Continua il caldo estivo nel nostro paese. Questa lunga estate sembra proprio non voler cedere il passo all’autunno. Ma l’arrivo dei virus respiratori, tra i quali il famoso “paramixovirus dell’influenza” non verrà ritardato da questo clima.
I primi casi di influenza già sono stati segnalati nel nord Italia, ed anche in Europa il virus è arrivato da alcune settimane, manifestandosi ancora con casi sporadici. Anche quest’anno le malattie respiratorie caratterizzeranno il periodo autunno-inverno. Anzi è meglio identificare il periodo a rischio virosi tra i mesi di ottobre 2023 ed il mese di aprile 2024, visto che parlare di stagioni è sempre più relativo, ahimè!
Una brutta situazione climatica che mina anche la nostra reattività alle infezioni. Dobbiamo essere consapevoli che queste alterazioni climatiche condizioneranno sempre di più il nostro stato di risposta alle malattie. E i primi segnali li abbiamo già avuti in tutto il mondo.
Con l’influenza stagionale i virologi hanno identificato l’arrivo di 262 tipi di virus respiratori diversi. E non dimentichiamo il Covid-19, sempre presente ed anche in crescita. Covid che comunque, con le sue varianti, ha imparato a convivere con il nostro organismo e le nostre difese, grazie alle passate campagne vaccinali.
Esistono questioni legate alle coinfezioni con altri virus. Il tema delle vaccinazioni diventa prioritario per controllare lo sviluppo della malattia.; chi deve e come farle; e ancora tutte le questioni legate alle sindromi respiratorie, con uno sguardo sempre attento alla situazione del Covid-19.
Le cronache nazionali ed internazionali confermano che siamo in presenza di una circolazione in aumento del Covid-19 in tutto il mondo, con le sue varianti più recenti ed anche nuove. Questi casi si sono diffusi anche in Italia e sono aumentati con l’inizio delle attività produttive e commerciali post estive e con l’apertura delle scuole.
L’attenzione di tutti noi, addetti ai lavori, è anche presa da un esordio precoce di casi della nuova influenza, che crescerà tra ottobre e novembre per poi avere un picco tra dicembre e febbraio 2024. In questo periodo il vero problema saranno i casi di coinfezione tra i due virus nei soggetti anziani, più deboli e portatori di malattie debilitanti.
Da quando è comparso il virus Sars-CoV-2 ci siamo resi conto di come le coinfezioni influenza/Covid si manifestino in modo aggressivo e mettano a rischio i gruppi di popolazione precedentemente menzionati. La malattia influenzale diventa più grave con la presenza di un Covid che diventa ancora più aggressivo. Questi gruppi di popolazione dovrebbero seguire il consiglio di effettuare entrambe le vaccinazioni. Ne parleremo in modo approfondito in un altro articolo ma intanto possiamo dire che nella stessa seduta è possibile farsi inoculare il vaccino dell’influenza ed il vaccino del Covid. E ora iniziamo ad approfondire il tema riguardante l’influenza nei suoi aspetti caratterizzanti.
L’influenza è una malattia respiratoria, infettiva, acuta, causata da un virus della famiglia degli Orthomyxovirus (virus influenzali) che infetta le cellule superficiali della mucosa delle vie aeree superiori del nostro organismo, ossia del naso, del faringe, della laringe (gola) provocando una reazione infiammatoria importante spesso anche dolorosa.
L’infezione può coinvolgere la mucosa della trachea arrivando ad infettare anche le mucose delle vie aree inferiori coinvolgendo i bronchi, ed anche le cellule degli alveoli polmonari (una storia conosciuta da tutti con il Covid).
Questa aggressione del virus provoca una reazione delle cellule immuni locali, sotto la mucosa superficiale dell’apparato respiratorio, che innesca l’attivazione del sistema infiammatorio. Questo processo ha l’obiettivo di difendere le mucose respiratorie e l’organismo tutto dall’attacco dei virus.
Il risultato è una infiammazione crescente, un rialzo febbrile, una dilatazione dei vasi locali con edema e gonfiore. Questa reazione del nostro organismo ha l’obiettivo di difenderci ma il risultato è la comparsa dei sintomi che crescono di ora in ora. Siamo nel pieno dei sintomi dell’influenza. Ma anche di altri virus meno aggressivi.
Ormai conosciamo questo meccanismo difensivo (ma anche offensivo) che caratterizza anche la risposta al Coronavirus, vedi le risposte al Covid-19, e a tanti altri microrganismi. I sintomi tipici influenzali derivano quindi dalla risposta infiammatoria dell’organismo nei confronti del virus, e questo causa il malessere e il grande stato di prostrazione. Molti virus e batteri generano questo tipo di risposta che viene etichettata come “influenza”, ma che, nella maggior parte dei casi non deriva dal “virus dell’influenza sensu strictu”.
Sono stati censiti oltre 200 virus simil influenzali che attaccano il nostro sistema respiratorio, e non solo, e si manifestano con sintomi più limitati creando problemi di saluti ridotti rispetto a quelli provocati dal “vero virus influenzale”. Da ciò si capisce perché quasi sempre chi ha effettuato il vaccino antinfluenzale si ammala lo stesso. Con il vaccino dell’influenza ci proteggiamo dal virus stagionale più aggressivo. Le cosiddette “influenze” invernali sono nella maggior parte dei casi provocate da tutti gli altri virus con cui, in inverno, veniamo in contatto.
Ci proteggiamo contro il virus più aggressivo, quello dell’influenza stagionale da Orthomyxovirus. Di fatto quando circola il virus influenzale, in Italia, nel periodo autunno-inverno, circolano contemporaneamente molti altri virus e batteri che provocano sintomi del tutto simili a quelli provocati dall’influenza, ma meno gravi e meno diffusivi. Tra i virus più frequenti gli Adenovirus, i Rhinovirus, i Coronavirus ed anche il virus sinciziale respiratorio, particolarmente aggressivo nei bambini.
La malattia influenzale è provocata da 3 tipi di virus della famiglia delle Orthomyxoviridae :
tipo 1 “ Influenzavirus A”;
tipo 2 “Influenzavirus B”;
tipo 3 “Influenzavirus C”.
I virus dell’Influenza A e C hanno la caratteristica di infettare diverse specie animali, tra cui l’uomo e possono essere trasmessi tra le varie specie.
I virus dell’Influenza B infettano praticamente esclusivamente l’uomo.
I virus influenzali del tipo A e B presentano nella loro superficie 2 molecole (glicoproteine) che li caratterizzano e mutano in continuazione (le famose mutazioni annuali per cui cambia costantemente il vaccino).
Queste le glicoproteine presenti nella parte esterna del virus:
L’emoagglutinina, che si trova nella capsula esterna del virus, si comporta da chiave per entrare nelle cellule respiratorie. Infatti, l’emoagglutinina del virus si lega alla superficie della cellula della mucosa respiratoria e consente l’entrata del DNA virale nella cellula medesima. All’interno della cellula respiratoria il virus si riproduce in milioni di copie (virus figli).
La neuraminidasi invece entra in gioco quando il virus influenzale, che si è riprodotto migliaia e migliaia di volte, deve abbandonare la cellula infettata per infettarne di nuove ed iniziare un nuovo ciclo riproduttivo. E l’infezione diffonde nella mucosa respiratoria. La neuroaminidasi è una molecola addetta a liberare il virus dalla superficie della cellula stessa, a cui è adeso, in modo da liberarlo e farlo uscire dalla cellula, infettare altre cellule respiratorie, e consentire la riproduzione dei virus che cresce esponenzialmente. In questo modo crescono esponenzialmente anche i sintomi. Questo è il meccanismo, espresso in modo semplificato, di come agisce il virus dentro di noi.
L’influenza è una malattia caratterizzata da una serie di sintomi derivanti dalla risposta dell’organismo alla invasione ed alla riproduzione del virus all’interno delle nostre cellule respiratorie. La reazione del sistema difensivo immunitario provoca l’insorgenza improvvisa di febbre, anche alta, accompagnata da tosse, dolori muscolari. Anche una cefalea particolarmente fastidiosa caratterizza la crescita dei sintomi. A questi si aggiungono brividi, inappetenza, grande sensazione di affaticamento e infiammazione e dolenzia delle via aeree superiori.
Tra i sintomi anche la nausea, il vomito e la diarrea caratterizzano l’influenza in particolare nei bambini. I sintomi generalmente si esauriscono in una settimana, o dieci giorni, il tempo di risposta del sistema immune per neutralizzare il virus e la sua riproduzione. Ma negli ultra sessantacinquenni, nei piccoli bambini, in particolare sotto l’anno di età e nei portatori di malattie croniche i sintomi possono essere più gravi, persistenti, con maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della condizione di base.
L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline della nostra saliva. Quindi in ambienti esterni, ancora più quelli chiusi e poco areati. Può essere una trasmissione diretta attraverso la tosse, gli starnuti, o i contatti molto ravvicinati di persone che hanno il virus. Oppure una trasmissione indiretta contaminandosi con il virus presente su oggetti o superfici contaminate dallo stesso.
Per diminuire il rischio di contagio è opportuno (1) evitare luoghi affollati e non arieggiati; (2) lavarsi le mani con acqua e sapone per evitare la contaminazione da virus diffuso su superfici di ogni tipo, meglio sapone che disinfettanti come detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti che rovinano la flora batterica difensiva sulla nostra pelle; (3) non toccare occhi, naso e bocca con le proprie mani contaminate; se tossisci o starnuti copri il tuo naso o bocca con un fazzoletto di carta; (4) è importantissimo tenere gli ambienti areati ed assolati, se possibile.
Se vuoi evitare di diffondere il virus ad altre persone, ed in particolare ai più anziani e deboli, utilizza la mascherina in caso di sintomi influenzali.
Il periodo di incubazione dell’influenza stagionale solitamente va dai 4 ai 5 giorni. Generalmente le persone adulte cominciano a diffondere i virus da uno due giorni prima dell’inizio dei sintomi, e questa capacità diffusiva rimane fino a 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Nei bambini e nelle persone più fragili e con sistema immune poco attivo il contagio può durare più a lungo, fino a 8/10 giorni.