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Ricerca di Giardia nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di antigeni

Si esegue su uno o più  campioni di feci e per una diagnosi più sicura si associa all’esame microscopico e ad una visita medica con lo specialista..

La Giardia è un parassita intestinale dell’uomo e di altre specie animali. L’infezione si contrae per via oro-fecale, per ingestione di acqua infetta o cibi contaminati. Una volta entrata nell’organismo,  provoca diarrea e disidratazione. La gravità dei sintomi  dipende però da molti fattori: l’età, la situazione immunitaria, lo stato di nutrizione dell’individuo. Alcuni guariscono spontaneamente, in altri l’infezione si cronicizza e il parassita si riproduce a fasi intermittenti, dando luogo a ripetuti episodi di diarrea come conseguenza dell’azione patogena nell’intestino, nel quale danneggia i villi, inibisce l’assorbimento di nutrienti, aumenta la fermentazione, inibisce l’azione degli enzimi digestivi prodotti dalla mucosa intestinale.
I più colpiti dalla giardia sono i bambini da 1 a 4 anni di età e i giovani dai 20 ai 40 anni, per abitudini legate ai viaggi (bagni, cibo e bevande contaminati) o per l’accudimento dei figli (a rischio anche babysitter e infermieri).

 

 

 

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Prevenzione e vaccinazioni donna e bambino

VACCINAZIONI NELLE DIVERSE FASI DELLA VITA DELLE DONNE

Un po’ di storia per conferme e sicurezze.

Fine 1700: secolo dei Lumi e delle Scienze. Il medico inglese Edward Jenner nota che le  mungitrici di vacche infettate dal vaiolo bovino, non solo non si ammalano, ma hanno nel sangue qualche sostanza che sviluppa resistenza nei confronti del ben più temibile vaiolo umano, che continua ad uccidere milioni di persone. Jenner studia il fenomeno e deduce che il virus del vaiolo bovino, a contatto con l’organismo umano conferisce una protezione “naturale” indotta. Chi tocca questi bubboni presenti nelle mammelle delle vacche non si ammala ed è protetto nei confronti della grave e mortale forma umana. Con questa intuizione Jenner scopre la “protezione da vaccino”. Molte mungitrici sono incinte e quelle che si infettano con virus bovino non si ammalano di vaiolo e trasmettono la protezione anche al bambino durante la gravidanza. Anche questo fenomeno non passa inosservato.

Azione dei vaccini:

da allora sono passati oltre due secoli, ma il principio è sempre quello. Il contatto del nostro organismo con microrganismi o parte di questi, attenuati, o modificati, resi sempre più efficaci e sicuri, crea uno scudo potentissimo nei confronti delle malattie. Attiva il nostro sistema di difesa.

Ragioniamo sul fatto che tanto tempo fa i vaccini erano fortemente reattivi e davano effetti collaterali piuttosto forti e pericolosi. Oggi i vaccini agiscono in modo “chirurgico”. Un po’ come le bombe intelligenti. Colpiscono solo dove devono colpire. Quella molecola specifica di quel linfocita ben preciso. I temibili e temuti effetti collaterali ormai, sono un lontano ricordo.

C’è da temere la malattia e non le molecole (i vaccini) che creano uno scudo alle stesse malattie. Ricordiamoci poi che siamo immersi in un mondo di microbi. E galleggiamo tra virus e batteri. Quindi nessuno di noi, neanche le donne in gravidanza vivono in ambienti sterili. Se mai esistessero ambienti sterili. Mangiamo e respiriamo dosi massicce di microbi. Cosa possono farci porzioni o prodotti o addirittura molecole sintetizzate da microrganismi?

Vaccini nelle diverse fasi della vita della donna:

Anche durante la gravidanza una serie di vaccini sono utili ed innocui. Come al tempo di Jenner l’inoculo di alcune sostanze (vaccini) prima nella donna fertile, e poi anche durante la gravidanza, hanno la funzione di proteggerla e di proteggere soprattutto il nascituro. E danno al bambino quelle difese che, nei primi mesi di vita, prima di essere vaccinato, costituiscono il sistema difensivo fondamentale, insieme agli anticorpi trasmessi dalla mamma che allatta.

Nella donna fertile le vaccinazioni non solo proteggono dalle malattie, ma sono uno scudo sulla sterilità provocata da alcuni virus o batteri. Spesso la sterilità di coppia ha una origine infettiva e pochi lo capiscono. Sarebbe bastata una vaccinazione per evitare tanti drammi. Ed arrivare al momento della gravidanza pronte, coperte da anticorpi attivi su una serie di virus e batteri è una sicurezza per la mamma, che durante il periodo della gestazione può sviluppare problemi anche gravi sull’esito della propria gravidanza, e soprattutto per il feto che crescendo ha una protezione importante con gli anticorpi che passano attraverso la placenta.

I vaccini contro “morbillo, parotite, rosolia e varicella”, realizzati con virus vivi e attenuati, ed i vaccini contro i tipi di “papilloma cancerogeno”, vanno considerati per mantenere il proprio stato di benessere, ma anche in vista di una gravidanza. Una protezione importante nella vita di tutti i giorni, ma anche alla mamma durante i nove mesi, ed al bambino che riceve difese pronte anche nei confronti di “tetano, difterite e pertosse”, vaccini sicuri e consigliati nel corso della gravidanza dalla 28°settimana.

Anche l’adolescenza è un periodo in cui fare molta attenzione: le ragazze tra i 10 ed i 15 anni dovrebbero essere condotte dai genitori a rafforzare il sistema difensivo nei confronti di queste malattie che, nel corso della loro vita, potrebbero creare seri problemi.

Ad ogni gravidanza aumentare i livelli anticorpali, in particolare nei confronti della temibile pertosse, che miete le sue vittime in particolare nel periodo perinatale e nei primi 2 mesi di vita,   è indicazione forte dalle autorità sanitarie internazionali a tutto il mondo. Molti paesi hanno reso obbligatoria questa pratica preventiva. Ripetere ad ogni gravidanza il vaccino trivalente TDPa (acellulare), e il vaccino nei confronti dell’influenza, durante il periodo autunnale e invernale, vuol dire fornire ad ogni bambino, attraverso la placenta e con l’allattamento, le difese fondamentali per mantenere uno stato di buona salute del neonato.

Gravidanze nel corso di epidemie, rischi reali di contagio, viaggi non dilazionabili in aree ad alto rischio di contagio e  L’utilizzo dei vaccini inattivati, sintetici, molecolari.
Alcuni vaccini quali il colera (orale), l’ encefalite giapponese, le epatiti A e B, lo stesso meningococco, ed anche il papilloma virus umano, ed altri vaccini prodotti con microrganismi uccisi o parti di questi, o sintetici, possono essere somministrati senza rischi per la donna in gravidanza né per il bambino. La prudenza sta nella mancanza di studi di sicurezza nel periodo considerato. Ma le tante vaccinazioni eseguite con tali vaccini, anche in modo inavvertito non hanno mai procurato danni.

L’utilizzo di vaccini vivi ed attenuati: Anche i tanti studi condotti su migliaia di donne inavvertitamente vaccinate nel corso della gravidanza dimostrano che i vaccini vivi ed attenuati quali quello contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, ma anche il vaccino della poliomielite vivo attenuato, e quello contro la febbre gialla, o la febbre tifoide, vaccino orale, ed altri vivi ed attenuati si sono dimostrati privi di effetti negativi e rischiosi. Ma la prudenza ci spinge ad evitarne l’uso in gravidanza.

Nella donna adulta o nel post menopausa è bene ricordare che richiamare ogni 10 anni il TDPa, magari con l’aggiunta della polio, TDPaP, è una buona pratica preventiva. Richiamare e rafforzare ogni 10 anni anche le difese nei confronti del virus dell’epatite B, causa prima del tumore del fegato, per chi ha fatto la prima copertura con le tre dosi, è un’ottima pratica.

Ricordarsi la vaccinazione per lo pneumococco dai 55 anni in avanti, e il periodico vaccino dell’influenza e, in età avanzata, il richiamo o la somministrazione del vaccino contro il virus Herpes zoster, diventa una pratica preventiva virtuosa.

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Vaccini obbligatori a scuola: quali e chi deve farli

30 Agosto 2017 –

Chi deve essere vaccinato e quali sono le vaccinazioni: 

  • I nati dal 2001 al 2011 dovranno effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b.
  • I nati dal 2012 al 2016 devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e l’anti-meningococcica C.
  • I nati dal 2017 dovranno effettuare tutti e dodici i vaccini previsti nel nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (anti-epatite B; anti-tetano; anti-poliomielite; anti-difterite; anti-pertosse; anti-Haemophilus influenzae tipo b; anti-morbillo; l’anti-parotite; l’anti-rosolia; anti-varicella; antimeningococcico B; antimeningococcico C).

 

Chi è esonerato dai vaccini

Sono esonerati dall’obbligo di vaccinazione i minori già immunizzati per effetto della malattia naturale. Ad esempio i bambini che hanno già contratto la varicella non dovranno vaccinarsi contro tale malattia. L’immunizzazione dovrà essere comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante o dagli esiti dell’analisi sierologica. Sono esonerati anche i soggetti che si trovano in specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Ad esempio per i soggetti che abbiano avuto pregresse gravi reazioni allergiche al vaccino o ad uno dei suoi componenti.
In questo caso i minori saranno inseriti in classi nelle quali sono presenti solo minori vaccinati o immunizzati.

 

Quando si può posticipare il vaccino

I soggetti possono ritardare di sottoporsi a vaccinazione in caso si trovino in specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Ad esempio, quando versino in una malattia acuta, grave o moderata, con o senza febbre.

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L’OMS individua il rifiuto dei vaccini tra le maggiori minacce per la Salute Globale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato le 10 maggiori minacce per la salute e le strategie su come affrontarle nei prossimi 12 mesi.
L’analisi ha come scopo quello di prevedere i fattori che minacceranno la salute mondiale e dove incanalare gli sforzi e gli investimenti.
“Se avessero pubblicato lo stesso studio un secolo fa, ci sarebbe stato un elenco di sole malattie infettive.
Le persone, prima dell’utilizzo dei vaccini, non hanno avuto il lusso di morire di diabete, obesità, cancro e malattie cardiovascolari. I vaccini sono una delle più grandi tecnologie ad aver avuto un impatto sulla salute umana”.
Secondo l’OMS, infatti, la vaccine hesitancy – cioè la riluttanza o il rifiuto a vaccinare nonostante la disponibilità di vaccini – rischia di invertire i progressi compiuti nella lotta contro le malattie prevenibili grazie al vaccino.
La vaccinazione è uno dei modi più economici per evitare la malattia: attualmente impedisce 2-3 milioni di morti all’anno, e ben 1.5 milioni di decessi potrebbero essere evitati se la copertura globale delle vaccinazioni migliorasse.
Il morbillo, ad esempio, globalmente ha registrato un aumento del 30% dei casi. Le ragioni di questo aumento sono complesse e non tutti questi casi sono dovuti al rifiuto volontario del vaccino, tuttavia, alcuni paesi che erano vicini all’eliminazione della malattia, hanno subito una rinascita importante.
Parliamo di paesi Europei, che nel 2018 hanno visto oltre i 40.000 casi, e Stati Uniti d’America con un’epidemia di morbillo tutt’ora in corso.
Le motivazioni del rifiuto dei vaccini sono complesse e multifattoriali, dall’indifferenza alla difficoltà di accesso ai servizi vaccinali, alla mancanza di fiducia nei confronti della comunità medica e dei decisori politici.
Gli operatori sanitari, medici e infermieri, sono il primo tramite dei cittadini, per questo l’OMS raccomanda che vengano adeguatamente formati e sostenuti nelle loro attività di informazione, mediazione e consulenza.
Nel 2019, gli obiettivi cardine dell’OMS riguarderanno l’aumento degli sforzi per eliminare il cancro della cervice uterina aumentando la copertura del vaccino anti HPV. Quest’anno dovrebbe essere anche l’anno decisivo per eliminare la trasmissione del virus della poliomielite in Afghanistan e Pakistan, obiettivo che ha già raggiunto ottimi risultati negli ultimi anni grazie a massive campagne vaccinali.

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Schede malattie infettive

Pur se la mortalità per malattie infettive è diminuita nel corso degli ultimi decenni, le malattie infettive costituiscono sempre una grave problema di salute pubblica.

In questa area del sito offriamo ai nostri lettori la possibilità di apprendere informazioni di base sulle malattie più conosciute e non, sulla loro distribuzione nel mondo, sui sintomi e le possibilità di prevenzione e cura. Il linguaggio è semplice, ma gli approfondimenti accontenteranno anche i lettori più esigenti.

Per le malattie prevenibili con vaccini, l’informazione è completata dalla relativa Scheda Vaccinazione.

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Schede malattie tropicali


Diffuse nell’area tropicale, dove hanno origine, di fatto sono esportate in tutto il mondo, le malattie tropicali sono spesso “mascherate” e “ingannatrici” e per questo difficili da diagnosticare e curare, se non si conoscono .

DISTRIBUZIONE MALATTIE TROPICALI
                            DISTRIBUZIONE MALATTIE TROPICALI

 

In questa area del sito offriamo ai nostri lettori la possibilità di apprendere informazioni di base sulle malattie tropicali più conosciute e frequenti, sulla loro distribuzione nel mondo, sui sintomi e le possibilità di prevenzione e cura. Il linguaggio è semplice, ma gli approfondimenti accontenteranno anche i lettori più esigenti.

Puoi trovare notizie sui vaccini che prevengono alcune di queste malattie nella relativa  Scheda Vaccinazione.

 

SCHEDA MALATTIA

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Un caso mortale di Encefalite Giapponese in un turista australiano

21 Giugno 2017- Encefalite Giapponese
Autore: Chiara Talone – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo Australia- Un caso mortale di Encefalite Giapponese in un turista australiano, di ritorno dalla Thailandia, dopo una vacanza di 10 giorni a Phuket. La diagnosi, effettuata in Australia, non ha chiarito come possa aver contratto la malattia che, peraltro statisticamente, è considerata rara. Il turista non era vaccinato. PROMED Archive Number: 20170621.5122453; ABC News
A coloro che si recano in zone endemiche è raccomandata la vaccinazione che è l’unica arma preventiva, efficace, oltre ad evitare la punture degli insetti con abbigliamento coprente e un efficace repellente.
Il commento del dott. Meo:
“Morto per una encefalite causata da un virus considerato da contagio impossibile, il virus della Encefalite Giapponese.
Dieci giorni di soggiorno a Phuket,  una delle zone marittime più gettonate, meta di milioni di viaggiatori. Mai successo nulla. Non era andato ne in foresta ne nelle risaie interne. Quante teorie strane e prive di significato.
A lui che prendeva il sole sulle spiagge del sud della Thailandia è accaduto ed è morto.
Per lui le statistiche non contano nulla, non contano più nulla. Il virus che uccide maiali, animali da cortile e tanti uccelli ha colpito duro a livello cerebrale e poi non ha lasciato scampo.
Quanta incertezza nel consigliare il vaccino. Un vaccino sicuro ed efficace, un vaccino salvavita.
Oggi il consiglio deve essere un imperativo. Perché rischiare quando il vaccino per Encefalite Giapponese copre nel 100% dei casi.
Il contagio avviene nelle città, nei centri abitati, dove gli animali convivono con gli uomini. E bastano pochi giorni di soggiorno per rischiare.
Che questo ennesimo decesso serva di monito. Lui e la ragazza che ad Hong Kong, partita da Milano, non ce l’ha fatta per una meningite di tipo B.
Ragazzi vogliamo smetterla di giocare alla Roulette Russa con malattie evitabili?! Sono vaccini costosi, ma la vita vale più della spesa nei confronti di chi può’Per saperne di più –  Encefalite Giapponese: cosa c’è da sapere

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Encefalite Giapponese: cosa c’è da sapere

L’Encefalite Giapponese è una infezione virale acuta, trasmessa all’uomo da zanzare del tipo Culex, e rappresenta la prima causa di malattia encefalica, midollare e meningea nei paesi Asiatici ed in particolare in Estremo Oriente. L’infezione virale si diffonde sia nelle aree rurali particolarmente umide ed acquose, per esempio nelle risaie, dove si affollano uccelli di tutti i tipi ma in particolare Aironi a vari tipi di trampolieri; sia in aree abitate da animali da cortile, ed in particolare da maiali, sempre più diffusi in tutta l’Asia orientale, il Sub-continente indiano, ed in particolare in Cina, fino alle Filippine ed al Giappone, al sud est asiatico con tendenza a diffondere nel Borneo ed in parte dell’Oceania (Isole del Pacifico). Villaggi rurali ma anche città dove convivono animali da cortile, ed in particolare maiali con uomini, costituiscono un luogo preferenziale dove il contagio attraverso la puntura di zanzara viene facilitato.

La convivenza tra animali, e tra questi i suini, e l’uomo, caratteristica della cultura orientale, ed in particolare la vita di intere famiglie contadine accanto alla loro fonte di reddito, gli animali, nei sobborghi della maggior parte delle città orientali; ed anche la presenza nei mercati e nelle grandi fiere commerciali di suini vivi, che vengono tenuti in pessime condizioni igieniche, favoriscono la presenza ed il diffondersi di encefaliti suine, e la sempre maggiore diffusione della malattie in altri mammiferi e nell’uomo. Gli aironi ed altri uccelli migratori funzionano da diffusori importanti della malattia. Così si spiega la diffusione rapida non solo lungo le vie commerciali dei suini, ma anche lungo le tratte migratorie dei grandi uccelli. La diffusione della malattia anche in Australia ed in diverse isole oceaniche, trova una spiegazione in questo tipo di trasmissione. Non solo quindi le aree rurali ma anche villaggi, cittadine e metropoli non vengono risparmiate dalla diffusione di questa grave malattia, spesso asintomatica, talvolta aggressiva e raramente mortale. Una malattia che non va sottovalutata da chiunque per ragioni di turismo, di lavoro o di studio si rechi nei paesi Asiatici ed anche oceanici.

La malattia è particolarmente frequente ed attiva negli animali, specialmente uccelli e suini, con possibilità di trasmissione all’uomo, durante il periodo monsonico, in particolare nel periodo iniziale di cambio dei venti, di arrivo delle masse di aria caldo umide e di aumento della presenza della zanzara, del tipo Culex, nel terreno. La zanzara è presente nella fase iniziale delle piogge, con una lieve flessione della presenza durante il periodo delle forti piogge e dei cicloni, e con una ripresa della attività alla fine della stagione delle piogge. Dalla fine dei mesi di aprile e maggio fino al mese di novembre inoltrato sono coinvolti nella trasmissione della virosi i paesi asiatici del Nord, con diminuzione del rischio di contagio della malattia nella Malesia, Indonesia e Borneo. Dal mese di Ottobre i rischi di contagio del virus si invertono con una diminuzione della malattia al sud dell’Asia ed una forte ripresa dal Sub continente indiano, l’isola di Sri Lanka, al Myanmar, la Thailandia, Vietnam e Cambogia, ed i paesi del nord dell’Asia. Nella fascia equatoriale, dove il caldo umido, la presenza di zanzare e le ore luce rimangono costanti, la malattia si mantiene presente negli animali ed il rischio di contagio si modifica di poco. Nei paesi con cambiamenti stagionali marcati, il rischio della malattia si lega alla stagione e scompare dal territorio. Quindi esiste una fascia centrale, equatoriale, di rischio costante, una fascia intermedia, tropicale, di rischio periodico, ed una fascia sopra tropicale di rischio sporadico, legato anche alla migrazione degli uccelli ed alla presenza di suini infetti, sempre in presenza della zanzara vettrice.

Il contagio può avvenire durante un soggiorno anche breve in una area considerata a rischio per la presenza di animali infetti. Ma il rischio di contagio è presente anche durante un passaggio veloce in una area a rischio malattia. Le indicazioni preventive che indicano la vaccinazione a chi risiede sul territorio per più di un mese hanno scarsa validità scientifica. La trasmissione può avvenire anche per un passaggio di pochi minuti in un posto rischioso. E’ evidente che maggiore è il periodo di soggiorno e maggiore è il rischio di contagio e di ammalare. Ma legare la pratica vaccinale al periodo di permanenza è un “non senso” scientifico ed anche pratico.

Indicazioni per i viaggiatori internazionali

La vaccinazione non è obbligatoria ma deve essere consigliati a chi si reca nei paesi e nelle aree considerate a rischio. I bambini sono i soggetti più a rischio e quindi per loro va fatta una reale valutazione vaccinale.

Si stima che il rischio di sviluppare l’encefalite giapponese sintomatica nei viaggiatori diretti in aree endemiche sia compreso tra 1 su 100.000, ma aumenta nel caso i viaggiatori si spostino in aree rurali. Sono a maggior rischio i viaggiatori, i campeggiatori, che visitano aree rurali e agricole nei paesi endemici. E’ aumentato negli ultimi anni il rischio anche nelle aree urbane, determinato anche dal trasporto di zanzare infette con mezzi di trasporto. Inoltre, le variazioni stagionali nella trasmissione dell’infezione sono correlate alla temperatura e alle precipitazioni. Le regioni asiatiche a clima temperato (tra cui Giappone, Cina e India settentrionale) sono soggette ad epidemie annuali (da aprile maggio a novembre), mentre nelle regioni tropicali ed equatoriali (Indonesia, Malesia, Filippine, India meridionale) la trasmissione può verificarsi in ogni stagione dell’anno, con picchi dopo le stagioni monsoniche e l’irrigazione associata alla coltivazione del riso. Il vaccino IXIARO è indicato per la popolazione neonata, dai due mesi in avanti, per bambini dai 3 ai 13 anni e per gli adulti. E’ consigliato anche per gli over 65.

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MERS-CoV: per saperne di più

11 Giugno 2015  -La Sindrome Respiratoria Mediorientale da Coronavirus (MERS- CoV) è una malattia respiratoria virale, causata da un coronavirus, virus a RNA. I sintomi prodotti da questo virus sono generalmente simili ad un semplice raffreddore da rhinovirus (rinorrea, ostruzione delle coane, starnuti, febbricola). Del genere Coronavirus fa anche parte il temibile virus della SARS che nel 2003 provocò la morte di 775 persone nel mondo.
I coronavirus sono responsabili del 20% delle polmoniti virali. La SARS, variante dei Coronavirus, che fu isolata per la prima volta nel 2003, ha le stesse caratteristiche morfologiche degli altri Coronavirus, ma risulta essere una specie del tutto nuova derivata da un serbatoio animale, ancora non noto, che si è adattato all’uomo.
Tra i fattori che il virus della SARS utilizza per incrementare notevolmente la sua virulenza c’è un il sistema di inibizione dell’interferone.
Il primo caso di polmonite da Coronavirus è stato riportato in Arabia Saudita nel 2012 e da allora si è diffuso in diversi altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e la Corea del Sud.
Ed è proprio della Corea del Sud il nuovo focolare a destare preoccupazione.
Secondo L’EpochTimes ad oggi sono 13 i nuovi casi di contagio confermati alle autorità locali, portando il numero totale di contagiati in Corea del Sud a 108. Di questi 9 sono decessi.
L’infezione si presenta con febbre, tosse, difficoltà nella respirazione e occasionalmente disturbi gastrointestinali e insufficienza renale.
Il 7 giugno, l’OMS ha convocato una teleconferenza con virologi provenienti da Asia, Medio Oriente, Europa e Nord America, tra cui molti con una vasta esperienza nel lavoro con i coronavirus MERS per interpretare i risultati di un sequenziamento effettuato da scienziati cinesi i quali hanno sequenziato completamente il virus isolato da un paziente che è stato esposto alla malattia in Corea e che poi ha viaggiato in Cina, dove la sua infezione è stata diagnosticata.
I risultati del sequenziamento, ad oggi sono ancora preliminari; è necessario più tempo per la loro corretta interpretazione.

Fonte: CDC

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La vitamina C uccide il batterio della tubercolosi

21 maggio 2013 – Secondo studi condotti da un gruppo di ricercatori americani, la vitamina C, aggiunta a colture di Mycobacterium tuberculosis, ne provocherebbe la morte, a causa di una reazione catalizzata dalla stessa vitamina C. La stessa azione non si esplica, invece, su altri batteri Gram positivi e Gram negativi, patogeni o no. La scoperta aprirebbe la strada a nuove terapie combinate ed assume un aspetto molto importante se si considera che l’azione battericida si esplica anche sui ceppi di Mycobacterium che rivelano resistenza alle attuali terapie, problema rivelatosi negli ultimi tempi in tutta la sua vastità e gravità.

Fonte

nature.com

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Test Mantoux

durante la chiusura estiva del Cesmet puoi prenotare il tuo test  nei giorni indicati (clicca qui)

 

Il test alla tubercolina, o Test Mantoux, indica il grado di  sensibilizzazione al bacillo tubercolare.
Si tratta di una intradermoreazione all’iniezione, nella faccia anteriore dell’avambraccio, di una quantità definita di Tubercolina. La reazione può essere completamente assente o può evidenziarsi con la comparsa di un’area papulo-eritematosa di dimensioni variabili. Il grado di sensibilizzazione al bacillo tubercolare si misura proprio dall’ampiezza, in mm, di questa reazione.
L’interpretazione del test va sempre fatta da un medico, che terrà conto anche di altri parametri clinici e epidemiologici.

Per informazioni e prenotazioni contattaci via e mail o chiama il numero 06-39030481

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Cambiamenti climatici e malattie: un esempio dalla Legionella

“Attenzione alla Legionella dopo le grandi piogge”

Situazioni di emergenza in coincidenza di particolari eventi catastrofici si possono associare a focolai di malattie specifiche. È il caso della meningite epidemica ad esempio, che facilmente capita nelle tendopoli di popolazioni di senza tetto. È il caso anche di focolai di malattie a contagio oro fecale: le varie epatiti alimentari, A ed E, le salmonellosi etc. Le alluvioni sono un fenomeno relativamente eccezionale,  ed alcuni effetti possono essere previsti, almeno in campo sanitario. È questo il caso della legionellosi. Nella fattispecie si  è già associata ad eventi alluvionali nel 2011 a Pittsburgh, con dei casi sporadici ed un piccolo focolaio di 15 casi, verificatisi nell’arco di quindici giorni, in una casa di cura. Inoltre studi epidemiologici condotti da studiosi americani ed olandesi hanno accertato un legame tra aumentata quantità di precipitazioni piovose e prevalenza di legionellosi. Addirittura, secondo uno studio in corso in collaborazione tra l’ “Allegheny County Health Dept” (Pittsburgh) e lo “Special Pathogens Lab” di  Pittsburgh,  è presente una diretta correlazione con l’intensità di precipitazione, cioè il rain rate espresso in mm/h’.  Anche se i meccanismi con i quali questa contaminazione avviene non sono del tutto chiariti, forse, il deflusso di sedimenti organici durante le forti piogge potrebbe contaminare i sistemi idrici della collettività.

Questo infatti faciliterebbe l’ingresso, quasi a pressione, e l’attecchimento della Legionella pneumophila nei sistemi di alimentazione da rete  e di distribuzione idrica negli edifici di grandi dimensioni, come gli ospedali. In coincidenza quindi dei recenti episodi di alluvioni determinati dall’uragano Sandy negli Stati Uniti, e adesso in Italia, con l’inondazione del Maremmano, i medici dovrebbero sempre sospettare la presenza di una legionellosi in caso di polmonite, sia acquisita in comunità che in pazienti degenti in ospedale, magari da tempo, ricordandosi di sottoporre il soggetto interessato al test di identificazione di Legionella sulle urine, oltre allo pneumococco.

La ricerca colturale del patogeno nelle docce e nei rubinetti dell’ospedale deve comunque accompagnare la ricerca clinica. E nel caso vi fosse una discordanza e il predetto test su urine del paziente fosse negativo, mentre la coltura da acqua proveniente dall’impianto risultasse positiva per Legionella di siero gruppo non 1, si procede alla coltura selettiva da espettorato nel malato sospetto, in quanto il test urinario rileva solamente il sierogruppo 1 della Legionella. Si devono controllare con particolare attenzione le condizioni dei bambini e degli anziani ricoverati.

Anche se il periodo di incubazione della legionellosi è di 2-14 giorni, il profondo cambiamento delle condizioni ambientali determinato dalle catastrofi naturali meteorologiche può ripercuotersi a distanza di tempo.  La Legionella è un microrganismo ambientale ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra i 32 e i 45 °C.  Si conosce anche un rapporto simbiotico fra Legionella, amebe, alghe verdi azzurre e ciliati, che probabilmente garantiscono la sopravvivenza del patogeno in ambienti umidi.  La trasmissione è facilitata dalla aerosolizzazione e le categorie a rischio sono soprattutto anziani, fumatori, pazienti con malattie respiratorie croniche, pazienti dializzati. E come affermato nella sezione dedicata all’argomento nel sito dell’ISS , http://www.epicentro.iss.it/problemi/legionellosi/legionellosi.asp , la Legionella è favorita dalle situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in case di cura, residenze per anziani, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione o di trattamento dell’aria o di ricircolarizzazione delle acque. In particolare, negli ultimi anni, il problema si è manifestato in seguito all’intensificarsi dei viaggi in zone del mondo dove la gestione degli impianti idrici può essere poco accurata.

Studiando l’alta prevalenza della malattia nei camionisti, ricercatori giapponesi hanno ipotizzato che gli aerosol contaminati riescano ad entrare nel camion, quando passa su superfici stradali bagnate dalla pioggia, e disseminate di pozzanghere, in quanto la Legionella è stata isolata dalle pozzanghere di pioggia su strade asfaltate, in particolare durante la stagione calda.

Le inondazioni dovute a intense piogge hanno creato le condizioni per  un focolaio di legionellosi in un bar a St Louis, dove una pompa di pozzetto in uno scantinato allagato ha amplificato la riproduzione di Legionella e favorito l’aerosolizzazione successiva.

Nei Paesi Bassi, Schets et al. hanno trovato Legionella nell’acqua piovana raccolta nei serbatoi del tetto, che possono costituire un rischio per la salute quando aerosol contenenti Legionella si formano nel corso dell’uso dello sciacquone o quando si effettua una doccia e poi vengono inalati.

Fonte

www.promedmail.org

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