La diarrea è sicuramente il disturbo che affligge più frequentemente l’umanità. A tutti capita di avere nel corso di un anno uno o più episodici diarroici. Magari per un pasto eccessivo o perché abbiamo assunto qualcosa di avariato. Un po’ di etimologia: la parola diarrea proviene dal greco διάρροια, δια “attraverso” + ρέω rheo “flusso”, letteralmente quindi “che passa attraverso”.
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Definizione
Clinicamente si definisce come la condizione di presentare tre-quattro o più scariche di feci liquide o scarsamente formate al giorno, in quantità aumentata rispetto al normale, accompagnate o meno da dolori addominali e/o altri sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, a d esempio il vomito. In realtà in sé la diarrea è un percorso obbligato, specie se di natura infettiva: l’intestino cioè cerca di liberarsi del microrganismo che vi si è localizzato e che irrita superficialmente la mucosa, e che in qualche caso vi penetra pericolosamente, aumentando la velocità del transito del contenuto fecale nel tentativo del nostro organismo di espellere, di liberarsi dei microbi “cattivi”. Da una parte, nonostante le buone intenzioni, questo determina un effetto indesiderato, cioè la disidratazione, in quanto con le feci, che rapidamente escono dal tubo intestinale, si disperdono all’esterno preziosi liquidi (acqua sostanzialmente) ed elettroliti (sodio e potassio).
Cause
Nella maggior parte dei casi la causa più frequente è rappresentata dalla gastroenterite da agenti infettivi, cioè da virus, batteri, protozoi o miceti. In genere i virus sono rappresentati dai Rotavirus, specie nell’infanzia, ma anche i Norovirus, specie quando si verificano dei focolai in situazioni comunitarie, come nelle scuole, asili, comunità per anziani, caserme, ospedali ecc.
Tra i batteri, i microrganismi maggiormente chiamati in causa sono: Salmonella, Shigella, Campylobacter, Yersinia enterocolitica, E.coli O157, Vibrio parahemolyticus.
Fra i protozoi la diarrea causata da Giardia è la più frequente, seguono quella da Entamoeba hystolytica ed altri, fra cui l’importante Cryptosporidium.
Le diarree però conoscono anche altre cause oltre alle infettive. Fra quelle più frequentemente chiamate in causa possiamo sommariamente elencare la sindrome da malassorbimento. Un tipico esempio è quella provocata dalla intolleranza da glutine, da lattosio, da fruttosio. L’anemia perniciosa provocata dall’incapacità ad assorbire la vitamina B12. l deficit di secrezione pancreatica, dovuti a fibrosi cistica o a pancreatite. La malattia cronica infiammatoria dell’intestino, rappresentata da colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Persone predisposte
In genere le diarree sono relativamente ben sopportate e dopo qualche ora o tutt’al più qualche giorno, se adeguatamente trattate, i sintomi scompaiono. Esistono però delle categorie di pazienti che sono esposti ad un rischio aumentato di disidratazione: gli anziani; i bambini piccoli, specie al di sotto dell’anno; i gastroresecati (che hanno subito operazioni allo stomaco) ed anche i pazienti che lamentano scarsa secrezione gastrica, magari solo perché sottoposti a terapie antiacide o perché naturalmente ipocloridrici (cioè scarsi produttori di HCl, acido cloridrico, nello stomaco). In questi pazienti le attenzioni devono essere moltiplicate.
Trattamento
Cosa può fare un familiare da un punto di vista pratico per alleviare i sintomi in una persona che presenta dei sintomi diarroici.
La prima cosa è contenere le perdite di liquidi e sali, in primo luogo utilizzando delle soluzioni di reidratazione orale. A piccoli e frequenti sorsi, per non eccitare il vomito nel paziente. Una efficace soluzione orale di reidratazione (ORS) può essere preparata usando l’acqua di cottura di riso, oppure servire dello yogurt con del sale, la parte liquida di minestrine fatte con verdure e pollo con sale. Le banane, che contengono potassio, somministrate a piccoli bocconi, vanno benissimo. E così anche i succhi di frutta, va molto bene il limone. Sono tutti rimedi utili nella funzione di reidratazione.
L’OMS-WHO consiglia ad esempio una soluzione molto semplice da preparare in casa in condizioni di emergenza, contenente: un litro d’acqua in cui si disciolgano un cucchiaino di sale (3 grammi) e due cucchiai di zucchero (18 grammi).
Nei casi che si presentano con maggiore gravità di sintomi che si prolungano nel tempo si devono somministrare degli antibiotici. Vanno benissimo quelli non assorbibili per via intestinale, come gli aminoglicosidi: normix o bimixin. Da una a due compresse tre volte al giorno possono sterilizzare la mucosa dalle cause infettive. Un altro accorgimento utile è quello di assumere dei probiotici, a d esempio Yovis o Eptavis, e per gli intolleranti al lattosio il lactofluorene possono rivelarsi utili: una o due buste di composto liofilizzato al giorno. I probiotici sono capaci di ridurre la durata dei sintomi, alleviando la sofferenza dei pazienti.
Si dovrebbe inoltre fare attenzione nell’uso di antiperistaltici (ad esempio la loperamide che è molto usata) affidandone la prescrizione alla competenza dei nostri medici di fiducia, perché tale farmaco potrebbe agire, aumentando il tempo di permanenza del microrganismo sulla mucosa e favorendo appunto la penetrazione di alcuni microrganismi, che ne hanno la capacità, nei tessuti.
Prevenzione e cura presso il CESMET
Presso il CESMET, che ha una specifica competenza per la diagnosi di diarree di origine infettiva, e soprattutto per quelle che si manifestano di ritorno da un viaggio in località tropicale, il paziente affetto da tale sintomatologia può trovare un aiuto e soprattutto trovare ampie disponibilità di test e di esami specifici idonei a identificare la causa della maggior parte delle diarree infettive. Gli specialisti del CESMET inoltre possono seguire i pazienti e consigliare e prescrivere le terapie: antibiotici, antiperistaltici, liquidi ed elettroliti idonei a reidratare i pazienti ecc.. Possono identificare e trattare appropriatamente i soggetti a rischio, specie in relazione a microrganismi contratti in corso di viaggi all’estero. Il medici del CESMET possono inoltre compilare le diete più appropriate per le varie situazioni cliniche: età, problematiche relative a patologie preesistenti e/o situazioni di malassorbimento intestinale. Infine In profilassi il personale esperto del CESMET può prescrivere e somministrare vaccini idonei a prevenire malattie a contagio fecale, come ad esempio l’epatite A, la febbre tifoide, il colera, che protegge anche dalla diarrea del viaggiatore.