Paolo Meo - MioDottore.it

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Zanzare & Co. – Come proteggersi

Le  zanzare che trasmettono malattie diverse dalla malaria sono attive durante il giorno ed ovunque vi sia una raccolta di acqua dolce: indossare abiti di colore chiaro, lunghi e con maniche larghe, pantaloni lunghi e larghi, di colore chiaro, magliette o camicie con maniche lunghe e larghe e di colore chiaro da infilare nella cintura dei pantaloni, indossare stivaletti nei quali infilare l’orlo dei pantaloni. Anche gli abiti possono essere impregnati con permetrina e ciò terrà lontane, uccidendole, anche le zecche. L’applicazione di permetrina sugli abiti va ripetuta ogni cinque lavaggi ed applicare, sulle parti scoperte del corpo, repellenti che contengano uno dei seguenti principi attivi:

  1. DEET (N,N-diethylmetatoluamide) non adatto ai bambini, oppure
  2. Icaridina (KBR 3023), adatto anche a bambini di età non inferiore ai due anni. L’applicazione del repellente va ripetuta almeno ogni quattro ore, poiché viene dilavato dal sudore. L’uso contemporaneo di un repellente e di una crema solare non è consigliabile, tuttavia, se si è costretti, sarà bene utilizzarli ambedue.
  3. E per chi vuole utilizzare solo prodotti naturali, Olio di Neem, estratto dall’Azadirachta indica, pianta dalle mille proprietà , ma soprattutto fortissimo repellente contro gli insetti e dalla benefica e immediata azione anti rossore e anti prurito .

Non dimentichiamo di portare con noi una zanzariera che possiamo impregnare di repellente. Scelta nel modo giusto, può difenderci molto.

La puntura delle zanzare è di per sé indolore; il fastidio che avvertiamo è in realtà la reazione allergica causata dalla saliva che la zanzara inocula al momento della puntura, e che ha compiti anestetici e anticoagulanti. In alcune persone la reazione è meno violenta ed altre ancora ritengono di non essere affatto punte: in realtà sono assolutamente insensibili alla saliva delle zanzare.

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Nuotare con precauzione

Per prevenire l’eventuale trasmissione di malattie infettive, è opportuno nuotare esclusivamente in piscine con acqua clorata. L’acqua del mare è sicura.

Fare il bagno in acque contaminate può essere pericoloso per la pelle, gli occhi, le orecchie, le mucose della bocca, specialmente se il capo è immerso.

E’ opportuno evitare di fare il bagno in acque dolci ferme, salmastre, canali, laghi che possono essere infestati da lumache, ospiti di Schistosoma o contaminate con urine di animali infetti da Leptospirosi. Le larve possono penetrare attraverso la cute delle gambe o del tronco.

Dovrebbero essere evitate le spiagge con scarichi fognari e escrementi di animali. In alcune aree tropicali alcuni tipi di amebe (acantamoeba) possono provocare encefaliti con esito fatale, soprattutto in acque calde e sporche. Attenzione al pesce dei mari esotici, soprattutto crudo, perché contiene neurotossine, che resistono anche alla cottura. I coralli possiedono sostanza irritanti che provocano lesioni croniche difficilmente curabili. Alcune meduse sono fortemente irritanti. Consigliato l’uso di scarpette di gomma

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, contattaci via e-mail oppure contattaci per telefono

Telefono (lun- ven 9.00 – 13.00; 14,30-18,00; sabato 9.00-12,00) – 06/39030481

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La malaria, attenzione!

La malaria è una malattia infettiva, acuta, spesso ma non sempre febbrile, talvolta caratterizzata da pochi sintomi ma sempre con presenza di grande stanchezza, può essere fortemente debilitante, provocando anemia talvolta grave e molto spesso alterazioni metaboliche ed organiche. Appena entrati nell’organismo i parassiti colonizzano le cellule del fegato che poi vengono via via distrutte creando zone di necrosi (morte cellulale) e di fibrosi puntiforme. Alla lunga il parassita malarico crea lesioni permanenti a livello epatico. (altro che medicine contro la malaria che fanno male al fegato!).

Ricorda che la protezione dei farmaci utilizzati per la profilassi (prevenzione) è efficace e sicura. Gli eventuali effetti collaterali, raramente presenti, sono sicuramente meno dannosi, sul tuo organismo, rispetto alle conseguenze derivanti dalla malattia stessa. Tali effetti collaterali, sempre temporanei, possono dipendere da dosaggi non corretti o da intolleranze individuali. Devi temere l’azione distruttiva del parassita sul tuo organismo piuttosto che gli effetti collaterali,generalmente non pericolosi dei farmaci antimalarici.

Febbre, brividi, sudorazione, cefalea nucale, stanchezza ingravescente sono i sintomi più frequenti e caratteristici. Ma non sempre la malaria si presenta in modo così eclatante.  Basta un malessere al rientro dal viaggio a far scattare l’attenzione. Fai subito gli esami di laboratorio presso un centro specializzato.


Contatta il CESMET per escludere con una visita e con esami mirati che i tuoi sintomi provengano da un attacco malarico.

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, contattaci via e-mail oppure telefona al seguente numero:

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In valigia

Preparare il proprio bagaglio con attenzione è un passo fondamentale per garantire un viaggio sereno e senza intoppi.
Prenditi il tempo necessario per riflettere sulle tue esigenze personali e su quelle della tua destinazione. Ricorda che ogni oggetto che decidi di portare con te può influenzare la qualità della tua esperienza.
Montagna o mare, safari e avventura o vacanza di tutto riposo, caldo o freddo: devi preparare il tuo bagaglio con cura, attenzione, senza esagerare e soprattutto prevedendo ……l’imprevedibile. Abbigliamento appropriato al clima e non dimenticando mai una piccola farmacia da viaggio.
Dai un’occhiata al nostro shop “ragionato” dove gli acquisti sono guidati anche da un esperto di salute in viaggio.

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Il mal di montagna

Il mal di montagna è un insieme di sintomi che si può manifestare quando l’organismo umano, superati i 2500 metri di altitudine, non si è ancora adeguato alla nuova situazione ambientale.
Possiamo definire l’alta quota come segue:

  • Alta quota: da 2400 metri a 3658 metri.
    Esempi: Cochabamba (Bolivia) = 2550 metri; Quito (Equador) = 2879 metri; Cuzco (Perù) = 3225 metri
  • Altissima quota: da 3658 metri a 5500 metri.
    Esempi: La Paz (Bolivia) = 3658 metri; Campo Base sull’Everest in Nepal = 5500 metri
  • Estrema altitudine: da 5500 metri a 8848 metri.
    Esempio: la cima dell’Everest.

Segni e sintomi iniziali di malattia da alta quota sono mal di testa, nausea, insonnia, inappetenza. Quando si manifestano vertigini, vomito, apatia e difficoltà di respirazione è essenziale la discesa ad una quota più bassa, per evitare il peggioramento dei sintomi. E’ difficile conoscere in anticipo chi soffrirà di mal di montagna, poiché non c’è alcuna relazione tra età, sesso, o condizione fisica e suscettibilità al disturbo. La maggior parte delle persone raggiunge i 2500 metri di altitudine senza difficoltà, tuttavia come regola generale è più sicuro e piacevole pianificare un itinerario che permetta un graduale adattamento all’altitudine.

La prevenzione consiste nell’evitare di salire per più di 300 metri al giorno, una volta superati i 2500 metri, sostando almeno 24 ore alla quota raggiunta perché l’organismo possa acclimatarsi. Durante l’acclimatazione sarà bene svolgere con molta moderazione le attività fisiche. Qualora compaiano i primi sintomi si raccomanda di stazionare un giorno intero alla quota raggiunta. Se i sintomi persistono o peggiorano, occorre discendere ad una quota inferiore di almeno 500 metri rispetto a quella di soggiorno nelle 24 ore precedenti.

Si avverte che, poiché il consumo di alcool ed ipnotici possono aumentare la possibilità di mal di montagna, è sconsigliato l’uso di tali sostanze. Il soggiorno ad alta quota è controindicato nelle seguenti condizioni:

  • malattia delle arterie coronarie (infarto del miocardio nelle quattro settimane precedenti, angina)
  • ipertensione medio-grave
  • insufficienza cerebro-vascolare
  • malattie respiratorie (asma, enfisema ….)
  • malattie del sangue (anemia grave, drepanocitosi….)
  • epilessia non controllata
  • diabete insulino-dipendente
  • malattia tromboembolica
  • precedenti episodi di intolleranza all’altitudine

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Al rientro a casa

Quando rientri da un viaggio non ti trascurare e ricorda questi semplici consigli che tutelano te e chi ti circonda, a casa o in ambiente di lavoro. Il viaggio genera sempre uno stress, anche se l’obiettivo è quello di rilassarsi, conoscere, divertirsi. I viaggi di lavoro spesso alterano i nostri equilibri psicofisici:  jet lag, alimentazione, stanchezza, ansia, contatto (e talvolta contagio) con malattie, ci creano malessere, sensazioni spiacevoli, talvolta malanni.

Per questi motivi:

  • Prenditi una pausa di riposo
    Riposati per un tempo sufficiente per riadattare il tuo organismo al tuo ambiente ed ai tuoi ritmi di vita. “Stanchezza, malessere, senso di vuoto, scarsa capacità alla concentrazione”. Questi sono sintomi che aumentano proporzionalmente alle ore impiegate, per affrontare il tuo viaggio di rientro, il cambio di fuso orario, il periodo di forzata sedentarietà, alimentazioni differenti;
  • Riadatta il tuo organismo
    Riadatta il tuo organismo alle tue abitudini ambientali, dietetiche, temporali, familiari, di ambiente di lavoro. Malesseri da esposizioni prolungate all’aria condizionata, da alimenti diversi e non controllati, da eccesso di bevande ( talvolta alcooliche) da perdita di ore di sonno, tipica dei vacanzieri, accompagnata da stanchezza eccessiva;
  • Fai un controllo medico
    Dopo un viaggio effettuato in aree con bassi livelli di igiene o in presenza di sintomi anche sfumati, ma persistenti, o che riaffiorano anche dopo mesi, è opportuno un controllo con un medico esperto e l’effettuazione di esami di controllo, in particolare parassitologici e microbiologici.
  • Fai accertamenti di laboratorio
    In caso di viaggi ripetuti o di lavoro è opportuno sottoporsi una volta l’anno ad un accertamento di laboratorio richiedendo un esame chimico, fisico e la ricerca di parassiti nelle feci, anche con metodo immunologico diretto. Un controllo delle urine ed alcuni parametri ematici. E’ importante effettuare annualmente anche un “Test Mantoux” per valutare contatti con il micobatterio della tubercolosi.
  • Fai visite specialistiche
    Ovunque hai viaggiato, in particolare se provieni da aree disagiate e con scarso livello di igiene ricorda che una sensazione di malessere, che persiste nel tempo, e sintomi anche sfumati, possono nascondere malattie anche gravi, che vanno identificate in tempo, sicuramente escluse, mediante test specifici ed una visita effettuata da professionisti specialisti competenti.
  • Ricorda le aree del viaggio
    Non escludere a priori malattie particolari presenti nelle aree meta del tuo viaggio. Ricorda con insistenza al tuo medico di riferimento, o al centro medico a cui ti rivolgi, i luoghi, il periodo e le caratteristiche del paese da cui sei tornato.
  • Fai controlli a 360°
    Prima fai escludere le malattie peggiori che sono presenti nel paese del tuo viaggio, poi pensa alle forme più semplici e poco rischiose. Così sarai sicuro e non rimarrai nel dubbio.
  • Prenota una consulenza online

 

                                   Alcuni sintomi

In caso di:

  • Possibile Malaria

Febbre medio elevata, febbricola ondulante, assenza di febbre, malessere generale con cefalea, brividi o sudorazione. Quasi sempre pesantezza nucale con senso di ovattamento, dolore agli occhi o ancora, pesantezza di stomaco, magari con sensazione di vomito o diarrea. Con questi sintomi sfumati o acuti dopo un viaggio in aree a rischio malarico, non aspettare oltre ma chiedi subito un consulto specialistico, fai i test per la malaria, striscio e goccia, test rapido, prova a DNA, ed escludi la malattia che, se ignorata, può divenire pericolosa. Una volta esclusa la malattia in ambiente specialistico allora pensa alla influenza o altre malattie banali e non pericolose. Appena uscito da aree a rischi malarico continua la tua profilassi per la malaria  e non la sospendere prima del periodo previsto.

  • Possibili Enteriti o Coliti

Diarrea con o senza febbre, talvolta con rialzo febbrile, coliche addominali, sensazione di vomito, anche lieve. Non far peggiorare i sintomi, che possono cronicizzare e durare mesi o anni. Chiedi una visita con un medico specialista e soprattutto richiedi i test diagnostici delle feci effettuando esami chimico fisici con la ricerca mirata di parassiti, anche con test immunologici diretti e con esami colturali.

                                         Possibili rimedi

La Travel Clinic Cesmet possiede la competenza, gli equipaggiamenti e la sensibilità per prenderti in cura ed eseguire tutti gli esami necessari per escludere forme particolari e restituirti la salute.

I medici specialisti della Travel Clinic sono a tua disposizione per seguirti nel tempo e consigliarti su

  • visite
  • accertamenti diagnostici
  • impostazione di cure

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, contattaci   oppure telefona allo 06/39030481

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