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Il dottor Meo al congresso ‘Navigating the New Landscape of Infectious Diseases’

Si è svolto ad Aci Castello ed ha riunito esperti da più parti del mondo su argomenti di massimo interesse nel campo delle malattie infettive, quali le infezioni ospedaliere, la resistenza agli antibiotici e la Dengue. Su questo argomento ha preso la parola il dottor Meo, riportando la sua esperienza clinica degli ultimi due anni,  su viaggiatori italiani e stranieri.

Riportiamo le interviste al Prof. Bruno Cacopardo,  coordinatore scientifico del convegno, e quella al Dott. Paolo Meo.

 

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POLO VIAGGI la clinica del viaggiatore ARTEMISIA CESMET

🌍 Informiamo i nostri clienti che dal 14 Febbraio 2025 è stata istituita la nuova realtà della medicina dei viaggi a ROMA

POLO VIAGGI – LA CLINICA DEL VIAGGIATORE
ARTEMISIALAB – CESMET

                                                                                                                              direttore dr. Paolo Meo

 

la sede del POLO VIAGGI, si trova in Via Piave 76, Roma 00187
è disponibile un parcheggio convenzionato presso Corso d’Italia 45

🩺 Offriamo visite mediche specialistiche per:

Malattie infettive
– Malattie tropicali e parassitologiche
– visite e controlli per malaria, dengue ed altre malattie
– Gastroenterologia infettivologica
 le visite vengono effettuate dal dr. Paolo Meo specialista in clinica delle malattie infettive e tropicali

🔬 Presso il POLO VIAGGI è possibile effettuare:

        – Test MANTOUX (per concorsi, per lavoro, per diagnosi di tubercolosi nei pazienti. aut. N. G12591 del 25/09/2023

– Esami di laboratorio (generali e microbiologici)
                                               – test malaria; test dengue; test esemi parassitologici; test sierologici per malattie infettive;
– Esami ecografici e visite specialistiche

💉  Centro di vaccinazione internazionale per viaggiatori, turisti e lavoratori. Disponibili vaccinazioni per:

– tutti i vaccini classici dei viaggi;
– Febbre gialla (aut. reg. N aut. N 178314 del 07/12/23;
– Dengue (Qdenga);
– Colera (vaccino orale);
– Encefalite giapponese;
– Encefalite da zecche;
– Rabbia (VERORAB);

💉 vaccinazioni pediatriche e per donne in gravidanza.

– vaccini pediatrici ( esavalente; pneumococco; rotavirus; meningiti B e ACWY; MPR; varicella; altri…)

– vaccini donne in età fertile: HPV9; MPR; VAricella/zoster;
– vaccini donne in gravidanza: TDP (tet. dift. PERTOSSE) 28a settimana; influenza;

💻 Non puoi venire da noi? Nessun problema! Approfitta delle nostre consulenze mediche online.

👨‍⚕️ A guidare il POLO VIAGGI è il dottor Paolo Meo, un professionista con oltre 40 anni di esperienza nei paesi tropicali. Conosce i luoghi, i problemi e le soluzioni per garantire la tua sicurezza nel mondo.

📞 Per maggiori informazioni o per prenotare una visita, contattaci al +39 0639030481.

🔗 Viaggia sicuro con il POLO VIAGGI! Il tuo partner di fiducia per la salute in viaggio. ✈️

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INSETTI E ARTROPODI VELENOSI

INSETTI E ARTROPODI VELENOSI
CARATTERISTICHE, EFFETTI E TRATTAMENTO DELLE PUNTURE

 

Gli artropodi rappresentano il phylum più numeroso del regno animale. Sono un gruppo di invertebrati che comprende circa il 5/6% delle specie finora classificate. Ne fanno parte insetti, zecche, ragni, acari. La maggior parte degli artropodi vive tranquillamente, cibandosi di succhi vegetali e piante o predando altri piccoli animali. Alcuni di questi organismi sono però capaci di inoculare veleni potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo.

   GLI ARTROPODI
                             GLI ARTROPODI

Desidero fornirvi notizie sulle principali specie di insetti e altri artropodi velenosi, con particolare attenzione a quelli presenti in Italia ed Europa, esaminando sinteticamente le loro caratteristiche morfologiche e comportamentali. Seguirà la descrizione gli effetti dei loro veleni sull’organismo umano e i protocolli terapeutici più efficaci per il trattamento delle punture e delle reazioni sistemiche associate.

 

CLASSIFICAZIONE DEGLI ARTROPODI VELENOSI

 

IMENOTTERI
Gli imenotteri costituiscono uno degli ordini di insetti più rilevanti dal punto di vista sanitario per la capacità di provocare reazioni anche gravi mediante l’inoculazione di veleno.

Tra le specie più significative troviamo:

Api (Apis mellifera)

Le api mellifere sono insetti sociali di dimensioni medio-piccole (10-15 mm), caratterizzate da un corpo peloso a strisce gialle e nere. Vivono in colonie organizzate e sono diffuse in tutta Europa. Il loro apparato pungente è costituito da un aculeo uncinato che rima

APE
                               APE

ne conficcato nella cute della vittima insieme al sacco velenifero, causando la morte dell’insetto dopo la puntura. Le api pungono principalmente in primavera ed estate e lo fanno una sola volta, a differenza di altri imenotteri.
Il veleno dell’ape contiene una complessa miscela di sostanze bioattive, tra cui istamina, fosfolipasi, ialuronidasi e chinine, che possiedono azione emolitica, neurotossica e ipersensibilizzante, ed accelerano la reazione infiammatoria. La puntura provoca dolore immediato, arrossamento ed edema locale che generalmente regrediscono in poche ore, ma in soggetti sensibilizzati può scatenare reazioni allergiche anche severe fino ad arrivare allo shock allergico.

 

Vespe e Calabroni
Le vespe (Vespula spp., Polistes spp.) sono imenotteri di dimensioni variabili (12-25 mm) con caratteristica colorazione a bande gialle e nere. A differenza delle api, possiedono un pungiglione liscio che consente punture multiple senza perdere l’apparato velenifero. Le punture di vespa sono più frequenti in primavera, ma anche in estate.
I calabroni (Vespa crabro) sono i più grandi imenotteri europei, raggiungendo i 3-3,5 cm di lunghezza. Anch’essi dotati di pungiglione liscio, tendono a pungere principalmente a fine estate. Il loro veleno contiene componenti simili a quello delle vespe ma in concentrazioni maggiori, potendo causare reazioni più intense e raramente anche mortali.

 

 

 

Formiche
In Europa, le formiche del genere Formica possono provocare punture dolorose, mentre in altre regioni del mondo, come l’America, le formiche di fuoco (Solenopsis invicta) rappresentano un rischio sanitario più significativo. Il veleno delle formiche contiene alcaloidi ed enzimi capaci di provocare reazioni locali infiammatorie significative ed anche dolorose.

 

Aracnidi
Gli aracnidi velenosi comprendono principalmente ragni e scorpioni:

Ragni
In Italia, le specie di ragni potenzialmente pericolose includono:
• Malmignatta o vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus)
• Ragno violino (Loxosceles rufescens)
Entrambe queste specie possono provocare sintomi locali e generali e sistemici rilevanti attraverso l’inoculazione di neurotossine o citotossine.

 

 

Scorpioni
Gli scorpioni presenti in Europa e in Italia raramente causano avvelenamenti gravi, a differenza di quelli presenti in altre regioni del mondo. Il loro veleno può causare disturbi gravi e a volte mortali, specialmente nei bambini.

 

Distribuzione geografica in Italia e in Europa

 

Imenotteri
Le api (Apis mellifera) sono diffuse in tutta Europa, con varianti subspecifiche come l’ape ligustica (tipica dell’Italia centrale). Le vespe più comuni in Italia includono la Vespula germanica, la Vespula vulgaris e diverse specie di Polistes. Il calabrone europeo (Vespa crabro) è presente in tutto il continente, mentre più recentemente si è diffuso anche il calabrone asiatico (Vespa velutina).

Aracnidi
In Italia, la malmignatta è presente principalmente nelle regioni centro-meridionali e nelle isole, mentre il ragno violino è diffuso in tutto il territorio nazionale, specialmente nelle aree urbane.

 

Gli scorpioni presenti in Italia (Euscorpius spp.) sono generalmente poco pericolosi per l’uomo.

 

 

 

Composizione dei veleni e meccanismi d’azione

 

Veleno degli imenotteri
Il veleno degli insetti imenotteri (api, vespe, calabroni) contiene una complessa miscela di sostanze biologicamente attive, tra cui:
• Istamina (responsabile della reazione infiammatoria locale)
• Fosfolipasi (enzima che danneggia le membrane cellulari)
• Ialuronidasi (facilita la diffusione del veleno nei tessuti)
• Chinine e altre sostanze vasoattive
• Peptidi con proprietà neurotossiche
Queste componenti conferiscono al veleno proprietà infiammatorie, emolitiche, neurotossiche e fortemente ipersensibilizzanti. Il meccanismo d’azione principale consiste nell’attivazione di una risposta infiammatoria locale, che nei soggetti sensibilizzati può scatenare una reazione allergica sistemica mediata da IgE.

 

Effetti sull’organismo umano e rischi associati

Reazioni locali
Le reazioni locali rappresentano la risposta più comune alle punture di artropodi velenosi e si manifestano con:
• Dolore immediato e intenso
• Eritema e gonfiore nella zona interessata
• Prurito
• Formazione di edema locale
Questi fenomeni tendono generalmente a regredire rapidamente, nell’arco di poche ore o giorni.

 

Reazioni sistemiche
Le reazioni sistemiche possono manifestarsi con diversi gradi di severità e sono classificate secondo scale standardizzate come quella di Mueller o di Ring.
I sintomi possono comparire da pochi minuti fino a un’ora dopo la puntura, sebbene occasionalmente possano manifestarsi anche a distanza di ore o giorni.
Il decesso causato dalla puntura di imenotteri può verificarsi in due circostanze principali:
1. Punture multiple da parte di un gran numero di insetti (decine o centinaia)
2. Reazione anafilattica scatenata dal veleno di un singolo insetto in soggetti sensibilizzati

 

Fattori di rischio
Diversi fattori influenzano la probabilità di sviluppare reazioni severe:
• Storia di precedenti reazioni sistemiche
• Età avanzata
• Comorbidità (patologie cardiovascolari, asma, mastocitosi)
• Assunzione di farmaci (beta-bloccanti, ACE-inibitori)
• Frequenza di esposizione e tipo di insetto
È interessante notare che in alcuni pazienti con anamnesi di reazione anafilattica, sia il dosaggio delle IgE specifiche che i test cutanei possono risultare negativi. Questo fenomeno è particolarmente frequente nei pazienti affetti da mastocitosi, nei quali è ipotizzabile un meccanismo tossico di rilascio aspecifico dei mediatori dai mastociti.

Prevenzione delle punture di insetti velenosi

Le misure preventive includono:
1. Evitare abbigliamento con colori vivaci e profumi intensi in ambienti a rischio
2. Indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi in ambienti naturali
3. Utilizzo di repellenti specifici
4. Prestare attenzione durante attività all’aperto, specialmente durante i periodi di maggiore attività degli insetti
5. Evitare di disturbare nidi e alveari
Per i soggetti allergici al veleno di imenotteri, la prevenzione più efficace è rappresentata dall’immunoterapia specifica, che può modificare la risposta immunitaria e prevenire reazioni anafilattiche in caso di nuove punture.

Una breve sintesi del trattamento delle punture di insetti velenosi

Primo soccorso
In caso di puntura di imenottero (api, vespe, calabroni), le misure di primo intervento includono:

1. Rimozione del pungiglione (se presente, come nel caso delle api) senza spremere il sacco velenifero, preferibilmente raschiando con una carta di credito o un oggetto simile
2. Lavaggio dell’area con acqua e sapone
3. Applicazione di ghiaccio per ridurre il dolore e limitare l’assorbimento del veleno
4. Disinfezione locale della zona colpita
5. Intervento farmacologico idoneo (clicca qui per gli interventi terapeutici)

Per le punture di api, vespe, calabroni e altri artropodi velenosi è disponibile anche un dispositivo di stimolazione elettrica denominato Ecosave, che emette scariche ad elevato voltaggio e basso amperaggio. Questo strumento, se applicato rapidamente, può contribuire a ridurre i sintomi locali come dolore, bruciore, arrossamento e gonfiore, così come le conseguenze del veleno introdotto sotto cute.
La procedura prevede l’applicazione di un elettrodo sulla puntura e, facendo perno su di essa, l’erogazione in senso circolare di 3-7 scariche o più, secondo necessità. Prima dell’utilizzo è necessario asportare eventuali pungiglioni, aculei o spine rimasti conficcati nella cute.

Trattamento farmacologico delle reazioni locali CLICCA QUI

Il trattamento delle reazioni locali si basa su:
• Antistaminici per via orale per ridurre il prurito
• Corticosteroidi topici per ridurre l’infiammazione
• Analgesici (paracetamolo, FANS) per il controllo del dolore

Gestione delle reazioni allergiche severe e dello shock anafilattico
In caso di reazione allergica severa o shock anafilattico, il trattamento deve essere immediato e comprende:
1. Somministrazione di adrenalina (epinefrina) intramuscolare, farmaco di prima scelta che può essere salvavita
2. Ossigenoterapia
3. Fluidoterapia endovenosa per contrastare l’ipotensione
4. Antistaminici (anti-H1) per via parenterale
5. Corticosteroidi per via endovenosa (metilprednisolone)
6. Beta-agonisti per via inalatoria in caso di broncospasmo

I pazienti con storia di reazioni anafilattiche dovrebbero essere dotati di un autoiniettore di adrenalina da utilizzare tempestivamente in caso di nuova puntura, in attesa di soccorsi medici.

Conclusioni
Le punture di insetti e artropodi velenosi rappresentano un problema sanitario rilevante, specialmente per i soggetti allergici nei quali anche una singola puntura può determinare reazioni potenzialmente letali. La conoscenza delle specie più pericolose, il riconoscimento tempestivo delle reazioni sistemiche e l’applicazione rapida delle appropriate misure terapeutiche sono fondamentali per la gestione efficace di questi eventi.
Per i soggetti con storia di reazioni allergiche, l’immunoterapia specifica rappresenta attualmente l’unico trattamento in grado di modificare la storia naturale della malattia, riducendo significativamente il rischio di reazioni anafilattiche in caso di nuove punture.
dr. Paolo Meo
direttore POLO VIAGGI la clinica del viaggiatore

 

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Brasile – Scheda paese

alert

Brasile – 02 – Alert sanitari

    Novembre 2024: il virus OROPUCHE costituisce un nuovo allarme in tutta l’America Latina e Caraibica. Nel 2024 sono stati diagnosticati oltre 10.000 casi in diversi paesi.  La stragrande maggioranza si trova in Brasile. Tra il 2015 e

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Brasile – 03 – Clima, meteo e salute

Clicca qui per la situazione meteorologica e le previsioni a breve: Previsioni Meteo in tempo reale https://www.3bmeteo.com/previsioni-meteo/brasile Quali sono e come sono caratterizzate le diverse stagioni nel paese e come il clima influenza il diffondersi delle malattie? In Brasile,

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Brasile – 06 – Vaccinazioni

Quale vaccinazione è obbligatoria per il Brasile e come bisogna comportarsi? FEBBRE GIALLA se….. Il certificato di vaccinazione contro la Febbre Gialla è richiesto a tutti i viaggiatori di età superiore a un anno provenienti da aree dove è

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Brasile – 10 – Tradizioni, cibi, bevande locali

Quali sono i cibi tradizionali di maggior interesse in Brasile?   Feijoada Ingredienti: Fagioli neri, Carne di maiale (costine, salsiccia, pancetta), Carne secca (carne bovina essiccata al sole), Cipolla, Aglio, Pomodori, Peperoncino, Alloro, Coriandolo, Arancia (per marinare la carne)

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luggage, travel, sunlight

Brasile – 13 – In valigia

Preparare il proprio bagaglio con attenzione è un passo fondamentale per garantire un viaggio sereno e senza intoppi. Prenditi il tempo necessario per riflettere sulle tue esigenze personali e su quelle della tua destinazione. Ricorda che ogni oggetto che

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jaguar, wild cat, feline
rio, rio de janeiro, south america
High angle closeup of burlap bag with coffee beans and inscription Cafe Do Brasil

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Test Mantoux: cosa è e quando fare la prova della tubercolina

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Aggiornamenti al 10 Marzo 2025

Dove e come si può prenotare il test mantoux in tempi brevi?
Puoi richiedere di effettuare il “test mantoux” o tst presso il Cesmet-Clinica del Viaggiatore.  L’effettuazione del test, le valutazioni della reazione cutanea, e l’interpretazione è eseguita da medici infettivologi esperti.
Puoi anche prenotare l’effettuazione del “test Quantiferon”.

Per prenotare il tuo test  di MANTOUX e QUANTIFERON clicca qui,

oppure scrivi direttamente un whatsapp al 3466000899 o alla segreteria Cesmet  seg.cesmet@gmail.com

 

CONVENZIONI PER CONCORSI PUBBLICI, UNIVERSITA’, SCUOLE
Il Centro Cesmet Clinica del Viaggiatore, una struttura specializzata nel trattamento di malattie infettive e tropicali, è abilitato a condurre test diagnostici e prevenzione, come il test tubercolinico (Mantoux), per concorsi universitari, scolastici, forze armate e concorsi pubblici. I referti e le certificazioni rilasciati dal centro per attestare il risultato dei test sono riconosciuti ufficialmente dalle istituzioni universitarie, dagli enti pubblici e da altre organizzazioni per fini istituzionali e procedurali.

Esiste una convenzione per Concorsi pubblici e per le Università e le scuole?
Il Centro Cesmet Clinica del Viaggiatore ha stabilito delle convenzioni per i concorsi pubblici, le università, e le scuole, offrendo servizi diagnostici e test, come il test tubercolinico (Mantoux), a costi ridotti rispetto alle tariffe normalmente applicate per richieste di lavoro e clinici privati. Inoltre, non è necessaria alcuna impegnativa per accedere ai prezzi agevolati previsti dalla convenzione. Questa iniziativa consente a studenti, insegnanti, e partecipanti a concorsi pubblici di accedere a questi servizi sanitari specializzati in modo conveniente e accessibile.

 

Quanti e quali sono i test per evidenziare la tubercolosi o il contatto con il Mycobacterium Tubercolosis?

Esistono diversi tipi di test che vengono utilizzati per:
(1) confermare la diagnosi clinica di tubercolosi “sintomatica”;
(2) valutare una infezione “asintomatica” da Mycobacterium tuberculosis, di tipo “latente”;
(3) valutare l’entità della risposta immunitaria al contatto con le proteine tubercolari;

Questi test sono cruciali per:
(a) l’identificazione di un’eventuale infezione tubercolare latente o attiva;
(b) per valutare la risposta immunitaria al micobatterio tubercolare e al vaccino antitubercolare.

Qui di seguito sono elencati i principali test disponibili:

MANTOUX TEST
MANTOUX TEST

1. Test Mantoux (o test tubercolinico):
Il test Mantoux è uno dei metodi più comuni e semplici da effettuare, per rilevare un’infezione tubercolare latente. Consiste nell’iniettare una piccola quantità di derivato proteico purificato (PPD) del Mycobacterium tuberculosis sotto la pelle, solitamente sul lato interno dell’avambraccio (test in vivo). Dopo 48-72 ore, la reazione cutanea viene valutata dal medico per determinare se il paziente è stato esposto al batterio o al vaccino.
2. Test Quantiferon (o test IGRA):
Il test Quantiferon, noto anche come test IGRA (Interferon Gamma Release Assay), è un esame del sangue che misura la risposta immunitaria – infiammatoria al Mycobacterium tuberculosis. Il test consiste nel prelievo di un campione di sangue venoso che viene successivamente “stimolato” con antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis. La produzione di interferone-gamma viene misurata per determinare se il paziente ha avuto un contatto con il batterio.
.3. altri test per TBC:
Esistono anche altri esami diagnostico-clinici oltre ai precedenti. (a) gli esami culturali dell’escreato (saliva); (b) gli esami radiologici del torace e la TAC (tomografia computerizzata); tutti esami utilizzati per la diagnosi della tubercolosi attiva o per identificare eventuali lesioni che potrebbero     essere associate alla malattia.
È importante notare che ogni metodo diagnostico può avere i suoi vantaggi e svantaggi e che la scelta del test da utilizzare dipende da vari fattori, come la disponibilità del test stesso, le caratteristiche cliniche del paziente e l’obiettivo della valutazione diagnostica.

Entrambi i test diagnostici, Mantoux e Quantiferon, sono strumenti diagnostici “chiave” che forniscono informazioni sulla possibile esposizione dell’organismo al batterio Mycobacterium tuberculosis. Evidenziano la risposta del sistema immunitario al contatto con gli antigeni tubercolari. La risposta cellulare nel sottocutaneo il primo test, e le prime fasi della risposta infiammatoria (produzione citochine e interferon) il secondo test.
Ambedue i test aiutano a individuare non solo se un’infezione tubercolare è presente ed attiva, ma anche se essa è latente, asintomatica. Forniscono entrambi un’indicazione delle capacità di risposta immunitaria del paziente nei confronti del micobatterio, da prospettive differenti.
L’identificazione di un’eventuale infezione tubercolare (presenza del batterio all’interno dell’organismo) è essenziale per una diagnosi accurata e precoce, che consenta un trattamento tempestivo e adeguato, prevenendo così la progressione della malattia e riducendo il rischio di complicazioni e di trasmissione del batterio ai contatti stretti.
Inoltre, la valutazione dello stato dell’immunità cellulo-mediata è importante sia per comprendere come il sistema immunitario del paziente sta rispondendo all’infezione sia per determinare la strategia terapeutica più appropriata. Una corretta valutazione dei test, se positiva, consente anche la possibilità di effettuare una profilassi per ridurre il rischio di attivazione della malattia in caso di infezione latente asintomatica.
In definitiva, questi test diagnostici sono strumenti essenziali nella lotta contro la tubercolosi, contribuendo alla prevenzione e al controllo della malattia e migliorando la salute pubblica a livello globale.

 

(A)
 TEST MANTOUX

Cosa è il test mantoux per la tubercolina?
Il test cutaneo alla tubercolina (TST o MANTOUX),
denominato anche test in vivo, in quanto la reazione delle cellule linfocitarie avviene nel tessuto sottocutaneo del tuo braccio, con una risposta “cellulo-mediata in situ”, ossia l’attivazione linfocitaria nel luogo dove viene iniettato “l’antigene tubercolare”. E’ un esame che mostra la risposta dei linfociti T nel sottocutaneo, in un certo senso più sensibile e di maggiore interpretazione rispetto al test in vitro (di laboratorio) denominato Quantiferon. Sicuramente richiede una lettura attenta ed eseguita da personale esperto. Il test facilita il medico nella diagnosi clinica e nella interpretazione dei sintomi sospetti del paziente. Con questo test è possibile valutare la risposta intradermica “ritardata”, ossia sotto la pelle e dopo 2/3 giorni dall’effettuazione, dovuta all’ipersensibilità all’antigene somministrato, un derivato proteico purificato (PPD) dal Mycobacterium tuberculosis.

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Come funziona il TEST CUTANEO DELLA TUBERCOLINA
Il test cutaneo della tubercolina è considerato la principale prova per individuare l’infezione o il contatto avvenuto con il batterio della tubercolosi ( o TBC).
La tubercolina è una frazione proteica del bacillo tubercolare che, una volta iniettata nell’organismo provoca, nel punto di inoculo, una risposta immunitaria con un richiamo dei globuli bianchi, che si manifesta con un ingolfo linfocitario e l’attivazione della reazione infiammatoria nel sottocutaneo.
Il test è innocuo e sicuro e privo di conseguenze sulla salute, effettuabile anche durante la gravidanza e l’allattamento.
Se positivo può provocare una reazione infiammatoria anche intensa nel luogo di inoculo caratterizzata da gonfiore, rossore, indolenzimento e raramente un lieve rialzo febbrile.
Si esegue per valutare eventuali contatti, anche remoti, con il “Mycobacterium Tubercolosis”, ossia con il batterio responsabile della malattia tubercolare. La positività del test indica un contatto “passato o recente” con il batterio della tubercolosi ma questo non equivale ad essere sintomatici o ad essere ancora infettati dal batterio. La valutazione in questo senso è clinica e deve essere eseguita da un medico esperto.

Come si esegue il test mantoux?
Si sceglie e disinfetta una piccola superficie dell’avambraccio e si inietta superficialmente con una siringa da insulina con ago sottilissimo la dose di tubercolina. Deve comparire un piccolo pomfo sulla cute che lentamente si riassorbe. La risposta cutanea si manifesta dopo 48 / 72 ore dall’inoculazione. La prima lettura si esegue a 48 ore, ma non bisogna andare oltre le 72 dall’avvenuta inoculazione.

Cosa si evidenzia al termine delle 48 e come si esegue la lettura del test?
Il test è negativo quando non lascia alcuna traccia a livello del punto di inoculo.
Il test è positivo, nelle sue gradazioni (lieve – medio – molto), quando compare un’area di cute infiammata con una papula centrale indurita. In caso di forte positività per la presenza attiva di Mycobatterio può comparire anche una ulcerazione cutanea.

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Quindi come viene classificata la risposta secondo l’interpretazione della reazione ?

I risultati del test devono essere interpretati con attenzione. La situazione clinica della persona e l’attività del micobatterio al suo interno determinano la dimensione dell’indurimento e l’ampiezza della risposta positiva (valutata in 5 mm, 10 mm o 15 mm).

In reazioni particolarmente forti talvolta si manifestano vescicole, bolle, linfangite, ulcerazione e necrosi nel sito del test e nelle aree limitrofi. La formazione di vescicole, bolle o necrosi nel sito del test indica un alto grado di sensibilità alla tubercolina e quindi la presenza di un’infezione da bacilli tubercolari.

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La risposta viene classificata in:

 negativa: assenza di indurimento ed eritema inferiore a 2 mm di diametro;Immagine che contiene testo, metro, persona Descrizione generata automaticamente
 dubbia: anche con parvenza di lieve indurimento ed eritema tra i 2 a 4 mm di diametro;
 positiva: con indurimento dermico evidente ed eritema tra i 5 mm ed i 15 mm di diametro.
 intensamente positiva: con eritema oltre i 15 mm e con papula indurita che può necrotizzare centralmente e con reazione infiammatoria è moto evidente.

Il test negativo evidenzia l’assenza di contatto con il bacillo della tubercolosi.

Il test positivo evidenzia un contatto con il bacillo tubercolare e la risposta è proporzionale allo stato di attività del microrganismo. In ogni caso va sottolineato che il test non fa diagnosi di tubercolosi ma evidenzia solamente la presenza di risposta immunologica, la diagnosi è squisitamente clinica con l’aiuto del quadro radiologico.

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Quando è opportuno eseguire il test cutaneo alla tubercolina (Mantoux Test)

l test di Mantoux è uno strumento importante per identificare precocemente l’infezione da tubercolosi, anche in forma latente. Ecco quando è opportuno eseguirlo:

                                              1. Situazioni di rischio

Il test è consigliato per chi:

– Ha vissuto o viaggiato in aree ad alta diffusione di tubercolosi, specialmente nei paesi tropicali;
– Ha avuto contatti stretti con persone affette da tubercolosi;
– Ha trascorso tempo in ambienti chiusi e poco areati dove potrebbero esserci portatori del batterio;

                                             2. Categorie professionali a rischio

È particolarmente importante per:

  Personale sanitario (medici, infermieri, operatori sanitari)
 Viaggiatori internazionali che si recano per qualsiasi motivo in aree ad alta presenza di tubercolosi ed hanno contatti con la popolazione locale;
 Insegnanti, volontari, religiosi e altri lavoratori a contatto frequente con la popolazione proveniente da paesi endemici, soprattutto in ambienti chiusi e affollati;

                                              3. Screening preventivo

Il test può essere utile come screening per:

– Immigrati arrivati recentemente da paesi ad alta incidenza di tubercolosi;
– Persone che iniziano lavori o scuole/formazione in ambienti a rischio (università; ambienti militari; altro)

Monitoraggio periodico (metodo di controllo e prevenzione)

Per le categorie a rischio, si consiglia di effettuare:

– Un test di controllo iniziale
– Test periodici per monitorare eventuali esposizioni

Perché è importante

Il test di Mantoux aiuta a:

– Identificare l’infezione tubercolare latente (LTBI), che è asintomatica e nella maggior parte dei casi non contagiosa;
– Permettere un trattamento tempestivo dell’infezione latente, riducendo il rischio di sviluppo della malattia attiva;
– Prevenire la diffusione della tubercolosi, specialmente in ambienti a rischio;

 

Conclusione

Il test di Mantoux è uno strumento sicuro ed efficace, semplice da eseguire in qualsiasi ambiente o situazione, ma di difficile lettura, spesso soggettiva. E’ utile per la prevenzione e il controllo della tubercolosi. E’ utile negli screening di popolazione. Se rientri in una delle categorie a rischio o hai dubbi, consulta un medico esperto per valutare l’opportunità di eseguire il test. Il Quantiferon nei casi dubbi diventa un importante test di conferma.
La prevenzione è fondamentale per proteggere la tua salute e quella di chi ti circonda.

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(B)
 TEST QUANTIFERON

Cosa è il test quantiferon per la tubercolina?
Il test QuantiFERON è un esame diagnostico, di laboratorio, utilizzato principalmente per rilevare l’infezione da Mycobacterium tuberculosis, il batterio responsabile della tubercolosi (TB). Questo test misura la risposta infiammatoria “in vitro” (in laboratorio) della persona a specifiche proteine antigeniche tubercolari.


Funzionamento del Test QuantiFERON

   Procedura e Metodo

1.Prelievo di Sangue: Viene prelevato alla persona un campione di sangue venoso, a digiuno.
2.Incubazione: Il campione si sangue (siero) viene incubato con proteine antigeniche specifiche del Mycobacterium Tuberculosis. L’incubazione del siero del paziente nel test QuantiFERON avviene a una temperatura di 37 °C e deve essere effettuata entro 16 ore dal prelievo del sangue. Il periodo di incubazione effettivo dura tra le 16 e le 24 ore. Durante questo tempo, i linfociti T della persona presenti nel campione di sangue rispondono agli antigeni specifici del Mycobacterium Tuberculosis, producendo interferone-gamma (IFN-γ), che è il parametro misurato per valutare la presenza di un’infezione tubercolare.
3.Misurazione della Risposta Immunitaria: Dopo l’incubazione, si misura la produzione di interferone-gamma (IFN-γ) da parte dei linfociti T del paziente in risposta agli antigeni. Un aumento significativo di IFN-γ indica una risposta immuno – infiammatoria positiva, suggerendo un’infezione attiva o latente da tubercolosi.

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Risposta Immunologica – infiammatoria e Produzione di Linfochine

Meccanismi di Risposta
(
tutto quanto è descritto di seguito avviene in laboratorio, nelle provette destinate al test, sul sangue del paziente che possiede tutti i componenti cellulari presenti normalmente nell’organismo. La reazione avviene quindi tra le proteine antigeniche fornite e le cellule del sangue).

Quando nel nostro organismo le cellule del sistema immunitario riconoscono un microbo che è entrato ed ha infettato la persona, i linfociti T, in particolare i “linfociti T helper (Th)”, si attivano, nel punto dove è avvenuto il contatto, e iniziano a produrre linfochine, che sono citochine specifiche per la modulazione della risposta immunitaria e infiammatoria. Le principali linfochine coinvolte includono:

 Interleuchina-2 (IL-2): Stimola la proliferazione dei linfociti T e delle cellule natural killer.
 Interferone-gamma (IFN-γ): Gioca un ruolo cruciale nell’attivazione dei macrofagi e nell’inibizione della replicazione virale.


Produzione di linfochine all’interno dell’organismo

La produzione di linfochine avviene attraverso vari meccanismi:

1.Attivazione dei Linfociti T: L’antigene del microbo viene adeso ad alcune cellule specifiche e viene presentato da parte di queste “cellule presentanti l’antigene (APC)” attivando i linfociti T. I linfociti T helper si attivano attraverso il legame tra il recettore T-cellulare e l’antigene associato alle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC).
2.Secrezione di Linfochine: Una volta attivati, i linfociti T helper ed altri secernono “linfochine” che agiscono su altre cellule del sistema immunitario, amplificando la risposta immunitaria ed infiammatoria.
3.Da questo momento si attiva la risposta immunitaria – cellulare da una parte e la risposta infiammatoria; due meccanismi che fanno come scopo comune quello di eliminare la risposta del microrganismo dalla persona infettata.

In laboratorio si sfrutta lo stesso meccanismo inserendo in una provetta le proteine antigeniche del batterio della tubercolosi e le cellule immunitarie presenti nel sangue prelevato dalla persona.

In sintesi,
il test QuantiFERON sfrutta, in provetta, la capacità del sistema immunitario di rispondere a specifici antigeni tubercolari, misurando la produzione di IFN-γ come indicatore dell’infezione.
La risposta immunologica è mediata dalla produzione di linfochine che modulano e coordinano le attività delle cellule immunitarie.

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Dopo quanto tempo dal contatto il test diventa positivo sia nel test in vivo che in quello in vitro?

In caso di contatto con il Mycobatterio della Tubercolosi generalmente è necessario un periodo di due / tre mesi, affinché si verifichi la conversione del test cutaneo alla tubercolina, cioè che questo esame diventi positivo e segnali l’avvenuto contatto con il batterio.

Nel caso di viaggiatori internazionali, delle categorie precedentemente individuate, sarebbe auspicabile l’effettuazione di un test MANTOUX prima del viaggio e dopo 3 mesi dal rientro. In caso di soggiorni prolungati, in ambienti di lavoro dove viene favorito un contatto prolungato, sarebbe consigliato effettuare il test una volta l’anno.

Cosa fare con le persone immunocompromesse?

Per le persone immuno compromesse, con difese immunitarie deboli o compromesse, che hanno avuto di recente uno stretto contatto con casi noti infettivi di tubercolosi, la terapia per LTBI può iniziare anche se il TST risulta negativo.
I pazienti risultati positivi al MANTOUX – TST o all’IGRA devono essere sottoposti a valutazione clinica per escludere una tubercolosi attiva e per valutare l’eventuale necessità di terapia contro l’infezione latente. E’ sempre necessaria una valutazione clinica, dei sintomi, della obiettività polmonare e sistemica a cui segue un esame radiografico del torace, dopo aver effettuato un test Mantoux, risultato positivo.

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Un contributo chiaro alla interpretazione del test Mantoux

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Test Mantoux: cosa è e quando fare la prova della tubercolina Leggi tutto »

La Tubercolosi: Un’Emergenza Globale che Riguarda Anche l’Italia

La Tubercolosi è una emergenza globale che riguarda non solo i paesi a scarso livello igienico ma anche i paesi avanzati tra cui Europa e USA. Anche l’Italia è presa dal fenomeno. ( 09 marzo 2025)
La tubercolosi (TB) continua a rappresentare una delle più gravi emergenze sanitarie a livello mondiale, ben lontana dall’essere un ricordo dell’era vittoriana. Negli ultimi anni, la malattia ha ripreso vigore anche in paesi sviluppati, con focolai significativi che rappresentano un campanello d’allarme per i sistemi sanitari nazionali e globali.

Il ritorno della tubercolosi nei paesi sviluppati
Uno dei più vasti focolai di tubercolosi nella storia degli Stati Uniti si è recentemente verificato in Kansas, dove nell’ultimo anno sono state diagnosticate 67 persone affette da TB. Questo incremento si inserisce in un trend di crescita continua dei casi negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia di COVID-19. La tubercolosi, lungi dall’essere un problema del passato, è tornata a essere la principale causa di morte al mondo per un singolo agente infettivo, dopo tre anni in cui questo triste primato era detenuto dal COVID-19.
Nel Regno Unito, i tassi di TB sono diminuiti costantemente tra il 2011 e il 2020, ma questa tendenza positiva si è invertita dall’emergere del COVID. Nel 2023, si è registrato un aumento del 13% del numero di persone ammalatesi di TB in Inghilterra rispetto all’anno precedente, mettendo a rischio lo status di “bassa incidenza di TB” del paese.

La situazione italiana: dati e tendenze
Anche l’Italia è interessata dal fenomeno, sebbene con numeri più contenuti rispetto ad altri paesi. Nel 2023 sono stati registrati 2.600 nuovi casi diagnosticati di tubercolosi, corrispondenti a un tasso di 4,4 casi per 100.000 abitanti. Questo dato, pur rappresentando un calo del 33% rispetto al 2015, è ancora lontano dall’obiettivo di ridurre l’incidenza del 50% entro il 2025. Nel 2022, i casi notificati erano stati 2.700, con un’incidenza pari a 4,6 ogni 100.000 abitanti.
Dal 2020, l’Italia ha registrato meno di 3.000 casi all’anno, con 2.480 casi notificati nel 2021. Nonostante questi numeri possano apparire relativamente bassi, gli esperti avvertono che dal 2025 la tubercolosi potrebbe diventare la principale causa di decesso per singolo agente infettivo.

Chi sono i soggetti più a rischio in Italia
In Italia, i casi di tubercolosi riguardano principalmente due categorie di persone. Da un lato, i migranti che spesso sono entrati in contatto con il micobatterio anni prima nel loro Paese di origine e che poi si ammalano dopo l’arrivo in Italia, anche a causa delle condizioni di stress e dell’abbassamento delle difese immunitarie legati al viaggio e alla nuova condizione. Dall’altro lato, ci sono pazienti anziani nati in Italia che hanno contratto il batterio in gioventù, quando la TB era una malattia più frequente, e che sviluppano la malattia in età avanzata, quando il fisico è più fragile.
La tubercolosi è infatti tornata a costituire un’emergenza soprattutto presso le popolazioni vulnerabili, tra cui soggetti migranti, pazienti immunodepressi, e persone che vivono in contesti di convivenza stretta come rifugi per senzatetto e carceri.

Diagnosi della tubercolosi: i test più utilizzati
La diagnosi precoce della tubercolosi è fondamentale per prevenire problemi di salute a lungo termine e ridurre la trasmissione dell’infezione. Due sono i principali test utilizzati per la diagnosi: il Test di Mantoux e il Quantiferon.

Il Test di Mantoux
Il Test di Mantoux, test in vivo, noto anche come test cutaneo alla tubercolina (TST), è un metodo di screening tradizionale per verificare la presenza di infezione, anche latente, da parte del Micobatterio della Tubercolosi. Viene eseguito mediante un’iniezione intradermica di una soluzione contenente derivati proteici purificati della tubercolina nella parte interna dell’avambraccio. Viene studiata la reazione delle cellule linfocitarie e di altre famiglie di globuli bianchi a livello intradermico. (da qui test in vivo)
Se il test è positivo, si sviluppa un rigonfiamento cutaneo duro con un diametro che supera un valore soglia (5, 10 o 15 mm in base alla classe di rischio del paziente) nelle successive 48-72 ore. La misurazione di questa reazione cutanea aiuta a quantificare la risposta immunitaria del paziente, offrendo informazioni importanti sulla storia dell’esposizione al Mycobacterium tuberculosis.
È importante notare che la positività al test per un paziente con infezione in corso si verifica solo dopo 8 settimane dal contagio (periodo finestra), quindi in casi di sospetto contagio, anche in presenza di test negativo, è necessario ripeterlo dopo 8-10 settimane.

Il Test Quantiferon
Il Quantiferon è un test di laboratorio (test in vitro) che può affiancare, non sostituire, la reazione intradermica della Mantoux. Viene utilizzato per diagnosticare sia la tubercolosi polmonare attiva e l’infezione da micobatteri non tubercolari, sia per individuare un’infezione latente di tipo tubercolare.
A differenza del test Mantoux, il Quantiferon misura la quantità di interferone gamma prodotta dai linfociti T e dai monociti prelevati e messi a contatto con gli antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis (ESAT-6 e CFP-10). Il risultato viene espresso in termini di positivo/negativo: la positività si riscontra in caso di soggetti con un’infezione tubercolare in atto o latente, mentre i soggetti vaccinati risultano negativi.Un vantaggio significativo del Quantiferon è che non produce reazioni crociate in soggetti vaccinati con BCG, riducendo così i falsi positivi rispetto al test Mantoux.

Le sfide della prevenzione e del trattamento
Per contrastare efficacemente la diffusione della tubercolosi, è essenziale avviare programmi di sorveglianza che includano anche i casi di infezione latente. Attualmente, in Italia non esiste un registro centralizzato che raccolga le notifiche provenienti dalle strutture locali e dal Ministero della Sanità, il che rende più difficile il monitoraggio e la prevenzione di eventuali aumenti della malattia.
Inoltre, il trattamento della tubercolosi richiede terapie lunghe, di almeno sei mesi, che in alcuni casi possono essere anche più prolungate. Sebbene a livello globale il tasso di successo del trattamento per la tubercolosi sensibile ai farmaci rimanga elevato (88%), la gestione dei casi resistenti ai farmaci rappresenta una sfida crescente.

Un problema globale che richiede soluzioni condivise
La tubercolosi è un’infezione aerea che non rispetta i confini nazionali. Con l’aumento dei movimenti di massa, anche a causa del cambiamento climatico e dei conflitti, il principio secondo cui “la TB ovunque è TB ovunque” è oggi più valido che mai.
Per porre fine alla tubercolosi, sia negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Italia o a livello globale, è fondamentale ricordare e applicare il vecchio adagio medico: curare la persona, non la malattia. Questo implica non solo migliorare i metodi diagnostici e terapeutici, ma anche affrontare le condizioni socioeconomiche che favoriscono la diffusione della TB, come la povertà, il sovraffollamento e la malnutrizione, l’ambiente dove si vive. Aria e sole rimangono due paletti fondamentali per il controllo della persona..
L’obiettivo di eliminare la tubercolosi entro il 2035 appare ancora lontano, ma con un impegno coordinato a livello globale, nazionale e locale, è possibile fare significativi passi avanti nella lotta contro questa antica ma persistente minaccia.

https://www.clinicadelviaggiatore.com/test-mantoux-o-tst-o-test-igra-quantiferon/
https://www.epicentro.iss.it/tubercolosi/Tb_Mdr-Xdr
https://www.epicentro.iss.it/tubercolosi/epidemiologia

 

dr. Paolo Meo
direttoro POLO VIAGGI – la clinica del viaggiatore
CESMET – ARTEMISIA

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Vaccino della DENGUE, una novità.

 

Esiste un nuovo vaccino contro la DENGUE?
Si esiste un nuovo vaccino contro la febbre virale da Dengue. Finalmente dopo anni di studi ed anche di scarsi risultati è stato approvato anche in Europa un Vaccino sicuro ed efficace contro la Febbre Dengue.

 

Quando è stato approvato il vaccino contro la DENGUE?
Il nuovo vaccino contro la Dengue è stato approvato dalla Commissione Europea nel Dicembre 2022 L’EMA ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino contro la dengue all’azienda Takeda per prevenire l’insorgenza della malattia infettiva nella popolazione a partire dai 4 anni di età. Il vaccino ha il nome commerciale di Qdenga.

Qual’è la casa farmaceutica che produce il vaccino contro la DENGUE?
La casa farmaceutica che produce il vaccino contro la Dengue è la Takeda che ha iniziato la produzione del vaccino QDEnga. Il vaccino è prodotto con virus vivo attenuato in grado di proteggere dai 4 sierotipi.

A chi si somministra il vaccino contro la Dengue?
Il vaccino contro la Dengue si somministra a tutti i residenti nelle aree infette o a rischio ed ai viaggiatori che per motivi di lavoro o di turismo si recano nelle aree a rischio Dengue.
Si può somministrare a partire dai 4 anni di età in avanti. Vengono somministrate 2 dosi a distanza di 3 mesi. Al momento non vi sono dati per quando somministrare un’eventuale dose di richiamo, probabilmente il richiamo dovrebbe essere effettuato dopo 3- 5 anni, per mantenere l’immunità.
Il vaccino è ben tollerato ed è sicuro nella sua somministrazione. Tra gli effetti più comuni, simili ad altri vaccini potrebbe comparire dolenzia in sede di inoculo, pesantezza di testa, eventuale dolore muscolare. La somministrazione avviene per via sottocutanea nel muscolo deltoide o nella gamba (quadricipite) per i più piccoli.
Il vaccino protegge dalla reinfezione coloro che in passato hanno contratto la Dengue. Caratteristica molto importante in quanto in alcuni casi la reinfezione può manifestarsi con sintomi più gravi.

INFORMAZIONI SUL VACCINO QDENGA

Che cosa è la DENGUE? INFO SULLA MALATTIA
La Dengue é una malattia acuta, virale, trasmessa all’uomo dalla puntura di alcuni tipi di zanzara AEDES (Aegypti, Albopictus). Il serbatoio principale è umano ma non si ha contagio diretto tra esseri umani. Una volta infettato l’uomo trasporta il virus che circola nel sangue per 2-7- giorni. Questo è il periodo in cui la zanzara, pungendo e succhiando il sangue, si infetta e lo trasmette ad altre persone. Ed il ciclo del virus si mantiene.
Quattro sono i tipi del virus Dengue. I più diffusi sono il 2 ed il 4.

Dove è diffusa la DENGUE?
La Dengue è diffusa in tutto il Sud – Est Asiatico, nell’Asia sud – Occidentale, in Oceania ed in Estremo Oriente. E’ presente anche nell’Africa Sub – Sahariana, nell’America centrale ed in quella Sub – Tropicale, nei Caraibi. Si stima che oltre il 50% della popolazione mondiale sia a rischio di questa malattia.
Attualmente oltre 4 miliardi di persone vivono in 125 Paesi a rischio Dengue.
La diffusione della dengue continua ad aumentare ed in molte regioni tropicali nel post pandemia del Covid-19 ha avuto un aumento anche del 500/700%. Numeri impressionanti, anche per l’incuria a cui è stato abbandonato l’ambiente dove si riproducono gli insetti.
L’Europa ed in particolare i paesi del bacino del mediterraneo, a causa dei cambiamenti climatici, per aumento di calore, umidità e piogge, ma anche per l’aumento di spostamento di merci e persone sono diventati paesi a rischio Dengue, dove già si presentano sporadici focolai autoctoni della malattia.

Quali sono i sintomi della Dengue?
La febbre elevata ed il forte dolore muscolo articolare sono i sintomi caratteristici, con cefalea e forte astenia. Dolori retro bulbari, tumefazioni delle palpebre, raramente emorragie congiuntivali. Completano il quadro la nausea il vomito ed i dolori addominali. L’irritazione della pelle compare sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dalla comparsa della febbre.
I sintomi si sviluppano generalmente nell’arco di una settimana dalla puntura di zanzara, talvolta dopo alcune settimane.

Quale è il trattamento della Dengue?
Non esiste un trattamento specifico diretto sul virus della dengue. I trattamenti sono sintomatici sulla forte reazione infiammatoria innescata dal sistema immunitario alla presenza del virus. I trattamenti consistono nella somministrazione di antinfiammatori, antipiretici, riposo assoluto, somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. Stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane
Nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane.
La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare collassi e, in alcuni casi risultare fatali.
La diagnosi è clinica, ossia viene effettuata in base ai sintomi. La conferma avviene attraverso una più accurata ricerca degli anticorpi specifici in campioni di sangue.

Come si previene e come ci si protegge dalla Dengue?
La prima linea difensiva nei confronti della Dengue è quella di evitare la puntura di zanzare che sono vettori del virus. Prioritario l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere trattate dove dormire.
L’attenzione e la cura dell’ambiente diventa il mezzo più efficace per la lotta sistematica alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ognuno può contribuire al controllo della crescita della zanzara eliminando tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle proprie abitazioni (sottovasi, secchi, stoviglie piene d’acqua). Le autorità sono tenute ad effettuare campagne di disinfestazione.

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Alzheimer, una scoperta sensazionale

Un gruppo di scienziati dell’Università di Pittsburgh  ha compiuto un straordinario passo avanti  nella lotta contro l’Alzheimer,cell, neurons, lights, fire, energy, fractals, brain, art, textures, lightning, pattern, science, space, night, motion, star, nature, flash, sky, night sky, fireworks, wallpaper, cell, neurons, neurons, neurons, neurons, neurons, brain, brain sviluppando un test rivoluzionario capace di  rivelare la malattia anni prima  della comparsa dei sintomi. Questa scoperta  senza precedenti  segna una svolta fondamentale nella medicina preventiva, aprendo la strada a interventi tempestivi per contrastare o persino prevenire  la progressione della patologia. Il test, basato sull’analisi di biomarcatori nel sangue (proteina Tau), permette di individuare precocemente i segni dell’Alzheimer in modo  semplice e non invasivo. Questa innovazione offre speranza concreta a milioni di persone, consentendo trattamenti mirati e personalizzati che potrebbero preservare le capacità cognitive per anni. Il progresso è  entusiasmante : finalmente, una diagnosi precoce e accessibile su larga scala diventa realtà, migliorando radicalmente la qualità della vita dei pazienti e aprendo nuove possibilità per la ricerca e la terapia.

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Dengue: due tipi di viaggiatori, due diverse risposte al vaccino

Per saperne di più su una questione molto discussa ma poco compresa.

Chi ha già avuto la dengue o ha viaggiato spesso in zone a rischio ha bisogno dello stesso vaccino di un viaggiatore che non ha mai avuto un contatto con il virus?
E perché è comunque fondamentale proteggersi, anche se non si è mai stati esposti al virus?

 

Viaggiatori con esposizione pregressa
Chi ha avuto la dengue o è stato esposto in maniera ripetuta al virus possiede una immunità preesistente………………

Viaggiatori Naive (senza esposizione pregressa)
Per chi non ha mai incontrato il virus, il sistema immunitario è impreparato, rendendo la prima esposizione al virus potenzialmente più pericolosa. I viaggiatori naive sono maggiormente a rischio di ………….

Leggi tutto l’articolo per sapere ciò che serve per proteggersi se viaggi in zone a rischio.

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Cuba – 10 – Tradizioni, cibi, bevande locali

Quali sono alcune curiosità e quali le tradizioni maggiori a Cuba ?

A Cuba, ci sono diverse curiosità e tradizioni che caratterizzano la sua cultura unica. Una delle tradizioni più famose è la storia della Giraldilla, una piccola scultura in bronzo che rappresenta una bandiera e che è diventata un simbolo della città dell’Avana[1].

 GIRALDILLA E LA STORIA D’AMORE La Giraldilla è il nome attribuito ad una bandiera segnavento che si trova sulla torre campanara del castello de la Real Fuerza di Avana, piccola scultura in bronzo diventata simbolo della città di l’Avana. La storia delle sue origini si perde nella leggenda di una storia d’amore.   Si dice che la bellissima Doña Isabel di Bobadilla, sposata a Hernando de Soto nominato Capitano generale di Cuba dal re di Spagna Carlos I, era solita aspettare il marito trascorrendo molte ore nella torre di sorveglianza del Castello de la Real Fuerza in attesa di avvistare le navi che avrebbero riportato a casa il marito da un lungo viaggio esplorativo nel continente americano (l’attuale Georgia, Alabama e Florida). Purtroppo Hernando de Soto morì in quelle terre a causa di una febbre incontrollabile (probabile malaria), si narra che la moglie morì d’amore quando conobbe il destino del marito.
Alcuni anni dopo, l’artista Gerónimo Martin Chaffinch (1607-1649), si ispirò a Doña Isabel di Bobadilla prendendola come riferimento e simbolo del matrimonio scolpendo una figura nella sua memoria.
Il governatore della città a quel tempo, Don Juan Bitrián Viamonte, fece fondere la scultura in ottone trasformandola in una banderuola segnavento in bronzo per poi farla fissare in cima alla torre più alta del castello di recente costruzione. Il governatore Bitrán battezzò questo segnavento con il nome di Giraldilla, dopo la Giralda della sua città natale, Siviglia. La statuetta originale è conservata nel Museo della città, sul punto più alto del castello è collocata una copia.

La camicia Guayabera, originariamente creata per gli agricoltori a Sancti Spiritus, è ora un’abbigliamento popolare, fresco ed elegante con quattro grandi tasche sul davanti, due pieghe sul petto e tre sul retro. GUAYABERA, TIPICA CAMICIA CUBANA
Si racconta che un contadino nella provincia di Sancti Spiritus, abbia chiesto alla moglie di fare una camicia comoda per lavorare nei campi. La moglie confezionò una nuova camicia che fosse comoda e pratica ma non poteva immaginare che il suo design originale la renderà, successivamente, così popolare, prima tra i residenti della zona e poi in tutto il mondo.
Il nome di questa camicia era yayabera , perché nata nella regione vicino al fiume Yayabo. Si racconta anche che gli agricoltori di quell’area durante la raccolta dei guavas (frutto locale) lasciavano alcuni frutti nelle tasche della yayabera e per questo motivo il nome si trasformò ben presto in guayabera. Generalmente in tessuto di colore bianco, è un vestito fresco, confortevole ed elegante e può avere maniche lunghe o corte. Di solito ha quattro ampie tasche sul davanti, due righe di pieghe al petto e tre nella parte posteriore che termina in due bottoni.
Un’altra ipotesi sull’origine del guayabera è attribuita ad un immigrato spagnolo diventato sarto nel villaggio di Sancti Spiritus nel XVIII secolo. Costui confezionava e vendeva grandi camicie con comode tasche per contenere i sigari, in altre parole, un indumento simile all’attuale guayabera.

Sia che le origini siano da attribuire alle mani della moglie del contadino o al sarto spagnolo, il guayabera, è diventato molto popolare, tanto che nel 1880 il municipio di Sancti Spiritus ne autorizzò la sua utilizzazione in eventi ufficiali. Nella seconda metà del XX secolo i politici cubani hanno cominciato a indossarlo nei loro tour elettorali attraverso l’isola, con la speranza di essere così più graditi alla popolazione contadina.

Negli anni ’50, è stata introdotta una modifica all’indumento aggiungendo un pizzo al collo per dare un carattere più formale al guayabera tanto da essere introdotto nei grandi salotti e persino nelle riunioni ufficiali del governo. Quando Ramón Grau San Martin assunse la prima magistratura nel 1944, l’elevò al rango di costume dei tribunali.

CAPODANNO A LAS CHARANGAS DE BEJUCAL Chi decidesse di andare a Cuba per festeggiare la fine dell’anno all’insegna di sole e mare, si troverà in mezzo a uno dei festival più antichi dell’Avana, Las Charangas de Bejucal.  Durante la festa, la città viene divisa in due parti, una blu e una rossa, che ripropone una rivalità del passato tra creoli e spagnoli da una parte e africani dall’altra, a suon di musica.

Le performance dei Los Tambores de Bejucal (una tipica banda di percussioni cubane di alto prestigio internazionale) accendono la rivalità tradizionale tra due gruppi di conga. I Ceibistas (membri del gruppo Ceiba de Plata, caratterizzati dal colore blu e uno scorpione come loro simbolo) competono con gli Espinistas (membri dell’Espina de Oro, che indossano il rosso e hanno un gallo come simbolo), per vedere chi riesce a suonare i tamburi con il suono più alto e più impressionante. Il cibo tipico al Charangas include pan con lechón (sandwich di maiale), popcorn, churros (strisce di pasta dolce fritta) e caramelle di cotone.L’origine dei Charangas è molto simile a quella della Parrandas de Remedios e risale a partire dal 1830. All’inizio la festa aveva un carattere prettamente religioso e secondo la tradizione si svolgeva il 24 dicembre, data nella quale gli schiavi furono liberati per unirsi poi ai neri liberi e ai Creoli. Nel corso della festa, gli africani neri si dedicarono ad adorare le Orishas (le divinità africane), suonando i loro tamburi, dicendo preghiere e ballando lungo le strade principali di Bejucal. I loro riti avevano caratteristiche particolari in funzione del gruppo etnico di provenienza, il Congo , Carabalíes , Ararás , Mandigas e Lucimíes che, inevitabilmente, avevano tradizioni spirituali diverse e formavano i propri cabildos. Le rivalità sono nate tra i cabildos per mostrare il loro orgoglio culturale alla vigilia di Natale, creando così la festa.

Gli spagnoli e creoli che vivevano a Bejucal, permisero la festa, battezzarono un gruppo di persone nere e miste con il nome di Musicanga (che significava disgustosa e povera musica) mentre un’altro gruppo di persone di colore prese il nome di Malayos (che significava galli-rossi). I Musicangai adottarono il colore blu e uno scorpione come animale rappresentativo mentre i Malayos scelsero il colore rosso e il gallo come loro animale preferito. Grazie alla fusione di culture che caratterizzano l’identità cubana, le differenze razziali e di classe sono state perdute nel tempo. All’inizio del XX secolo, i gruppi rivali si rinominarano: la Musicanga fu chiamata Ceiba de Plata (l’argento di seta-cotone) e i Malayos presero il nome di Espina de Oro (la spina dorata).

Il Carnevale di Santiago de Cuba è il più grande e famoso a Cuba, in cui si mescolano diverse culture evidenti nella ricchezza della musica e della danza[1]. Le comparse, gruppi di artisti in costume che eseguono musica e danze, sono una delle principali attrazioni del carnevale[1].La musica a Cuba è un’importante espressione artistica e parte della vita quotidiana, spesso accompagnata da balli ritmati e vitali come mambo, salsa e cha-cha-cha[2]. Stili di danza come la Rumba, il Son e la Salsa sono il risultato dell’influenza africana e spagnola[2].

Infine, alcune tradizioni legate al cibo e alle bevande includono il Mojito, il Cuba-libre e il Daiquiri, oltre al famoso rum cubano[3]. I sigari cubani sono anche una parte importante della cultura e dell’identità del paese[3].Il Carnevale di Santiago de Cuba è una celebrazione iconica e tradizionale che risale almeno al XVII secolo[2]. Questo evento annuale si svolge dal 21 al 28 luglio, attirando migliaia di persone da tutto il paese e da tutto il mondo[3]. Le festività includono processioni notturne, feste e concerti di strada, oltre a spettacoli diurni che coinvolgono musica, danza e canto[3].

Le comparsas sono un elemento fondamentale del carnevale, con gruppi di musicisti e ballerini che si esibiscono per le strade, indossando costumi tradizionali e vivaci[1]. Questi gruppi di artisti contribuiscono a creare un’atmosfera elettrizzante e coinvolgente durante le celebrazioni.

Durante il Carnevale di Santiago de Cuba, la musica è onnipresente e svolge un ruolo cruciale nella creazione dell’atmosfera festosa[3]. Gli stili musicali tipici del carnevale includono il son, il cha-cha-cha, il mambo e la rumba cubana, tutti influenzati dalle tradizioni africane, europee e indigene.

Il Carnevale coincide con la Festa Nazionale di Cuba e l’anniversario dell’Attacco alla Caserma Moncada, che cade il 26 luglio[3]. Questa data storica è un momento importante per la nazione e aggiunge un ulteriore livello di significato alle celebrazioni del carnevale.

Se desideri visitare Santiago de Cuba durante il Carnevale, è consigliabile pianificare in anticipo, poiché i trasporti e l’alloggio possono essere difficili da trovare a causa dell’alto afflusso di persone[3]. Essere parte di questa celebrazione culturale è un’esperienza unica e memorabile che ti permetterà di immergerti nelle tradizioni e nella storia cubana.

Danze e musica: i trascinanti ritmi cubani

Cuba è la patria dei ritmi caraibici: le note di mambo, rumba, salsa e cha-cha-cha (che qui è nato) saranno la colonna sonora del tuo viaggio sull’isola. Imperdibili anche le big band di jazz afrolatino, portate alla ribalta negli ultimi anni dai Buena Vista Social Club.

A Cuba la musica non è soltanto espressione artistica, ma compagna di vita quotidiana, spesso accompagnata da balli ritmati e vitali. I balli cubani rappresentano l’amore per la vita che caratterizza il popolo di Cuba, qui ogni ballo ha la sua musica, e la musica non esiste senza la danza! La musica cubana si è sviluppata dalle influenze degli schiavi africani, deportati sull’isola, e dalle influenze degli immigrati spagnoli.

Gli stili originari erano tre: il son, di matrice spagnola e africana, il danzon, che attinge alla tradizione francese e dai ritmi più pacati, il terzo filone, totalmente derivante dalla cultura africana. I tre stili si sono poi mescolati fra loro e hanno dato vita a diversi filoni come la Rumba, il Son, la Salsa, il Reggaeton, la Bachata e ovviamente il Cha Cha Cha.

A Cuba, troverai una vasta gamma di generi musicali che riflettono la ricca diversità culturale dell’isola. Alcuni dei principali generi musicali cubani includono la Rumba, il Danzon, il Son, il Danzon-mambo e il Cha cha cha [1]. La Rumba, ad esempio, è un genere di musica e danza afro-cubana che combina percussioni, canto e movimenti di danza energici. Il Son, invece, è uno stile musicale caratterizzato dalla fusione di elementi africani e spagnoli, spesso considerato il cuore della musica cubana.

Santiago de Cuba, in particolare, è stata la culla di molti generi musicali cubani ed è il centro della cultura afro-cubana del paese [2]. L’influenza della musica cubana si è anche diffusa oltre i confini dell’isola, come dimostra il genere Salsa, nato a New York City e fortemente influenzato dalla musica cubana [1]. Tito Puente, noto come il Re della Salsa e il Re del Latin Jazz, è stato un’icona della musica latina che ha contribuito a diffondere questi generi in tutto il mondo [1].

Oltre ai tradizionali generi musicali, a Cuba si possono trovare anche stili più moderni e internazionali, come il Rap e l’Hip-Hop [3]

Quali cibi tradizionali trovo a Cuba?

Cuba, crocevia di influenze spagnole, africane e caraibiche, offre una gastronomia ricca di sapori intensi e piatti iconici. Di seguito, un approfondimento sulle principali specialità, con ingredienti e preparazioni autentiche
1. Ropa Vieja
Descrizione: Piatto nazionale cubano, la “vestiti vecchi” deve il nome alla carne sfilacciata che ricorda stracci.
Ingredienti:
• 800 g di manzo (petto o fianco)
• 2 cipolle, 3 spicchi d’aglio, 1 peperone rosso e 1 verde
• 400 ml di passata di pomodoro
• 1 cucchiaino di cumino, origano, paprika
• 100 ml di vino bianco, olive verdi, alloro
Preparazione:
Cuocere la carne in acqua salata fino a tenera, poi sfilacciarla. Soffriggere cipolla, aglio e peperoni. Aggiungere la carne, il pomodoro, le spezie e il vino. Cuocere a fuoco lento per 1 ora, unire le olive prima di servire con riso bianco.

2. Moros y Cristianos
Descrizione: Riso e fagioli neri, simbolo della convivenza tra culture.
Ingredienti:
• 300 g riso, 200 g fagioli neri cotti
• 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 100 g pancetta
• 1 cucchiaino di cumino, origano, aceto
Preparazione:
Soffriggere pancetta, cipolla e aglio. Unire fagioli, spezie e aceto. Mescolare con riso cotto separatamente. Servire come contorno.

3. Tostones
Descrizione: Fette di platano verde fritte due volte, croccanti e salate.
Ingredienti:
• 2 platani verdi, olio per friggere, sale
Preparazione:
Tagliare il platano a rondelle spesse 3 cm. Friggere 5 minuti, schiacciare con un batticarne e friggere nuovamente fino a doratura. Salare.

4. Ajiaco
Descrizione: Zuppa robusta con carne, tuberi e mais.
Ingredienti:
• 500 g di pollo, 200 g di manzo
• 2 patate, 1 patata dolce, 1 tazza di mais
• 1 avocado, coriandolo, lime
Preparazione:
Lessare le carni con patate, patata dolce e mais. Servire con avocado a fette, coriandolo e lime.

5. Picadillo
Descrizione: Carne macinata speziata con olive e uvetta.
Ingredienti:
• 500 g carne macinata (manzo/maiale)
• 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 50 g olive verdi
• 50 g uvetta, 2 cucchiai di salsa di pomodoro
• Cumino, origano, peperoncino
Preparazione:
Soffriggere cipolla e aglio, aggiungere la carne. Unire salsa di pomodoro, spezie, olive e uvetta. Cuocere 20 minuti.

6. Arroz con Pollo
Descrizione: Riso con pollo, verdure e zafferano.
Ingredienti:
• 4 cosce di pollo, 300 g riso
• 1 peperone rosso, 1 carota, 100 g piselli
• 1 bustina di zafferano, brodo di pollo
Preparazione:
Rosolare il pollo, aggiungere verdure e riso. Coprire con brodo e zafferano. Cuocere a fuoco basso.

7. Fufù
Descrizione: Purè di platano con pancetta croccante.
Ingredienti:
• 2 platani verdi, 100 g pancetta
• 2 spicchi d’aglio, olio, lime
Preparazione:
Bollire i platani, schiacciarli. Rosolare pancetta e aglio, unire al purè. Servire come contorno.

8. Casabe
Descrizione: Pane croccante di manioca, senza glutine.
Ingredienti:
• 500 g farina di manioca, acqua, sale
Preparazione:
Impastare farina con acqua e sale. Formare dischi sottili, cuocere su piastra calda fino a doratura.

9. Mojito
Descrizione: Cocktail simbolo cubano a base di rum e menta.
Ingredienti:
• 50 ml rum bianco, 1 lime, 10 foglie di menta
• 2 cucchiaini di zucchero di canna, soda, ghiaccio
Preparazione:
Schiacciare menta e zucchero nel bicchiere. Aggiungere lime, rum e ghiaccio. Completare con soda.

10. Cuba Libre
Descrizione: Mix di rum, cola e lime, nato durante l’indipendenza.
Ingredienti:
• 50 ml rum scuro, 120 ml cola, 10 ml succo di lime
• Ghiaccio
Preparazione:
Versare rum e lime in un bicchiere con ghiaccio. Aggiungere cola e mescolare162022.
Questi piatti e bevande riflettono l’essenza della cultura cubana, dove ingredienti semplici si trasformano in esperienze culinarie memorabili. Ogni ricetta è un viaggio attraverso secoli di storia e scambi culturali[1-47].

Sintesi dei I 10 piatti tradizionali più ricercati a Cuba:

Arroz con Pollo (pollo e riso) 

Moros y Cristianos (riso e fagioli neri)

Ropa Vieja (stufato di manzo sfilacciato)

Masitas de Puerco Fritas (maiale fritto) 

Ajiaco Criollo (stufato di carne e verdure)

Cuban Sandwich (panino con maiale arrosto, prosciutto, formaggio e senape)

Fufù (purè di platano) 

Picadillo a la Habanera (carne macinata con cipolle, peperoni e spezie)

Tamales (impasto di mais con carne e verdure)

Casabe (pane piatto a base di farina di manioca) 

Questi piatti riflettono la cucina cubana, con influenze spagnole e africane, e l’uso di spezie, carni come maiale e pollo e verdure come peperoni, cetrioli, cipolle e patate.

Quali sono le 10 bevande tradizionali che posso testare durante il soggiorno a Cuba?

Quello che si beve sicuramente a Cuba è il rum. Di altissima qualità ed economico. Le bevande cubane tradizionali di solito contengono ancora rum cubano e molto spesso Havana Club. Cuba Libre, la bevanda alcoolica caratteristica senza Coca-Cola. Non esiste la coca come prodotto americano a Cuba. Quindi la bevanda tradizionale Cuba Libre viene servita con una bevanda a base di cola, ma non con Coca-Cola e succo di lime. Altre bevande includono Piña Colada, Daiquiri, Mojito, Havana Loco, birre cubane come Crystal e Buchanero e, naturalmente, succo di cocco fresco

 Cuba, crocevia di influenze culturali e climatiche tropicali, vanta un patrimonio enogastronomico unico, dove rum, caffè e ingredienti locali danno vita a preparazioni iconiche. Di seguito, un’analisi delle bevande più rappresentative, con dettagli su ingredienti, preparazione e contesto storico-culturale.
1. Mojito
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (50 ml), succo di lime fresco (20 ml), foglie di menta (6-8), zucchero di canna (2 cucchiaini), soda, ghiaccio.
Preparazione: Pestare leggermente menta e zucchero in un bicchiere highball. Aggiungere lime, rum e ghiaccio. Mescolare, completare con soda e decorare con una fetta di lime e un rametto di menta26.
Origine: Derivato dal Draque (bevanda medicinale del XIX secolo), il Mojito moderno nacque alla Bodeguita del Medio de L’Avana, frequentata da Ernest Hemingway. La versione attuale fu codificata negli anni ’.

2. Daiquiri
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (60 ml), succo di lime (20 ml), zucchero (10 g), ghiaccio tritato.
Preparazione: Shakerare gli ingredienti con ghiaccio, filtrare in una coppa da cocktail. Versione Hemingway Special: doppio rum e metà zucchero12.
Origine: Creato nel 1896 da Jennings Cox, ingegnere minerario statunitense a Daiquirí. Reso celebre dal bar El Floridita, dove Hemingway lo consumava ghiacciato.

3. Cuba Libre
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum scuro (50 ml), Coca-Cola (120 ml), succo di lime (10 ml), ghiaccio.
Preparazione: Versare rum e lime in un tumbler con ghiaccio, aggiungere cola e decorare con lime.
Origine: Nacque nel 1898 durante la guerra d’indipendenza cubana. Il nome (“Cuba Libera”) celebrava la fine del dominio spagnolo. Un soldato americano brindò con questa miscela simbolo dell’alleanza USA-Cuba.

4. Canchánchara
Tipo: Cocktail storico
Ingredienti: Aguardiente di canna (60 ml), miele (15 ml), succo di lime (15 ml), acqua.
Preparazione: Sciogliere miele e lime in acqua, aggiungere aguardiente e ghiaccio. Servire in tazze di terracotta26.
Origine: Bevanda dei rivoluzionari durante le guerre d’indipendenza (XIX secolo). Oggi simbolo della resistenza cubana, sopravvive nelle zone rurali orientali.

5. Café Cubano
Tipo: Bevanda calda
Ingredienti: Caffè tostato scuro, zucchero di canna, acqua.
Preparazione: Preparare un espresso denso, zuccherato con espuma (schiuma di zucchero caramellato)35.
Origine: Introdotto dai coloni spagnoli nel XVIII secolo. Tradizionalmente servito in tacitas (tazzine piccole) come gesto di accoglienza.

6. Guarapo
Tipo: Succo non alcolico
Ingredienti: Canna da zucchero fresca.
Preparazione: Spremere la canna con un tornio manuale, servire con ghiaccio.
Contesto: Venduto nelle guaraperías ambulanti. Fonte di energia per lavoratori agricoli, oggi simbolo di autenticità rurale.

7. Prú Oriental
Tipo: Bevanda fermentata
Ingredienti: Tuberi (igname, malanga), erbe locali, acqua, zucchero.
Preparazione: Fermentare gli ingredienti per 3-5 giorni in contenitori di legno7.
Origine: Tipica della provincia di Oriente, legata a rituali afrocubani. Consumata durante festività come la Fiesta del Fuego.

8. El Presidente
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (60 ml), vermouth dry (30 ml), curaçao all’arancia (5 ml), sciroppo di granatina (5 ml).
Preparazione: Mescolare gli ingredienti con ghiaccio, servire in coppa con scorza d’arancia26.
Storia: Creato negli anni ’20 per Gerardo Machado, presidente cubano. Simbolo dell’élite pre-rivoluzionaria.

9. Guayabita del Pinar
Tipo: Liquore
Ingredienti: Rum, guayaba (piccole prugne selvatiche), spezie.
Preparazione: Macerare la frutta nel rum per 6 mesi, aggiungere miele35.
Origine: Prodotto artigianalmente a Pinar del Río dal 1892. Presidio Slow Food per la lavorazione tradizionale.

10. Malta
Tipo: Bevanda analcolica
Ingredienti: Orzo tostato, acqua, zucchero, luppolo.
Preparazione: Fermentazione parziale, senza alcol.
Contesto: Alternativa alla birra per bambini e non bevitori. Prodotta dalla Cervecería Bucanero, ricorda una birra scura ma dolce.
Altri Eccellenti
• Cuba Bella: Cocktail moderno con rum, mango e peperoncino6.
• Aliñao: Fermentato di frutta e miele, usato nei rituali di santería7.
• Cerveza Cristal: Birra chiara leggera (4,9% vol), ideale per il clima tropicale35.
Analisi Storico-Culturale
Le bevande cubane riflettono sincretismi culturali: il Mojito unisce menta (ereditata dai coloni spagnoli) e rum (prodotto dagli schiavi africani). Il Café Cubano, invece, simboleggia l’ospitalità, radicata nel tessuto sociale35. Durante il Proibizionismo statunitense (1920-1933), Cuba divenne meta di turismo alcolico, favorendo l’evoluzione di cocktail come il Daiquiri in versioni raffinate26.

Tra le bevande più conosciute:

Mojito: un cocktail rinfrescante a base di rum, menta, zucchero, succo di lime e acqua frizzante.

Cuba Libre: un cocktail classico a base di rum, Coca-Cola e succo di lime.

Daiquiri: un cocktail a base di rum, succo di lime e sciroppo di zucchero.

Piña Colada: un cocktail cremoso a base di rum, succo d’ananas e latte di cocco.

Canchánchara: un cocktail storico a base di rum, miele, succo di lime e acqua calda.

El Presidente: un cocktail elegante a base di rum, vermouth, curaçao e granatina.

Saoco: un cocktail rinfrescante a base di rum, acqua di cocco e succo di lime.

Guarapo: una bevanda analcolica a base di succo di canna da zucchero fresco.

Malojillo: una bevanda analcolica a base di limonata e foglie di malojillo, una pianta simile alla citronella.

Café Cubano: un caffè espresso forte e dolce, spesso servito in piccole tazzine.

Cerveza: la birra locale, con marchi popolari come Cristal e Bucanero.

Ron Collins: un cocktail simile al Tom Collins, ma con rum al posto del gin.

Batido: una bevanda frullata a base di frutta fresca, latte e zucchero.

Crema de Vie: un liquore dolce simile al liquore irlandese, a base di latte, zucchero, uova, rum e spezie.

Jugo de Tamarindo: una bevanda analcolica a base di succo di tamarindo e zucchero


 

 

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Mauritius – Scheda Paese – Alert, epidemie, malattie

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Malattie prevalenti sul territorio

 Situazione Sanitaria a Mauritius: Analisi delle Malattie Infettive e Rischi per i Turisti

Mauritius, nonostante il suo status di destinazione turistica tropicale, mantiene un profilo sanitario relativamente controllato grazie a programmi di sorveglianza attiva e interventi di sanità pubblica.
Tuttavia, la presenza di vettori come le zanzare *Aedes* e *Culex*, unita alla connettività globale, espone l’arcipelago a rischi infettivi che richiedono attenzione.

Malaria: Assenza di Trasmissione Locale e Casi Importati
La malaria è stata eliminata da Mauritius nel 1998, con nessun caso indigeno registrato da oltre due decenni. Tuttavia, il Paese segnala annualmente tra 12 e 54 casi importati, principalmente da viaggiatori provenienti da aree endemiche africane o asiatiche. Il vettore storico *Anopheles arabiensis* è ancora presente, ma le campagne di controllo, inclusa la distribuzione di zanzariere trattate con insetticidi e il monitoraggio dei focolai larvali, hanno prevenuto la riattivazione della trasmissione locale. I turisti devono adottare precauzioni standard (repellenti, abiti lunghi) solo in contesti rurali, sebbene il rischio sia classificato come “molto basso”.

Dengue: Focolai Ricorrenti e Strategie di Contenimento
La dengue rappresenta una delle principali sfide sanitarie, con un’impennata di casi nel 2024: 3.311 infezioni a Mauritius e 1.363 a Rodrigues, inclusi quattro decessi. L’epidemia, favorita da condizioni climatiche umide, ha coinvolto il sierotipo DENV-2, lo stesso responsabile della riemersione del 2009 dopo 30 anni di assenza. Il vettore principale è *Aedes albopictus*, poiché *Ae. aegypti* fu eradicato negli anni ’50 durante le campagne antimalariche. Le autorità hanno intensificato la disinfestazione con larvicidi (es. *Bacillus thuringiensis*), nebulizzazioni di piretroidi e l’eliminazione di siti di riproduzione come pneumatici e contenitori d’acqua stagnante. I turisti sono esposti a rischio moderato, soprattutto durante la stagione delle piogge (novembre-aprile), con raccomandazioni a utilizzare repellenti a base di DEET e indossare abiti protettivi.

Altre Arbovirosi: Chikungunya e Rischio Zika
Il virus Chikungunya ha colpito Mauritius nel 2005-2006, causando migliaia di casi caratterizzati da febbre alta, artralgie debilitanti ed eruzioni cutanee. La trasmissione, mediata da *Ae. albopictus*, ha evidenziato la vulnerabilità dell’isola alle infezioni importate, come dimostrato da casi italiani contratti durante soggiorni nel 2006].
Per lo Zika, nonostante l’assenza di casi autoctoni, esiste un piano nazionale di preparazione che integra sorveglianza attiva ai punti d’ingresso, controllo vettoriale e monitoraggio di complicanze neurologiche e microcefalia.
La prossimità a Réunion e Madagascar, dove lo Zika è endemico, mantiene alto il rischio di introduzione.

 Encefalite Giapponese: Rischio Teorico e Assenza di Casi Locali
Non sono stati segnalati casi di encefalite giapponese (JE) a Mauritius. Il virus, trasmesso da zanzare *Culex* (specie *Cx. tritaeniorhynchus*), richiede serbatoi animali come suini e uccelli acquatici, assenti o non endemici nell’arcipelago. Tuttavia, la presenza di *Culex quinquefasciatus* e i voli diretti dall’Asia pongono un rischio teorico, sebbene remoto. L’OMS non raccomanda la vaccinazione JE per i viaggiatori diretti a Mauritius, a meno di prolungati soggiorni rurali in aree risicole.

 Malattie a Trasmissione Alimentare e Idrica
Le infezioni gastrointestinali dominano i rischi non vector-borne, con la “diarrea del viaggiatore” che colpisce fino al 30% dei visitatori.
Agenti eziologici comuni includono *Escherichia coli*, *Salmonella* spp., *Giardia lamblia* ed epatite A. Focolai di colera sono rari, ma il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti, come le ostriche di Flic-en-Flac, può esporre a *Vibrio cholerae*.
Le raccomandazioni chiave includono:
–   evitare acqua non imbottigliata,
–   gelati artigianali,
–   verdure crude
–    pesce marinato.
Gli hotel a 5 stelle aderiscono a protocolli HACCP, riducendo il rischio per i turisti[4].

Rischi Sanitari per i Turisti: Prevenzione e Accesso alle Cure
I rischi principali si concentrano su dengue e gastroenteriti.

Le strutture sanitarie, come il Sir Seewoosagur Ramgoolam National Hospital a Pamplemousses, offrono standard occidentali, con costi contenuti per visite mediche (50-80 EUR) e analisi di base.
Le farmacie dispongono di farmaci antipiretici e reidratanti, ma è consigliabile portare scorte personali di medicinali specifici.
Le assicurazioni viaggio con copertura sanitaria sono indispensabili per evitare spese impreviste[5].

Conclusioni e Raccomandazioni Strategiche
Mauritius mantiene un equilibrio precario tra sviluppo turistico e controllo sanitario.

L’adozione di un approccio One Health, integrato con partenariati regionali (es. Commissione dell’Oceano Indiano), è cruciale per mitigare l’introduzione di vettori invasivi come *Anopheles stephensi*.

I turisti devono privilegiare vaccinazioni come
–   epatite A
–   anti typhoid,
–   colera (orale),
–  
VACCINAZIONE PER LA DENGUE
oltre a misure anti-zanzare, mentre le autorità dovrebbero potenziare la diagnostica molecolare per arbovirus emergenti. La sostenibilità di questo modello dipenderà dalla capacità di bilanciare vigilanza epidemiologica e promozione turistica.

 

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Diarrea del viaggiatore, guida alla prevenzione per turisti avventurosi. i farmaci giusti

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La Guida Essenziale alla Prevenzione e Gestione della Diarrea del Viaggiatore per Esploratori Avventurosi

 

Per il viaggiatore moderno, l’avventura non risiede solo nella scoperta di paesaggi mozzafiato o culture lontane, ma anche nella capacità di navigare le sfide sanitarie che territori esotici possono presentare. Tra queste, la **diarrea del viaggiatore** emerge come un ostacolo frequente e potenzialmente debilitante, capace di trasformare un’esperienza indimenticabile in un incubo logistico, fisico e mentale. Questo articolo approfondisce strategie pratiche per prevenire e gestire questa condizione, con un focus specifico sull’utilizzo razionale di farmaci protettivi, l’integrazione di pratiche igieniche avanzate e il ruolo innovativo della telemedicina nel supporto ai globetrotter.

L’Impatto della Diarrea del Viaggiatore sull’Esperienza di Esplorazione

Il Rischio Invisibile nelle Destinazioni Esotiche
La diarrea del viaggiatore non è un semplice inconveniente, ma una minaccia sistemica per chi si avventura in regioni con infrastrutture sanitarie fragili. Paesi come l’India, il Vietnam o il Perù, nonostante il loro fascino culturale, presentano tassi di incidenza superiori al 60% tra i visitatori internazionali, con picchi durante la stagione delle piogge o in aree rurali. Gli agenti patogeni responsabili – da *Escherichia coli* enterotossigeno (ETEC) a *Campylobacter* e *Giardia lamblia* – prosperano in ambienti con scarsa igiene idrica, trasformando fonti apparentemente innocue come il ghiaccio nelle bevande o il cibo di strada in vettori di infezione.

Fattori di Rischio Specifici per il Viaggiatore Avventuroso
L’esploratore che opta per trekking remoti, navigazione fluviale o soggiorni in eco-lodge spesso affronta condizioni estreme:
– **Approvvigionamento idrico non controllato**, con fonti dipendenti da fiumi o pozzi superficiali.
– **Carenza di refrigerazione**, che accelera la proliferazione batterica negli alimenti.
– **Esposizione a varianti microbiche non presenti nel microbiota intestinale del viaggiatore**.
Queste variabili richiedono un approccio preventivo più aggressivo rispetto al turista convenzionale, bilanciando l’uso di farmaci con adattamenti comportamentali.

 Strategie di Prevenzione Avanzata per l’Esploratore

La Triade Farmacologica Protettiva
La profilassi farmacologica rappresenta uno scudo critico per chi si spinge oltre i circuiti turistici tradizionali. Tre agenti emergono come cardini:

 1. Doxiciclina (Bassado 100 mg): L’Antibiotico Multifunzione
Agente preferito per:
**Profilassi quotidiana** (1 compressa/die) in aree ad alto rischio batterico.
**Trattamento d’urto** (2 compresse al primo sintomo), efficace su ETEC e *Vibrio cholerae*.
– **Protezione aggiuntiva** contro malaria, leptospirosi e infezioni cutanee da morso di zecca.

2. Rifaximina (Normix 200 mg): Il Disinfettante Intestinale Mirato
Sinergizza con la doxiciclina offrendo:
– **Azione topica** nel lume intestinale senza assorbimento sistemico.
– **Efficacia su ceppi resistenti** grazie al meccanismo d’azione su RNA polimerasi batterica.
– **Riduzione del rischio di disbiosi** post-terapia per il suo spettro ristretto[1].

3. Vaccino ORAVACS (Dukoral ): Immunizzazione Strategica
Il vaccino orale anticolera/ETEC fornisce:
**Protezione crociata** al 67% contro ETEC per 3 mesi.
**Riduzione della gravità** degli episodi anche quando l’infezione supera l’immunità.
**Compatibilità** con chemioprofilassi antimalarica.

Ottimizzazione dell’Igiene in Condizioni Estreme
Oltre ai farmaci, tecniche sul campo minimizzano l’esposizione:
**Purificazione idrica a 3 stadi**: Filtrazione (0.2 μm) → Clorazione (2 ppm) → Ebollizione (1’ a pieno rollio).
– **Disinfezione UV portatile** per alimenti crudi, con esposizione di 90 secondi/cm².
**Protocollo di cottura DIN 10536**: Temperatura interna ≥74°C mantenuta per 15” in carne/pesce.

Gestione Acuta: Dall’Intervento Precoce alla Crisi

L’Algoritmo del Primo Soccorso Farmacologico
Al manifestarsi di ≥3 scariche liquide/24h:
1. **Doxiciclina 200 mg** in dose singola + **Rifaximina 400 mg** ogni 8h per 72h.
2. **Soluzione reidratante WHO-ORS** (1L/die) con aggiunta di 20g di amido resistente per riparazione mucosa.
3. **Monitoraggio biomarkers**: Stick fecale per leucociti, lattoferrina e calprotectina per discriminare eziologia.

Evitare le Trappole Terapeutiche
– **Loperamide (Imodium)**: Utilizzabile solo in combinazione con antibiotici e mai oltre 48h, per il rischio di megacolon tossico.
– **Probiotici**: *Saccharomyces boulardii* CNCM I-745 riduce la durata dei sintomi del 23% se iniziato precocemente.
– **Bimixin**: Obsoleto per resistenze >80% in Asia e Africa, da evitare in protocolli moderni.

 

Il Ruolo della Telemedicina nell’Esplorazione Remota

 Consulenza Pre-Partenza Personalizzata
Piattaforme digitali consentono:
– **Analisi del rischio microbiologico** basata su destinazione, stagione e itinerario.
– **Piano vaccinale/farmacologico adattato**
– **Simulazioni di emergenza** con realtà virtuale per gestione crisi in assenza di rete.

Supporto Real-Time Durante l’Esplorazione
– **Teleconsulto con infettivologo** per aggiustamento terapeutico in base all’antibiogramma locale.
– **Mappe interattive** dei focolai attivi aggiornate in crowdsourcing dalla community medica globale.

## Oltre la Prevenzione: Verso un Nuovo Paradigma di Viaggio Sicuro

La diarrea del viaggiatore non deve rappresentare una barriera all’esplorazione, ma piuttosto un’opportunità per adottare tecnologie e protocolli innovativi. Integrando farmaci intelligenti, biosensori indossabili e telemedicina avanzata, il moderno avventuriero può trasformare la propria preparazione sanitaria in un vantaggio competitivo, esplorando confini inaccessibili con una sicurezza impensabile solo un decennio fa. La chiave risiede nell’approccio proattivo: come un esploratore studia mappe e condizioni meteo, così deve padroneggiare il microbiota del destino scelto.

Citations:

Bassado, Normix, Bimixin, Imodium: farmaci per la diarrea del viaggiatore

Diarrea del viaggiatore, guida alla prevenzione per turisti avventurosi. i farmaci giusti Leggi tutto »

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