Paolo Meo - MioDottore.it

Tickers

Vaccini, vaccinazioni e vaccini covid-19: facciamo chiarezza

Il dr. Salvatore Squarcione, Igienista, già direttore Malattie Infettive del Ministero della Salute e già Direttore Sanitario ospedale Spallanzani e Direttore Generale ASL RM4, attuale consulente del centro di malattie infettive, Cesmet- Clinica del Viaggiatore, interviene sull’argomento vaccinazioni fornendoci una chiara spiegazione di cosa sono i vaccini, come sono costituiti e introducendo la questione dei vaccini del COVID-19, ponendo anche domande a cui solo il tempo e l’esperienza consentiranno di rispondere.

Presso il Centro di vaccinazioni internazionali del Cesmet Clinica del viaggiatore si effettuano vaccini per influenza e pneumococco, ancora disponibili. Si effettuano tamponi molecolari RT-PCR e Tamponi antigenici.   (info e prenotazioni clicca qui)
Non si effettua il vaccino per COVID-19 

La popolazione generale, quando parla di vaccini, quasi mai sa che la parola “vaccino” comprende prodotti tra loro molto differenti.
Facciamo, dunque, una disamina “scolastica” dei vari tipi di vaccino attualmente utilizzati e di quelli che potranno presto essere impiegati, in particolare per proteggerci dall’infezione da SARS-CoV-2 che provoca la sindrome CoViD-19.

Una anticipazione del confronto tra i diversi vaccini per il Covid-19.

commenti e spiegazioni nella sezione dedicata ai vaccini anticovid

 

Tipologie di vaccini
In sintesi abbiamo:
1. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma attenuata.
Sono per lo più vaccini già impiegati da molto tempo come ad esempio MPR (anti morbillo-orecchioni-rosolia), anti varicella, anti herpes zoster, anti febbre gialla, anti rotavirus.
Questi vaccini vengono “costruiti” manipolando in laboratorio il relativo virus per renderlo meno aggressivo. Il vantaggio nel loro impiego è che sono particolarmente efficaci perché riproducono l’immunità da infezione naturale innescando una risposta immunitaria forte e duratura tant’è che dopo 1 o 2 dosi, di fatto, non richiedono più richiami. Di converso, però, non devono essere somministrati (a parte qualche eccezione) a persone il cui sistema immunitario è indebolito da alcune malattie o trattamenti farmacologici.

2. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma inattivata.
Anche questi sono vaccini impiegati generalmente da molto tempo, come quelli contro . Vengono prodotti uccidendo il rispettivo microrganismo che, quindi, è totalmente incapace di moltiplicarsi e non può provocare né infezione nè malattia. I vaccini di questo tipo sono in generale meno efficaci dei vaccini vivi attenuati e spesso richiedono dosi multiple o dosi di richiamo. Il loro maggior vantaggio è che generano pochissimi effetti collaterali e possono essere somministrati anche a persone con un sistema immunitario indebolito.

3. Vaccini purificati contenenti solo uno o più frammenti del microrganismo come, ad esempio, quelli contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, HPV, influe

nza. Questi vaccini contengono solo quelle parti del microrganismo che sono necessarie al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare una buona protezione ed hanno il vantaggio di stimolare il sistema immunitario in modo molto mirato. La loro tolleranza è quindi eccellente, ma spesso sono necessari dei richiami.

4. Vaccini coniugati, come quelli contro Hib, pneumococchi, meningococchi. Questi vaccini contengono, in pratica, unicamente i polisaccaridi della capsula del microrganismo adesi ad una proteina di trasporto per essere meglio riconosciuti dal sistema immunitario. Per ottenere un’immunità occorrono diverse iniezioni e l’immunità dura talvolta solo alcuni anni.

5. Vaccini «con vettore». Sono vaccini prodotti prelevando un antigene del microrganismo ed inserendolo in un virus o un batterio che non provocano delle malattie nell’essere umano. Questi “vettori” sono scelti in modo che la loro moltiplicazione sia limitata nel corpo umano, senza causare infezioni, ma capaci comunque di stimolare una risposta immunitaria. Sono vaccini prodotti con una tecnica molto recente, che ha consentito di sviluppare utilmente la vaccinazione contro Ebola e contro alcuni tumori. E’ sulla base di tali risultati che con questa tecnica si sta allestendo uno dei vaccini contro SARS-CoV-2.

vaccini ad mRNA
                    vaccini ad mRNA

 

6. Vaccini “ad RNA”. E’ la tecnica più recente, comunque nota da circa un decennio, però mai utilizzata sino ad ora per l’allestimento di vaccini umani. La necessità di allestire con grande rapidità un vaccino per combattere l’attuale pandemia ha generato l’allocazione di quegli investimenti che su questa metodica erano mancati in precedenza. Infatti, in questo momento tale metodica viene utilizzata per l’allestimento di un vaccino contro SARS-CoV-2. La vaccinazione consiste nell’iniettare un frammento di RNA del patogeno adeso su una nanoparticella costituita da più lipidi.

 

 

Ma quando si parla di “sperimentazione dei vaccini”, a cosa ci riferiamo?
Anche in questo caso la parola “sperimentazione” comprende più momenti, più fasi e ogni fase deve essere favorevolmente superata per poter passare a quella successiva.
Semplificando, e riassumendo scolasticamente, parliamo di test preclinici e di studi clinici.

I test preclinici vengono effettuati su modelli animali (solitamente roditori e poi primati) al fine di evitare di somministrare all’uomo vaccini inefficaci o troppo reattogeni. I risultati di questi test su modelli animali danno buone indicazioni, ma non è detto che siano necessariamente sovrapponibili all’impiego nell’uomo.

Gli studi clinici coinvolgono persone volontarie e sono condotti in quattro fasi:
Gli studi di Fase I che di solito coinvolgono qualche dozzina di volontari. Sono progettati per osservare possibili effetti collaterali molto comuni (rispetto a un placebo o a un vaccino noto) ed aiutano a determinare la migliore dose somministrabile misurando gli anticorpi prodotti dai volontari.
Gli studi di Fase II includono diverse centinaia o migliaia di volontari in diversi centri clinici, monitorati per diversi mesi al fine di seguire l’evolversi del loro movimento anticorpale. Grazie a questo livello sperimentale, oltre a studiare i dettagli della risposta immunitaria, si definisce il numero e le dosi da somministrare e si identificano gli effetti collaterali più frequenti.
Gli studi di Fase III sono studi su larga scala, essendo condotti su diverse decine, o centinaia, di migliaia di volontari, e non solo consentono di verificare se il vaccino protegge dalla malattia e per quanto tempo e su che tipo di popolazione, ma sono gli unici in grado di far rilevare eventuali rari effetti collaterali.
Gli studi di Fase IV sono condotti dopo la commercializzazione di un vaccino per confermarne l’efficacia anche su tutta la popolazione che potrebbe non essere stata inclusa negli studi di fase II e III, ma soprattutto per verificare l’eventuale comparsa di eventi avversi particolarmente rari, ma gravi.

Insomma, come per ogni qualunque altro farmaco, i vaccini vengono sorvegliati e studiati dal momento del loro concepimento per tutta la durata del loro impiego!

VACCINI ANTI COVID-19
I primi vaccini contro SARS-CoV-2 che stanno per ricevere l’autorizzazione all’impiego umano, e che presto verranno resi disponibili e commercializzati, sono di due tipi diversi:

1. Con meccanismo di funzionamento a mRNA: Pfizer-Biontech e Moderna.
Ambedue funzionano col medesimo meccanismo di azione poiché si somministrano le informazioni genetiche sotto forma di RNA messaggero, cosicchè i ribosomi delle nostre cellule produrranno la proteina spike di SARS-CoV-2, proprio quella proteina attraverso cui il virus si aggancia alle cellule bersaglio e che, una volta in circolo, ci farà produrre anticorpi neutralizzanti e cellule T, proprio come se fossimo stati infettati dal vero virus.
Ambedue i vaccini richiedono una doppia somministrazione: dopo 21 giorni quello Pfizer-Biontech e 28 quello Moderna.
Per il suo stoccaggio, il vaccino Pfizer-Biontech ha bisogno di temperature basse dell’ordine dei -75°C e solo negli ultimi giorni prima dell’iniezione può essere portato ad una temperatura di 4°C, resistendovi per 5 giorni.
Il vaccino di Moderna, invece, può essere conservato a -20°C per un massimo di 6 mesi di stoccaggio e conservato per la somministrazione tra i 2°C e gli 8°C fino a un massimo di 30 giorni (a temperatura ambiente per una ulteriore mezza giornata).
Sul piano della sicurezza, per ambedue i vaccini sono stati segnalati solo blandi effetti collaterali come astenia, dolori, eritema nell’area dell’iniezione, cefalea e altri sintomi minori. Si discute se questi vaccini proteggano solo dallo sviluppo della sindrome Covid-19 o se impediscano l’infezione da SARS-CoV-2, così come si discute se gli anticorpi sviluppati siano permanenti, di lunga o di breve durata.

NOTE AIFA SU VACCINO COMIRNATY “Pfizer-Bionthec”

2. Vaccini a tecnologia proteica “a vettori”: AstraZeneca/Oxford, Sinovac, Janssen, Cansino, Butantan, Novavax ed Elea Phoenix.
Il vaccino sperimentato da Astra- Zeneca/Oxford è quello che appare essere il più “vicino” tra quelli di questa tipologia. Questo vaccino è molto diverso da quello mRNA di Moderna e Pfizer-Biontech basandosi su vettori virali da adenovirus degli scimpanzè, microrganismo innocuo per gli esseri umani e che, una volta iniettato, funziona da «cavallo di Troia» in cui viene inserita la sequenza genetica della proteina spike che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi. La proteina spike viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario senza la presenza di tutto il virus e stimola il sistema immunitario. In questo modo, il sistema immunitario si attiva e neutralizza l’infezione da SARS-CoV-2. Anche per questo vaccino si discute intorno alla durata dell’immunità conferita ed alla effettiva copertura: se protegge solo dalla sindrome CoViD-19 o anche dall’infezione stessa.

Le domande ancora senza risposta
Anche quando si passerà alla somministrazione su larga scala di qualunque vaccino contro SARS-CoV-2 alcune domande rimarranno ancora senza risposta per lungo tempo:
Per quanto il vaccino garantirà la protezione contro l’infezione da coronavirus?
Saranno necessarie delle dosi di richiamo oppure bisognerà vaccinarsi ogni anno?
La risposta immunitaria nelle persone anziane vaccinate sarà la stessa dei pazienti giovani?
Ci saranno effetti collaterali sul lungo termine?

siti per aggiornamento sugli argomenti:

 

Salvatore Squarcione
Igienista. Già Direttore Generale ASL RM 4 e Direttore Sanitario INMI Spallanzani.
Già Direttore Malattie Infettive Ministero Salute
 www.salvatoresquarcione.it 

Questa interessante disamina di cosa sono i vaccini è stato pubblicato su ” Moondo -mondo salute.it”

Vaccini, vaccinazioni e vaccini covid-19: facciamo chiarezza Leggi tutto »

Risposte diverse al virus Sars-CoV-2: Contatto, infezione, malattia. quando fare tamponi e sierologici

In natura non esistono leggi e regole assolute ma tutto è relativo. Quanto riportato in questo articolo fornisce alcune spiegazioni alla relatività delle risposte dei test di laboratorio per la ricerca del virus (tamponi molecolari ed antigenici) e dei test anticorpali (sierologici). Le risposte vanno sempre interpretate dal medico alla luce della valutazione della persona

 

E' il medico che interpreta i risultati dei test dei tamponi o sierologici spiegandone il significato.
E’ il medico che interpreta i risultati dei test dei tamponi o sierologici spiegandone il significato.

Presso il CESMET – Clinica del Viaggiatore, centro di malattie infettive riconosciuto dalla Regione Lazio, puoi effettuare sia i diversi tipi di tamponi, molecolare che antigenico, che i test sierologici.
Essendo il CESMET  un centro specialistico di malattie infettive e medicina tropicale, e non un semplice laboratorio il rilascio delle risposte dei test per COVID  è sempre subordinato alla valutazione della autocertificazione sanitaria perché le risposte del nostro organismo al virus non si possono valutare con i soli test. ( CLICCA QUI per info e prenotazioni)

La relatività della risposta del nostro organismo all’attacco dei virus.

complessità di una risposta al virus
               complessità di una risposta al virus

In Natura e quindi anche nel nostro organismo i sistemi biologici, le loro interazioni e le loro variabili sono così complesse e poco conosciute che non esiste il nero e il bianco, ossia non esistono definizioni e modelli validi al 100%.     Esistono centinaia di sfumature di grigio. Questo vuol dire che le affermazioni e le spiegazioni riguardo i rapporti tra sistemi biologici e il nostro organismo non sono mai assolute e vere al 100%, ma hanno margini di variabilità ed interpretazione molto ampi.
Accanto la complessità dell’ambiente biologico dove avviene la storia tra virus e organismo.

 

In particolare, riferendosi alla attuale pandemia, la grande confusione nasce dalle informazioni sul COVID-19 fornite dai media come assolute e reali, su cui si basano risposte e modelli date come validi per tutti, informazioni che poggiano su dati incerti e spesso con poco fondamento scientifico.
Infatti per quanto sia necessario basarsi su regole e modelli assoluti che coinvolgano milioni di persone, bisogna sempre ricordarsi che ogni organismo agisce e risponde secondo le sue caratteristiche biologiche nei confronti del virus, con reazioni e manifestazioni differenti da tutti gli altri individui. Non esiste quindi una regola assoluta. E la storia di questa pandemia e delle sue ondate così poco prevedibili ne è un segno evidente.

 

cellule T contro i virus
            Rapporti tra virus ed umani

Virus e organismo: una storia lunga e complessa.
Il rapporto tra SARS-CoV-2 e il nostro organismo è regolato da leggi naturali che si sono consolidate nel corso di centinaia di migliaia di anni. La vita dei virus e vecchia di qualche miliardo di anni, e noi ci siamo ritrovati a fronteggiare esseri viventi adattati da sempre a convivere con i sistemi biologici. La loro capacità di adattamento nel nostro organismo è frutto di esperienze millenarie. Il rapporto del virus con il nostro sistema difensivo – immunitario, percorre una lunga strada per arrivare al termine della contesa tra le due parti. Ossia trovare il modo di convivere e di riprodursi da parte dei virus, e per le cellule del nostro organismo, di difendersi. Una strada molto lunga e tortuosa. Le risposte degli organismi non sono univoche ma gli organismi sesso rispondono in modo diverso gli uni dagli altri,

 

 

La produzione degli anticorpi IgM e IgG contro Sars-CoV-2 è da considerare la fase finale di un processo che inizia dal contatto esterno tra il virus e la pelle o le mucose respiratorie e prosegue con una botta e risposta tra il microbo e i nostri sistemi difensivi. Molte volte la risposta dell’organismo nei confronti dell’attacco del virus si ferma alla attivazione di alcune cellule, tra le quali spiccano per importanza strategica alcuni tipi di linfociti T ed anche altre cellule molto attive e intelligenti, cioè le prime cellule difensive. Le difese successive, più specifiche, generate dai linfociti B (plasmacellule) che sono le cellule che producono prima gli anticorpi M (immunoglobuline M) e poi gli anticorpi G (immunoglobuline G) spesso non vengono attivate. La battaglia ed i suoi esiti si è conclusa prima di produrre gli anticorpi. Il virus è vinto e la persona non se ne è accorta. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei casi di contatto con i virus. Altre volte la reazione è diversa e l’organismo manifesta sintomi lievi, un tentativo di difesa per creare un ambiente ostile al virus. Altre volte il malato si aggrava perché i sistemi di difesa sono eccessivi e si rivolgono contro l’organismo. Se questi sistemi difensivi, ossia l’immunità, non funzionano o sono deboli, cosa che avviene in età avanzata, il virus ha campo libero, si riproduce senza sosta, e l’organismo reagisce in modo violento aggredendo anche sé stesso e arrivando all’exitus. (morte)

Come diffonde il virus
La diffusione del virus è descritta nell’informazione comune della stampa o media come regolata da eventi ben precisi e definiti. La distanza da considerare è di 1 o 2 metri; i contatti a rischio sono quelli stretti tra persone; il trasporto del virus avviene attraverso i droplet, ossia le gocce di saliva più grandicelle, e non dall’ aerosol del respiro. Queste sono affermazioni assolute che vengono fornite ma che non corrispondono alla realtà.
Per prima cosa il virus diffonde nell’ambiente da una persona infetta in quantità variabile, cioè proporzionalmente alla carica virale, ossia la quantità di virus presente nell’organismo. Un individuo infettato può avere pochissimi virus, che non arrivano ad avere la forza di infettare. Invece un altro individuo può produrre una quantità (carica) di virus talmente elevata diffonde alte cariche virali che in altri organismi le difese esterne sono da questi sopraffatti. Come accennato e come è noto la diffu

la diffusione di SARS-CoV-2 nell'ambiente
la diffusione di SARS-CoV-2

sione avviene con le goccioline della saliva, la maggior parte delle quali non supera il metro o due dalla bocca o dal naso. Ma quante variabili nella produzione e nel percorso delle goccioline. Dai grossi droplet, all’invisibile aerosol. Una spolverata di microscopiche gocce in grado di percorrere distanze molto lunghe, anche decine e centinaia di metri e più. Che influenza hanno in questo meccanismo le correnti d’aria? I venti che si rafforzano in vere e proprie tempeste? I flussi d’aria che trasportano pulviscolo, residui microscopici e aerosol derivato dalle vie aree umane anche per chilometri?  Il    virus circola quindi anche a distanze ben oltre il metro. Il virus diffonde a suo modo ed è invisibile.

Come si comporta l’organismo quando viene contattato dal virus
Una volta fuoriuscito dall’organismo, con uno sternuto, un colpo di tosse, con il parlare forte, i virus non possono resistere fuori dall’ambiente cellulare più di tanto. Per sopravvivere e riprodursi hanno bisogno dell’ambiente cellulare di un organismo. Quindi una volta nell’ambiente esterno per sopravvivere devono trovare prima possibile un nuovo ospite. Come il polline di pianta in pianta, il virus di uomo in uomo. Ma la strada è lunga e tortuosa e non semplice per questi microbi.
Sars-CoV-2, come la maggior parte dei microrganismi, entra in contatto con il corpo umano. Ma 70 persone su 100 (ossia circa il 70% degli individui) contattate dal virus, si oppongono alla sua entrata con la forza dei sistemi di difesa esterna. 70 persone su 100 in tutto il mondo uccidono il virus prima che questo riesca ad entrare all’interno del corpo e li infetti. La pelle, le mucose nasali ed aeree; i liquidi organici, micidiali per i microbi quali la saliva, la ptialina, le lacrime; per non parlare della acidità prodotta dallo stomaco e la insuperabile barriera batterica che colonizza e protegge le nostre mucose, tutto questo ed altro ci protegge e ci salva dagli attacchi di nemici invisibili.
Sars-Cov-2 ci attacca e noi di regola lo respingiamo. Infatti, una percentuale altissima della popolazione globale, attaccata da infiniti virus, batteri, funghi respinge ogni forma invisibile di vita.
Rimangono circa 30 individui sui 100 che sono stati attaccati da SARS-CoV-2 che si infettano, ossia non riescono a difendersi e cedono il passo all’entrata del virus all’interno del proprio organismo. In effetti questi individui sono una minoranza sul totale della popolazione globale. Un numero relativamente piccolo sulla totalità delle persone.
In questi individui (mediamente il 30%) i virus penetrano sconfiggendo le prime difese esterne e magari un po’ malconci dopo questa prima battaglia, dopo 12/24 ore entrano e colonizzano le prime cellule della mucosa nasale e del sistema respiratorio più interno cominciando a riprodursi. SARS-CoV-2, utilizzando una sorta di chiave (spike), penetra all’interno della cellula attraverso dei canali che si sono aperti e comincia a riprodursi e a generare migliaia, anzi milioni di altri virus fratelli. Le cellule si trovano spiazzate e mettono a disposizione del virus dei piccoli organuli interni che servono a riprodurre parti dello stesso. Questo meccanismo di utilizzo e sfruttamento dei sistemi cellulari da parte dei virus per riprodurre sé stessi (parassitismo o commensalismo) può anche avere talvolta una reciproca utilità, ma la maggior parte delle volte sfocia in un disastro. La produzione di milioni di nuovi virus che colonizzano e distruggono le stesse cellule che hanno fatto da incubatrice.

Intervengono i sistemi difesivi
Piano piano gli organismi vengono invasi da questi microscopici esserini, i virus. E negli organismi con sistemi difensivi assenti o deboli, vedi gli anziani, il virus irrompe e attacca causando danni ingenti. Al contrario, nei soggetti sani, diversi tipi di cellule, con diverse funzioni, ma tutte rivolte alla difesa, presenti tra la cute, il derma, il sottocutaneo e la sottomucosa, nei piccoli vasi della rete capillare, nelle cellule endoteliali, cominciano ad allarmarsi ed a segnalare questa anomalia, ossia la presenza di entità estranee microscopiche (i virus) in forte riproduzione ed aumento all’interno dell’organismo. Le prime difese meccaniche sono vere e proprie trincee, i sistemi cellulari sono veri e propri battaglioni di fanteria, pronti a scatenare una guerra di sfiancamento nei confronti dei virus.

Se i virus sono entrati nell’organismo, da qualche pertugio o con qualche furberia, in quantità ridotta (bassa carica) e sono scoperti e evidenziati dalle nostre difese nella fase iniziale della loro riproduzione, vengono neutralizzati e uccisi definitivamente. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei soggetti infetti.
Se invece i virus sono trasmessi in grande quantità, ad alta carica, i nostri sistemi difensivi vengono sopraffatti, le cellule vengono invase ed anche distrutte. L’infezione e la malattia avanzano. Tutto questo avviene all’interno del nostro organismo, a nostra insaputa senza che noi ce ne accorgiamo.

I sintomi di malattia da sistemi difensivi a meccanismi pericolosi
Dalla assenza di sintomi, situazione che avviene nella maggior parte dei casi di attacco o di infezione virale, si passa all’insorgere di qualche colpo di tosse, qualche linea di febbre, stanchezza, un po’ di mal di testa. Sistemi di difesa messi in essere dall’organismo per creare un ambiente sfavorevole alla crescita e riproduzione del virus. Ma possiamo assistere anche ad una salita repentina della febbre con tosse forte e profonda, malessere, difficoltà di respirazione. Non ci sono regole evidenti che regolano questi fenomeni. Ogni persona risponde secondo una sua organizzazione interna e la capacità del proprio sistema immunitario e di rilascio di sostanze interne prodotte da alcune cellule. Possiamo solo dire che le persone in buona salute superano l’attacco e la malattia senza neanche accorgersene. Chi non ha i sistemi in equilibrio paga lo scotto del suo disequilibrio interno e soffre.

Dall’infezione all’incubazione alle manifestazioni di malattia.
Nella fase di INCUBAZIONE, dall’entrata alle prime manifestazioni di malattia, i test eseguiti con i tamponi sia molecolari che antigenici sono per definizione NEGATIVI. Gli anticorpi evidenziati dai test sierologici ancora non esistono.
I virus, particolarmente attivi, continuano dalle prime ore di infezione la loro corsa a moltiplicarsi ed a colonizzare riproducendosi dentro le cellule. Non verranno evidenziati fino al 4°- 7° giorno per poi fuoriuscire dalle cellule indisturbati. Ora si manifestano in modo evidente, iniziano a diffondere ed i tamponi si positivizzano.
In questa fase si attivano la maggior parte dei tipi delle cellule immunitarie, e i gruppi cellulari, come tanti battaglioni a formare un regimento, si portano in gran numero dove sono presenti i virus. Contemporaneamente inizia la produzione di sostanze velenose per i virus, ossia molti tipi di sostanze infiammatorie.
In questa fase di INFEZIONE i tamponi molecolari risultano POSITIVI anche a basse cariche. Basta la presenza di un virus o di parte di questo per essere rilevato. Anche il tampone antigenico risulta POSITIVO, se la diffusione del virus è medio elevata, e questo vuol dire che il soggetto è infettante.

(situazione 1) Negli organismi in cui i sistemi difensivi, durante l’infezione, in fase iniziale contengono la riproduzione del virus all’interno delle cellule, questa si arresta in pochi giorni e la malattia non prosegue. Questa fase può durare 4/7 giorni senza manifestare sintomi e la battaglia è vinta. Alcuni linfociti, del gruppo dei globuli bianchi, le nostre cellule difensive, hanno ricevuto l’informazione della presenza del virus e ne manterranno il ricordo nel tempo.
(situazione 2) Negli organismi in cui il virus ha il sopravvento sui primi sistemi difensivi il soggetto infettato chiama a raccolta altri tipi di cellule che iniziano a produrre sostanze irritanti e mortali per i virus ma aggressive anche per sé stesso. Queste sono le molecole dell’infiammazione, molecole di molti tipi, alcune pericolose come le citochine. Questa è la fase dell’inizio di sintomi, dalla febbre, alla tosse, al catarro. Sintomi che si possono arrestare in pochi giorni, o possono evolvere in problemi respiratori, anche gravi. La febbre può crescere e la persona stare male. Il soggetto diventa SINTOMATICO. I virus sono al massimo della loro crescita, ma tra attacchi dei linfociti ed altri tipi di cellule, di sostanze infiammatorie ed altre proteine inizia una battaglia fortissima. I virus cominciano a soccombere, ritirarsi e sparire. I sintomi della malattia hanno quindi una funzione difensiva. I sintomi possono durare dai 2 ai 10 giorni, e l’obiettivo è quello di sconfiggere il virus. I tamponi molecolari ed antigenici sono positivi in questa fase. Gli anticorpi ancora non sono prodotti.
La battaglia è in corso, e se il virus viene eliminato si conclude la battaglia senza formazione di anticorpi M, prima e G in seguito. Quindi possiamo assistere alla fine della malattia senza la formazione evidente di anticorpi.
Altrimenti se il virus continua a guerreggiare e a mantenersi attivo si attivano i linfociti B con la formazione delle immunoglobuline, ossia degli anticorpi. Questi sono i sistemi difensivi più potenti che intervengono dove la fanteria (cellulare) non ha avuto successo.

Questo vuol dire che non è vero che tutti coloro che sono stati infettati dal virus, e sono risultati positivi ad un tampone antigenico o molecolare, producono matematicamente anticorpi. Anzi i soggetti con immunità ben equilibrata e funzionante molto spesso non arrivano alla produzione di anticorpi.
La produzione di anticorpi dipende anche dalla carica infettante, ossia quanto virus ha aggredito l’organismo. Cariche elevate, ossia presenza di molto virus arriva quasi certamente a far produrre i sistemi difensivi anticorpali. Ma basse cariche di virus vengono bloccate dai sistemi difensivi innati e cellulari senza far produrre anticorpi.
Da queste considerazioni si capisce anche perché gli anziani ed i soggetti portatori di altre malattie, che hanno difese immunitarie insufficienti o quasi assenti si trovano nella impossibilità di rispondere con le cellule delle difese e con le immunoglobuline agli attacchi del virus. In questo caso l’unica difesa consiste nel produrre molecole infiammatorie, che crescono in modo esponenziale, generando il famoso tsunami delle citochine, mettendo a rischio la vita delle persone. “Muoiono i più deboli” vuol dire proprio che soccombono coloro che hanno un sistema immunitario poco efficiente.

Consigli di prevenzione per il sistema immune
Una sana alimentazione con molta frutta e verdura, in particolare aranci e limoni, kiwi ed altri cibi ricchi in vitamine e coenzimi. Estratti vegetali, olio di oliva (nell’ambiente mediterraneo), estratti di foglie di olivo, zenzero ed altre essenze sono fortissimi antiossidanti ed energetici dei sistemi cellulari protettivi. Una vita condotta in modo sano e sportivo, con movimento anche leggero ma costante, serve a mantenere un buono stato di salute, vuol dire tenere il nostro sistema immunitario attivo ed efficace.

Con questo racconto ho voluto spiegare come i sistemi sono diversi e più complessi da come vengono spiegati. Ho voluto fornire risposte a tanti quesiti tra cui perché in coloro che sono risultati positivi al test molecolare o antigenico, a distanza di tempo non si sono sviluppati gli anticorpi. Oppure per quale motivo nonostante le distannze e le tante precauzioni il virus continua a circolare. Grande parte nella spiegazione dei fenomeni della circolazioni del virus risiede nell’influenza stagionale dei nostri sistemi di difesa.

Risposte diverse al virus Sars-CoV-2: Contatto, infezione, malattia. quando fare tamponi e sierologici Leggi tutto »

ORARI CENTRALINO INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Il centralino telefonico per informazioni e prenotazioni è a disposizione del pubblico dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,00; il Sabato dalle 9,00 alle 13,00.

Al di fuori degli orari indicati o se trovate il centralino occupato  lasciare un messaggio in segreteria, oppure  scrivere una email a seg.cesmet@gmail.com

Per informazioni mediche infettivologiche e spiegazioni scientifiche puoi richiedere prenotare una videoconsulenza  a seg.cesmet@gmail.com

ORARI CENTRALINO INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Leggi tutto »

Corona virus, seconda ondata, lockdown in arrivo: che succede?

Il Coronavirus SARS-CoV-2 continua ad avanzare come un’onda e non si arresta.

Siamo quasi al nuovo e drammatico lockdown nazionale. Blocchi di aree, territori o addirittura di regioni; chiusure mirate o generalizzate di negozi, attività, produzioni; controlli sempre più stretti. Dalla fine dell’estate 2020 ognuno di noi, tranne eccezioni prima diffuse, poi rare, ha cercato di adottare misure, comportamenti, freni, utilizzando le mascherine, ha cercato di applicare le giuste regole del distanziamento. Tutto questo con risultati assai scarsi, anzi con nessun risultato. Nonostante le attenzioni crescenti di tutti noi la presenza del virus è in crescita costante. Tamponi antigenici, tamponi molecolari, test sierologici per lo studio degli anticorpi, con questi test studiamo la crescita del virus tra di noi.
Ma perché si è creata questa situazione? Cosa sta succedendo? Di chi è stata e di chi è la colpa di non aver previsto tutto questo?
Francamente sono sicuro che la colpa non è di nessuno! Ci siamo semplicemente dimenticati che esistono da sempre leggi biologiche che governano i rapporti tra organismi (uomini) e microrganismi (virus e batteri) e queste leggi, da sempre, seguono e si adeguano ai ritmi delle stagioni e all’influenza dei diversi ambienti. Da sempre l’autunno e l’inverno sono stati considerati il periodo della crescita delle ondate delle malattie infettive. La patologia respiratoria prima di tutto, ed anche quella intestinale, crescono senza sosta fino alla primavera e poi durante l’estate tutto sembra sparire. E ancora più tutto questo era vero quando c’erano le stagioni classiche. Scopriamo di cosa si tratta.
In questi giorni tutti si scagliano gli uni contro gli altri. La ricerca del capro espiatorio è diventato lo sport nazionale. Tutti lanciati alla ricerca del colpevole della avanzata del virus SARS-CoV-2, in una situazione di tracollo sanitario globale. Molti di noi rimangono sbalorditi di quanto succede, ma tutto questo era prevedibile. Il virus, cresciuto e diffusosi durante l’autunno ‘19 e l’inverno scorso, ha avuto una flessione generalizzata nelle sue manifestazioni in molte aree del mondo, ma non è scomparso, non è mutato né è diventato meno virulento. Ha soltanto trovato nei nostri organismi una situazione sfavorevole di crescita e riproduzione. Questo alle nostre latitudini europee. La situazione è stata diversa in altri continenti. Poi da settembre il virus ha ripreso la sua corsa ed è cresciuto seguendo le sue regole. Ora cresce, diffonde, si riproduce e contagia, trovando, al contrario dell’estate, un ambiente favorevole alla riproduzione ed alla diffusione intracellulare. E crescerà ancora seguendo le sue regole. Ora la situazione è grave perché i numeri dei soggetti infetti crescono in senso assoluto e al crescere delle infezioni crescono proporzionalmente i malati, e ahimé, i morti. Ci troviamo quindi nella situazione di ricerca di soluzioni e non di colpevoli. E questo è anche un invito a chi fa informazione. Non buttate benzina sul fuoco. A tutta l’informazione la preghiera di fornire le giuste spiegazioni che chiariscano a tutti il perché di tanta emergenza. Critiche, sospetti, creazione di situazioni di incertezza.
Cerchiamo di esaminare la situazione di questi giorni di novembre ’20 obiettivamente.
Il vero problema attuale è l’impennata dei contagi. Questa situazione è tipica di questo periodo, per un virus nuovo e molto diffusivo, che non trova freni inibitori alla sua crescita. Gli infetti crescono a migliaia e oltre agli infetti asintomatici aumentano i malati, ossia coloro che presentano sintomi. E tra questi molti respirano con affanno ed entrano nel panico del Covid-19. E’ chiaro che in questo contesto andiamo velocemente verso il collasso delle strutture e della organizzazione sanitaria nazionale e globale. Le onde della pandemia Covid-19 si succedono senza sosta. Gli accessi ai Pronto Soccorsi ed agli Ospedali non si arrestano. Crescono costantemente coloro che stanno male ed anche coloro che non ce la fanno. (oggi 11 Novembre 20 oltre 600 nuovi decessi).
La chiamata al distanziamento sociale anche tra conviventi stretti, la battaglia all’evitare di far circolare il virus, sempre più pressante, i comportamenti di noi singoli individui (distanza-mascherina-lavaggi), richiesta invero da sempre, non ha ottenuto il successo sperato di contenere il virus, ma comunque continua ad essere l’unico freno reale all’avanzata del virus, che però noi sappiamo continuerà ad avanzare e ad allettare migliaia di persone. Non è questione di tarda applicazione delle regole date, ma di inevitabile inadeguatezza dei comportamenti alla avanzata del virus.
Molti virus e batteri si rafforzano e ci aggrediscono prevalentemente in autunno ed in inverno. E questa regola va tenuta ben presente ed in buon conto. Non abbiamo considerato una legge fondamentale del rapporto biologico tra esseri viventi. La maggior parte delle malattie infettive, soprattutto quelle respiratorie ed intestinali, crescono e si sviluppano durante l’autunno, trovando il loro picco nella stagione invernale (fredda, con poca irradiazione luminosa, secca, con elevata presenza di particolato ed inquinamento in crescita in questo periodo, e molti altri fattori) che nella loro globalità influenzano e deprimono le nostre risposte difensive di primo livello, cutaneo o delle mucose respiratorie, e deprimono anche le risposte cellulari del nostro sistema immune. Siamo nella stagione in cui è in aumento esponenziale la presenza di virus e batteri, a ondate, con caratteristiche, le più diverse, ma tutti caratterizzati da facilità di attecchimento e diffusione intracellulare. L’organismo sempre meno si oppone alla avanzata dei virus ed è pronto a rispondere ai loro attacchi. E’ la caratteristica di questo periodo. Caratteristica che ci accompagnerà per tutto l’inverno.
Caratteristica del virus SARS-CoV-2
Nell’ambiente infettivologico è sempre stata chiara l’immagine, descritta in questo sito web della “prateria infinita”, ossia l’umanità, dove il virus fin dall’inizio ha avuto modo di galoppare e di diffondere sé stesso senza sosta. Galoppare in una prateria senza ostacoli vuol dire infettare, infettare, infettare. Una prateria (l’umanità – gli organismi) dove questo esserino microscopico, formato da una anima di genoma ad RNA, obbligato a riprodursi nelle cellule di ciascuno di noi, ha trovato il modo di diffondere nonostante le pallide ed iniziali resistenze alla diffusione, attuate dagli organismi, via vi che venivano infettati. Una immunità approssimativa, incerta, nei confronti di un virus che per la prima volta veniva a suo contatto.
Come ho già avuto modo di commentare diverse volte, le curve di decrescita della presenza del virus hanno corrisposto in molte aree quasi alla completa scomparsa, con tassi di infettività tendenti allo 0. Quindi, da settembre una nuova crescita della presenza del virus e soprattutto un aumento della sua aggressività nei confronti delle cellule. Questi andamenti sono stati presenti in molti paesi ed hanno seguito stagioni ed ambienti, che da sempre influenzano l’aggressione del virus.
Quindi chiariamo un fatto evidente. Questo virus non è mutato in modo così evidente, è rimasto sempre lo stesso, con la sua capacità di diffondere, infettare ed attaccare diverse parti dell’organismo. Questo virus non è né scomparso né è morto. Ha solo trovato gli organismi più forti durante l’estate e via via sempre meno resistenti alla sua diffusione dal mese di ottobre. Soggetti anche a situazioni di co-infezioni, o di comorbilità, cioè presenza di altri microbi o altre malattie, in organismi con sistemi immunitari deficitari e poco rispondenti.
Uno sguardo all’Italia, In piena onda epidemica tra gennaio e aprile 2020. Situazione di co-morbilità con la maggior parte delle patologie del tratto respiratorio, a cominciare l’influenza. Le co-infezioni sono state tra le cause maggiori di morbilità e mortalità del Covid-19. Non da solo, quindi, ma sempre in compagnia di altri microrganismi. Siamo andati avanti per mesi con curve stabili di infezioni, anche durante il lockdown, poi l’avanzata della primavera e soprattutto il periodo estivo, che per definizione sono periodi di scomparsa della maggior parte delle malattie infettive, hanno fatto giustizia, di un nemico assai pericoloso.
Ma il virus era veramente finito? Cambiato? Diventato più addomesticato? Assolutamente no. Attenzione massima ed anche capacità di cura e di sostegno del nostro stato di buona salute che costituisce la prima difesa.

Corona virus, seconda ondata, lockdown in arrivo: che succede? Leggi tutto »

Il SARS-CoV-2 diffonde, la Covid-19 riempie gli ospedali, l’Italia chiude nuovamente.

Fine ottobre 2020: la Covid -19 riprende la sua forza infettante e la sua corsa diffusiva, ma segue le regole di tutti i virus.

mutazioni del genoma
                        mutazioni del genoma

Per il virus SARS-CoV-2 riprendere la forza        infettante e una diffusione sempre più ampia significa che il microrganismo non si è mai assopito né si è mai indebolito. Tale era e tale è rimasto. I virus, come tutti i microbi, seguono regole e comportamenti ben precisi e non mutano certo da un momento all’altro casualmente. Poche mutazioni puntiformi, come è accaduto e come è stato  documentato da centinaia di centri di ricerca in tutto il mondo, non stravolgono il comportamento di una forma di vita semplice ma di esperienza di milioni di anni come i virus. In questi giorni di fine ottobre 2020 e di inizio autunno sta aumentando in modo esponenziale il numero delle persone infette, cioè di coloro nei quali il virus si riproduce senza manifestarsi. La microscopica forma di vita (virus Sars-CoV-2) è confinata all’interno degli individui che ha contattato e combatte o trova una sorta di convivenza con gli organismi senza dare a vedersi. (approfondisci)
Contemporaneamente aumentando gli infetti, esponenzi
almente aumenta anche il numero dei malati, ossia di coloro che non riuscendo a controllare e ad arrestare il virus con le loro prime difese aspecifiche esterne, dopo aver incubato il virus, in forte riproduzione, per 5/7 giorni, manifestano sintomi di lieve o media entità. I malati, ossia i sintomatici, sono in proporzione numeri contenuti e ridotti rispetto alle decine o centinaia di migliaia di infetti, ossia chi ha il virus in corpo, che possono essere contagiosi oppure non diffondere virus. La malattia costituisce quindi una seconda linea di difesa che l’organismo mette in campo per combattere ed uccidere il virus, considerato un nemico che ha superato le prime linee di difesa. Se questa risposta difensiva, ossia i sintomi della malattia,  diventa eccessiva, non controllata e le risposte infiammatorie, cellulari, molecolari diventano troppo forti, rivoltandosi e attaccando l’organismo, la persona si aggrava, i parametri vitali si alterano e deve ricorrere a cure importanti fino alla terapia intensiva. Relativamente poche persone, con scarsa energia difensiva, con malattie croniche importanti e debilitanti, con presenza di altri batteri o virus,le co-infezioni, generalmente anziani, non sopportano questa situazione, non reggono questo tsunami interno 

che gli si rivolta contro e muoiono. 

Questa ondata inarrestabile di infezioni, ossia di casi infetti, tende ad aumentare nei numeri e negli effetti non perché facciamo più tamponi, ( anzi ricordo che se devi fare un tampone naso faringeo antigenico rapido, inserito in una valutazione clinica infettivologica puoi cliccare qui) ma perché la diffusione del virus segue regole, modi, situazioni che si ripetono per tutti i virus. Caratteristiche del virus, comportamenti, stagionalità, aumento di altri virus e batteri nell’ambiente e quindi stagionalità ne sono le cause e la sua presenza è indipendente da quanti tamponi facciamo.

Sempre più velocemente siamo lanciati verso il blocco delle attività prima di settore e poi globali. Dalla ristorazione alle attività culturali e sportive, e i blocchi non finiscono qui. Motivo di queste imposizioni è la necessità di frenare la corsa del virus, che a mio parere difficilmente si farà imbavagliare. E la ripresa della attività infettante e della diffusione del virus segue una curva esponenziale. Ciò che non riesco a capire è perché ci meravigliamo di un fenomeno che poteva e doveva sempre previsto? Nel sito web della Clinica del Viaggiatore Cesmet, centro medico specializzato in malattie tropicali e infettive, che da sempre si è occupato di problemi clinici e diagnostici riguardanti le malattie infettive, in particolare legate ai viaggi, abbiamo sempre sostenuto come la flessione dei casi di Covid-19 seguisse la flessione della presenza di tutte le malattie infettive stagionali invernali, in particolare respiratorie che si presentano l’inverno e tendono quasi a scomparire in primavera estate. Flessione di casi di malattie legata al comportamento umano che si tiene in primavera ed in estate; alla rimodulazione stagionale delle risposte immunitarie del nostro organismo; alle difficoltà incontrate dai microbi, ed in particolare dai virus nel corso della stagione estiva. Difficoltà di sopravvivenza nell’ambiente. Per non parlare del fenomeno deleterio delle co-infezioni, cioè della azione contemporanea di diversi virus e batteri che si ritrovano a banchettare insieme dentro di noi. Questo fenomeno delle co-infezioni è tipico autunnale ed invernale e diminuisce notevolmente nella stagione estiva.
I medici che hanno pratica con le malattie infettive e che operano e curano i malati, cioè i clinici, non hanno mai dubitato della ripresa della malattia Covid-19. Tranne pochi colleghi, spesso confusi, nessuno degli addetti ai lavori ha mai pensato che il virus era morto o indebolito. Poche modifiche del genoma virale non potevano modificare la sua capacità di diffondere tra le persone in modo così imponente, o di aggredire l’organismo in modo così profondo.
Siamo oramai in autunno e l’inverno si avvicina. Le malattie causate da virus e batteri sono in aumento. Già diversi focolai di infezioni intestinali con diarrea, nausea e mal di pancia si presentano diffusamente in particolare negli ambienti scolasti dei più piccolini. Raffreddori, febbri da primi virus respiratori cominciano a presentarsi e a diffondersi. E sono gli stessi sintomi del Covid ma non è Covid. Crescerà anche il Covid nel prossimo futuro ma cresceranno tutti gli altri malanni di stagione. Dobbiamo cominciare a entrare nella mentalità che questo virus convive con noi e con gli altri germi. Nella maggior parte dei casi infetterà gli organismi ma rimarrà nascosto, ed i numeri saranno in costante aumento. In una parte di popolazione, anche se ridotta, il virus si manifesterà con sintomi soprattutto delle alte vie respiratorie, accompagnando gli altri virus della stagione. In poche persone si presenterà in modo violento e addirittura letale. Gli anziani, i malati cronici sono i soggetti più esposti. (Approfondisci)
Il vero problema non è costituito dalla diffusione della infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione giovane e adulta fino ai 55/60 anni, ma dal proporzionale aumento dei casi clinici e tra questi l’insorgenza di peggioramenti  che portano ad un utilizzo delle strutture sanitarie, dei pronto soccorsi e del sistema sanitario da parte di una larga fetta di popolazione,spesso non bisognosa di cure ospedaliere.
Basta una febbre o un mal di gola che si corre in pronto soccorso. Non c’è nulla di più sbagliato ed anche pericoloso.
Lasciamo le strutture sanitarie a chi ne ha veramente bisogno. In caso di malessere rimaniamo a casa e chiediamo consigli ai medici di famiglia o agli specialisti in infettivologia sul comportamento da adottare e su come curarsi. Le strutture sanitarie, i reparti ed i pronto soccorsi lasciamoli a coloro che hanno necessità. Non c’è solo la malattia Covid-19 ma ci sono anche tutte le altre malattie, anche gravi e rischiose, che devono continuare ad essere trattate e seguite dai medici.
L’isteria, la paura, la non conoscenza del problema non aiutano, anzi…
Ognuno di noi adotti la regola numero uno del distanziamento e utilizzi in modo serio le mascherine. Ed eviteremo che ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, palestre, piscine e tanto altro vengano chiusi. Quante migliaia di persone stanno perdendo il posto di lavoro. Quanti disastri economici per migliaia di imprese familiari ed i loro dipendenti o lavoratori giornalieri. Cominciamo a prenderci le nostre responsabilità. Ognuno di noi ha avuto la sua responsabilità per queste chiusure. Ora possiamo rimediare pensando che il nostro comportamento influenza il lavoro anche degli altri. Palestre e piscine potevano essere risparmiate se sportivi e atleti avessero adottato comportamenti più attenti.
Anche se il virus diffonde ugualmente in presenza di comportamenti quali  distanziamento, mascherine, e lavaggio delle mani, nonostante tutto la loro applicazione frena sicuramente il contagio, soprattutto delle persone anziane.
I vaccini, se si riuscisse a trovarli, hanno il compito di evitare le co-infezioni tra malattie aggressive. Antinfluenzale, antipneumococco, e antimeningite sono le migliori protezioni anche per rafforzare il nostro sistema difensivo.
Quindi grande attenzione, prudenza per proteggere soprattutto chi, per la sua debolezza può anche soccombere, ma non ci consideriamo tutti malati. Il virus può contattarci ma noi, nella maggior parte dei casi possiamo superarlo e distruggerlo. E se ci infetta, può convivere connoi senza che ce ne accorgiamo.
D’altra parte più casi, più malati, più coinvolgimento del sistema e delle strutture sanitarie.

 

 

 

 

 

 

 

Il SARS-CoV-2 diffonde, la Covid-19 riempie gli ospedali, l’Italia chiude nuovamente. Leggi tutto »

COVID-19 in Sardegna: tamponi e test sierologici per chi entra nell’isola.

Viaggi in Sardegna? Dal 14 Settembre parte l’obbligo- secondo quanto indicato dal governatore della regione- “ordinanza n° 43 dell’11 settembre 2020 art. 10 comma 1 e 2” di effettuare un tampone nasale per la ricerca dell’ antigene virale o test sierologici con la ricerca di anticorpi contro il Covid-19, con una certificazione COVID FREE: se non arrivi con questa certificazione c’è l’obbligo di effettuare i test all’arrivo e rimanere in quarantena fino al momento dei risultati.

IL TAR della Sardegna ha revocato l’obbligo di effettuare tamponi o test sierologici per entrare nell’isola. Quindi non occorre più presentare certificazione per arrivare nei porti  o negli aeroporti sardi. Ma la pratica ed il controllo potrebbe continuare ad essere una buona pratica. Questo nel proprio e nell’altrui interesse.

Test presso la Clinica del Viaggiatore per Covid-19.
Presso Cesmet Clinica del Viaggiatore, a Roma, puoi richiedere la certificazione medica COVID-19 FREE con l’effettuazione del tampone repido e dei test sierologici. La risposta entro un ora dalla effettuazione dei test.
Per info e appuntamento scrivi i tuoi dati e sottolinea l’urgenza per il viaggio in Sardegna. Il tampone deve essere fatto nelle 48 ore precedenti l’arrivo nella regione sarda.”

Richieste dalla Sardegna prima dell’estate

Il presidente Solinas tra Giugno e Luglio 2020, alle porte delle vacanze, aveva più volte minacciato di imporre i tamponi o test sierologici per il SARS- CoV-2 ai vacanzieri che volevano entrare nell’isola. Allora i casi di Covid-19 in Sardegna erano contenuti e, come in molte regioni del sud, il virus diffondeva, apparentemente, in modo limitato. La politica dell’ attenzione e del controllo dei casi infetti che potevano diffondere velocemente nell’isola, portati da altre regioni, è stata interpretata come una forma di razzismo verso chi proveniva dal centro/nord Italia. Nulla di più sbagliato e fuorviante.

Da più parti veniva invocata, soprattutto nel nord Italia, la strategia del tampone a tappeto, su più gente possibile. E nonostante tutto Solinas veniva tacciato di razzista verso il Centro – Nord. Tante le critiche ed anche le prese di posizioni politiche nei sui confronti. Opinioni, anche del governo, incomprensibili per un paese dove si continuava ad imporre una giusta attenzione al virus tramite la politica dei tamponi.

Due strategie preventive, due politiche differenti

Quindi delle due l’una:
(1) LIBERA CIRCOLAZIONE: O si decideva di far circolare liberamente il virus per far crescere l’immunità della popolazione sana, under 50, scelta che potrebbe trovare la sua ratio immunologica, nella formazione di nuove difese immunitarie in una larga fascia di popolazione sana, dove il virus circola in modo asintomatico. Controllando contemporaneamente, con particolare attenzione, le classi di età più sensibili e le fasce di malati cronici e deboli. Questo è compito primario della medicina di base.
Obiettivo di questa politica sanitaria è la crescita controllata del numero dei contagiati accompaganato dalla cura dei sintomatici. Gli attuali livelli di capacità terapeutica sono notevolmente mogliorati con l’esperienza di questi mesi.
Tutto questo in attesa- probabilmente ancora lunga- di vaccini contro il SARS-CoV-2.

Questa è in parte la politica adottata durante l’estate in molte regioni, e imposta al popolo sardo, con controlli a monte praticamente assenti e regole poco applicate per facilitare un turismo già particolarmente sofferente.

(2) CONTROLLI STRETTI E OBBLIGATORI: Oppure, dopo mesi di lockdown, in vista delle vacanze estive, e di flussi importanti di vacanzieri che rimanevano sulle coste italiane, si continuava ad applicare una politica di controlli sanitari, imponendo all’entrata nell’isola test Covid, obbligatori e a maglie strette per controllare, per quanto possibile, la diffusione del virus, cercando di proteggere l’intera popolazione dell’isola.
D’altra parte, in una situazione di emergenza sanitaria, in caso di pandemie così violente e pericolose, a lasciare la scelta dei comportamenti preventivi alla volontà di ciascuno, si rischia di non ottenere i risultati voluti.
Molti addetti ai lavori, ossia molti medici specialisti nelle materie infettive ed affini, sono convinti che si può uscire dalla aggressione di microrganismi così pericolosi solo adottando strategie e comportamenti univoci, che tengano conto delle caratteristiche del germe, in questo caso il virus del Covid-19, e della reattività dell’uomo, con le sue infinite variabili.
Controllare la diffusione di un virus vuol dire controllare l’ambiente dove diffonde, i meccanismi di diffusione, le persone e la loro risposta, con regole ben precise e non lasciate al caso. Se si decide di controllare la diffusione di un virus nuovo e poco conosciuto, in particolare in luoghi chiusi, come quelli di lavoro e ambienti scolastici, il suo controllo non può essere lasciato ad un atto volontario, perché rischia di rendere inutile l’operato di tanti mesi di lavoro. La conseguenza più logica risulterebbe essere quella di non fare alcun test ed alcun controllo.
E far ricorso alla Costituzione a garanzia delle libertà di scelta in questi frangenti non ha alcun senso.

Quanto sopra descritto configura due politiche sanitarie differenti che devono tener conto delle caratteristiche della popolazione a cui si applicano, dei diversi modi di agire, ma anche dei diversi ambienti ed altre variabili.
Questo è lo stesso problema che si ripropone per i vaccini. Obbligo si, obbligo no.

notti magiche ma ...

Ma torniamo alla Sardegna.
Arriva l’estate e la Sardegna, più del solito è stata metà di vacanzieri, scatenati dopo mesi di silenzio ed assenza di divertimento. Il giusto divertimento e la giusta confusione. Ma ci si è dimenticati che il virus SARS-CoV-2 circola anche in estate. Il virus ha continuato a fare il suo mestiere. Circolare , diffondere ed infettare. Dopo mesi di distanziamento forzato, soprattutto i giovani, per necessità e indole, si sono ritrovati tutti insieme, più stretti possibile, e le notti estive sono il miglior modo di stare l’uno accanto all’altro.
Quante migliaia di persone hanno albergato all’interno del proprio organismo il virus a loro insaputa! Normale dinamica del rapporto microbo – persona. A maggior ragione, dinamica di un virus nuovo che trova un terreno vergine dove galoppare, diffondere, riprodursi. Ma tutto questo era scontato e, ancor di più, c’è da aspettarselo in questo momento di rientro dalle vacanze. Dalla Sardegna, ma anche da altre regioni, dove si era diffuso e riprodotto, il virus è stato trasportato creando tanti nuovi focolai. La crescita attualmente è esponenziale, e noi non ce ne accorgiamo. 

Ora la Sardegna vuole frenare l’entrata del virus, che si è però impossessato del territorio e della sua popolazione.
Giusto e corretto frenare l’entrata del virus dall’esterno, ma questo freno funzionerà se non sarà lasciato alla volontà di ciascuno. Il presidente della regione ha deciso che tutti coloro che entrano devono dimostrare, per quel che si può, di non portare il virus.

Quindi voi che vi recate nella bellissima Sardegna ricordate di certificare l’assenza del virus dentro di voi con test effettuati 48 ore prima di partire.                   

COVID-19 in Sardegna: tamponi e test sierologici per chi entra nell’isola. Leggi tutto »

Africa Polio free: un sogno divenuto realtà

 

Africa Polio free. Il 25 agosto 2020 è una data storica, un traguardo impensabile fino a pochi anni fa. Il poliovirus è sconfitto. OMS annuncia il successo

ragazzino aggredito da poliovirus fuori aeroporto
AFRICA POLIO FREE    ragazzino aggredito da poliovirus fuori dall’aeroporto

Febbraio 1981 aeroporto di Mogadiscio, la mia prima missione in Africa, ancora medico ragazzino. Sbarcato dall’aereo e presi i bagagli mi avvio all’uscita di una sorta di costruzione che sembra non reggersi in piedi. Muri scrostati, macchiati ovunque, intervallati da cartoni, legna e … vuoto di parete.
Una folla variopinta a me sconosciuta nei modi e nei comportamenti attende fuori la dogana. Mi addentro a spintoni tra la gente e vedo tanti piccoli bambini per terra, con le loro gambine bloccate sopra una sorta di tavoletta su rotelle. Si strascinano con le loro braccine veloci come piccoli uccellini. “bakshish bakshish – un aiuto – un soldino” è una voce unica, un grido che cresce andando verso i fuoristrada che ci aspettano pronti a portarci via. Altri bimbi con le grucce, accompagnati da adulti non si sa bene se compassionevoli o sfruttatori del male altrui. E da sempre la compassionevole poliomielite è stata motivo di sfruttamento indegno di persone sofferenti. Per me ed i miei colleghi medici imberbi, freschi di       studio ma privi di esperienza è il trauma di chi affronta per la prima volta l’ Africa; e con l’Africa la poliomielite. Una malattia che da sempre ha lasciato morte e segni indelebili e permanenti ha chi ha subito l’attacco del virus. Il “sacro fuoco del fare” di chi si è appena laureato, pieno di scienza e di studi, si spegne di fronte alla cruda realtà della vita di tutti i giorni. Il sapere si scontra con la realtà dura e dolorosa. Le immagini dei testi sbiadiscono di fronte a tanto dolore, nascosto dal furore dei piccoli bambini, sempre comunque pieni di vita, ma sfigurati dal virus della polio. Malattia terribile, drammatica, sfigurante

 

polio in Italia anni '60
WORLD POLIO FREE                                       ricordi di polio a scuola

E il mio ricordo corre dove quello dei più giovani non arriva.  All’inizio degli anni ‘60 quando, ancora bambino, alla scuola materna, ricordo alcuni compagni, con il loro grembiulino, segnati indelebilmente dalla aggressione del virus della poliomielite. Con la loro zoppia tipica della gamba sfigurata dalla polio, con quei piedini storti, con la poca forza di appoggio. Alcuni con le grucce sempre al loro fianco. Questo era il virus della polio tra di noi.

 

Ricordi lontani oramai dimenticati. E ricordi indelebili di quelle campagne di vaccinazioni con file interminabili di mamme e piccoli  il cui obiettivo era arrivare dopo ore allo zuccherino rosa. Era una conquista. E tutti noi, piccoli scolari in quel tempo abbiamo un ricordo lontano, sbiadito ma piacevole.         

vaccino antipolio con lo zuccherino
vaccino antipolio con lo zuccherino

Tutti i bambini erano entusiasti di andare a prendere lo zuccherino. Che conquista questo vaccino, quante vite salvate, quante persone storpie in meno, fino a sparire, quasi. Queste zollette hanno reso l’Italia, l’Europa e il nord del mondo polio free. Per il sud del mondo ci sono volute lotte e sforzi enormi, ma alla fine … 

Mettiamoci bene in mente che se non ci fosse stato questo zuccherino ancora saremo stati pieni di grucce, tavolette, zoppie, arti deformati. Il vaccino contro la polio ha eliminato tutto questo. E questo deve essere chiaro ai NO VAX di tutto il mondo. Il vaccino ci ha eliminato questa tremenda realtà che ora i signori NO VAX non vedono più.

Questa immagine di una polio così diffusa e così crudele ce la porteremo avanti per molti anni. I miei ricordi vanno ai tanti Etiopi, bambini e adulti, nel nord del paese; vanno al progetto Tana Beles, alla fine anni ’80. Camminate strascicanti di tante persone legate al proprio destino condizionato da un virus assassino; accanto all’ospedale del cantiere, gruppetti di poliomelitici in cerca più di bakshish che di cure.  I miei ricordi vanno ai villaggi del nord della Sierra Leone che si sviluppavano attorno ai cantieri di tante imprese, la mia era la Salini Costruttori, che comunque propose e finanziò, grande esempio per una impresa all’inizio degli anni ’90,  una campagna di vaccini per la polio fatti nei villaggi e sulle popolazioni dei suoi lavoratori, che vivevano vicino ai cantieri. Quante persone buttate a terra accanto alle loro capannine con i loro monconcini, gambe rovinate, piccole grucce, tavolette, lettighe per i più sfortunati.

I miei ricordi vanno alla Nigeria, Mauritania, Kenia, Mozambico … e altri paesi. Il virus presente ovunque. E in Etiopia ancora con il nostro fuoristrada sempre circondato da folle di ragazzini

 la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c'è più
la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c’è più

urlanti, con le loro danze ritmiche e per terra tanti piccoli bambini che si trascinano sotto le ruote con le loro tavolette mobili. C’era da aver paura a ripartire o guidare con il rischio di schiacciare questi corpicini … ma chi conosce questi ragazzini con le loro le loro gambine flosce e malformate, conosce la loro rapidità di movimento. Come i colombi, che credi di uccidere con la macchina, ma più ti muovi più spariscono. La bella Addis negli anni ‘80 e ‘90 era piena di casi di polio. Una realtà scomparsa con le campagne di vaccinazioni. Vaccinazioni inizialmente date in modo incerto, da organizzazioni di volontari, contro il parere e la voglia di tutti. Vaccinazioni che poi sono diventate il mantra dei governi. La protezione delle generazioni future.

E il nostro lavoro non è stato vano. Nelle savane africane, per anni, dal 1981, l’anno del mio primo vaccino somministrato in Africa, nei villaggi e nei cantieri spersi nei più diversi paesi, fino  all’organizzazione dl un “centro di vaccinazioni” realizzato secondo regole in uno dei tanti ospedali in Tanzania, collegato a rete con tutte le altre strutture sanitarie che distribuiscono a tutta la popolazione vaccini, con una ottima organizzazione dello stato tanzanese; ed io ne sono stato parte. Tutto questo era una vera utopia un tempo. Ma l’obiettivo è stato raggiunto e allora è valsa la pena di studiare, organizzare, gestire campagne di vaccinazioni nei luoghi e nelle condizioni più diverse. Dai campi profughi della guerra dell’Ogaden, Qoorioley – Merka ,Somalia, ai nomadi Tuareg e Mauri sempre in movimento, ai villaggi di Sierra Leone, Nigeria e Niger, Mozambico e sud Zimbabwe, al confine sud Africa. Che lotta dura convincere i capi tribù, o i capi dei villaggio o religiosi, che le campagne vaccinali sarebbero state fondamentali per la salute dei loro bambini.

Negli anni ‘80 e ‘90 molti stati africani erano praticamente assenti nella organizzazione delle campagne vaccinali. I villaggi sparsi in immensi territori erano lasciati soli.  I vaccini erano una chimera, i grandi assenti o meglio i grandi sconosciuti.  Andando avanti negli anni le campagne di vaccinazioni portate avanti dagli enti internazionali, da congregazioni di vari credi religiosi, da Onlus sempre più presenti, hanno cambiato la sorte di interi popoli. Il problema allora era reperire i vaccini, organizzare il trasporto, garantire la catena del freddo. E la questione principe nei villaggi, quando tra mille difficoltà i vaccini arrivavano era dove stoccare queste dosi preziose di vaccini che spesso arrivavano da spedizioni quasi clandestine?  Nella maggior parte dei villaggi infatti non c’era la corrente elettrica e ambulatori, spesso piccole capanne in terra e sterco e gli health center, belli a vedersi da lontano, non avevano frigoriferi né tanto meno generatori. I più forniti avevano vecchi frigoriferi a cherosene, che la maggior parte delle volte non si trovava una volta esaurite le scorte. Questa era l’Africa di tanti anni fa. E gli sforzi personali di tante persone si scontravano contro queste realtà. Il nostro pensiero era, non ce la faremo mai, ma … andiamo avanti lo stesso.  

vecchi frigoriferi a cherosene
vecchi frigoriferi a cherosene

Poi lo sforzo dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri Enti Internazionali e di tanti enti privati di buona volontà hanno agito sui governi nazionali rafforzando sempre più la coscienza che una buona organizzazione sanitaria pubblica e giuste campagne vaccinali imposte dal livello governativo,avrebbero cambiato il volto delle proprie nazioni e dell’Africa nel suo insieme salvaguardato la vita di milioni di persone, in particolare bambini. E così è avvenuto. Le nazioni africane hanno preso coscienza che il bene della popolazione era il bene dei governi, per lo meno per la salute.

Già a metà degli anni ‘90, ed io ne sono testimone, i tanti bambini storpi si erano sensibilmente ridotti. All’uscita dagli aeroporti sempre più ragazzini urlanti, saltellanti, pieni di vita e sempre meno tavolette mobili con sopra corpicini deformi e grucce posate sui muri delle strade. Poi, avanti negli anni 2000, dai nostri fuoristrada, mezzi sempre stridenti con le realtà e la povertà di cittadine e villaggi, ma necessari per il nostro lavoro, cercavamo agli angoli delle strade, o lungo le infinite piste in terra rossa, queste piccole creature sfigurate da un virus, il poliovirus che non perdonava e non perdona. Ma un po’ per volta sono diminuite fino a sparire. Migliaia di chilometri percorsi lungo le polverose strade africane. Prima con la presenza costante e diffusa di bambini o adulti poliomielitici, testimoni viventi della aggressione di un virus deformante. Poi grazie ai vaccini rapidamente scomparsi nel corso degli anni 2000, sempre più testimoni della forza delle vaccinazioni. Le tavolette a rotelle con i corpicini deformi non si vedevano più. I vaccini antipolio somministrati in campagne di vaccinazioni studiate e gestite in modo capillare, costante, organizzato e con mezzi sempre più moderni hanno avuto il sopravvento sul poliovirus.

vaccinazione antipolio in Africa
vaccinazione antipolio in Africa

I numerosi sforzi prima di singole organizzazioni private e poi delle più forti organizzazione degli Stati coordinati da OMS con il supporto di UNICEF e tanti altri organismi sono serviti. L’Unione Africana, che ha riunito tutti gli stati ed i governi africani ha contribuito non solo a formare una coscienza ma a fornire organizzazione e fondi per queste campagne. Non è stata lotta vana. L’ultima battaglia è stata condotta in Nigeria. Terra difficile, ma decisa quando ha capito che il bene del suo popolo passava anche sconfiggendo la malattia. E la malattia e la vita di milioni di persone passava attraverso la prevenzione vaccinale. Un territorio immenso, una popolazione sterminata, la furia delle armate di Boko Aram, i santoni locali, le diffidenze verso tutto e tutti, il sangue di gallo versato sulle gambe malate dei poliomielitici, antiche tradizioni tribali. E nonostante tutto questo le campagne vaccinali hanno preso piede. Nonostante la difficoltà di mantenere i vaccini con la giusta catena del freddo, di trasportarli per sentieri e piste tra savane e foreste, in ogni dove, di raggiungere i villaggi più sperduti, la battaglia è stata vinta. L’Africa ha raggiunto il 95% di copertura per il vaccino contro la poliomielite . La battaglia è veramente vinta. Non abbassiamo la guardia. Continuiamo a fornire in modo capillare e a tutte le poipolazioni, anche nei villagi più periderici e sperduti, quel bene prezioso che ha sconfitto la POLIOMIELITE IN AFRICA, ovvero i vaccini. 

La Poliomielite prima scomparsa dall’Europa, poi dalle Americhe, Oceania, Asia come una macchia d’olio. Ora dall’Africa. Il virus arretra ovunque. Resiste con qualche caso dove la guerra impedisce una buona e corretta gestione della salute pubblica. Afganistan e Pakistan terre martoriate da lotte fratricide e lì il poliovirus ancora resiste. Ma siamo convinti che per l’amore di tanti bambini la guerra ed il terrore tra popoli lasceranno spazio alla guerra verso il virus. Una guerra combattuta con l’arma delle vaccinazioni

Una guerra da estendere e da continuare nei confronti di tante altre malattie. Trascinati dall’esempio e dalla vittoria prima sul vaiolo, malattia sparita agli inizi degli anni ’80, l’ultimo caso in Somalia nel 1981; ed ora della vittoria sul Poliovirus, in particolare in Africa dove nessuno scommetteva su questo successo.

Un pensiero ai NO VAX. Neanche questa vittoria sul Poliovirus, una vittoria di tutta l’umanità su uno dei peggiori virus che ha condizionato e distrutto la vita di milioni di persone,  vi convince della bontà delle campagne di vaccinazioni? L’ AFRICA POLIO FREE dovrebbe farvi capire che anche i vaccini hanno un fondamento, un qualche cosa di buono. Anche una malattia mortale e gravemente invalidante come la poliomielite si può combattere e vincere. Nonostante questa vittoria di tutta l’umanità i vaccini sono e rimangono il vostro grande nemico; ma questa volta, con questa notizia inaspettata a tutti noi, un traguardo considerato irraggiungibile fino a qualche anno fa, forse le diatanze si possono ridurre, forse potete cominciare a ricredervi un pò. 

E comunque una raccomandazione da medico che di campagne vaccinali ne ha fatte diverse, nelle condizioni e nei paesi più diversi.  Non 

AFRICA POLIO FREE
AFRICA POLIO FREE

abbassiamo la guardia verso il poliovirus e verso tutte le altre malattie che si combattono con le vaccinazioni. Supportiamo e facilitiamo in tutto il mondo le campagne di vaccinazioni, dalle donne in gravidanza, ai neonati e piccolissimi bambini. Non dimentichiamo i richiami nei tempi giusti, e ricordiamoci da adulti di rafforzare il nostro sistema immunitario con i richiami periodici. Il vaccino antipolio sta facendo il suo miracolo, il virus prima in ritirata forzata in Africa è stato sconfitto. L’AFRICA è POLIO FREE. Ora lottiamo in Afganistan e Pakistan ed eliminiamo il virus anche da questi paesi e rendiamo il mondo POLIO FREE. Ce la possiamo fare e questa volta questa situazione è alla portana di mano.

 

Africa Polio free: un sogno divenuto realtà Leggi tutto »

Viaggi Internazionali e TAMPONI per COVID-19. Una soluzione rapida

Tamponi per COVID-19. Come risolvere il problema del test RT-PCR per SARS-CoV-2. Ossia come fare il tampone per i viaggiatori internazionali.

prenota subito il protocollo viaggi internazionali con certificazione medica e richiesta per effettuare tampone di urgenza

Il tampone per COVID-19 è considerato in tutto il mondo il test più sicuro per identificare la presenza del virus nell’organismo. Ed il test RT-PCR per SARS-CoV-2 è richiesto da compagnie aeree e paesi di destinazione in tutto il mondo. I centri medici pubblici autorizzati a effettuare questo esame sono le uniche strutture a poter eseguire il TAMPONE. Fino ad ora il test veniva eseguito solamente a cittadini malati, a sospetti e a categorie particolari. Ora anche i viaggiatori presentando una richiesta di un medico o di uno specialista con un certificato possono richiedere l’effettuazione del test. Da qualche giorno quindi anche i viaggiatori internazionali, con un certificato medico accedono all’effettuazione del Tampone. 
Il Centro medico Cesmet – clinica del viaggiatore da sempre ha effettuato dei protocolli specialistici per il controllo del COVID-19 per diverse categorie rilasciando una certificazione dello stato di salute delle persone o dei lavoratori e la certificazione del loro stato immunitario, ossia della resistenza o sensibilità al virus.
Anche per i viaggiatori internazionali il Cesmet ha istituito un protocollo sanitario con videat infettivologico, test funzionali e sierologici e certificazione. A tutti i viaggiatori vengono rilasciati coonsigli e indicazioni su come viaggiare e quali protezioni adottare in corso di viaggio, ricoordando sempre l’importanza di alcune vaccinazioni. Al termine di questo protocollo viaggi internazionali con le certificazioni, valide per i viaggi viene rilasciata una richiesta di effettuazione di TAMPONE per COVID in urgenza. 

Per noi del Cesmet il viaggiatore internazionale, oltre al test PCR puro e semplice ottenuto con il Tampone, deve ricevere una valutazione medica specialistica e con il certificato dello stato di salute ed immunologico deve ricevere, soprattutto in questo periodo, indicazioni e consigli per il viaggio. Per questo motivo per la richiesta del TAMPONE occorre sottoporsi ai protocolli sanitari da sempre proposti. (clicca qui per approfondire)

Al viaggiatore che effettua il Protocollo Viaggi Internazionali insieme ai certificati dello stato di salute e dello stato immunologico viene rilasciata la richiesta del medico infettivologo per effettuare il tampone per motivo di volo internazionale, in regime di urgenza. I certificati e la richiesta di tampone vengono rilasciati a vista il giorno del videat infettivologico.
Il test PCR deve essere fatto alcuni giorni prima e la risposta si riceve via mail in 48 ore.

Prenota il tuo protocollo e ricevi con il certificato medico la richiesta per effettuare il Tampone per COVID-19

Viaggi Internazionali e TAMPONI per COVID-19. Una soluzione rapida Leggi tutto »

DIABETE in viaggio un servizio specialistico al CESMET

Partire e viaggiare con il Diabete

Nel caso di partenze programmate si può avere tutto il tempo di effettuare un chek-up diabetologico completo, diversamente in caso di partenze improvvise tentare almeno di ottimizzare prima, durante e dopo il viaggio lo stato metabolico.


Presso il Centro Medico Cesmet, Clinica del Viaggiatore puoi richiedere una consulenza prima del viaggio per viaggiare in sicurezza adeguando la tua situazione.

Soprattutto in questo periodo di pandemia è bene sapere che nel diabete scompensato i virus, come altri batteri o miceti trovano un pabulum ottimale per moltiplicarsi.
Ricordare di mantenere un range glicemico almeno al di sotto di 140 mg/ml a digiuno e 2 h. dopo i pasti.
La glicemia non deve mai essere al di sotto di 75/70 mg/ml
Assumere immediatamente o un bicchiere di latte o appositi stick di glucosio o acqua e zucchero.
Il chek-up diabetologico di base consiste in:

  • Visita Diabetologica
  • Analisi metaboliche complete
  • Cardiologica con ECG
  • Visita Angiologica con ECDoppler dei vasi epiaortici ed arti inferiori
  • Visita Oculistica completa
  • Eventualmente anche: Vs.ta Neurologica con EMG 4+8 segm.
  • Visita Urologica
  • Visita Nefrologica
  • Visita Ginecologica
  • Visita Andrologica
  • Visita Dermatologica
  • Visita Odontoiatrica
  • Visita Dietologica
  • Visita Psicologica
  • Visita Podologica

Consideriamo che il Diabete sia il tipo I che il tipo II è una malattia endocrina, soggetta quindi ai ritmi circadiani ormonali, inevitabilmente nel caso di viaggi con variazione di fuso orario superiore allle 4/6 ore si crea spesso uno scompenso temporaneo dei ritmi e della sincronia dei feedbach secretori.
In caso di terapia con microinfusore deve essere settato con l’aiuto del diabetologo in base al fuso orario.
E’ quindi auspicabile partire in fase di buon compenso metabolico di base.
Evitare di saltare i pasti o di assumere in continuazione cibo, mantenere altresì un’alimentazione in 5 pasti, riducendo i carboidrati ed escludendo i dolci, adattando progressivamente l’orario di assunzione all’arrivo a destinazione. Assumere sempre abbondante acqua.
All’arrivo modulare le calorie in base al compenso metabolico ed allo sport praticato, evitare la frutta tropicale, mantenere nelle donne una dieta di circa 1200 Kcal. max e nell’ uomo di 1700 Kcal. max, in 5 pasti.
Ricordare che se si parte in stagione invernale e si giunge in zona tropicale non possiamo all’arrivo assumere le stesse calorie di prima della partenza e viceversa.
RICORDARE SEMPRE :
1) Avere sempre con se i medicinali, a portata di mano, sia insulina con penne ed aghi che ipoglcemizzanti orali, evitare di esporli a temperature troppo alte o troppo basse.
2) Avere sempre con se una fonte di Glucosio: vi sono vari prodotti in vendita in farmacia, effettuare comunque sempre i 2 spuntini h. 10,00 ed h. 17,00 circa.
3) Avere con se una dichiarazione del Diabetologo, che attesti la malattia, il numero di un familiare, del medico di base, la terapia e cosa effettuare in caso di emergenza (ipoglicemia), in duplice lingua ( It./Ing.)
4) Se viaggiate in aereo portate con voi un certificato medico, con data non anteriore ai 30 gg, che attesti la patologia, la terapia, la posologia la modalità di assunzione, e somministrazione del farmaco; il foglietto illustrativo ed un’ autocertificazione attestante che il contenitore sia anti-urto ed anti-rovesciamento.
5) Preparare i farmaci in un sacchetto trasparente e richiudibile.
6) Se indossate un microinfusore o un sensore per il monitoraggio glicemico avvisare la sicurezza, si devono evitare gli scanner, eventuale perquisizione manuale.
7) Non mettere mai l’insulina nel bagaglio da spedire, potrebbe risentire dei grandi sbalzi di temperatura e pressione.
8) Fondamentale avere con se una quantità doppia di farmaco !
Al fine di non rischiare in caso di ritardi, code, imprevisti vari. Tutti i tipi di penne da insulina in terapia, le lente e le rapide, aghi in abbondanza, sticks per il glucometro in abbondanza con i pungi dito.
9) Sia in aereo che in treno che per nave cercare di muoversi quando possibile, passeggiare con continuità, si consumano Calorie !

Buon Viaggio,
dr. Francesco Saverio Floridi
diabetologo presso i centri antidiabete ACISMOM
Responsabile servizio diabetologia
del poliambolatorio SMOM

dal SID alcune indicazioni: clicca qui

DIABETE in viaggio un servizio specialistico al CESMET Leggi tutto »

Test sierologico COVID19, anticorpi IgM IgG e le fasi di difesa dal Coronavirus.

Il test sierologico per COVID19 altro non è che la ricerca degli anticorpi IgM – IgG prodotti dall’organismo infettato dal nuovo Coronavirus.  Le difese, l’ambiente ed il clima.  Vediamo passo passo le fasi di difesa dal Coronavirus. Richiedi tramite Cesmet la possibilità di effettuare il tampone per reale necessità.

 

Presso la Clinica del Viaggiatore CESMET scegli di effettuare il tuo TEST COVID.

 

Devi richiedere d’urgenza un tampone per COVID-19. Sei un viaggiatore internazionale, sei un cittadion straniero e necessiti di controlli. Prenota il PROTOCOLLO SANITARIO#ProntiARipartire ricevi i certificati di stato di salute ed immunologico, e la richiesta specialistica per effettuare il TAMPONE COVID-18 in urgenza

Risposte alle questioni di COVID-19.  La malattia; le risposte sul tuo stato di salute; le questioni riguardanti i test. Il medico specialista in malattie infettive è a tua disposizione per fornirti informazioni, spiegazioni e pareri anche sul tuo stato di salute. (in particolare per chi non risiede a Roma).    Ti verranno fornite tutte le spiegazioni e la modalità di attivazione del VIDEOCONSULTO. Clicca qui per  ricevere le informazioni e prenotarti. 

Il rapporto tra virus ed organismo umano.

Parliamo di una storia naturale, del rapporto tra virus e uomini. Una storia che non è per forza storia di guerra, ma anche di convivenza e talvolta d’amore. VIRUS ed ORGANISMI da milioni di anni hanno imparato a convivere e ad aiutarsi reciprocamente. La capacità riproduttiva degli primi e la loro possibilità di moltiplicarsi  e l’utilizzo di alcuni meccanismi ma soprattutto la possibilità di attivare sistemi difensivi dei secondi. Da sempre il mondo vegetale ed animale si attiva e si difende contro esseri microscopici quali virus e batteri. E nel mondo dei viventi anche noi uomini costituiamo un ottimo terreno per la vita e la crescita per miliardi di microbi di tutti i tipi.

Ambiente clima e virus respiratori

da "il meteo" una riflessione
da “il meteo” una riflessione

Intanto dopo mesi di diffusione massiva del virus, da maggio, ma soprattutto da giugno il virus ha assunto sempre più una forma latente. I contagi diminuiscono, la malattia sembra arrestarsi e perdere i forza, e i morti da SARS-CoV-2 sono sempre meno. Le stesse terapie intensive, per mesi al collasso, si sono svuotate. Tutto questo era prevedibile. La prudenza nei confronti di un virus nuovo ci ha sempre spinto alla prudenza nel prevedere gli andamenti della malattia. Ma durante l’estate, al di là dei comportamenti e ridotta frquenza degli ambienti chiusi, che diminuiscono le possibilità di contagio, le condizioni climatiche influenzano le attività difensive innate delle mucose respiratorie.

un approfondimento

Mucose e sottomucose respiratorie. l’ambiente interno e le condizioni difensive mutano al mutare delle condizioni climatiche.

Aumenta la temperatura esterna, mutano le condizioni di umidità, e quindi di presenza di molecole acquose, di ioni disciolti, di pulviscolo sospeso. Aumentano gli spostamenti di masse d’aria con cambiamenti delle azioni elettromagnetiche a livello delle cellule delle mucose delle prime vie respiratorie. Il tratto respiratorio cambia il suo ambiente di superficie. In un certo senso è più protetto e meno attaccabile. Il microcircolo della mucosa nasale, orale, faringea, laringea ed anche tracheale è più dilatato, l’attività ossigenante, l’apporto di ioni ferro, la stimolazione dei cicli energetici cellulari aumentano, ed anche la stimolazione dei sistemi difensivi è più attiva. La produzione degli anticorpi di superfice e la stessa temperatura della sottomucosa è più elevata ed in particolare i virus, ma anche alcuni batteri hanno maggiore difficoltà ad attecchire e a aggredire le cellule della superficie respiratoria.  Questo meccanismo da sempre costituisce una delle spiegazioni della ridotta presenza di malattie respiratorie nei luoghi dove si verificano queste condizioni climatiche ed ambientali.

I comportamenti di attenzione personale continuano

Naturalmente il distanziamento, le mascherine, il lavaggio accorto delle mani, e l’attenzione a chi ci circonda è la base per evitare il contagio e di ammalare. Di seguito descriviamo le fasi dela malattia che costituiscono la prima difesa dell’organismo nei confronti del virus.

 

Le fasi della malattia COVID19 (e di tutte le malattie infettive)
Fase 1 – esposizione, incubazione e latenza – Stiamo bene e non abbiamo sintomi, durata 4/14 giorni
Il virus SARS-CoV2, come tutti gli altri virus respiratori, si trovano all’interno delle goccioline di saliva, e da queste si fanno trasportare. Queste goccioline infette entrano nel nostro naso, nella bocca o negli occhi e depositano il virus che trova subito un buon ambiente per riprodursi. Le cellule delle nostre vie respiratorie costituiscono un ambiente molto favorevole per la riproduzione e la moltiplicazione virale. Da un virus a milioni di virus.

COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus
COVID19: fasi di difesa dal Coronavirus

Questo piccolo essere, il più piccolo al mondo, aderisce alla parete delle cellule. Inserisce le sue chiavi (proteine) nelle serrature cellulari, quelle giuste, ed entra all’interno facendosi trasportare. Qui trova le strutture idonee a moltiplicarsi. Moltiplica prima il suo RNA (acido nucleico), che comincia a diffondere all’intero ed all’esterno della cellula. (un periodo di circa 7 giorni). Poi aiutato dalla cellula, produce il suo involucro (proteine) con meccanismi semplici e precisi. Da uno a milioni di nuovi virus. E così di cellula in cellula. Cellule che subisco danni irreparabili e muoiono. Passa il tempo in modo silente e dopo altri  4/7 giorni la diffusione è ampia e le cellule morte ed alterate sono un po’ ovunque. Questa è la fase in cui il tampone è positivo, ed il virus diffonde anche non in presenza di sintomi.

 

COVID19: storia naturale dell'infezione (BIO GROUP MEDICAL SYSTEM S.R.L.)
COVID19: storia naturale dell’infezione (Bio Group Medical System srl)

Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche, durata media dai 4 ai 10 giorni
L’organismo si accorge dell’invasione dei virus e corre ai ripari. Tutti gli esseri viventi possiedono da sempre sistemi sentinella, di allarme, e di attacco. La difesa contro i virus comincia inviando cellule aggressive (linfociti ed altri tipi globuli bianchi) e producendo sostanze di segnalazione e di aggressione al virus (proteine). Si attivano i sistemi della infiammazione, si alza la temperatura corporea (febbre), si attivano i meccanismi di produzione di muco (catarro) e della tosse. Meccanismi difensivi che noi chiamiamo sintomi o malattia ma che altro non sono che iniziali sistemi difensivi (difesa pronta e aspecifica). Tutto questo in attesa delle truppe d’assalto, gli anticorpi. (il tampone per la ricerca del virè positivo e la presenza di anticorpi IgM è ancora negativo)

Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi: dopo una media di 3/6 giorni dall’insorgere della malattia
Sono le prime vere truppe di assalto contro i microbi, compreso il SARS-COV2. Arrivano nei luoghi della aggressione virale ed in tante aree sentinella sparse per tutto il corpo, globuli bianche che producono gli anticorpi M (IgM), ossia armi di contenimento del virus, non molto potenti, ma sicuramente di contrasto. Ed i sintomi della malattia, ossia febbre, infiammazione, tosse ed altri, se il sistema degli anticorpi funziona, cominciano a ridursi. Il virus è frenato, stordito ma ancora presente.       ( il tampone per la ricerca del virus è ancora positivo ed inizia la presenza degli anticorpi IgM)

storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi
storia naturale malattia sintomi e produzione anticorpi

Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus: convalescenza e regressione, dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M ( siamo tra i 14 ed i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi)
Ma la guerra contro il SARS-COV2 non sarebbe vinta se dopo 4/8 giorni di lotta, non venisse in aiuto un ulteriore sistema, ancora più potente, costituito dagli anticorpi IgG. Questo sistema attacca i virus ancora più violentemente ed i virus cominciano a morire, uno sterminio. I sintomi della malattia spariscono. La malattia è vinta. Siamo nella fase di regressione e di convalescenza della malattia.

(il tampone per il virus è generalmente negativo e si nota la presenza degli anticorpi IgM ed IgG.)

Fase 5-resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta per mesi o anni:per SARS-COV2 ancora non si conosce la durata dell’immunità.
Ma c’è di più. L’organismo ha imparato la lezione contro i nuovi nemici. Si è organizzato con un sistema difensivo (anticorpi IgG specifiche e globuli bianchi connessi) che perdura nel tempo. Per la COVID-19, malattia così recente, ricercatori di tutto il mondo cercano di capire il livello e la durata della protezione. Secondo il sistema naturale degli eventi dovrebbe durare anni, ma … tutto è possibile. (il tampone è francamente negativo, si negativizzano gli anticorpi IgM s sono positivi solo gli anticorpi IgG)
Considerazioni per i soggetti in buona salute: questo sistema difensivo, valido ed efficace, protegge gli individui sani, che si mantengono in salute con una vita regolare, una alimentazione idonea, una attività fisica sufficiente e costante. L’alimentazione, lo sport, il riposo, il sonno regolare. Tutti i fattori che rafforzano il nostro sistema difensivo e la produzione di anticorpi.

COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus
COVID19: anticorpi IgM IgG coronavirus

Fase 6- il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte oltre i 21/28 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
Gli individui che hanno carenza o assenza dei sistemi difensivi, cellulari, anticorpali sono destinati ad un peggioramento dei sintomi della malattia. L’infiammazione, la febbre, sostanze proteiche di tutti i tipi diventano aggressive nei confronti degli organi e della loro funzionalità. Quello che prima era un sistema di difesa, si rivolge contro il corpo e lo comincia a distruggere. Ne soffre anche il virus, che però rimane presente ed attivo. Si comincia a bloccare la funzionalità respiratoria, renale, cardiaca, muscolare, neurologica. La malattia avanza, galoppa verso il punto di non ritorno. Il virus ha vinto.
Se la reazione non è particolarmente forte entriamo verso una fase di cronicizzazione, altrimenti i danni dell’organismo sono irreversibili e si va verso la morte, talvolta rapida.

Considerazioni per i soggetti portatori di malattie debilitanti o anziani – soggetti senza difese: da questa breve spiegazione capiamo perché gli anziani, le persone già malate, coloro che hanno scarse difese immunitarie proseguono nella malattia e spesso non ce la fanno. Ci rendiamo conto dell’importanza dei nostri sistemi di difesa. Perché dobbiamo condurre più possibile una vita sana, assumere integratori che potenzino i nostri sistemi. Giusi e corretti senza esagerare. Ci rendiamo finalmente conto il perché dei vaccini, ossia di quei sostituti dei microbi , ma non altrettanto pericolosi , che attivano i nostri sistemi difensivi. In tutti noi ma soprattutto negli anziani e nei portatori di malattie croniche. Vaccinare vuol dire proteggere gli organismi con scarse difese immunitarie.
La lezione del nuovo Coronavirus è chiara per tutti.   

Leggi per ulteriori approfondimenti: da quaderni di epidemiologia; da Univ. Studi Ferrara: infezioni da virus. (testo scientifico);   

 

I tempi e le risposte dei test per la ricerca del virus (tampone) e della ricerca di anticorpi  (test sierologico – rapido). I periodi migliori per eseguire i test.

(fase 1 – esposizione, incubazione e latenza):
– Tampone:                                   risulta negativo
– Test sierologico – rapido:       risulta negativo

COVID19: test IgM IgG
COVID19: test IgM IgG

(Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche)
– Tampone                                     risulta positivo
– Test sierologico – rapido         risulta negativo

(Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi)
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgM) – inizio eventuale IgG

(Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus – convalescenza e regressione) dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M):
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 5: resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta) mesi o anni. Per SARS-CoV2 ancora non si conosce il periodo:
– Tampone                                      risulta negativo
– Test sierologico – rapido          risulta positivo (IgG)

(Fase 6: il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte) oltre i 20 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
– Tampone                                      risulta positivo
– Test sierologico – rapido          risulta negativo (nella cronicizzazione negative o   basse IgG)

Test sierologico COVID19, anticorpi IgM IgG e le fasi di difesa dal Coronavirus. Leggi tutto »

COVID-19 e Aziende #ProntiAripartire

COVID-19 e AZIENDE: UN PROTOCOLLO SANITARIO  studiato per tutte le aziende che vogliono ripartire in sicurezza.

La questione è: chi paga in caso di un contagio COVID-19 nelle aziende? E’ fondamentale tutelare non solo l’ambiente con le regole stabilite dalle autorità, ma tenere il personale tutto sotto controllo sanitario. 

 

TUTELA SANITARIA DELLE AZIENDE E DEI LAVORATORI

rientrare negli ambienti di lavoro  tutelando la propria e l’altrui salute

NON PENSARE SOLO ALL’IGIENE CONTROLLA LO STATO DI SALUTE E LO STATO IMMUNOLOGICO  DEL PERSONALE DURANTE LA PANDEMIA

servizio di consulenza infettivologica                                       PER I MEDICI AZIENDALI E GLI RSPP

 

 

 

 

 

clicca qui per informazioni  protocolli e offerte 

clicca qui per  videoconsulenza infettivologica 

TUTELA SANITARIA IN UFFICIO clicca qui per informazioni protocolli e offerte
TUTELA SANITARIA NEL MONDO DELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA clicca qui per informazioni protocolli e offerte

TUTELA SANITARIA PERSONALE ALBERGHIERO

A TUTELA DELLA TUA CLIENTELA

clicca qui per informazioni protocolli e offerte

TUTELA SANITARIA DEL PERSONALE

RISTORAZIONE ED BAR ED EVENTI

clicca qui per informazioni protocolli e offerte
FISIOTERAPIE E RIABILITAZIONI

LA TUTELA DEI CLIENTI SI RITROVA NELLA TUTELA SANITARIA DEL PERSONALE

clicca qui per informazioni protocolli e offerte

CENTRI ESTETICI E PARRUCCHIERI 

LA TUTELA DEL CLIENTE LA GARANTISCI

TUTELANDO LA SALUTE DEL PERSONALE

clicca qui per informazioni protocolli e offerte
AL MARE

CERTIFICA E TUTELA IL TUO PERSONALE

E GARANTISCI I TUOI CLIENTI 

clicca qui per informazioni protocolli e offerte
          COVID-19 SICUREZZA  DEI LAVORATORI

MINISTERO DELLA SALUTE

 

PROTOCOLLO SANITARIO  studiato per tutte le società sportive ed i circoli e club che vogliono ripartire in sicurezza

 

 

 

COVID-19 e Aziende #ProntiAripartire Leggi tutto »

CORONAVIRUS: test rapido per anticorpi IgM IgG. Una scelta ragionata

Coronavirus – SARS-CoV-2: perché la scelta di inserire il test sierologico diagnostico ( con metodica immunocromatografica) per la ricerca degli anticorpi IgM – IgG  SARS-COV2, all’interno di un CONSULTO INFETTIVOLOGICO accompagnato da test funzionali organici.

I Certificati per viaggiare durante la pandemia COVID-19.  L’applicazione del protocollo #ProntiARipartire VIAGGI INTERNAZIONALI consente al  medico di certificare sia lo stato di salute della persona, che il suo stato immunitario, ossia la presenza di anticorpi IgM e IgG per COVID-19 e al termine viene rilasciata richiesta per effettuare TAMPONE per COVID-19 in urgenza. (informati qui) 

Presso la Clinica del Viaggiatore CESMET scegli di effettuare il tuo TEST COVID.

 

protocollo COVID-19 #ProntiARipartire          con certificato medico di
            stato salute e stato immunologico             (presso la sede CESMET a ROMA)

 

CERTIFICATO MEDICO STATO DI SALUTE E STATO IMMUNITARIO COVID-19

 

protocollo per la tua salute
protocollo per la tua salute
 

 

 

CLICCA QUI se vuoi INFORMAZIONI o vuoi PRENOTARE oppure telefona al numero di centralino 0639030481

se rimani in attesa al telefono clicca qui ed inserisci i tuoi dati sarai richiamato al più presto 

 

protocollo COVID-19  #ProntiARipartire        con auto dichiarazione dati epidemiologici e clinici e valutazione medica in videoconsulto ( a distanza )

Tutte le questioni di COVID-19
.  La malattia; le risposte sul tuo stato di salute; le questioni riguardanti i test. Il medico specialista in malattie infettive è a tua disposizione per fornirti informazioni, spiegazioni e pareri anche sul tuo stato di salute. (in particolare per chi non risiede a Roma).    Ti verranno fornite tutte le spiegazioni e la modalità di attivazione del VIDEOCONSULTO.

CERTIFICATO MEDICO e IMMUNOLOGICO 

 

 

VIDEOCONSULTO
VIDEOCONSULTO
 

 

 

 

PER APPROFONDIRE COSA FARE IN  VIDEOCONSULTO 

 

CLICCA QUI se vuoi INFORMAZIONI o vuoi PRENOTARE

• #ProntiARipartire Speciale Aziende

#ProntiARipartire rappresenta uno strumento agile e sicuro che permette un rientro in azienda rapido e sicuro. L’attenzione del Protocollo è rivolta a tutelare i lavoratori, ossia le persone, messe sotto controllo sanitario, certificando la salute e l’immunità, dei singoli, e continuando a seguire nei mesi il personale.  Questo per rispondere ai nuovi criteri in materia di sicurezza sul lavoro (d.lgs 81/08, Tit X).
A tutela del datore di lavoro, dei lavoratori, dei clienti.

Rivolto agli RSPP ed ai Medici Aziendali.

 

SICUREZZA PERSONALE AZIENDALE
SICUREZZA PERSONALE AZIENDALE
 

 

PER APPROFONDIRE IL PROTOCOLLO AZIENDE

Quale TEST SIEROLOGICO utilizzare e perché !

Perché presso il CESMET Clinica del Viaggiatore si è scelto di utilizzare il test rapido  per identificare gli anticorpi (M e G) di SARS-CoV2, ossia la risposta immunitaria in un         soggetto sano o con pochi sintomi, nel corso della pandemia COVID-19?

Perché abbiamo deciso di utilizzare il “test sierologico rapido” (in immunocromatografia), per fornire a chi è sano o con pochi sintomi, una valutazione, con ottima approssimazione, sulla presenza degli anticorpi contro il virus, ossia il contatto con il virus SARS-CoV-2, in questi 3 mesi di pandemia di COVID-19. PER APPROFONDIRE CLICCA QUI)

il test rapido per coronavirus
il test rapido per coronavirus

Il TEST DIAGNOSTICO per la ricerca di anticorpi IgM / IgG verso SARS- CoV2 è un test rapido immunocromatografico (a flusso laterale), per la rilevazione “qualitativa” degli anticorpi;
SENSIBILITA’ DIAGNOSTICA (media 97,40% = 95,2%-99,2%)
La sensibilità di un esame è la probabilità che un soggetto malato presenti un risultato positivo. ‘ottima sensibilità, allora è basso il rischio di falsi negativi,
SPECIFICITA’ DIAGNOSTICA (media 99,3% = 96,2% – 99,9%)
La specificità di un esame è la probabilità che un soggetto sano presenti un risultato negativo. la capacità di identificare correttamente i soggetti sani, ovvero non affetti dalla malattia. a un’ottima specificità, allora è basso il rischio di falsi positivi,

Il parere del Ministero della Salute

 

 

CORONAVIRUS: test rapido per anticorpi IgM IgG. Una scelta ragionata Leggi tutto »

error: Il contenuto di questo sito è protetto!
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e