Paolo Meo - MioDottore.it

Chiara Talone

Ricerca antigeni Wuchereria bancrofti : test in immunocromatografia

Il test- che utilizza anticorpi specifici contro  W. Bancrofti- identifica la presenza di antigeni nel sangue intero, siero o plasma.
Di semplice esecuzione e non invasivo, può utilizzare anche una goccia da polpastrello e, a differenza della ricerca diretta della microfilaria, quella degli antigeni si può effettuare in tutto l’arco della giornata, non avendo periodicità di manifestazione.

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Ricerca di anticorpi IgM contro il virus Chikungunya: test immunocromatografico

Il test si effettua su sangue, anche da polpastrello, oppure su siero o plasma, e individua la presenza di anticorpi IgM in corso di infezione da virus Chikungunya.
La diagnosi finale è elaborata dal medico anche con la valutazione di altre analisi cliniche, comprese nel pacchetto di diagnosi (emocromo, ves, PCR, mucoproteine, elettroforesi proteica)

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Ricerca di anticorpi IgG e IgM contro il virus Dengue: test immunocromatografico

Il test si effettua su sangue, anche da polpastrello, e indica la presenza di anticorpi IgG e IgM presenti in corso di infezione da virus Dengue.
Le IgM compaiono a partire da circa 3 giorni dopo il primo contatto con il virus e si mantengono in circolo fino ad un paio di mesi dopo.
Le IgG compaiono in media una settimana dopo il primo contatto con il virus, hanno un picco 2-3 settimane dopo e si mantengono a lungo in circolo, secondo alcuni in modo permanente.
Abbinando questo test a quello per la ricerca di Antigeni, si raggiunge un valido livello di ausilio nella diagnosi.

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Ricerca antigeni del Plasmodio della malaria: test in immunocromatografia

Si esegue su sangue intero, prelevato anche dal polpastrello e, in pochi minuti, identifica la presenza di Antigeni dei Plasmodi della malaria.
A seconda del tipo di test utilizzato, si può fare diagnosi differenziale tra una infezione da P falciparum e P vivax, oppure altre forme di Plasmodio non falciparum.

Il test  di per sé non fa diagnosi, e il suo risultato va sempre inquadrato in un discorso clinico e letto alla luce degli altri test diagnostici (striscio e goccia spessa; ricerca acidi nucleici)

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Scotch Test per Ossiuri

E’ il test specifico in caso di sospetta ossiuriasi. L’infezione da Ossiuri (Enterobius vermicularis) è molto frequente nei bambini nei quali provoca prurito anale, insonnia, irrequietezza e, nelle infezioni di lunga durata, dimagrimento e a volte nausea e vomito. L’infezione avviene per contaminazione ambientale, scarsità di igiene e spesso autoinfestazione, nei bambini.

La diagnosi: lo “Scotch test” deriva il suo nome dal caratteristico modo di “prelievo del campione”, attraverso un nastro adesivo che va fatta aderire alla zona interessata (perianale) per poi trasferirlo su un vetrino da laboratorio per la successiva lettura al microscopio (le uova di ossiuri non sono visibili ad occhio nudo). Se preparato correttamente, può essree eseguito anche in casa. Altrimenti consigliamo il prelievo presso il laboratorio specializzato.

Si consiglia di ripetere l’esame per tre volte a giorni alterni.

Esecuzione scotch test

Se l’esame risulta positivo, verrà prescritta una terapia di “bonifica”, alla quale si debve però accompagnare il rispetto delle regole di igiene basilari, ma spesso ignorate, per mantenere l’ambiente sano. Nel caso dei bambini, controllare ferquentemente la pulizia delle unghie e far lavare spesso le mani che, portate in bocca, sono il  veicolo principale di autocontaminazione.

Per effettuare il test potete contattarci al numero 06.39030481 e prendere un appuntamento con i nostri specialisti.

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Ricerca di Cryptosporidium nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di antigeni

Si esegue su uno o più campioni di feci e per una diagnosi più sicura si associa all’esame microscopico e ad una visita medica con lo specialista.

La criptosporidiosi colpisce i rivestimenti epiteliali del tratto gastro-intestinale, dei condotti biliari e del tratto respiratorio. Il sintomo principale dell’infezione è un attacco diarroico, che nei bambini può essere associato anche ad anoressia e vomito. Meno frequentemente si manifestano febbre e malesseri generali, e in molti casi le infezioni sono del tutto asintomatiche.

Assieme all’infezione da Giardia, la criptosporidiosi è tra le malattie più comuni trasmesse dall’acqua e quindi legate alla balneazione.

 

 

 

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Ricerca di Giardia nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di antigeni

Si esegue su uno o più  campioni di feci e per una diagnosi più sicura si associa all’esame microscopico e ad una visita medica con lo specialista..

La Giardia è un parassita intestinale dell’uomo e di altre specie animali. L’infezione si contrae per via oro-fecale, per ingestione di acqua infetta o cibi contaminati. Una volta entrata nell’organismo,  provoca diarrea e disidratazione. La gravità dei sintomi  dipende però da molti fattori: l’età, la situazione immunitaria, lo stato di nutrizione dell’individuo. Alcuni guariscono spontaneamente, in altri l’infezione si cronicizza e il parassita si riproduce a fasi intermittenti, dando luogo a ripetuti episodi di diarrea come conseguenza dell’azione patogena nell’intestino, nel quale danneggia i villi, inibisce l’assorbimento di nutrienti, aumenta la fermentazione, inibisce l’azione degli enzimi digestivi prodotti dalla mucosa intestinale.
I più colpiti dalla giardia sono i bambini da 1 a 4 anni di età e i giovani dai 20 ai 40 anni, per abitudini legate ai viaggi (bagni, cibo e bevande contaminati) o per l’accudimento dei figli (a rischio anche babysitter e infermieri).

 

 

 

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Esame parassitologico delle feci

Attraverso questo esame è possibile mettere in evidenza la presenza di parassiti intestinali che causano patologie spesso gravi. L’esame si rivela utile, e spesso necessario, nel viaggiatore internazionale di ritorno da una zona a rischio, ma è di fondamentale importanza anche per l’identificazione di alcuni parassiti “nostrani”, comunque ubiquitari.

Il nostro protocollo prevede l’esame di 3 campioni di feci, raccolte in 3 giorni diversi nell’arco di 7-10 giorni. Ciò aumenta le possibilità di trovare eventuali parassiti, la cui emissione nelle feci non è costante.

E’ necessario anche avere alcune informazioni sulla sintomatologia, la provenienza, i soggiorni all’estero ed eventuali infezioni pregresse, che ogni paziente fornirà al laboratorio tramite un questionario apposito.

Si raccomanda:

  • l’utilizzo dei contenitori appositi
  • celerità nella consegna al laboratorio (entro l’orario stabilito)
  • durante la settimana di raccolta dei campioni, è bene astenersi da lassativi, antidiarroici, antimicrobici

 

IMPORTANTE!

L’esame parassitologico delle feci effettuato nel nostro laboratorio è sempre accompagnato da un esame chimico-fisico-funzionale del campione che, attraverso lo studio di alcui parametri quali la presenza/assenza di sangue, grassi, fibre muscolari, residui vegetali, flora batterica e micetiode, ecc…, consente lo studio delle funzioni digestive e di assorbimento dell’intestino, spesso alterate in caso di parassitosi.

Prenota qui il tuo esame delle feci.

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Prevenzione e vaccinazioni donna e bambino

VACCINAZIONI NELLE DIVERSE FASI DELLA VITA DELLE DONNE

Un po’ di storia per conferme e sicurezze.

Fine 1700: secolo dei Lumi e delle Scienze. Il medico inglese Edward Jenner nota che le  mungitrici di vacche infettate dal vaiolo bovino, non solo non si ammalano, ma hanno nel sangue qualche sostanza che sviluppa resistenza nei confronti del ben più temibile vaiolo umano, che continua ad uccidere milioni di persone. Jenner studia il fenomeno e deduce che il virus del vaiolo bovino, a contatto con l’organismo umano conferisce una protezione “naturale” indotta. Chi tocca questi bubboni presenti nelle mammelle delle vacche non si ammala ed è protetto nei confronti della grave e mortale forma umana. Con questa intuizione Jenner scopre la “protezione da vaccino”. Molte mungitrici sono incinte e quelle che si infettano con virus bovino non si ammalano di vaiolo e trasmettono la protezione anche al bambino durante la gravidanza. Anche questo fenomeno non passa inosservato.

Azione dei vaccini:

da allora sono passati oltre due secoli, ma il principio è sempre quello. Il contatto del nostro organismo con microrganismi o parte di questi, attenuati, o modificati, resi sempre più efficaci e sicuri, crea uno scudo potentissimo nei confronti delle malattie. Attiva il nostro sistema di difesa.

Ragioniamo sul fatto che tanto tempo fa i vaccini erano fortemente reattivi e davano effetti collaterali piuttosto forti e pericolosi. Oggi i vaccini agiscono in modo “chirurgico”. Un po’ come le bombe intelligenti. Colpiscono solo dove devono colpire. Quella molecola specifica di quel linfocita ben preciso. I temibili e temuti effetti collaterali ormai, sono un lontano ricordo.

C’è da temere la malattia e non le molecole (i vaccini) che creano uno scudo alle stesse malattie. Ricordiamoci poi che siamo immersi in un mondo di microbi. E galleggiamo tra virus e batteri. Quindi nessuno di noi, neanche le donne in gravidanza vivono in ambienti sterili. Se mai esistessero ambienti sterili. Mangiamo e respiriamo dosi massicce di microbi. Cosa possono farci porzioni o prodotti o addirittura molecole sintetizzate da microrganismi?

Vaccini nelle diverse fasi della vita della donna:

Anche durante la gravidanza una serie di vaccini sono utili ed innocui. Come al tempo di Jenner l’inoculo di alcune sostanze (vaccini) prima nella donna fertile, e poi anche durante la gravidanza, hanno la funzione di proteggerla e di proteggere soprattutto il nascituro. E danno al bambino quelle difese che, nei primi mesi di vita, prima di essere vaccinato, costituiscono il sistema difensivo fondamentale, insieme agli anticorpi trasmessi dalla mamma che allatta.

Nella donna fertile le vaccinazioni non solo proteggono dalle malattie, ma sono uno scudo sulla sterilità provocata da alcuni virus o batteri. Spesso la sterilità di coppia ha una origine infettiva e pochi lo capiscono. Sarebbe bastata una vaccinazione per evitare tanti drammi. Ed arrivare al momento della gravidanza pronte, coperte da anticorpi attivi su una serie di virus e batteri è una sicurezza per la mamma, che durante il periodo della gestazione può sviluppare problemi anche gravi sull’esito della propria gravidanza, e soprattutto per il feto che crescendo ha una protezione importante con gli anticorpi che passano attraverso la placenta.

I vaccini contro “morbillo, parotite, rosolia e varicella”, realizzati con virus vivi e attenuati, ed i vaccini contro i tipi di “papilloma cancerogeno”, vanno considerati per mantenere il proprio stato di benessere, ma anche in vista di una gravidanza. Una protezione importante nella vita di tutti i giorni, ma anche alla mamma durante i nove mesi, ed al bambino che riceve difese pronte anche nei confronti di “tetano, difterite e pertosse”, vaccini sicuri e consigliati nel corso della gravidanza dalla 28°settimana.

Anche l’adolescenza è un periodo in cui fare molta attenzione: le ragazze tra i 10 ed i 15 anni dovrebbero essere condotte dai genitori a rafforzare il sistema difensivo nei confronti di queste malattie che, nel corso della loro vita, potrebbero creare seri problemi.

Ad ogni gravidanza aumentare i livelli anticorpali, in particolare nei confronti della temibile pertosse, che miete le sue vittime in particolare nel periodo perinatale e nei primi 2 mesi di vita,   è indicazione forte dalle autorità sanitarie internazionali a tutto il mondo. Molti paesi hanno reso obbligatoria questa pratica preventiva. Ripetere ad ogni gravidanza il vaccino trivalente TDPa (acellulare), e il vaccino nei confronti dell’influenza, durante il periodo autunnale e invernale, vuol dire fornire ad ogni bambino, attraverso la placenta e con l’allattamento, le difese fondamentali per mantenere uno stato di buona salute del neonato.

Gravidanze nel corso di epidemie, rischi reali di contagio, viaggi non dilazionabili in aree ad alto rischio di contagio e  L’utilizzo dei vaccini inattivati, sintetici, molecolari.
Alcuni vaccini quali il colera (orale), l’ encefalite giapponese, le epatiti A e B, lo stesso meningococco, ed anche il papilloma virus umano, ed altri vaccini prodotti con microrganismi uccisi o parti di questi, o sintetici, possono essere somministrati senza rischi per la donna in gravidanza né per il bambino. La prudenza sta nella mancanza di studi di sicurezza nel periodo considerato. Ma le tante vaccinazioni eseguite con tali vaccini, anche in modo inavvertito non hanno mai procurato danni.

L’utilizzo di vaccini vivi ed attenuati: Anche i tanti studi condotti su migliaia di donne inavvertitamente vaccinate nel corso della gravidanza dimostrano che i vaccini vivi ed attenuati quali quello contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, ma anche il vaccino della poliomielite vivo attenuato, e quello contro la febbre gialla, o la febbre tifoide, vaccino orale, ed altri vivi ed attenuati si sono dimostrati privi di effetti negativi e rischiosi. Ma la prudenza ci spinge ad evitarne l’uso in gravidanza.

Nella donna adulta o nel post menopausa è bene ricordare che richiamare ogni 10 anni il TDPa, magari con l’aggiunta della polio, TDPaP, è una buona pratica preventiva. Richiamare e rafforzare ogni 10 anni anche le difese nei confronti del virus dell’epatite B, causa prima del tumore del fegato, per chi ha fatto la prima copertura con le tre dosi, è un’ottima pratica.

Ricordarsi la vaccinazione per lo pneumococco dai 55 anni in avanti, e il periodico vaccino dell’influenza e, in età avanzata, il richiamo o la somministrazione del vaccino contro il virus Herpes zoster, diventa una pratica preventiva virtuosa.

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Centro diagnosi, prevenzione e cura Papilloma virus e Herpes zoster

Presso il Servizio di Vaccinazioni internazionali Cesmet è attiva una sezione dedicata alla prevenzione, diagnosi e cura del Papilloma Virus e dell’Herpes zoster virus.

Il  Servizio di Vaccinazioni Cesmet  dispone dell’ultimo vaccino uscito che copre contro i nove tipi più rischiosi per l’induzione del cancro della cervice uterina, ed a copertura anche dei tipi meno aggressivi dei condilomi. Sono anche disponibili il vaccino bivalente e l’esavalente.

La vaccinazione è consigliata per le adolescenti preferibilmente intorno al 12° anno di età (prima dell’inizio dell’attività sessuale), ma anche per il sesso maschile.

I vaccini inducono immunità specifica nei confronti dei virus, particolarmente aggressivi per le mucose, che possono indurre mutazioni cellulari del collo dell’utero che portano, negli anni, allo sviluppo del carcinoma.

Per la diagnosi, oltre quella obiettiva, attuata mediante l’osservazione su cute o mucose di  condilomi, verruche, ed altre forme, talvolta particolarmente sviluppate, si attuano dei  test citologici e colturali che permettono di evidenziare le alterazioni delle cellule o dei tessuti provocate dall’HPV.

Nella diagnostica citologica il test HPV è sicuramente il test di elezione per la diagnostica della presenza del virus. Chiamato anche DNA HPV test, consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero che vengono analizzate per la presenza del virus HPV. Il Pap Test, diventa test complementare ed evidenzia la conformazione cellulare ed eventuali modifiche della normale struttura. Questo doppio screening viene raccomandato ogni 3 anni nelle donne tra i 25 e i 65 anni.

Questo tipo di controllo è in grado di identificare con molto anticipo il rischio di lesione precancerosa rispetto all’utilizzo solo del Pap Test.

Molte lesioni mucose o cutanee, causate dai vari tipi di HPV possono guarire spontaneamente, senza necessità di trattamenti. In questi casi la assenza di lesioni non esclude la presenza del virus latente nell’organismo.

In caso di lesione presente a livello cutaneo o mucoso le terapie possono essere differenti. Dai trattamenti topici diretti, per verruche o condilomi, alla rimozione chirurgica locale con diatermocoagulazione, laser terapia o crioterapia; I trattamenti laser sono indicati per i condilomi genitali e anali. Le lesioni precancerose vengono asportate parzialmente con Laser e, ancora meglio, con “ansa termica” (LEEP). La resezione parziale della cervice consente l’eliminazione delle porzioni di mucosa a rischio ed il mantenimento delle capacità riproduttive.

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