Paolo Meo - MioDottore.it

Chiara Talone

Viaggi in USA: dal prossimo 26 Gennaio obbligo di test SARS-COV2 negativo

Per un ordinanza del CDC di Atlanta del 12 gennaio, dal 26 Gennaio diventa obbligatorio, per entrare negli USA, esibire il risultato di un test SARS-COV2 negativo.

Allo stato attuale il test può essere un Tampone molecolare RT-PCR o un Tampone antigenico rapido, effettuati nei 3 giorni precedenti la partenza.
In caso di infezione contratta e superata, viene richiesto un certificato attestante la guarigione e la negatività al momento della partenza.

Il certificato, in lingua inglese e in formato cartaceo o elettronico,  è richiesto a tutti i viaggiatori dai 2 anni di età in su. (CDC)

Prenota qui oppure chiama lo 06 39030481

 

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Test antigenico rapido CORONAVIRUS con certificazione di negatività in inglese per viaggi in Germania e altri paesi

Test antigenico rapido CORONAVIRUS con certificazione di negatività in inglese viene ultimamente richiesto per viaggi in Germania e altri paesi.

 

Il test è prenotabile chiamando lo 06 39030481 o scrivendo una mail a  [email protected] .
Il risultato, con certificazione in lingua inglese, si può ritirare dopo una breve attesa, o ricevere via email ed è sempre valutato dal medico infettivologo, sulla base di anamnesi di dati epidemiologici e clinici del viaggiatore.
Per informazioni sul Test Antigenico rapido, e sugli altri test disponibili presso il nostro Centro, leggi l’articolo dedicato.

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Vaccini, vaccinazioni e vaccini covid-19: facciamo chiarezza

Il dr. Salvatore Squarcione, Igienista, già direttore Malattie Infettive del Ministero della Salute e già Direttore Sanitario ospedale Spallanzani e Direttore Generale ASL RM4, attuale consulente del centro di malattie infettive, Cesmet- Clinica del Viaggiatore, interviene sull’argomento vaccinazioni fornendoci una chiara spiegazione di cosa sono i vaccini, come sono costituiti e introducendo la questione dei vaccini del COVID-19, ponendo anche domande a cui solo il tempo e l’esperienza consentiranno di rispondere.

Presso il Centro di vaccinazioni internazionali del Cesmet Clinica del viaggiatore si effettuano vaccini per influenza e pneumococco, ancora disponibili. Si effettuano tamponi molecolari RT-PCR e Tamponi antigenici.   (info e prenotazioni clicca qui)
Non si effettua il vaccino per COVID-19 

La popolazione generale, quando parla di vaccini, quasi mai sa che la parola “vaccino” comprende prodotti tra loro molto differenti.
Facciamo, dunque, una disamina “scolastica” dei vari tipi di vaccino attualmente utilizzati e di quelli che potranno presto essere impiegati, in particolare per proteggerci dall’infezione da SARS-CoV-2 che provoca la sindrome CoViD-19.

Una anticipazione del confronto tra i diversi vaccini per il Covid-19.

commenti e spiegazioni nella sezione dedicata ai vaccini anticovid

 

Tipologie di vaccini
In sintesi abbiamo:
1. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma attenuata.
Sono per lo più vaccini già impiegati da molto tempo come ad esempio MPR (anti morbillo-orecchioni-rosolia), anti varicella, anti herpes zoster, anti febbre gialla, anti rotavirus.
Questi vaccini vengono “costruiti” manipolando in laboratorio il relativo virus per renderlo meno aggressivo. Il vantaggio nel loro impiego è che sono particolarmente efficaci perché riproducono l’immunità da infezione naturale innescando una risposta immunitaria forte e duratura tant’è che dopo 1 o 2 dosi, di fatto, non richiedono più richiami. Di converso, però, non devono essere somministrati (a parte qualche eccezione) a persone il cui sistema immunitario è indebolito da alcune malattie o trattamenti farmacologici.

2. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma inattivata.
Anche questi sono vaccini impiegati generalmente da molto tempo, come quelli contro . Vengono prodotti uccidendo il rispettivo microrganismo che, quindi, è totalmente incapace di moltiplicarsi e non può provocare né infezione nè malattia. I vaccini di questo tipo sono in generale meno efficaci dei vaccini vivi attenuati e spesso richiedono dosi multiple o dosi di richiamo. Il loro maggior vantaggio è che generano pochissimi effetti collaterali e possono essere somministrati anche a persone con un sistema immunitario indebolito.

3. Vaccini purificati contenenti solo uno o più frammenti del microrganismo come, ad esempio, quelli contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, HPV, influe

nza. Questi vaccini contengono solo quelle parti del microrganismo che sono necessarie al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare una buona protezione ed hanno il vantaggio di stimolare il sistema immunitario in modo molto mirato. La loro tolleranza è quindi eccellente, ma spesso sono necessari dei richiami.

4. Vaccini coniugati, come quelli contro Hib, pneumococchi, meningococchi. Questi vaccini contengono, in pratica, unicamente i polisaccaridi della capsula del microrganismo adesi ad una proteina di trasporto per essere meglio riconosciuti dal sistema immunitario. Per ottenere un’immunità occorrono diverse iniezioni e l’immunità dura talvolta solo alcuni anni.

5. Vaccini «con vettore». Sono vaccini prodotti prelevando un antigene del microrganismo ed inserendolo in un virus o un batterio che non provocano delle malattie nell’essere umano. Questi “vettori” sono scelti in modo che la loro moltiplicazione sia limitata nel corpo umano, senza causare infezioni, ma capaci comunque di stimolare una risposta immunitaria. Sono vaccini prodotti con una tecnica molto recente, che ha consentito di sviluppare utilmente la vaccinazione contro Ebola e contro alcuni tumori. E’ sulla base di tali risultati che con questa tecnica si sta allestendo uno dei vaccini contro SARS-CoV-2.

vaccini ad mRNA
                    vaccini ad mRNA

 

6. Vaccini “ad RNA”. E’ la tecnica più recente, comunque nota da circa un decennio, però mai utilizzata sino ad ora per l’allestimento di vaccini umani. La necessità di allestire con grande rapidità un vaccino per combattere l’attuale pandemia ha generato l’allocazione di quegli investimenti che su questa metodica erano mancati in precedenza. Infatti, in questo momento tale metodica viene utilizzata per l’allestimento di un vaccino contro SARS-CoV-2. La vaccinazione consiste nell’iniettare un frammento di RNA del patogeno adeso su una nanoparticella costituita da più lipidi.

 

 

Ma quando si parla di “sperimentazione dei vaccini”, a cosa ci riferiamo?
Anche in questo caso la parola “sperimentazione” comprende più momenti, più fasi e ogni fase deve essere favorevolmente superata per poter passare a quella successiva.
Semplificando, e riassumendo scolasticamente, parliamo di test preclinici e di studi clinici.

I test preclinici vengono effettuati su modelli animali (solitamente roditori e poi primati) al fine di evitare di somministrare all’uomo vaccini inefficaci o troppo reattogeni. I risultati di questi test su modelli animali danno buone indicazioni, ma non è detto che siano necessariamente sovrapponibili all’impiego nell’uomo.

Gli studi clinici coinvolgono persone volontarie e sono condotti in quattro fasi:
Gli studi di Fase I che di solito coinvolgono qualche dozzina di volontari. Sono progettati per osservare possibili effetti collaterali molto comuni (rispetto a un placebo o a un vaccino noto) ed aiutano a determinare la migliore dose somministrabile misurando gli anticorpi prodotti dai volontari.
Gli studi di Fase II includono diverse centinaia o migliaia di volontari in diversi centri clinici, monitorati per diversi mesi al fine di seguire l’evolversi del loro movimento anticorpale. Grazie a questo livello sperimentale, oltre a studiare i dettagli della risposta immunitaria, si definisce il numero e le dosi da somministrare e si identificano gli effetti collaterali più frequenti.
Gli studi di Fase III sono studi su larga scala, essendo condotti su diverse decine, o centinaia, di migliaia di volontari, e non solo consentono di verificare se il vaccino protegge dalla malattia e per quanto tempo e su che tipo di popolazione, ma sono gli unici in grado di far rilevare eventuali rari effetti collaterali.
Gli studi di Fase IV sono condotti dopo la commercializzazione di un vaccino per confermarne l’efficacia anche su tutta la popolazione che potrebbe non essere stata inclusa negli studi di fase II e III, ma soprattutto per verificare l’eventuale comparsa di eventi avversi particolarmente rari, ma gravi.

Insomma, come per ogni qualunque altro farmaco, i vaccini vengono sorvegliati e studiati dal momento del loro concepimento per tutta la durata del loro impiego!

VACCINI ANTI COVID-19
I primi vaccini contro SARS-CoV-2 che stanno per ricevere l’autorizzazione all’impiego umano, e che presto verranno resi disponibili e commercializzati, sono di due tipi diversi:

1. Con meccanismo di funzionamento a mRNA: Pfizer-Biontech e Moderna.
Ambedue funzionano col medesimo meccanismo di azione poiché si somministrano le informazioni genetiche sotto forma di RNA messaggero, cosicchè i ribosomi delle nostre cellule produrranno la proteina spike di SARS-CoV-2, proprio quella proteina attraverso cui il virus si aggancia alle cellule bersaglio e che, una volta in circolo, ci farà produrre anticorpi neutralizzanti e cellule T, proprio come se fossimo stati infettati dal vero virus.
Ambedue i vaccini richiedono una doppia somministrazione: dopo 21 giorni quello Pfizer-Biontech e 28 quello Moderna.
Per il suo stoccaggio, il vaccino Pfizer-Biontech ha bisogno di temperature basse dell’ordine dei -75°C e solo negli ultimi giorni prima dell’iniezione può essere portato ad una temperatura di 4°C, resistendovi per 5 giorni.
Il vaccino di Moderna, invece, può essere conservato a -20°C per un massimo di 6 mesi di stoccaggio e conservato per la somministrazione tra i 2°C e gli 8°C fino a un massimo di 30 giorni (a temperatura ambiente per una ulteriore mezza giornata).
Sul piano della sicurezza, per ambedue i vaccini sono stati segnalati solo blandi effetti collaterali come astenia, dolori, eritema nell’area dell’iniezione, cefalea e altri sintomi minori. Si discute se questi vaccini proteggano solo dallo sviluppo della sindrome Covid-19 o se impediscano l’infezione da SARS-CoV-2, così come si discute se gli anticorpi sviluppati siano permanenti, di lunga o di breve durata.

NOTE AIFA SU VACCINO COMIRNATY “Pfizer-Bionthec”

2. Vaccini a tecnologia proteica “a vettori”: AstraZeneca/Oxford, Sinovac, Janssen, Cansino, Butantan, Novavax ed Elea Phoenix.
Il vaccino sperimentato da Astra- Zeneca/Oxford è quello che appare essere il più “vicino” tra quelli di questa tipologia. Questo vaccino è molto diverso da quello mRNA di Moderna e Pfizer-Biontech basandosi su vettori virali da adenovirus degli scimpanzè, microrganismo innocuo per gli esseri umani e che, una volta iniettato, funziona da «cavallo di Troia» in cui viene inserita la sequenza genetica della proteina spike che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi. La proteina spike viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario senza la presenza di tutto il virus e stimola il sistema immunitario. In questo modo, il sistema immunitario si attiva e neutralizza l’infezione da SARS-CoV-2. Anche per questo vaccino si discute intorno alla durata dell’immunità conferita ed alla effettiva copertura: se protegge solo dalla sindrome CoViD-19 o anche dall’infezione stessa.

Le domande ancora senza risposta
Anche quando si passerà alla somministrazione su larga scala di qualunque vaccino contro SARS-CoV-2 alcune domande rimarranno ancora senza risposta per lungo tempo:
Per quanto il vaccino garantirà la protezione contro l’infezione da coronavirus?
Saranno necessarie delle dosi di richiamo oppure bisognerà vaccinarsi ogni anno?
La risposta immunitaria nelle persone anziane vaccinate sarà la stessa dei pazienti giovani?
Ci saranno effetti collaterali sul lungo termine?

siti per aggiornamento sugli argomenti:

 

Salvatore Squarcione
Igienista. Già Direttore Generale ASL RM 4 e Direttore Sanitario INMI Spallanzani.
Già Direttore Malattie Infettive Ministero Salute
 www.salvatoresquarcione.it 

Questa interessante disamina di cosa sono i vaccini è stato pubblicato su ” Moondo -mondo salute.it”

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Risposte diverse al virus Sars-CoV-2: Contatto, infezione, malattia. quando fare tamponi e sierologici

In natura non esistono leggi e regole assolute ma tutto è relativo. Quanto riportato in questo articolo fornisce alcune spiegazioni alla relatività delle risposte dei test di laboratorio per la ricerca del virus (tamponi molecolari ed antigenici) e dei test anticorpali (sierologici). Le risposte vanno sempre interpretate dal medico alla luce della valutazione della persona

 

E' il medico che interpreta i risultati dei test dei tamponi o sierologici spiegandone il significato.
E’ il medico che interpreta i risultati dei test dei tamponi o sierologici spiegandone il significato.

Presso il CESMET – Clinica del Viaggiatore, centro di malattie infettive riconosciuto dalla Regione Lazio, puoi effettuare sia i diversi tipi di tamponi, molecolare che antigenico, che i test sierologici.
Essendo il CESMET  un centro specialistico di malattie infettive e medicina tropicale, e non un semplice laboratorio il rilascio delle risposte dei test per COVID  è sempre subordinato alla valutazione della autocertificazione sanitaria perché le risposte del nostro organismo al virus non si possono valutare con i soli test. ( CLICCA QUI per info e prenotazioni)

La relatività della risposta del nostro organismo all’attacco dei virus.

complessità di una risposta al virus
               complessità di una risposta al virus

In Natura e quindi anche nel nostro organismo i sistemi biologici, le loro interazioni e le loro variabili sono così complesse e poco conosciute che non esiste il nero e il bianco, ossia non esistono definizioni e modelli validi al 100%.     Esistono centinaia di sfumature di grigio. Questo vuol dire che le affermazioni e le spiegazioni riguardo i rapporti tra sistemi biologici e il nostro organismo non sono mai assolute e vere al 100%, ma hanno margini di variabilità ed interpretazione molto ampi.
Accanto la complessità dell’ambiente biologico dove avviene la storia tra virus e organismo.

 

In particolare, riferendosi alla attuale pandemia, la grande confusione nasce dalle informazioni sul COVID-19 fornite dai media come assolute e reali, su cui si basano risposte e modelli date come validi per tutti, informazioni che poggiano su dati incerti e spesso con poco fondamento scientifico.
Infatti per quanto sia necessario basarsi su regole e modelli assoluti che coinvolgano milioni di persone, bisogna sempre ricordarsi che ogni organismo agisce e risponde secondo le sue caratteristiche biologiche nei confronti del virus, con reazioni e manifestazioni differenti da tutti gli altri individui. Non esiste quindi una regola assoluta. E la storia di questa pandemia e delle sue ondate così poco prevedibili ne è un segno evidente.

 

cellule T contro i virus
            Rapporti tra virus ed umani

Virus e organismo: una storia lunga e complessa.
Il rapporto tra SARS-CoV-2 e il nostro organismo è regolato da leggi naturali che si sono consolidate nel corso di centinaia di migliaia di anni. La vita dei virus e vecchia di qualche miliardo di anni, e noi ci siamo ritrovati a fronteggiare esseri viventi adattati da sempre a convivere con i sistemi biologici. La loro capacità di adattamento nel nostro organismo è frutto di esperienze millenarie. Il rapporto del virus con il nostro sistema difensivo – immunitario, percorre una lunga strada per arrivare al termine della contesa tra le due parti. Ossia trovare il modo di convivere e di riprodursi da parte dei virus, e per le cellule del nostro organismo, di difendersi. Una strada molto lunga e tortuosa. Le risposte degli organismi non sono univoche ma gli organismi sesso rispondono in modo diverso gli uni dagli altri,

 

 

La produzione degli anticorpi IgM e IgG contro Sars-CoV-2 è da considerare la fase finale di un processo che inizia dal contatto esterno tra il virus e la pelle o le mucose respiratorie e prosegue con una botta e risposta tra il microbo e i nostri sistemi difensivi. Molte volte la risposta dell’organismo nei confronti dell’attacco del virus si ferma alla attivazione di alcune cellule, tra le quali spiccano per importanza strategica alcuni tipi di linfociti T ed anche altre cellule molto attive e intelligenti, cioè le prime cellule difensive. Le difese successive, più specifiche, generate dai linfociti B (plasmacellule) che sono le cellule che producono prima gli anticorpi M (immunoglobuline M) e poi gli anticorpi G (immunoglobuline G) spesso non vengono attivate. La battaglia ed i suoi esiti si è conclusa prima di produrre gli anticorpi. Il virus è vinto e la persona non se ne è accorta. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei casi di contatto con i virus. Altre volte la reazione è diversa e l’organismo manifesta sintomi lievi, un tentativo di difesa per creare un ambiente ostile al virus. Altre volte il malato si aggrava perché i sistemi di difesa sono eccessivi e si rivolgono contro l’organismo. Se questi sistemi difensivi, ossia l’immunità, non funzionano o sono deboli, cosa che avviene in età avanzata, il virus ha campo libero, si riproduce senza sosta, e l’organismo reagisce in modo violento aggredendo anche sé stesso e arrivando all’exitus. (morte)

Come diffonde il virus
La diffusione del virus è descritta nell’informazione comune della stampa o media come regolata da eventi ben precisi e definiti. La distanza da considerare è di 1 o 2 metri; i contatti a rischio sono quelli stretti tra persone; il trasporto del virus avviene attraverso i droplet, ossia le gocce di saliva più grandicelle, e non dall’ aerosol del respiro. Queste sono affermazioni assolute che vengono fornite ma che non corrispondono alla realtà.
Per prima cosa il virus diffonde nell’ambiente da una persona infetta in quantità variabile, cioè proporzionalmente alla carica virale, ossia la quantità di virus presente nell’organismo. Un individuo infettato può avere pochissimi virus, che non arrivano ad avere la forza di infettare. Invece un altro individuo può produrre una quantità (carica) di virus talmente elevata diffonde alte cariche virali che in altri organismi le difese esterne sono da questi sopraffatti. Come accennato e come è noto la diffu

la diffusione di SARS-CoV-2 nell'ambiente
la diffusione di SARS-CoV-2

sione avviene con le goccioline della saliva, la maggior parte delle quali non supera il metro o due dalla bocca o dal naso. Ma quante variabili nella produzione e nel percorso delle goccioline. Dai grossi droplet, all’invisibile aerosol. Una spolverata di microscopiche gocce in grado di percorrere distanze molto lunghe, anche decine e centinaia di metri e più. Che influenza hanno in questo meccanismo le correnti d’aria? I venti che si rafforzano in vere e proprie tempeste? I flussi d’aria che trasportano pulviscolo, residui microscopici e aerosol derivato dalle vie aree umane anche per chilometri?  Il    virus circola quindi anche a distanze ben oltre il metro. Il virus diffonde a suo modo ed è invisibile.

Come si comporta l’organismo quando viene contattato dal virus
Una volta fuoriuscito dall’organismo, con uno sternuto, un colpo di tosse, con il parlare forte, i virus non possono resistere fuori dall’ambiente cellulare più di tanto. Per sopravvivere e riprodursi hanno bisogno dell’ambiente cellulare di un organismo. Quindi una volta nell’ambiente esterno per sopravvivere devono trovare prima possibile un nuovo ospite. Come il polline di pianta in pianta, il virus di uomo in uomo. Ma la strada è lunga e tortuosa e non semplice per questi microbi.
Sars-CoV-2, come la maggior parte dei microrganismi, entra in contatto con il corpo umano. Ma 70 persone su 100 (ossia circa il 70% degli individui) contattate dal virus, si oppongono alla sua entrata con la forza dei sistemi di difesa esterna. 70 persone su 100 in tutto il mondo uccidono il virus prima che questo riesca ad entrare all’interno del corpo e li infetti. La pelle, le mucose nasali ed aeree; i liquidi organici, micidiali per i microbi quali la saliva, la ptialina, le lacrime; per non parlare della acidità prodotta dallo stomaco e la insuperabile barriera batterica che colonizza e protegge le nostre mucose, tutto questo ed altro ci protegge e ci salva dagli attacchi di nemici invisibili.
Sars-Cov-2 ci attacca e noi di regola lo respingiamo. Infatti, una percentuale altissima della popolazione globale, attaccata da infiniti virus, batteri, funghi respinge ogni forma invisibile di vita.
Rimangono circa 30 individui sui 100 che sono stati attaccati da SARS-CoV-2 che si infettano, ossia non riescono a difendersi e cedono il passo all’entrata del virus all’interno del proprio organismo. In effetti questi individui sono una minoranza sul totale della popolazione globale. Un numero relativamente piccolo sulla totalità delle persone.
In questi individui (mediamente il 30%) i virus penetrano sconfiggendo le prime difese esterne e magari un po’ malconci dopo questa prima battaglia, dopo 12/24 ore entrano e colonizzano le prime cellule della mucosa nasale e del sistema respiratorio più interno cominciando a riprodursi. SARS-CoV-2, utilizzando una sorta di chiave (spike), penetra all’interno della cellula attraverso dei canali che si sono aperti e comincia a riprodursi e a generare migliaia, anzi milioni di altri virus fratelli. Le cellule si trovano spiazzate e mettono a disposizione del virus dei piccoli organuli interni che servono a riprodurre parti dello stesso. Questo meccanismo di utilizzo e sfruttamento dei sistemi cellulari da parte dei virus per riprodurre sé stessi (parassitismo o commensalismo) può anche avere talvolta una reciproca utilità, ma la maggior parte delle volte sfocia in un disastro. La produzione di milioni di nuovi virus che colonizzano e distruggono le stesse cellule che hanno fatto da incubatrice.

Intervengono i sistemi difesivi
Piano piano gli organismi vengono invasi da questi microscopici esserini, i virus. E negli organismi con sistemi difensivi assenti o deboli, vedi gli anziani, il virus irrompe e attacca causando danni ingenti. Al contrario, nei soggetti sani, diversi tipi di cellule, con diverse funzioni, ma tutte rivolte alla difesa, presenti tra la cute, il derma, il sottocutaneo e la sottomucosa, nei piccoli vasi della rete capillare, nelle cellule endoteliali, cominciano ad allarmarsi ed a segnalare questa anomalia, ossia la presenza di entità estranee microscopiche (i virus) in forte riproduzione ed aumento all’interno dell’organismo. Le prime difese meccaniche sono vere e proprie trincee, i sistemi cellulari sono veri e propri battaglioni di fanteria, pronti a scatenare una guerra di sfiancamento nei confronti dei virus.

Se i virus sono entrati nell’organismo, da qualche pertugio o con qualche furberia, in quantità ridotta (bassa carica) e sono scoperti e evidenziati dalle nostre difese nella fase iniziale della loro riproduzione, vengono neutralizzati e uccisi definitivamente. Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei soggetti infetti.
Se invece i virus sono trasmessi in grande quantità, ad alta carica, i nostri sistemi difensivi vengono sopraffatti, le cellule vengono invase ed anche distrutte. L’infezione e la malattia avanzano. Tutto questo avviene all’interno del nostro organismo, a nostra insaputa senza che noi ce ne accorgiamo.

I sintomi di malattia da sistemi difensivi a meccanismi pericolosi
Dalla assenza di sintomi, situazione che avviene nella maggior parte dei casi di attacco o di infezione virale, si passa all’insorgere di qualche colpo di tosse, qualche linea di febbre, stanchezza, un po’ di mal di testa. Sistemi di difesa messi in essere dall’organismo per creare un ambiente sfavorevole alla crescita e riproduzione del virus. Ma possiamo assistere anche ad una salita repentina della febbre con tosse forte e profonda, malessere, difficoltà di respirazione. Non ci sono regole evidenti che regolano questi fenomeni. Ogni persona risponde secondo una sua organizzazione interna e la capacità del proprio sistema immunitario e di rilascio di sostanze interne prodotte da alcune cellule. Possiamo solo dire che le persone in buona salute superano l’attacco e la malattia senza neanche accorgersene. Chi non ha i sistemi in equilibrio paga lo scotto del suo disequilibrio interno e soffre.

Dall’infezione all’incubazione alle manifestazioni di malattia.
Nella fase di INCUBAZIONE, dall’entrata alle prime manifestazioni di malattia, i test eseguiti con i tamponi sia molecolari che antigenici sono per definizione NEGATIVI. Gli anticorpi evidenziati dai test sierologici ancora non esistono.
I virus, particolarmente attivi, continuano dalle prime ore di infezione la loro corsa a moltiplicarsi ed a colonizzare riproducendosi dentro le cellule. Non verranno evidenziati fino al 4°- 7° giorno per poi fuoriuscire dalle cellule indisturbati. Ora si manifestano in modo evidente, iniziano a diffondere ed i tamponi si positivizzano.
In questa fase si attivano la maggior parte dei tipi delle cellule immunitarie, e i gruppi cellulari, come tanti battaglioni a formare un regimento, si portano in gran numero dove sono presenti i virus. Contemporaneamente inizia la produzione di sostanze velenose per i virus, ossia molti tipi di sostanze infiammatorie.
In questa fase di INFEZIONE i tamponi molecolari risultano POSITIVI anche a basse cariche. Basta la presenza di un virus o di parte di questo per essere rilevato. Anche il tampone antigenico risulta POSITIVO, se la diffusione del virus è medio elevata, e questo vuol dire che il soggetto è infettante.

(situazione 1) Negli organismi in cui i sistemi difensivi, durante l’infezione, in fase iniziale contengono la riproduzione del virus all’interno delle cellule, questa si arresta in pochi giorni e la malattia non prosegue. Questa fase può durare 4/7 giorni senza manifestare sintomi e la battaglia è vinta. Alcuni linfociti, del gruppo dei globuli bianchi, le nostre cellule difensive, hanno ricevuto l’informazione della presenza del virus e ne manterranno il ricordo nel tempo.
(situazione 2) Negli organismi in cui il virus ha il sopravvento sui primi sistemi difensivi il soggetto infettato chiama a raccolta altri tipi di cellule che iniziano a produrre sostanze irritanti e mortali per i virus ma aggressive anche per sé stesso. Queste sono le molecole dell’infiammazione, molecole di molti tipi, alcune pericolose come le citochine. Questa è la fase dell’inizio di sintomi, dalla febbre, alla tosse, al catarro. Sintomi che si possono arrestare in pochi giorni, o possono evolvere in problemi respiratori, anche gravi. La febbre può crescere e la persona stare male. Il soggetto diventa SINTOMATICO. I virus sono al massimo della loro crescita, ma tra attacchi dei linfociti ed altri tipi di cellule, di sostanze infiammatorie ed altre proteine inizia una battaglia fortissima. I virus cominciano a soccombere, ritirarsi e sparire. I sintomi della malattia hanno quindi una funzione difensiva. I sintomi possono durare dai 2 ai 10 giorni, e l’obiettivo è quello di sconfiggere il virus. I tamponi molecolari ed antigenici sono positivi in questa fase. Gli anticorpi ancora non sono prodotti.
La battaglia è in corso, e se il virus viene eliminato si conclude la battaglia senza formazione di anticorpi M, prima e G in seguito. Quindi possiamo assistere alla fine della malattia senza la formazione evidente di anticorpi.
Altrimenti se il virus continua a guerreggiare e a mantenersi attivo si attivano i linfociti B con la formazione delle immunoglobuline, ossia degli anticorpi. Questi sono i sistemi difensivi più potenti che intervengono dove la fanteria (cellulare) non ha avuto successo.

Questo vuol dire che non è vero che tutti coloro che sono stati infettati dal virus, e sono risultati positivi ad un tampone antigenico o molecolare, producono matematicamente anticorpi. Anzi i soggetti con immunità ben equilibrata e funzionante molto spesso non arrivano alla produzione di anticorpi.
La produzione di anticorpi dipende anche dalla carica infettante, ossia quanto virus ha aggredito l’organismo. Cariche elevate, ossia presenza di molto virus arriva quasi certamente a far produrre i sistemi difensivi anticorpali. Ma basse cariche di virus vengono bloccate dai sistemi difensivi innati e cellulari senza far produrre anticorpi.
Da queste considerazioni si capisce anche perché gli anziani ed i soggetti portatori di altre malattie, che hanno difese immunitarie insufficienti o quasi assenti si trovano nella impossibilità di rispondere con le cellule delle difese e con le immunoglobuline agli attacchi del virus. In questo caso l’unica difesa consiste nel produrre molecole infiammatorie, che crescono in modo esponenziale, generando il famoso tsunami delle citochine, mettendo a rischio la vita delle persone. “Muoiono i più deboli” vuol dire proprio che soccombono coloro che hanno un sistema immunitario poco efficiente.

Consigli di prevenzione per il sistema immune
Una sana alimentazione con molta frutta e verdura, in particolare aranci e limoni, kiwi ed altri cibi ricchi in vitamine e coenzimi. Estratti vegetali, olio di oliva (nell’ambiente mediterraneo), estratti di foglie di olivo, zenzero ed altre essenze sono fortissimi antiossidanti ed energetici dei sistemi cellulari protettivi. Una vita condotta in modo sano e sportivo, con movimento anche leggero ma costante, serve a mantenere un buono stato di salute, vuol dire tenere il nostro sistema immunitario attivo ed efficace.

Con questo racconto ho voluto spiegare come i sistemi sono diversi e più complessi da come vengono spiegati. Ho voluto fornire risposte a tanti quesiti tra cui perché in coloro che sono risultati positivi al test molecolare o antigenico, a distanza di tempo non si sono sviluppati gli anticorpi. Oppure per quale motivo nonostante le distannze e le tante precauzioni il virus continua a circolare. Grande parte nella spiegazione dei fenomeni della circolazioni del virus risiede nell’influenza stagionale dei nostri sistemi di difesa.

Risposte diverse al virus Sars-CoV-2: Contatto, infezione, malattia. quando fare tamponi e sierologici Leggi tutto »

Cosa contiene Vaxigrip Tetra

Cosa contiene Vaxigrip Tetra ( da Agenzia del Farmaco)

– I principi attivi sono: Virus dell’influenza (“split” inattivati) dei seguenti ceppi*:
Documento reso disponibile da AIFA il 05/09/2020
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio (o titolare AIC)

  • A/Guangdong-Maonan/SWL1536/2019(H1N1)pdm09 – ceppo equivalente (A/GuangdongMaonan/SWL1536/2019, CNIC-1909)
    …………………………………………………………………………………….15 microgrammi HA**
  • A/Hong Kong/2671/2019 (H3N2) – ceppo equivalente (A/Hong Kong/2671/2019, IVR-208)
    ………………………………………………………………………………15 microgrammi HA**
  • B/Washington/02/2019– ceppo equivalente (B/Washington/02/2019, tipo selvaggio)
    ……………………………………………………………………………………………15 microgrammi HA**
  • B/Phuket/3073/2013 – ceppo equivalente (B/Phuket/3073/2013, tipo selvaggio)
    …………………………………………………………………………15 microgrammi HA**

Per una dose da 0,5 mL
* coltivati in uova fertilizzate di galline provenienti da allevamenti di polli sani
** emoagglutinina

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ORARI CENTRALINO INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Il centralino telefonico per informazioni e prenotazioni è a disposizione del pubblico dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,00; il Sabato dalle 9,00 alle 13,00.

Al di fuori degli orari indicati o se trovate il centralino occupato  lasciare un messaggio in segreteria, oppure  scrivere una email a [email protected]

Per informazioni mediche infettivologiche e spiegazioni scientifiche puoi richiedere prenotare una videoconsulenza  a [email protected]

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Viaggi Internazionali e TAMPONI per COVID-19. Una soluzione rapida

Tamponi per COVID-19. Come risolvere il problema del test RT-PCR per SARS-CoV-2. Ossia come fare il tampone per i viaggiatori internazionali.

prenota subito il protocollo viaggi internazionali con certificazione medica e richiesta per effettuare tampone di urgenza

Il tampone per COVID-19 è considerato in tutto il mondo il test più sicuro per identificare la presenza del virus nell’organismo. Ed il test RT-PCR per SARS-CoV-2 è richiesto da compagnie aeree e paesi di destinazione in tutto il mondo. I centri medici pubblici autorizzati a effettuare questo esame sono le uniche strutture a poter eseguire il TAMPONE. Fino ad ora il test veniva eseguito solamente a cittadini malati, a sospetti e a categorie particolari. Ora anche i viaggiatori presentando una richiesta di un medico o di uno specialista con un certificato possono richiedere l’effettuazione del test. Da qualche giorno quindi anche i viaggiatori internazionali, con un certificato medico accedono all’effettuazione del Tampone. 
Il Centro medico Cesmet – clinica del viaggiatore da sempre ha effettuato dei protocolli specialistici per il controllo del COVID-19 per diverse categorie rilasciando una certificazione dello stato di salute delle persone o dei lavoratori e la certificazione del loro stato immunitario, ossia della resistenza o sensibilità al virus.
Anche per i viaggiatori internazionali il Cesmet ha istituito un protocollo sanitario con videat infettivologico, test funzionali e sierologici e certificazione. A tutti i viaggiatori vengono rilasciati coonsigli e indicazioni su come viaggiare e quali protezioni adottare in corso di viaggio, ricoordando sempre l’importanza di alcune vaccinazioni. Al termine di questo protocollo viaggi internazionali con le certificazioni, valide per i viaggi viene rilasciata una richiesta di effettuazione di TAMPONE per COVID in urgenza. 

Per noi del Cesmet il viaggiatore internazionale, oltre al test PCR puro e semplice ottenuto con il Tampone, deve ricevere una valutazione medica specialistica e con il certificato dello stato di salute ed immunologico deve ricevere, soprattutto in questo periodo, indicazioni e consigli per il viaggio. Per questo motivo per la richiesta del TAMPONE occorre sottoporsi ai protocolli sanitari da sempre proposti. (clicca qui per approfondire)

Al viaggiatore che effettua il Protocollo Viaggi Internazionali insieme ai certificati dello stato di salute e dello stato immunologico viene rilasciata la richiesta del medico infettivologo per effettuare il tampone per motivo di volo internazionale, in regime di urgenza. I certificati e la richiesta di tampone vengono rilasciati a vista il giorno del videat infettivologico.
Il test PCR deve essere fatto alcuni giorni prima e la risposta si riceve via mail in 48 ore.

Prenota il tuo protocollo e ricevi con il certificato medico la richiesta per effettuare il Tampone per COVID-19

Viaggi Internazionali e TAMPONI per COVID-19. Una soluzione rapida Leggi tutto »

DIABETE in viaggio un servizio specialistico al CESMET

Partire e viaggiare con il Diabete

Nel caso di partenze programmate si può avere tutto il tempo di effettuare un chek-up diabetologico completo, diversamente in caso di partenze improvvise tentare almeno di ottimizzare prima, durante e dopo il viaggio lo stato metabolico.


Presso il Centro Medico Cesmet, Clinica del Viaggiatore puoi richiedere una consulenza prima del viaggio per viaggiare in sicurezza adeguando la tua situazione.

Soprattutto in questo periodo di pandemia è bene sapere che nel diabete scompensato i virus, come altri batteri o miceti trovano un pabulum ottimale per moltiplicarsi.
Ricordare di mantenere un range glicemico almeno al di sotto di 140 mg/ml a digiuno e 2 h. dopo i pasti.
La glicemia non deve mai essere al di sotto di 75/70 mg/ml
Assumere immediatamente o un bicchiere di latte o appositi stick di glucosio o acqua e zucchero.
Il chek-up diabetologico di base consiste in:

  • Visita Diabetologica
  • Analisi metaboliche complete
  • Cardiologica con ECG
  • Visita Angiologica con ECDoppler dei vasi epiaortici ed arti inferiori
  • Visita Oculistica completa
  • Eventualmente anche: Vs.ta Neurologica con EMG 4+8 segm.
  • Visita Urologica
  • Visita Nefrologica
  • Visita Ginecologica
  • Visita Andrologica
  • Visita Dermatologica
  • Visita Odontoiatrica
  • Visita Dietologica
  • Visita Psicologica
  • Visita Podologica

Consideriamo che il Diabete sia il tipo I che il tipo II è una malattia endocrina, soggetta quindi ai ritmi circadiani ormonali, inevitabilmente nel caso di viaggi con variazione di fuso orario superiore allle 4/6 ore si crea spesso uno scompenso temporaneo dei ritmi e della sincronia dei feedbach secretori.
In caso di terapia con microinfusore deve essere settato con l’aiuto del diabetologo in base al fuso orario.
E’ quindi auspicabile partire in fase di buon compenso metabolico di base.
Evitare di saltare i pasti o di assumere in continuazione cibo, mantenere altresì un’alimentazione in 5 pasti, riducendo i carboidrati ed escludendo i dolci, adattando progressivamente l’orario di assunzione all’arrivo a destinazione. Assumere sempre abbondante acqua.
All’arrivo modulare le calorie in base al compenso metabolico ed allo sport praticato, evitare la frutta tropicale, mantenere nelle donne una dieta di circa 1200 Kcal. max e nell’ uomo di 1700 Kcal. max, in 5 pasti.
Ricordare che se si parte in stagione invernale e si giunge in zona tropicale non possiamo all’arrivo assumere le stesse calorie di prima della partenza e viceversa.
RICORDARE SEMPRE :
1) Avere sempre con se i medicinali, a portata di mano, sia insulina con penne ed aghi che ipoglcemizzanti orali, evitare di esporli a temperature troppo alte o troppo basse.
2) Avere sempre con se una fonte di Glucosio: vi sono vari prodotti in vendita in farmacia, effettuare comunque sempre i 2 spuntini h. 10,00 ed h. 17,00 circa.
3) Avere con se una dichiarazione del Diabetologo, che attesti la malattia, il numero di un familiare, del medico di base, la terapia e cosa effettuare in caso di emergenza (ipoglicemia), in duplice lingua ( It./Ing.)
4) Se viaggiate in aereo portate con voi un certificato medico, con data non anteriore ai 30 gg, che attesti la patologia, la terapia, la posologia la modalità di assunzione, e somministrazione del farmaco; il foglietto illustrativo ed un’ autocertificazione attestante che il contenitore sia anti-urto ed anti-rovesciamento.
5) Preparare i farmaci in un sacchetto trasparente e richiudibile.
6) Se indossate un microinfusore o un sensore per il monitoraggio glicemico avvisare la sicurezza, si devono evitare gli scanner, eventuale perquisizione manuale.
7) Non mettere mai l’insulina nel bagaglio da spedire, potrebbe risentire dei grandi sbalzi di temperatura e pressione.
8) Fondamentale avere con se una quantità doppia di farmaco !
Al fine di non rischiare in caso di ritardi, code, imprevisti vari. Tutti i tipi di penne da insulina in terapia, le lente e le rapide, aghi in abbondanza, sticks per il glucometro in abbondanza con i pungi dito.
9) Sia in aereo che in treno che per nave cercare di muoversi quando possibile, passeggiare con continuità, si consumano Calorie !

Buon Viaggio,
dr. Francesco Saverio Floridi
diabetologo presso i centri antidiabete ACISMOM
Responsabile servizio diabetologia
del poliambolatorio SMOM

dal SID alcune indicazioni: clicca qui

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