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Super Zanzara contro i virus Dengue e Zika

20 Febbraio 2016 – Buone speranze per placare la dilagante epidemia di virus Zika che ha ormai raggiunto dimensioni pandemiche.
Gli scienziati australiani del Peter Doherty Institute dell’Università di Melbourne hanno creato una nuova sottospecie di zanzara che prevedono possa aiutare a combattere virus come Dengue e Zika.
La sottospecie di zanzara del genere Aedes aegypti è stata infettata con due specie di batteri appartenenti al genere Wolbachia, resistenti ai virus.
Il genere Wolbachia comprende batteri parassiti intracellulari obbligati di diverse specie di artropodi.
Test di laboratorio hanno rilevato come la zanzara super-infettata sia più efficace nel prevenire la trasmissione del virus Dengue, di quella infettata da un solo tipo di batterio. Secondo gli scienziati l’infezione sarebbe abortita in quanto la presenza del batterio bloccherebbe la capacità del virus di diffondersi attraverso i tessuti e in particolare di raggiungere le ghiandole salivari del vettore per la trasmissione ad un nuovo ospite.
Questo suggerisce che l’insetto possa essere utilizzato come strumento per il biocontrollo di altri virus trasmessi dalla stessa specie di zanzara quali, Febbre gialla, Chikungunya e Zika. Inoltre la colonizzazione dei batteri simbionti diffonderebbe rapidamente attraverso le popolazioni di zanzare in quanto trasmessi per via transovarica.
Nella prossima fase di sperimentazioni sarà messa alla prova l’efficacia del biocontrollo della trasmissione di dengue, ma anche di altri virus trasmessi dall’insetto vettore. Gli studiosi sono molto fiduciosi che anche gli altri virus siano ugualmente vulnerabili alle zanzare super-infettate dal batterio ed in particolare di poter bloccare la una nuova emergenza globale, l’infezione da virus Zika e le sue complicazioni.
Fonte: PLOS Pathogens.

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Casi di Chikungunya a Roma e nel Lazio

Il pacchetto di esami diagnostici perdiagnosi di Chikungunya comprende:
– test sierologico per la ricerca degli anticorpo contro il virus;
– emocromo, ves, PCR, mucoproteine, elettroforesi proteica.
La diagnosi finale è elaborata dal medico anche con la valutazione di altre analisi cliniche. Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 0639030481
Presso la Travel Clinic CESMET si esegue la ricerca di anticorpi IgM contro il virus Chikungunya in test immunocromatografico.
Il pacchetto di esami diagnostici per diagnosi di Chikungunya comprende:
– test sierologico per la ricerca degli anticorpo contro il virus;
– emocromo, ves, PCR, mucoproteine, elettroforesi proteica.
La diagnosi finale è elaborata dal medico specialista tropicalista anche con la valutazione di altre analisi cliniche. Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 0639030481 o scrivi una mail ad ambulatorio@cesmet.com 
11 Ottobre 2017 – Chikungunya: nel Lazio, raggiungono un totale di 86 i casi
Dall’ultimo aggiornamento del 20 settembre 2017, la Regione comunica che i casi di Chikungunya nel lazio, raggiungono un totale di 86 casi.
La Direzione regionale Salute e Politiche sociali ha poi comunicato che “è stato isolato dal laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, il virus che sta causando l’epidemia di Chikungunya nel Lazio”. Il virus isolato è stato denominato “CHIKV/ITA/Lazio-INMI1-2017.
La Regione Lazio dichiara che “in aree dove si segnalano casi autoctoni singoli o focolai epidemici autoctoni (2 o più casi) scattano le misure di disinfestazione previste dal Piano nazionale di Sorveglianza 2017 del ministero della Salute ovvero trattamenti su suolo pubblico e privato, trattamenti adulticidi con prodotti abbattenti, trattamenti dei focolai larvali, replica di tutti gli interventi in caso di pioggia e ripetizione dell’intero ciclo dopo la prima settimana”.
La prevenzione dalle punture gioca un ruolo fondamentale nel constrastare la diffusione
usando repellenti chimici e naturali, come l’efficace Olio di Neem, e indossando indumenti lunghi e chiari quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
usando le zanzariere alle finestre
svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante
cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotare le piscinette per i bambini quando non sono usate.
Dall’ultimo aggiornamento del 20 settembre 2017, la Regione comunica che i casi di Chikungunya nel lazio, raggiungono un totale di 86 casi.
La Direzione regionale Salute e Politiche sociali ha poi comunicato che “è stato isolato dal laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, il virus che sta causando l’epidemia di Chikungunya nel Lazio”. Il virus isolato è stato denominato “CHIKV/ITA/Lazio-INMI1-2017.
La Regione Lazio dichiara che “in aree dove si segnalano casi autoctoni singoli o focolai epidemici autoctoni (2 o più casi) scattano le misure di disinfestazione previste dal Piano nazionale di Sorveglianza 2017 del ministero della Salute ovvero trattamenti su suolo pubblico e privato, trattamenti adulticidi con prodotti abbattenti, trattamenti dei focolai larvali, replica di tutti gli interventi in caso di pioggia e ripetizione dell’intero ciclo dopo la prima settimana”.
La prevenzione dalle punture gioca un ruolo fondamentale nel constrastare la diffusione
usando repellenti chimici e naturali, come l’efficace Olio di Neem, e indossando indumenti lunghi e chiari quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
usando le zanzariere alle finestre
svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante
cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotare le piscinette per i bambini quando non sono usate.

Dall’ultimo aggiornamento, la Regione comunica che i casi di Chikungunya nel lazio, raggiungono un totale di 86 casi.  (clicca qui la scheda malattia Chikungunya)

La Direzione regionale Salute e Politiche sociali ha poi comunicato che “è stato isolato dal laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, il virus che sta causando l’epidemia di Chikungunya nel Lazio”. Il virus isolato è stato denominato “CHIKV/ITA/Lazio-INMI1-2017.
La Regione Lazio dichiara che “in aree dove si segnalano casi autoctoni singoli o focolai epidemici autoctoni (2 o più casi) scattano le misure di disinfestazione previste dal Piano nazionale di Sorveglianza 2017 del ministero della Salute ovvero trattamenti su suolo pubblico e privato, trattamenti adulticidi con prodotti abbattenti, trattamenti dei focolai larvali, replica di tutti gli interventi in caso di pioggia e ripetizione dell’intero ciclo dopo la prima settimana”.
La prevenzione dalle punture gioca un ruolo fondamentale nel constrastare la diffusione:
– usando repellenti chimici e naturali, come l’efficace Olio di Neem, e indossando indumenti lunghi e chiari quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
– usando le zanzariere alle finestre
– svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante
– cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotare le piscinette per i bambini quando non sono usate.
24 Settembre 2017 – Chikungunya: l’andamento di casi che sono in aumento a Roma e nel Lazio è di tipo epidemico. L’aumento dei casi e la presenza di zanzare infette ricalca la storia di questa malattia esotica. Alcuni casi anche in Romagna, nelle marche ed in Lombardia. Precauzioni per chi viene in Italia raccomandate da OMS.Di giorno in giorno notizie di nuovi casi. L’andamento è quello di una vera e propria malattia, manifestatasi con i primi casi nel mese di Luglio. Superati nel Lazio i 100 casi accertati di Chikungunya dal Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive (Seresmi). Solo una minoranza di casi sono stati identificati e sono insorti nella Capitale. La maggior parte di questi casi, molti dei quali con sintomi piuttosto acuti, dove il dolore è stato il sintomo principale, sono residenti o hanno soggiornato nel Comune di Anzio, e non si sono mossi dalle loro residenze nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi. Il contagio è quindi avvenuto all’interno delle mura delle proprie abitazioni o nei giardini intorno alla propria casa. Quindi l’episodio epidemico è da considerare, locale, di un area ben precisa, con il coinvolgimento di alcune aree dell’Agro Pontino ed alcuni quartieri di Roma. Sono coinvolti in questo momento i quartieri del Sud Est della Capitale. Come accade spesso in molte aree del mondo, questi focolai di arbovirosi diffondono talvolta in modo sporadico, e molto spesso in modo più massiccio ed esteso, ed i casi si manifestano e crescono giorno dopo giorno. Sicuramente nella Regione Lazio, ed in particolare a Roma “la zanzara tigre” prospera e si moltiplica in tutte le riserve di acqua, i tombini, i sottovasi, copertoni, ed altre situazioni che favoriscono il deposito delle uova, la loro schiusa, e la crescita delle larve. D’altra parte, ed è un dato incontrovertibile, in molte zone della nostra regione sono aumentati ormai da anni i soggetti, portatori sani del virus della Chikungunya, provenienti da Paesi dove la malattia è da sempre presente. Ricordo che il serbatoio della malattia è umano, ed il virus si trasmette da “persona portatrice di virus” a “persona sana”. E’ questo il modo con cui si innesca e si trasmette la malattia in tutto il mondo, e con cui si contagia la virosi. Fino ad ora, in Italia, il serbatoio di soggetti portatori del virus, è stato sporadico e molto limitato, ossia poche erano le persone portatrici del virus, e la possibilità per una “zanzara tigre” di infettarsi era quasi impossibile. Le punture così dette infettive, erano molto limitate e non consentivano ad un numero adeguato di insetti di infettarsi e trasmettere la malattia virale. Oggi il numero dei portatori, grazie ai continui viaggi ed arrivi dalle aree endemiche, è indubbiamente aumentato e “zanzare Aedes” ed i portatori di virus convivono e si ritrovano per lunghi periodi nelle stesse aree. La possibilità di innesco della malattia è quindi aumentata rispetto al passato ed è sempre più un evento probabile. La persistenza delle zanzare nei terreni paludosi, ma anche negli acquitrini delle nostre città e dei centri abitati, grazie ad un clima tropicalizzato è molto facilitata anche nei mesi di passaggio dall’estate a quei mesi, più freschi che freddi.
Con questo meccanismo si sono generati i casi di Chikungunya ad Anzio ed a Roma, probabile unico focolaio, e questa epidemia ha portato un problema non indifferente per le donazioni di sangue. Infatti proprio il persistere del virus nel sangue, e la possibile trasmissione attraverso le trasfusioni ha determinato la sospensione di tutte le donazioni sul territorio di RomaSud-Est e di Anzio.
Gli interventi fondamentali da attuare, per impedire il diffondersi della malattia, sono una disinfestazione capillare e continua su grandi territori. E’ compito delle autorità comunali e regionali disinfestare e controllare la crescita e la diffusione degli insetti. Ma non basta. Ognuno di noi deve controllare i propri balconi, le piccole riserve di acqua, gli scoli dei condizionatori, accanto alle proprie abitazioni. Ognuno di noi è artefice della propria disinfestazione. Il controllo e l’attenzione al proprio territorio ma anche alle zone dove normalmente camminiamo, è la chiave per il controllo della presenza delle zanzare e per evitare la diffusione del virus nelle nostre città. Un virus comunque è fortemente debilitante e per questo pericoloso in particolare nei piccoli bambini, anziani e persone malate e defedate.
Dott. Paolo Meo – medico tropicalista, presidente della Travel Clinic CESMET   
13 Settembre 2017 – Chikungunya: una febbre virale esotica nel bacino del Mediterraneo. Da sempre in Asia ed in Africa, da qualche anno sempre più presente anche a casa nostra. Clima, Globalizzazione, Viaggi. Anche i microbi viaggiano.
Il virus della Chikungunya, si è affacciato ad Agosto anche nella zona di Anzio, in Provincia di Roma. Già nell’Agosto del 2007 casi, importati dall’oriente, erano stati identificati, notificati ed isolati in alcuni paesi romagnoli, dove oltre 250 persone erano state contagiate.
Le persone colpite dal virus, alla cui famiglia appartengo i virus causa della Dengue, Zika, West Nile, Febbre Gialla ed altre malattie, presentano una febbre particolarmente elevata e debilitante. I dolori articolari e muscolari sono la caratteristica e si manifestano in modo particolarmente violento. un esantema diffuso si può presentare talvolta. Molto rari gli effetti sul sangue, ed in particolare sulle piastrine, al contrario di altre arbovirosi. Chi vive e lavora nelle aree tropicali si è abituato a convivere con queste malattie, ma la debolezza residua e la difficile ripresa sono le caratteristiche che accompagnano per mesi le persone affette dalla virosi. Non quindi una banale “influenza” ma una forma intensa e fortemente debilitante. Il nome stesso “Chikungunya” descrive bene in lingua swahili (africano) le caratteristiche: una malattia che accartoccia dal dolore, abbatte e ti costringe all’immobilismo.
Nel nostro ospedale in Tanzania, negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un aumento importante di casi, sempre più aggressivi e debilitanti, in una area dove sembra che questo virus prenda sempre più il posto della stessa “dengue”, virus che ritengo più aggressivo e pericoloso, soprattutto nei bambini e nelle persone deboli.
L’Istituto Superiore di Sanità con l’ospedale Spallanzani hanno identificato tre casi di Chikungunya nella zona costiera laziale di Anzio.
Nessuno delle persone contagiate ed affette da chikungunjia aveva viaggiato all’estero, ma sono stati tutti infettati dalla puntura di zanzare infette. Aedes albopictus ed Aedes aegypti sono i vettori, cioè i trasportatori di questi virus esotici. In questo caso le zanzare, presenti in modo massiccio in tutto il nostro territorio, pungendo una persona portatore del virus, che proveniente dai paesi dove è presente la malattia in modo endemico, può innescare il focolaio. Quindi, al contrario della malaria, le cui condizioni ambientali e di assenza di zanzare vettrici, non consentono il contagio, per questo virus, esistono tutte le condizioni climatiche, ambientali e di presenza di vettori per il propagarsi  della malattia.
Comunque è da considerare che il rischio di una ulteriore e più importante diffusione della malattia è  basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale per le modalità di innesco della malattia medesima. Occorrono molti soggetti portatori del virus e quindi punture ripetute e continue per innescare il processo di diffusione del virus nella popolazione locale autoctona. Evenienza per il momento molto remota nel nostro territorio. Piccoli focolai, come quello di Anzio, o Romagnolo, o i focolai Francesi o Greci sono stati tutti facilmente controllati e risolti proprio per questo motivo. Diverso quando, come nei territori dove noi operiamo, in Africa o Asia, troviamo una buona percentuale di popolazione portatrice sana o con sintomi sfumati, e questo serbatoio costituisce una riserva inarrestabile per la diffusione della malattia in questi paesi esotici.
La soluzione fondamentale è il controllo delle zanzare nel territorio non solo da parte delle autorità comunali o regionali ma per prima cosa da parte di ognuno noi. Ogni piccola raccolta di acqua che lasciamo sotto i vasi, nei giardini o la non attenzione a svuotare  contenitori di acqua che incontriamo anche per strada, contribuisce a favorire la presenza di zanzare, talvolta potenzialmente molto pericolose. Altro accorgimento essenziale per chi vive in territori dove la presenza di zanzara tigre è elevata, proteggersi dalla puntura, che in alcune stagioni e situazioni oltre che fastidiosa potrebbe essere anche pericolosa. Tra i prodotti repellenti, sicuri ed efficaci, “olio di neem compositum, formulazione umana composta, utilizzato soprattutto in oriente nei neonati nei soggetti più delicati, è uno dei prodotti che ritengo essere di grande efficacia, prima e dopo le punture.
Comunque nel Lazio la regione Lazio ha ordinato al comune di Anzio di procedere alla disinfestazione in un’area del suo territorio dopo questo episodio. La Asl RM 6 e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana hanno individuato nelle aree studiate e controllate la presenza di alcune zanzare infette. Quindi il contagio era avvenuto in una area dove le zanzare si erano infettate da qualche serbatoio umano. L’Istituto Superiore di Sanità, su richiesta della regione, ha posizionato alcune esche speciali per indicare tutte le aree dove eventualmente sono presenti le larve. Il focolaio sembra essere sotto controllo.
Gli eventi di questi giorni ci insegna che occorre cominciare ad abituarsi a convivere anche con nuove forme di malattia, favorite dal clima e dall’ambiente, cominciando a capire come proteggersi, prevenire e comportarsi in modo adeguato.
Dott. Paolo Meo – medico tropicalista, presidente della Travel Clinic CESMET

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Lotta alle Zanzare del tipo Aedes albopictus (zanzara tigre)

Dall’ allarme Febbre Gialla che sta colpendo l’Angola (compresa la capitale Luanda dove sono stati denunciati diversi casi, una delle peggiori epidemie mai verificatasi in Africa negli ultimi decenni) ci giunge una volta ancora un insegnamento che non riusciamo a comprendere: ogni volta che si abbassa la guardia sulle malattie, ogni volta che diminuiscono i livelli di controllo del territorio e che diminuiscono le coperture vaccinali, i microrganismi rialzano la testa.
La lotta alle zanzare Aedes, ovunque nel mondo, ma per quel che ci interesse, la lotta alla zanzare tigre nel bacino del mediterraneo, vuol dire allontanare il rischio di importare malattie esotiche che sembrano lontane ma sono sempre più dietro l’angolo.
Prendiamo spunto da una intervista che il Prof. Massimo Andreoni, primario di malattie infettive di Tor Vergata, ha concesso ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano per esprimere alcune considerazioni sulle questioni trattate:
Rispetto a Zika, la Febbre Gialla è una malattia molto più grave, spiega Andreoni, ha infatti una mortalità alta, che arriva al 10-20% e colpisce persone sane. Per l’Italia è un problema legato al fatto che la zanzara vettore del virus è presente anche qui. Se arrivano persone malate in Italia e la zanzara dovesse pungerle, potenzialmente si potrebbe aprire un focolaio di Febbre Gialla anche in Italia. Esistono diverse decine di migliaia di casi nel mondo”.
Da quando la zanzara tigre nostrana, ossia la zanzara del tipo Aedes albopictus, è arrivata in Italia ed in Europa (attraverso il trasporto di copertoni nei containers giunti da alcuni paesi orientali, ed ha conquistato progressivamente territori sempre più vasti prendendo il posto della innocua e più socievole zanzara del tipo Culex), il timore dell’insorgenza di epidemie più o meno gravi di malattie presenti in altri continenti e ancora non diffusesi nel nostro paese, si è impossessata della comunità scientifica e nella opinione pubblica in Italia e nella UE.
Dengue e Chikungunya, le febbri virali esotiche, l’incubo di tanti turisti in partenza per l’Asia e l’America Latina, sono diventate due malattie infettive a cui le sanità pubbliche dei paesi europei guardano con grande attenzione.
A queste si è aggiunto il Virus Zika, che tanto rumore ha fatto negli ultimi mesi.
Ora è il virus della Febbre Gialla a mettere paura nel bacino del mediterraneo.
Ipotesi lontane, un tempo considerate impossibili, ma che negli anni lentamente sono diventate realtà possibili con la comparsa di piccoli focolai in diversi paesi rivieraschi quali Francia e Spagna, Italia e Grecia ed anche diversi paesi Balcanici.
Le piccole epidemie di dengue in Francia e Spagna hanno fatto rumore e la più grande epidemia di Chikungunya in Italia, nella bassa Romagna è stata osservata in tutto il mondo.
Casi e situazioni, per fortuna, sempre controllate e neutralizzate dai servizi di igiene pubblica. Ma la zanzara tigre, vettore ipotetico di tante malattie, resta e si rafforza nel territorio e in tutto il bacino del mediterraneo. 
Che ci sia la possibilità di un innesco e di una diffusione di focolai di Arbovirosi, di diversi tipi di febbri tropicali, di malattie come la malaria, trasmessa da zanzare del tipo Anopheles, non è evento improbabile ma sempre più possibile. Occorrono condizioni particolari come la presenza dei vettori in quantità sufficienti, un numero sufficiente di zanzare infette con il microrganismo, un numero adeguato di soggetti portatori del virus o dei parassiti per far innescare la trasmissione da uomo ad uomo in un area o territorio dove prima non esisteva.
Ed i cambiamenti del clima non fanno che facilitare la tropicalizzazione della nostra area mediterranea.
Sappiamo anche bene che la globalizzazione, i flussi migratori, la libera circolazione di merci e di mezzi di trasporto hanno reso contigue aree e territori un tempo infinitamente distanti, aree dove sono presenti tante malattie a noi sconosciute. E l’ipotesi del contagio per contiguità e per trasporto diventa sempre più possibile. 
Per capire il fenomeno voglio ricordare alcuni esempi concreti come l’isola di Zanzibar dove la dengue è arrivata per contiguità con le centinaia di imbarcazioni che giornalmente fanno la spola dal continente infetto dal virus. La città di Addis Abeba (Etiopia) dove la malaria si presenta ed è presente, al contrario di quanto si pensi per contiguità, ossia per le migliaia di automezzi che giornalmente giungono da tutta l’Etiopia, e gli esempi di questo tipo sarebbero infiniti.
Le aree tropicali, le zone di elevata epidemia, sono oramai contigue alle nostre latitudini con clima sempre più tropicalizzato. Oggi tutto è possibile.
E’ necessario attuare un drastico controllo del territorio, delle città e delle campagne, da parte delle autorità sanitarie per evitare la diffusione possibile di queste malattie trasportate da insetti.
Ma ancora più spetta a ciascuno di noi comportarsi correttamente nella vita di tutti i giorni.
La pulizia è il primo livello di sicurezza. Tenere pulito il proprio ambiente e le zone limitrofi alla propria abitazione è dovere civico di tutti ma anche sanitario.
Attenzione particolare va fatta alle raccolte di acqua. Le piccole raccolte sono le più pericolose. Vasi, sottovasi, contenitori nei propri giardini ma anche nel suolo pubblico.
Impariamo a guardarci intorno, impariamo ad essere più civili e puliti ed attenti nei nostri comportamenti.
Con queste semplici attenzioni eviteremo rischi che sono in aumento molto spesso a causa della nostra disattenzione e diseducazione.
Mantenere pulito l’ambiente, considerare i luoghi che frequentiamo e di passaggio parte del patrimonio comune e quindi di ciascuno di noi è la chiave di volta per iniziare una opera di prevenzione delle malattie che si stanno diffondendo e stanno rialzando la testa.
La lotta alle puntura alle zanzare con prodotti utilizzati molto in questi paesi, quale l’olio di Neem, per la lotta alla zanzara Aedes, ma anche Anopheles, lo affronteremo in un prossimo articolo.
Dott. Paolo Meo

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Dengue – Scheda malattia

Descrizione

Negli ultimi decenni la Dengue si è imposta come emergenza di sanità pubblica soprattutto in America Centrale e Meridionale. Il vettore primario per questa malattia è una zanzara che si è espansa in tutti i tropici e in zone urbane dove gli abitanti sono molto suscettibili all’infezione. Il processo di urbanizzazione, che ha lasciato molta gente senza acqua, fognature e sistemi di recupero dei rifiuti, ha favorito la formazione di nuovi siti dove il vettore può insediarsi, velocizzando in questo modo l’espandersi dell’infezione. Anche il controllo costante e meccanico dell’epidemia non ha aiutato a fermare la sua avanzata.

  • Agente infettivo
  • Ciclo vitale
  • Distribuzione
  • Porta di ingresso
  • Trasmissione
  • Incubazione
  • Sintomi
  • Diagnosi
  • Controllo e prevenzione
  • Trattamento
  • Stato della ricerca

Agente infettivo

Virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae. Ci sono quattro principali sierotipi molto simili tra loro: DEN-1, DEN-2, DEN-3, and DEN-4.

Ciclo vitale

L’infezione è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus.

Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Il virione entra nel circolo sanguigno dell’ospite dove viene assorbito o va a legarsi alle membrane cellulari dell’ospite stesso. Sebbene il recettore al quale si legano dia luogo ad endocitosi, il virione comunque rimane momentaneamente bloccato nella cellula ospite all’interno di una vescicola.

Le membrane della cellula ospite sono associate a glicoproteine che contengono una regione che media la fusione fra la membrana cellulare e l’involucro esterno del virione. Questa fusione avviene in ambiente acido. Una volta avvenuta la fusione il virus perde il rivestimento esterno e comincia la traduzione del suo genoma. Si ha quindi la produzione di proteine virali fra il reticolo endoplasmatico e l’apparato del Golgi dove eventualmente le membrane cominciano a riavvolgere il genoma virale dando luogo alla moltiplicazione virale. I virioni si accumulano quindi nelle cellule dell’ospite. Lo step finale del ciclo vitale si ha con la fusione delle vescicole contenenti i virioni con le membrane delle cellule plasmatiche. A questo punto le particelle sono rilasciate e libere di infettare altre cellule.

Distribuzione

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la dengue causa circa 50 milioni di casi ogni anno in tutto il mondo, la maggior parte dei quali si verifica nei continenti del sud del mondo, in particolare nelle zone tropicali e subtropicali. La prevalenza della malattia è drammaticamente aumentata negli ultimi anni e la dengue è oggi endemica in più di 100 Paesi del sud del mondo tra le Americhe, il sud est asiatico, le isole del pacifico occidentale, l’Africa e il mediterraneo occidentale (vedi mappa che segue). Oggi l’Oms stima che i due quinti della popolazione mondiale sia a rischio di dengue.

Nell’Unione Europea la febbre dengue normalmente non si verifica e, soprattutto, nell’Europa continentale non esistono le condizioni per un’ulteriore diffusione della malattia a partire dai pazienti che ritornano dopo aver acquisito l’infezione all’estero. Dal 1999, il Network europeo per la sorveglianza delle malattie infettive da importazione (TropNetEurop) ha riportato 1.117 casi di dengue fra i viaggiatori europei. Nella maggior parte dei casi, le infezioni sono state contratte, nell’ordine, in India, in Thailandia, in Indonesia, in Messico e in Brasile. Secondo il documento dell’Ecdc “Dengue Ferver: Short epidemiological update, 2009”, tra gennaio e giugno 2009 sono stati riportati nelle Americhe un totale di 480.909 casi di dengue, compresi 7.547 casi di febbre emorragica da dengue, con 189 decessi; il 91% di questi casi è stato segnalato in Argentina, Bolivia, Brasile e Colombia.

Porta di ingresso

Cute, mediante la puntura delle zanzare.

Trasmissione

Il virus viene trasmesso attraverso la puntura di diversi tipi di zanzare del genere Stegomyia che si nutrono durante il giorno. Il vettore principale è la Aedes aegypti. Una volta infetta, la zanzara rimane tale per tutta la vita. L’uomo infetto ha il virus che circola nel proprio sangue, la zanzara quindi, nutrendosi del sangue infetto, rimane infettata a sua volta.L’uomo funge quindi da ospite amplificatore dell’infezione ma anche alcune scimmie possono fungere da fonte dell’infezione. Le zanzare femmine possono oltretutto trasmettere l’infezione alle generazioni successive.

Incubazione

Da  1/2 giorni a 15 giorni per la Dengue,esordio improvviso per le febbre emorragica a dengue.

Sintomi

La febbre da Dengue si presenta come una influenza con varie caratteristiche. Molto spesso i bambini la manifestano come una influenza con semplici reazioni cutanee. Gli adolescenti e gli adulti possono avere febbre più leggera, ma frequentemente la malattia si presenta con febbre alta, mal di testa, dolore agli occhi, dolore alle articolazioni e ai muscoli con reazioni cutanee.

Generalmente, se viene contratto un sierotipo di infezione, l’individuo si immunizza a questo sierotipo. Contraendo una infezione da differente sierotipo, viene ad aumentare notevolmente la probabilità che venga ad essere contratta la febbre emorragica da Dengue (DHF), che è una infezione molto seria e potenzialmente fatale. La DHF è caratterizzata da febbre alta, fenomeni emorragici, ingrossamento del fegato e collasso del sistema circolatorio. Un rapido inizio di febbre è la prima indicazione di sospetta DHF, accompagnata da arrossamenti facciali. La febbre persiste per 2-7 giorni e può raggiungere i 41° C seguita da convulsioni febbrili e fenomeni emorragici. Se il paziente viene ricoverato, si può avere una diminuzione dei sintomi, ma se la malattia non viene curata, il paziente può subire uno shock (DSS) con pulsazioni rapide e lente, seguite da segni di collasso circolatorio che si presentano con pelle fredda ed echimosi. Senza un adeguato trattamento il paziente può morire in 12-24 ore.Il tasso di letalità della febbre emorragica dengue varia dal 6 al 30%; la maggior parte dei decessi si verifica nei neonati < 1 anno.

Diagnosi

Solitamente effettuata su base clinica, ma può essere confusa con la febbre da zecche del Colorado, con il tifo, con la febbre gialla e con altre febbri emorragiche. Si può tentare di eseguire una diagnosi sierologica con un test di inibizione dell’emoagglutinazione e di fissazione del complemento su coppie di sieri ma è resa difficile da reazioni crociate con altri flavivirus. L’OMS ha formulato ha formulato criteri clinici per la diagnosi della febbre emorragica dengue, che è considerata un ‘emergenza medica: esordio acuto di febbre alta e continua che dura per 2-7 gg, manifestazioni emorragiche, incluso almeno un test della pinza emostatica e almeno uno dei seguenti sintomi e segni: petecchie, porpora, ecchimosi, gengive sanguinanti, ematemesi o melena; epatomegalia; trombocitopenia ( 100000/ml); o emoconcentrazione (Htc aumentati del  20%). I pazienti affetti da sindrome da shock da dengue presentano anche un polso rapido e debole con l’abbassamento della pressione ( 20 mm Hg) o ipotensione con cute fredda e umida e stato di agitazione.

Controllo e prevenzione

Non c’è un trattamento specifico per la febbre da Dengue, ma una sorveglianza medica attenta salva la vita a molti pazienti. Al giorno d’oggi, l’unico modo per controllare la Dengue e la DHF è quello di combattere la presenza della zanzara vettore utilizzando metodi di controllo di tipo chimico o ripulendo le zone dove il vettore potrebbe annidarsi. Ci sono molte campagne in questo senso, che sensibilizzano la popolazione a ripulire l’ambiente circostante le proprie case da gomme di automobili, bottiglie, lattine e altri oggetti nei quali l’acqua può ristagnare formando un habitat adatto per la zanzara. Le larve sono trattate mediante l’utilizzo di insetticidi.Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata.

Trattamento

La terapia della dengue è sintomatica: importante è il riposo assoluto a letto, l’uso di farmaci antipiretici e la somministrazione di liquidi per combattere la disidratazione; nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con gravi emorragie in diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in rari casi, risultare fatali.Lo sviluppo di un vaccino contro la Dengue e la DHF è molto difficile perché ognuno dei quattro diversi virus può causare infezione e anche perché la protezione contro uno o due virus del Dengue possono incrementare il rischio di contrarre infezione più severe. Sono stati comunque fatti progressi nello sviluppo di un vaccino che può proteggere contro tutti e quattro i virus. Questo vaccino dovrebbe essere disponibile entro alcuni anni.

Stato della ricerca

Si sta cercando di ottenere una zanzara del tipo Aedes modificata, in grado di essere resistente all’infezione virale in questione. Gli scienziati dell’Università della California di Irvine e i colleghi britannici di Oxford hanno messo a punto un nuovo ceppo di zanzare, in cui le femmine non possono volare, finendo così con il morire rapidamente allo stato selvatico. I maschi del ceppo possono volare, ma non mordono, dunque non trasmettono le malattie.

Quando le zanzare geneticamente modificate di sesso maschile si accoppiano con le femmine selvatiche e trasmettono i loro geni, le femmine della prossima generazione non saranno in grado di volare. Gli scienziati stimano che, se rilasciata la nuova razza potrebbe reprimere la popolazione della zanzara in sei – nove mesi. Inoltre, questo approccio potrebbe essere adattato anche per altre specie di zanzare, come quelle che propagano malattie come la malaria e la febbre del Nilo Occidentale. Anche l’Italia farà parte del progetto di sperimentazione durante il prossimo inverno.Si stanno facendo degli studi sulla patogenesi nell’infezione da Dengue dell’ospite, facendo degli studi anche sulla storia dell’individuo e la delineazione dei caratteri dei gruppi più ad alto rischio. Ancora si stanno facendo ricerche sulle dinamiche di trasmissione e sulla genetica delle popolazioni colpite.

Si stanno ancora delineando e migliorando le linee guida per il trattamento della Dengue e la DHF.

Dengue – Scheda malattia Leggi tutto »

Ambiente

L’ambiente e i suoi cambiamenti: come influiscono sulla salute dell’uomo

 

World experts in virology alert that climate change and globalization are an added problem in viral disease transmission (Luglio 2019)
Interessante approfondimento di esperti mondiali che sottolineano quanto sia importante la comunicazione tra epidemiologi, virologi, veterinari allo scopo di studiare in maniera coordinata l’ecosistema uomo-animale-natura.

 

Cambiamento climatico e malattie infettive
Il cambiamento climatico con l’innalzamento della temperatura del Mar Mediterraneo favorisce la proliferazione e la presenza di alcuni insetti vettore di malattie, come le zanzare, soprattutto negli stati costieri ma sempre più anche all’interno del continente.  Ascolta un’interessante intervista .


I cambiamenti climatici e l’impatto sulla salute
Lo scorso dicembre The Lancet ha pubblicato il rapporto “The Lancet Countdown”, realizzato dalle Nazioni Unite in collaborazione con diverse istituzioni accademiche e dedicato all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute. L’analisi delle problematiche attuali di tale tema sottolinea gli effetti diretti dell’aumento della temperatura media globale sulla salute delle persone: diffusione di malattie infettive, impatto sul lavoro e malnutrizione sono alcuni dei principali punti evidenziati dal Report 2018 del Lancet Countdown.  Leggi di più   

 

La differenza tra i cambiamenti climatici di ieri e di oggi
L’attuale lotta al cambio climatico viene spesso contrastata dal luogo comune secondo cui il nostro pianeta ha già vissuto diversi cambi climatici nel corso della storia. Per quanto veritiera, tale affermazione non evidenzia le differenze tra eventi passati e il cambiamento climatico dei nostri giorni. Per far luce su questo tema riportiamo un interessante articolo pubblicato lo scorso Luglio sulla rivista le Scienze che segnala come l’intensità e l’estensione del riscaldamento globale degli ultimi decenni possa essere considerato senza precedenti.

 

Climate Change and Infectious Diseases: A risk assessment of the Chikungunya transmission in Europe
Climate change impacts on human health are becoming a major focus topic for current literature scholars and research studies. The following article analyses how changing climate conditions can influence epidemic diseases’ patterns by affecting infectious agents’ behavior. In particular, the study focuses on the transmission of Chikungunya virus in two European countries characterized by a different climate, Italy and Germany, and identifies that incubation and establishment of both mosquito and virus vectors in such different countries are favored by the increase of temperature, precipitations and humidity in the study areas. Historical data of yearly temperatures and precipitations trends are here reported, followed by predictions of tropical diseases transmission based on previous studies and IPCC’s projections.

 

 

 

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Le novità del Decreto Legge sui vaccini

QUI la Circolare con Indicazioni Operative (Gazzetta ufficiale n. 130 del 7-6-2017)

QUI Il «decreto-legge prevenzione vaccinale» I nuovi obblighi vaccinali

Il Consiglio dei Ministri, dietro pressante richiesta del Ministero della Salute, nel maggio 2017 ha approvato un decreto legge contenente “misure urgenti in materia di prevenzione vaccinale”.

Il nuovo decreto è diretto a garantire in maniera “omogenea”, su tutto territorio nazionale, le attività sanitarie preventive con l’obiettivo di ridurre i rischi per la salute pubblica dovuti all’aumento, in molte aeree, di malattie infettive, con particolare riferimento alla vera e propria epidemia di morbillo esplosa negli ultimi mesi. La decisione governativa si è resa necessaria per mantenere adeguate condizioni di “sicurezza epidemiologica”, ovvero un controllo delle malattie infettive diffusive sul territorio nazionale, attraverso un opera di profilassi e di copertura vaccinale, superando l’attuale frammentazione normativa, determinata dalle deleghe regionali alla sanità. Ogni Regione, fino ad oggi, ha legiferato in modo autonomo ed indipendente, talvolta non tenendo conto dell’interesse nazionale del controllo delle malattie infettive sul territorio.

A proposito delle misure introdotte, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato:

“La scuola avrà l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione, l’Asl avrà l’obbligo di chiamare la famiglia e dare dei giorni per vaccinare. Se ciò non avviene c’è una sanzione molto elevata. E il controllo avviene ogni anno, non una tantum”.

Quali sono le vaccinazioni che sono state rese obbligatorie?

Tenendo soprattutto conto degli obblighi assunti e delle strategie concordate a livello europeo ed internazionale, sono state dichiarate obbligatorie per decreto, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017 /2019, per i ragazzi di età tra 0 ed i 16 anni, le seguenti vaccinazioni:

  • anti-poliomelitica
  • anti-difterica
  • anti-tetanica
  • anti-epatite B
  • anti-pertosse
  • anti Haemophilusinfluenzae tipo B
  • anti-meningococcica B
  • anti-meningococcica C
  • anti-morbillo
  • anti-rosolia
  • anti-parotite
  • anti-varicella

Cosa dicono, nel dettaglio, le nuove misure introdotte?

Oltre all’obbligatorietà delle sopra indicate vaccinazioni, è stato stabilito quanto segue:

da 0 a 6 anni, in assenza di copertura vaccinale il bambino non può accedere all’ asilo nido nè alla scuola materna;

dai 6 ai 16 anni scattano per lo studente una serie di misure se non avrà presentato alla scuola il “certificato di vaccinazione”: il dirigente scolastico dovrà inviare una segnalazione alla ASL, la quale contatterà la famiglia e darà un arco di tempo nel quale effettuare le vaccinazioni al proprio figlio; qualora queste ultime non venissero effettuate nelle tempistiche limite indicate, sono previste sanzioni fino a 7.500 Euro. Inoltre, chi violerà l’obbligo di vaccinazione sarà segnalato dalla ASL al Tribunale dei Minorenni per la sospensione della “potestà genitoriale”.

Quando entreranno in vigore le nuove misure?

Le misure del Decreto entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico, 2017/2018.

Ogni quanto verrà effettuato il controllo da parte delle istituzioni preposte?

Il controllo avverrà su base annuale.

Quali sono le motivazioni alla base del Decreto Legge?

Si tratta certamente di un provvedimento tanto severo quanto necessario per proteggere i soggetti deboli che non si possono immunizzare a causa di malattie incompatibili con alcuni vaccini, per fornire una risposta agli allarmi lanciati dalla comunità scientifica ed alle criticità quali l’eccesso di casi di morbillo e di meningite ma, soprattutto, per risvegliare l’interesse pubblico sulle prerogative di tutela della salute collettiva.

Come agire ora?

Ad oggi si aspetta ancora il recepimento da parte delle Regioni. Al contrario, il Cesmet, con la sua lunga esperienza in ambito vaccinale, intende offrire un valido aiuto alle famiglie nell’adempiere rapidamente e in totale sicurezza a tutti gli obblighi vaccinali previsti per ogni età, avendo la possibilità di vaccinare per tutte le vaccinazioni obbligatorie e consigliate previste per fasce d’età oltre che effettuare tutti i richiami consigliati per l’età adulta, in caso di viaggi all’estero o previsti dalla mansione lavorativa.

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Tetano: in Italia torna l’allarme

24 Ottobre 2017 – Innanzitutto, cerchiamo di capire meglio che cos’è il tetano.
Il tetano è una malattia infettiva non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani.
E’ una tossina talmente potente che la quantità letale per l’ uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo.
Le spore, che possono sopravvivere nell’ambiente esterno per anni, penetrano nell’organismo umano attraverso le ferite, dove possono sviluppare la tossina.
La diagnosi è clinica, e si avvale del riconoscimento dei sintomi caratteristici: le contrazioni muscolari di solito iniziano dal capo, e progrediscono poi verso il tronco e gli arti. Lo sviluppo del trisma, cioè una tipica contrattura che conferische al volto l’aspetto di un sorriso sardonico, seguito da rigidità del collo, difficoltà di deglutizione, rigidità dei muscoli addominali. Altri sintomi aspecifici includono febbre, sudorazione, tachicardia.
Il recente caso della bambina di 7 anni ricoverata in terapia intensiva all’Ospedale Regina Margherita di Torino, dove è giunta sabato 7/10/2017 in stato convulsivo, porta alla luce ciò che l’indifferenza, l’insufficienza e la non informazione causa.
La bambina non è mai stata vaccinata per il tetano, sebbene il vaccino sia disponibile e obbligatorio fin dal primo anno di vita, con una efficacia del 99% dopo la terza dose.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 5000 i bambini in Italia che ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come tetano, poliomielite e difterite.
Dati che destano preoccupazione, tanto che il Commissario Europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis ha sottolineato il rischio del ritorno, a causa delle basse coperture vaccinali, di malattie quasi del tutto debellate in Europa.
Negli ultimi anni la copertura vaccinale del tetano è difatti scesa sotto il 95%, aumentando quindi la probabilità della ricomparsa della patologia.
Autore: Beatrice Formenti – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo
Fonte: ansa.it

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ZANZIBAR: dai droni un aiuto nella lotta alla malaria

Zanzibar- Nell’affascinante isola dell’Oceano Indiano, a poche miglia dalla Tanzania, la malaria è sempre stata un problema al centro dell’attenzione delle autorità sanitarie e politiche del Paese.
Ora, non soddisfatti dei risultati raggiunti in alcune aree del paese, dove la prevalenza è passata dal 40% a poco meno dell’1%, epidemiologi e responsabili della prevenzione sanitaria chiamano in aiuto uno degli ultimi prodotti che la tecnologia ha immesso sul mercato: i droni. Piccolo come una scatola di scarpe, del peso di un pacco di zucchero, saranno in grado di sorvolare,in 20 minuti ed in completa autonomia, 30 ettari di terreno. Le zone da controllare saranno quelle dove, secondo gli esperti, le zanzare vanno a deporre le loro uova- canali di irrigazione, risaie, raccolte d’acqua-  e dove, secondo lo “Zanzibar Malaria Elimination Programme” verrà attuata una campagna “larvicida” mirata. La registrazione delle immagini durante il volo dei droni fornirà, quindi, un materiale fondamentale per programmare interventi specifici, con  notevole risparmio di tempo e reale efficacia delle campagne in atto. The conversation.com

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Diagnosi di febbre gialla in viaggiatore al rientro da San Paolo, Brasile

19 Gennaio 2018 – Fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno segnalato un caso di febbre gialla in viaggiatore olandese al rientro dal Brasile, stato si San Paolo.
Il viaggiatore, maschio, 46 anni, aveva soggiornato in Brasile, San paolo, Maripora, dal 19/12/2017 al 07/01/2018.
La malattia esordiva in data 07/01/18 con sintomi aspecifici quali: Febbre elevata, cefalea, mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito e diarrea.
Il paziente non riportava storia di pregressa vaccinazione per febbre gialla. 
La diagnosi è stata possibile grazie all’isolamento da sangue intero, plasma ed urina del RNA virale attraverso la tecnica di PCR-RT (reazione polimerasica a catena “real time”), tecnica di biologia molecolare utile per la ricerca del genoma virale e successiva tipizzazione.
Già da tempo le autorità sanitarie brasiliane hanno segnalato il rischio di infezione da virus della febbre gialla (VFG), tuttavia al momento le aree urbane sembravano escluse dall’epidemia in corso. Dal mese di Gennaio 2018 già 3 casi e 2 decessi sono stati segnalati nell’area urbana di San Paolo. Le autorità sanitarie temono che si stia innescando un “ciclo di trasmissione urbano” che vede Aedes egypti la zanzara vettore maggiormente implicata.
Già dal mese di ottobre 2017 le autorità locali hanno disposto la chiusura dei parchi naturali nello stato di San Paolo, a causa della presenza, confermata, di scimmie affette dal virus. Si ricorda infatti che il serbatoio naturale del virus è rappresentato da alcune specie di primati coinvolti soprattutto nel cosi detto ciclo silvestre, l’uomo può rappresentare il serbatoio naturale nel ciclo urbano.
I vettori del virus sono zanzare del genere Aedes e Haemagogus e trasmettono il virus durante il pasto ematico. Le zanzare restano infette per tutta la loro vita, mentre il sangue dei pazienti infetti è contagioso da 24 a 48 ore prima della comparsa dei sintomi fino a 3-5 giorni dopo la guarigione clinica.
Si impone dunque di inserire l’ipotesi di infezione da febbre gialla nella diagnosi differenziale in caso di febbre di natura da determinare al rientro da viaggio nella zona di San Paolo.
L’infezione da virus della febbre gialla non prevede terapia antivirale specifica. La terapia consiste nel supporto alle funzioni vitali. 
In alcuni casi è necessario il trapianto epatico. 
Esiste la possibilità di immunizzazione attiva attraverso vaccinazione tramite la somministrazione di virus vivo attenuato: 
vaccino antiamarillico 17D (Stmaril). Unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale.
Il caso del paziente olandese con infezione da febbre gialla importata rende conto della scarsa percezione del rischio di infezioni tra i viaggiatori internazionali.
Consigliamo caldamente la vaccinazione a tutti coloro che si recano sia in zona  infetta che in zona endemica.
Per i viaggiatori che si spostano tra paesi dove è presente la zanzara, la vaccinazione è resa obbligatoria per regolamento internazionale
Anche il WHO, a seguito di quanto avvenuto in Olanda, ha diramato un comunicato che invita alla vaccinazione tutti i viaggiatori che intendono viaggiare nello stato di San Paolo in Brasile: “Considering the increased level of yellow fever virus activity observed across the state of São Paulo, the WHO Secretariat has determined that, in addition to the areas listed in previous updates, the entire state of São Paulo should also be considered at risk for yellow fever transmission. Consequently, vaccination against yellow fever is recommended for international travellers visiting any area in the state of São Paulo”.
Fonte:
Chantal Reusken, Corine GeurtsvanKessel, Perry van Genderen, Lennert Slobbe, Marion Koopmans (on behalf of the medical and laboratory team)
WHO Collaborating Centre for Arbovirus and Viral Haemorraghic Fever Reference and Research, Department of Virology, Erasmus MC, Rotterdam, the Netherlands

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Malaria – Come si sposta la resistenza agli insetticidi

Malaria: come si sposta la resistenza agli insetticidi. 
Uno studio genetico ne segue le tracce in Africa
Esce su un recente numero di Nature (29 Nov. 2017) il risultato di uno studio che il Wellcome Trust Sanger Institute ha condotto  in 8 paesi africani per monitorare la diffusione dei geni che inducono i resistenza agli insetticidi nelle Anopheles gambiae, zanzare che possono trasmettere la malaria.
Alla fine dello studio, che ha visto il sequenziamento del DNA di 765 insetti, è emersa una inaspettata variabilità genetica che potrebbe essere alla base di una rapida evoluzione proprio dei meccanismi   di adattamento/resistenza agli insetticidi.
La presenza di nuovi genotipi, di recente comparsa, inoltre, è stata segnalata in differenti aree dell’Africa, dove possono essere emerse autonomamente o perché trasportate da zanzare “migranti”.
Come ha affermato Martin Donnelly, uno degli autori dello studio, la ricerca sottolinea quanto sia importante e fondamentale il controllo del fenomeno “resistenza” per tentare di eliminare, o quantomeno, arginare la diffusione dell’infezione malarica che nel 2016, lo ricordiamo, ha colpito 216 milioni di persone nel mondo portandone a morte 445 mila.

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West Nile virus, il triste primato dell’Italia

In Europa, nel 2018, si sono registrati ben 410 casi umani di Febbre West Nile, di cui 183 in Italia.
Più precisamente, con l’aumento delle temperature estive, tra il 17 e il 23 agosto di quest’anno, sono stati segnalati 136 casi umani del virus in tutto il territorio europeo.
L’Italia gode di un triste primato, con ben 59 casi. La malattia ha provocato 19 decessi, di cui 7 in Grecia, 5 in Romania, 4 in Serbia e 3 in Italia.
La Febbre West Nile  è una malattia infettiva causata dal virus West Nile. E’  trasmessa attraverso punture di zanzare del genere Culex. I sintomi più comuni della malattia sono febbre moderata, mialgia, artralgia, tosse, linfoadenopatia, dispnea ed eruzioni cutanee. Nei casi più gravi possono manifestarsi complicanze neurologiche.
Si raccomanda l’uso di un efficace repellente per proteggersi dal morso delle zanzare infette, soprattutto durante le stagioni più umide. Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.
(redatto dalla Infermiera Beatrice Formenti, esperta di prevenzione vaccinale)
Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.In Europa, nel 2018, si sono registrati ben 410 casi umani di Febbre West Nile, di cui 183 in Italia.
Più precisamente, con l’aumento delle temperature estive, tra il 17 e il 23 agosto di quest’anno, sono stati segnalati 136 casi umani del virus in tutto il territorio europeo.
L’Italia gode di un triste primato, con ben 59 casi. La malattia ha provocato 19 decessi, di cui 7 in Grecia, 5 in Romania, 4 in Serbia e 3 in Italia.
La Febbre West Nile  è una malattia infettiva causata dal virus West Nile. E’  trasmessa attraverso punture di zanzare del genere Culex. I sintomi più comuni della malattia sono febbre moderata, mialgia, artralgia, tosse, linfoadenopatia, dispnea ed eruzioni cutanee. Nei casi più gravi possono manifestarsi complicanze neurologiche.
Si raccomanda l’uso di un efficace repellente per proteggersi dal morso delle zanzare infette, soprattutto durante le stagioni più umide.
Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.

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