La nuova variante di Omicron XBB.1.16 denominata Arturo dall’inizio del 2023 circola in oriente. In particolare in India la situazione è divenuta critica nel marzo 2023 dopo un mese di crescita esponenziale.
In tutto il mondo abbiamo assistito nei primi mesi del 2023 ad una diminuzione di casi di Covid, in particolare dei ricoveri in terapia intensiva ed anche dei decessi. Tutti noi abbiamo pensato che non avremo più sentito parlare di nuove varianti e nuove ondate. Ma non è così. L’ultima ondata della nuova variante Omicron arriva dall’India. Si chiama Arturo, dal nome di una delle stelle più luminose del firmamento. E’ del tipo Omicron (XBB.1.16) e ha fatto quadruplicare i contagi rispetto alla variante precedente, addirittura dal mese di febbraio 2023 quando questa ennesima variante di Omicron ha iniziato a circolare. Ora, per necessità, è scattata l’allerta in Europa e negli USA. Secondo OMS negli ultimi 28 giorni sono stati registrati quasi 3,6 milioni di nuovi casi di Covid con oltre 25 mila decessi in India. E i morti sono sempre tanti, nonostante l’aumento delle difese immuni determinate dalla diffusione del virus e dalle campagne di vaccinazioni. Si ritiene che i numeri descritti possano essere sottostimati per l’abbassamento della sorveglianza della pandemia in tutto il mondo. Il trend in ribasso sembra comunque essere confermato anche dai dati sui ricoveri: i report sulla pandemia a livello globale mostrano su un campione di 42 Paesi dal 20 febbraio al 19 marzo 2023 una riduzione del 9% dei nuovi ricoveri e del 5% degli ingressi in Terapia intensiva. Questi dati fotografano una situazione in cui poche persone effettuano i test per il Covid, nonostante sintomi respiratori. L’incidenza dei casi è sicuramente più ampia in chi mostra sintomi, senza recarsi in ospedale. In questo contesto di minore attenzione al Covid-19 giunge Arturo che diventa l’osservato speciale dell’OMS.
Si tratta di una ricombinante di BA.2.10.1 e BA.2.75 e condivide una mutazione (F486P) con XBB.1.5, a cui attualmente sono riconducibili il 45% delle sequenze depositate nel mondo.
Come le altre varianti più recenti di Omicron il virus ha imparato a eludere ancora maggiormente le difese immunitarie manifestando un aumento della trasmissibilità e maggiore patogenicità. Al momento, riferisce l’Oms, Arturo è stata segnalata in 21 Paesi. Ma non ci sono indicazioni di un aumento dei ricoveri, degli accessi in Terapia intensiva o dei decessi.
Per il momento non ci sono evidenze che Arturo possa causare forme d’infezione più gravi. Ma l’allerta e l’invito alla cautela da parte delle autorità sanitarie resta alto in tutto il mondo.
Quali sono i sintomi di Arturo?
Da quando Omicron ha iniziato a circolare, si sono moltiplicate le sue sotto varianti con grande rapidità. I sintomi che si presentano sono simili: le varianti Omicron colpiscono soprattutto le alte vie respiratorie con febbre, tosse e altri sintomi simil influenzali. Mai all’inizio della stagione primaverile si erano manifestati tanti casi di malessere respiratorio, anche se spesso piuttosto blando. Mal di testa, affaticamento, starnuti e mal di gola sono i sintomi dominanti.
Tutto questo è la conferma che il virus è molto instabile e che riesce a superare continuamente tutte le barriere messe in piedi dall’organismo a sua difesa. Questa caratteristica non si esaurirà in breve tempo, ma permetterà di creare nuove varianti in grado di schivare l’immunità e di mantenere alta la circolazione virale”.