La Dengue in Europa non è ancora considerata endemica.
La maggior parte dei casi denunciati sono legati ai viaggi.
I casi autoctoni, da trasmissione locale, attraverso la puntura della zanzara Aedes albopictus, si manifestano nei paesi dell’area mediterranea. Dal 2010, sono stati segnalati casi autoctoni in diversi paesi dell’area mediterranea con un aumento in particolare nel 2023. Tra questi paesi, la Croazia, la Francia, Israele, l’Italia,….
La malattia virale da Dengue è un problema diffuso nella maggior parte dei paesi della fasci tropicale, equatoria, e non solo. I paesi asiatici sono praticamenti tutti coinvolti. Nelle MALDIVE la malattia virale da Dengue è endemica in molte delle isole e degli atolli. Nel 2023 la dengue si è diffusa in modo esponenziale. Oltre 500 casi segnalati all’inizio dell’anno in significativo aumento fino alla fine del 2023 con oltre 4000 casi segnalati e nessun decesso.
L’epidemia è aumentata con la presenza della zanzara vettrice, Ades Aegypti che si è diffusa nelle isole e negli atolli. Il Centre for Community Health and Disease Control (CCHDC), conduce periodicamente operazioni di disinfestazione volta ad eliminare i siti di riproduzione delle zanzare. Ma queste zanzare continuano a riprodursi nella maggior parte delle isole. I casi sono stati segnalati a Male e nelle isole circostanti. Frequenti le pozze d’acqua stagnante, habitat ideale per lo sviluppo delle larve.
Casi di Chikungunja e di Zika
Nel 2023 oltre alla dengue sono stati segnalati casi di virus Chikungunja e di Zika virus, virosi trasmesse dalla stessa zanzara.
Casi di malaria
Nessuna caso di malariaè stato denunciato e la malattia è stata eradicata da diversi anni.
La vaccinazione contro il colera è da molti considerata un optional. Operatori sanitari e centri di vaccinazione per viaggiatori la consigliano senza troppa convinzione. Altri professionisti, legati a ricordi passati di vaccini iniettivi poco efficaci, la sconsigliano. Nonostante questo vaccino per il colera abbia oltre un lustro di vita è ancora poco conosciuto e poco consigliato.
DOVE NEL MONDO
Una breve panoramica sulla presenza del colera nel Mondo. Da oltre un decennio il colera si è rafforzato e si è diffuso in molti paesi della fascia equatoriale e tropicale. I focolai, spesso a macchia di leopardo, del Vibrio Cholerae sono in continuo aumento.
Pensiamo a come il colera si è diffuso in tutta la “fascia sub saheliana” a partire dal grande focolaio yemenita. Questo focolaio per anni ha alimentato il colera nel corno d’Africa, in particolare in Somalia. Da qui è passato e si è diffuso in Kenya, anche nei sobborghi di Nairobi. I campi dei profughi somali in terra Keniota, congolesi lungo il lago Tanganica
DIFFUSIONE DEL COLERA
al confine con la Tanzania. Da sempre nell’area nord della Tanzania, da Arusha ai grandi parchi al lago Vittoria il colera è presente a macchia di leopardo. I focolai si sono diffusi negli ultimi anni in tutta la fascia subsaheliana, rafforzando i focolai già esistenti. Nei territori di Goma o in altre cittadine e villaggi congolesi casi di colera sono sempre stati presenti ma negli ultimi anni una vera epidemia si è manifestata. Per diffondere nuovamente nel cuore dell’Africa equatoriale e lungo le coste dei paesi del Golfo del Leone, dalla Nigeria al Gambia fino ai villaggi del Senegal e alla stessa Dakar. Piccoli focolai che sono cresciuti ed hanno diffuso in particolare nella stagione delle piogge con il fenomeno della fecalizzazione del terreno. In Asia, in America Latina, nei Caraibi stessi focolai, stessa diffusione, stessi problemi. Viaggiando nei paesi dell’area equatoriale e tropicale è buona norma proteggersi dal Vibrione del colera assumendo questo vaccino che protegge anche da altri batteri intestinali piuttosto aggressivi e quindi aiuta per la diarrea tipica di questi viaggi.
IL DUKORAL
Il Dukoral è un vaccino ormai da tanti anni sul mercato ma ancora non ben conosciuto
Il Dukoral è un vaccino orale caratterizzato da una sospensione e polvere effervescente e contiene in 3 ml:
1,25 x 1011 batteri complessivi, appartenenti ai seguenti ceppi:
*Vibrio cholerae O1 Inaba, biotipo classico (inattivato con il calore) 31,25×109 batteri
* Vibrio cholerae O1 Inaba, biotipo El Tor (inattivato con formalina) 31,25×109 batteri
* Vibrio cholerae O1 Ogawa, biotipo classico (inattivato con il calore) 31,25×109 batteri
* Vibrio cholerae O1 Ogawa, biotipo classico (inattivato con formalina) 31,25×109 batteri
* Subunità B ricombinante della tossina colerica (rCTB) 1 mg (prodotta nel V. cholerae O1 Inaba, ceppo 213 del biotipo classico)
Eccipienti: Sodio fosfato monobasico diidrato 2,0 mg, sodio fosfato dibasico diidrato 9,4 mg, sodio cloruro 26 mg, sodio bicarbonato 3600 mg, sodio carbonato anidro 400 mg, saccarina sodica 30 mg, sodio citrato 6 mg Una dose contiene circa 1,1 g di sodio.
Questo vaccino è indicato: (1) nella prevenzione del colera ma in diversi paesi, tra cui il Canada, è registrato anche nella (2) prevenzione della diarrea del viaggiatore. La ricerca e l’esperienza clinica confermano l’azione (3) stimolante le difese immunitarie intestinali. Una triplice azione che lo rendono uno dei migliori vaccini per la protezione dal Vibrio Cholerae; di grande interesse per la copertura di batteri particolarmente pericolosi, quali Escherichia Coli del tipo enterotossigeno ed enteroemorragico. Questi ed altri batteri sono tra le cause più frequenti delle temibili diarree del viaggiatore.
Il colera, malattia gastro intestinale, dove le tossine prodotte agiscono a livello delle cellule dell’epitelio, l’utilizzo del Dukoral, vaccino orale costituito da batteri uccisi e dalla subunità B ricombinante della stessa tossina da loro prodotta, favorisce la risposta immunitaria locale a livello dell’organo intestinale, anticorpi di mucosa, piuttosto che quella sistemica. Difatti l’immunogenicità di Dukoral valutata in adulti e bambini di età superiore ad un anno, sia residenti in zone endemiche sia residente in aree in assenza del batterio, ha indotto la produzione di IgA di mucosa ed anche di IgG dirette contro gli antigeni batterici che la tossina colerica.
LA MALATTIA DEL COLERA(clicca per approfondire) informazioni da OMS Il colera è un’infezione acuta, spesso senza febbre, dell’intestino, facilitata da condizioni igieniche carenti. Nell’80% dei casi l’infezione è asintomatica o di lieve entità. Malessere generale e digestivo, lieve nausea, qualche lieve scarica di diarrea. In una minoranza di persone provoca “diarrea acquosa profusa” dalle caratteristiche acqua di riso, vomito e crampi muscolari. La perdita di liquidi, se non reintegrata, può portare ad un grave stato di disidratazione fino a collasso e morte. In genere in meno dell’1% dei casi. Il vibrione del colera viene ingerito con acqua contaminata, cibi crudi o poco cotti. Il vibrione secerne una tossina che causa secrezione attiva di acqua dalle cellule del colletto della mucosa intestinale. L’ attenzione alle norme igieniche e alimentari, il lavaggio delle mani, l’utilizzo di acqua controllata, meglio in bottiglie chiuse, non solo per bere ma anche per lavare i denti, e le verdure, l’evitare alimenti e bevande quali ghiaccio, insalate, frutta fresca o verdura che non può essere sbucciata o sgusciata, cibi cotti da molto tempo, uova crude comprese creme e maionesi, molluschi crudi, formaggi.
Il vecchio vaccino anticolerico iniettabile, disponibile fino a qualche decennio fa, è stato oramai ritirato dal commercio per l’efficacia protettiva modesta, calcolata tra il 40% ed il 50% e per la breve durata di copertura immunitaria, tra i 3 ed i 6 mesi, oltre che per gli effetti indesiderati locali e sistemici frequenti e importanti.
La diarrea del viaggiatore è una condizione clinica, caratterizzata da tre o più emissioni di feci non formate, pastose o liquide, nell’arco delle 24 ore che si manifesta in breve tempo dalla causa dell’evento, alimenti, acqua, contaminazione oro fecale, ma può comparire in qualsiasi momento, e si protrae per 3-4 giorni. E’ accompagnata da dolore addominale, impellente bisogno di defecare, nausea e crampi e, come detto precedentemente, raramente da febbre. Generalmente è di lieve entità e si autolimita per la risposta veloce del sistema immune. Il colera si manifesta come tante altre infezioni causate da batteri più o meno aggressivi. Per la maggior parte delle cause batteriche praticamente impossibile formulare un vaccino specifico. Ma per l’infezione con il Vibrio Cholerae il vaccino Dukoral manifesta una efficacia fino all’95% in molti degli studi effettuati. Gli anticorpi presenti sulle mucose dell’intestino verso il vibrione e verso la sua tossina costituiscono una difesa efficace all’attacco del batterio. Gli stessi anticorpi sono efficaci anche nei confronti di diversi tipi di enterobatteri, tra cui i temibili Escherichia Coli. La vaccinazione è opportuna non solo quando per viaggiatori con problemi di salute tali da rendere pericoloso e invalidante un eventuale episodio di diarrea ma in tutti i viaggiatori che effettuano un viaggio in paesi a rischio.
La diarrea del viaggiatore non richiede generalmente trattamento medico ma una reidratazione adeguata per mantenere un buon equilibrio idro-elettrolitico. Abbondanti liquidi, una alimentazione semi liquida, qualche granulo di sale grosso, zucchero o bevande zuccherate, possono ridurre gli episodi. Bere molto e mangiare poco, leggero e semi liquido è la prima terapia.
Il farmaco di elezione per la cura del colera e delle diarree da diversi enterobatteri è la doxiciclina 100 mg (bassado 100 mg) che ha una azione antibatterica rapida ed efficace e che piò essere assunto anche in via preventiva in situazioni ed in luoghi a rischio.
La rifaximina (normix), è un antibiotico orale non assorbibile, efficace nelle lievi diarree. Può accompagnare l’utilizzo di Doxiciclina
Tra gli altri farmaci utilizzati un chinolonico quale la ciprofloxacina 500 mg x 2 al dì fino a conclusione dei sintomi, minimo 5 giorni; oppure norfloxacina 400 mg x 2 al dì per 5 giorni). Anche l’azitromicina può costituire una valida alternativa.
L’utilizzo di Dukoral nella diarrea del viaggiatore si fonda sul presupposto che Escherichia coli enterotossigeni producono una tossina termolabile simile strutturalmente, funzionalmente e immunologicamente alla tossina prodotta dal vibrione del colera, con una omologia di aminoacidi di circa l’80%. Dal momento che l’ETEC (Escherichia) rappresenta una buona percentuale dei casi di diarrea del viaggiatore e sono la causa di diarree particolarmente intense, con una efficacia protettiva tra il 70% ed il 90%, questo potrà prevenire in modo efficace una buona parte di diarree di origine batterica. Comunque il vaccino non deve indurre ad un falso senso di sicurezza.
L’Africa è tra i continenti più colpiti dalle malattie a trasmissione da zanzare. Aedes aegypti e Aedes albopictus costituiscono il vettore di trasmissione principale. Tra le arbovirosi più diffuse la Dengue, la Febbre gialla, la Chikungunya, quella da virus O’nyong nyong, la febbre della Valle del Rift e quella da virus Zika.
Nel 2023, nei paesi africani sono stati denunciati da OMS 171.991 casi di Dengue e 753 decessi. Dati ufficiali. La presenza della malattia è molto maggiore.
I casi di Dengue autoctona e la presenza della malattia nei viaggiatori internazionali è stata riscontrata in più di 30 paesi del continente africano.
Sono state segnalate epidemie importanti in 15 dei 47 paesi africani tra cui Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Ciad, …………..
– E’ sintomatica, ovvero utilizza farmaci ad azione sui sintomi prevalenti.
– Il riposo assoluto a letto è essenziale nella fase febbrile, per evitare aggravamenti nella fase di defervescenza dai sintomi.
– Utilizzati antipiretici ed antidolorifici.
– Fondamentale la somministrazione di liquidi per via orale, o in aggravamenti in via infusiva per prevenire i problemi di ipovolemia e shock ed il reintegro degli elettroliti persi.
– In caso di crollo della concentrazione di piastrine, si discute sulla efficacia della trasfusione.
– L’utilizzo di terapia cortisonica non trova conferme nella pratica clinica.
– Non esistono farmaci antivirali specifici per la cura del virus della dengue.
Approfondimenti sulla terapia
In caso di malattia da virus dengue, l’infezione si presenta, in un 30% dei contaminati, con sintomi che vanno dalla “lieve febbre” “allo shock” e “alla morte”.
Nel corso della malattie questi sono le regole di terapia da adottare secondo la corrente pratica clinica e linee dettate dalla esperienza.
E’ il terzo paese africano, dopo Mauritius e Algeria, a raggiungere questo risultato, frutto di decenni di lotta al vettore e campagne informative alla popolazione e ottenuto dimostrando l’interruzione della catena di trasmissione locale dell’infezione almeno negli ultimi 3 anni consecutivi, associata alla capacità di prevenire la ripresa dei contagi.
Capo Verde è quindi un paese “malaria-free”.
L’Africa resta comunque il paese più colpito dall’infezione malarica, raggiungendo il 95% dei casi di tutto il mondo.
Per saperne di più sulla malaria e su come prevenire l’infezione, leggi i nostri approfondimenti.
Muore di malaria cerebrale un giovane di 38 anni in missione di lavoro in Camerun a fine dicembre 2023. Questo lavoratore di una importante azienda di Cremona, la OCRIM, si è recato nel paese africano nel mese di novembre 2023, paese ad alto rischio malarico, senza indicazioni per la protezione dalla puntura delle zanzare, nè un comportameno corretto assumemdo una profilassi farmacologica protettiva adeguata. E’ morto per una violenta forma di malaria cerebrale. L’ennesima morte da malattie esotiche causata dall’imperizia di medici privi di ogni preparazione. Le responsabilità sono sempre prima della partenza, con informazioni confuse ed incerte, ed al rientro con incapacità di gestire l’evento morboso.
I fatti
Questo episodio è avvenuto dopo circa un mese dal rientro del lavoratore dal paese africano. Poco prima di Natale, aveva manifestato per circa una settimana sintomi lievi, scambiati per sindrome influenzale (come al solito), da medici superficiali ed incompetenti. Questi sintomi si sono aggravati in pochi giorni, improvvisamente, e sono esitati in “crisi epilettiche” causate da un focolaio cerebrale malarico, e in poche ore in coma irreversibile. Il decesso è avvenuto dopo un giorno alla fine di dicembre ‘23. Questa è la caratteristica della malaria cerebrale, improvvisa, inaspettata, incontrollabile. Tutti i medici ed il personale sanitario dovrebbero oramai conoscere l’origine e l’evoluzione di questa forma tropicale, ma non è così. La diagnosi tardiva di malaria, e la terapia specifica che segue, in emergenza, non è servita a nulla in questo caso, né è utile nei ritardi di diagnosi. Il processo è quasi sempre irreversibile. Il decesso è ineludibile. E’ opinione comune considerare la malaria uno scherzo, una comune malattia da viaggio, si arriva poi a drammi incomprensibili. Deve essere chiaro a tutti che la malaria non è uno scherzo. Di malaria si muore.
La responsabilità professionale Non si comprende perché, nonostante che il tema “malaria nei viaggiatori” sia affrontato in tutte le salse, alcuni medici curanti di pazienti rientrati dai paesi “a rischio malaria”, con sintomi lievi di tipo simil influenzale, non comincino prima ad escludere la possibile malaria, che può evolvere in pochi giorni in forme gravi, e poi in un secondo momento, ad escludere l’eventuale influenza o altre malattie lievi. Occorre invertire il modo comune di pensare da parte di molti medici e personale sanitario addetto e anche dei pazienti-viaggiatori: “ è solo una influenza; è solo una diarrea; è solo un raffreddamento”; e solo in seguito, quando la malattia è ormai avanzata ci si ricorda che ci sono malattie tipiche dei viaggi che si possono aggravare in poco tempo. La norma da seguire da parte di tutti è la seguente: “prima si esclude l’ipotesi più grave e la possibile insorgenza di malattie tipiche del paese meta del viaggio. Poi, una volta esclusa questa ipotesi, allora si passa a considerare forme più leggere e meno pericolose.
Non tergiversare nel prescrivere la terapia nel dubbio.
Questa è un’altra buona abitudine basata su esperienze di anni di lavoro sul campo, un comportamento medico basato sulla prudenza e sulla consapevolezza del rischio di questa malattia: nell’incertezza di una diagnosi riguardante la “grande ingannatrice, ossia la malaria”, anche in presenza di test di laboratorio negativi, ma con il persistere di sintomi reali e dubbiosi, è meglio sottoporre il paziente che giunge da paesi a forte rischio di malaria da “plasmodio falciparum”, ad una terapia antimalarica “ad iuvantibus”. Ossia sottoporre a terapia antimalarica la persona anche con diagnosi incerta o dubbia, ma con il solo sospetto, allo scopo di evitare peggioramenti pericolosi in caso di presenza del parassita malarico. Meglio attivarsi nell’incertezza che tergiversare dimostrando una incompetenza senza scusanti. Non confidate nelle dignosi di laboratorio ma seguite l’istinto clinico ed il sospetto sui sintomi.
La responsabilità della medicina del lavoro ed i medici aziendali
Descritto il fatto riguardante la morte di un giovane lavoratore che si era recato in un paese a rischio di malaria, vorrei ora affrontare il tema riguardante la “responsabilità medico-legale” dei “medici aziendali”. Responsabilità che riguarda anche il “datore di lavoro”, secondo le leggi vigenti. E’ obbligo di qualsiasi medico aziendale, per evitare danni, malattie infortuni durante una missione all’estero ai lavoratori, ed anche degli RSPP, ossia dei rappresentanti dei lavoratori, per la sicurezza sul lavoro, informare dei rischi reali legati all’ambiente del lavoro e fornire indicazioni preventive corrette. Ossia, il primo dovere del medico aziendale è quello di effettuare una “valutazione dei rischi” del paese, dell’area, dei luoghi e degli ambienti di lavoro, di valutare i reali rischi biologici, ossia delle malattie infettive possibili, e sulla base di queste valutazioni eseguite proporre al lavoratore, in missione all’estero, le corrette pratiche preventive e comportamentali e stilare dei protocolli per evitare i rischi legati alla mansione, al rischio biologico dell’area, ad altri rischi legati alla missione. La “responsabilità dei medici aziendali” riguardante il rischio biologico, ossia il rischio derivato dalla presenza di microbi causa di malattie infettive, presenti nell’area di lavoro, è dettato dal “titolo X della legge 81/08”. E questa è una responsabilità enorme che richiede conoscenza perizia e aggiornamento.
La valutazione reale del rischio, il primo passo per una corretta protezione di chi viaggia.
Il “medico aziendale” ed anche il “personale dei centri di medicina dei viaggi” hanno il dovere di effettuare una valutazione della reale presenza del rischio di malattie nell’ambiente; del loro mutare nel tempo, al variare del clima, della stagione, e della risposta ambientale ai mutamenti climatici. Da queste valutazioni il professionista deve fornire le corrette indicazioni della prevenzione e dei comportamenti da adottare, per evitare l’insorgenza di malattie in corso di missione, di un soggiorno o al rientro da questo.
Medici aziendali
Lo stesso medico aziendale, raccolte le informazioni, anche all’interno della sua azienda, con contatti periodici nei luoghi di riferimento, elabora le indicazioni, compila un protocollo da seguire e fornisce al personale in partenza i giusti consigli delle cose da fare prima del viaggio e dei comportamenti in loco. Il medico aziendale ha anche il dovere di seguire il proprio personale in missione ed essere a conoscenza delle malattie del lavoratore al rientro dalla missione. Tra i suoi compiti quelli di avvisare i medicicuranti o le strutture ospedaliere degli eventuali rischi a cui il lavoratore è stato sottoposto.
I consulenti specialisti al fianco dei medici aziendali e dei curanti.
Il medico aziendale, come spesso capita, non ha la preparazione specialistica per affrontare un compito così impegnativo. La valutazione dei rischi biologici è materia molto specialistica. Per questo motivo è buona norma rivolgersi ed utilizzare consulenti specialisti ed esperti, per fornire un servizio corretto ed evitare di incorrere in responsabilità anche gravi, a cui è legato anche l’RSPP aziendale ed il datore del lavoro. Le leggi che regolano e tutelano la salute del lavoratore all’estero vanno applicate in toto per evitare casi come quello descritto in precedenza, ed evitare di incorrere in gravi responsabilità anche penali.
Questa situazione di conoscenza delle malattie esotiche che insorgono all’estero durante i viaggi, riguarda anche i medici curanti o i clinici di pronto soccorso o ospedalieri che non sono in grado di capire lo stato di salute di una persona appena rientrata da viaggi in aree a rischio. Queste responsabilità riguardano la gestione preventiva e curativa di tante malattie presenti nei luoghi di lavoro e di soggiorno all’estero, a cui tanti viaggiatori sono soggetti.
Queste considerazioni ed indicazioni sono dettate da una esperienza pluridecennale nei cantieri di grandi aziende cominciata nel 1989 in Etiopia e seguitata in tanti paesi africani, gestendo servizi sanitari aziendali negli ambienti più diversi, per poi proseguire fino ai nostri giorni, lavorando a fianco di medici aziendali, come consulente, proprio per applicare al meglio la tutela di coloro che lavorano all’estero. L’esperienza del lavoro all’estero, in ogni tipo di ambiente e di clima, ci insegna che la tutela della salute del viaggiatore comincia dallo studio degli ambienti di lavoro e di soggiorno; dall’attenzione alla reale situazione climatica, stagionale e dei cambiamenti che mutano l’ambiente di mese in mese, con l’insorgenza o la scomparsa delle malattie presenti nel territorio. Il medico aziendale deve pretendere dalla propria azienda una informazione aggiornata dei luoghi di lavoro, sia nelle città che nei cantieri esterni. Deve informare il proprio consulente e insieme aggiornare i protocolli preventivi da indicare a chi parte. Questi sono i veri principi ed i comportamenti dei medici aziendali e dei medici che operano nei centri di medicina per viaggiatori che vogliono tutelare i propri viaggiatori. Applicando le leggi e le giuste regole ed applicando protocolli corretti, si evitano danni, spesso irreversibili, come quello che è accaduto.
L’informazione corretta e una buona formazione abbattono i rischi.
Gli incidenti sul lavoro o i danni in corso di viaggio, applicando le giuste regole ed i protocolli corretti si ridurrebbero o addirittura si eliminerebbero. Tante malattie ed anche i decessi al ritorno da un viaggio, in particolare sul lavoro potrebbero essere evitate con una maggiore attenzione. Imperizia, superficialità ed ignoranza non possono essere più ammessi in una classe medica che ha a sua disposizione dei sistemi di informazione e di comunicazione che prima non esistevano. Le informazioni si trovano rapidamente; i contatti con i consulenti esperti sono molto più semplici di un tempo. Tutti i professionisti e le strutture sanitarie possono essere in contatto tra di loro e possono interloquire in una rete professionale che facilita di trovare soluzioni e supporto al proprio lavoro di clinico e di diagnostica. Per questo motivo dobbiamo pretendere mai più morti di malaria. Questa è una malattia comune in moltissimi paesi del mondo, prevenibile con pratiche semplici da applicare, e curabile con farmaci efficienti se assunti all’inizio della sua diffusione nell’organismo.
Dr. Paolo Meo specialista medicina tropicale
direttore del Cesmet Clinica del Viaggiatore
27 Dicembre 2023- In Argentina nell’anno 2023 sono stati 135.676 i contagi ufficiali diagnosticati clinicamente e confermati con i test di laboratorio; 68 i morti causati dal virus della Dengue; questi i dati al 31 Novembre; ed i casi continuano a crescere nel mese di dicembre. Questi sono i numeri ufficiali forniti dal Ministero della Salute argentino per una epidemia che si è diffusa nella maggior parte delle provincie del paese. Per questo motivo e con questi numeri è stata decretata l’emergenza sanitaria per attuare nei tempi più rapidi tutte le misure necessarie per proteggere popolazione ed ambienti, intervenire con metodi efficaci e rapidi, per evitare la diffusione del virus. Tra Novembre e dicembre 2023 i casi sono in ulteriore aumento.
Fino a metà dell’anno 2023 (maggio/giugno) il virus della dengue circolava soprattutto in 4 regioni argentine, in particolare nella Regione Centrale (Buenos Aires, Città Autonoma di Buenos Aires, Córdoba, Entre Ríos, Santa Fe); nella Regione di Cuyo (San Luis); nella Regione NEA (Corrientes, Formosa, Chaco); e nella Regione NOA (Catamarca,Jujuy, La Rioja, Salta, Santiago del Estero, Tucumán). Nello stesso periodo il Ministero della Salute argentino ha segnalato oltre 1500 casi di Chikungunya, in particolare nelle città di Buenos Aires; CABA; Chaco; Cordova; Correnti; Formosa, Santa Fé e Salta. Da allora l’epidemia di dengue si è estesa alla quasi totalità del territorio del paese. Alcuni casi sono stati registrati anche in Patagonia. Gli studi hanno evidenziato che il 93% dei casi è autoctono, ossia si è manifestato in persone che non avevano viaggiato in paesi endemici. I rapporti si sono modificati in meno di 2 anni. La malattia, causata da uno dei 4 tipi di virus, il più pericoloso il tipo 3, viene trasmessa attraverso dalla puntura della zanzara Aedes aegypti. Il sintomo dominante, insieme alla febbre molto alta, i dolori muscolari e articolari.
Dal 2022 ma in particolare in questo ultimo anno le infezioni ed i casi di dengue si sono manifestati e si sono trasmessi durante tutto l’anno, senza interruzioni durante i mesi più freddi. E questo è l’indice che sia la zanzara che anche il virus al suo interno rimangono attivi ed in grado di diffondere in tutti i mesi dell’anno. Segno di un cambiamento del clima, delle stagioni e dello stesso ambiente. L’Argentina, come i paesi europei, in particolare quelli del Mediterraneo. manifestano il cambiamento del clima e delle stagioni, che favorisce la diffusione di insetti vettori e di malattie a questi collegati.
Oltre all’attenzione alla puntura delle zanzare, in Argentina sta diventando importante l’utilizzo del vaccino contro la dengue che copre sia coloro che hanno avuto la malattia che chi non la ha avuta. (Qdenga vaccino della Takeda)
SIGARETTE ELETRONICHE. RISCHI REALI PER LA SALUTE.
Aumentano i lavori scientici che dimostrano gli effetti negativi del fumo e dei vapori riscaldati, generati dalle sigarette elettroniche.
OMS lancia l’allarme in tutto il mondo.
La diffusione delle sigarette elettroniche è sempre più evidente. L’idea e la convinzione della innocuità di questo modo di fumare è sempre più diffusa. In particolare tra i giovani ed i giovanissimi la moda diffonde senza limite. Ma contemporaneamente aumentano i lavori scientifici di molti centri di ricerca specializzati, americani, inglesi e di molti altri paesi, che evidenziano la pericolosità di questo modo di fumare. Nonostante le indicazioni dei ricercatori, da anni esiste una propaganda che pone questo modo di fumare come soluzione alternativa ai danni dalle sigarette “tradizionali”. Non solo la falsa idea di innocuità e di assenza di rischio per la salute ha indotto un numero sempre maggiore di persone a utilizzare questo metodo di fumare, ma l’industria del fumo, basandosi su questi falsi miti, continua a promuovere questo “vizio” nei giovanissimi, facendolo diventare moda e segno di maturità anche nei più piccoli.
Come si pone l’Organizzazione mondiale della Sanità sull’argomento?
Proprio in questi giorni di dicembre 2023 l’OMS, attraverso una dura presa di posizione del direttore generale, ha in modo perentorio affermato che “le sigarette elettroniche sono dei veri e propri prodotti dannosi e pericolosi”. Il dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, ha accusato le “industrie del tabacco di svolgere una attività criminosa e di arricchirsi, fomentando un vero e proprio vizio che distrugge la salute delle persone”.
Il messaggio che è stato fatto passare e che continua a circolare, da parte delle industri del tabacco, nelle opinioni pubbliche in tutto in mondo sostiene che: “le sigarette elettroniche non producono alcun effetto negativo sulla salute”. Purtroppo, non è così. Sempre più studi mettono in evidenza che “le sigarette elettroniche, contenenti basse dosi di nicotina, creano una forte dipendenza e sono dannose per la salute”. Ancora occorre valutare che “seppur gli effetti sulla salute a lungo termine non sono pienamente compresi, è certo che questi prodotti generano sostanze tossiche, che hanno dimostrato senza ombra di dubbio, di causare diversi tipi di tumore e di aumentare il rischio di disturbi cardiocircolatori e polmonari”. E questi effetti sono evidenziati soprattutto nei soggetti giovanissimi e nei giovani adulti che hanno una sensibilità maggiore e che utilizzano questo modo di fumare senza limiti.
Cosa chiede l’OMS?
L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, afferma e chiede a tutti i suoi stati membri “l’introduzione di restrizioni tramite leggi che arginino la diffusione delle e-cig, soprattutto tra i giovani e giovanissimi perché considerati prodotti molto dannosi per la salute.” Questo tipo di sigarette elettroniche in:
– 34 paesi sono vietate;
– in 88 paesi non viene indicata una età minima entro la quale poterle acquistare;
– in 74 paesi non esiste alcuna restrizione all’uso di questo tipo di fumo;
Partendo da questi dati e dai risultati dei lavori dei ricercatori internazionali il dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus continua dicendo che “è cosa vergognosa che i bambini, anche sotto gli 8 anni, vengano coinvolti e irretiti sin da tenera età all’utilizzo delle sigarette elettroniche e che questi giovani individui diventino dipendenti dalla nicotina”. E ancora il direttore esorta, come medico e come direttore generale dell’OMS tutti i paesi ad attuare “misure rigorose per impedirne il consumo e proteggere i propri cittadini, in particolare i bambini e i giovani”.
Mentre l’opinione pubblica di tutto il mondo, seguendo una disinformazione pilotata, assolve questo modo di fumare, definendolo sicuro, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), valutati lavori di ricerca in continuo sviluppo, prende una posizione nettissima sulla diffusione di questo tipo di sigarette e accusa l’industria del tabacco, di “trarre profitto contribuendo alla distruzione della salute”.
Quali ricerche supportano la presa di posizione dell’OMS?
Esperti ricercatori dell’OMS affermano che “le sigarette elettroniche contenenti anche basse dosi di nicotina creano una forte dipendenza e sono dannose per la salute”. Diverse ricerche in tutto il mondo hanno dimostrato una serie di rischi per la salute derivate dall’utilizzo delle sigarette elettroniche.
(1) Università del Minnesota, in USA, studi dal 2018 hanno dimostrato che “i vapori delle e-cig contengono tre sostanze tossiche che catalizzano reazioni biologiche che aumentano esponenzialmente rischio di sviluppare tumori”. Le sostanze messe sotto accusa sono: la formaldeide, l’acroleina e il metilgliossale. Queste molecole si legano al DNA delle cellule dell’organismo innescando una serie di mutazioni genetiche potenzialmente cancerose. Questi processi avvengono soprattutto nelle cellule del cavo orale.
(2) Università di New York, dopo anni di studio il lavoro “Exhalation of alternative tobacco product aerosols differs from cigarette smoke—and may lead to alternative health risks”, evidenzia che “il fumo ed i vapori riscaldati, generati dalle sigarette elettroniche, aumentano il rischio di infiammazione delle alte vie respiratorie, favoriscono l’insorgenza del cancro al naso, alla gola e ai seni paranasali”. Queste lesioni vengono provocate dall’esposizione ai vapori caldi esalati ed alle sostanze assorbite in una condizione favorevole all’assorbimento.“L’utilizzo prolungato di questo modo di fumare è considerato peggiore dell’utilizzo delle sigarette classiche.”
(3) diversi studi, in diversi centri di ricerca nel mondo, “evidenziano che le sostanze, descritte in precedenza, emesse dalle sigarette elettroniche, influenzano il normale sviluppo del cervello e inducono disturbi anche gravi dell’apprendimento soprattutto nei giovani”. (4) gravidanza: evidenziati danni per il feto. Difatti l’esposizione del feto a questi vapori ne può influenzare negativamente lo sviluppo sia della parte neurologica che tissutale.
(5) Università della California Meridionale ha rilevato che “lo svapo” da sigarette elettroniche come “il fumo di sigaretta tradizionale è associato ad una alterazione genica mitocondriale, dentro le cellule, con interferenze sia nei processi immunitari che nella risposta infiammatoria. Quindi una azione negativa sul sistema immunitarioed una facilitazione all’insorgenza dell’infiammazione durante le malattie.
(6) Il “Karolinska Institute di Stoccolma”, centro di ricerca molto autorevole, ha evidenziato come “lo svapo” da sigaretta elettronica “contenente nicotina, aumenta in breve tempo la formazione di coaguli di sangue oltre ad alterare l’elasticità dei vasi sanguigni, accelerare il battito cardiaco e aumentare la pressione circolatoria”….. “e queste sono condizioni che nel tempo aumentano la probabilità di malattie cardiovascolari, come ictus e infarto del miocardio”.
Una domanda; una considerazione;
Questi studi e tanti altri eseguiti nel mondo; le raccomandazioni dell’OMS, al massimo livello; gli sforzi comuni di smitizzare le tante notizie false e tendenziose; tutto questo basterà a sensibilizzare le opinioni pubbliche sulla pericolosità di questo tipo di fumo, assolto in modo sconsiderato dalla sensibilità corrente e dalla moda imperante!? Gli imensi interessi economici superano di gran lunga l’interesse a proteggere la nostra salute. Il problema non sono gli adulti che decidono autonomamente per la propria salute, ma il comportamento di milioni di ragazzi in tutto il mondo che vedono, nella sigaretta elettronica, un modo di crescere più velocemente e di lasciare il “vizio del fumo classico”.
OLIFE un estratto a freddo dalle foglie di olivo di centinaia di molecole attive farmacologicamente.
OLIVUM® è l’ estratto brevettato dalla parte nobile dell’albero di olivo ovvero dalle FOGLIE.
OLIVO L’ALBERO DELLA SALUTE
OLIVUM® è composto da 260 molecole farmacologicamente attive. Una azione medicinale, benefica, studiata oramai nei migliori centri di ricerca.
Le 5 principali molecole biochimicamente attive sono: Oleuropeina, Idrossitirosolo, Tirosolo, Acido Elenolico, Rutina.
OLIVUM® è Iscritto al Registro Ufficiale degli Integratori Alimentari Ministero Salute (Codice 51072 51074)
L’infuso derivante dall’estrazione dalle foglie di olivo denominato “OLIFE” è costituito dal: 93% Olivum® e dal 7% di estratto di Calendula Officinalis;
OLIFE prodotto in:
– bottiglia OLIFE da 1 litro; per il supporto alle tue terapie, per il mantenimento del tuo buono stato di salute, per tutti gli
utilizzi indicati dal medico.
– flaconcini OLIFE da 15 ml (portatile); una dose di olife da portare in borsa o in tasca con te, durante la
gionata, ed assumere agll’orario previsto.
– bustine OLIFE da 5 gr. (portatile da viaggio) la dose OLIFE pensata e realizzata per i tuoi viaggi. In viaggio mantieni la tua salute e la tua energia prendendo 1 o 2 bustina a colazione e a cena. – orosolubile bustine da 4,5 gr (portatile) – gel agli agrumi bustine da 35 ml (portatile)
PER ORDINARE I PRODOTTI : chiama il numero 06 39030481, oppure scrivi a prevenzionesalute@clinicadelviaggiatore.com
Il dr. Meo rimane a tua disposizione per qualsiasi quesito, dubbio, informazione sull’utilizzo dei prodotti.
CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO: OLIFE è un prodotto, derivato da estratti a freddo di foglie di olivo ossia “OLIVUM”, le cui molecole attive, i flavinoidi, hanno capacità:
antiossidanti,
immunostimolanti,
energizzanti,
induttrici del metabolismo glicemico e lipidico,
cardiotoniche,
antisettiche batteriche e virali. Queste proprietà sono dimostrate da molti lavori di ricerca ed approvate dal Ministero della salute. TIROSOLO e IDROSSITIROSOLO, RUTINA e OLEUROPEINA, queste le molecole più attive delle oltre 200 molecole presenti.
Questo il supporto ed un aiuto molecolare, biochimico, che fornisce le seguenti azioni:
– Protettivo cellulare dell’organismo ( azione antiossidante contro radicali liberi)
Difende e protegge le cellule di tutti gli organi dall’ossidazione generata dai radicali liberi. Protegge le cellule dall’invecchiamento indotto.
– Stimolatore e riequilibrante immunità (protettivo e curativo malattie)
Difende e protegge e stimola le cellule linfocitarie di tipo T e di tipo B. Facilità la formazione di anticorpi specifici.
– Equilibrante la pressione arteriosa (normalizza la pressione alta)
Agisce sulla muscolatura liscia e sulle terminazioni nervose della microcircolazione inducendo una vasodilatazione e facilitando la diminuzione della pressione arteriosa, e aiutando l’ossigenazione dei tessuti. Questo processo facilita la distruzione dei radicali liberi.
– Aiuta la circolazione e fluidifica il sangue
Agisce direttamente sulle cellule endoteliali del sistema vascolare, aiuta la vasodilatazione con un vantaggio a tutti gli organi irrorati, agisce direttamente sui processi di fluidificazione.
–Equilibra il metabolismo zuccheri (anti diabete)
Le molecole presenti in OLIVUM hanno una azione stimolante la formazione insulinica del pancreas, e l’assorbimento degli zuccheri da parte delle cellule epatiche. Agisce direttamente sulle cellule endoteliali del sistema vascolare, aiuta la vasodilatazione con un vantaggio a tutti gli organi irrorati, agisce direttamente sui processi di fluidificazione.
–Equilibra il metabolismo colesterolo e grassi (anti trombosi sangue)
Le molecole presenti in OLIVUM hanno una azione sul metabolismo endogeno dei grassi. In particolare colesterolo e trigliceridi.
– Aiuta diuresi e stimola reazioni fegato
Con la sua azione sulla microcircolazione capillare e quindi sul glomerulo della corticale del rene agisce direttamente aiutando l’aumento del flusso sanguigno e del conseguente aumento della diuresi.
L’azione vascolare intraepatica e l’aumento della ossigenazione e l’azione diretta delle molecole di tirosina e triiodotironina sulle cellule epatiche, facilita e processi di catabolismo delle sostanze di scarto.
– Azione rigenerante e antiinfiammatoria delle fibre nervose
L’azione farmacologica antinfiammatoria ed anche rigenerante delle cellule del sistema nervoso crea un beneficio sui processi nevritici, soè infiammatori della sostanza grigia e degli assoni.
– L’azione antisettica e disinfettante
è provata da ricerche condotte in diversi ambienti universitari ma anche dalla pratica quotidiana. Basti pensare che nell’era “pre-chimica” veniva utilizzato negli ospedali militari per sterilizzare i ferri chirurgici.
Questa la sintesi delle azioni di OLIFE. Azione di supporto e non sostituiva delle terapie farmacologiche indicate per le cure delle diverse malattie.
Prevenire malattie e stati di malessere del nostro organismo. La maggior parte delle piante ci forniscono principi attivi con cui riusciamo a prevenire malattie, a mantenere un buono stato di salute, e anche a curare molte forme morbose. La attuale farmacologia ha le sue radici e continua ad alimentarsi dallo studio dei principi e delle molecole attivo delle piante, delle muffe, dei funghi. Gli studi su nuovi farmaci e nuove molecole traggono i loro spunti dall’esame di migliaia di molecole naturali ritrovate in natura.
CURARSI CON LE PIANTE
Questi prodotti sono stati testati per il loro utilizzo dal dr. Paolo Meo su viaggiatori o su pazienti, integrando le cure specifiche. Puoi chiedere informazioni per l’utilizzo dei prodotti. scrivi i tuoi dati e poni la domanda. puoi anche richiedere una video consulenza.
OLIO DI NEEM (la formulazione per l’uomo:lo spray NOZETA – una formulazione potente e profumata per i tuoi viaggi … e non solo
il principio attivo AZADIRACHTA INDICA l’albero indiano preventivo e curativo
– REPELLENTE e LENITIVO per le punture delle zanzare;
– ANTISETTICO – DISINFETTANTE contro batteri, virus e miceti;
– ANTIPARASSITARIO per pidocchi, scabbia, e piccoli parassiti cutanei; – anti USTIONE, anti ERITEMA SOLARE
PER ORDINARE I PRODOTTI : scrivi a seg.cesmet@gmail.com
Il dr. Meo rimane a tua disposizione per qualsiasi quesito, dubbio, informazione sull’utilizzo dei prodotti.
Test tubercolina-Mantoux o IGRA per la diagnosi di tubercolosi. Questi i test di screening per giungere a fare una diagnosi di tubercolosi latente o attiva.
INFORMAZIONI
Il “test alla tubercolina” è conosciuto anche come “ Derivato proteico purificato PPD” o “Test Mantoux” o “Test per l’infezione della tubercolosi latente TST” viene anche indicato come Test di screening per la TBC.
DOVE FARE IL TST TEST O TEST MANTOUX Se hai bisogno di un test per la TBC, ovvero la MANTOUX oppure dell’esame QUANTIFERON o test IGRA puoi effettuare il test TST o mantoux test presso il centro medico specializzato in malattie infettive e tropicali Cesmet-Clinica del Viaggiatore. I referti e le certificazioni attestanti il risultato del test sono quindi riconosciute ufficialmente per concorsi, istituzioni universitarie e altre richieste ufficiali. Puoi richiedere informazioni o prenotare cliccando qui e lasciando i tuoi dati, specificando il motivo della richiesta del test oppure puoi scrivere a seg.cesmet@gmail.
PERCHE’ E QUANDO FARE IL TEST
Se vuoi escludere o verificare la presenza del Mycobacterium tubercolosis nel tuo organismo è necessario effettuare Il test di screening per la TBC attiva o latente.
Il test di screening è richiesto per dimostrare la negatività al batterio in caso di concorsi pubblici; iscrizioni a facoltà di scienze mediche e biologiche; lavori in ambienti con persone deboli o a rischio. E’ utile anche prima e dopo i viaggi internazionali in ambienti e paesi considerati a rischio di Tubercolosi.
Il test di screening è indicato in caso di esposizione alla TBC; in caso di sintomi specifici o in presenza di fattori di rischio per una TBC attiva.
Quindi è utile per le persone a rischio insorgenza di tubercolosi per la loro situazione di salute o che sono a rischio nel caso di contatto con il batterio.
Tra queste persone:
• chi presenta il sistema immunitario compromesso, come coloro che sono positivi o sono affetti conclamati da AIDS, che quindi sono maggiormente aggredibili dalla TBC;
• chi si trova in condizioni abitative ritenute a rischio, come coloro che vivono nei rifugi per senzatetto, campi profughi, case di cura, scuole e istituti penitenziari;
• chi manifesta sintomi sospetti di TBC;
• chi proviene o che comunque abbia abitato per un certo periodo in paesi nei quali la TBC è endemica;
• chi fa uso di droghe da iniezione;
COME EFFETTUARE IL TEST
Per il test cutaneo alla tubercolina viene iniettata sulla parte volare dell’avambraccio (parte flessoria) una minima quantità di un derivato
TEST CUTANEO ALLA TUBERCOLINA
proteico purificato (PPD) in soluzione (1 ml). Questa viene iniettata in sede sottocutanea e non richiede alcuna preparazione particolare.
CARATTERISTICHE DELL’ESAME
Il test cutaneo della tubercolina, chiamato anche “Mantoux test”, evidenzia e dimostra la presenza del M.Tuberculosis nell’organismo, ma non discrimina tra malattia attiva e forma latente.
Per poter effettuare con certezza una diagnosi di “tubercolosi attiva”, oltre alla positività del test, occorre una valutazione clinica basata su sintomi specifici ed è necessario effettuare ulteriori test diagnostico come la cultura del Mycobacterium e radiografie seriate.
CARATTERISTICHE MICROBIOLOGICHE
Il micobatterio tubercolare venuto a contatto con l’organismo, in particolare con le mucose respiratorie, può causare una infezione inattiva (latente) con il permanere in modo silente all’interno dei linfociti infettati; oppure può causare una infezione attiva e progressiva con il Mycobacterium in riproduzione attiva intracellulare.
La risposta immunitaria cellulare di circa il 90% delle persone infettate dal Mycobatterio controlla la crescita e la riproduzione batterica all’interno dell’organismo e limita l’infezione a poche cellule linfocitarie. I batteri sono sequestrati e inattivati in queste cellule ma rimangono comunque vitali. Pertanto le persone infettate non presentano sintomi della malattie pur essendo portatori di una infezione latente.
L’infezione latente e asintomatica può durare anni, dal primo contatto, senza manifestarsi. In caso di abbassamento delle difese o mal fun
REAZIONE LINFOCITARIA
zionamento del sistema immunitario, immunodeficienza, il Mycobacterium può riprendere la sua crescita con la ripresa della malattia attiva e crescita e invasione dei batteri all’interno del sistema istiocitario (linfonodi – linfociti – sistema linfatico).
La “TBC attiva” causa malessere e sintomi sfumati o evidenti nel paziente. In caso di attivazione e rivitalizzazione dei batteri la TBC può essere trasmessa attraverso le secrezioni respiratorie, l’espettorato, l’aerosol rilasciato tossendo, starnutendo, parlando o respirando.
Nel caso in cui esista il rischio che il primo test cutaneo fornisca una reazione falsamente negativa, è possibile eseguire un secondo test cutaneo che stimoli il sistema immunitario ulteriormente fornendo quindi un risultato positivo.
Il test cutaneo della tubercolina non deve essere effettuato nuovamente nel caso in cui una persona abbia già avuto un risultato positivo per tale test. Una volta riscontrato un risultato positivo, il test fornirà sempre lo stesso risultato ma la reazione cutanea alla tubercolina potrebbe diventare maggiormente aggressiva.
METODO DI EFFETTUAZIONE DEL TEST
Non si effettuano prelievi di sangue venoso ma si inietta un ml di soluzione contenente un derivato proteico purificato (PPD) dell’antigene di M. tuberculosis. Si disinfetta l’avambraccio con l’alcol e con una siringa da insulina da 1 ml (ago fine), si inietta una piccola quantità di PPD nel sottocutanea. il liquido iniettato forma una bolla nella sede di iniezione. E ‘ opportuno lasciare il luogo di inoculo scoperto, senza bagnarlo o insaponarlo er 48 o 72 ore. Quindi si verificherà la presenza di una reazione cutanea.
Il test cutaneo, seppur negativo, può provocare un lieve fastidio o dolore nella sede di iniezione.
Non si inietta il batterio vivo magari attenuato, sottocute. Il test cutaneo alla tubercolina o Mantoux test misura la risposta del sistema immunitario ad un antigene / proteina derivato dal batterio tramite una reazione cutanea superficiale.
REAZIONE INFIAMMATORIA
RISULTATI DEL TEST
L’ infezione provocata sviluppa una “reazione cutanea” caratterizzata da un ponfo rosso e gonfio di diverse dimensioni e con diversi gradi di fastidio, prurito o dolore. La reazione è data dalla sensibilità del sistema alla azione della proteina tubercolare. La reazione delle cellule linfocitarie sensibilizzate, in presenza di batterio, provoca l’attivazione della risposta infiammatoria, con produzione di Istamina, attivazione della cascata del complemento e rilascio di una serie di citochine che provocano la reazione tubercolare. L’assenza di risposta dimostra l’assenza del Mycobacterium dall’organismo.
Per l’interpretazione del test cutaneo della tubercolina, occorre valutare la reazione infiammatorio nell’area dell’iniezione dopo 48 / 72 ore. Nel caso in cui vi sia una reazione infiammatoria più o meno evidente, (test positivo), si valuta la dimensione del ponfo rosso, evidenza della reazione infiammatoria, in corrispondenza della sede dell’iniezione la cui misura (diametro) quantifica la risposta e quindi il contatto con il micobatterio della tubercolosi. La misura del ponfo, la sensibilità all’infiammazione e la caratteristica della lesione determinata dalla proteina iniettata, varia in base allo stato di presenza del batterio, lo stato di salute e all’età del soggetto al quale viene effettuato l’esame.
E’ da considerare che, nonostante un’infezione tubercolare in atto, nei bambini, nelle persone anziane e nei soggetti immunocompromessi, la reazione può essere minore del normale o addirittura assente.
QUALI E QUANTI TIPI di screening alla Tubercolosi esistono?
Lo screening della TBC può essere effettuato:
(1) con il test cutaneo della tubercolina
(2) con il test di rilascio dell’interferone gamma (IGRA)
(Clicca qui per approfondimenti)
TEST IGRA o QUANTIFERON
Oltre al test cutaneo Mantoux è possibile effettuare Il test IGRA. Questo test misura nel sangue venoso il rilascio della proteina “interferon gamma” da parte dei linfociti presenti in un campione di sangue al quale viene aggiunto uno specifico antigene tubercolare. (Per approfondire clicca qui)
Se vuoi informazioni o prenotare il test IGRA telefona al numero della segreteria+390639030481 oppure lascia i tuoi dati cliccando qui.
Cosa significa il risultato del test?
Se i test cutanei o quelli IGRA forniscono un risultato positivo è verosimile che la persona sia entrata in contatto con il M. tuberculosis che ha infettato l’individuo e questa infezione può essere latente o attiva. Se il medico sospetta una infezione attiva, allora occorre effettuare una radiografia toracica e ad un test colturale per confermare il sospetto diagnostico.
Se il risultato del test è negativo è verosimile che il paziente non abbia la TBC, anche se questa non può mai essere esclusa definitivamente. Il sistema immunitario cellulare linfocitario del paziente potrebbe non rispondere all’antigene o potrebbe ancora non aver completamente risposto agli stimoli batterici. Sono infatti necessarie circa 6 settimane dal primo contatto con il micobatterio perché il test fornisca risultati positivi. Nel caso in cui i test di screening forniscano risultati negativi ma il sospetto clinico rimanga, il medico può richiedere l’esecuzione di un nuovo test cutaneo o IGRA dopo un tempo di attesa congruo.
Talvolta i pazienti infettati con altre specie di micobatteri, come il Mycobatterium kansasii, possono fornire risultati falsamente positivi. Pertanto, i test positivi devono essere sempre seguiti da ulteriori esami di conferma, come la radiografia toracica, per ricercare segni di TBC attiva. Possono essere eseguiti anche test per la diagnosi microbiologica della TBC, inclusi gli strisci, gli esami colturali e i test di sensibilità, al fine di confermare la diagnosi e verificare la sensibilità ai farmaci del M. tuberculosis responsabile dell’infezione.
RISPOSTA DEL TEST DOPO LA VACCINAZIONE
Le persone che sono state vaccinate con il vaccino antitubercolare BCG (bacillo di Calmette e Guérin) generalmente forniscono risultati positivi al test cutaneo. Il test IGRA invece non è influenzato dal vaccino.
RISPOSTE DEL TEST A SITUAZIONI PARTICOLARI
Inoltre una persona può non rispondere correttamente al test cutaneo (nonostante abbia avuto un’esposizione alla TBC) nel caso in cui abbia avuto un’infezione virale recente, gli sia stato somministrato un vaccino vivo-attenuato (come quello del morbillo, parotite, varicella o influenza), abbia un’altra infezione batterica sopprimente la TBC o stia assumendo farmaci immunosoppressivi come i corticosteroidi.
In genere, dopo aver ricevuto un vaccino con virus attenuati, è necessario aspettare circa 4 settimane prima di sottoporsi al test di cutaneo.
TEST DI SCREENING E GRAVIDANZA
E’ possibile effettuare il test di screening in gravidanza previa valutazione medica. La TBC può essere trasmessa dalla madre al feto pertanto, nel caso in cui la madre sia a rischio, può essere richiesto di effettuare un test cutaneo o IGRA. Entrambi i test sono infatti considerati sicuri durante la gravidanza.