie quotidiane. I tempi saranno lunghi, non illudiamoci troppo ma anche non esasperiamoci.
questo virus, come tutti gli altri segue i suoi tempi e le sue strade. Noi tecnici conosciamo bene la situazione e le previsioni. Siamo entrati nella fase vaccinale, ma ricordiamo che tutti si devono vaccinare, ma che i tempi di risposta sono lunghi e dipendono anche dalla adesione altrui.
Il 2021 deve essere quindi l’anno della ripresa per una normalità ritrovata e indicata da una informazione corretta. Auguri e buon lavoro a tutti ed in particolare a coloro che continuano a lavorare per arginare la diffusione ed assistere coloro che hanno bisogno.
Il dr. Salvatore Squarcione, Igienista, già direttore Malattie Infettive del Ministero della Salute e già Direttore Sanitario ospedale Spallanzani e Direttore Generale ASL RM4, attuale consulente del centro di malattie infettive, Cesmet- Clinica del Viaggiatore, interviene sull’argomento vaccinazioni fornendoci una chiara spiegazione di cosa sono i vaccini, come sono costituiti e introducendo la questione dei vaccini del COVID-19, ponendo anche domande a cui solo il tempo e l’esperienza consentiranno di rispondere.
Presso il Centro di vaccinazioni internazionali del Cesmet Clinica del viaggiatore si effettuano vaccini per influenza e pneumococco, ancora disponibili. Si effettuano tamponi molecolari RT-PCR e Tamponi antigenici. (info e prenotazioni clicca qui)
Non si effettua il vaccino per COVID-19
La popolazione generale, quando parla di vaccini, quasi mai sa che la parola “vaccino” comprende prodotti tra loro molto differenti.
Facciamo, dunque, una disamina “scolastica” dei vari tipi di vaccino attualmente utilizzati e di quelli che potranno presto essere impiegati, in particolare per proteggerci dall’infezione da SARS-CoV-2 che provoca la sindrome CoViD-19.
Una anticipazione del confronto tra i diversi vaccini per il Covid-19.
commenti e spiegazioni nella sezione dedicata ai vaccini anticovid
Tipologie di vaccini
In sintesi abbiamo: 1.Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma attenuata.
Sono per lo più vaccini già impiegati da molto tempo come ad esempio MPR (anti morbillo-orecchioni-rosolia), anti varicella, anti herpes zoster, anti febbre gialla, anti rotavirus.
Questi vaccini vengono “costruiti” manipolando in laboratorio il relativo virus per renderlo meno aggressivo. Il vantaggio nel loro impiego è che sono particolarmente efficaci perché riproducono l’immunità da infezione naturale innescando una risposta immunitaria forte e duratura tant’è che dopo 1 o 2 dosi, di fatto, non richiedono più richiami. Di converso, però, non devono essere somministrati (a parte qualche eccezione) a persone il cui sistema immunitario è indebolito da alcune malattie o trattamenti farmacologici.
2. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma inattivata.
Anche questi sono vaccini impiegati generalmente da molto tempo, come quelli contro . Vengono prodotti uccidendo il rispettivo microrganismo che, quindi, è totalmente incapace di moltiplicarsi e non può provocare né infezione nè malattia. I vaccini di questo tipo sono in generale meno efficaci dei vaccini vivi attenuati e spesso richiedono dosi multiple o dosi di richiamo. Il loro maggior vantaggio è che generano pochissimi effetti collaterali e possono essere somministrati anche a persone con un sistema immunitario indebolito.
3.Vaccini purificati contenenti solo uno o più frammenti del microrganismo come, ad esempio, quelli contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, HPV, influe
nza. Questi vaccini contengono solo quelle parti del microrganismo che sono necessarie al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare una buona protezione ed hanno il vantaggio di stimolare il sistema immunitario in modo molto mirato. La loro tolleranza è quindi eccellente, ma spesso sono necessari dei richiami.
4. Vaccini coniugati, come quelli contro Hib, pneumococchi, meningococchi. Questi vaccini contengono, in pratica, unicamente i polisaccaridi della capsula del microrganismo adesi ad una proteina di trasporto per essere meglio riconosciuti dal sistema immunitario. Per ottenere un’immunità occorrono diverse iniezioni e l’immunità dura talvolta solo alcuni anni.
5.Vaccini «con vettore». Sono vaccini prodotti prelevando un antigene del microrganismo ed inserendolo in un virus o un batterio che non provocano delle malattie nell’essere umano. Questi “vettori” sono scelti in modo che la loro moltiplicazione sia limitata nel corpo umano, senza causare infezioni, ma capaci comunque di stimolare una risposta immunitaria. Sono vaccini prodotti con una tecnica molto recente, che ha consentito di sviluppare utilmente la vaccinazione contro Ebola e contro alcuni tumori.E’ sulla base di tali risultati che con questa tecnica si sta allestendo uno dei vaccinicontro SARS-CoV-2.
6.Vaccini “ad RNA”. E’ la tecnica più recente, comunque nota da circa un decennio, però mai utilizzata sino ad ora per l’allestimento di vaccini umani. La necessità di allestire con grande rapidità un vaccino per combattere l’attuale pandemia ha generato l’allocazione di quegli investimenti che su questa metodica erano mancati in precedenza. Infatti, in questo momento tale metodica viene utilizzata per l’allestimento di un vaccino contro SARS-CoV-2. La vaccinazione consiste nell’iniettare un frammento di RNA del patogeno adeso su una nanoparticella costituita da più lipidi.
Ma quando si parla di “sperimentazione dei vaccini”, a cosa ci riferiamo?
Anche in questo caso la parola “sperimentazione” comprende più momenti, più fasi e ogni fase deve essere favorevolmente superata per poter passare a quella successiva.
Semplificando, e riassumendo scolasticamente, parliamo di test preclinici e di studi clinici.
• I test preclinicivengono effettuati su modelli animali (solitamente roditori e poi primati) al fine di evitare di somministrare all’uomo vaccini inefficaci o troppo reattogeni. I risultati di questi test su modelli animali danno buone indicazioni, ma non è detto che siano necessariamente sovrapponibili all’impiego nell’uomo.
Gli studi clinici coinvolgono persone volontarie e sono condotti in quattro fasi:
• Gli studi di Fase I che di solito coinvolgono qualche dozzina di volontari. Sono progettati per osservare possibili effetti collaterali molto comuni (rispetto a un placebo o a un vaccino noto) ed aiutano a determinare la migliore dose somministrabile misurando gli anticorpi prodotti dai volontari.
•Gli studi di Fase II includono diverse centinaia o migliaia di volontari in diversi centri clinici, monitorati per diversi mesi al fine di seguire l’evolversi del loro movimento anticorpale. Grazie a questo livello sperimentale, oltre a studiare i dettagli della risposta immunitaria, si definisce il numero e le dosi da somministrare e si identificano gli effetti collaterali più frequenti.
• Gli studi di Fase III sono studi su larga scala, essendo condotti su diverse decine, o centinaia, di migliaia di volontari, e non solo consentono di verificare se il vaccino protegge dalla malattia e per quanto tempo e su che tipo di popolazione, ma sono gli unici in grado di far rilevare eventuali rari effetti collaterali. • Gli studi di Fase IV sono condotti dopo la commercializzazione di un vaccino per confermarne l’efficacia anche su tutta la popolazione che potrebbe non essere stata inclusa negli studi di fase II e III, ma soprattutto per verificare l’eventuale comparsa di eventi avversi particolarmente rari, ma gravi.
Insomma, come per ogni qualunque altro farmaco, i vaccini vengono sorvegliati e studiati dal momento del loro concepimento per tutta la durata del loro impiego!
VACCINI ANTI COVID-19 I primi vaccini contro SARS-CoV-2 che stanno per ricevere l’autorizzazione all’impiego umano, e che presto verranno resi disponibili e commercializzati, sono di due tipi diversi:
1. Con meccanismo di funzionamento a mRNA: Pfizer-Biontech e Moderna.
Ambedue funzionano col medesimo meccanismo di azione poiché si somministrano le informazioni genetiche sotto forma di RNA messaggero, cosicchè i ribosomi delle nostre cellule produrranno la proteina spike di SARS-CoV-2, proprio quella proteina attraverso cui il virus si aggancia alle cellule bersaglio e che, una volta in circolo, ci farà produrre anticorpi neutralizzanti e cellule T, proprio come se fossimo stati infettati dal vero virus.
Ambedue i vaccini richiedono una doppia somministrazione: dopo 21 giorni quello Pfizer-Biontech e 28 quello Moderna.
Per il suo stoccaggio, il vaccino Pfizer-Biontech ha bisogno di temperature basse dell’ordine dei -75°C e solo negli ultimi giorni prima dell’iniezione può essere portato ad una temperatura di 4°C, resistendovi per 5 giorni.
Il vaccino di Moderna, invece, può essere conservato a -20°C per un massimo di 6 mesi di stoccaggio e conservato per la somministrazione tra i 2°C e gli 8°C fino a un massimo di 30 giorni (a temperatura ambiente per una ulteriore mezza giornata).
Sul piano della sicurezza, per ambedue i vaccini sono stati segnalati solo blandi effetti collaterali come astenia, dolori, eritema nell’area dell’iniezione, cefalea e altri sintomi minori. Si discute se questi vaccini proteggano solo dallo sviluppo della sindrome Covid-19 o se impediscano l’infezione da SARS-CoV-2, così come si discute se gli anticorpi sviluppati siano permanenti, di lunga o di breve durata.
2. Vaccini a tecnologia proteica “a vettori”:AstraZeneca/Oxford, Sinovac, Janssen, Cansino, Butantan, Novavax ed Elea Phoenix.
Il vaccino sperimentato da Astra- Zeneca/Oxford è quello che appare essere il più “vicino” tra quelli di questa tipologia. Questo vaccino è molto diverso da quello mRNA di Moderna e Pfizer-Biontech basandosi su vettori virali da adenovirus degli scimpanzè, microrganismo innocuo per gli esseri umani e che, una volta iniettato, funziona da «cavallo di Troia» in cui viene inserita la sequenza genetica della proteina spike che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi. La proteina spike viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario senza la presenza di tutto il virus e stimola il sistema immunitario. In questo modo, il sistema immunitario si attiva e neutralizza l’infezione da SARS-CoV-2. Anche per questo vaccino si discute intorno alla durata dell’immunità conferita ed alla effettiva copertura: se protegge solo dalla sindrome CoViD-19 o anche dall’infezione stessa.
Le domande ancora senza risposta
Anche quando si passerà alla somministrazione su larga scala di qualunque vaccino contro SARS-CoV-2 alcune domande rimarranno ancora senza risposta per lungo tempo: Per quanto il vaccino garantirà la protezione contro l’infezione da coronavirus? Saranno necessarie delle dosi di richiamo oppure bisognerà vaccinarsi ogni anno? La risposta immunitaria nelle persone anziane vaccinate sarà la stessa dei pazienti giovani? Ci saranno effetti collaterali sul lungo termine?
siti per aggiornamento sugli argomenti:
Salvatore Squarcione Igienista. Già Direttore Generale ASL RM 4 e Direttore Sanitario INMI Spallanzani. Già Direttore Malattie Infettive Ministero Salute www.salvatoresquarcione.it
Questa interessante disamina di cosa sono i vaccini è stato pubblicato su ” Moondo -mondo salute.it”
In natura non esistono leggi e regole assolute ma tutto è relativo. Quanto riportato in questo articolo fornisce alcune spiegazioni alla relatività delle risposte dei test di laboratorio per la ricerca del virus (tamponi molecolari ed antigenici) e dei test anticorpali (sierologici). Le risposte vanno sempre interpretate dal medico alla luce della valutazione della persona
Presso il CESMET – Clinica del Viaggiatore, centro di malattie infettive riconosciuto dalla Regione Lazio, puoi effettuare sia i diversi tipi di tamponi, molecolare che antigenico, che i test sierologici.
Essendo il CESMET un centro specialistico di malattie infettive e medicina tropicale, e non un semplice laboratorio il rilascio delle risposte dei test per COVIDè sempre subordinato alla valutazione della autocertificazione sanitaria perché le risposte del nostro organismo al virus non si possono valutare con i soli test. ( CLICCA QUI per info e prenotazioni)
La relatività della risposta del nostro organismo all’attacco dei virus.
In Natura e quindi anche nel nostro organismo i sistemi biologici, le loro interazioni e le loro variabili sono così complesse e poco conosciute che non esiste il nero e il bianco, ossia non esistono definizioni e modelli validi al 100%. Esistono centinaia di sfumature di grigio. Questo vuol dire che le affermazioni e le spiegazioni riguardo i rapporti tra sistemi biologici e il nostro organismo non sono mai assolute e vere al 100%, ma hanno margini di variabilità ed interpretazione molto ampi.
Accanto la complessità dell’ambiente biologico dove avviene la storia tra virus e organismo.
In particolare, riferendosi alla attuale pandemia, la grande confusione nasce dalle informazioni sul COVID-19 fornite dai media come assolute e reali, su cui si basano risposte e modelli date come validi per tutti, informazioni che poggiano su dati incerti e spesso con poco fondamento scientifico.
Infatti per quanto sia necessario basarsi su regole e modelli assoluti che coinvolgano milioni di persone, bisogna sempre ricordarsi che ogni organismo agisce e risponde secondo le sue caratteristiche biologiche nei confronti del virus, con reazioni e manifestazioni differenti da tutti gli altri individui. Non esiste quindi una regola assoluta. E la storia di questa pandemia e delle sue ondate così poco prevedibili ne è un segno evidente.
Virus e organismo: una storia lunga e complessa.
Il rapporto tra SARS-CoV-2 e il nostro organismo è regolato da leggi naturali che si sono consolidate nel corso di centinaia di migliaia di anni. La vita dei virus e vecchia di qualche miliardo di anni, e noi ci siamo ritrovati a fronteggiare esseri viventi adattati da sempre a convivere con i sistemi biologici. La loro capacità di adattamento nel nostro organismo è frutto di esperienze millenarie. Il rapporto del virus con il nostro sistema difensivo – immunitario, percorre una lunga strada per arrivare al termine della contesa tra le due parti. Ossia trovare il modo di convivere e di riprodursi da parte dei virus, e per le cellule del nostro organismo, di difendersi. Una strada molto lunga e tortuosa. Le risposte degli organismi non sono univoche ma gli organismi sesso rispondono in modo diverso gli uni dagli altri,
La produzione degli anticorpi IgM e IgG contro Sars-CoV-2 è da considerare la fase finale di un processo che inizia dal contatto esterno tra il virus e la pelle o le mucose respiratorie e prosegue con una botta e risposta tra il microbo e i nostri sistemi difensivi. Molte volte la risposta dell’organismo nei confronti dell’attacco del virus si ferma alla attivazione di alcune cellule, tra le quali spiccano per importanza strategica alcuni tipi di linfociti T ed anche altre cellule molto attive e intelligenti, cioè le prime cellule difensive. Le difese successive, più specifiche, generate dai linfociti B (plasmacellule) che sono le cellule che producono prima gli anticorpi M (immunoglobuline M) e poi gli anticorpi G (immunoglobuline G) spesso non vengono attivate. La battaglia ed i suoi esiti si è conclusa prima di produrre gli anticorpi. Il virus è vinto e la persona non se ne è accorta. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei casi di contatto con i virus. Altre volte la reazione è diversa e l’organismo manifesta sintomi lievi, un tentativo di difesa per creare un ambiente ostile al virus. Altre volte il malato si aggrava perché i sistemi di difesa sono eccessivi e si rivolgono contro l’organismo. Se questi sistemi difensivi, ossia l’immunità, non funzionano o sono deboli, cosa che avviene in età avanzata, il virus ha campo libero, si riproduce senza sosta, e l’organismo reagisce in modo violento aggredendo anche sé stesso e arrivando all’exitus. (morte)
Come diffonde il virus
La diffusione del virus è descritta nell’informazione comune della stampa o media come regolata da eventi ben precisi e definiti. La distanza da considerare è di 1 o 2 metri; i contatti a rischio sono quelli stretti tra persone; il trasporto del virus avviene attraverso i droplet, ossia le gocce di saliva più grandicelle, e non dall’ aerosol del respiro. Queste sono affermazioni assolute che vengono fornite ma che non corrispondono alla realtà.
Per prima cosa il virus diffonde nell’ambiente da una persona infetta in quantità variabile, cioè proporzionalmente alla carica virale, ossia la quantità di virus presente nell’organismo. Un individuo infettato può avere pochissimi virus, che non arrivano ad avere la forza di infettare. Invece un altro individuo può produrre una quantità (carica) di virus talmente elevata diffonde alte cariche virali che in altri organismi le difese esterne sono da questi sopraffatti. Come accennato e come è noto la diffu
sione avviene con le goccioline della saliva, la maggior parte delle quali non supera il metro o due dalla bocca o dal naso. Ma quante variabili nella produzione e nel percorso delle goccioline. Dai grossi droplet, all’invisibile aerosol. Una spolverata di microscopiche gocce in grado di percorrere distanze molto lunghe, anche decine e centinaia di metri e più. Che influenza hanno in questo meccanismo le correnti d’aria? I venti che si rafforzano in vere e proprie tempeste? I flussi d’aria che trasportano pulviscolo, residui microscopici e aerosol derivato dalle vie aree umane anche per chilometri? Il virus circola quindi anche a distanze ben oltre il metro. Il virus diffonde a suo modo ed è invisibile.
Come si comporta l’organismo quando viene contattato dal virus
Una volta fuoriuscito dall’organismo, con uno sternuto, un colpo di tosse, con il parlare forte, i virus non possono resistere fuori dall’ambiente cellulare più di tanto. Per sopravvivere e riprodursi hanno bisogno dell’ambiente cellulare di un organismo. Quindi una volta nell’ambiente esterno per sopravvivere devono trovare prima possibile un nuovo ospite. Come il polline di pianta in pianta, il virus di uomo in uomo. Ma la strada è lunga e tortuosa e non semplice per questi microbi.
Sars-CoV-2, come la maggior parte dei microrganismi, entra in contatto con il corpo umano. Ma 70 persone su 100 (ossia circa il 70% degli individui) contattate dal virus, si oppongono alla sua entrata con la forza dei sistemi di difesa esterna. 70 persone su 100 in tutto il mondo uccidono il virus prima che questo riesca ad entrare all’interno del corpo e li infetti. La pelle, le mucose nasali ed aeree; i liquidi organici, micidiali per i microbi quali la saliva, la ptialina, le lacrime; per non parlare della acidità prodotta dallo stomaco e la insuperabile barriera batterica che colonizza e protegge le nostre mucose, tutto questo ed altro ci protegge e ci salva dagli attacchi di nemici invisibili.
Sars-Cov-2 ci attacca e noi di regola lo respingiamo. Infatti, una percentuale altissima della popolazione globale, attaccata da infiniti virus, batteri, funghi respinge ogni forma invisibile di vita.
Rimangono circa 30 individui sui 100 che sono stati attaccati da SARS-CoV-2 che si infettano, ossia non riescono a difendersi e cedono il passo all’entrata del virus all’interno del proprio organismo. In effetti questi individui sono una minoranza sul totale della popolazione globale. Un numero relativamente piccolo sulla totalità delle persone.
In questi individui (mediamente il 30%) i virus penetrano sconfiggendo le prime difese esterne e magari un po’ malconci dopo questa prima battaglia, dopo 12/24 ore entrano e colonizzano le prime cellule della mucosa nasale e del sistema respiratorio più interno cominciando a riprodursi. SARS-CoV-2, utilizzando una sorta di chiave (spike), penetra all’interno della cellula attraverso dei canali che si sono aperti e comincia a riprodursi e a generare migliaia, anzi milioni di altri virus fratelli. Le cellule si trovano spiazzate e mettono a disposizione del virus dei piccoli organuli interni che servono a riprodurre parti dello stesso. Questo meccanismo di utilizzo e sfruttamento dei sistemi cellulari da parte dei virus per riprodurre sé stessi (parassitismo o commensalismo) può anche avere talvolta una reciproca utilità, ma la maggior parte delle volte sfocia in un disastro. La produzione di milioni di nuovi virus che colonizzano e distruggono le stesse cellule che hanno fatto da incubatrice.
Intervengono i sistemi difesivi
Piano piano gli organismi vengono invasi da questi microscopici esserini, i virus. E negli organismi con sistemi difensivi assenti o deboli, vedi gli anziani, il virus irrompe e attacca causando danni ingenti. Al contrario, nei soggetti sani, diversi tipi di cellule, con diverse funzioni, ma tutte rivolte alla difesa, presenti tra la cute, il derma, il sottocutaneo e la sottomucosa, nei piccoli vasi della rete capillare, nelle cellule endoteliali, cominciano ad allarmarsi ed a segnalare questa anomalia, ossia la presenza di entità estranee microscopiche (i virus) in forte riproduzione ed aumento all’interno dell’organismo. Le prime difese meccaniche sono vere e proprie trincee, i sistemi cellulari sono veri e propri battaglioni di fanteria, pronti a scatenare una guerra di sfiancamento nei confronti dei virus.
Se i virus sono entrati nell’organismo, da qualche pertugio o con qualche furberia, in quantità ridotta (bassa carica) e sono scoperti e evidenziati dalle nostre difese nella fase iniziale della loro riproduzione, vengono neutralizzati e uccisi definitivamente. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei soggetti infetti.
Se invece i virus sono trasmessi in grande quantità, ad alta carica, i nostri sistemi difensivi vengono sopraffatti, le cellule vengono invase ed anche distrutte. L’infezione e la malattia avanzano. Tutto questo avviene all’interno del nostro organismo, a nostra insaputa senza che noi ce ne accorgiamo.
I sintomi di malattia da sistemi difensivi a meccanismi pericolosi
Dalla assenza di sintomi, situazione che avviene nella maggior parte dei casi di attacco o di infezione virale, si passa all’insorgere di qualche colpo di tosse, qualche linea di febbre, stanchezza, un po’ di mal di testa. Sistemi di difesa messi in essere dall’organismo per creare un ambiente sfavorevole alla crescita e riproduzione del virus. Ma possiamo assistere anche ad una salita repentina della febbre con tosse forte e profonda, malessere, difficoltà di respirazione. Non ci sono regole evidenti che regolano questi fenomeni. Ogni persona risponde secondo una sua organizzazione interna e la capacità del proprio sistema immunitario e di rilascio di sostanze interne prodotte da alcune cellule. Possiamo solo dire che le persone in buona salute superano l’attacco e la malattia senza neanche accorgersene. Chi non ha i sistemi in equilibrio paga lo scotto del suo disequilibrio interno e soffre.
Dall’infezione all’incubazione alle manifestazioni di malattia.
Nella fase di INCUBAZIONE, dall’entrata alle prime manifestazioni di malattia, i test eseguiti con i tamponi sia molecolari che antigenici sono per definizione NEGATIVI. Gli anticorpi evidenziati dai test sierologici ancora non esistono.
I virus, particolarmente attivi, continuano dalle prime ore di infezione la loro corsa a moltiplicarsi ed a colonizzare riproducendosi dentro le cellule. Non verranno evidenziati fino al 4°- 7° giorno per poi fuoriuscire dalle cellule indisturbati. Ora si manifestano in modo evidente, iniziano a diffondere ed i tamponi si positivizzano.
In questa fase si attivano la maggior parte dei tipi delle cellule immunitarie, e i gruppi cellulari, come tanti battaglioni a formare un regimento, si portano in gran numero dove sono presenti i virus. Contemporaneamente inizia la produzione di sostanze velenose per i virus, ossia molti tipi di sostanze infiammatorie.
In questa fase di INFEZIONE i tamponi molecolari risultano POSITIVI anche a basse cariche. Basta la presenza di un virus o di parte di questo per essere rilevato. Anche il tampone antigenico risulta POSITIVO, se la diffusione del virus è medio elevata, e questo vuol dire che il soggetto è infettante.
(situazione 1) Negli organismi in cui i sistemi difensivi, durante l’infezione, in fase iniziale contengono la riproduzione del virus all’interno delle cellule, questa si arresta in pochi giorni e la malattia non prosegue. Questa fase può durare 4/7 giorni senza manifestare sintomi e la battaglia è vinta. Alcuni linfociti, del gruppo dei globuli bianchi, le nostre cellule difensive, hanno ricevuto l’informazione della presenza del virus e ne manterranno il ricordo nel tempo.
(situazione 2) Negli organismi in cui il virus ha il sopravvento sui primi sistemi difensivi il soggetto infettato chiama a raccolta altri tipi di cellule che iniziano a produrre sostanze irritanti e mortali per i virus ma aggressive anche per sé stesso. Queste sono le molecole dell’infiammazione, molecole di molti tipi, alcune pericolose come le citochine. Questa è la fase dell’inizio di sintomi, dalla febbre, alla tosse, al catarro. Sintomi che si possono arrestare in pochi giorni, o possono evolvere in problemi respiratori, anche gravi. La febbre può crescere e la persona stare male. Il soggetto diventa SINTOMATICO. I virus sono al massimo della loro crescita, ma tra attacchi dei linfociti ed altri tipi di cellule, di sostanze infiammatorie ed altre proteine inizia una battaglia fortissima. I virus cominciano a soccombere, ritirarsi e sparire. I sintomi della malattia hanno quindi una funzione difensiva. I sintomi possono durare dai 2 ai 10 giorni, e l’obiettivo è quello di sconfiggere il virus. I tamponi molecolari ed antigenici sono positivi in questa fase. Gli anticorpi ancora non sono prodotti.
La battaglia è in corso, e se il virus viene eliminato si conclude la battaglia senza formazione di anticorpi M, prima e G in seguito. Quindi possiamo assistere alla fine della malattia senza la formazione evidente di anticorpi.
Altrimenti se il virus continua a guerreggiare e a mantenersi attivo si attivano i linfociti B con la formazione delle immunoglobuline, ossia degli anticorpi. Questi sono i sistemi difensivi più potenti che intervengono dove la fanteria (cellulare) non ha avuto successo.
Questo vuol dire che non è vero che tutti coloro che sono stati infettati dal virus, e sono risultati positivi ad un tampone antigenico o molecolare, producono matematicamente anticorpi. Anzi i soggetti con immunità ben equilibrata e funzionante molto spesso non arrivano alla produzione di anticorpi.
La produzione di anticorpi dipende anche dalla carica infettante, ossia quanto virus ha aggredito l’organismo. Cariche elevate, ossia presenza di molto virus arriva quasi certamente a far produrre i sistemi difensivi anticorpali. Ma basse cariche di virus vengono bloccate dai sistemi difensivi innati e cellulari senza far produrre anticorpi.
Da queste considerazioni si capisce anche perché gli anziani ed i soggetti portatori di altre malattie, che hanno difese immunitarie insufficienti o quasi assenti si trovano nella impossibilità di rispondere con le cellule delle difese e con le immunoglobuline agli attacchi del virus. In questo caso l’unica difesa consiste nel produrre molecole infiammatorie, che crescono in modo esponenziale, generando il famoso tsunami delle citochine, mettendo a rischio la vita delle persone. “Muoiono i più deboli” vuol dire proprio che soccombono coloro che hanno un sistema immunitario poco efficiente.
Consigli di prevenzione per il sistema immune
Una sana alimentazione con molta frutta e verdura, in particolare aranci e limoni, kiwi ed altri cibi ricchi in vitamine e coenzimi. Estratti vegetali, olio di oliva (nell’ambiente mediterraneo), estratti di foglie di olivo, zenzero ed altre essenze sono fortissimi antiossidanti ed energetici dei sistemi cellulari protettivi. Una vita condotta in modo sano e sportivo, con movimento anche leggero ma costante, serve a mantenere un buono stato di salute, vuol dire tenere il nostro sistema immunitario attivo ed efficace.
Con questo racconto ho voluto spiegare come i sistemi sono diversi e più complessi da come vengono spiegati. Ho voluto fornire risposte a tanti quesiti tra cui perché in coloro che sono risultati positivi al test molecolare o antigenico, a distanza di tempo non si sono sviluppati gli anticorpi. Oppure per quale motivo nonostante le distannze e le tante precauzioni il virus continua a circolare. Grande parte nella spiegazione dei fenomeni della circolazioni del virus risiede nell’influenza stagionale dei nostri sistemi di difesa.
– I principi attivi sono: Virus dell’influenza (“split” inattivati) dei seguenti ceppi*:
Documento reso disponibile da AIFA il 05/09/2020
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Il Coronavirus SARS-CoV-2 continua ad avanzare come un’onda e non si arresta.
Siamo quasi al nuovo e drammatico lockdown nazionale. Blocchi di aree, territori o addirittura di regioni; chiusure mirate o generalizzate di negozi, attività, produzioni; controlli sempre più stretti. Dalla fine dell’estate 2020 ognuno di noi, tranne eccezioni prima diffuse, poi rare, ha cercato di adottare misure, comportamenti, freni, utilizzando le mascherine, ha cercato di applicare le giuste regole del distanziamento. Tutto questo con risultati assai scarsi, anzi con nessun risultato. Nonostante le attenzioni crescenti di tutti noi la presenza del virus è in crescita costante. Tamponi antigenici, tamponi molecolari, test sierologici per lo studio degli anticorpi, con questi test studiamo la crescita del virus tra di noi.
Ma perché si è creata questa situazione? Cosa sta succedendo? Di chi è stata e di chi è la colpa di non aver previsto tutto questo?
Francamente sono sicuro che la colpa non è di nessuno! Ci siamo semplicemente dimenticati che esistono da sempre leggi biologiche che governano i rapporti tra organismi (uomini) e microrganismi (virus e batteri) e queste leggi, da sempre, seguono e si adeguano ai ritmi delle stagioni e all’influenza dei diversi ambienti. Da sempre l’autunno e l’inverno sono stati considerati il periodo della crescita delle ondate delle malattie infettive. La patologia respiratoria prima di tutto, ed anche quella intestinale, crescono senza sosta fino alla primavera e poi durante l’estate tutto sembra sparire. E ancora più tutto questo era vero quando c’erano le stagioni classiche. Scopriamo di cosa si tratta.
In questi giorni tutti si scagliano gli uni contro gli altri. La ricerca del capro espiatorio è diventato lo sport nazionale. Tutti lanciati alla ricerca del colpevole della avanzata del virus SARS-CoV-2, in una situazione di tracollo sanitario globale. Molti di noi rimangono sbalorditi di quanto succede, ma tutto questo era prevedibile. Il virus, cresciuto e diffusosi durante l’autunno ‘19 e l’inverno scorso, ha avuto una flessione generalizzata nelle sue manifestazioni in molte aree del mondo, ma non è scomparso, non è mutato né è diventato meno virulento. Ha soltanto trovato nei nostri organismi una situazione sfavorevole di crescita e riproduzione. Questo alle nostre latitudini europee. La situazione è stata diversa in altri continenti. Poi da settembre il virus ha ripreso la sua corsa ed è cresciuto seguendo le sue regole. Ora cresce, diffonde, si riproduce e contagia, trovando, al contrario dell’estate, un ambiente favorevole alla riproduzione ed alla diffusione intracellulare. E crescerà ancora seguendo le sue regole. Ora la situazione è grave perché i numeri dei soggetti infetti crescono in senso assoluto e al crescere delle infezioni crescono proporzionalmente i malati, e ahimé, i morti. Ci troviamo quindi nella situazione di ricerca di soluzioni e non di colpevoli. E questo è anche un invito a chi fa informazione. Non buttate benzina sul fuoco. A tutta l’informazione la preghiera di fornire le giuste spiegazioni che chiariscano a tutti il perché di tanta emergenza. Critiche, sospetti, creazione di situazioni di incertezza. Cerchiamo di esaminare la situazione di questi giorni di novembre ’20 obiettivamente.
Il vero problema attuale è l’impennata dei contagi. Questa situazione è tipica di questo periodo, per un virus nuovo e molto diffusivo, che non trova freni inibitori alla sua crescita. Gli infetti crescono a migliaia e oltre agli infetti asintomatici aumentano i malati, ossia coloro che presentano sintomi. E tra questi molti respirano con affanno ed entrano nel panico del Covid-19. E’ chiaro che in questo contesto andiamo velocemente verso il collasso delle strutture e della organizzazione sanitaria nazionale e globale. Le onde della pandemia Covid-19 si succedono senza sosta. Gli accessi ai Pronto Soccorsi ed agli Ospedali non si arrestano. Crescono costantemente coloro che stanno male ed anche coloro che non ce la fanno. (oggi 11 Novembre 20 oltre 600 nuovi decessi).
La chiamata al distanziamento sociale anche tra conviventi stretti, la battaglia all’evitare di far circolare il virus, sempre più pressante, i comportamenti di noi singoli individui (distanza-mascherina-lavaggi), richiesta invero da sempre, non ha ottenuto il successo sperato di contenere il virus, ma comunque continua ad essere l’unico freno reale all’avanzata del virus, che però noi sappiamo continuerà ad avanzare e ad allettare migliaia di persone. Non è questione di tarda applicazione delle regole date, ma di inevitabile inadeguatezza dei comportamenti alla avanzata del virus.
Molti virus e batteri si rafforzano e ci aggrediscono prevalentemente in autunno ed in inverno. E questa regola va tenuta ben presente ed in buon conto. Non abbiamo considerato una legge fondamentale del rapporto biologico tra esseri viventi. La maggior parte delle malattie infettive, soprattutto quelle respiratorie ed intestinali, crescono e si sviluppano durante l’autunno, trovando il loro picco nella stagione invernale (fredda, con poca irradiazione luminosa, secca, con elevata presenza di particolato ed inquinamento in crescita in questo periodo, e molti altri fattori) che nella loro globalità influenzano e deprimono le nostre risposte difensive di primo livello, cutaneo o delle mucose respiratorie, e deprimono anche le risposte cellulari del nostro sistema immune. Siamo nella stagione in cui è in aumento esponenziale la presenza di virus e batteri, a ondate, con caratteristiche, le più diverse, ma tutti caratterizzati da facilità di attecchimento e diffusione intracellulare. L’organismo sempre meno si oppone alla avanzata dei virus ed è pronto a rispondere ai loro attacchi. E’ la caratteristica di questo periodo. Caratteristica che ci accompagnerà per tutto l’inverno. Caratteristica del virus SARS-CoV-2
Nell’ambiente infettivologico è sempre stata chiara l’immagine, descritta in questo sito web della “prateria infinita”, ossia l’umanità, dove il virus fin dall’inizio ha avuto modo di galoppare e di diffondere sé stesso senza sosta. Galoppare in una prateria senza ostacoli vuol dire infettare, infettare, infettare. Una prateria (l’umanità – gli organismi) dove questo esserino microscopico, formato da una anima di genoma ad RNA, obbligato a riprodursi nelle cellule di ciascuno di noi, ha trovato il modo di diffondere nonostante le pallide ed iniziali resistenze alla diffusione, attuate dagli organismi, via vi che venivano infettati. Una immunità approssimativa, incerta, nei confronti di un virus che per la prima volta veniva a suo contatto.
Come ho già avuto modo di commentare diverse volte, le curve di decrescita della presenza del virus hanno corrisposto in molte aree quasi alla completa scomparsa, con tassi di infettività tendenti allo 0. Quindi, da settembre una nuova crescita della presenza del virus e soprattutto un aumento della sua aggressività nei confronti delle cellule. Questi andamenti sono stati presenti in molti paesi ed hanno seguito stagioni ed ambienti, che da sempre influenzano l’aggressione del virus.
Quindi chiariamo un fatto evidente. Questo virus non è mutato in modo così evidente, è rimasto sempre lo stesso, con la sua capacità di diffondere, infettare ed attaccare diverse parti dell’organismo. Questo virus non è né scomparso né è morto. Ha solo trovato gli organismi più forti durante l’estate e via via sempre meno resistenti alla sua diffusione dal mese di ottobre. Soggetti anche a situazioni di co-infezioni, o di comorbilità, cioè presenza di altri microbi o altre malattie, in organismi con sistemi immunitari deficitari e poco rispondenti.
Uno sguardo all’Italia, In piena onda epidemica tra gennaio e aprile 2020. Situazione di co-morbilità con la maggior parte delle patologie del tratto respiratorio, a cominciare l’influenza. Le co-infezioni sono state tra le cause maggiori di morbilità e mortalità del Covid-19. Non da solo, quindi, ma sempre in compagnia di altri microrganismi. Siamo andati avanti per mesi con curve stabili di infezioni, anche durante il lockdown, poi l’avanzata della primavera e soprattutto il periodo estivo, che per definizione sono periodi di scomparsa della maggior parte delle malattie infettive, hanno fatto giustizia, di un nemico assai pericoloso.
Ma il virus era veramente finito? Cambiato? Diventato più addomesticato? Assolutamente no. Attenzione massima ed anche capacità di cura e di sostegno del nostro stato di buona salute che costituisce la prima difesa.
Fine ottobre 2020: la Covid -19 riprende la sua forza infettante e la sua corsa diffusiva, ma segue le regole di tutti i virus.
Per il virus SARS-CoV-2 riprendere la forza infettante e una diffusione sempre più ampia significa che il microrganismo non si è mai assopito né si è mai indebolito. Tale era e tale è rimasto. I virus, come tutti i microbi, seguono regole e comportamenti ben precisi e non mutano certo da un momento all’altro casualmente. Poche mutazioni puntiformi, come è accaduto e come è stato documentato da centinaia di centri di ricerca in tutto il mondo, non stravolgono il comportamento di una forma di vita semplice ma di esperienza di milioni di anni come i virus. In questi giorni di fine ottobre 2020 e di inizio autunno sta aumentando in modo esponenziale il numero delle persone infette, cioè di coloro nei quali il virus si riproduce senza manifestarsi. La microscopica forma di vita (virus Sars-CoV-2) è confinata all’interno degli individui che ha contattato e combatte o trova una sorta di convivenza con gli organismi senza dare a vedersi. (approfondisci)
Contemporaneamente aumentando gli infetti, esponenzialmente aumenta anche il numero dei malati, ossia di coloro che non riuscendo a controllare e ad arrestare il virus con le loro prime difese aspecifiche esterne, dopo aver incubato il virus, in forte riproduzione, per 5/7 giorni, manifestano sintomi di lieve o media entità. I malati, ossia i sintomatici, sono in proporzione numeri contenuti e ridotti rispetto alle decine o centinaia di migliaia di infetti, ossia chi ha il virus in corpo, che possono essere contagiosi oppure non diffondere virus. La malattia costituisce quindi una seconda linea di difesa che l’organismo mette in campo per combattere ed uccidere il virus, considerato un nemico che ha superato le prime linee di difesa. Se questa risposta difensiva, ossia i sintomi della malattia, diventa eccessiva, non controllata e le risposte infiammatorie, cellulari, molecolari diventano troppo forti, rivoltandosi e attaccando l’organismo, la persona si aggrava, i parametri vitali si alterano e deve ricorrere a cure importanti fino alla terapia intensiva. Relativamente poche persone, con scarsa energia difensiva, con malattie croniche importanti e debilitanti, con presenza di altri batteri o virus,le co-infezioni, generalmente anziani, non sopportano questa situazione, non reggono questo tsunami interno
che gli si rivolta contro e muoiono.
Questa ondata inarrestabile di infezioni, ossia di casi infetti, tende ad aumentare nei numeri e negli effetti non perché facciamo più tamponi, ( anzi ricordo che se devi fare un tampone naso faringeo antigenico rapido, inserito in una valutazione clinica infettivologica puoi cliccare qui) ma perché la diffusione del virus segue regole, modi, situazioni che si ripetono per tutti i virus. Caratteristiche del virus, comportamenti, stagionalità, aumento di altri virus e batteri nell’ambiente e quindi stagionalità ne sono le cause e la sua presenza è indipendente da quanti tamponi facciamo.
Sempre più velocemente siamo lanciati verso il blocco delle attività prima di settore e poi globali. Dalla ristorazione alle attività culturali e sportive, e i blocchi non finiscono qui. Motivo di queste imposizioni è la necessità di frenare la corsa del virus, che a mio parere difficilmente si farà imbavagliare. E la ripresa della attività infettante e della diffusione del virus segue una curva esponenziale. Ciò che non riesco a capire è perché ci meravigliamo di un fenomeno che poteva e doveva sempre previsto? Nel sito web della Clinica del Viaggiatore Cesmet, centro medico specializzato in malattie tropicali e infettive, che da sempre si è occupato di problemi clinici e diagnostici riguardanti le malattie infettive, in particolare legate ai viaggi, abbiamo sempre sostenuto come la flessione dei casi di Covid-19 seguisse la flessione della presenza di tutte le malattie infettive stagionali invernali, in particolare respiratorie che si presentano l’inverno e tendono quasi a scomparire in primavera estate. Flessione di casi di malattie legata al comportamento umano che si tiene in primavera ed in estate; alla rimodulazione stagionale delle risposte immunitarie del nostro organismo; alle difficoltà incontrate dai microbi, ed in particolare dai virus nel corso della stagione estiva. Difficoltà di sopravvivenza nell’ambiente. Per non parlare del fenomeno deleterio delle co-infezioni, cioè della azione contemporanea di diversi virus e batteri che si ritrovano a banchettare insieme dentro di noi. Questo fenomeno delle co-infezioni è tipico autunnale ed invernale e diminuisce notevolmente nella stagione estiva.
I medici che hanno pratica con le malattie infettive e che operano e curano i malati, cioè i clinici, non hanno mai dubitato della ripresa della malattia Covid-19. Tranne pochi colleghi, spesso confusi, nessuno degli addetti ai lavori ha mai pensato che il virus era morto o indebolito. Poche modifiche del genoma virale non potevano modificare la sua capacità di diffondere tra le persone in modo così imponente, o di aggredire l’organismo in modo così profondo.
Siamo oramai in autunno e l’inverno si avvicina. Le malattie causate da virus e batteri sono in aumento. Già diversi focolai di infezioni intestinali con diarrea, nausea e mal di pancia si presentano diffusamente in particolare negli ambienti scolasti dei più piccolini. Raffreddori, febbri da primi virus respiratori cominciano a presentarsi e a diffondersi. E sono gli stessi sintomi del Covid ma non è Covid. Crescerà anche il Covid nel prossimo futuro ma cresceranno tutti gli altri malanni di stagione. Dobbiamo cominciare a entrare nella mentalità che questo virus convive con noi e con gli altri germi. Nella maggior parte dei casi infetterà gli organismi ma rimarrà nascosto, ed i numeri saranno in costante aumento. In una parte di popolazione, anche se ridotta, il virus si manifesterà con sintomi soprattutto delle alte vie respiratorie, accompagnando gli altri virus della stagione. In poche persone si presenterà in modo violento e addirittura letale. Gli anziani, i malati cronici sono i soggetti più esposti. (Approfondisci)
Il vero problema non è costituito dalla diffusione della infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione giovane e adulta fino ai 55/60 anni, ma dal proporzionale aumento dei casi clinici e tra questi l’insorgenza di peggioramenti che portano ad un utilizzo delle strutture sanitarie, dei pronto soccorsi e del sistema sanitario da parte di una larga fetta di popolazione,spesso non bisognosa di cure ospedaliere.
Basta una febbre o un mal di gola che si corre in pronto soccorso. Non c’è nulla di più sbagliato ed anche pericoloso.
Lasciamo le strutture sanitarie a chi ne ha veramente bisogno. In caso di malessere rimaniamo a casa e chiediamo consigli ai medici di famiglia o agli specialisti in infettivologia sul comportamento da adottare e su come curarsi. Le strutture sanitarie, i reparti ed i pronto soccorsi lasciamoli a coloro che hanno necessità. Non c’è solo la malattia Covid-19 ma ci sono anche tutte le altre malattie, anche gravi e rischiose, che devono continuare ad essere trattate e seguite dai medici.
L’isteria, la paura, la non conoscenza del problema non aiutano, anzi…
Ognuno di noi adotti la regola numero uno del distanziamento e utilizzi in modo serio le mascherine. Ed eviteremo che ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, palestre, piscine e tanto altro vengano chiusi. Quante migliaia di persone stanno perdendo il posto di lavoro. Quanti disastri economici per migliaia di imprese familiari ed i loro dipendenti o lavoratori giornalieri. Cominciamo a prenderci le nostre responsabilità. Ognuno di noi ha avuto la sua responsabilità per queste chiusure. Ora possiamo rimediare pensando che il nostro comportamento influenza il lavoro anche degli altri. Palestre e piscine potevano essere risparmiate se sportivi e atleti avessero adottato comportamenti più attenti.
Anche se il virus diffonde ugualmente in presenza di comportamenti quali distanziamento, mascherine, e lavaggio delle mani, nonostante tutto la loro applicazione frena sicuramente il contagio, soprattutto delle persone anziane.
I vaccini, se si riuscisse a trovarli, hanno il compito di evitare le co-infezioni tra malattie aggressive. Antinfluenzale, antipneumococco, e antimeningite sono le migliori protezioni anche per rafforzare il nostro sistema difensivo.
Quindi grande attenzione, prudenza per proteggere soprattutto chi, per la sua debolezza può anche soccombere, ma non ci consideriamo tutti malati. Il virus può contattarci ma noi, nella maggior parte dei casi possiamo superarlo e distruggerlo. E se ci infetta, può convivere connoi senza che ce ne accorgiamo.
D’altra parte più casi, più malati, più coinvolgimento del sistema e delle strutture sanitarie.
Il tampone per COVID-19 è considerato in tutto il mondo il test più sicuro per identificare la presenza del virus nell’organismo. Ed il test RT-PCR per SARS-CoV-2 è richiesto da compagnie aeree e paesi di destinazione in tutto il mondo. I centri medici pubblici autorizzati a effettuare questo esame sono le uniche strutture a poter eseguire il TAMPONE. Fino ad ora il test veniva eseguito solamente a cittadini malati, a sospetti e a categorie particolari. Ora anche i viaggiatori presentando una richiesta di un medico o di uno specialista con un certificato possono richiedere l’effettuazione del test. Da qualche giorno quindi anche i viaggiatori internazionali, con un certificato medico accedono all’effettuazione del Tampone. Il Centro medico Cesmet – clinica del viaggiatore da sempre ha effettuato dei protocolli specialistici per il controllo del COVID-19 per diverse categorie rilasciando una certificazione dello stato di salute delle persone o dei lavoratori e la certificazione del loro stato immunitario, ossia della resistenza o sensibilità al virus. Anche per i viaggiatori internazionali il Cesmet ha istituito un protocollo sanitario con videat infettivologico, test funzionali e sierologici e certificazione. A tutti i viaggiatori vengono rilasciati coonsigli e indicazioni su come viaggiare e quali protezioni adottare in corso di viaggio, ricoordando sempre l’importanza di alcune vaccinazioni. Al termine di questo protocollo viaggi internazionali con le certificazioni, valide per i viaggi viene rilasciata una richiesta di effettuazione di TAMPONE per COVID in urgenza.
Per noi del Cesmet il viaggiatore internazionale, oltre al test PCR puro e semplice ottenuto con il Tampone, deve ricevere una valutazione medica specialistica e con il certificato dello stato di salute ed immunologico deve ricevere, soprattutto in questo periodo, indicazioni e consigli per il viaggio. Per questo motivo per la richiesta del TAMPONE occorre sottoporsi ai protocolli sanitari da sempre proposti. (clicca qui per approfondire)
Al viaggiatore che effettua il Protocollo Viaggi Internazionali insieme ai certificati dello stato di salute e dello stato immunologico viene rilasciata la richiesta del medico infettivologo per effettuare il tampone per motivo di volo internazionale, in regime di urgenza. I certificati e la richiesta di tampone vengono rilasciati a vista il giorno del videat infettivologico. Il test PCR deve essere fatto alcuni giorni prima e la risposta si riceve via mail in 48 ore.