COVID-19- CONTATTO STRETTO O CASO POSITIVO: cosa fare
Una infografica dal Ministero della Salute
Al CESMET, tamponi antigenici e molecolari con risposta in giornata
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Una infografica dal Ministero della Salute
Al CESMET, tamponi antigenici e molecolari con risposta in giornata
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INGRESSO IN ITALIA
Con ordinanza del Ministero della Salute l’ingresso in Italia- dal 16 Dicembre al 3 Gennaio, da paesi UE e extra UE, è consentito a queste condizioni:
L’ordinanza (leggila qui ) firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza, entrata in vigore il 15 dicembre scorso e valida sino al 31 gennaio 2022, riguarda tutti coloro che entreranno in Italia dopo aver soggiornato all’estero negli ultimi 14 gg .
Ma vediamo nel dettaglio i particolari.
Se si proviene dai paesi UE* e si è vaccinati
– Presentare l’esito negativo di un test molecolare effettuato nelle 48 ore antecedenti l’ingresso in Italia, oppure l’esito di un test antigenico effettuato nelle 24 ore
– Compilare il PLF – Passenger Locator Form
Se si proviene dai paesi UE* e non si è vaccinati
– Presentare l’esito negativo di un test molecolare effettuato nelle 48 ore antecedenti l’ingresso in Italia, oppure l’esito di un test antigenico effettuato nelle 24 ore
– Compilare il PLF – Passenger Locator Form
– Obbligo di quarantena/isolamento fiduciario di 5 giorni, al termine dei quali ripetere un test molecolare o antigenico, la cui negatività consente di uscire dall’isolamento.
Se si proviene dai paesi extra-UE** e si è vaccinati
– Presentare l’esito negativo di un test molecolare effettuato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso in Italia, oppure l’esito di un test antigenico effettuato nelle 24 ore precedenti
– Per chi arriva da Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori non appartenenti al continente europeo) il test molecolare deve essere effettuato nelle 48 precedenti
– Compilare il PLF – Passenger Locator Form
Se si proviene dai paesi extra-UE** e non si è vaccinati
– Obbligo di test molecolare (valido 48 ore) oppure antigenico (valido 24 ore)
– Obbligo di isolamento fiduciario per 10 giorni, seguito da test molecolare o antigenico al termine dell’isolamento
– Compilare il PLF – Passenger Locator Form
Infine, se negli ultimi 14 giorni si è soggiornato o transitato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini, l’ingresso in Italia non è consentito fino al 31 gennaio 2022.
Tale limitazione non colpisce i cittadini italiani con la residenza anagrafica in Italia da data anteriore alla ordinanza miniseriale, che possono tornare con test negativo e isolamento fiduciario di 10 giorni.
**Argentina, Australia, Bahrain, Canada, Cile, Colombia, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Arabia Saudita, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori non appartenenti al continente europeo), Repubblica di Corea, Singapore, Stati Uniti d’America, Ucraina, Uruguay, Taiwan, Regioni amministrative speciali di Hong Kong e di Macao.
* Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.
COVID-19: le nuove regole per entrare in Italia Leggi tutto »
La variante Omicron di SARS-CoV-2 con le sue caratteristiche ci impone di vaccinare la maggior parte della popolazione mondiale. Questo deve avvenire non solo nei paesi ad elevato tenore di vita (Europa, Nord America, Australia, alcuni paesi asiatici) ma soprattutto nel continente africano, latino americano e nella maggior parte dell’Asia.
La Fondazione Cesmet – Centro studi di medicina tropicale, da sempre impegnata in operazioni di cooperazione sanitaria in Africa, e la Clinica del Viaggiatore Cesmet sono impegnate con gli enti sanitari che in loco gestiscono programmi di vaccinazioni contro il covid-19, nel supportare economicamente e scientificamente le campagne vaccinali contro il Covid, che si dovranno moltiplicare fin da subito.
COSA E’ LA VARIANTE OMICRON
La variante Omicron – B.1.1.529, definita dalla Organizzazione Mondiale della Sanità “nuova variante preoccupante (VOC – Variants of Concern) del virus SARS-CoV-2, ha mutato le sue caratteristiche rispetto alla sua prima espressione virale del febbraio – marzo 2020. SARS-CoV-2 è un coronavirus particolarmente predisposto alle mutazioni del proprio genoma. Più il virus si riproduce e diffonde tra le popolazioni, più ha la possibilità di mutare il suo patrimonio genetico. Mutando il suo genoma muta le sue caratteristiche fisiche e di relazione con l’esterno. Le mutazioni del genoma servono a questi esseri viventi, i virus, a superare le difficoltà di sopravvivenza, a mantenere la loro progenie, a moltiplicarsi e a vivere il più a lungo possibile senza farsi sopraffare dall’ambiente esterno e dalle reazioni degli organismi viventi. Con questo meccanismo il “virus variante “ può avere una maggior trasmissibilità, aggressività, capacità nel suscitare forme severe di malattia superando le barriere immunitarie ed anche l’immunità acquisita dalle persone grazie alla vaccinazione o alla malattia precedente.
L’ultima variante di SARS-CoV-2 denominata Omicron è stata isolata prima in Botswana e poi in Sud Africa nel novembre 2021. A partire dal 26 novembre 2021, la variante Omicron, è stata individuata anche in altri Paesi, compresa l’Italia. Come sempre capita i primi isolamenti di una variante virale rappresentano la punta di un iceberg di un fenomeno oramai diffusosi in molti paesi. Questa variante è già in mezzo a noi e si sta rapidamente diffondendo in Africa, in Europa e nel mondo. In Gran Bretagna, ed in particolare in Inghilterra sta aumentando in modo esponenziale, cominciando a provocare i primi danni.
PERCHE’ IL VIRUS MUTA
Si è dimostrata fin dall’inizio particolarmente diffusiva presentando circa trenta mutazioni nei geni che producono la proteina spike. Questa è la “molecola” attraverso cui il virus SARS-CoV-2 aderisce alla parete delle cellule umane; entra al loro interno e rilascia il proprio genoma ad RNA. In questo modo il virus fornisce l’informazione alle cellule umane per produrre al loro interno le componenti dei nuovi virus. Utilizzando la struttura ed i mezzi della cellula ospite i virus producono copie delle loro proteine e creano nuovi virus figli, e la vita del virus procede infettando sempre nuove persone.
E’ durante questi milioni e miliardi di replicazioni, sempre più rapide, che il virus, per proteggersi, muta le sue caratteristiche interne ed esterne, diventando quasi un “nuovo virus” rispetto all’originario. Queste notevoli
divergenze dell’OMICRON, rispetto al virus originale lo caratterizzano sicuramente per una maggiore trasmissibilità ed anche rispetto all’ultima variante DELTA. Forse, ma la cosa è ancora da dimostrare, una maggiore aggressività del virus nei confronti dell’organismo umano ed una capacità di superare le difese indotte dalle vaccinazioni o dalla malattia.
Da quanto sembra, per indagini compiute in diversi paesi, questa variante diffonde molto facilmente nella popolazione infantile e nei giovani.
VARIANTI E VACCINI
Diversi studi internazionali, effettuati sulla variante Delta hanno evidenziato, nella popolazione sottoposta a vaccinazione, una diminuzione della efficacia immunitaria dal 75% a circa il 40% di copertura dopo 5/6 mesi dall’ultima dose del vaccino. Questo vuol dire che il virus, con le sue mutazioni, ha trovato la strada per mantenere la diffusione anche nella popolazione già vaccinata. Ed il fenomeno si accentua per la perdita di efficacia del sistema immunitario dei vaccinati o degli ammalati di covid. Ricordiamo che i vaccini attualmente in uso sono stati studiati per agire contro la prima espressione di SARS-CoV-2. Da allora si sono susseguite diverse varianti, e la capacità neutralizzante dei vaccini è diminuita nel tempo. Queste sono le evidenza.
Questo è motivo per cui occorre ricorrere in questi mesi invernali 21/22 al richiamo del ciclo vaccinale iniziato da almeno 5 mesi prima. In inghilterra, da quando è sbarcata OMICRON è stata data l’indicazione di vaccinarsi nuovamente dopo 3 mesi per rafforzare le difese nei confronti del nuovo virus
Le varianti dei virus si selezionano con maggiore facilità dove maggiormente i virus circolano in particolare nelle popolazione non vaccinate. Nel mondo c’è una differenza enorme di copertura di popolazione, tra i paesi a maggior tenore di vita ed i paesi considerati poveri. In Europa mediamente è vaccinato circa il 70% della popolazione, ed i paesi corrono ad accaparrarsi più vaccini possibili. In Africa al dicembre 21 è vaccinata poco meno della popolazione globale, e le scorte dei vaccini scarseggiano. E noi siamo coinvolti in questa discriminazione e grave situazione. E’ proprio nei territori dove scarsa è la vaccinazione che si mantiene la malattia e si generano varianti. Se non si ragiona in termini di “pandemia globale” e di soluzioni globali del problema, non usciremo mai da questa situazione.
Per risolvere il problema alla radice è fondamentale l’estensione della vaccinazione in tutti i continenti e paesi del mondo.
La circolazione di un virus con queste caratteristiche non si frena e poi si arresta se non quando la maggior parte della popolazione mondiale si vaccina acquisendo una profonda immunità specifica nei confronti del virus. La lotta al vaiolo ha insegnato. In quel caso l’obbligo vaccinale era esteso in tutti i paesi del mondo. E mentre nei paesi industrializzati le percentuali della popolazione vaccinata aumenta nel resto del mondo le campagne vaccinali anticovid stentano a decollare. Ed è proprio in queste popolazioni con bassi livelli di copertura immunitaria che il virus continua la sua corsa e la sua riproduzione, aumentando la sua capacità di mutare.
AIUTACI A SOSTENERE LE CAMPAGNE DI VACCINAZIONI ANTICOVID.
LA FONDAZIONE CESMET CENTRO STUDI DI MEDICINA TROPICALE E’ IMPEGNATA NEL 2022 A SOSTENERE CAMPAGNE DI VACCINAZIONI ANTICOVID NEI PAESI PIU’ POVERI E CON MINORE COPERTURA.
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Variante OMICRON e necessità di vaccinare. L’impegno della Fondazione Cesmet Leggi tutto »
Omicron B.1.1.529 è la denominazione della nuova variante del SARS-CoV-2 selezionatosi in Botswana e poi in Sud Africa.
Il ecdc, centro europeo per il controllo delle malattie infettive, immediatamente ha preso posizione sollecitando i paesi dell’unione ad alzare la guardia nei confronti di una variante ritenuta pericolosa e da tenere sotto controllo.
La variante “Omicron – B.1.1.529” del SARS-CoV-2 si è manifestata, da un sequenziamento in Sud Africa, con un alto numero di mutazioni del “gene S” rispetto al virus originale, causa del Covid-19. Questa variante è stata individuata all’inizio di novembre 2021 prima in Botswana quindi in Sud Africa dove si è diffusa in quasi tutto il paese. Il 26 novembre 2021 la variante è stata designata come “variante di preoccupazione (VOC)” dall’OMS.
La variante Omicron è caratterizzata da 30 mutazione e 3 piccole delezioni nella proteina spike. Di queste 30 mutazioni, 15 si trovano nel dominio di legame del recettore e sono in grado di modificare, in meglio la capacità di entrata del virus nella cellula, e quindi la sua capacità di diffusione.
Dal 26 novembre 2021, anche perché ricercati con sequenziamenti mirati, nuovi casi della variante, legati ai viaggi internazionali, sono stati rilevati anche in Belgio, Hong Kong e Israele. La nuova variante virale ha iniziato la sua corsa il modo silente, ma progressivo.
Di tutte le varianti comparse dall’inizio della pandemia del Covid-19, la variante Omicron è la più divergente dal virus iniziale SARS-CoV-2. Per questo motivo potrebbe essere associata a: [1] maggiore trasmissibilità; [2] riduzione significativa dell’efficacia dei vaccini in commercio nei suoi confronti; [3] aumento del rischio di reinfezioni in coloro che già hanno avuto Covid-19; [4] possibile aumento di patogenicità.
Queste possibilità sono tutte da studiare e ci vorranno alcune settimane per arrivare a delle conclusioni certe. Intanto il virus “Omicron – B.1.1.529” circola in modo subdolo ed i paesi nel mondo devono trovare sistemi concreti per fermarlo, o quanto meno frenare la sua corsa. Per prima cosa occorre bloccare i voli da e per i paesi coinvolti dalla mutazione e controllare coloro che provengono dalle aree a rischio variante.
Valutazione del rischio
Difficile in questo momento fare una corretta valutazione del rischio legato alla diffusione della variante “Omicron – B.1.1.529” nei paesi UE ed in particolare in Italia. Gli studi sono in corso e occorreranno 2/3 settimane per fornire risposte certe relativamente alla trasmissibilità, all’efficacia dei vaccini attuali, al rischio di reinfezioni di coloro che hanno avuto la malattia e al grado di aggressività del virus.
D’altra parte, studiando le prime evidenze nei paesi africani di origine, riguardanti l’alta trasmissibilità, molto maggiore della Delta, ed anche la potenziale capacità di sfuggire alle protezioni immunitarie, come sembra, la probabilità della introduzione del mutante “Omicron – B.1.1.529” nell’UE è stata classificata da ecdc “ALTA” – “MOLTO ALTA”.
Opzioni di risposta
Sulla base delle prime valutazione e sui raffronti effettuati con “modelli di virus realizzati in laboratorio” che hanno sviluppato mutazioni anche minori rispetto alla “Omicron – B.1.1.529”, la probabilità da parte del nuovo virus di eludere le difese immunitarie sviluppate in corso di malattia oppure dai soggetti vaccinati è particolarmente elevata. Per questo motivo occorre alzare nuovamente l’attenzione in tutto il mondo e adottare con efficacia le misure da sempre raccomandate. In particolare, i medici non si devono stancare di raccomandare ai propri assistiti e pazienti l’utilizzo delle misure di protezione personale individuale.
Il primo sistema di studio del fenomeno è la “sorveglianza genomica” ossia lo studio delle sequenze virali nei casi positivi. Solo con questo sistema riusciremo a rilevare precocemente la presenza di questa variante.
Tra i comportamenti da seguire e che le autorità sanitarie dei paesi devono impostare nuovamente: (1) evitare i viaggi da e verso le zone colpite o sospettate di diffusione della variante virale; (2) aumentare i test con il sequenziamento dei casi confermati; (3) rintracciare attivamente tutti i contatti dei casi di COVID-19 legati alla provenienza dalle zone colpite; (4) accelerare sulla campagna di vaccinazione su tutta la popolazione, fortificando con le terze dosi, nei confronti di coloro che sono già vaccinati e spingendo l’opera di convinzione nei confronti di coloro che ancora devono completare il loro ciclo vaccinale o che non hanno proprio effettuato la vaccinazione.
Occorre terminare le dosi di richiamo prima di tutto sui più vulnerabili (malati cronici e immunodeficienti) e sugli anziani. Occorre estendere la campagna booster a tutti gli adulti oltre i 18 anni, possibilmente non oltre i sei mesi dopo il completamento del primo ciclo vaccinale. Attivare la campagna di vaccinazione nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il vero problema rimane la prenotazione della vaccinazione prima le normali scadenze. Nella regione Lazio i primi posti utili per prenotarsi nelle strutture pubbliche e anche nelle farmacie sono arrivati già a metà gennaio. E questo crea un primo problema, anche se la risposta cellulare linfocitaria, al contrario di quella anticorpale è più duratura e mantiene un certo grado di protezione.
Nazioni attualmente coinvolte nella diffusione della variante “Omicron – B.1.1.529”.
Riguardo alla localizzazione dei primi casi, le sequenze della variante “Omicron – B.1.1.529” sono state individuate in Botswana, Sudafrica, Israele, Hong Kong e Belgio. Tutte le sequenze disponibili sono depositate nel GISAID EpiCoV. E’ certo che molti altri paesi dell’Africa del Sud ma anche centrale cominciano a presentare casi dovuti alla variante in questione, che rimane ancora non evidente.
Fonti sanitarie di Hong Kong affermano che è stato individuato un cluster di due casi di “Omicron – B.1.1.529” legato ai viaggi, sicuramente con diffusione maggiore non controllata in questo momento.
Fonti ufficiali fonti in Israele hanno riportato un caso in un viaggiatore di ritorno dal Malawi, ed altri due casi sospetti da altri paesi africani; il ministero della salute belga ha confermato un caso in un viaggiatore che non era vaccinato.
In Botswana i quattro casi della variante Omicron denunciati erano tutti vaccinati con ciclo completato.
In Sudafrica c’è un forte aumento dell’incidenza dei nuovi casi nella maggior parte delle province del paese, con una crescita esponenziale da metà novembre. La provincia più colpita è quella di Gauteng, dove la variante è stata osservata in più del 50% di tutti i campioni testati negli ultimi giorni. Il sequenziamento di 77 campioni nel Gauteng raccolti tra il 12 e il 20 novembre 2021 ha confermato che tutti sono da ricondurre alla variante “Omicron – B.1.1.529”. La maggior parte dei casi risulta vaccinato. La variante Omicron è già dominante in Gauteng ed è presente, in proporzioni significative, nella maggior parte del Sudafrica.
Per proteggersi dalla diffusione della variante, la maggior parte dei paesi europei ha imposto il divieto di viaggio da e verso il Sudafrica e i paesi circostanti, ossia Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini. Ma altri paesi stanno sviluppando sicuramente la variante ed i viaggi continuano in ogni parte del mondo.
Ricordiamo che la capacità di rilevamento delle varianti nella regione africana è complessivamente bassa. Non solo il sequenziamento è basso ma anche la disponibilità dei tamponi è molto limitata. Solo il Botswana e il Sudafrica hanno riportato sequenze da campioni raccolti negli ultimi 30 giorni ad un livello tale da permettere il rilevamento di trasmissione comunitaria di “Omicron – B.1.1.529”. La trasmissione di questa variante non può essere esclusa per altri paesi.
Le proprietà della variante “Omicron – B.1.1.529”
Queste sono, per gli addetti ai lavori, alcune proprietà della variante Omicron:
La variante “Omicron – B.1.1.529” è caratterizzata da 30 cambiamenti di aminoacidi, tre piccole delezioni e una piccola inserzione nella proteina spike rispetto al virus originale (A67V, Δ69-70, T95I, G142D, Δ143-145, Δ211, L212I, ins214EPE, G339D, S371L, S373P, S375F, K417N, N440K, G446S, S477N, T478K, E484A, Q493K, G496S, Q498R, N501Y, Y505H, T547K, D614G, H655Y, N679K, P681H, N764K, D796Y, N856K, Q954H, N969K, L981F).
Di questi mutazioni, 15 sono situate nel dominio di legame del recettore (RBD) (residui 319-541). Ossia è completamente mutata, a vantaggio del virus, la porzione che consente l’entrata nelle cellule dell’ospite. La variante porta anche una serie di cambiamenti e delezioni in altre regioni genomiche (NSP3 – K38R, V1069I, Δ1265, L1266I, A1892T; NSP4 – T492I; NSP5 – P132H; NSP6 – Δ105-107, A189V; NSP12 – P323L; NSP14 – I42V; E – T9I; M – D3G, Q19E, A63T; N – P13L, Δ31- 33, R203K, G204R).
Questi dati mostrano quante mutazioni ci sono state nel genoma del virus iniziale. Queste mutazioni configurano la comparsa di un virus con caratteristiche molto diverse dai virus precedenti SARS-CoV-2.
Studi riguardanti l’efficacia della copertura immunitaria sui soggetti convalescenti e sui vaccinati.
Sono in corso studi per valutare l’efficacia dell’immunità nei confronti del virus SARS-CoV-2 indotta dalla malattia e dai vaccini realizzati da circa un anno. E’ stata comparata una “variante sintetica di laboratorio”, realizzata con 20 mutazioni della proteina spike, che manifesta una quasi completa elusione nei confronti degli anticorpi sviluppati dai soggetti convalescenti e dai soggetti vaccinati, e la variante “Omicron – B.1.1.529” che presenta invece più di 10 mutazioni nel gene S, rispetto alla variante sintetica. Da questi studi e valutazioni attualmente in corso si aspettano risposte sulla capacità della nuova variante di eludere la capacità neutralizzante degli anticorpi prodotti dai soggetti convalescenti e vaccinati. Tuttavia, ulteriori indagini virologiche e studi sull’efficacia del vaccino sono necessari per valutare fino a che punto la variante avrà un impatto sull’efficacia dei vaccini attualmente in commercio.
Studi riguardanti la trasmissibilità e la diffusione della nuova variante Omicron.
La rapida diffusione della variante Omicron in Sudafrica, che sta velocemente sostituendo la variante Delta dimostra che questo mutante sia significativamente più trasmissibile del Delta.
Studi riguardanti la patogenicità e l’aggressione della nuova variante Omicron.
Gli studi clinici sui soggetti positivi della nuova variante sono in corso. Non ci sono ancora informazioni disponibili per la valutazione di cambiamenti nella gravità dell’infezione associata a Omicron. Ad oggi non sembra che questa variante manifesti sintomi diversi o più gravi rispetto alle varianti precedenti. Alcuni individui positivi alla variante sono risultati asintomatici.
Valutazione del rischio in Europa riguardante la variante Omicron secondo ECDC.
Dal momento che ancora continuano in molti paesi europei i viaggi e gli spostamenti dai paesi in cui sono stati segnalati i casi della variante Omicron B.1.1.529 c’è un’alta probabilità di introduzione della variante SARS-CoV-2 Omicron in Europa. Introduzione sicuramente già iniziata da diverse settimane e ancora non dimostrabile.
Come già detto, oltre che nei paesi africani, la variante è stata confermata anche in viaggiatori in Belgio, Hong Kong e Israele. Questo dimostra che la diffusione della variante è in atto anche se la limitata capacità di sequenziamento per questo nuovo virus, impedisce di evidenziarne la presenza ad oggi.
Le precedenti esperienze con le varianti Alpha, Beta e Delta hanno dimostrato che l’introduzione e la diffusione dei nuovi mutanti avvengono in modo silente, inizialmente ma con grande rapidità.
OMS ipotizza che l’infezione della variante Omicron B.1.1.529 possa indurre, alla popolazione più fragile ed alla popolazione non coperta da immunità, una malattia acuta grave. Non ci sono ancora informazioni sulla patogenicità di Omicron, tuttavia l’allarme lanciato da OMS riguarda la popolazione con più alta probabilità di esiti gravi quali gli anziani, ed i soggetti con comorbidità.
Una variante così diffusiva può dimostrare sicuramente una minore risposta alla azione anticorpale. L’attuale gamma di misure di prevenzione e controllo determinata dalle difese immunitarie prodotte da malattia e vaccinazioni potrebbero non funzionare efficacemente per la nuova variante, come avviene invece per gli attuali virus mutati, in particolare la Delta. Gli attuali vaccini potrebbero quindi non essere così efficaci. Non rimane in questa attuale incertezza che riattivare tutte le misure di protezione quali l’uso delle mascherine per il viso, il distanziamento e scoraggiare quelle attività che portano ad un sovraffollamento in locali al chiuso. Le autorità sanitarie di tanti paesi sono in allarme per la possibilità di un nuovo congestionamento dei pronto soccorsi e delle unità di rianimazione.
Indicazioni degli ECDC ai diversi paesi europei dopo la manifestazione della nuova variante Omicron.
Gli ECDC appena evidenziate le caratteristiche della nuova variate Omicron B.1.1.529 hanno immediatamente indicato a tutti i paesi europei le linee di comportamento a cui attenersi per frenare la possibile diffusione del virus ed evitare conseguenze anche gravi alle popolazioni, in particolare più fragili e non vaccinate o vaccinate parzialmente.
Indicazioni sulle campagne vaccinali:
Il rischio determinato dalla presenza di 30 mutazioni nella proteina spike di Omicron è quello di una elusione alla risposta immunitaria anticorpo-mediata, ossia una drastica riduzione della efficacia dei vaccini, attualmente in uso nei confronti della variante in questione. Rimane la risposta delle cellule linfocitarie sia “helper” che “killer”, sia la risposta dei linfociti T di memoria, diretta verso proteine virali non superficiali a seguito soprattutto di infezione ma anche di vaccinazione. Questo tipo di risposta cellulare offre un’immunità più duratura e meno eludibile da parte dei virus mutanti. Questi studi per verificare la capacità del virus mutante di evitare l’azione neutralizzante degli anticorpi ad anche l’azione cellulare linfocitaria sono attualmente in corso e i dati dovrebbero essere disponibili entro due o tre settimane.
L’invito pressante di OMS a tutti i paesi è quello di accelerare le campagne di vaccinazioni in particolare nei confronti dei soggetti non vaccinati o per coloro che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale. Occorre aumentare la copertura della vaccinazione COVID-19 in tutti i gruppi di età ma in particolare negli anziani e nelle persone vulnerabili e ripetere immediatamente le dosi di richiamo nei confronti degli operatori sanitari e in tutti coloro che hanno contatto con il pubblico.
Interventi con i dispositivi di protezione individuale
Il mantenimento o la reintroduzione dei dispositivi di protezione individuale da sempre è stata una delle indicazioni pressanti di OMS per contenere la diffusione del virus, che nel periodo invernale può raggiungere nuovi pericolosi picchi. Dopo la comparsa della variante Omicron, considerata forse la più pericolosa dall’insorgenza della pandemia, anche nei paesi con un’alta diffusione del vaccino, questa pratica è considerata l’unico strumento per frenare la diffusione della nuova variante.
Dobbiamo considerare che le regole che da quasi 2 anni ci siamo dati devono essere nuovamente rafforzate in tutta la popolazione. Occorre (1) utilizzare sempre, anche all’aperto, le mascherine facciali; ritornare più possibile al telelavoro, dove possibile, mantenere un utile distanziamento tra le persone; (3) agire modificando l’organizzazione dei mezzi pubblici per ridurre l’affollamento, con una garanzia di un’adeguata ventilazione negli spazi chiusi; (4) il mantenimento di misure igieniche idonee in ambienti pubblici; (5) fissare numeri di partecipanti idonei ad eventi sociali e pubblici;
Indicazioni sui Test molecolari e sul sequenziamento da effettuare sui campioni positivi.
La sorveglianza genomica è di cruciale importanza per l’individuazione precoce delle varianti, ed in particolare, in questo caso, della variante Omicron. Questa sorveglianza fornisce informazioni sulla presenza e sulla diffusione di questo nuovo virus mutato, ed alla conseguente valutazione del rischio e modalità comportamentale da adottare.
I primi dati sembrano confermare la validità degli attuali test molecolari ed antigenici per lo studio dei soggetti portatori del virus, tuttavia le verifiche di ciò sono ancora in corso.
Uno studio importante è sicuramente il sequenziamento del SARS-CoV-2 Omicron dalle acque reflue da utilizzare come complemento ad altri metodi di monitoraggio sulla diffusione del virus. Anche l’analisi dell’acqua di scarico dei voli in arrivo dai paesi coinvolti può essere utilizzata per rilevare l’introduzione della variante nei paesi europei.
Misure per i viaggiatori indicate dalle autorità sanitarie internazionali
Vista la situazione della nuova variante nei paesi del sud dell’Africa e le prime evidenze di casi che cominciano a manifestarsi in diversi paesi extra africani, (1) evitare i viaggi da e verso le aree colpite note o supposte, (2) aumentare i test molecolari con sequenziamento dei casi confermati (3) spingere sulla ricerca di contatti dei casi di COVID-19 variante Omicron, sono pratiche fortemente consigliate dalle autorità sanitarie internazionali e cominciano ad essere pratiche seguite da molti paesi nel mondo ed europei.
Attualmente non ci sono prove certe che la nuova variante SARS-CoV-2 si stia trasmettendo nei paesi dell’UE e la sua presenza globale, al momento, sembra essere limitata a pochi paesi. La trasmissione e la diffusione silente non può essere esclusa.
Per questo motivo severe restrizioni di viaggio e utilizzo di pratiche sulla popolazione possono ritardare l’impatto della nuova variante per alcune settimane. Questo linea di pensiero prende spunto dai precedenti modelli sulla variante Delta. Le restrizioni a breve termine possono dare tempo ai diversi paesi nel mondo di prepararsi per la nuova variante e affrontare l’attuale recrudescenza del focolaio Delta.
Limitazioni e lacune di conoscenza scientifica
Rimangono ancora molte incertezze scientifiche e lacune nelle conoscenze della nuova variante Omicron B.1.1.529. Per questo motivo sono in corso studi e valutazioni per conoscere e capire a quali rischi reali si può andare incontro. Tra i diversi studi:
– La caratterizzazione virologica, compresi studi di infettività in vitro e studi di neutralizzazione che valutano l’azione di sieri di vaccinati e convalescenti nei confronti del virus;
– Analisi epidemiologiche per stimare i tassi di crescita e diffusione della variante nei paesi coinvolti ed in quelli sospetti;
– Valutazione della gravità di questo ceppo e l’impatto sull’ospedalizzazione e sui decessi;
– L’analisi dell’efficacia dei diversi vaccini in commercio contro Omicron B.1.1.529, effetti diretti e indiretti;
– La protezione incrociata dell’immunità naturale da altre varianti di SARS-CoV-2;
– La mancanza di sequenziamento e di screening con il fallimento del target S-gene in molti dei probabili paesi colpiti significa che la vera prevalenza di questa variante è probabilmente sottostimata e quindi le capacità di implementare le capacità tecniche anche di paesi con strutture inefficienti;
fonti: ecdc – centro europeo per il controllo delle malattie infettive.
Bibliografia prposta da ecdc:
1. Botswana Government. Media Release – New COVID 19 Variant detected in Botswana. Twitter. 25 November 2021 03:16 PM. Available at: https://twitter.com/BWGovernment/status/1463874240130785280
2. National Institute for Communicable Diseases – Division of the National Health Laboratory Service – South Africa. New COVID-19 variant detected in South Africa. NCID/NHLS; 2021. Available at: https://www.nicd.ac.za/new-covid-19-variant-detected-in-south-africa/
3. Ministry of Health of Israel. The variant discovered in South African countries was identified in Israel. MoH of Israel Coronavirus Information Centre; 2021. Available at: https://www.gov.il/he/departments/news/26112021- 01
4. The Government of the Hong Kong Special Administrative Region. CHP investigates six additional confirmed cases of COVID-19 and provides update on latest investigations on imported cases 12388 and 12404. Hong Kong: GovHK; 2021. Available at: https://www.info.gov.hk/gia/general/202111/25/P2021112500379.htm
5. Het Laatste Nieuws. Eén geval van Zuid-Afrikaanse variant in ons land bevestigd: “Voorzichtigheid is nodig, paniek niet”. HLN. 26 November 2021. Available at: https://www.hln.be/binnenland/een-geval-van-zuidafrikaanse-variant-in-ons-land-bevestigd-voorzichtigheid-is-nodig-paniek-niet~a34621a6/
6. GISAID Initiative. COVID-19 lineages and variants. Munich: GISAID; 2021. Available at: www.gisaid.org
7. Ministry of Health of Italy. Covid-19, Speranza: “Nuova ordinanza vieta ingresso in Italia da Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini”. Rome: MoH of Italy; 2021. Available at: https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioComunicatiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&i d=5845
8. Jens Spahn. Deutschland wird u.a. #Südafrika zum Virusvariantengebiet erklären. Mit Inrafttreten heute Nacht dürfen Fluggesellschaften nur noch Deutsche nach Germaby befördern, außerdem gelten 14 Tage Quarantäne für alle, auch Geimpfte Wir bleiben bei der Einreise vorsichtig. Die neu entdeckte Variante #B11529 besorgt uns, daher handeln wir hier pro-aktiv und frühzeitig. Das letzte, was uns jetzt noch fehlt, ist eine eingeschleppte neue Variante, die noch mehr Probleme macht. Twitter. 26 November 2021 08:45 AM. Available at: https://twitter.com/jensspahn/status/1464138332296863758
9. Government of the Netherlands. Checklist for entering or returning to the Netherlands from outside the EU/Schengen area. 2021. Available at: https://www.government.nl/topics/coronavirus-covid-19/visiting-thenetherlands-from-abroad/checklist-entry/from-outside-the-eu
10. L’Est Républicain. Covid-19 : un cas du nouveau variant détecté en Belgique, le premier en Europe. L’Est Républicain. 26 November 2021. Available at: https://www.estrepublicain.fr/sante/2021/11/26/covid-19-denouvelles-mesures-pour-contenir-la-5e-vague-craintes-autour-d-un-nouveau-variant
11. Nextstrain.org. Genomic epidemiology of novel coronavirus – Global subsampling. 2021. Available at: https://nextstrain.org/ncov/gisaid/global
12. Schmidt F, Weisblum Y, Rutkowska M, Poston D, Da Silva J, Zhang F, et al. High genetic barrier to SARS-CoV-2 polyclonal neutralizing antibody escape. Nature. 2021:1-9. Available at: https://www.nature.com/articles/s41586-021-04005-0
13. National Institute for Communicable Diseases – Division of the National Health Laboratory Service – South Africa. Frequently asked questions for the B.1.1.529 mutated SARS-COV-2 lineage in South Africa. NCID/NHLS; 2021. Available at: https://www.nicd.ac.za/frequently-asked-questions-for-the-b-1-1-529-mutated-sars-cov-2- lineage-in-south-africa/
Paxlovid e Molnupiravir, due farmaci antivirali contro il COVID-19 messi a disposizione dei paesi più poveri dalle rispettive case farmaceutiche.
La produzione di Paxlovid il nuovo farmaco della Pfizer per la cura del COVID-19 è stata messa a disposizione dei paesi più poveri attraverso un accordo con “Medicines Patent Pool”, organizzazione internazionale sostenuta dall’ONU. Alle compagnie farmaceutiche locali arriverà, a basso costo, la licenza per produrre il farmaco, considerato ancora sperimentale contro il Covid-19. L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla ha affermato che:
“C‘è un bisogno urgente per opzioni di cure salvavita in tutto il mondo. L’efficacia mostrata nei recenti studi clinici dall’antivirale Paxlovid mette in evidenza il ruolo essenziale che le terapie orali antivirali possono avere nella battaglia contro il Covid”.
L’ aumento delle forniture ai paesi in via di sviluppo da parte della Pfizer passa attraverso la cessione della licenza di produzione della pillola anti Covid.
Molteplici studi hanno dimostrato che nelle persone con “Covid lieve o moderato” l’assunzione del farmaco riduce drasticamente il rischio di ricovero e i decessi sono ridotti di quasi il 90%.
La “Concessione per la produzione del farmaco” sarà venduta a basso costo dalla Associazione delle Nazioni unite per l’uso in 95 Paesi poveri, principalmente in Africa e in Asia. Naturalmente gli enti regolatori locali dovranno autorizzare il farmaco nei paesi.
Anche l’azienda Merck sta portando avanti le trattative per Molnupiravir, farmaco antivirale anti COVID-19 da produrre e vendere a basso prezzo in 105 paesi.
Il Brasile è fuori da questo accordo, nonostante la sua situazione economica e l’alto numero di morti per COVID-19. Sono esclusi dall’accordo anche Cuba, Iraq, Libia e Giamaica, che dovranno acquistare i farmaci antivirali direttamente da Pfizer a prezzi più alti rispetto ai produttori generici.
La concessione della formula dei farmaci data in sublicenza è necessaria non solo per l’abbattimento dei costi ma soprattutto per aumentare e rendere disponibili in tutto il mondo i farmaci la cui produzione è molto limitata al momento.
La decisione giunge in un momento in cui in molti paesi il sistema sanitario è in grande difficoltà e la copertura vaccinale risulta insufficiente. Speriamo che per lo meno questa volta le buone intenzioni si tramutino in realtà.
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Parassitologia e malattie tropicali
Test di laboratorio su feci. Coprologia e ricerca parassiti intestinali
• Esame parassitologico delle feci
• Ricerca di Giardia nelle feci: test per la ricerca di antigeni di Giardia
• Ricerca di Cryptosporidium parvum nelle feci : test per la ricerca di antigeni di Cryptosporidium
• Ricerca di Entamoeba histolytica nelle feci: test per la ricerca di antigeni di Entamoeba histolytica
• Scotch-test
• Ricerca Schistosoma Mansoni (BILARZIA INTESTINALE)
• Ricerca Tenia Echinococco ed altre Tenie
• Ricerca altre specie parassiti intestinali;
Test di laboratorio su sangue. Ematologia e sierologia per parassitosi tropicali
Malaria
• Striscio e goccia spessa per malaria
• Ricerca antigeni del Plasmodio della malaria : test per la ricerca di antigeni dei Plasmodi
• Ricerca acidi nucleici parassiti malarici RT-PCR per malaria (test in Biologia Molecolare)
Dengue
• Ricerca di antigeni del virus Dengue: test test per la ricerca di antigeni del Virus
• Ricerca di Anticorpi IgG e IgM contro il virus Dengue: test in ELISA o CLIA
Chikungunya
• Ricerca di anticorpi IgM -IgG contro il virus Chikungunya:
Filariosi
• Striscio e goccia spessa per microfilarie
• Ricerca antigeni Wuchereria bancrofti : test i per la ricerca di antigeni
Leishmaniosi
• Ricerca di Anticorpi contro Leishmania donovani:
Test di laboratorio su urine
Schistosoma
• Ricerca di Schistosoma nelle urine
Altri test
• Ricerca del sangue occulto nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di emoglobina umana
• Ricerca di Calprotectina nelle feci: test immunologico
• Ricerca di Helicobacter pylori nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di H.pylori
• Ricerca di Salmonella typhi nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di antigeni
• Test Mantoux (Tubercoline Skin Test )
convenzioni (riduzioni) per concorsi universitari, forze armate, altri concorsi di stato
Esami di laboratorio infettivi, tropicali e parassitologici Leggi tutto »
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Il primo vaccino per la “malaria pediatrica” è in commercio con il nome MOSQUIRIX, sviluppato dalla ricerca della società farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK). E’ stato eseguito dall’inizio dell’anno 2019 uno studio pilota ed il vaccino è stato somministrato a più di 800.000 bambini in Ghana, Kenia e Malawi in Africa. La maggior parte dei possibili vaccini sviluppati negli ultimi 20 anni contro la malaria non
sono riusciti a controllare la malattia. Ma questo ultimo vaccino, solo pediatrico, sembra aver superato le diverse fasi di sperimentazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed in particolare il direttore generale dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di una importante conferenza stampa, ha raccomandato l’uso del primo vaccino contro la malaria, in particolare nei paesi di maggior incidenza della malattia.
I primi risultati degli studi eseguiti mostrano un’efficacia limitata del vaccino che si aggira intorno al 40% del totale dei casi di malaria. Ed una efficacia di circa il 30% nel prevenire casi di malaria grave, cerebrale. Lo studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha indicato che la somministrazione su pazienti pediatrici, tra 0-5 anni, contestuale di vaccino RTS-S (MOSQUIRIZ) e di farmaci antimalarici a base di derivati di “artemisia annua” si registra una riduzione di oltre il 70% dei ricoveri ospedalieri o dei decessi.
Occorre ora iniziare campagne di somministrazione di migliaia di dosi del vaccino, a livello territoriale periferico, in particolare nei paesi a maggior incidenza di malaria. La maggior parte dei casi pediatrici e oltre la metà dei morti per malaria si contano in 6 paesi dell’Africa Sub Sahariana. Nigeria, con il 25% dei casi, Congo, Tanzania, Burkina Faso, Mozambico e Niger. Degli oltre duecentocinquatamilioni di casi, ufficiali, con circa 500.000 decessi La metà viene dai paesi sopracitati. Il numero dei casi e delle vittime, in circa 15 anni si è più che dimezzato con il controllo e le bonifiche ambientali, e con l’uso delle zanzariere trattate.
Il professor Sir Brian Greenwood dell’LSHTM ha dichiarato che: “Il vaccino RTS-S contro il Plasmodium Falciparum non fornisce una protezione completa e l’efficacia è piuttosto ridotta, ma questa conquista scientifica dimostra il nuovo impulso e la visione della comunità sanitaria globale di trovare vie nuove da seguire nel prevenire la malattia. Come parte di un approccio più completo ha un grande potenziale per ridurre la morte e le malattie nelle aree ad alta incidenza, specialmente se la vaccinazione è combinata con altri interventi come la chemioprevenzione stagionale della malaria, con farmaci appropriati, le zanzariere, ed il controllo ambientale.
Il vaccino RTS,S/AS01 contribuirà a proteggere i bambini nelle aree del mondo più a rischio, ma dovrà essere accompagnato da una serie di attenzione e pratiche preventive. La stessa attenzione da porre pre altri vaccini come per esempi quelli attuali per il SARS-CoV-2. Il vaccino si somministra in 4 dosi a partire dai 5 mesi di età.
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Il consulto medico online: un fenomeno in crescita grazie ai suoi vantaggi
Sarà per la pandemia da Covid-19, sarà per una maggiore confidenza con pc e strumenti di comunicazione innovativi, ma negli ultimi tempi sono sempre di più le persone che si rivolgono ad un medico attraverso un sistema disponibile on line, via email o chat video. Anche noi del Cesmet assistiamo a questo fenomeno, noi che abbiamo offerto questo servizio da sempre per mantener fede al nostro impegno di seguire ”sempre e ovunque” i nostri viaggiatori nel mondo. In tanti, dalle più remote parti del mondo si sono rivolti a noi, per cercare di risolvere prima possibile un problema che avrebbe condizionato fortemente la loro permanenza all’estero, il loro viaggio, il loro impegno di lavoro. Nessun problema di fuso orario, quindi, per noi….
Grazie alla nostra pluriennale esperienza in questa modalità di contatto medico-paziente, abbiamo continuato e continuiamo ora a fornire questo servizio, non solo ai viaggiatori, ma a tutti coloro che hanno bisogno di un parere medico nel campo delle malattie infettive, parassitarie, gastrointestinali, o di medicina interna.
Ovviamente il COVID-19 con le sue molteplici problematiche, ci ha coinvolto fin dall’inizio e occupa molto del tempo che dedichiamo ai nostri pazienti. Anche con teleconsulti, via mail e video.
Sono loro stessi, i pazienti, che ci hanno motivato una scelta del genere indicandocene i vantaggi, che ora vogliamo condividere con i nostri lettori:
Naturalmente, e lo ribadiamo con forza, non tutte le situazioni sono affrontabili con questo sistema e non tutti i problemi sono risolvibili, ma può costituire un primo passo per prendere coscienza della situazione ed eventualmente proseguire con una visita in presenza che, in alcuni casi, non è sostituibile ma può completare comunque un percorso già iniziato con successo.
Per maggiori informazioni sulle nostre consulenze mediche a distanza.
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OMS raccomanda caldamente l’utilizzo di questo vaccino per la popolazione pediatrica a rischio.
Lo aspettavamo da anni questo vaccino. Ho lavorato in Africa quando di morti per malaria se ne contavano oltre 4 milioni l’anno. La maggior parte bambini sotto i 5 anni. Ora sfiorano circa i 500.000, ufficiali denunciati, di cui oltre 300.000 piccoli bambini. La malaria non perdona e si accanisce in particolare con i bambini che ancora non hanno formato difese immunitarie adeguate.
Nella mia esperienza rimpiango di non aver avuto allora un vaccino contro la malaria, ai tempi del mio lavoro in Etiopia. Il lago artificiale formatosi dopo la costruzione della diga “Gibe 1 ” ha causato la morte di centinaia di neonati e piccoli bambini dei villaggi di Azendabo, Unkuri, Nada e Baso. Piccoli agglomerati di capannucce nell’altopiano di Gimma, prima nella bush dell’altopiano di Gimma e poi sulle rive prima di un acquitrinio limaccioso per mesi, e poi di un grande lago visibile in tutte le carte moderne dell’Etiopia. La diga costruita dalla Salini Costruttori nell’altopiano, a
1600 mt slm, ha fornito corrente a gran parte dell’Etiopia. E dopo Gibe 1 hanno continuato Gibe 2 e Gibe 3, una serie di dighe e di grandi bacini che hanno consentito all’Etiopia addirittura di vendere corrente elettrica. Ma a che prezzo. Questi grandi lavori hanno creato le condizioni per la diffusione della malaria perniciosa, particolarmente violenta.
Estate 2001. Arrivano le prime piogge negli altopiani etiopi; ma nello stesso tempo vengono definitivamente chiuse le paratie della diga ed il bacino ampio decine di chilometri, come una stella a mille punte, comincia a riempirsi. Prima in modo impercettibile, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Poi più visibile durante le grandi piogge di agosto. Da tempo noi del team sanitario della Salini Costruttori pensavamo ad un sistema per proteggere le migliaia di bambini, donne e uomini, che vivevano in un altopiano ricco di villaggi, molti dei quali erano destinati ad andare sotto il livello del lago. Avevamo un pensiero fisso nel piccolo ospedale del cantiere. Ma se fosse accaduto come in altri paesi dove sono morti a migliaia. Ci domandavamo se la malaria avesse attecchito nei villaggi dell’altopiano, dove prima non era presente, avrebbe fatto una strage perché le persone ed in particolare i bambini non sviluppano difese immuni sufficienti per proteggersi dove la malaria non è presente o è sporadica. Ah! se mai avessimo avuto a disposizione un vaccino per la malaria da somministrare…. Una chimera! Un sogno! continuavamo a ripeterci. E il lago di Gibe cresceva in larghezza e profondità. La malaria, prima sporadica, cominciò a presentarsi nei nostri ambulatori con maggiore frequenza. Sia in cantiere tra i lavoratori locali ma anche tra gli italiani cominciarono a presentarsi casi di malaria. I metodi millenari dell’alto piano di Gimma fornivano piante locali, care alla tradizione medica del corno d’Africa, ma che facevano ahimè, un buco nell’acqua. Non c’era la malaria nell’altopiano prima della formazione del lago. Pochi casi, sporadici, causati da malaria di contiguità o da trasporto, ossia importata con macchine, pulmini , altri trasporti. Ma la malaria non attecchiva ancora a quell’altezza perché non arrivava la zanzara assassina. Poi i cambiamenti climatici hanno contribuito ad elevare la presenza di Anopheles , la zanzara vettrice , ben oltre i 2000 mt.s.l.m.
L’acqua saliva nel bacino idrografico, nei mesi. Passa l’estate. Passano le piogge, arriva il bello , secco e fresco, in certi luoghi freddo. Poi ritornano le piccole piogge marzoline e con queste il lago che s’ingrossa. E con l’acqua i giochi dei bimbi intorno al lago. Ma anche la presenza della temibile Anopheles che cresceva e diffondeva nell’ambiente prima in modo quasi impercettibile, per poi diventare un fiume in piena.
E con le zanzare arrivarono i primi casi, i primi morti. Dal cantiere, 20 minuti di macchina distava la distesa di piccole capanne in terra e sterco dal tetto di paglia . E correvamo senza sosta, il chinino in fiale l’unica arma efficace. Ma potevamo fare poco. Ci fosse un vaccino per la malaria! Le zanzariere erano allora introvabili, e si parlava appena della loro efficacia se trattate. Le medicine poche e inefficaci. E questi corpicini ovunque. I genitori disperati. Ci fosse stato un vaccino per la malaria! Ma da anni si provava a realizzare un vaccino efficace contro la malaria. Negli ambienti specialistici si parlava dei tanti trial, delle ricerche, delle speranze. Dovranno passare altri venti anni, vent’anni in cui i bambini in particolare nell’Africa sub sahariana hanno continuato a morire. Ma oggi primo ottobre 2021 qualche cosa è cambiato, il sogno si è avverato. Le zanzariere trattate hanno fatto la loro grande parte; l’attenzione all’ambiente e la lotta alla zanzara Anopheles hanno funzionato in molti posti; i farmaci, in particolare i derivati di Artemisia hanno frenato non poco la diffusione della malaria. Ma è dal vaccino che ci aspettiamo la vera svolta. Le centinaia dei bambini morti nei villaggi del lago Gibe non ci dovranno più stare.
Il dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Etiope, direttore generale dell’Oms, profondo conoscitore delle realtà sanitarie del suo paese e dei problemi della malaria, ha affermato che “il momento è storico”. Il tanto atteso vaccino contro la malaria è stato approvato, ha superato tutte le fasi di ricerca ed ora è in commercio. Per i bambini che rischiano la vita è una svolta. Per la scienza è una svolta. Per la salute dei più piccoli e per il controllo della malaria è la soluzione. Il suo utilizzo, integrato con gli strumenti esistenti per prevenire la malaria, dalla lotta ambientale, alle zanzariere trattate, alla educazione personale, all’utilizzo di farmaci adeguati, potrebbe salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno”.
Il direttore generale parla sapendo quanto si è atteso questo giorno. Ma tutti noi che abbiamo lavorato per anni con la malaria, e ancora conosciamo l’aggressività del parassita nei piccoli bambini, vediamo questa conquista come uno dei più grandi successi della scienza. E come in tutte le malattie l’avvento del vaccino cambia il quadro della malattia. Una malattia aggressiva e spesso mortale verso chi non ha difese, modifica il suo corso biologico nei soggetti vaccinati. Il vaccino stimola le difese cellulari ed anticorpali e crea un muro verso il microrganismo. Succede con i virus, con i batteri, ed ora anche nei confronti del parassita malarico.
Cominciano a sentirsi polemiche nei confronti di questo vaccino. “È poco efficace, copre poco, supera di poco il 50% di efficacia. Finanziare la ricerca e la distribuzione di un vaccino così poco efficace, non ha senso, perdita di soldi”. I soliti noti, i soliti superficiali cominciano a farsi sentire.
Vorrei che i soliti noti, polemici, grandi scienziati delle chiacchiere, fossero stati presenti nelle stradine sterrate, sassose e fangose di Azendabo, diUnkuri, di Nada e Baso. Vorrei che i soliti critici, molti colleghi parolai, abituati solo a sterili calcoli percentuali,
fossero stati presenti, a mani nude, ad estrarre fuori dalle capannucce i corpi senza vita di questi esserini aggrediti dal Plasmodio. Se il vaccino per la malaria salvasse non il 50% ma solamente l’1 % di coloro a cui si somministra, varrebbe la pena utilizzarlo. Solo chi ha visto tanta sofferenza e tanta morte portata dalla malaria, si rende conto del grande giorno in cui siamo. Il vaccino per la malaria funziona ed è finalmente in commercio. Efficacia bassa, supera di poco il 50% di efficacia ma ci sarà tempo per migliorare questo vaccino della malaria prodotto dalla multinazionale GlaxoSmithKline.
Ci sarà tempo ed oggi godiamoci questa conquista. Dopo decenni di studi, prove, sconfitte e speranze è sul mercato una chicca di vaccino. Occorre continuare ad applicare tutte le regole di igiene e di contenimento delle punture e dell’infezione. Ma il vaccino contro la malaria è una realtà e bisogna diffonderlo sempre di più.
Il Cesmet con la sua Fondazione sarà impegnato sul campo per diffondere e promuovere questa vaccinazione a più bambini a rischio possibile.
Per info sulla malaria e per consulenze sulla profilassi e, in caso di bisogno, test e visite telefona al numero +390639030481 o cliccando qui lasciando i tuoi dati.
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Estate 2021 il clima impazzito, crisi ambientale in tutti i continenti. Il futuro per i giovani d’oggi non riserva nulla di buono. Con questa affermazione non voglio sembrare un allarmista o ancora peggio un terrorista climatico. Ma di stagione in stagione ci accorgiamo che la natura modifica i suoi sistemi, e sempre in peggio.
Questa estate 2021 tutti noi abbiamo cominciato ad accorgerci che qualche cosa sta cambiando. Incendi; ondate di calore; immense distese di boschi e foreste andate distrutte; colture agricole e raccolti in ginocchio. In molte parti dl mondo a clima mite, la colonnina
di mercurio ha raggiunto punte di oltre 50°C. Abbiamo boccheggiato di caldo in città, al mare, in collina ed anche in alta montagna. Hanno boccheggiato di caldo in Groenlandia ed in diverse zone del polo Nord. Ha piovuto nel punto più alto delle montagne groenlandesi regno da sempre di neve e ghiaccio. E poi con una terra così surriscaldata abbiamo assistito nelle nostre città, paesi, campagne ad improvvise piogge violente; a grandine di dimensione non conosciuta; grandinate con una capacità distruttiva degne dei peggiori film horror e di fantascienza. Inondazioni, morti, trombe d’aria e molto altro.
Ma sembra che tutto questo sia solo l’inizio. I cambiamenti del clima sono in progressivo peggioramento. Anzi la curva della frequenza degli eventi climatici estremi sembra tendere nel prossimo futuro verso una impennata molto più ripida rispetto alle tendenze attuali. E le conseguenze peggiori sono previste soprattutto nei Paesi più poveri, tanto per cambiare !! Anche le malattie, in particolare quelle le sono in aumento. La tendenza all’aumento del calore e di umidità tende ad aumentare la presenza degli insetti nell’ambiente, insetti che hanno la caratteristica di trasportare malattie, fino a qualche anno fa presenti e limitate ad alcune nicchie tropicali.
I ricercatori calcolano nei prossimi decenni le “ondate di calore” sette volte più torride nel corso della loro vita rispetto a quanto abbiamo vissuto nei cinquanta, sessanta anni passati.
Si calcola che il clima influenzerà il doppio degli incendi e una siccità quasi tre volte maggiore del periodo attuale. Tre volte di più anche le inondazioni dei fiumi, e il calo dei raccolti sarà drastico. Il secco diventerà una costante.
Le attuali politiche climatiche, gestite ovunque dai governi di tutto il mondo, a parole tutti spinti verso la “transizione ecologica”, non stanno modificando nulla. Anzi si rimanda di anno in anno qualsiasi decisione strutturale ed incisiva. E tutto questo emerge non da riviste di fantascienza ma da un approfondito studio internazionale pubblicato su una delle più quotate riviste internazionali: Science. Questo studio, particolarmente approfondito e ricco di dati , collega elementi di scienza del clima alla demografia. Quantifica con metodo matematico l’esposizione di ogni generazione studiata per gruppi di età e per paese dal 1960 al 2020, agli eventi meteo estremi.
Gli scienziati hanno calcolato l’esposizione nel corso della vita a scenari di riscaldamento globale tra 1 grado e 3,5 di aumento secondo le attuali previsioni e gli impegni di riduzione di gas serra da parte dei governi rispetto al periodo preindustriale.
Questi cambiamenti del clima a cui si accompagnano eventi estremi, sempre più distruttivi, modificheranno la presenza anche di malattie prima sconosciute in molte aree, ed i livelli di sicurezza e di controllo ambientale.
La crescita delle malattie infettive è poco prevedibile. COVID-19 ne e’ un esempio. Il controllo delle epidemie sarà legato a come cataclismi, incendi, inondazioni potranno influenzare il controllo dell’ambiente in tutto il mondo. In netto aumento le malattie a trasmissione di insetti la cui presenza è legata e favorita dal riscaldamento, dalle piogge, dall’umidità dell’aria. Anche l’indebolimento delle “capacità difensive di superficie” ovvero pelle e mucose respiratorie e digestive, delle difese interne immunitarie, i sistemi della regolazione della temperatura renderanno le persone sempre più aggredibili. E non sappiamo quanto il progredire della scienza e della tecnica sarà in grado di frenare questa vera e propria catastrofe.
Parlo da padre di due ragazze ormai grandi e coscienti dell’eredità lasciata dalla mia generazione; parlo da medico tropicalista, cosciente che questa branca della medicina, un tempo misconosciuta, diventerà la gestione di una emergenza quotidiana. Non è catastrofismo ma è la realstà quotidiamo a cui ci abituiaiamo istante dopo istante.
A novembre 2021a Glasgow in Gran Bretagna ci sarà il prossimo vertice mondiale sul clima. Capi di stato, politici, economisti, scienziati, e bontà loro qualche rappresentante della società civile. Tutti a celebrare l’ennesima pantomima o sarà veramente te l’inizio di una era globalmente verde.
Noi nel nostro piccolo diamoci da fare. Quante piante hai piantato o contribuito a piantare nell’ultimo mese??
Quali e quante piccole azione hai e abbiamo fatto per diminuire le emissioni di CO2, non disperdere plastica nell’ambiambiente, diminuire i consumi di energia e gli sprechi di acqua?
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EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SULLE MALDIVE
I cambiamenti climatici hanno influenzato sia il clima che il livello del mare alle isole Maldive.
Innalzamento del livello del mare: L’innalzamento del livello del mare minaccia direttamente l’esistenza stessa delle isole ed in particolare degli atolli, causando erosione delle spiagge, salinizzazione delle falde acquifere e perdita di habitat. Inoltre, l’aumento della temperatura dell’oceano sta danneggiando i coralli e minacciando la vita marina
Aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi. Cicloni e inondazioni stanno causando danni alle colture, diffusione di malattie e perdita di approvvigionamento idrico dolce. I cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio l’economia, la sicurezza alimentare e la salute delle persone nelle Maldive Visto il rischio reale di scomparsa di interi atolli e buona parte delle isole si è arrivati ad affrontare l’innalzamento del livello del mare proponendo la costruzione di isole artificiali più alte, ma questo porta implicazioni sociali e culturali da considerare in questo processo. E soprattutto la perdita dei meravigliosi ambienti marini e tropicali. (Un disastro ed una follia)
SALUTE
Il clima monsonico influenza fortemente le malattie a trasmissione da insetti. Dengue, Chikungunja, e Zika sono malattie virali trasmesse dalle zanzare in aumento costante anche per effetto dei cambiamenti del clima.
Consigliata attenzione alle punture di zanzara ed effettuazione del vaccino Qdenga contro la Dengue.
Durante il periodo monsonico le malattie derivate da contamimazione di cibi ed bevande aumentano esponenzialmente. La diarrea è uno dei sintomi più frequenti. Epatite A, antitifica, ed anticolerica/diarrea sono le vaccinazioni indicate.
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La febbre gialla è una malattia infettiva, virale causata da un flavivirus trasmesso all’uomo da una zanzara del genere Aedes spp. La zanzara Aedes aegypti è
presente sia in ambiente rurale che in ambiente urbano, in diversi continenti. Questo genere di zanzara, anche per le variazioni ambientali e climatiche di questi ultimi decenni, sta attualmente infestando regioni dalle quali era stata precedentemente eradicata, ed aree totalmente nuove.
L’infezione virale fu originariamente importata nelle Americhe dall’Africa e col tempo si è stabilizzata e radicata nel centro e sud America. Non sono mai stati descritti casi di febbre gialla in Asia, ma potrebbe svilupparsi tranquillamente una epidemia vista la diffusa presenza del vettore.
Il virus della febbre gialla (virus amarilico) è un arbovirus (gruppo B), virus a RNA del genere dei Flavivirus, membro della famiglia delle Flaviviridae.
La febbre gialla è una febbre emorragica virale che viene trasmessa da zanzare infette. Sono descritti tre cicli diversi di attività del virus e di modalità trasmissiva: una selvatica, una intermedia e una urbana. I tre tipi esistono in Africa, ma in Sud America si riscontrano solo il tipo selvatico e urbano dell’infezione.
Ciclo silvestre: nella febbre gialla silvestre i vettori sono in Sud America Haemagogus spp. e Sabethes spp., ed Aedes africanus in Africa. Le zanzare acquisiscono l’infezione dalle scimmie, che fungono da serbatoio del virus. Le zanzare poi pungono e infettano gli uomini, di solito giovani maschi lavoratori delle foreste o in attività agricole.
Questo tipo di infezione è più comune in America latina dove soprattutto nei bacini dei fiumi Magdalena, Orinoco e Rio delle Amazzoni.
Ciclo urbano: nella febbre gialla urbana, gli uomini sono serbatoi del virus, quando sono viremici, e il contagio avviene attraverso la zanzara domestica, l’Aedes aegypti.
Questa modalità di infezione si ritrova prevalentemente in Africa dove ogni anno si manifestano numerosi focolai epidemici e circa 200.000 casi.
La febbre gialla si trova tra il 15° parallelo Nord e il 10° parallelo Sud in America e in Africa (v.mappa). Non c’è in Asia, benché siano presenti specie di zanzare potenziali vettori. L’incidenza è imprecisata perché la maggior parte dei casi è subclinica o non è segnalata, verificandosi in aree geografiche remote. L’OMS stima che si verifichino 200,000 casi all’anno solo in Africa (100-200 casi all’anno in Amazzonia). L’area geografica interessata dalla febbre gialla è in espansione, soprattutto in Africa, in zone dove era considerata eradicata (es. Africa orientale e meridionale). In Africa la trasmissione avviene principalmente nelle zone di savana dell’Africa centrale e occidentale, durante la stagione delle piogge, con saltuarie epidemie in zone urbane e in villaggi. Più raramente interessa le zone di foresta equatoriale.
In Sud America gli episodi sono sporadici e colpiscono quasi sempre agricoltori o lavoratori delle foreste. Dopo una campagna di eradicazione dell’Aedes aegypti negli anni trenta, la febbre gialla urbana era diventata rara in Sud America, ma a causa del degrado socio-economico ed ecologico degli ultimi anni, queste zanzare hanno recentemente rioccupato buona parte delle aree dalle quali erano state eliminate e il rischio potenziale di epidemie urbane è aumentato. Molto raramente si hanno casi di febbre gialla nei turisti e nei viaggiatori.
La cute, attraverso le punture degli insetti infettati dal virus.
I vettori del virus sono zanzare del genere Aedes e Haemagogus e trasmettono il virus durante il pasto ematico. Le zanzare restano infette per tutta la loro vita, mentre il sangue dei pazienti infetti è contagioso da 24 a 48 ore prima della comparsa dei sintomi fino a 3-5 giorni dopo la guarigione clinica.
3-6 giorni
La malattia si manifesta nel 60% dei casi in modo asintomatico; esistono manifestazioni lievi, paucisintomatiche con rialzo febbrile; una piccola parte di casi si manifesta in forma grave con sintomatologia generale sistemica, forti dolori generalizzati, emorragie precoci e gravi sia cutanee che interne, ittero; alla fine sopraggiunge una insufficienza epatica e renale ingravescente quasi sempre letale. La morte può intervenire nei primi giorni di malattia, generalmente non oltre il decimo, e caratterizza le forme a carattere emorragico fin dalla fase iniziale.
Ad una prima fase di manifestazione di malattia, segue generalmente un periodo di remissione della durata di poche ore o alcuni giorni, quindi inizia una fase di intossicazione caratterizzata da emorragie cutanee e digestive, sintomi a carico del fegato (ittero), dell’apparato urinario (insufficienza renale) e shock.
I decessi si presentano nel 20% dei casi gravi, in particolari epidemie si può arrivare all”80% di mortalità.Il 50% dei pazienti in fase tossica muore, di solito entro 2 settimane dalla comparsa dei sintomi. La mortalità è maggiore nei più giovani. Il tasso di mortalità è più basso nelle epidemie (5%). Segno prognostico sfavorevole è la precoce comparsa e la severità dell’ittero (3º giorno). L’aumento delle transaminasi è direttamente proporzionale al danno epatico ed è un segno prognostico sfavorevole.
La febbre gialla è una malattia che si può prevenire con il vaccino. Si tratta di un vaccino prodotto con virus vivo attenuato che produce, con una sola dose, una immunità duratura (almeno 10 anni). È l’unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale.
Per i viaggiatori che partono dall’Italia, e si recano in zone dove è presente la zanzara del genere Aedes generalmente non è obbligatoria in Italia. Si rende obbligatoria 10 giorni prima di partire per coloro che si recano in paesi tropicali o subtropicali che, a causa dell’alto rischio di infezione, prevedono l’obbligatorietà per tutti i viaggiatori in entrata. In genere sono i paesi considerati infetti.
Consigliamo caldamente la vaccinazione a tutti coloro che si recano sia in zona infetta che in zona endemica.
Per i viaggiatori che si spostano tra paesi dove è presente la zanzara, la vaccinazione è resa obbligatoria per regolamento internazionale.
1 fiala da 0,5 ml per via sottocutanea in una singola somministrazione sia per adulti che per bambini.
E’ sconsigliata la somministrazione del vaccino nei primi 6 mesi di vita; nel corso del primo trimestre di gravidanza; nei soggetti immunodepressi e accertata allergia all’uovo. Se il vaccino antiamarillico viene somministrato contemporaneamente con altri vaccini vivi attenuati (es. Polio orale, morbillo, antitifico vivo attenuato) deve essere osservato un intervallo di 2 settimane se il vaccino anti-febbre gialla precede gli altri vaccini, oppure di 4 settimane se il vaccino antiamarillico segue gli altri vaccini o di 6 settimane se segue alla vaccinazione con polio orale.
Quasi mai presenti, talvolta si manifestano localmente con lieve zona eritematosa, lieve dolenzia e indurimento, molto raramente si manifesta modesto rialzo febbrile.
Stamaril ® (iniettivo).
E’ fondamentale la protezione dalla puntura delle zanzare. Le zanzare, le mosche, i moscerini, i pappataci, le zecche, le cimici e molti altri insetti possono causare fastidio, reazioni cutanee o trasmettere malattie. Dal momento che nessun farmaco o vaccino è attualmente in grado di garantire una protezione totale dal rischio di malattie trasmesse da insetti (Malaria, Dengue, Filariosi, Encefalite giapponese e molte altre ancora) è fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto con gli insetti che le trasmettono. E’ dimostrato che l’impiego di mezzi di difesa contro la zanzara riduce il rischio di acquisire l’infezione malarica del 90%. Le informazioni valide per la zanzara anofele possono essere estese anche agli altri insetti.
Si basa su misure di supporto ed è diretto ad alleviare i sintomi (per lo più con trasfusione di sangue e di liquidi) e a ridurre la possibilità di emorragie.Non esiste terapia specifica antivirale. Il trapianto di fegato è una possibilità di trattamento, se la coagulopatia da consumo lo consente.
La diagnosi della Febbre Gialla può essere molto difficile per i casi isolati. Nei tropici la malattia viene diagnosticata clinicamente, osservando cioè i sintomi. La diagnosi viene confermata dall’isolamento del virus dal sangue (identificazione mediante PCR del’RNA virale durante la fase acuta), da un titolo anticorpale in aumento (le IgM appaiono entro 5 giorni dalla comparsa della malattia; il confronto dei dati sierologici nella fase acuta e in convalescenza conferma la diagnosi), o, all’autopsia, dalla caratteristica necrosi delle cellule epatiche nella zona intermedia del lobulo. L’agobiopsia del fegato durante la malattia è controindicata per il rischio di emorragie.
Febbre Gialla – Scheda malattia Leggi tutto »