Paolo Meo - MioDottore.it

Ultim’ora

Malarone

Malarone: un farmaco preventivo sempre meno efficace.
Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet” prenota consulenze per informazioni sulla prevenzione per la malaria; assistenza durante il viaggio con l’assicurazioneTHCARD; al rientro esami di laboratorio specialistici e visite tropicali. Chiama 0639030481 o scrivi ad ambulatorio@ cesmet.com

“Atovaquone-Proguanile” (Malarone): il farmaco è sul mercato da oltre 30 anni. Da oltre un decennio la sua efficacia continua a diminuire per effetto dell’aumento della resistenza dei plasmodi al farmaco.  I paesi del Sud Est Asiatico e del così detto “triangolo d’oro – Thailandya, Laos, Mianmar” sono stati i primi dove si è manifestata ed è cresciuta questo tipo di resistenza. In queste aree da anni è stata data l’indicazione di utilizzare la Doxiciclina 100 mg. L’aumento della resistenza del parassita malarico a queste molecole è stato evidenziato anche in molti paesi Africani e Latino Americani. Questo aumento della resistenza dei parassiti nei confronti di Atovaquone ha imposto di evitare l’utilizzo del farmaco in terapia. Difatti per curare la malaria da anni Malarone è stato sostituito dai farmaci in combinazione, a base di Artemisia, principio ancora particolarmente attivo sui Plasmodi. E se i parassiti sono fortemente resistenti da non poter essere utilizzata questa molecola, anche nella prevenzione spesso si è dimostrata fallace. E questa resistenza si continua a diffondere ed aumentare in molte aree della fascia equatoriale ed intertropicale. E questo è dimostrato dalla pratica clinica. Sempre più casi di malaria si manifestano in corso di assunzione del farmaco in chemio profilassi.
ll farmaco è generalmente ben tollerato anche se diverse persone si lamentano per effetti avversi.  Per questo motivo, al momento della prescrizione del Malarone da utilizzare in profilassi, alcuni viaggiatori si lamentano dei potenziali effetti deleteri di questo farmaco, sul proprio metabolismo ed in particolare sul “povero fegato”. Invece nella prevenzione della malaria è vero il contrario: se un viaggiatore ammala di malaria i problemi per il “povero fegato” saranno reali e seri. Le necrosi puntiformi delle cellule epatiche sono tipiche della malattia. La tossicità sul fegato da Malarone alle dosi preventive e terapeutiche è assente. Il farmaco è stato messo in commercio dopo anni di ricerche sulla sua sicurezza. I disturbi maggiormente accusati dai viaggiatori possono essere: fastidio e pesantezza allo stomaco, vomito, febbre, cefalea, lieve insonnia, tosse, rari i casi di caduta dei capelli.

Controindicazioni

Quando non dev’essere usato Malarone

Intanto possiamo affermare che il malarone è sempre meno attivo e quindi è bene non utilizzarlo per questo motivo.
In caso di allergia all’atovaquone, al proguanile cloridrato o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale.
In caso di malattia renale ed epatica grave.
Il malarone è controindicato nei pazienti con intolleranza al farmaco e con insufficienza renale.
Se ne sconsiglia ancora l’uso in gravidanza, anche se dati certi riguardo un’eventuale teratogenicità del feto non sono mai stati forniti. Per quanto riguarda invece l’intervallo di tempo da far intercorrere tra la sospensione del farmaco e il concepimento di un figlio si ritiene, in una stima molto prudenziale, che un mese sia più che sufficiente. Pertanto dopo un viaggio in territorio tropicale sono sufficienti anche alcune settimane dalla fine dell’assunzione di malarone per rimanere incinte senza preoccupazioni. E se si è preso il farmaco, rimanendo incinta durante l’assunzione, non bisogna pensare al peggio perché i dati ci dicono che non  ci sono effetti negativi sul feto in questi casi. E’ bene non assumere il farmaco in corso di allattamento per bambini di peso inferiore ai cinque chilogrammi.

Continua ad essere utilizzato e prescritto, soprattutto per profilassi e meno per cura, ma, essendo fortemente ridotta l’efficacia del farmaco, se dopo un viaggio compaiono sintomi sospetti, malessere, stanchezza, pesantezza di testa, e magari febbre e brividi, non esitate a chiedere immediatamente un test per la malaria ed una visita specialistica.

Come utilizzare Malarone nella profilassi della malaria

Se utilizzato il Malarone va assunto a stomaco pieno, o dopo aver bevuto latte, per facilitarne l’assorbimento, alla dose di una compressa al giorno, da un giorno prima della partenza, per tutta la durata del soggiorno, e fino a sette giorni dal ritorno dalla zona a rischio malarico. Sempre alla stessa ora del giorno.

La dose pediatrica da somministrare ai bambini è rappresentata nella seguente tabella:

Dosaggio Giornaliero
Peso Corporeo Atovaquone (mg) Proguanile (mg) N° di compresse
11-20 62.5 25 1 cpr di Malarone Bambini
21-30 125 50 2 cpr di Malarone Bambini
31-40 187.5 75 3 cpr di Malarone Bambini
> 40 250 100 I soggetti di peso superiore ai 40 kg devono assumere 1 cpr al giorno di Malarone 250/100 mg

Il “Malarone Pediatrico” è costituito da compresse nelle quali l’Atovaquone è contenuto alla dose di

Effetti Indesiderati

Quali sono gli effetti collaterali di Malarone

Come tutti i medicinali anche questo medicinale può causare in alcune persone effetti indesiderati.

Effetti indesiderati molto comuni

Cefalea, vertigini, nausea e vomito, disturbi allo stomaco, diarrea, insonnia, sogni strani, depressione;

Reazioni allergiche anche importanti ma molto rare: eruzione cutanea e prurito; difficoltà respiratoria; gonfiore improvviso palpebrale, viso e labbra; raramente eruzioni cutanee.

Meccanismo d’azione

I costituenti del Malarone, Atovaquone e Proguanil Cloridrato, interferiscono con due diverse vie coinvolte nella biosintesi delle pirimidine, necessarie per la replicazione degli acidi nucleici dei Plasmodi. Tale doppio meccanismo risulta sinergico e particolarmente efficace.
Il meccanismo d`azione dell`Atovaquone si esplica attraverso l`inibizione del trasporto degli elettroni mitocondriali a livello del omplesso del citocromo bc1 e la caduta del potenziale della membrana mitocondriale. Il Proguanil cloridrato inibisce la “diidrofolato reduttasi” una sostanza chiave nella riproduzione dei parassiti della malaria: Queste due molecole hanno costituito per anni l’impianto per una profilassi molto efficace.

Il Malarone ha un meccanismo d’azione diverso dagli altri farmaci, ossia una attività causale: blocca i parassiti della malaria all’interno delle cellule del fegato. Il “proguanil” ha un’attività antimalarica indipendente dalla sua metabolizzazione in “cicloguanil”, e il proguanil, ma non il cicloguanil, è in grado di potenziare la capacità dell`atovaquone di abbattere il potenziale della membrana mitocondriale nei parassiti della malaria. Quest’ultimo meccanismo, potrebbe spiegare la sinergia osservata qualora l`atovaquone e il proguanil vengano usati in associazione.

Un po’ di storia

Quando più di trenta anni fa la Wellcome lanciò l’Atovaquone per la cura della “Pneumocistosi” nei malati di AIDS forse non pensava che, da una parte, in pochi anni il decorso clinico dei pazienti HIV + sarebbe mutato in modo così radicale, ma anche che la molecola sarebbe diventata importante nella cura di un’altra malattia da parassiti, la malaria. Trattata con Malarone infatti, la pneumocistosi, manifestazione letale secondaria alla temibile infezione virale, diminuì la prevalenza. Le preziose proprietà antiprotozoarie (Antiparassitarie) potevano essere ancora recuperate alla clinica e venne concepita l’associazione tra Atovaquone e Proguanil, un chemioterapico, per trattare una malattia non meno importante: la malaria dal Plasmodio.

Il farmaco derivante venne chiamato Malarone e fu destinato all’uso in profilassi ma anche in terapia della malaria. Attualmente le compresse di Malarone contengono: Atovaquone 250 mg / Proguanile cloridrato 100 mg.

Malarone Leggi tutto »

Morto per febbre virale di DENGUE a 14 anni durante un viaggio in Brasile

Matteo è morto a 14 anni al termine di un soggiorno nel paese dei suoi nonni. Il soggiorno in un ambiente familiare e tante giornate felici. Le giornate passate insieme ai cugini e a tanti amici. Poi il malessere, l’aggravento e la morte.

Ora è chiaro per tutti, le febbri emorragiche provocate dall’infezione di uno dei 4 tipi del virus della Dengue possono uccidere anche durante un viaggio organizzato per vacanza. Questo virus, oramai diffuso nella maggior parte dei paesi tropicali ed equatoriali, è trasmesso all’uomo da un tipo di zanzara, l’Aedes, che è diffusa oramai ovunque, anche in Europa, e parliamo della tanto comune e diffusa zanzara tigre.

dal Messaggero Veneto del 30 luglio 23
da Messaggero Veneto         del 30 luglio ’23

 

Matteo, il giovane friulano di 14 anni, finita la scuola era volato con la mamma in Brasile per passare un periodo di vacanza, per incontrare i nonni e gli zii nello stato del Parà, in Brasile. Da metà giugno viveva nel paese e sarebbe dovuto rientrare a fine luglio in Italia. Durante il soggiorno, come tanti, era stato punto da queste fastidiose zanzare, e ad un certo punto, da oltre 10 giorni, aveva cominciato ad accusare un malessere sempre più acuto. Prima era stato costretto a letto, a casa e quindi, peggiorando i sintomi, al ricovero presso una struttura ospedaliera, dove era stato messo sotto terapia. In pochi giorni la situazione è rapidamente peggiorata fino al decesso avvenuto il 29 luglio.

L’evento drammatico purtroppo conferma la pericolosità della malattia e la necessità di fare grande attenzione alla puntura degli insetti, vettori (trasportatori) del virus. Fino ad ora il controllo del territorio e della presenza delle zanzare costituiva la prima ed unica prevenzione nei confronti della malattia. Ora abbiamo a disposizione un vaccino preventivo che funziona sia nel controllare l’esplosione della malattia, che anche modulare la risposta immune secondaria, spesso pericolosa, nei soggetti che già hanno avuto la malattia. Il vaccino è stato approvato dall’FDA americana, a dicembre 22 dall’EMA europea, nel febbraio 23 dall’AIFA in Italia.

Per conoscere le caratteristiche del vaccino clicca qui.
Per sapere dove effettuare il vaccino della Dengue in Italia clicca qui.

AEDES
AEDES

Il virus della dengue, trasmesso attraverso la puntura della zanzara Aedes, nella maggior parte delle volte rimane asintomatico, senza manifestarsi in alcun modo. E questo è ciò che accade nella maggior parte delle persone, sia abitanti dei luoghi sia viaggiatori. Talvolta può manifestarsi con sintomi e forme via via più aggressive fino ad arrivare, in rari casi, al decesso. Le cure sono rivolte a risolvere i sintomi di questa risposta immunitaria ed infiammazione che può essere particolarmente violenta. Talvolta la malattia è caratterizzata da compromissione e crollo delle piastrine nel sangue, con il rischio di gravi emorragie. In questi casi le trasfusioni ed il controllo dei probabili stati di shock diventano essenziali.
In America Latina il primo semestre del 2023 è stato un periodo di crescita esponenziale e non controllata di questa malattia. In tutti gli Stati la presenza e la riproduzione dell’Aedes con la conseguente diffusione del virus, da uomo ad uomo tramite la puntura di questi insetti, è stata sorprendentemente elevata.
Il Brasile ha avuto i maggiori livelli di diffusione di questa malattia da anni, ma anche l’Argentina, il Perù e la Colombia hanno registrato una notevole crescita di casi e purtroppo un aumento importante del tasso di mortalità, in particolare nei primi mesi dell’anno. Comunque, la Dengue con le altre malattie quali Chickungunija e Zika, sono presenti in tutti gli altri paesi dell’America Latina e Centrale ed in tutte le isole caraibiche.

Il dramma di Matteo e della sua famiglia ci riporta in modo crudo alla necessità di informarsi in modo serio e consapevole prima di un viaggio. Di non sottovalutare le indicazioni ed i consigli. Conoscere i rischi reali ed i modi di evitarli. Il nostro organismo è in grado di superare tutto, ma aiutiamolo a rafforzarsi.

 

QDENGA della TAKEDA
  QDENGA della TAKEDA

Per la malattia da Dengue virus ricordo ancora che oramai esiste un vaccino, efficace e sicuro, che vale la pena considerare prima di affrontare viaggi in aree endemiche. PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI CLICCA QUI.

Morto per febbre virale di DENGUE a 14 anni durante un viaggio in Brasile Leggi tutto »

FEBBRE VIRALE DA DENGUE IN AFRICA: dove si trova e quali sono i rischi nei paesi africani

FEBBRE VIRALE DA DENGUE: dove si trova e quali sono i rischi nei singoli paesi (AFRICA)
Continua la nostra rassegna sulla Dengue. Dove è maggiormente diffusa questa malattia di cui si parla sempre di più e quanto è il rischio nei paesi in Africa?

INTRODUZIONE SULLA DISTRIBUZIONE DELLA DENGUE
Al termine della pandemia del Covid-19 la voglia di viaggiare in tutti noi è diventata irrefrenabile. I viaggiatori si distribuiscono ovunque nel mondo alla scoperta di mete turistiche sempre nuove e sconosciute. E’ necessario capire dove si trova questa malattia, causata da un virus che, attraverso la puntura di una zanzara, si è diffuso nella maggior parte dei paesi del mondo. L’incidenza della dengue è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni. I casi, segnalati all’OMS, sono passati da oltre 600.000 nel 2000 ad oltre 6 milioni nel 2020. La stragrande maggioranza dei casi è asintomatico o paucisintomatico, cioè caratterizzato da sintomi lievi ed autogestiti. Per questo motivo il numero reale di casi di dengue è fortemente sottostimato e la maggior parte dei casi sono erroneamente diagnosticati come altre malattie febbrili, simil influenzali.

QUANTE SONO LE INFEZIONI ED I CASI DI DENGUE

Una stima basata su modelli epidemiologici indica in oltre 400 milioni le infezioni da virus della dengue all’anno. Di queste quasi 100 milioni si manifestano clinicamente, le altre infezioni sono senza o con lievi sintomi. Un altro studio recente sulla prevalenza della dengue stima che oltre 3,9 miliardi di persone siano a rischio di infezione da virus, in particolare nei paesi della fascia tropicale.
La malattia è ora endemica in più di 100 paesi nelle regioni dell’OMS dell’Africa, delle Americhe, del Mediterraneo orientale, del sud-est asiatico e del Pacifico occidentale. Le Americhe, il Sud-est asiatico e le regioni del Pacifico occidentale sono le più colpite, con l’Asia che rappresenta circa il 70% del carico globale della malattia da virus Dengue.
Nei primi mesi del 2023 in alcuni paesi dell’America Latina si sta manifestando una forma di Dengue di tipo 2 particolarmente aggressiva, con un aumenta di decessi. Tra questi Argentina, Perù e Brasile sono i più rappresentati.
Da alcuni anni la dengue si sta diffondendo in nuove aree, compresa l’Europa. La trasmissione locale è stata segnalata per la prima volta in Francia e Croazia nel 2010 e sono stati rilevati casi importati in altri paesi europei, in particolare della fascia mediterranea.
Il numero di casi di dengue è in continuo aumento. La regione americana (Sud, Centro e Caraibi) nel 2019 ha riportato oltre 3,5 milioni di casi, di cui oltre 30.000 classificati come gravi. Un numero elevato di casi è stato segnalato in Bangladesh (101.000), Malesia (131.000), Filippine (420.000), Vietnam (320.000) in Asia nel 2019.
Nel 2023 la febbre virale da dengue è in continuo aumento in quasi tutti i paesi ma vengono segnalati focolai diffusi in Brasile, Colombia, Argentina, Perù, Isole Cook, Fiji, India, Kenya, Paraguay, Perù, Filippine, Isole della Riunione e Vietnam con aumenti esponenziali a partire dal 2021.
Oggi concentriamoci sui paesi del continente africano. Dove ritroviamo nel 2023 la febbre da dengue e con quale valutazione di rischio?
I dati che seguono sono tratti dal CDC e mostrano la presenza della malattia Dengue nelle diverse nazioni, con variazioni stagionali dovute alla presenza di zanzare nell’ambiente. Questa rassegna dei paesi ci permette di valutare dove maggiormente possiamo venire a contatto con il virus e quale livello di rischio troviamo.

Oggi oltre una attenzione particolare alla puntura delle zanzare di tipo Aedes, è possibile effettuare la profilassi mediante vaccinazione con il nuovo vaccino QDENGA. La valutazione va sempre effettuata chiedendo informazioni a medici esperti e specializzati nella materia.
A chi può essere somministrato?
Il vaccino contro la Dengue si somministra a tutti i viaggiatori che per motivi di lavoro o di turismo si recano nelle aree a rischio. Si somministrano 2 dosi a partire dai 4 anni di età a distanza di 3 mesi. Il richiamo dovrebbe essere effettuato dopo 3 – 5 anni, Il vaccino è sicuro ed efficace Quindi viaggiando nei paesi sottocitati, in particolare in quelli segnalati come (frequenti/continui) è bene proteggersi dalla malattia richiedendo la vaccinazione.

Presenza di focolai di DENGUE e livelli di rischio nei paesi africani.

Paese                                                                                      Livello di rischio
Angola                                                                                  Sporadico/Incerto
Benin                                                                                    Sporadico/Incerto
Burkina Faso                                                          Frequente/Continuo
Burundi                                                                                Sporadico/Incerto
Camerun                                                                              Sporadico/Incerto
Capo Verde                                                                          Sporadico/Incerto
Repubblica Centrafricana                                                Sporadico/Incerto
Chad                                                                                      Sporadico/Incerto
Comore                                                                                 Sporadico/Incerto
Congo                                                                                    Sporadico/Incerto
Congo (Repubblica Democratica del)                            Sporadico/Incerto
Costa d’Avorio                                                                     Sporadico/Incerto
Gibuti                                                                         Frequente/Continuo
Egitto                                                                                      Sporadico/Incerto
Guinea Equatoriale                                                              Sporadico/Incerto
Eritrea                                                                        Frequente/Continuo
Etiopia                                                                        Frequente/Continuo
Gabon                                                                                      Sporadico/Incerto
Gambia                                                                                    Sporadico/Incerto
Ghana                                                                                      Sporadico/Incerto
Guinea                                                                                     Sporadico/Incerto
Guinea Bissau                                                                        Sporadico/Incerto
Kenya                                                                           Frequente/Continuo
Liberia                                                                                      Sporadico/Incerto
Madagascar                                                                             Sporadico/Incerto
Malawi                                                                                      Sporadico/Incerto
Mali                                                                                            Sporadico/Incerto
Mauritius                                                                                  Sporadico/Incerto
Mayotte                                                                                     Sporadico/Incerto
Mozambico                                                                              Sporadico/Incerto
Namibia                                                                                    Sporadico/Incerto
Niger                                                                                          Sporadico/Incerto
Mozambico                                                                               Sporadico/Incerto
Namibia                                                                                     Sporadico/Incerto
Nigeria                                                                                       Sporadico/Incerto
Riunione                                                                                    Sporadico/Incerto
Ruanda                                                                                       Sporadico/Incerto
Sao Tomè e Principe                                                                Sporadico/Incerto
Senegal                                                                                       Sporadico/Incerto
Seychelles                                                                                   Sporadico/Incerto
Sierra Leone                                                                               Sporadico/Incerto
Somalia                                                                           Frequente/Continuo
Sudan del Sud                                                                             Sporadico/Incerto
Sudan                                                                                Frequente/Continuo
Uganda                                                                                          Sporadico/Incerto
Repubblica Unita di Tanzania                                 Frequente/Continuo
Zambia                                                                                            Sporadico/Incerto
Zimbabwe                                                                                      Sporadico/Incerto

 

Aggiornamento marzo 2023
Redazione dottor Paolo Meo.
Il dr. Paolo Meo è a disposizione di chiunque desideri richiedere informazioni o prenotare una consulenza prima di partire o al rientro da un viaggio o richiedere la vaccinazione per la dengue. Si può scrivere all’indirizzo E-mail seg.cesmet@gmail.com o scrivere un messaggio di richiesta su WhatsApp al numero 3466000899

FEBBRE VIRALE DA DENGUE IN AFRICA: dove si trova e quali sono i rischi nei paesi africani Leggi tutto »

Raccomandazioni quando rientri da un viaggio

Quando rientri da un viaggio non ti trascurare e ricorda questi semplici consigli che tutelano te e chi ti circonda, a casa o in ambiente di lavoro. Il viaggio genera sempre uno stress, anche se l’obiettivo è quello di rilassarsi, conoscere, divertirsi. I viaggi di lavoro spesso alterano i nostri equilibri psicofisici:  jet lag, alimentazione, stanchezza, ansia, contatto (e talvolta contagio) con malattie, ci creano malessere, sensazioni spiacevoli, talvolta malanni.

Per questi motivi:

prepara il viaggio aereo di ritorno ed evita spiacevoli rientri a casa.

il giorno prima di partire:
1) evita di mangiare cibi particolarmente pesanti e piccanti, controlla i luoghi dove mangi, evita cibi poco cotti e creme e budini, Frequenti sono i malesseri (diarrea e vomito) durante il viaggio di ritorno. Assumi qualche compressa di Normix 200, anche in via preventiva. Se assumi Bassado puoi raddoppiare la dose.

2) assumi per lo meno 2 litri di liquido, possibilmente con reintegratori salini. OSPRIN solubile unisce gli effetti benefici sull’intestino degli estratti di foglie di olivo all’assunzione di sali reidratanti;

3) evita l’utilizzo di aria condizionata particolarmente bassa; questa pessima abitudine può provocare una infiammazione e sensibilizzazione delle vie aeree superiori, con malesseri importanti durante il viaggio aereo.

Quando arrivi a casa
a) prenditi una pausa di riposo,
riposati per un tempo sufficiente per riadattare il tuo organismo al tuo ambiente ed ai tuoi ritmi di vita. “Stanchezza, malessere, senso di vuoto, scarsa capacità alla concentrazione”. Questi sono sintomi che aumentano proporzionalmente alle ore impiegate, per affrontare il tuo viaggio di rientro, il cambio di fuso orario, il periodo di forzata sedentarietà, alimentazioni differenti;

b) riadatta il tuo organismo alle tue abitudini ambientali, dietetiche, temporali, familiari, di ambiente di lavoro. 

Malesseri da esposizioni prolungate all’aria condizionata, da alimenti diversi e non controllati, da eccesso di bevande (talvolta alcooliche), da perdita di ore di sonno, tipica dei vacanzieri, accompagnata da stanchezza eccessiva possono caratterizzare il rientro e rendere più difficile la ripresa delle attività.

Cerchiamo di recuperare ritmi e abitudini più consoni alla nostra usuale vita quotidiana.

Raccomandazioni quando rientri da un viaggio Leggi tutto »

Vaccino della DENGUE, una novità.

 

Esiste un nuovo vaccino contro la DENGUE?
Si esiste un nuovo vaccino contro la febbre virale da Dengue. Finalmente dopo anni di studi ed anche di scarsi risultati è stato approvato anche in Europa un Vaccino sicuro ed efficace contro la Febbre Dengue.

 

Quando è stato approvato il vaccino contro la DENGUE?
Il nuovo vaccino contro la Dengue è stato approvato dalla Commissione Europea nel Dicembre 2022 L’EMA ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino contro la dengue all’azienda Takeda per prevenire l’insorgenza della malattia infettiva nella popolazione a partire dai 4 anni di età. Il vaccino ha il nome commerciale di Qdenga.

Qual’è la casa farmaceutica che produce il vaccino contro la DENGUE?
La casa farmaceutica che produce il vaccino contro la Dengue è la Takeda che ha iniziato la produzione del vaccino QDEnga. Il vaccino è prodotto con virus vivo attenuato in grado di proteggere dai 4 sierotipi.

A chi si somministra il vaccino contro la Dengue?
Il vaccino contro la Dengue si somministra a tutti i residenti nelle aree infette o a rischio ed ai viaggiatori che per motivi di lavoro o di turismo si recano nelle aree a rischio Dengue.
Si può sommistrare a partire dai 4 anni di età in avanti. Vengono somministrate 2 dosi a distanza di 3 mesi. Al momento non vi sono dati per quando somministrare un’eventuale dose di richiamo, probabilmente il richiamo dovrebbe essere effettuato dopo 3- 5 anni, per mantenere l’immunità.
Il vaccino è ben tollerato ed è sicuro nella sua somministrazione. Tra gli effetti più comuni, simili ad altri vaccini potrebbe comparire dolenzia in sede di inoculo, pesantezza di testa, eventuale dolore muscolare. La somministrazione avviene per via sottocutanea nel muscolo deltoide o nella gamba (quadricipite) per i più piccoli.
Il vaccino protegge dalla reinfezione coloro che in passato hanno contratto la Dengue. Caratteristica molto importante in quanto in alcuni casi la reinfezione può manifestarsi con sintomi più gravi.

INFORMAZIONI SUL VACCINO QDENGA

Che cosa è la DENGUE? INFO SULLA MALATTIA
La Dengue é una malattia acuta, virale, trasmessa all’uomo dalla puntura di alcuni tipi di zanzara AEDES (Aegypti, Albopictus). Il serbatoio principale è umano ma non si ha contagio diretto tra esseri umani. Una volta infettato l’uomo trasporta il virus che circola nel sangue per 2-7- giorni. Questo è il periodo in cui la zanzara, pungendo e succhiando il sangue, si infetta e lo trasmette ad altre persone. Ed il ciclo del virus si mantiene.
Quattro sono i tipi del virus Dengue. I più diffusi sono il 2 ed il 4.

Dove è diffusa la DENGUE?
La Dengue è diffusa in tutto il Sud – Est Asiatico, nell’Asia sud – Occidentale, in Oceania ed in Estremo Oriente. E’presente anche nell’Africa Sub – Sahariana, nell’America centrale ed in quella Sub – Tropicale, nei Caraibi. Si stima che oltre il 50% della popolazione mondiale sia a rischio di questa malattia.
Attualmente oltre 4 miliardi di persone vivono in 125 Paesi a rischio Dengue.
La diffusione della dengue continua ad aumentare ed in molte regioni tropicali nel post pandemia del Covid-19 ha avuto un aumento anche del 500/700%. Numeri impressionanti, anche per l’incuria a cui è stato abbandonato l’ambiente dove si riproducono gli insetti.
L’Europa ed in particolare i paesi del bacino del mediterraneo, a causa dei cambiamenti climatici, per aumento di calore, umidità e piogge, ma anche per l’aumento di spostamento di merci e persone sono diventati paesi a rischio Dengue, dove già si presentano sporadici focolai autoctoni della malattia.

Quali sono i sintomi della Dengue?
La febbre elevata ed il forte dolore muscolo articolare sono i sintomi caratteristici, con cefalea e forte astenia. Dolori retro bulbari, tumefazioni delle palpebre, raramente emorragie congiuntivali. Completano il quadro la nausea il vomito ed i dolori addominali. L’irritazione della pelle compare sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dalla comparsa della febbre.
I sintomi si sviluppano generalmente nell’arco di una settimana dalla puntura di zanzara, talvolta dopo alcune settimane.

Quale è il trattamento della Dengue?
Non esiste un trattamento specifico diretto sul virus della dengue. I trattamenti sono sintomatici sulla forte reazione infiammatoria innescata dal sistema immunitario alla presenza del virus. I trattamenti consistono nella somministrazione di antinfiammatori, antipiretici, riposo assoluto, somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. Stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane
Nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. .
La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare collassi e, in alcuni casi risultare fatali.
La diagnosi è clinica, ossia viene effettuata in base ai sintomi. La conferma avviene attraverso una più accurata ricerca degli anticorpi specifici in campioni di sangue.

Come si previene e come ci si protegge dalla Dengue?
La prima linea difensiva nei confronti della dengue è quella di evitare la puntura di zanzare che sono vettori del virus. Prioritario l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere trattate dove dormire.
L’attenzione e la cura dell’ambiente diventa il mezzo più efficace per la lotta sistematica alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ognuno può contribuire al controllo della crescita della zanzara eliminando tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle proprie abitazioni (sottovasi, secchi, stoviglie piene d’acqua). Le autorità sono tenute ad effettuare campagne di disinfestazione.

Vaccino della DENGUE, una novità. Leggi tutto »

Chi deve vaccinarsi per la Febbre Gialla

Aggiornamento:  Giugno 2024
                                                                                                                             Prenota qui la tua vaccinazione per la Febbre Gialla

La vaccinazione contro la Febbre Gialla  o Vaccino Antiamarillico – SCHEDA VACCINAZIONE, malattia virale acuta, che si trasmette tramite puntura di zanzara, è l’unica pratica preventiva che può essere richiesta obbligatoriamente dalle autorità sanitarie di un Paese per poter entrare attraverso i valichi di frontiera. Questa evenienza si verifica indipendentemente dalla presenza di casi manifesti o focolai epidemici della malattia, ma è una disposizione internazionale voluta per evitare il diffondersi della malattia quando nel Paese è comunque presente l’insetto vettore (Aedes aegypti) L‘esempio sono i paesi asiatici dove è assente il virus ma è presente il vettore, cioè la zanzara. Ricordiamo che Febbre Gialla è una antropo-zoonosi, ossia malattia animale – scimmie e marsupiali, che può essere trasmessa all’uomo attraverso la

aedes aegypti
aedes aegypti

puntura della zanzara del tipo Aedes.
Per questo motivo la vaccinazione, in alcuni casi, viene resa obbligatoria ed in ogni caso è caldamente consigliata, in quei paesi dove il virus è presente in serbatoi animali ed in presenza del vettore. E’ necessario, prima di partire per un paese considerato a rischio, valutare i luoghi e le attività nei luoghi di soggiorno ed informarsi sul Regolamento Internazionale adottato in merito. Indipendentemente dalla obbligatorietà è bene, comunque,  verificare con gli esperti dove esiste un rischio reale di infezione e dove è probabile la presenza di animali serbatoio infetti (valutazione di rischio). Questo per stabilire i casi nei quali è consigliato effettuare la vaccinazione prima di partire. Attualmente le aree a rischio di trasmissione sono situate in America Centrale e Meridionale, nonché in molti paesi dell’Africa. In Asia non è segnalata la presenza di questo virus

La vaccinazione per la Febbre Gialla deve essere somministrata a :
persone in viaggio o che vivono in un’area in cui è presente la febbre gialla (zone infette o zone endemiche). Anche presenza di animali serbatoio del virus;  (Le ultime epidemie in Angola ed in Brasile, con migliaia di decessi, hanno avuto origine dai focolai animali, e si sono diffuse in una popolazione non efficacemente immunizzata.)
persone in viaggio verso un qualsiasi paese che richiede un Certificato Internazionale di Vaccinazione per l’ingresso. Questo certificato può essere richiesto anche in base ai paesi visitati in precedenza;
operatori di laboratorio che possono manipolare materiali infetti;

Prima di inoculare lo ®Stamaril è opportuno che il medico effettui una valutazione del rischio malattia nell’area meta del viaggia per determinare l’opportunità di effettuare il vaccino. La valutazione va eseguita non solo in base alla presenza di casi denunciati (“paesi infetti” – quanti casi sono misconosciuti negli infiniti territori africani o nelle foreste del centro e latino America), ma anche sulla valutazione della presenza nell’area di animali serbatoio, portatori sani del virus).

va eseguita la vaccinazione per la febbre gialla nei soggetti di età superiore ai 65 anni?
la decisione va presa sempre valutando i reali rischi malattia in loco. Il vaccino in questa fascia di età ha una bassissima possibilità di sviluppare rare reazioni al vaccino (che comprendono reazioni infiammatorie neurologiche e sistemiche.) Oltre i 70 anni la vaccinazione va eseguita solamente in aree con rischio reale di infezione.

– va eseguita la vaccinazione per la febbre gialla nei bambini sotto i 9 mesi di età?
nei bambini di età compresa tra i 6 e i 9 mesi lo ®Stamaril  va somministrato solo in situazioni di grave rischio epidemiologico; prima dei 6 mesi è opportuno non somministrare il vaccino. In questo intervallo di età (6-9 mesi) il vaccino va somministrato solo per ben riconosciuto rischio di infezione con il virus attivo nei paesi in cui il viaggiatore si reca.

In altri casi:

nei soggetti portatori del virus dell’HIV (infezione asintomatica), va somministrato solo in caso di una valutazione del reale rischio infezione in loco;
-nei soggetti con disordini della coagulazione, come emofilia o bassi livelli di piastrine, o in chi assume farmaci anticoagulanti del sangue lo ®Stamaril, sarà somministrato per via sottocutanea e non per via intramuscolare.
nei soggetti con reazioni allergiche al lattice occorre fare attenzione poiché Il cappuccio copriago della siringa preriempita contiene un derivato di lattice di gomma naturale che può causare una reazione allergica in chi si vaccina.

nei soggetti con reazioni allergiche alle proteine dell’uovo la somministrazione del vaccino va evitata ed il medico deve rilasciare un certificato di esenzione alla vaccinazione.

Come con tutti i vaccini lo ®Stamaril potrebbe non proteggere completamente tutte le persone vaccinate.

La vaccinazione per essere valida e riconosciuta deve essere effettuata presso un “Centro di Vaccinazioni Autorizzato”. Deve essere eseguita da un professionista sanitario qualificato che rilascia un “Certificato Internazionale di Vaccinazione”.  La validità del certificato parte dal decimo giorno successivo alla somministrazione della prima dose di vaccino. In caso di richiamo la validità è contemporanea all’effettuazione del vaccino.

La vaccinazione, fino a prova contraria (non esiste il 100% in medicina), è

  • priva di rischi;
  • raramente produce un rialzo febbrile a distanza di 24 ore al massimo, facilmente controllabile con antipiretici;
  • E’ sconsigliata ai soggetti allergici alle proteine delle uova;
  • Può essere somministrata ad iniziare dall’età di 6 mesi, nei casi di reale rischio. Indicata dai 9 mesi di età;
  • Utilizzo in gravidanza: sconsigliato.

Periodo di attività del virus vivo attenuato una volta iniettato con il vaccino

Durante le prime 48/72 ore, il virus vivo attenuato, comunque innocuo per l’organismo, si riproduce ed attiva il sistema difensivo simulando la malattia. Viene attivata la parte cellulare immunologica (linfociti e monociti) ed in seguito, dal 6° giorno, vengono formati anticorpi anti virus (neutralizzanti il virus). Il massimo della produzione anticorpale avviene generalmente al 7° giorno con la stabilizzazione dal decimo giorno in avanti.  Questo dato smentisce la leggenda metropolitana che vuole l’azione nociva del “virus vivo attenuato” presente nel vaccino, (ma quale azione nociva nei soggetti sani?) attiva per 3 o addirittura 6 mesi (non si può concepire  per questo periodo di tempo). Si ribadisce che già dopo 2/3 giorni il virus viene neutralizzato dalla risposte immune che raggiunge il suo massimo nella risposta cellulare già al settimo giorno. La sua azione quindi sul prodotto del concepimento è praticamente inesistente. Quindi a tutte le donne che ritengono di poter rimanere incinte nell’immediato futuro, dopo la vaccinazione, è possibile vaccinarsi senza problema.

Per conoscere la malattia consulta la nostra scheda malattia sulla Febbre Gialla.

Per conoscere le caratteristiche della vaccinazione visita la nostra scheda vaccinazione sulla Febbre Gialla

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, contattaci via e-mail oppure  telefona al numero  06/39030481 o via whatsapp 3466000899

 

Chi deve vaccinarsi per la Febbre Gialla Leggi tutto »

ChatGPT – Tutti ne parlano – Ma cos’é?

ChatGPT è un software di intelligenza artificiale che può dialogare via internet con l’utente su vari argomenti

Per le vostre prove ChatGPT è raggiungibile qui: https://chat.openai.com/chat

——————–

Abbiamo chiesto direttamente all’intelligenza artificiale di ‘descriversi’ per questo articolo; ecco la risposta:

Clinica del Viaggiatore: Ciao, puoi descriverti per il mio blog?

ChatGPT4: Ciao! Sarei felice di aiutarti a descrivermi per il tuo blog.

Titolo: ChatGPT: L’intelligenza artificiale che migliora le conversazioni

Introduzione: ChatGPT è un’intelligenza artificiale (AI) avanzata sviluppata da OpenAI, un’organizzazione di ricerca con lo scopo di garantire che l’intelligenza artificiale generale (AGI) sia un bene per tutta l’umanità. Basato sul modello di apprendimento automatico GPT, ChatGPT è stato progettato per migliorare le conversazioni e fornire informazioni utili in una vasta gamma di argomenti e contesti.

Caratteristiche principali:

  1. Linguaggio naturale: ChatGPT è in grado di comprendere e generare testo in linguaggio naturale, il che lo rende un partner di conversazione versatile e amichevole.
  2. Ampia conoscenza: ChatGPT è stato addestrato su una vasta gamma di argomenti, dalla scienza alla letteratura, dall’arte alla tecnologia. Tuttavia, è importante notare che la sua conoscenza si ferma a settembre 2021, quindi potrebbe non essere a conoscenza degli eventi o delle scoperte più recenti.
  3. Applicazioni diverse: ChatGPT può essere utilizzato per una varietà di scopi, come rispondere a domande, fornire spiegazioni, creare contenuti scritti, e persino per scopi educativi.
  4. Adattabilità: ChatGPT può essere facilmente integrato in vari sistemi e applicazioni, grazie alle sue API e all’interfaccia utente user-friendly.

Limitazioni:

  1. Conoscenza limitata: ChatGPT non è a conoscenza degli eventi o delle informazioni emerse dopo settembre 2021.
  2. Affidabilità: Nonostante sia stato addestrato su un’ampia gamma di argomenti, ChatGPT può occasionalmente fornire informazioni inesatte o fuorvianti. Pertanto, è importante verificare le informazioni fornite dall’AI con fonti attendibili.
  3. Ripetizioni e ambiguità: ChatGPT può a volte generare risposte ripetitive o ambigue, a causa delle limitazioni nel suo algoritmo e nella comprensione del contesto.

In conclusione, ChatGPT è un’intelligenza artificiale avanzata che può migliorare le conversazioni e fornire informazioni utili su una vasta gamma di argomenti. Tuttavia, è importante tenere presente le sue limitazioni e verificare le informazioni fornite con fonti attendibili.”

——————–

Ora elenchiamo alcune cose relative al ‘motore’ di ChatGPT4 (chiaramente la nuova versione, la 4, si basa sul notevole lavoro fatto per la versione 3, e lo migliora di molto)

ChatGPT è una variante del popolare modello linguistico chiamato GPT (Generative Pre-trained Transformer).

È stato progettato per generare risposte simili a quelle umane all’input di testo in un contesto di conversazione. Lo scopo principale di ChatGPT è quello di consentire la comunicazione in linguaggio naturale tra esseri umani e sistemi di intelligenza artificiale (AI).

Che cos’è GPT-3?

GPT-3 è un modello linguistico all’avanguardia sviluppato da OpenAI. Si basa sull’architettura Transformer, un tipo di rete neurale particolarmente adatto all’elaborazione del linguaggio naturale. GPT-3 è stato addestrato su un enorme insieme di pagine web, libri e altri testi ed è in grado di generare testi simili a quelli umani prevedendo la parola successiva in una sequenza basata sul contesto delle parole precedenti.

Sviluppatore/i: OpenAI
Rilascio iniziale: 30 novembre 2022
Tipo: Chatbot di intelligenza artificiale
Licenza: Proprietaria
Sito web: chat.openai.com

Cos’è l’architettura Transformer?

L’architettura Transformer è un tipo di rete neurale introdotta nel 2017 da Vaswani et al. È progettata per elaborare dati sequenziali, come il linguaggio naturale, utilizzando meccanismi di autoattenzione per ponderare l’importanza dei diversi elementi in ingresso. Ciò consente alla rete di catturare efficacemente le dipendenze a lungo raggio tra le parole, essenziali per le attività di elaborazione del linguaggio naturale.

Come funziona ChatGPT?

ChatGPT funziona prendendo un input di testo e generando una risposta basata sul contesto della conversazione. A tal fine, utilizza l’architettura Transformer per elaborare il testo in ingresso e generare una distribuzione di probabilità sulle possibili parole successive. Seleziona quindi la parola successiva più probabile in base a questa distribuzione e continua a generare testo finché non raggiunge la lunghezza desiderata.

Una delle caratteristiche principali di ChatGPT è che è in grado di mantenere un senso di contesto e di coerenza nella conversazione. Questo perché è stato addestrato su un ampio set di conversazioni del mondo reale, che gli consente di apprendere la struttura e gli schemi della conversazione umana.

Applicazioni di ChatGPT

Le applicazioni potenziali di ChatGPT sono molteplici, tra cui:

Servizio clienti: ChatGPT può essere utilizzato per fornire un servizio clienti personalizzato ed efficiente, rispondendo alle domande e risolvendo i problemi in tempo reale.
Assistenti personali: ChatGPT può essere utilizzato come assistente personale per svolgere compiti quali la programmazione di appuntamenti, l’effettuazione di prenotazioni e la fornitura di informazioni.
Traduzione linguistica: ChatGPT può essere utilizzato per tradurre le conversazioni tra diverse lingue in tempo reale, consentendo agli utenti di comunicare con persone che parlano lingue diverse.
Istruzione: ChatGPT può essere utilizzato per fornire tutoraggio e feedback personalizzati agli studenti, consentendo loro di imparare al proprio ritmo e in modo più coinvolgente.

Limitazioni di ChatGPT

Nonostante le sue impressionanti capacità, ChatGPT ha alcuni limiti che devono essere considerati:

Bias: come ogni modello di apprendimento automatico, ChatGPT è buono solo quanto i dati su cui viene addestrato. Se i dati di addestramento contengono delle distorsioni, ChatGPT può mostrare tali distorsioni anche nelle sue risposte. Ad esempio, potrebbe generare risposte razziste, sessiste o comunque offensive se i dati di addestramento contengono questo tipo di esempi.
Mancanza di buon senso: ChatGPT non ha un senso comune o una conoscenza generale del mondo, il che può portarlo a generare risposte senza senso o errate. Ad esempio, se gli viene chiesto di parlare di un argomento che non conosce, può generare una risposta non correlata o imprecisa.
Creatività limitata: ChatGPT non è in grado di generare risposte veramente nuove o creative, poiché è in grado di generare testo solo in base agli schemi e alle strutture che ha appreso dai dati di addestramento.

Conclusioni:

In sintesi, ChatGPT è un chatbot basato sull’intelligenza artificiale che può essere utilizzato per creare conversazioni coinvolgenti e personalizzate con gli utenti. È uno strumento potente che le aziende possono utilizzare per il servizio clienti, il marketing e altro ancora. ChatGPT può aiutare le aziende a ridurre i costi del servizio clienti e a generare più contatti, oltre a fornire un’esperienza più coinvolgente ai clienti. Il chatbot può anche contribuire a creare un rapporto più personale con i clienti, in quanto può ricordare le interazioni passate e rispondere in modo più personalizzato.

Per le vostre prove ChatGPT è raggiungibile qui: https://chat.openai.com/chat

ChatGPT – Tutti ne parlano – Ma cos’é? Leggi tutto »

I segreti per invecchiare bene: i ricercatori scoprono i fattori legati a un invecchiamento ottimale

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: scitechdaily.com

Quali sono le chiavi per un invecchiamento “di successo” o ottimale? Un nuovo studio ha seguito più di 7.000 canadesi di mezza età e anziani per circa tre anni per identificare i fattori legati al benessere durante l’invecchiamento.

Hanno scoperto che coloro che erano di sesso femminile, sposati, fisicamente attivi e non obesi e coloro che non avevano mai fumato, avevano un reddito più alto e non soffrivano di insonnia, malattie cardiache o artrite, avevano maggiori probabilità di mantenere una salute eccellente durante il periodo di studio e minori probabilità di sviluppare problemi cognitivi, fisici o emotivi invalidanti.

Come base di partenza, i ricercatori hanno selezionato partecipanti che godevano di ottima salute all’inizio del periodo di studio di circa tre anni. Questo includeva l’assenza di problemi di memoria o di dolore cronico invalidante, la libertà da qualsiasi grave malattia mentale e l’assenza di disabilità fisiche che limitassero le attività quotidiane, nonché la presenza di un adeguato supporto sociale e di alti livelli di felicità e soddisfazione di vita.

“Siamo stati sorpresi e felici di apprendere che oltre il 70% del nostro campione ha mantenuto un eccellente stato di salute per tutto il periodo dello studio”, afferma la prima autrice, Mabel Ho, dottoranda presso la Facoltà di lavoro sociale Factor-Inwentash dell’Università di Toronto (FIFSW) e l’Istituto del corso di vita e dell’invecchiamento. “I nostri risultati sottolineano l’importanza di un approccio all’invecchiamento e agli anziani basato sui punti di forza piuttosto che sui deficit. I media e la ricerca tendono a ignorare gli aspetti positivi e a concentrarsi solo sui problemi”.

La prevalenza del successo dell’invecchiamento varia notevolmente in base all’età degli intervistati all’inizio dello studio. Tre quarti degli intervistati di età compresa tra i 55 e i 64 anni all’inizio del periodo di studio hanno mantenuto una salute eccellente per tutta la durata dello studio. Tra gli intervistati di età pari o superiore a 80 anni, circa la metà ha mantenuto una salute eccellente.

“È notevole che la metà degli anziani di 80 anni e più abbia mantenuto questo livello estremamente elevato di benessere cognitivo, fisico ed emotivo durante i tre anni dello studio. È una notizia meravigliosa per gli anziani e le loro famiglie che potrebbero prevedere che il declino precipitoso sia inevitabile per chi ha 80 anni o più”, afferma Mabel Ho. “Comprendendo i fattori associati a un invecchiamento di successo, possiamo lavorare con gli anziani, le famiglie, gli operatori, i politici e i ricercatori per creare un ambiente che supporti un’età avanzata vivace e sana”.

Gli anziani obesi avevano meno probabilità di mantenere una buona salute in età avanzata. Rispetto agli anziani obesi, quelli con un peso normale avevano il 24% di probabilità in più di invecchiare in modo ottimale.

“I nostri risultati sono in linea con quelli di altri studi che hanno rilevato come l’obesità fosse correlata a una serie di sintomi fisici e problemi cognitivi e che anche l’attività fisica svolge un ruolo fondamentale per un invecchiamento ottimale”, afferma il coautore David Burnes, professore associato presso il FIFSW dell’Università di Toronto e titolare di una cattedra di ricerca canadese sulla prevenzione dei maltrattamenti degli anziani. “Questi risultati evidenziano l’importanza di mantenere un peso adeguato e di impegnarsi in uno stile di vita attivo per tutto il corso della vita”.

Anche il reddito è un fattore importante. Solo circa la metà di coloro che si trovano al di sotto della soglia di povertà invecchia in modo ottimale, rispetto ai tre quarti di coloro che vivono al di sopra della soglia di povertà.

“Sebbene il nostro studio non fornisca informazioni sul perché il basso reddito sia importante, è possibile che un reddito insufficiente causi stress e limiti anche le scelte salutari, come un’alimentazione ottimale. Sono necessarie ricerche future per esplorare ulteriormente questa relazione”, afferma l’autrice senior Esme Fuller-Thomson, direttrice dell’Institute for Life Course & Aging e professoressa presso la facoltà di lavoro sociale Factor-Inwentash dell’Università di Toronto.

I fattori dello stile di vita sono associati a una salute ottimale in età avanzata. Gli anziani che non hanno mai fumato hanno il 46% di probabilità in più di mantenere uno stato di salute eccellente rispetto ai fumatori attuali. Studi precedenti hanno dimostrato che smettere di fumare in età avanzata può migliorare le statistiche di sopravvivenza, la funzionalità polmonare e la qualità della vita, abbassare i tassi di eventi coronarici e ridurre i sintomi respiratori. Lo studio ha rilevato che gli ex fumatori se la cavano altrettanto bene di coloro che non hanno mai fumato, sottolineando che non è mai troppo tardi per smettere.

Lo studio ha anche rilevato che l’attività fisica è importante per mantenere una buona salute in età avanzata. Gli anziani che svolgevano un’attività fisica da moderata a intensa avevano rispettivamente il 35% e il 45% di probabilità in più di invecchiare bene.

I risultati hanno indicato che gli intervistati che non hanno mai o raramente avuto problemi di sonno al basale avevano il 29% in più di probabilità di mantenere una salute eccellente nel corso dello studio.

“È chiaro che dormire bene è un fattore importante quando si invecchia. I problemi di sonno compromettono la salute cognitiva, mentale e fisica. Esistono forti evidenze che un intervento chiamato terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) sia molto utile per le persone che soffrono di insonnia”, afferma Esme Fuller-Thomson.

Lo studio è stato recentemente pubblicato online, sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Utilizza i dati longitudinali dell’ondata di base (2011-2015) e della prima ondata di follow-up (2015-2018) dei dati del Canadian Longitudinal Study on Aging (CLSA) per esaminare i fattori associati a un invecchiamento ottimale nelle prime due ondate. Nel CLSA, gli intervistati di età pari o superiore a 60 anni alla seconda ondata erano 7.651 e godevano di ottima salute durante l’ondata iniziale di raccolta dati. Il campione è stato ristretto a coloro che erano in ottima salute al basale, ovvero solo il 45% degli intervistati.

 

Articolo in inglese qui

 

I segreti per invecchiare bene: i ricercatori scoprono i fattori legati a un invecchiamento ottimale Leggi tutto »

PRIMA PILLOLA DIGITALE. VIA LIBERA DELL’FDA IN USA

Pillola digitale o pillola intelligente. Una vera “Innovazione in Medicina 2.0. Via libera da FDA alla prima pillola digitale e tracciabile all’interno del nostro organismo.

Un obiettivo raggiunto da questa tecnologia. Il sensore rileva se prendi o non prendi le medicine, se ne accorge e ti avvisa fornendoti un allarme. L’informazione giunge anche al medico curante che può intervenire. 

Guarda il video di come funziona questa innovazione medica

La FDA americana, l’organo di controllo dei farmaci in USA, ha approvato l’uso della prima “pillola digitale” contenente un microchip che, una volta ingerita, fornisce informazioni sul suo utilizzo e volendo controlla il tuo stato di salute. Fino ad ora “Il chip ingeribile con la pasticca era stato approvato solo per fini sperimentali”.  Recentemente è stata fornita la compressa digitale con la prima molecola attiva.

Praticamente questa pasticca comunica con l’esterno potendo essere rilevata da un dispositivo di controllo. Potremo arrivare al controllo della assunzione dei farmaci, che se assunti comunicano il loro passaggio nello stomaco. La compressa viene tracciata e diventa molto più difficile dimenticarsi di prendere le medicine. Cosa che accade di frequentemente nei malati cronici, quali i cardiopatici o i diabetici. Non solo il medico curante avrà la possibilità di seguire l’assunzione dei farmaci da parte dei propri pazienti, ed intervenire in caso di dimenticanza o di scarsa collaborazione da parte del paziente.
Dalla fase di sperimentazione con l’utilizzo di pasticche con placebo siamo passati alla fase operativa:

 Dalla sperimentazione alla prima fase pratica in USA.

In USA “Abilify myCite” è il primo farmaco con un monitoraggio digitale dell’ingestione approvato da FDA. La prima compressa utilizzata è quella di aripiprazolo, contenete un sensore IEM. L’aripiprazolo viene utilizzato nel trattamento della schizofrenia.

 

Futuro biomedico di questa tecnologia “del presente”:
Le prossime applicazioni di questa tecnologia biomedica sono infinite.
La prima applicazione è proprio il controllo sull’effettiva assunzione dei farmaci. Questa tecnica potrà essere usata anche per monitorare alcuni parametri dell’organismo quali la temperatura interna (controllo della febbre e delle sue variazioni, rilevata digitalmente, oppure tenere sotto controllo la quantità e la qualità dei succhi gastrici.
Sempre con questo sistema di ingestione di micro chip si potrebbero anche iniettare e monitorare farmaci “digitali” in via venosa e effettuare controlli di parametri biochimici e le loro variazioni nel tempo senza fare alcun prelievo.
Il micro chip inserito potrà inviare ad una piattaforma, controllata dal medico curante, i parametri richiesti, quali livelli di globuli bianche, rossi o piastrine, della glicemia e molti altri parametri ematochimici. Siamo in piena fantascienzav… ma non più. Quello che un tempo erano sogni o idee, sono diventate realtà. L’importante controllarne il corretto utilizzo.

PRIMA PILLOLA DIGITALE. VIA LIBERA DELL’FDA IN USA Leggi tutto »

Sintomi post COVID-19: presenza e persistenza per oltre 2 anni in pazienti ospedalizzati (gravi) e domiciliari (lievi).

Valutazione e confronto sulla persistenza dei sintomi post-COVID-19, dopo alcuni mesi dalla prima infezione da SARS-CoV-2 e a distanza di 2 anni dopo l’infezione, tra pazienti ospedalizzati rispetto a pazienti non ospedalizzati

César Fernández-de-las-Peñas, PT, PhD1; e coll.

Rete JAMA aperta. 2022;5(11):e2242106. doi:10.1001/jamannetworkopen.2022.42106

La recente ricerca effettuata a distanza di 2 anni dall’inizio della pandemia, eseguita da César Fernández-de-las-Peñas, PT, PhD e coll., evidenzia una questione molto rilevante insorta in una percentuale importante di persone affette da Covid-19, ovvero quali sono i sintomi prevalenti nel post-COVID-19, tra i pazienti ricoverati in ospedale e quelli trattati domiciliarmente e quanto persistono nel tempo.

Risultati 
Lo studio effettuato su un campione di pazienti ha messo in evidenza che dopo 2 anni dall’infezione acuta di Covid-19:
nei pazienti ospedalizzati la presenza di almeno 1 sintomo post-COVID-19 è del 59,7%
– nei pazienti domiciliari la percentuale è del 67,5%;

Significato:
i risultati della ricerca evidenziano che le percentuali di presenza e persistenza di sintomi, tipici del post e long Covid, sono sovrapponibili tra i pazienti ospedalizzati e i pazienti trattati domiciliarmente. Queste evidenze ci devono far riflettere sulla importanza delle sequele da Covid-19 che sono presenti, in una alta percentuale, comparabile tra le due categorie, ossia in entrambi i campioni delle persone esaminate.

Conclusioni: 
Lo studio, tra i primi del suo genere, evidenzia come sia in persone con Covid-19 grave, tale da necessitare ricovero, sia in pazienti con sintomi lievi, e trattati domiciliarmente, i sintomi si equivalgono e si protraggono nel tempo. In questo caso dopo due anni si è visto come i sintomi sono ancora presenti.   Sono state identificate piccole differenze non significative, dei sintomi all’insorgenza di COVID-19 tra pazienti ospedalizzati e non ospedalizzati. I sintomi post-COVID-19 erano simili e comparabili tra pazienti ospedalizzati e non ospedalizzati;

Sono mancati nella costruzione del lavoro l’inclusione di controlli (pazienti) che non hanno avuto la malattia del Covid. Questo limita in parte la possibilità di valutare i sintomi presenti nei malati di covid ed un campione di persone sane. I prossimi studi sul perdurare dei sintomi nel long Covid dovranno includere sicuramente una popolazione di controllo non infettate da SARS-CoV-2.

 

Published: 26 November 2022 LEGGI LAVORO COMPLETO SU CLINICAL INFECTIOUS DISEASE   

Sintomi post COVID-19: presenza e persistenza per oltre 2 anni in pazienti ospedalizzati (gravi) e domiciliari (lievi). Leggi tutto »

COVID-19: previsioni di nuova crescita, prospettive, varianti, l’attenzione e la prevenzione

 

COVID-19: previsioni di nuova crescita, le prospettive della malattia, le varianti e le loro caratteristiche, l’attenzione al virus e la prevenzione.

L’argomento COVID-19 non ci abbandona mai ed è giusto alle porte dell’inverno rinfrescare concetti masticati per 3 anni. Siamo alle porte dell’inverno 2022/2023 e la “variante Omicron”, che non ci ha mai lasciato, non ha alcuna voglia di abbandonarci. Tutte le previsioni degli infettivologi ed anche la mia impressione sono per una nuova crescita di casi di Covid-19, nelle prossime settimane.
Il continuo circolare del virus sta comunque potenziando le nostre difese immunitarie interne sia cellulari (linfocitarie e non solo) che anticorpali. E questa per tutto il genere umano è una buona notizia. Bisogna però continuare a guardare questo virus con grande prudenza perché comunque i “danni occulti” sui tessuti generali, inducendo infiammazione che cronicizza a lungo, i danni sul sistema immunitario, favorendo l’insorgenza e l’aggravamento di altre malattie infettive, i danni sul sistema nervoso, con meccanismi che rivedremo in altri articoli, e molti altri danni inapparenti, ci indeboliscono nel tempo il nostro organismo. La prudenza è quindi la virtù che ancora ci deve accompagnare.
Desidero in questo articolo fare nuovamente una sintesi ed una spiegazione sulla differenza tra “variante di interesse” e “variante di preoccupazione” del SARS-CoV-2.

Mutazioni del genoma e varianti del virus

In questi 3 anni di pandemia Covid-19 abbiamo imparato ed evidenziato un fenomeno che da sempre è stato presente in tutti i microrganismi in tutto il mondo. Il fenomeno è quello della mutazione del genoma, ed in particolare dei geni, le particelle che formano i cromosomi. E’ quindi normale che anche i virus modifichino il loro genoma, in modo puntiforme, (la modifica di alcuni geni), per evolversi man mano che diffondono tra le persone ed avere un vantaggio nella loro riproduzione. Quando il virus modifica il suo corredo genetico in modo significativo, cambiando alcune proteine di superfice, e alcune caratteristiche funzionali, quali la “capacità di diffusione”, differenziandosi dal virus originale, questa mutazione è nota come “variante”. E la “variante” è un vero e proprio nuovo virus.
Per identificare le varianti i ricercatori mappano il materiale genetico dei virus (sequenziamento) cercando le differenze tra i virus originari ed i virus mutati.
Per il virus SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, fin dall’inizio sono emerse mutazioni genetiche e quindi varianti che sono state identificate in molti paesi del mondo. E per ogni mutazione si è creato un virus poco o molto diverso da quelli precedenti.

VARIANTE DI INTERESSE: Viene denominata “variante di interesse” quel tipo di virus che presenta mutazioni che causano cambiamenti nel genoma significativi, variazioni che facilitano una circolazione ampia. Mi riferisco a virus che diffondono in molte popolazioni o trovata in molti paesi. OMS identifica queste varianti , classificandole di interesse, e continua a monitorarle per valutare le loro caratteristiche ed inserirle in caso in “varianti preoccupanti”.
VARIANTE DI PREOCCUPAZIONE: La “variante di preoccupazione”, ossia un virus mutato rispetto al virus originale, ha delle caratteristiche diverse e peggiorative, nei nostri confronti, come la caratteristica di una maggiore diffusione e la capacità di infettare più facilmente; può causare malattie più gravi ed una risposta dell’organismo infiammatoria sproporzionata; può sfuggire alla risposta immunitaria sia cellulare che anticorpale che l’organismo aveva nei confronti del virus originale, indotta anche dalle vaccinazioni; può diminuire l’efficacia degli strumenti preventivi messi in atto come misure di sanità pubblica, diagnostica, trattamenti ed anche le stesse vaccinazioni.

Il nome delle nuove varianti
Per identificare le varianti di SARS-CoV-2, OMS ha istituito una classificazione utilizzando  le lettere dell’alfabeto greco dal maggio 2021. Si è preferita questa denominazione all’iniziale identificazione del paese di origine (inglese, indiana, Sud Africana ed altre) per evitare di creare confusione visto che le varianti possono emergere ovunque e in qualsiasi momento.

Notizie sulla variante Omicron, la più diffusa ai giorni d’oggi.
Omicron
è’ una delle più recenti varianti di SARS-CoV-2, manifestatasi negli anni 2021/22, che si è diffusa velocemente in tutto il mondo ed ha avuto origine dal Sud Africa. E’ stata denominata variante B.1.1.529 ed è stata segnalata per la prima volta all’OMS il 24 novembre 2021. Classificata come “variante di preoccupazione”, per la sua capacità di diffusione, molto superiore alla altre esistenti precedentemente, il 26 novembre 2021. I ricercatori del Sudafrica, ed in seguito di tutto il mondo hanno individuato in questa variante un gran numero di mutazioni genetiche puntiformi che hanno causato un cambiamento delle proteine di superficie del virus favorendo la caratteristica diffusiva ed infettiva del virus, modificando nuovamente la caratteristica epidemiologica del virus del COVID-19. In pochi mesi Omicron con le sue sotto varianti si è diffuso in tutto il mondo.

Ogni variante, e quindi ogni serie di mutazioni di singoli o coppie di geni, è diversa dalle altre per caratteristiche infettive e di virulenza. La variante Omicron ha la caratteristica di avere un gran numero di mutazioni, rispetto al virus madre, SARS-CoV-e e gli altri virus mutati, che rendono il “nuovo virus” diverso da tutte altre varianti precedenti ed in circolazione.

Gli studi su Omicron e le sue sotto varianti hanno evidenziato la facilità nel diffondere ed infettare gli esseri umani. E’ considerato uno dei virus più diffusivi esistenti attualmente, anche più del virus del morbillo. Ha dimostrato di superare le difese immunitarie indotte dalla malattia, infezioni precedenti e soprattutto dalle vaccinazioni (anche con le 3 dosi). Non ha dimostrato di indurre sintomi più gravi e pericolosi nei confronti dei suoi virus predecessori. Ha come bersagli le cellule delle vie aeree superiori, meno quelle inferiori, ad anche le cellule dell’orletto intestinale, in modo più limitato anche cellule di altri organi. La serratura di entrata è sempre il complesso proteico ACE-2, porta di entrata del virus nella cellula. Il ciclo vaccinale completo (e dosi di vaccino), come già affermato impedisce l’avanzata dei fenomeni infiammatori, con il sopraggiungere della malattia grave, e invece non impedisce l’entrata del virus nelle cellule e quindi le ripetute infezioni a cui una persona può essere soggetta.

La prevenzione da sempre ha le stesse indicazioni

Alle porte dell’inverno e nella probabile crescita esponenziale dei casi di Omicron, o nuove varianti vale la pena ricordarci alcuni metodi di comportamento e protezione, anche perché il problema di questo virus è il trovarsi con altri microbi e quindi le Co-infezioni.

La coscienza di ciascuno, in modo libero e senza costrizioni, ci spinge a mantenere il buono stato di salute e ci sprona a comportarci in modo saggio e ancora prudente. Il virus circola e la pandemia non è finita e quindi:

  • L’abitudine di mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri, negli ambienti chiusi, ci evita problemi di contaminazione con microrganismi aggressivi (oltre il Covid-19 anche l’influenza, le polmoniti da meningococco, da virus sinciziale, tutti virus tipici invernali).
  • L’abitudine in ambienti piccoli, affollati, con poco ricircolo di aria di portare con noi la mascherina ed indossarla quando lo ritieniamo necessario. Non obbligo ma saggia abitudine;
  • Aprire di tanto in tanto le finestre per favorire un ricircolo di aria. Ricordate gli ambienti areati e soleggiati per evitare il contagio della tubercolosi. La storia si ripete;
  • Evitare quanto tossiamo o starnutiamo di diffondere “goccioline di respiro infette” Tossisci sul gomito o su un fazzoletto.
  • Da sempre nella storia dell’uomo il lavaggio delle mani è stato un mezzo per evitare la diffusione delle malattie. Ritorniamo ai consigli dei medici greci e latini che avevano capito che toccare e toccarsi con le mani sporche era motivo di diffusione del morbo.
  • Da sempre, da quando i vaccini sono stati scoperti, le campagne vaccinali hanno ridotto le malattie specifiche. Le grandi decimazioni dei secoli passati non ci sono più state da quando la scienza ci ha messo a disposizione armi come vaccini e farmaci. Chiediamo sempre consiglio al notro medico, cerchiamo un conoscitore della materia ma non allontaniamoci dalla buona abitudine di effettuare i primi cicli di vaccinazione ed i richiami successivi indicati dalla ricerca immunologica.

I soliti piccoli accorgimenti, comportamenti prudenziali che in questo periodo ci possono proteggere.

dr. Paolo Meo
medico infettivologo

COVID-19: previsioni di nuova crescita, prospettive, varianti, l’attenzione e la prevenzione Leggi tutto »

Un futuro senza zanzare?

Le zanzare geneticamente modificate per fermare le malattie superano i primi test.

di Lisa Rapaport da: medscape.com

Le zanzare geneticamente modificate rilasciate negli Stati Uniti sembrano aver superato un primo test che suggerisce che un giorno potrebbero contribuire a ridurre la popolazione di insetti che trasmettono malattie infettive.

Nell’ambito del test, gli scienziati hanno rilasciato quasi 5 milioni di zanzare maschio Aedes aegypti geneticamente modificate nel corso di 7 mesi nelle Florida Keys.

Le zanzare maschio non pungono le persone e anche queste sono state modificate in modo da trasmettere alla prole femminile un gene che le fa morire prima di potersi riprodurre. In teoria, questo significa che la popolazione di zanzare Aedes aegypti si estinguerebbe nel tempo, in modo da non diffondere più malattie.

L’obiettivo di questo progetto pilota in Florida era quello di verificare se queste zanzare maschio geneticamente modificate potessero accoppiarsi con successo con le femmine in natura e di confermare se la loro prole femminile sarebbe effettivamente morta prima di potersi riprodurre. Oxitec, l’azienda biotecnologica che ha sviluppato queste zanzare Aedes aegypti modificate, ha dichiarato in un webinar che l’esperimento è stato un successo per entrambi gli aspetti.

Secondo il CDC, le zanzare Aedes aegypti possono diffondere all’uomo diverse gravi malattie infettive, tra cui dengue, Zika, febbre gialla e chikungunya.

I test preliminari delle zanzare geneticamente modificate non sono stati concepiti per determinare se questi insetti ingegnerizzati possano fermare la diffusione di queste malattie. L’obiettivo dei test iniziali era semplicemente quello di vedere come si svolgeva la riproduzione una volta che i maschi geneticamente modificati erano stati rilasciati.

Secondo l’azienda, i maschi geneticamente modificati si sono accoppiati con successo con le femmine in natura. Gli scienziati hanno raccolto più di 22.000 uova deposte da queste femmine da trappole posizionate in tutta la comunità in luoghi come vasi da fiori e bidoni della spazzatura.

In laboratorio, i ricercatori hanno confermato che le femmine nate da questi accoppiamenti hanno ereditato un gene letale progettato per causarne la morte prima dell’età adulta. Gli scienziati hanno anche scoperto che il gene letale veniva trasmesso alla prole femminile attraverso più generazioni.

(Articolo completo in lingua inglese qui)

Un futuro senza zanzare? Leggi tutto »

error: Il contenuto di questo sito è protetto!
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e
C e s m e t . c o m C l i n i c a d e l V i a g g i a t o r e