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ChatGPT – Tutti ne parlano – Ma cos’é?

ChatGPT è un software di intelligenza artificiale che può dialogare via internet con l’utente su vari argomenti

Per le vostre prove ChatGPT è raggiungibile qui: https://chat.openai.com/chat

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Abbiamo chiesto direttamente all’intelligenza artificiale di ‘descriversi’ per questo articolo; ecco la risposta:

Clinica del Viaggiatore: Ciao, puoi descriverti per il mio blog?

ChatGPT4: Ciao! Sarei felice di aiutarti a descrivermi per il tuo blog.

Titolo: ChatGPT: L’intelligenza artificiale che migliora le conversazioni

Introduzione: ChatGPT è un’intelligenza artificiale (AI) avanzata sviluppata da OpenAI, un’organizzazione di ricerca con lo scopo di garantire che l’intelligenza artificiale generale (AGI) sia un bene per tutta l’umanità. Basato sul modello di apprendimento automatico GPT, ChatGPT è stato progettato per migliorare le conversazioni e fornire informazioni utili in una vasta gamma di argomenti e contesti.

Caratteristiche principali:

  1. Linguaggio naturale: ChatGPT è in grado di comprendere e generare testo in linguaggio naturale, il che lo rende un partner di conversazione versatile e amichevole.
  2. Ampia conoscenza: ChatGPT è stato addestrato su una vasta gamma di argomenti, dalla scienza alla letteratura, dall’arte alla tecnologia. Tuttavia, è importante notare che la sua conoscenza si ferma a settembre 2021, quindi potrebbe non essere a conoscenza degli eventi o delle scoperte più recenti.
  3. Applicazioni diverse: ChatGPT può essere utilizzato per una varietà di scopi, come rispondere a domande, fornire spiegazioni, creare contenuti scritti, e persino per scopi educativi.
  4. Adattabilità: ChatGPT può essere facilmente integrato in vari sistemi e applicazioni, grazie alle sue API e all’interfaccia utente user-friendly.

Limitazioni:

  1. Conoscenza limitata: ChatGPT non è a conoscenza degli eventi o delle informazioni emerse dopo settembre 2021.
  2. Affidabilità: Nonostante sia stato addestrato su un’ampia gamma di argomenti, ChatGPT può occasionalmente fornire informazioni inesatte o fuorvianti. Pertanto, è importante verificare le informazioni fornite dall’AI con fonti attendibili.
  3. Ripetizioni e ambiguità: ChatGPT può a volte generare risposte ripetitive o ambigue, a causa delle limitazioni nel suo algoritmo e nella comprensione del contesto.

In conclusione, ChatGPT è un’intelligenza artificiale avanzata che può migliorare le conversazioni e fornire informazioni utili su una vasta gamma di argomenti. Tuttavia, è importante tenere presente le sue limitazioni e verificare le informazioni fornite con fonti attendibili.”

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Ora elenchiamo alcune cose relative al ‘motore’ di ChatGPT4 (chiaramente la nuova versione, la 4, si basa sul notevole lavoro fatto per la versione 3, e lo migliora di molto)

ChatGPT è una variante del popolare modello linguistico chiamato GPT (Generative Pre-trained Transformer).

È stato progettato per generare risposte simili a quelle umane all’input di testo in un contesto di conversazione. Lo scopo principale di ChatGPT è quello di consentire la comunicazione in linguaggio naturale tra esseri umani e sistemi di intelligenza artificiale (AI).

Che cos’è GPT-3?

GPT-3 è un modello linguistico all’avanguardia sviluppato da OpenAI. Si basa sull’architettura Transformer, un tipo di rete neurale particolarmente adatto all’elaborazione del linguaggio naturale. GPT-3 è stato addestrato su un enorme insieme di pagine web, libri e altri testi ed è in grado di generare testi simili a quelli umani prevedendo la parola successiva in una sequenza basata sul contesto delle parole precedenti.

Sviluppatore/i: OpenAI
Rilascio iniziale: 30 novembre 2022
Tipo: Chatbot di intelligenza artificiale
Licenza: Proprietaria
Sito web: chat.openai.com

Cos’è l’architettura Transformer?

L’architettura Transformer è un tipo di rete neurale introdotta nel 2017 da Vaswani et al. È progettata per elaborare dati sequenziali, come il linguaggio naturale, utilizzando meccanismi di autoattenzione per ponderare l’importanza dei diversi elementi in ingresso. Ciò consente alla rete di catturare efficacemente le dipendenze a lungo raggio tra le parole, essenziali per le attività di elaborazione del linguaggio naturale.

Come funziona ChatGPT?

ChatGPT funziona prendendo un input di testo e generando una risposta basata sul contesto della conversazione. A tal fine, utilizza l’architettura Transformer per elaborare il testo in ingresso e generare una distribuzione di probabilità sulle possibili parole successive. Seleziona quindi la parola successiva più probabile in base a questa distribuzione e continua a generare testo finché non raggiunge la lunghezza desiderata.

Una delle caratteristiche principali di ChatGPT è che è in grado di mantenere un senso di contesto e di coerenza nella conversazione. Questo perché è stato addestrato su un ampio set di conversazioni del mondo reale, che gli consente di apprendere la struttura e gli schemi della conversazione umana.

Applicazioni di ChatGPT

Le applicazioni potenziali di ChatGPT sono molteplici, tra cui:

Servizio clienti: ChatGPT può essere utilizzato per fornire un servizio clienti personalizzato ed efficiente, rispondendo alle domande e risolvendo i problemi in tempo reale.
Assistenti personali: ChatGPT può essere utilizzato come assistente personale per svolgere compiti quali la programmazione di appuntamenti, l’effettuazione di prenotazioni e la fornitura di informazioni.
Traduzione linguistica: ChatGPT può essere utilizzato per tradurre le conversazioni tra diverse lingue in tempo reale, consentendo agli utenti di comunicare con persone che parlano lingue diverse.
Istruzione: ChatGPT può essere utilizzato per fornire tutoraggio e feedback personalizzati agli studenti, consentendo loro di imparare al proprio ritmo e in modo più coinvolgente.

Limitazioni di ChatGPT

Nonostante le sue impressionanti capacità, ChatGPT ha alcuni limiti che devono essere considerati:

Bias: come ogni modello di apprendimento automatico, ChatGPT è buono solo quanto i dati su cui viene addestrato. Se i dati di addestramento contengono delle distorsioni, ChatGPT può mostrare tali distorsioni anche nelle sue risposte. Ad esempio, potrebbe generare risposte razziste, sessiste o comunque offensive se i dati di addestramento contengono questo tipo di esempi.
Mancanza di buon senso: ChatGPT non ha un senso comune o una conoscenza generale del mondo, il che può portarlo a generare risposte senza senso o errate. Ad esempio, se gli viene chiesto di parlare di un argomento che non conosce, può generare una risposta non correlata o imprecisa.
Creatività limitata: ChatGPT non è in grado di generare risposte veramente nuove o creative, poiché è in grado di generare testo solo in base agli schemi e alle strutture che ha appreso dai dati di addestramento.

Conclusioni:

In sintesi, ChatGPT è un chatbot basato sull’intelligenza artificiale che può essere utilizzato per creare conversazioni coinvolgenti e personalizzate con gli utenti. È uno strumento potente che le aziende possono utilizzare per il servizio clienti, il marketing e altro ancora. ChatGPT può aiutare le aziende a ridurre i costi del servizio clienti e a generare più contatti, oltre a fornire un’esperienza più coinvolgente ai clienti. Il chatbot può anche contribuire a creare un rapporto più personale con i clienti, in quanto può ricordare le interazioni passate e rispondere in modo più personalizzato.

Per le vostre prove ChatGPT è raggiungibile qui: https://chat.openai.com/chat

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I segreti per invecchiare bene: i ricercatori scoprono i fattori legati a un invecchiamento ottimale

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: scitechdaily.com

Quali sono le chiavi per un invecchiamento “di successo” o ottimale? Un nuovo studio ha seguito più di 7.000 canadesi di mezza età e anziani per circa tre anni per identificare i fattori legati al benessere durante l’invecchiamento.

Hanno scoperto che coloro che erano di sesso femminile, sposati, fisicamente attivi e non obesi e coloro che non avevano mai fumato, avevano un reddito più alto e non soffrivano di insonnia, malattie cardiache o artrite, avevano maggiori probabilità di mantenere una salute eccellente durante il periodo di studio e minori probabilità di sviluppare problemi cognitivi, fisici o emotivi invalidanti.

Come base di partenza, i ricercatori hanno selezionato partecipanti che godevano di ottima salute all’inizio del periodo di studio di circa tre anni. Questo includeva l’assenza di problemi di memoria o di dolore cronico invalidante, la libertà da qualsiasi grave malattia mentale e l’assenza di disabilità fisiche che limitassero le attività quotidiane, nonché la presenza di un adeguato supporto sociale e di alti livelli di felicità e soddisfazione di vita.

“Siamo stati sorpresi e felici di apprendere che oltre il 70% del nostro campione ha mantenuto un eccellente stato di salute per tutto il periodo dello studio”, afferma la prima autrice, Mabel Ho, dottoranda presso la Facoltà di lavoro sociale Factor-Inwentash dell’Università di Toronto (FIFSW) e l’Istituto del corso di vita e dell’invecchiamento. “I nostri risultati sottolineano l’importanza di un approccio all’invecchiamento e agli anziani basato sui punti di forza piuttosto che sui deficit. I media e la ricerca tendono a ignorare gli aspetti positivi e a concentrarsi solo sui problemi”.

La prevalenza del successo dell’invecchiamento varia notevolmente in base all’età degli intervistati all’inizio dello studio. Tre quarti degli intervistati di età compresa tra i 55 e i 64 anni all’inizio del periodo di studio hanno mantenuto una salute eccellente per tutta la durata dello studio. Tra gli intervistati di età pari o superiore a 80 anni, circa la metà ha mantenuto una salute eccellente.

“È notevole che la metà degli anziani di 80 anni e più abbia mantenuto questo livello estremamente elevato di benessere cognitivo, fisico ed emotivo durante i tre anni dello studio. È una notizia meravigliosa per gli anziani e le loro famiglie che potrebbero prevedere che il declino precipitoso sia inevitabile per chi ha 80 anni o più”, afferma Mabel Ho. “Comprendendo i fattori associati a un invecchiamento di successo, possiamo lavorare con gli anziani, le famiglie, gli operatori, i politici e i ricercatori per creare un ambiente che supporti un’età avanzata vivace e sana”.

Gli anziani obesi avevano meno probabilità di mantenere una buona salute in età avanzata. Rispetto agli anziani obesi, quelli con un peso normale avevano il 24% di probabilità in più di invecchiare in modo ottimale.

“I nostri risultati sono in linea con quelli di altri studi che hanno rilevato come l’obesità fosse correlata a una serie di sintomi fisici e problemi cognitivi e che anche l’attività fisica svolge un ruolo fondamentale per un invecchiamento ottimale”, afferma il coautore David Burnes, professore associato presso il FIFSW dell’Università di Toronto e titolare di una cattedra di ricerca canadese sulla prevenzione dei maltrattamenti degli anziani. “Questi risultati evidenziano l’importanza di mantenere un peso adeguato e di impegnarsi in uno stile di vita attivo per tutto il corso della vita”.

Anche il reddito è un fattore importante. Solo circa la metà di coloro che si trovano al di sotto della soglia di povertà invecchia in modo ottimale, rispetto ai tre quarti di coloro che vivono al di sopra della soglia di povertà.

“Sebbene il nostro studio non fornisca informazioni sul perché il basso reddito sia importante, è possibile che un reddito insufficiente causi stress e limiti anche le scelte salutari, come un’alimentazione ottimale. Sono necessarie ricerche future per esplorare ulteriormente questa relazione”, afferma l’autrice senior Esme Fuller-Thomson, direttrice dell’Institute for Life Course & Aging e professoressa presso la facoltà di lavoro sociale Factor-Inwentash dell’Università di Toronto.

I fattori dello stile di vita sono associati a una salute ottimale in età avanzata. Gli anziani che non hanno mai fumato hanno il 46% di probabilità in più di mantenere uno stato di salute eccellente rispetto ai fumatori attuali. Studi precedenti hanno dimostrato che smettere di fumare in età avanzata può migliorare le statistiche di sopravvivenza, la funzionalità polmonare e la qualità della vita, abbassare i tassi di eventi coronarici e ridurre i sintomi respiratori. Lo studio ha rilevato che gli ex fumatori se la cavano altrettanto bene di coloro che non hanno mai fumato, sottolineando che non è mai troppo tardi per smettere.

Lo studio ha anche rilevato che l’attività fisica è importante per mantenere una buona salute in età avanzata. Gli anziani che svolgevano un’attività fisica da moderata a intensa avevano rispettivamente il 35% e il 45% di probabilità in più di invecchiare bene.

I risultati hanno indicato che gli intervistati che non hanno mai o raramente avuto problemi di sonno al basale avevano il 29% in più di probabilità di mantenere una salute eccellente nel corso dello studio.

“È chiaro che dormire bene è un fattore importante quando si invecchia. I problemi di sonno compromettono la salute cognitiva, mentale e fisica. Esistono forti evidenze che un intervento chiamato terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) sia molto utile per le persone che soffrono di insonnia”, afferma Esme Fuller-Thomson.

Lo studio è stato recentemente pubblicato online, sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Utilizza i dati longitudinali dell’ondata di base (2011-2015) e della prima ondata di follow-up (2015-2018) dei dati del Canadian Longitudinal Study on Aging (CLSA) per esaminare i fattori associati a un invecchiamento ottimale nelle prime due ondate. Nel CLSA, gli intervistati di età pari o superiore a 60 anni alla seconda ondata erano 7.651 e godevano di ottima salute durante l’ondata iniziale di raccolta dati. Il campione è stato ristretto a coloro che erano in ottima salute al basale, ovvero solo il 45% degli intervistati.

 

Articolo in inglese qui

 

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PRIMA PILLOLA DIGITALE. VIA LIBERA DELL’FDA IN USA

Pillola digitale o pillola intelligente. Una vera “Innovazione in Medicina 2.0. Via libera da FDA alla prima pillola digitale e tracciabile all’interno del nostro organismo.

Un obiettivo raggiunto da questa tecnologia. Il sensore rileva se prendi o non prendi le medicine, se ne accorge e ti avvisa fornendoti un allarme. L’informazione giunge anche al medico curante che può intervenire. 

Guarda il video di come funziona questa innovazione medica

La FDA americana, l’organo di controllo dei farmaci in USA, ha approvato l’uso della prima “pillola digitale” contenente un microchip che, una volta ingerita, fornisce informazioni sul suo utilizzo e volendo controlla il tuo stato di salute. Fino ad ora “Il chip ingeribile con la pasticca era stato approvato solo per fini sperimentali”.  Recentemente è stata fornita la compressa digitale con la prima molecola attiva.

Praticamente questa pasticca comunica con l’esterno potendo essere rilevata da un dispositivo di controllo. Potremo arrivare al controllo della assunzione dei farmaci, che se assunti comunicano il loro passaggio nello stomaco. La compressa viene tracciata e diventa molto più difficile dimenticarsi di prendere le medicine. Cosa che accade di frequentemente nei malati cronici, quali i cardiopatici o i diabetici. Non solo il medico curante avrà la possibilità di seguire l’assunzione dei farmaci da parte dei propri pazienti, ed intervenire in caso di dimenticanza o di scarsa collaborazione da parte del paziente.
Dalla fase di sperimentazione con l’utilizzo di pasticche con placebo siamo passati alla fase operativa:

 Dalla sperimentazione alla prima fase pratica in USA.

In USA “Abilify myCite” è il primo farmaco con un monitoraggio digitale dell’ingestione approvato da FDA. La prima compressa utilizzata è quella di aripiprazolo, contenete un sensore IEM. L’aripiprazolo viene utilizzato nel trattamento della schizofrenia.

 

Futuro biomedico di questa tecnologia “del presente”:
Le prossime applicazioni di questa tecnologia biomedica sono infinite.
La prima applicazione è proprio il controllo sull’effettiva assunzione dei farmaci. Questa tecnica potrà essere usata anche per monitorare alcuni parametri dell’organismo quali la temperatura interna (controllo della febbre e delle sue variazioni, rilevata digitalmente, oppure tenere sotto controllo la quantità e la qualità dei succhi gastrici.
Sempre con questo sistema di ingestione di micro chip si potrebbero anche iniettare e monitorare farmaci “digitali” in via venosa e effettuare controlli di parametri biochimici e le loro variazioni nel tempo senza fare alcun prelievo.
Il micro chip inserito potrà inviare ad una piattaforma, controllata dal medico curante, i parametri richiesti, quali livelli di globuli bianche, rossi o piastrine, della glicemia e molti altri parametri ematochimici. Siamo in piena fantascienzav… ma non più. Quello che un tempo erano sogni o idee, sono diventate realtà. L’importante controllarne il corretto utilizzo.

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Sintomi post COVID-19: presenza e persistenza per oltre 2 anni in pazienti ospedalizzati (gravi) e domiciliari (lievi).

Valutazione e confronto sulla persistenza dei sintomi post-COVID-19, dopo alcuni mesi dalla prima infezione da SARS-CoV-2 e a distanza di 2 anni dopo l’infezione, tra pazienti ospedalizzati rispetto a pazienti non ospedalizzati

César Fernández-de-las-Peñas, PT, PhD1; e coll.

Rete JAMA aperta. 2022;5(11):e2242106. doi:10.1001/jamannetworkopen.2022.42106

La recente ricerca effettuata a distanza di 2 anni dall’inizio della pandemia, eseguita da César Fernández-de-las-Peñas, PT, PhD e coll., evidenzia una questione molto rilevante insorta in una percentuale importante di persone affette da Covid-19, ovvero quali sono i sintomi prevalenti nel post-COVID-19, tra i pazienti ricoverati in ospedale e quelli trattati domiciliarmente e quanto persistono nel tempo.

Risultati 
Lo studio effettuato su un campione di pazienti ha messo in evidenza che dopo 2 anni dall’infezione acuta di Covid-19:
nei pazienti ospedalizzati la presenza di almeno 1 sintomo post-COVID-19 è del 59,7%
– nei pazienti domiciliari la percentuale è del 67,5%;

Significato:
i risultati della ricerca evidenziano che le percentuali di presenza e persistenza di sintomi, tipici del post e long Covid, sono sovrapponibili tra i pazienti ospedalizzati e i pazienti trattati domiciliarmente. Queste evidenze ci devono far riflettere sulla importanza delle sequele da Covid-19 che sono presenti, in una alta percentuale, comparabile tra le due categorie, ossia in entrambi i campioni delle persone esaminate.

Conclusioni: 
Lo studio, tra i primi del suo genere, evidenzia come sia in persone con Covid-19 grave, tale da necessitare ricovero, sia in pazienti con sintomi lievi, e trattati domiciliarmente, i sintomi si equivalgono e si protraggono nel tempo. In questo caso dopo due anni si è visto come i sintomi sono ancora presenti.   Sono state identificate piccole differenze non significative, dei sintomi all’insorgenza di COVID-19 tra pazienti ospedalizzati e non ospedalizzati. I sintomi post-COVID-19 erano simili e comparabili tra pazienti ospedalizzati e non ospedalizzati;

Sono mancati nella costruzione del lavoro l’inclusione di controlli (pazienti) che non hanno avuto la malattia del Covid. Questo limita in parte la possibilità di valutare i sintomi presenti nei malati di covid ed un campione di persone sane. I prossimi studi sul perdurare dei sintomi nel long Covid dovranno includere sicuramente una popolazione di controllo non infettate da SARS-CoV-2.

 

Published: 26 November 2022 LEGGI LAVORO COMPLETO SU CLINICAL INFECTIOUS DISEASE   

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COVID-19: previsioni di nuova crescita, prospettive, varianti, l’attenzione e la prevenzione

 

COVID-19: previsioni di nuova crescita, le prospettive della malattia, le varianti e le loro caratteristiche, l’attenzione al virus e la prevenzione.

L’argomento COVID-19 non ci abbandona mai ed è giusto alle porte dell’inverno rinfrescare concetti masticati per 3 anni. Siamo alle porte dell’inverno 2022/2023 e la “variante Omicron”, che non ci ha mai lasciato, non ha alcuna voglia di abbandonarci. Tutte le previsioni degli infettivologi ed anche la mia impressione sono per una nuova crescita di casi di Covid-19, nelle prossime settimane.
Il continuo circolare del virus sta comunque potenziando le nostre difese immunitarie interne sia cellulari (linfocitarie e non solo) che anticorpali. E questa per tutto il genere umano è una buona notizia. Bisogna però continuare a guardare questo virus con grande prudenza perché comunque i “danni occulti” sui tessuti generali, inducendo infiammazione che cronicizza a lungo, i danni sul sistema immunitario, favorendo l’insorgenza e l’aggravamento di altre malattie infettive, i danni sul sistema nervoso, con meccanismi che rivedremo in altri articoli, e molti altri danni inapparenti, ci indeboliscono nel tempo il nostro organismo. La prudenza è quindi la virtù che ancora ci deve accompagnare.
Desidero in questo articolo fare nuovamente una sintesi ed una spiegazione sulla differenza tra “variante di interesse” e “variante di preoccupazione” del SARS-CoV-2.

Mutazioni del genoma e varianti del virus

In questi 3 anni di pandemia Covid-19 abbiamo imparato ed evidenziato un fenomeno che da sempre è stato presente in tutti i microrganismi in tutto il mondo. Il fenomeno è quello della mutazione del genoma, ed in particolare dei geni, le particelle che formano i cromosomi. E’ quindi normale che anche i virus modifichino il loro genoma, in modo puntiforme, (la modifica di alcuni geni), per evolversi man mano che diffondono tra le persone ed avere un vantaggio nella loro riproduzione. Quando il virus modifica il suo corredo genetico in modo significativo, cambiando alcune proteine di superfice, e alcune caratteristiche funzionali, quali la “capacità di diffusione”, differenziandosi dal virus originale, questa mutazione è nota come “variante”. E la “variante” è un vero e proprio nuovo virus.
Per identificare le varianti i ricercatori mappano il materiale genetico dei virus (sequenziamento) cercando le differenze tra i virus originari ed i virus mutati.
Per il virus SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, fin dall’inizio sono emerse mutazioni genetiche e quindi varianti che sono state identificate in molti paesi del mondo. E per ogni mutazione si è creato un virus poco o molto diverso da quelli precedenti.

VARIANTE DI INTERESSE: Viene denominata “variante di interesse” quel tipo di virus che presenta mutazioni che causano cambiamenti nel genoma significativi, variazioni che facilitano una circolazione ampia. Mi riferisco a virus che diffondono in molte popolazioni o trovata in molti paesi. OMS identifica queste varianti , classificandole di interesse, e continua a monitorarle per valutare le loro caratteristiche ed inserirle in caso in “varianti preoccupanti”.
VARIANTE DI PREOCCUPAZIONE: La “variante di preoccupazione”, ossia un virus mutato rispetto al virus originale, ha delle caratteristiche diverse e peggiorative, nei nostri confronti, come la caratteristica di una maggiore diffusione e la capacità di infettare più facilmente; può causare malattie più gravi ed una risposta dell’organismo infiammatoria sproporzionata; può sfuggire alla risposta immunitaria sia cellulare che anticorpale che l’organismo aveva nei confronti del virus originale, indotta anche dalle vaccinazioni; può diminuire l’efficacia degli strumenti preventivi messi in atto come misure di sanità pubblica, diagnostica, trattamenti ed anche le stesse vaccinazioni.

Il nome delle nuove varianti
Per identificare le varianti di SARS-CoV-2, OMS ha istituito una classificazione utilizzando  le lettere dell’alfabeto greco dal maggio 2021. Si è preferita questa denominazione all’iniziale identificazione del paese di origine (inglese, indiana, Sud Africana ed altre) per evitare di creare confusione visto che le varianti possono emergere ovunque e in qualsiasi momento.

Notizie sulla variante Omicron, la più diffusa ai giorni d’oggi.
Omicron
è’ una delle più recenti varianti di SARS-CoV-2, manifestatasi negli anni 2021/22, che si è diffusa velocemente in tutto il mondo ed ha avuto origine dal Sud Africa. E’ stata denominata variante B.1.1.529 ed è stata segnalata per la prima volta all’OMS il 24 novembre 2021. Classificata come “variante di preoccupazione”, per la sua capacità di diffusione, molto superiore alla altre esistenti precedentemente, il 26 novembre 2021. I ricercatori del Sudafrica, ed in seguito di tutto il mondo hanno individuato in questa variante un gran numero di mutazioni genetiche puntiformi che hanno causato un cambiamento delle proteine di superficie del virus favorendo la caratteristica diffusiva ed infettiva del virus, modificando nuovamente la caratteristica epidemiologica del virus del COVID-19. In pochi mesi Omicron con le sue sotto varianti si è diffuso in tutto il mondo.

Ogni variante, e quindi ogni serie di mutazioni di singoli o coppie di geni, è diversa dalle altre per caratteristiche infettive e di virulenza. La variante Omicron ha la caratteristica di avere un gran numero di mutazioni, rispetto al virus madre, SARS-CoV-e e gli altri virus mutati, che rendono il “nuovo virus” diverso da tutte altre varianti precedenti ed in circolazione.

Gli studi su Omicron e le sue sotto varianti hanno evidenziato la facilità nel diffondere ed infettare gli esseri umani. E’ considerato uno dei virus più diffusivi esistenti attualmente, anche più del virus del morbillo. Ha dimostrato di superare le difese immunitarie indotte dalla malattia, infezioni precedenti e soprattutto dalle vaccinazioni (anche con le 3 dosi). Non ha dimostrato di indurre sintomi più gravi e pericolosi nei confronti dei suoi virus predecessori. Ha come bersagli le cellule delle vie aeree superiori, meno quelle inferiori, ad anche le cellule dell’orletto intestinale, in modo più limitato anche cellule di altri organi. La serratura di entrata è sempre il complesso proteico ACE-2, porta di entrata del virus nella cellula. Il ciclo vaccinale completo (e dosi di vaccino), come già affermato impedisce l’avanzata dei fenomeni infiammatori, con il sopraggiungere della malattia grave, e invece non impedisce l’entrata del virus nelle cellule e quindi le ripetute infezioni a cui una persona può essere soggetta.

La prevenzione da sempre ha le stesse indicazioni

Alle porte dell’inverno e nella probabile crescita esponenziale dei casi di Omicron, o nuove varianti vale la pena ricordarci alcuni metodi di comportamento e protezione, anche perché il problema di questo virus è il trovarsi con altri microbi e quindi le Co-infezioni.

La coscienza di ciascuno, in modo libero e senza costrizioni, ci spinge a mantenere il buono stato di salute e ci sprona a comportarci in modo saggio e ancora prudente. Il virus circola e la pandemia non è finita e quindi:

  • L’abitudine di mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri, negli ambienti chiusi, ci evita problemi di contaminazione con microrganismi aggressivi (oltre il Covid-19 anche l’influenza, le polmoniti da meningococco, da virus sinciziale, tutti virus tipici invernali).
  • L’abitudine in ambienti piccoli, affollati, con poco ricircolo di aria di portare con noi la mascherina ed indossarla quando lo ritieniamo necessario. Non obbligo ma saggia abitudine;
  • Aprire di tanto in tanto le finestre per favorire un ricircolo di aria. Ricordate gli ambienti areati e soleggiati per evitare il contagio della tubercolosi. La storia si ripete;
  • Evitare quanto tossiamo o starnutiamo di diffondere “goccioline di respiro infette” Tossisci sul gomito o su un fazzoletto.
  • Da sempre nella storia dell’uomo il lavaggio delle mani è stato un mezzo per evitare la diffusione delle malattie. Ritorniamo ai consigli dei medici greci e latini che avevano capito che toccare e toccarsi con le mani sporche era motivo di diffusione del morbo.
  • Da sempre, da quando i vaccini sono stati scoperti, le campagne vaccinali hanno ridotto le malattie specifiche. Le grandi decimazioni dei secoli passati non ci sono più state da quando la scienza ci ha messo a disposizione armi come vaccini e farmaci. Chiediamo sempre consiglio al notro medico, cerchiamo un conoscitore della materia ma non allontaniamoci dalla buona abitudine di effettuare i primi cicli di vaccinazione ed i richiami successivi indicati dalla ricerca immunologica.

I soliti piccoli accorgimenti, comportamenti prudenziali che in questo periodo ci possono proteggere.

dr. Paolo Meo
medico infettivologo

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Un futuro senza zanzare?

Le zanzare geneticamente modificate per fermare le malattie superano i primi test.

di Lisa Rapaport da: medscape.com

Le zanzare geneticamente modificate rilasciate negli Stati Uniti sembrano aver superato un primo test che suggerisce che un giorno potrebbero contribuire a ridurre la popolazione di insetti che trasmettono malattie infettive.

Nell’ambito del test, gli scienziati hanno rilasciato quasi 5 milioni di zanzare maschio Aedes aegypti geneticamente modificate nel corso di 7 mesi nelle Florida Keys.

Le zanzare maschio non pungono le persone e anche queste sono state modificate in modo da trasmettere alla prole femminile un gene che le fa morire prima di potersi riprodurre. In teoria, questo significa che la popolazione di zanzare Aedes aegypti si estinguerebbe nel tempo, in modo da non diffondere più malattie.

L’obiettivo di questo progetto pilota in Florida era quello di verificare se queste zanzare maschio geneticamente modificate potessero accoppiarsi con successo con le femmine in natura e di confermare se la loro prole femminile sarebbe effettivamente morta prima di potersi riprodurre. Oxitec, l’azienda biotecnologica che ha sviluppato queste zanzare Aedes aegypti modificate, ha dichiarato in un webinar che l’esperimento è stato un successo per entrambi gli aspetti.

Secondo il CDC, le zanzare Aedes aegypti possono diffondere all’uomo diverse gravi malattie infettive, tra cui dengue, Zika, febbre gialla e chikungunya.

I test preliminari delle zanzare geneticamente modificate non sono stati concepiti per determinare se questi insetti ingegnerizzati possano fermare la diffusione di queste malattie. L’obiettivo dei test iniziali era semplicemente quello di vedere come si svolgeva la riproduzione una volta che i maschi geneticamente modificati erano stati rilasciati.

Secondo l’azienda, i maschi geneticamente modificati si sono accoppiati con successo con le femmine in natura. Gli scienziati hanno raccolto più di 22.000 uova deposte da queste femmine da trappole posizionate in tutta la comunità in luoghi come vasi da fiori e bidoni della spazzatura.

In laboratorio, i ricercatori hanno confermato che le femmine nate da questi accoppiamenti hanno ereditato un gene letale progettato per causarne la morte prima dell’età adulta. Gli scienziati hanno anche scoperto che il gene letale veniva trasmesso alla prole femminile attraverso più generazioni.

(Articolo completo in lingua inglese qui)

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Realtà virtuale per ritardare la demenza senile

I giochi con esercizi fisici usando la realtà virtuale potrebbero offrire speranza per ritardare la demenza

La ricerca suggerisce che i giochi di realtà virtuale che combinano attività fisica e allenamento del cervello possono aiutare a rallentare il declino cognitivo negli anziani.

 

Andrea Rice da: cnet.com

L’ exergaming di realtà virtuale  è esploso in popolarità negli ultimi anni, con più persone che si allenano utilizzando PlayStation RV o visori Oculus  e giocando a giochi come Beat Saber e Supernatural . Meno noto è l’impatto che l’exergaming RV può avere sul miglioramento della funzione cognitiva negli anziani.

La crescente ricerca, tuttavia, suggerisce che l’exergaming RV, o “gamercising”, può aiutare a rallentare il declino cognitivo, che potrebbe avere un impatto importante sulla salute e sulla qualità della vita degli anziani.

Il National Institute on Aging riferisce che un lieve declino cognitivo porta spesso al morbo di Alzheimer  o ad altre demenze . L’Alzheimer colpisce fino a 5,8 milioni di persone negli Stati Uniti e, sebbene non esista una cura, l’ evoluzione della ricerca  ci sta aiutando a capire meglio come trattare e prevenire il deterioramento cognitivo legato all’età.

Le terapie di realtà virtuale sono note per i loro benefici per la salute fisica e mentale . E, a quanto pare, possono succedere cose straordinarie quando il corpo e la mente lavorano insieme.

Che cos’è l’exergaming RV?

L’exergaming RV combina un ambiente di realtà virtuale con un videogioco. La maggior parte degli exergame RV vengono forniti in formato 2D, ma poiché i visori RV sono diventati più accessibili, anche gli exergame 3D stanno guadagnando popolarità grazie al crescente interesse per il miglioramento della salute e del benessere.

I vantaggi dell’exergaming RV

Un sondaggio del 2021 su oltre 600 partecipanti mostra che l’uso ricreativo della realtà virtuale, compreso l’exergaming, è stato benefico per il benessere mentale e fisico durante i blocchi e le restrizioni COVID-19.

Mentre giocare a un exergame RV a casa è un modo facile e divertente per fare esercizio, è anche sempre più utilizzato dai professionisti della medicina e della riabilitazione e offre ai pazienti un’opzione per un esercizio sicuro a casa sotto una supervisione minima.

Come il movimento può influenzare la salute del cervello

L’exergaming RV si sta rivelando promettente per la prevenzione della perdita di memoria negli studi di ricerca . Secondo Glatt e la ricerca scientifica emergente , ci sono potenziali benefici per demenze come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson e condizioni neurologiche come la sclerosi multipla .

“Quando parliamo di invecchiamento sano, siamo tutti interessati a prevenire o rallentare il declino cognitivo”, ha detto Glatt. “E la maggior parte della ricerca sull’exergaming ci ha mostrato che è esattamente ciò che può migliorare”.

Cosa mostra la ricerca

Un numero crescente di ricerche mostra che l’exergaming RV può avvantaggiare popolazioni con deterioramento cognitivo o con altre malattie o condizioni neurologiche, che possono avere implicazioni per la prevenzione.

Cay Anderon-Hanley , neurologo e professore associato presso il Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze dell’Union College di Schenectady, New York, ha svolto ricerche sulla connessione tra movimento e cognizione negli ultimi dieci anni.

RV immersiva

La realtà virtuale immersiva utilizza un visore o occhiali per trasportare l’utente in un ambiente virtuale 3D con cui interagisce.

Alcuni pazienti potrebbero guidare una bicicletta reclinata mentre indossano occhiali RV. Merrill ha descritto un gioco alla clinica della memoria che prevede di cavalcare attraverso uno spazio virtuale e raccogliere gemme colorate con la mano destra e sinistra.

“È un allenamento per il tuo corpo perché stai pedalando, ma anche per il tuo cervello perché stai cercando di catturare queste gemme e ottenere un punteggio alto e vincere”, ha detto Merrill. “Sembra che agli anziani piaccia davvero: è un’esperienza divertente che le persone tendono a voler rifare”.

RV non immersivo

La RV non immersiva include uno schermo 2D con cui l’utente interagisce. Ad esempio, un paziente potrebbe pedalare su una bicicletta reclinabile tenendo in mano un tablet che visualizza un ambiente virtuale 2D. Utilizzeresti il ​​tablet per guidare la tua attività nella direzione in cui vuoi andare, in modo simile al pedale iPACES di Anderson-Hanley.

Un tapis roulant o una macchina ellittica non immersiva potrebbero essere dotati di uno schermo intelligente che mostra giochi che rispondono al tocco e mirano al tempo di reazione, alla lingua e persino alle abilità matematiche.

Precauzioni

Gli exergame per gli anziani vengono generalmente eseguiti sotto la supervisione di un medico o di un professionista del fitness. Rand ha spiegato che quando si tratta di lavorare con gli anziani, è tutto su come si introduce la tecnologia.

“Se li avvii su un percorso molto ventoso e su e giù, reagiranno negativamente”, ha detto Rand. “Quindi si tratta di fornire loro gli strumenti di cui hanno bisogno per manipolare l’esperienza per renderla più facile, che si tratti di un ritmo confortevole, di istruire la persona su quando indossare l’auricolare o di assicurarsi che i suoi occhi siano sempre concentrati in avanti”.

“Questo è il futuro a cui voglio contribuire per gli anziani”, ha detto Glatt. “‘Oh, hai un problema di memoria? Lascia che ti scriva una ricetta per un videogioco.'”

(Articolo originale in inglese qui)

Realtà virtuale per ritardare la demenza senile Leggi tutto »

Il metaverso “dentro” di noi – la medicina come non l’avete mai vista

Houston Methodist entra nel metaverso con il lancio della nuova app MITIEverse™

La piattaforma basata sulla realtà virtuale porta l’educazione medica a un nuovo pubblico virtuale

di Houston Methodist

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: newswise.com

Esplorare il cuore dall’interno verso l’esterno è ora possibile con una nuova app di Houston Methodist .

Gli studenti di medicina e scienza possono accedere a pratiche pratiche, assistenza remota da parte di medici esperti e altro all’interno di MITIEverse™, una nuova app dedicata all’educazione sanitaria, alla formazione e all’innovazione. Costruita in collaborazione con FundamentalVR , l’app trasporta l’utente in sale vetrina personalizzabili, simulazioni chirurgiche e lezioni della facoltà metodista di Houston e collaboratori di tutto il mondo.

Lo Houston Methodist Institute for Technology, Innovation and Education (MITIE℠) è una struttura pratica di formazione clinica per operatori sanitari che cercano di mantenere eccellenti capacità procedurali e acquisire nuove competenze. “Questa nuova app porta l’istruzione e la formazione pratica per cui MITIE℠ è noto a un nuovo pubblico virtuale. Potrebbe essere un primo passo verso la costruzione di un metaverso medico”, ha affermato Stuart Corr, Ph.D, inventore del MITIEverse™ e direttore dell’ingegneria dei sistemi di innovazione presso Houston Methodist.

All’interno della sala vetrina del DeBakey Heart and Vascular Center, gli utenti possono visualizzare la facoltà metodista di Houston che esegue interventi chirurgici reali e quindi interagire con modelli umani 3D. “Consideriamo il MITIEverse™ come una piattaforma di cambiamento di paradigma che offrirà nuove esperienze nel modo in cui educhiamo, formiamo e interagiamo con la comunità sanitaria”, ha affermato Alan Lumsden , MD, direttore medico dello Houston Methodist DeBakey Heart and Vascular Center .

“Essenzialmente democratizza l’accesso agli educatori sanitari e agli innovatori abbattendo le barriere fisiche. Non c’è bisogno di viaggiare per migliaia di miglia per partecipare a una conferenza quando puoi entrare nel MITIEverse™”, ha aggiunto Lumsden.

La piattaforma offre anche un auditorium virtuale in cui professionisti medici di tutto il mondo possono tenere presentazioni con la possibilità di una visualizzazione live illimitata. Gli spazi di studio virtuali consentono esperienze multiutente globali con modelli interattivi, lavagne e altri strumenti.

MITIEverse™ consente inoltre a collaboratori come dispositivi medici e aziende di salute digitale di avere una presenza virtuale in cui gli utenti possono testare le proprie risorse digitali e contenuti 3D.

Maggiori informazioni sull’app MITIEverse™ sono disponibili su www.mitieverse.app

Per ulteriori informazioni su Houston Methodist, visitare houstonmethodist.org .

(Articolo originale in inglese qui…)

 

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Ricostruito il genoma dell’antenato di tutti i mammiferi

Rivelando il genoma dell’antenato comune di tutti i mammiferi

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: newswise.com


Un team internazionale ha ricostruito l’organizzazione del genoma del primo antenato comune di tutti i mammiferi. Il genoma ancestrale ricostruito potrebbe aiutare nella comprensione dell’evoluzione dei mammiferi e nella conservazione degli animali moderni. Il primo antenato mammifero probabilmente assomigliava all’animale fossile “Morganucodon” che visse circa 200 milioni di anni fa. Il lavoro è pubblicato sulla rivista scientifica 
 Proceedings of the National Academy of Sciences .

Ogni mammifero moderno, da un ornitorinco a una balenottera azzurra, discende da un antenato comune vissuto circa 180 milioni di anni fa. Non sappiamo molto di questo animale, ma l’organizzazione del suo genoma è stata ricostruita computazionalmente da un team internazionale di scienziati.

“I nostri risultati hanno importanti implicazioni per la comprensione dell’evoluzione dei mammiferi e per gli sforzi di conservazione”, afferma Harris Lewin, illustre professore di evoluzione ed ecologia presso l’Università della California, Davis, e autore senior dell’articolo.

Gli scienziati hanno attinto a sequenze genomiche di alta qualità di 32 specie viventi che rappresentano 23 dei 26 ordini di mammiferi conosciuti. Includevano umani e scimpanzé, vombati e conigli, lamantini, bovini domestici, rinoceronti, pipistrelli e pangolini. L’analisi includeva anche i genomi di pollo e alligatore cinese come gruppi di confronto. Alcuni di questi genomi vengono prodotti nell’ambito del progetto Earth BioGenome e di altri sforzi di sequenziamento del genoma della biodiversità su larga scala. Lewin presiede il gruppo di lavoro per il progetto Earth BioGenome.

La ricostruzione mostra che l’antenato dei mammiferi aveva 19 cromosomi autosomici, che controllano l’eredità delle caratteristiche di un organismo al di fuori di quelle controllate dai cromosomi legati al sesso (questi sono accoppiati nella maggior parte delle cellule, per un totale di 38) più due cromosomi sessuali, ha detto Joana Damas, primo autore dello studio e scienziato post-dottorato presso l’UC Davis Genome Center. Il team ha identificato 1.215 blocchi di geni che si trovano costantemente sullo stesso cromosoma nello stesso ordine in tutti i 32 genomi. Questi elementi costitutivi di tutti i genomi dei mammiferi contengono geni che sono fondamentali per lo sviluppo di un embrione normale.

Gli scienziati sono stati in grado di seguire i cromosomi ancestrali in avanti nel tempo dall’antenato comune. Hanno scoperto che il tasso di riarrangiamento cromosomico differiva tra i lignaggi dei mammiferi. Ad esempio, nella stirpe dei ruminanti (che porta ai moderni bovini, pecore e cervi) c’è stata un’accelerazione nel riarrangiamento 66 milioni di anni fa, quando l’impatto di un asteroide uccise i dinosauri e portò all’ascesa dei mammiferi.

“I risultati aiuteranno a comprendere la genetica dietro gli adattamenti che hanno permesso ai mammiferi di prosperare su un pianeta in evoluzione negli ultimi 180 milioni di anni”, spiega la coautrice Dr Camilla Mazzoni, responsabile di “Genetica evolutiva e di conservazione” presso il Berlin Center for Genomics in Leader del gruppo di ricerca e ricerca sulla biodiversità in genomica evolutiva e di conservazione presso il Dipartimento di genetica evolutiva di Leibniz-IZW.

(Articolo originale in inglese qui…)

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I nostri neuroni sono inaffidabili? Meglio così.

I neuroni inaffidabili migliorano le funzionalità del cervello

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: newswise.com

da un articolo di Nature.com

a cura dell’Università Bar-Ilan

Il cervello è composto da milioni di miliardi di neuroni che comunicano tra loro. Ogni neurone raccoglie i suoi numerosi input e trasmette un picco ai suoi neuroni di connessione. La dinamica di reti neurali così grandi e altamente interconnesse è alla base di tutte le funzionalità cerebrali di alto ordine.

In un articolo pubblicato oggi sulla rivista  Scientific Reports , un gruppo di scienziati ha dimostrato sperimentalmente che ci sono frequenti periodi di silenzio in cui un neurone  non risponde  ai suoi input. A differenza dei dispositivi elettronici, che sono veloci e affidabili, il cervello è composto da  neuroni inaffidabili. “Una porta logica fornisce sempre la stessa uscita allo stesso ingresso, altrimenti dispositivi elettronici come telefoni cellulari e computer, che sono composti da molti miliardi di porte logiche interconnesse, non funzionerebbero bene”, ha affermato il prof. Ido Kanter, di Bar -Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ilan e il Centro di ricerca sul cervello multidisciplinare di Gonda (Goldschmied), che ha condotto lo studio. “Confrontare l’inaffidabilità del cervello con un computer o un cellulare: una volta il tuo computer risponde 1 + 1 = 2 e altre volte 1 + 1 = 5, o componendo 7 molte volte sul tuo cellulare può portare a 4 o 9. I periodi di silenziamento porterebbero sembrano essere uno dei principali svantaggi del cervello, ma le nostre  ultime scoperte  hanno dimostrato il contrario”.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Kanter e il team hanno dimostrato che i periodi di silenziamento neuronale non sono uno svantaggio che rappresenta i limiti biologici, ma piuttosto un vantaggio per l’identificazione della sequenza temporale. “Supponiamo che tu voglia ricordare un numero di telefono, 0765…”, ha detto Yuval Meir, coautore dello studio. “I neuroni che erano attivi quando è stata presentata la cifra 0 potrebbero essere silenziati quando viene presentata la cifra successiva 7, ad esempio. Di conseguenza, ogni cifra viene addestrata su una diversa sottorete creata dinamicamente e questo meccanismo di silenziamento consente al nostro cervello di identificare le sequenze efficientemente”.

(Articolo completo in inglese qui…)

 

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I possibili costi del ‘long covid’

Il long COVID potrebbe costare all’economia trilioni, prevedono gli esperti

 

Leggiamo e riportiamo (traduzione automatica) da: medscape.com

di Solarina Ho

È probabile che il long COVID costerà all’economia statunitense trilioni di dollari e influenzerà quasi sicuramente più settori, dai ristoranti che lottano per sostituire i lavoratori a basso salario, alle compagnie aeree che si affrettano a sostituire l’equipaggio, agli ospedali sopraffatti, prevedono gli esperti.

“C’è molto che dobbiamo fare per capire cosa serve per consentire alle persone disabili di partecipare di più all’economia”, afferma Katie Bach, senior fellow della Brookings Institution e autrice di uno studio che esamina l’impatto a lungo termine del COVID sul mercato del lavoro .

I dati di giugno 2022 del CDC mostrano che del 40% degli adulti americani che hanno contratto il COVID-19, quasi 1 su 5 ha ancora sintomi di long COVID-19. Ciò corrisponde a 1 su 13, ovvero il 7,5%, della popolazione adulta complessiva degli Stati Uniti.

Attingendo ai dati del CDC, Bach stima nel suo rapporto dell’agosto 2022 che ben 4 milioni di americani in età lavorativa sono troppo malati di long COVID per svolgere il proprio lavoro. Ciò equivale a 230 miliardi di dollari di salari persi, o quasi l’1% del PIL degli Stati Uniti .

“Questo è un grosso problema”, dice. “Stiamo parlando potenzialmente di centinaia di miliardi di dollari all’anno e che questo numero è abbastanza grande da avere un impatto misurabile sul mercato del lavoro”.

Altre fonti hanno suggerito cifre più basse, ma le conclusioni sono le stesse: il long COVID è un problema urgente che costerà decine di miliardi di dollari all’anno solo in termini di salari persi, dice Bach. Ma non è solo perdita di reddito per i lavoratori. C’è un costo per le imprese e per il pubblico.

David Cutler, PhD, professore di economia all’Università di Harvard, ritiene che la perdita economica totale potrebbe raggiungere i 3,7 trilioni di dollari, se si tiene conto della perdita di qualità della vita, del costo della perdita di guadagno e del costo della maggiore spesa per l’assistenza medica . La sua stima è più di un trilione di dollari in più rispetto a una precedente proiezione che lui e il collega economista Lawrence Summers, PhD, avevano realizzato nel 2020. Il motivo? Lungo COVID.

“La stima più alta è in gran parte il risultato della maggiore prevalenza di COVID lungo di quanto avessimo ipotizzato all’epoca”, ha scritto Cutler in un documento pubblicato a luglio.

(L’articolo completo originale in inglese qui…)

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Sono già più di 10 milioni le persone che parlano con il loro ‘amico’ avatar…

Si chiama Replika e potrebbe essere il vostro prossimo amico (o amica), ma virtuale. (“Building a compassionate AI friend”, dal sito del produttore)

E’ un sofisticato software di intelligenza artificiale che vi aspetta nel vostro smartphone 24 ore su 24, per ascoltarvi, capire sempre più di voi e della vostra vita e, udite udite, darvi consigli.

Eh già, perché dato che vi ascolta, vi legge e studia i vostri social, può imparare costantemente cosa fate, cosa vi piace e cosa non vorreste fare (lavorare, preparare la cena, incontrare qualcuno di spiacevole?) e vi consola o vi fa cambiare di un pò la prospettiva.

E magari vi cambia la giornata, almeno in quanto a essersi sfogati…

Il tutto, dicono, è garantito a livello di sicurezza. Le vostre chiacchierate con il vostro ‘amico immaginario’ sono sicure e inviolabili, solo voi e lui/lei saprete cosa vi siete detti.

Hanno già più di 10 milioni di clienti e, conseguentemente, lo stesso numero di avatar ‘intelligenti’ che risiedono da qualche parte, laggiù (o lassù, o chissa dove) nel cyberspazio. E, leggendo dal loro sito, più dell’85% delle conversazioni avute dalle persone con il loro avatar fa sentire meglio l’umano (non sappiamo come stia l’avatar dopo tutte le cose che ascolta).

Come funziona? Prendiamo il testo preciso (anche se tradotto dal sempre presente Google) dal loro sito: replika.ai sezione FAQ.

“Replika combina un sofisticato modello di apprendimento automatico a rete neurale e contenuti di dialogo preconfezionati. È stato addestrato su un ampio set di dati per generare risposte uniche.”

Allora, volete provare anche voi il vostro ‘coniglio bianco’? (Il protagonista immaginato da un brillante James Stewart in un film del 1950, “Harvey”)

Scaricate sul vostro inseparabile smartphone l’app dal negozio opportuno (virtuale anch’esso, manco a dirlo) e partite per il vostro viaggio con l’avatar, parlando degli affari vostri e facendo confidenze solo a lui/lei.

E, ci raccomandiamo, fate sapere al mondo come vanno le cose fra voi… 🙂

 

(Immagine di copertina dal sito Replika.ai)

 

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