Vi presentiamo la traduzione automatica da un filmato NASA del 2019 dove veniva presentato un esperimento di crescita in assenza di peso di proteine per una possibile cura del morbo di Parkinson. Allegato un nuovo articolo sulla proteina LRRK2 (in formato PDF).
Il morbo di Parkinson colpisce più di 5 milioni di persone sulla Terra. La ricerca sulla Stazione Spaziale Internazionale potrebbe fornire informazioni su questa malattia neurodegenerativa cronica e aiutare gli scienziati a trovare modi per trattarla e prevenirla. In questo video, l’astronauta della NASA Serena Auñon-Chancellor racconta mentre l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Alexander Gerst utilizza un microscopio per esaminare e fotografare i cristalli di LRRK2.
“Benvenuti alla spedizione 57 a bordo della stazione spaziale internazionale; oggi stiamo facendo della scienza davvero interessante. Questo è Alex Gerst qui con me e stiamo lavorando sul morbo di parkinson quello che stiamo guardando qui è una speciale proteina chinasi o struttura cristallina di una proteina e il motivo per cui gli scienziati l’hanno mandata qui sulla stazione spaziale internazionale è che questi cristalli di proteina tendono a crescere più grandi e hanno una qualità molto migliore.
Il parkinson è una malattia che colpisce più di 5 milioni di persone in tutto il mondo e gli scienziati sono costantemente alla ricerca di una cura e quello che abbiamo scoperto è che qui nell’ambiente di microgravità questi cristalli amano davvero crescere così e se gli scienziati possono meglio delucidare o chiarire la struttura allora sono in grado di sviluppare un farmaco inibitore per il parkinson e non solo un farmaco inibitore ma anche un farmaco inibitore con pochissimi effetti collaterali. E dunque quello che Alex sta facendo qui oggi é di controllare sulle pareti quello che cresce qui in microgravità e ha un microscopio sopra di lui e ha una piastra che ha riempito con la struttura cristallina della proteina speciale solo pochi giorni fa e ha dato il tempo a quelle strutture di cristallizzarsi e ora le sta esaminando al microscopio e sta interagendo in tempo reale con il ricercatore principale del progetto a terra per guardare la struttura cristallina e per aiutare a migliorare l’illuminazione e la chiarezza e poi anche scattare foto che saranno poi inviate a terra.”