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Emergenza Mpox: l’Europa è a rischio? Tutto quello che c’è da sapere sul virus e le vaccinazioni

Emergenza Mpox: l’Europa è a rischio? Tutto quello che c’è da sapere sul virus e le vaccinazioni

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Allerta del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo. Ma esiste un vaccino

21.08.2024 15:44

Anche l’Europa, dopo il primo picco dei casi del 2022, ed in seguito ai primi casi della nuova variante di Mpox, ha alzato l’attenzione attraverso il suo Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC), raccomandando un rafforzamento delle misure preventive contro una possibile epidemia, ossia un aumento esponenziale dei casi del poxvirus, attraverso la diffusione della nuova variante. I primi casi sono statti segnalati in Svezia ed in Spagna con la variante più contagiosa ed aggressiva del virus fuori dall’Africa.

La situazione in Italia e nel mondo

La possibilità di contrarre la malattia di Mpox in Italia è molto bassa allo stato attuale. Nel nostro paese, non sono stati ancora accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. Alcuni casi continuano ad essere diagnosticati nel corso del 2024, ma sono determinati dal vecchio tipo di Mpox virus, molto meno aggressivo e diffusivo dell’attuale e che si manifesta con casi sporadici la maggior parte dei quali sono autolimitantesi.
La possibilità di contrarre il virus è più elevata ma sempre improbabile per chi si reca nei paesi africani dove si è sviluppata la variante Clade Ib. Prima fra tutte la Repubblica Democratica del Congo; quindi i paesi limitrofi quali Sierra Leone, Liberia, Burundi, Uganda, Kenya, Ruanda, Repubblica Centro Africana. L’ipotesi di contagio è legato soprattutto ai comportamenti di ciascuno, primi tra tutti quelli sessuali, legati soprattutto a rapporti maschi/maschi. Ma il virus un certe circostanze può sopravvivere nell’ambiente contaminato. Quindi attenersi alle normali regole di igiene, a cominciare dall’igiene delle mani, è importante per tutte le malattie di origine infettiva compresa la Mpox.

Cos’è l’Mpox

L’Mpox, inzialmente conosciuto come vaiolo delle scimmie, è un poxvirus, simile al vaiolo umano. Dal 1958, anno della prima evidenza del virus nelle scimmie ed in altri mammiferi, in particolare roditori, ha costituito una presenza costante nelle foreste pluviali congolesi. Una epidemia mondiale si è verificata nel 2022 e ancora continua con casi sporadici ma diffusi; la nuova variante di Mpox (del 2024) chiamata CLADE I b si è manifestata in RDC nel dicembre 2023.
Il primo caso umano è stato identificato la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale. I pazienti colpiti da Mpox presentano spesso un’eruzione cutanea vescicolare o pustolosa, che può essere dolorosa, accompagnata da sintomi come febbre, malessere e linfoadenopatia. La maggior parte dei casi si autolimitano e non creano problemi negli organi interni nè tendono a cronicizzare. La prevenzione primaria passa attraverso la vaccinazione.
Il virus del vaiolo delle scimmie, come il vaiolo, appartiene al gruppo degli Orthopoxvirus e presenta due ceppi distinti, uno originario dell’Africa occidentale e l’altro del bacino del Congo.

Come avviene il contagio

La trasmissione da persona a persona avviene tramite stretto contatto prolungato, con le principali vie di trasmissione. Inoltre, la trasmissione può avvenire da madre a feto attraverso la placenta. Tuttavia, non è ancora chiaro se il virus possa essere trasmesso attraverso lo sperma o i liquidi vaginali.
Durante l’epidemia del 2022, molti casi sono stati attribuiti alla trasmissione durante incontri sessuali o intimi, probabilmente a causa del contatto diretto con lesioni infettive o secrezioni respiratorie. Il periodo di incubazione varia generalmente tra 1 e 2 settimane, ma può estendersi fino a 3 settimane.

L’evoluzione della malattia virale nella realtà quotidiana; quali sono i rischi; come evitare la possibilità molto remota di un contagio; l’utilizzo di vaccini efficaci.

Considerazioni sui criteri di informazioni confusa ed inesatta.

La paura delle persone nei confronti del “virus mpox” si diffonde nuovamente ovunque nel mondo a causa di una informazione spesso errata, imprecisa e superficiale fornita dalla maggior parte dei media. La modalità di fornire la notizia modifica la percezione del rischio e la reale valutazione dei rischi.

Una precisazione sul mpox virus.

Il virus Mpox, l’orto-poxvirus, il cosiddetto virus del “vaiolo delle scimmie”, da quando è stato identificato nei primati nel 1958, è sempre rimasto nei mammiferi, portatori sani o sintomatici, all’interno dei loro ambienti, ossia circoscritto nelle umide foreste equatoriali africane. In queste aree, dove infettava piccoli roditori e grandi primati, diffondeva anche nell’uomo, attraverso il contatto stretto con gli stessi animali. Negli stessi decenni le campagne vaccinali sul vaiolo classico riuscivano ad eliminare il virus. L’ultimo caso di vaiolo umano “classico” fu diagnosticato nel 1981 in Somalia, lungo le sponde dell’Uebi Scebeli. La più grande vittoria dell’uomo sul mondo microbico.
Ma morto un papa se ne fa un altro. E finito (a quanto pare) il virus del vaiolo umano, (Variola) della famiglia degli Orthopoxviridae sono rimasti in natura il virus del vaiolo bovino (Cowpox virus), il virus del vaiolo della scimmia (monkeypox virus) e il virus vaccinico (Vaccinia virus). Questi virus del vaiolo, tipici degli animali, hanno la possibilità di infettare anche l’uomo. A metà degli anni ’70, si manifestava in un bambino il primo caso di vaiolo delle scimmie. Da allora questo virus si è ritrovato nell’uomo sempre più spesso.

I casi di mpox virus sono sempre stati relegati negli sperduti villaggi all’interno degli ambienti pluviali. Ma i trasporti, la deforestazione, i contatti sempre più frequenti con le grandi città hanno permesso al virus di diffondere. E tra gli uomini il contatto stretto con le lesioni cutanee ha favorito la trasmissione. La malattia si è diffusa non solo nei paesi dell’equatore ma i casi si sono diffusi fuori dall’ambiente africano. La manifestazione dei sintomi è stata quasi totalmente presente in persone a rischio per i loro comportamenti sessuali.

La diffusione di mpox dal 2022

Nel 2022, per una serie di eventi internazionali che hanno favorito assembramenti tra migliaia di persone e comportamenti personali favorevoli alla diffusione del virus, una epidemia si è diffusa da un focolaio ed in breve tempo ha colpito il mondo intero. OMS, a protezione di tutti, ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria, revocata nello stesso anno. I casi si sono manifestati nelle categorie di persone considerate a rischio, in particolare in coloro che hanno rapporti sessuale di tipo omosessuale.
Terminata questa epidemia, certificata da OMS, negli anni 2023 e nel 2024, i casi di Mpox (monkeypox) in Europa e negli Stati Uniti hanno mostrato tendenze diverse di aumenti e diminuzioni.
Stati Uniti e Canada: sono stati registrati 128 nuovi casi nel mese di giugno 2024. Globalmente dal 1 gennaio 2022 gli Stati Uniti hanno segnalato un totale di 33.191 casi di Mpox. La maggior parte dei casi trasmessi attraverso rapporti sessuali in particolare “uomo-uomo”.

Europa: nel corso del 2024 sono stati riportati 685 casi da 20 Paesi dell’UE/SEE. Nel mese di giugno 2024, sono stati confermati 100 nuovi casi, con la maggior parte dei casi segnalati in Spagna (54), Francia (23) e Germania (10). Tutti questi casi si riferiscono al tipo di mpox classico della prima epidemia del 2022.
Nel complesso, la situazione epidemiologica in Europa e negli Stati Uniti è stata influenzata dalla precedente epidemia del 2022-2023, con un numero cumulativo di casi che ha raggiunto picchi significativi, ma con una stabilizzazione nei casi lievi nel 2024. (come riportato da ISS, ECDC, CDC Atlanta.). L’ mpox virus ha continuato a diffondere tra la popolazione, soprattutto attraverso rapporti sessuali a rischio, senza creare rumore.

 

Ma cosa è cambiato rispetto alla situazione precedente del mpox virus e perché la nuova emergenza decretata da OMS?

Dal dicembre 2023 è stata identificata in RD Congo (Kinshasa) una nuova variante del virus mpox, chiamata (mpox clade 1b) molto più diffusiva ed anche aggressiva rispetto all’originale virus del 2022. Questa variante è stata recentemente segnalata per la prima volta in Europa, il 15 agosto 2024, con un caso diagnosticato in Svezia e poi ni Spagna, importata da persone che provenivano da un recente viaggio in RDC. Vista la crescita esponenziale in Africa in RDC e in altri paesi, considerata la capacità di diffondere della nuova variante ed anche la sua aggressività con un aumento della mortalità, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che la situazione del virus mpox, con la sua variante CLADE1, rappresenta “una nuova emergenza di sanità pubblica di rilevanza globale”, evidenziando l’importanza di monitorare la situazione in tutti i paesi.

“emergenza di sanità pubblica globale OMS – una rassicurazione

L “emergenza di sanità pubblica globale” deve rassicurarci e non deve indurre un senso di preoccupazione, tutto questo è fatto per rispondere in modo adeguato all’aumento dei casi. Un sistema di protezione in più a garanzia della salute di tutti. Rafforzare i controlli e l’attenzione dei sistemi sanitari nazionali e sensibilizzare l’opinione pubblica è un vantaggio per tutti.
La variante CLADE 1 si è appena manifestata in Svezia in un viaggiatore che ha presentato sintomi tipici del vaiolo. La persona ha dichiarato di aver avuto comportamenti sessuali a rischio per questa malattia. Per questo motivo ECDC ha avvertito che la probabilità di diffusione della infezione nelle persone a rischio per comportamenti sessuali “tipici” è elevata, ma che la possibilità di infettarsi da parte della popolazione generale tende verso lo zero, ossia è praticamente quasi nulla.


Il messaggio sui rischi deve essere chiaro

Per prima cosa la presenza del virus è molto contenuta. La possibilità di infettarsi è molto bassa nei viaggiatori e ancora più ridotta nei paesi fuori le aree equatoriali. Il messaggio di prudenza e di attenzione è rivolto alle persone che per “comportamenti sessuali a rischio” possono venire a contatto con l’infezione ed ammalare con la nuova variante del pox virus. Poi l’invito ai comportamenti generali di igiene servono ad evitare eventuali , occasionali contatti con il virus, ma sono rivolti alla protezione da qualsiasi malattia infettiva.
Contatti con il virus mpox comunque molto raramente e solamente in circa il 20% evolvono in malattia evidente – sintomatica. Il 75/80% dei contatti, che induco infezione, rimangono asintomatici, e sviluppano una immunità da contatto.  Quindi le raccomandazioni sono quelle: (1) di fare attenzione particolare ad eventuali “manifestazioni generali e sintomi specifici” che inducono il sospetto della presenza del mpox virus; (2) di fare attenzione ai rapporti sessuali considerati a rischio; (3) di effettuare test di laboratorio dopo 2 – 3 settimane da eventuali rapporti a rischio.
Tra le raccomandazioni di ECDC (centri europei malattie infettive) alle autorità sanitarie nazionali vi è quella del tracciamento dei contatti per gestire i potenziali focolai.

 

Una importante pratica preventiva: LA VACCINAZIONE PER MPOX, destinata alle categorie considerate a rischio

 

Indicazioni sulla Vaccinazione

Esiste un vaccino specifico ed efficace contro “il virus mpox” che è attivo anche per le sue varianti: il “Vaccino Imvanex/Jynneos contro il vaiolo delle scimmie” prodotto dalla società farmaceutica Bavarian Nordic, approvato per la popolazione dai 18 anni in avanti. Vista la crescita dei casi in minori, evento manifestatosi con la nuova variante, la casa farmaceutica ha richiesto l’autorizzazione ad estendere la vaccinazione ai giovani di età compresa tra 12 e 17 anni. Attualmente la casa ha confermato di avere a disposizione 500.000 dosi disponibili con possibilità di produrne 10 milioni entro il prossimo anno 2025.

Quali sono le categorie di persone prioritarie per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie

Secondo le indicazioni delle autorità sanitarie internazionali ed anche italiane, le seguenti categorie di persone hanno priorità per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie:
(a) Individui che hanno avuto un contatto stretto con un caso confermato o probabile di vaiolo delle scimmie;
(b) Personale sanitario e di laboratorio che ha avuto un contatto non protetto con un caso di vaiolo delle scimmie o con campioni infetti;
(c) Categorie vulnerabili quali persone con un sistema immunitario indebolito da malattie o trattamenti, oppure donne in gravidanza ma sempre con il grave sospetto di contatto con il virus.

La vaccinazione post-esposizione, idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per i contatti a rischio più elevato, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici.

Il vaccino Jynneos (MVA-BN) presenta differenze significative rispetto ai primi vaccini antivaiolo di prima e seconda generazione:
(A)VACCINO Jynneos (MVA-BN):
(1) è un vaccino di tipo “vivo attenuato, non replicante”;
(2) “Somministrazione”: vengono somministrate due dosi sottocutanee a distanza di 28 giorni; oppure o una dose di richiamo per chi ha ricevuto vaccini per il vaiolo precedenti;
(3) “criteri di sicurezza”: questo vaccino non causa malattia né trasmissione del virus vaccinale, ma modula il sistema immunitario cellulare e anticorpale contro i “virus wilde”;
(4) “Indicazioni”: viene utilizzato per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie negli “adulti ad alto rischio”.
Studi clinici hanno mostrato una sieroconversione (produzione di anticorpi neutralizzanti) in più del 99% delle persone vaccinate dopo 2 dosi;
La risposta immunitaria è identica tra somministrazione sottocutanea e intradermica

In sintesi, Jynneos offre un profilo di sicurezza migliore e una somministrazione più semplice rispetto ai vaccini di generazione precedente.


(B)vaccini di Prima e Seconda Generazione, ovvero quelli di tipo
(1)“Vaccini vivi attenuati” (prima generazione)
(2)“vaccini a virus inattivato” (seconda generazione);
a.“Somministrazione”: Richiedono un ciclo vaccinale che può includere più dosi e possono lasciare cicatrici;
b.“Sicurezza”: Possono causare effetti collaterali più gravi e non sono raccomandati per persone immunocompromesse.

In sintesi, Jynneos induce una forte risposta immunitaria con due sole dosi, con un profilo di sicurezza migliore rispetto ai precedenti vaccini antivaiolo. La risposta è simile sia con somministrazione sottocutanea che intradermica.

Il vaccino Jynneos, noto anche come Imvanex in Europa, è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie. L’EMA ha raccomandato la sua somministrazione per prevenire il vaiolo delle scimmie nel 2022, estendendo così le indicazioni già esistenti per il vaiolo. E’ un vaccino vivo attenuato, progettato per essere sicuro e ben tollerato, senza causare malattia né trasmissione del virus vaccinale.

 

L’AIFA in Italia ha considerato diversi fattori chiave per l’approvazione del vaccino Jynneos e la distribuzione nelle classi a rischio:

(1) Efficacia: dalla Documentazione scientifica “Jynneos” ha dimostrato una forte risposta anticorpale in studi clinici, con una protezione crociata fino all’85% contro il vaiolo delle scimmie, supportata da studi sugli animali che evidenziano la protezione contro l’infezione.
(2) Sicurezza “Profilo di tollerabilità”: Gli effetti collaterali comuni, come dolore e gonfiore nel sito di iniezione, sono stati valutati come gestibili. La sicurezza è stata confermata attraverso studi clinici su popolazioni ampie. (3) Necessità di risposta rapida riguardo al “Contesto epidemico”: L’approvazione è stata accelerata in risposta all’emergenza sanitaria legata al vaiolo delle scimmie, permettendo una rapida disponibilità del vaccino per le categorie ad alto rischio.

Questi fattori hanno contribuito a garantire che Jynneos fosse un’opzione sicura ed efficace per la prevenzione del vaiolo delle scimmie.

La vaccinazione è indicata come:
(1) profilassi nel “pre-esposizione al virus”
(2) prevenzione alla azione del virus nel “post-esposizione”.
Questa va eseguita preferibilmente entro quattro giorni dal sospetto dell’esposizione al virus. Gli effetti collaterali comuni includono dolore e gonfiore nel sito di iniezione, mentre effetti gravi sono rari.

 

FONTI:

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