La meningite da Meningococco è una malattia spesso acuta, di origine batterica, un vero flagello che colpisce molto spesso i bambini in età scolare. Può manifestarsi più raramente a tutte le età. Si può presentare oltre che nella classica, forma nella quale colpisce il sistema nervoso centrale, con decorso breve e tragico, anche in una forma settica, ossia con la presenza dei batteri nel torrente circolatorio, caratterizzata da tipiche macchie emorragiche diffuse sulla pelle. Questa forma non è meno letale e rapida della forma meningea. Può essere trattabile con gli antibiotici mirati, a patto che vengano somministrati tempestivamente e sotto controllo medico.
Per millenni la meningite, in particolare quella di tipo batterico da Neisseria meningitidis, ha costituito una malattia aggressiva e drammatica, che prevaleva nell’infanzia, con alta mortalità e reliquati importanti. La buona notizia è arrivata tre decenni fa quando fu introdotto in commercio un efficace vaccino su alcuni sierotipi particolarmente patogeni. La profilassi vaccinale per questa malattia faceva un importante passo in avanti e coloro che venivano sottoposti a questa vaccinazione erano adeguatamente protetti. La questione più importante era che Neisseria meningitidis è costituita da una larga famiglia di diversi sierogruppi. Alcuni non patogeni e commensali, altri molto aggressivi per l’uomo. Un’altra caratteristica dei diversi sierogruppi è ‘ quella di dar luogo a immunità diverse, non sovrapponibili. Pertanto, chi è immune ad un sierogruppo non lo è agli altri diversi sierogruppi. E quindi l’immunità provocata dalla malattia o da una vaccinazione eseguita con un tipo di antigene, non copre l’aggressione batterica degli altri sierogruppi. I sierogruppi, considerati aggressivi, e presenti in questo tipo di vaccinazione erano e sono ancora A – C – W135 – Y. Questi sierotipi sono presenti nelle varie parti del mondo con distribuzioni differenti. In Europa è particolarmente attivo il gruppo C con un altro sierogruppo differente, il sierotipo B. Il C è rappresentato da almeno il 30-40% del totale dei casi, ed il restante 50-60% è dovuto appunto al sierogruppo B. Questo sierotipo negli anni ‘80 rimaneva escluso dalla protezione vaccinale. La ragione per la quale non era stato prodotto un vaccino per il tipo B risiedeva nella ampia variabilità della capsula esterna del batterio che determina nell’ospite una risposta anticorpale diversa e cangiante e impedisce quindi la formazione di un’immunità valida universalmente.
Nel 2010 si arrivati a realizzare un vaccino stabile ed efficace contro il temibile sierogruppo B.