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Il Patto con il Sole: Gestire Rischi e Benefici per la Nostra Salute

Sole e Salute: Guida a una Relazione Equilibrata

Il nostro rapporto con il sole è diventato complesso, quasi un paradosso. Da un lato, ne riconosciamo istintivamente i benefici, associandolo a un’idea di vitalità e benessere. Dall’altro, tutto quel che ormai sappiamo dei rischi ci impone una cautela sempre maggiore. Questa dualità genera spesso confusione, e ci spinge, a volte, verso comportamenti estremi: o niente sole o un’esposizione sconsiderata.

L’approccio più saggio, tuttavia, raramente risiede negli estremi. “In medio stat virtus” si diceva, e così la medicina moderna ci insegna a gestire i fattori di rischio senza rinunciare alla qualità della vita. L’obiettivo di questa guida è proprio questo: fornire gli strumenti per avere con il sole una relazione matura ed equilibrata, basata sulla conoscenza scientifica e sulla gestione consapevole del rischio.

I Benefici Fisiologici dell’Esposizione Solare

Prima di analizzare i rischi, è doveroso guardare al ruolo insostituibile, per la nostra fisiologia e non solo, della luce solare.

  • Un Pilastro della Salute Ossea e Immunitaria: la Vitamina D. La sintesi cutanea di Vitamina D, innescata dai raggi UVB, rimane il modo più efficiente per il nostro organismo di produrre questo pro-ormone essenziale. La sua funzione più nota è regolare il metabolismo del calcio, fondamentale per la mineralizzazione e la robustezza dello scheletro. Tuttavia, il suo raggio d’azione è ben più vasto: la Vitamina D è un immunomodulatore cruciale, capace di orchestrare le nostre difese immunitarie e contribuire al controllo dei processi infiammatori. La sua carenza è un problema molto diffuso, specialmente negli anziani, nelle persone con pelle scura e in chi, vivendo a latitudini settentrionali, ha una produzione quasi nulla durante i mesi invernali.
  • L’Influenza sulla Sfera Psico-emotiva. L’esposizione alla luce solare ha un impatto documentato sull’umore. Stimola la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che favorisce sensazioni di calma e benessere. Questo meccanismo è alla base della sua efficacia nel contrastare i disturbi affettivi stagionali (SAD) e nel migliorare il tono dell’umore generale. (non vi sentite più allegri se c’è il sole?)
  • Il Sincronizzatore del nostro Orologio Biologico. La luce naturale è il più potente segnale esterno in grado di sincronizzare i nostri ritmi circadiani (cicli biologici di circa 24 ore). L’esposizione mattutina regola il ciclo sonno-veglia, sopprimendo la melatonina e promuovendo uno stato di veglia e lucidità. Un ritmo circadiano ben regolato è essenziale per la salute metabolica, la funzione cognitiva e l’equilibrio ormonale. La nostra vita moderna, spesso povera di luce naturale di giorno e troppo ricca di luce artificiale di notte, può alterare questo delicato equilibrio.

Il Rovescio della Medaglia: Comprendere il Rischio

La stessa radiazione ultravioletta (UV) che apporta benefici, se assorbita in eccesso, è anche il principale fattore di rischio ambientale per la nostra pelle. È fondamentale comprendere che questi processi non sono una condanna inevitabile, ma la conseguenza di abitudini modificabili.

  • Fotoinvecchiamento: il Danno Strutturale. I raggi UVA, che costituiscono circa il 95% della radiazione UV che ci raggiunge, penetrano fino al derma, dove nel tempo degradano le proteine strutturali della pelle: il collagene, che ne assicura la compattezza, e l’elastina, che ne garantisce l’elasticità. Questo processo cronico, noto come fotoinvecchiamento, si manifesta clinicamente con rughe profonde, perdita di tono, discromie (macchie) e una cute dall’aspetto ispessito e giallastro (elastosi). Questi segni non sono un mero inestetismo, ma l’evidenza visibile di un danno cumulativo.
  • Fotocarcinogenesi: il Danno al DNA. I raggi UVB, più energetici, possono danneggiare direttamente il DNA dei cheratinociti. Sebbene la cellula disponga di sofisticati meccanismi di riparazione, un’esposizione eccessiva e ripetuta può superare queste capacità, portando a mutazioni permanenti. L’accumulo di tali mutazioni nel tempo è il meccanismo alla base dello sviluppo dei tumori cutanei. È utile distinguere i pattern di rischio: il Melanoma è spesso legato a esposizioni intense e intermittenti con scottature (tipiche delle vacanze), mentre i carcinomi basocellulare e squamocellulare sono più associati a un’esposizione cronica e continua, come quella lavorativa.

Strategia di Fotoprotezione Intelligente: un Approccio Integrato

La prevenzione si basa su una strategia gerarchica che integra comportamento, barriere fisiche e filtri chimici.

  1. Gestione del Tempo e dell’Ombra: La prima e più efficace forma di protezione è quella comportamentale. Si raccomanda di evitare l’esposizione solare intenzionale nelle ore di massima irradiazione, convenzionalmente tra le 11:00 e le 16:00. Ricercare l’ombra è un gesto semplice e di comprovata efficacia.
  2. Barriere Fisiche: L’abbigliamento costituisce una barriera costante e affidabile contro i raggi UV. Si consiglia l’uso di:
    • Indumenti a trama fitta e, se possibile, con certificazione UPF (Ultraviolet Protection Factor) 30 o superiore.
    • Cappello a tesa larga, in grado di proteggere viso, orecchie e collo.
    • Occhiali da sole con lenti a norma di legge (marcatura CE), che garantiscano un filtraggio del 99-100% dei raggi UVA e UVB per proteggere le strutture oculari.
  3. Fotoprotettori Topici (Creme Solari): I filtri solari sono un presidio fondamentale per proteggere la cute che rimane inevitabilmente esposta. La loro efficacia dipende da una scelta e un’applicazione corrette.
    • Scelta: Preferire un prodotto ad “ampio spettro” (protezione UVA e UVB) con un fattore di protezione solare (SPF) elevato (30 o, preferibilmente, 50+). Per garantire la protezione UVA, cercate il logo “UVA” inscritto in un cerchio. Esistono filtri fisici (ossido di zinco, biossido di titanio), ideali per pelli sensibili, e filtri chimici, spesso dalle texture più leggere.
    • Applicazione: Il prodotto va applicato in quantità adeguata (la regola indica 2 mg/cm², circa un bicchierino da liquore per un corpo umano intero) circa 20 minuti prima dell’esposizione.
    • Riapplicazione: Questa è una fase non negoziabile. La protezione va riapplicata ogni due ore, e tassativamente dopo ogni bagno, dopo un’intensa sudorazione o dopo essersi asciugati.

Conclusione: un Invito alla Consapevolezza e all’Azione

La gestione del rapporto con il sole è un pilastro della prevenzione dermatologica. Non richiede rinunce estreme, ma l’adozione di abitudini consapevoli. A questa strategia si affianca un altro strumento essenziale: l’autosorveglianza. Imparare a conoscere la propria pelle e a monitorare l’aspetto dei nevi è un gesto di grande valore. La regola dell’ABCDE è un utile promemoria per individuare segnali sospetti:

  • Asimmetria della lesione
  • Bordi irregolari e frastagliati
  • Colore disomogeneo, con più sfumature
  • Diametro superiore ai 6 millimetri
  • Evoluzione, ovvero qualsiasi cambiamento rapido di aspetto, dimensione o sensazione.

L’autoesame cutaneo periodico è il primo passo, ma è la visita dermatologica specialistica a completare il percorso di prevenzione, permettendo una valutazione professionale del profilo di rischio e un controllo accurato delle lesioni pigmentate. Un approccio informato e proattivo è la chiave per godere dei benefici del sole, minimizzandone i rischi per la nostra salute.

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Effetto di El Niño sulle temperature ed effetti sulla diffusione delle malattie trasmesse da zanzare.

Nel luglio 2023 la temperatura media globale della Terra ha superato, per la prima volta da quando viene registrata, i 17°C.  Il record precedente era 16.9°C, nel 2016. L’anno 2016 ed il 2023 hanno un evento in comune: la presenza di El Niño. Gli effetti si sono sentiti per tutto il 2023 e stanno condizionando le temperature globali sulla terra del 2024.

Ma cosa è El Niño?
El Niño è un evento climatico che comporta un aumento delle temperature globali e l’aggravarsi di eventi meteorologici estremi. Questo fenomeno è causato dalle temperature dell’oceano e dai venti nel Pacifico che oscillano tra il riscaldamento di El Niño e il raffreddamento di La Niña. Nel corso degli anni, si è osservato che El Niño porta a un aumento delle temperature globali e a effetti climatici diversi in varie regioni del mondo.
Durante l’evento di El Niño, le temperature globali aumentano di circa 0,2 gradi Celsius, portando a conseguenze come ondate di calore più intense, stagioni calde prolungate e tempeste più potenti. Questo può causare:

 

 

– condizioni più secche e calde in alcune aree come l’Australia e l’Indonesia, con un aumento del rischio di incendi boschivi,

 

 

– mentre altre regioni come l’Africa orientale potrebbero sperimentare piogge intense e inondazioni.
– Dal secondo semestre del 2023 e nei primi mesi del 2024 l’America latina, ed in particolare Perù, Argentina e Brasile, sono soggetti a ondate di calore mai viste e inondazioni con esiti drammatici.
Questo fenomeno può anche aumentare l’attività degli uragani nel Pacifico, mettendo luoghi come le Hawaii a rischio di cicloni tropicali.
In sintesi, El Niño è un fenomeno naturale che ha profonde implicazioni sul clima globale, portando a cambiamenti significativi nelle temperature, nelle precipitazioni e negli eventi meteorologici estremi in diverse parti del mondo.

 

 

Interazione tra El Niño, Cambiamenti Climatici e Impatti Globali
Il fenomeno di El Niño, un ciclo naturale che si alterna con La Niña, non è in sé anomalo, portando variazioni nelle temperature. Tuttavia, l’interazione con i cambiamenti climatici antropogenici aggiunge una complessità significativa. Il riscaldamento globale, l’aumento del vapore acqueo nell’atmosfera e il ritiro dei ghiacciai amplificano gli effetti di queste oscillazioni cicliche di temperatura.

Questa combinazione, in sinergia con la crisi climatica in corso, rappresenta un doppio stress termico per il nostro pianeta, generando precipitazioni estreme e siccità che si distribuiscono in modo irregolare tra diverse regioni come l’America Latina, gli Stati Uniti, l’Asia meridionale e l’Australia. Gli impatti sul Mediterraneo, seppur indiretti, non sono trascurabili.

Il 2024 è un anno particolarmente significativo in questo contesto, con gli scienziati che lo indicano come potenzialmente il più caldo mai registrato. Questa situazione sottolinea l’importanza di comprendere e affrontare in modo proattivo le interazioni complesse tra i fenomeni naturali come El Niño, i cambiamenti climatici indotti dall’uomo e i loro impatti globali.

Effetto del El Niño sulla diffusione della dengue.

El Niño è un fenomeno climatico ricorrente che si verifica ogni 2-7 anni, caratterizzato da un riscaldamento anomalo delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale. Questo riscaldamento influenza il clima a livello globale, alterando i modelli di temperatura e precipitazioni in molte regioni del mondo.
In America Latina, El Niño porta a temperature più elevate e a un aumento dell’umidità, creando condizioni ideali per la proliferazione della zanzara Aedes aegypti, vettore della dengue. Inoltre, le piogge più intense possono fornire più siti di riproduzione per le zanzare, come contenitori d’acqua stagnante.

Uno studio del 2019 ha rilevato che durante gli anni di El Niño, i casi di dengue in America Latina sono aumentati del 50-60% rispetto agli anni normali. La situazione si è aggravata nel 2023 / 2024 ed in questo contesto paesi come Brasile, Colombia, Venezuela e Bolivia sono stati particolarmente colpiti.

Meccanismi di trasmissione

L’aumento delle temperature e dell’umidità durante El Niño accelera il ciclo di vita delle zanzare Aedes aegypti. Le uova si schiudono più rapidamente, le larve si sviluppano più velocemente e gli adulti raggiungono la maturità sessuale prima. Inoltre, le zanzare infette possono trasmettere il virus della dengue ai loro discendenti attraverso le uova, aumentando la diffusione del virus.

Il virus della dengue si replica più rapidamente all’interno delle zanzare a temperature più elevate. Questo porta a una maggiore carica virale nelle zanzare e a un periodo di incubazione più breve, aumentando la probabilità di trasmissione agli esseri umani.

prevenzione e controllo

Per mitigare l’impatto di El Niño sulla diffusione della dengue, sono necessari sforzi coordinati su più fronti:

Sorveglianza epidemiologica per identificare precocemente i focolai e attuare misure di controllo mirate
Campagne di sensibilizzazione per incoraggiare la rimozione di potenziali siti di riproduzione delle zanzare
Applicazione di insetticidi e metodi di controllo biologico per ridurre le popolazioni di zanzare
Sviluppo di vaccini e terapie antivirali per prevenire e trattare la dengue
Rafforzamento dei sistemi sanitari per gestire efficacemente i casi di dengue durante le epidemie

In conclusione
El Niño rappresenta una sfida significativa per il controllo della dengue in America Latina. Comprendere l’impatto di questo fenomeno climatico e adattare le strategie di prevenzione e risposta è essenziale per ridurre il carico della malattia in futuro.
In America Latina, El Niño sta avendo un impatto significativo sulla diffusione della dengue. Le ondate di calore e le temperature medie più elevate con una umidità sempre più elevata creano condizioni più favorevoli per la crescita delle zanzare, lo sviluppo più rapido delle popolazioni di zanzare infette, la virulentazione e la crescita molto più veloce dei virus durante il cicli nelle zanzare.
El Niño influenza la distribuzione delle piogge e la disponibilità di acqua, che aumenta il rischio di epidemie di dengue. Le piogge più intense possono creare condizioni più favorevoli per la crescita delle zanzare e la diffusione del virus.
El Niño influisce anche la diffusione di altre malattie tropicali come Zika e chikungunya, che sono trasmesse dalle stesse zanzare che trasmettono la dengue.
Per contrastare l’effetto di El Niño sulla diffusione della dengue, è necessario implementare strategie di controllo e la sorveglianza epidemiologica, la prevenzione e la gestione dei casi, nonché la lotta contro la zanzara Aedes aegypti attraverso la riduzione della sua popolazione e la prevenzione della sua diffusione.

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