Nell’estate 2021 incendi, ghiacciai sciolti, tempeste. Calore estremo tra i 40 e i 50’C dal Nord America all’Europa. Clima tropicale ovunque. Morti, distruzione, fuoco e tempeste di pioggia. Una situazione così bizzarra, sicuramente grave non l’avevamo mai vista. L’intero globo brucia o si allaga.
Incendi, tempeste, ghiacciai sconvolti. Mentre il mondo brucia di caldo e di fuoco, per effetto della crisi climatica, a 500 miglia a nord, sopra il Circolo Polare Artico, piove per la prima volta, a ricordo d’uomo. La vetta della calotta glaciale della Groenlandia è andata diversi gradi sopra lo 0°C termico, e per diverse ore sul ghiaccio è scesa pioggia.
La Groenlandia è formata da una calotta di ghiaccio spessa oltre 3 Km. Il rialzo termico negli ultimi decenni ha sciolto più di 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno. Ripeto 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio che si sono riversate in mare. Questa estate 2021 il rialzo termico è stato ben sopra lo zero termico e la pioggia battente è caduta per diverse ore su una delle aree più fredde della terra. Questa situazione che si è creata è sconcertante e costituisce il segnale evidente e preoccupante del cambiamento climatico. Non ci si aspettava questo fenomeno. I cambiamenti climatici accelerano più del previsto. E soprattutto tutti i ghiacciai della terra sono in stato di grande sofferenza.
Le conseguenze di tutto questo: erosioni di spiagge, stabilimenti e agglomerati urbani in difficoltà. Le nostre città rivierasche cominciano a soffrire di questo rialzo delle marre. Ma anche luoghi a noi lontani e meno conosciuti. Molte isole nell’oceano Pacifico sono in serie difficoltà.
L’allarme del club di Roma, Era l’aprile del 1968, 50 anni fa, quando nacque il “Club di Roma”, così chiamato perché i suoi fondatori, scienziati, economisti e industriali europei, si riunirono a Roma all’Accademia dei Lincei alla Villa Farnesina per discutere di problemi globali, in particolare climatici. il rapporto Brant degli anni ottanta, presentato all’ONU. Le tante altre conferenze internazionali e nazionali hanno fatto ben poco. La situazione peggiora di giorno in giorno. Gli adulti stanno a guardare attoniti. Le vecchie generazioni sembrano paralizzate nei confronti degli eventi. I giovani o per lo meno una parte di giovani sembra aver capito che questa situazione si rivolterà contro di loro. Movimenti di giovani in tutto il mondo si mobilitano. Ma finché il cambiamento di vita, di economie, di risorse energetiche, non diventerà business, le decisioni dei governi non diventeranno incisive.
I cambiamenti del clima cambiano gli ambienti e cambiano la presenza di flora e fauna. In particolare si modifica la presenza di insetti che trovano condizioni idonee per il loro proliferare e per prolungare il periodo di presenza nel corso dell’anno.
Molti virus, ma anche batteri sono trasmessi da tipi di zanzare un tempo relegate nelle savane o foreste tropicali ed ora comuni nelle nostre città non solo mediterranee ma anche del nord Europa. I cambiamenti climatici condizionano l’insorgere di malattie, un tempo sconosciute ed ora quasi comuni alle nostre latitudini.
Il rischio della comparsa di nuove pandemie o dell’arrivavo di malattie infettive, un tempo relegate ad ambienti equatoriali o tropicali è già in atto.
Ma tutti noi concretamente cosa possiamo fare? Come possiamo contribuire, nel nostro piccolo a frenare la distruzione totale del nostro ambiente?
Una piccola indicazione. Alberi, alberi, alberi. Dobbiamo piantare alberi direttamente o finanziare qualche progetto di riforestazione.
Se abbiamo un terreno, anche piccolo proviamo a piantare il nostro albero personale. Il prossimo autunno siamo tutti impegnati a piantare il nostro albero. Meglio se lo facciamo con un gruppo di amici. Titti insieme, ognuno il suo albero. Ed eventualmente partecipiamo ad un progetto di riforestazione. Sempre con l’impegno di piantare per lo meno un albero.
Esiste un provider dedicato alla riforestazione. www.ecosia.org . ogni 45 ricerche che fai contribuisci alla riforestazione mondiale piantando un albero, ogni ricerca aiuta ad eliminare 1 Kg di CO2. Vai a vedere come funziona e se non ti cambia molto passa a questo provider per le tue ricerche.
Allora mi raccomando come uomo, padre, medico, parte del cosmo e di questa terra, pianta il tuo albero e partecipa con convinzione ai progetti di riforestazione.
COVID-19, patentino di immunità o certificato vaccinale o Green Pass. tutto si riassume nel certificato medico.
PER INFORMAZIONI ” COVID-19 TUTELE E CONTROLLI SANITARIO“Per viaggiare e per il rientro NELLE AZIENDEFAI LE TUE DOMANDE
Stai organizzando un viaggio all’estero o in Italia? Devi dimostrare di aver già avuto il Covid-19 o di aver effettuato la vaccinazione? Ti richiedono l’effettuazione del tampone con la certificazione medica COVID FREE? Presso la clinica del viaggiatore presentando l’autocertificazione sanitaria e dopo un colloquio o videoconsulenza con un medio ti verrà rilasciato un certificato medicospecialistico. Se hai necessità potrei richiedere di effettuare un TAMPONE antigenico o molecolare per COVID-19
Per i tuoi viaggi Richiedi di effettuare il PROTOCOLLO SANITARIO CESMET che prevede la compilazione di una autocertificazione sanitaria e di eventuale malattia Covid-19 o avvenuta vaccinazione. Dopo verifica, insieme ai referti dei tamponi sulla presenza del virus e certificazione di stato di salute ed immunologico riceverai la il certificato medico che attesta il tuo stato nei confronti di SARS-CoV-2
Ricorda che tutti i test, sia i tampponi molecolari o antigenici sia i test sierologici che quantificano la presenza di anticorpi, sono la risposta di laboratorio, lasciati alla tecnica, alla interpretazione, alla metodica. Non sono una certificazione medica. Il certificato medico è documento medico legale, una assunzione di responsabilità nei confronti dei richiedenti, è la vera valutazione dello stato di salute effettuata dal medico specialista.
INFORMAZIONI e CONSULENZE prima del viaggio. Se prima della pandemia COVID-19 informarsi presso esperti di viaggi internazionali era un optional , oggi è un dovere verso se stessi e verso gli altri. Il rischio di COINFEZIONE tra SARS-CoV-2 ed altri virus, batteri o parassiti è reale e può essere pericoloso. Chiedi quindi ad esperti tropicalisti o infettivologi quali sono i comportamenti preventivi per mantenere un buono stato di salute. Oggi più di prima informati su quali vaccini sono consigliati non solo per i “paesi tropicali” ma per Europa ed USA o Canada. Una attenzione maggiore per garantire la tua salute. Il CESMET Clinica del Viaggiatore è a tua disposizione.
Presso il CESMET il medico infettivologo ti rilascia i seguenti certificati medici, che in questo momento di confusione e di attesa, hanno il loro valore medico legale e sono utilizzabili secondo le indicazioni stabilite dalla legge (clicca qui per approfondire sui certificati medici)
a. Certificato medico “COVID-19 Cesmet PLUS – Covid-19 FREE”, da utilizzare per viaggi internazionali e al rientro nella attività lavorativa o sociale in sicurezza. b. Certificato medico “tampone antigenico” (tampone naso-faringeo rapido) c. Certificato medico “Tampone Molecolare” (RT-PCR per SARS-CoV-2 Covid-19 Free); d. “Certificato medico “vaccinale” di avvenuta vaccinazione o ciclo vaccinale anti Covid-19 (semplice); e. “Certificato medico vaccinale COVID-19 Cesmet” con certificazione del referto sierologico (anticorpi totali IgM / IgG)
f. “Certificato medico di malattia COVID-19 Cesmet” con certificazione del referto sierologico (anticorpi totali IgM – IgG.
Il “certificato medico”
– è l’unico documento che ha un valore medico legale di fronte alla legge.
– è redatto da un medico abilitato e iscritto all’Ordine Professionale.
– fornisce attestazione scritta veritiera di un fatto di natura sanitaria, dello stato di salute e di attestazione di refertazioni o documenti diagnostici.
– ha valore medico-legale che lo rende utilizzabile secondo le indicazioni di legge.
– accerta e certifica un atto che fa fede fino a querela di falso.
Per ottenere i diversi certificati medici infettivologici presso il CESMET INFORMATI QUI’ oppure lascia un messaggia al whatsApp Cesmet 3466000899
#ProntiARipartire. PER AZIENDE è il protocollo specialistico che fornisce alle aziende che hanno deciso di aderire all’accordo per “la VACCINAZIONE AL PERSONALE AZIENDALE” tutto il supporto per infomarsi, comprendere, attivare il programma di vaccinazione e certificarlo, seguendo il personale nelle settimane post vaccinazione.
La NUOVA FASE di ripartenza aziendale e per il mantenimento della attività in sicurezza in questa particolare e delicata fase della pandemia covid-19. prevede la possibilità di organizzare presso l’azienda o presso i centri vaccinali autorizzati, la campagna aziendale di VACCINAZIONI al proprio personale.
In azienda è il momento non solo di continuare a tenere sotto controllo l’ambiente di lavoro ed i comportamenti, ma soprattutto garantire lo stato di salute e la resistenza del personale al virus SARS-CoV-2 dopo oltre un anno di pandemia e circolazione del CORONAVIRUS.
PUOI SCEGLIERE DI FARE RIENTRARE AL LAVORO O DI CONTINUARE A FAR LAVORARE IL PERSONALE AZIENDALE “IN SICUREZZA” SEGUENDO NON SOLO CRITERI DI SICUREZZA AMBIENTALI MA CRITERI DI CONTROLLO DELLA SALUTE per evitare il riaccendersi del contagio.
FACILITA LA VACCINAZIONE DEL TUO PERSONALE
Il medico infettivologo del Cesmet con il suo team, affiancando il medico competente aziendale, se presente, o incaricato direttamente dalle aziende sprovviste di medico del lavoro,
– prepara la ducumentazione informativa sul significato dele vaccinazioni e sulle differenze tra i vaccini;
– informa il personale aziendale sul significato ed i rischi reali delle vaccinazioni;
– predispone i piani per l’effettuazione dei vaccini in azienda o presso Cesmet;
– se richiesto aiuta il datore di lavoro a richiedere le dosi di vaccino presso le ASL di competenza;
– ricevute le dosi effettua la somministrazione dei vaccini a coloro che volontariamente hanno aderito alla campagna vaccinale;
– effettua le pratiche vaccinali sulla piattaforma regionale di registrazione;;
Il personale aziendale dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino verrà seguito nei giorni successivi anche con video consulenza a distanza. Al termine del ciclo vaccinale verrà eseguita valutazione sierologica con la ricerca degli anticorpi IgG, neutralizzanti, per verificare il grado di resistenza della personaal virus. Il primo certificato, viene seguito dopo la prima dose di vaccino, successivamente viene rilasciato certificato definitivo di avvenuta vaccinazione e presenza di anticorpi.
INTRODUZIONE
COVID-19 è una malattia respiratoria, virale acuta, diffusasi rapidamente in tutto il mondo e attualmente in fase di nuova espansione a causa di varianti che hanno reso il virus più diffusivo di quello originari. L’unico freno possibile al dilagare del SARS-CoV-2, e quindi la soluzione unica da applicare è proprio l’adesione alle campagne di vaccinazioni che, nei paesi dove le somministrazioni procedono celermente, stanno dimostrando la loro efficacia.
In questa fase è comunque indispensabile continuare a mantenere un comportamento di ciascuno idoneo,le distanze e le regole stabilite negli ambienti di lavoro, il controllo periodico dello stato di salute e della presenza degli anticorpi IgM – IgG nel tempo, l’effettuazione periodica di Tamponi, per il controllo della circolazione del virus.
Questo virus continua ad infettare e spesso a non manifestarsi, a rimanere silente e quindi a colpire altri soggetti. Le persone diventano contagiose per un certo periodo, e possono arrivare a mostrare sintomi non solo respiratori ma colpire la maggior parte degli organi. Dopo oltre un anno di esperienza clinica si è visto che la maggior parte degli organi posso essere colpiti e la malattia può cronicizzare.
In questa situazione può importante che ogni dipendente conosca il proprio stato di salute dopo mesi di circolazione del virus e la sua situazione di immunità nei suoi confronti; e che l’azienda conosca la sicurezza del proprio personale, in particolare il livello di resistenza o sensibilità al SARS-CoV-2.
Dall’inizio il protocollo #ProntiARipartire
Distanze di sicurezza, l’uso de mascherine negli ambienti di lavoro chiusi ed affollati, l’attenzione ai contatti a casa o nell’ambiente di lavoro sono comportamenti essenziali da seguire nei prossimi mesi, anche quelli estivi. Durante l’estate non allentare l’attenzione.
Il PROTOCOLLO #ProntiARipartire
Il CESMET Clinica del Viaggiatore, centro medico specializzato in malattie infettive, propone alle aziende, nella fase di riattivazione del lavoro, un protocollo sanitario che permetta un rientro del personale aziendale secondo criteri di sicurezza, e che preveda fasi di controllo del personale, nei mesi di rischio contagio, con aggiornamento della prima certificazione medica.
Il protocollo prevede: certificazione medica secondo criteri epidemiologici, clinici e diagnostici per ciascun dipendente. Obiettivo: fornire una certificazione medica infettivologica che attesti lo stato si salute del dipendente, il livello di resistenza o sensibilità al coronavirus; fornisca le indicazioni comportamentali legate allo stato sanitario del singolo individuo; indichi le pratiche preventive da adottare nell’ambiente di lavoro; fornisca indicazioni chiare, a chi ne ha bisogno, per entrare in stato di quarantena o isolamento e seguire i protocolli necessari; indichi le scadenze dei controlli periodici nel semestre successivo con l’aggiornamento del certificato medico.
ADEMPIMENTI AI DECRETI GOVERNATIVI ED INAIL
Il PROTOCOLLO #ProntiARipartire, nella sua completezza e nel rigore scientifico offre al datore del lavoro ed alla azienda uno strumento per adempiere in modo completo ed esaustivo alle indicazioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020, che segna l’avvio della FASE 2 per la gestione dell’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Il PROTOCOLLO propone un metodo di controllo clinico del personale, al fine di coniugare la ripresa delle attività lavorative nelle diverse sedi con la salvaguardia della sicurezza per la salute dei lavoratori, e quindi il loro controllo secondo il protocollo proposto.
Il Protocollo proposto è conforme alle indicazioni degli organi di Governo, istituzioni, enti ed in particolare, alle prescrizioni del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020 e del “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID-19 nei cantieri” del 24 aprile 2020, e prende spunto dal documento tecnico INAIL online con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro( clicca qui )
(Pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile)
I TEST LABORATORIO UTILIZZATI (SPIEGAZIONE) Il test sierologico, rapido, qualitativo, in immunocromatografia, realizzato in modo a sé stante non ha alcun significato sul risultato dello stato immunologico della persona. Il test RT-PCR, ossia la ricerca del virus con il tampone, eseguito solo a livello ospedaliero in strutture autorizzate, e per categorie ben definite, mostra solamente la “fase infettiva” della persona. Questi sono test che mostrano solamente alcune fasi del contagio del virus e della sua storia naturale all’interno dell’organismo. Fotografano di fatti “fasi della storia naturale dell’infezione singole e separate rispetto all’intera storia naturale della risposta dell’individuo al contatto con il coronavirus.
Il test in immunocromatografia utilizzato da CESMET è commercializzato su territorio nazionale ed europeo, è provvisto di conformità CE e FDA (USA), registrato presso il Ministero della Salute (n°: W0105040619 – il 09/04/2020) . Ha mostrato caratteristiche tecniche di sensibilità e specificità che lo rendono idoneo a screening preventivi quali quelli già effettuati con i medesimi test in alcuni ospedali italiani.
L’ottimo livello di percentuale di sensibilità (95.1) e soprattutto l’elevata % di specificità (99.2) rendono questo test paragonabile ai test in ELISA per le indagini di screening sulle persone sane (non sui malati) su cui occorre determinare la presenza o meno di anticorpi.
Questa figura rappresenta la “storia naturale dell’infezione” in un individuo che ha avuto il contagio con il nuovo coronavirus (SARS-CoV-19. La fase della malattia può essere sintomatica, anche in modo aggressivo, o subclinica – senza o con pochi sintomi.
Questo diagramma mostra le fasi di presenza del virus e lo sviluppo dei due tipi di anticorpi (IgM-IgG) e come si vede è la spiegazione dei tempi di presenza di virus e di formazione delle immunoglobuline. Il diagramma è da rapportare alla storia dell’infezione sopra riportata.
Il PROTOCOLLO #ProntiARipartire proposto alla azienda studia nel suo complesso, per ciascun dipendente, l’eventuale infezione con lo studio delle fasi di risposta dell’organismo e la formazione degli anticorpi. Con l’insieme dei dati il medico infettivologo può certificare i livelli di resistenza o sensibilità ad una nuova infezione e fornire i giusti consigli comportamentali. La certificazione dovrà essere aggiornata nei mesi a venire secondo un calendario stabilito.
PROTOCOLLO #ProntiARipartire, PROPOSTO ALLA AZIENDA
METODO
Nel corso del CONSULTO INFETTIVOLOGICO vengono valutati luoghi, contatti con persone a rischio, comportamenti, rischi al lavoro. Vengono studiati sintomi e risposte dell’organismo dal gennaio 2020.
Viene fatta attenzione ad alcuni parametri che si alterano in presenza del virus (ossigeno, circolazione, cuore). Il test studia la presenza degli anticorpi, che spesso non si formano o non si manifestano.
Questo vuol dire che il test da solo non ha significato, ma ha la sua importanza inserito in un contesto clinico. Il certificato medico fornisce una risposta sullo stato di salute, sulla probabile resistenza o sensibilità al virus, sul comportamento da adottare. Sui vaccini essenziali da utilizzare per evitare danni da co-infezioni in attesa del vaccino specifico.
AGGIORNAMENTO DELLA CERTIFICAZIONE PER 6 MESI SUCCESSIVI.
Per seguire le indicazioni ufficiali riguardanti l’apertura delle aziende della Fase2 e Fase 3 e seguire le norme di sicurezza nell’ambiente di lavoro durante tutto il periodo di emergenza della pandemia COVID-19 è necessario un aggiornamento della certificazione medica mensile per un periodo di 6 mesi.
Il certificato viene aggiornato sulla base di una raccolta dati a distanza autocertificata. Per coloro che manifesteranno sintomi o malattie sospette percovid-19 verrà effettuato un nuovo test sierologico (in ELISA – qualitativo e quantitativo) per la conferma di presenza degli anticorpi, e la possibile contagiosità della persona.
Vaccini Covid-19 ” Pfizer – Moderna – Astra Zeneca”, altri vaccini in giro per il mondo … ma poi vaccini pediatrici … e vaccini per i viaggi internazionali.
Per richiedere i tuoi tamponi molecolari o antigenici in caso di viaggio clicca qui
Vaccini Pfizer, Moderna, Astra Zeneca e Sputnik; campagne di vaccinazioni per Covid-19; in tutto il mondo da qualche mese non si parla d’altro. E per frenare il virus SARS-CoV-2 non potrebbe essere
altrimenti. In ogni notiziario, talk show televisivo e radiofonico, intervista, articoli di apertura di giornali e di riviste di ogni tipo, non si fa che parlare di vaccini, di politiche vaccinali, di strategie e addirittura di guerre di vaccinazioni tra stati. Ovunque ci troviamo, per strada, al bar o al ristorane, le poche volte che li troviamo aperti per mangiare un boccone, in ogni tavolo, o per bere un caffè le persone che ci stanno vicine, con la loro mascherina, non fanno che parlare di vaccini, e sanno tutto, e sanno molto di più di noi poveri tecnici, che spesso sappiamo di saperne molto poco. Poco si conosce realmente del “Piano Vaccini antiCovid del ministero della salute”
Tutto questo potrebbe essere un’ottima cosa. Una occasione per rilanciare il concetto e la sensibilità delle persone nei confronti delle vaccinazioni in genere. Non è mai accaduto che si parlasse tanto di prevenzione vaccinale, ma … Da decenni lavoro con le vaccinazioni e da decenni aspetto un momento come questo. Un avvenimento più unico che raro, diffondere la cultura della vaccinazione. Ed in effetti questa è la strada giusta per arginare la diffusione inarrestabile del SARS- CoV-2.
Tutto seguirebbe una incredibile strada promozionale e di sensibilizzazione nei confronti della questione vaccinazioni se non si parlasse solo di vaccini anti Covid, e molto spesso a sproposito. Siamo tutti coscienti che vaccinare è l’unica strada per frenare, ripeto frenare la diffusione di SARS-CoV-2 ma questo sta diventando un argomento a senso unico.
Si parla di “Vaccini” … “vaccini Covid”, di Pfizer e di Moderna, poi c’è Astra Zeneca … ed ora prende quota il russo Sputnik e poi quelli cinesi, a noi tanto lontani. Si parla di “Pratiche vaccinali”, di “organizzazione di campagne nazionali contro il Covid .. di politiche vaccinali. Si parla … si parla … E tutto diventa quasi un mantra affidato ai media. Siamo in guerra contro “il virus della Covid-19” e la guerra va combattuta fino in fondo.
D’altra parte assistiamo alle solite polemiche, ascoltiamo le solite leggende metropolitane, e tutti, giornalisti, opinionisti, gente comuni, pochi addetti ai lavori, si sforzano di dire la loro; tutti sono diventati esperti di medicina preventiva e di profilassi vaccinale. Ma … ripeto in questo clima di massima attenzione “al vaccino”, mai come ora nel mondo, sta venendo meno l’attenzione a tutti gli altri vaccini che ci proteggono dalle altre malattie.
Sembra un paradosso ma il Covid ci ha allontanato anche dalle normali e comuni pratiche vaccinali. In Italia le Regioni e le Asl gli ospedali, non tutte per fortuna, ma nella stragrande maggioranza, sono prese in modo esclusivo dalla chiamata alle armi contro il Covid. E in questa situazione lo spazio dedicato ai comuni vaccini contro tante malattie anche gravi, quali ad esempio il “morbillo, la parotite e la rosolia -MMR”, o alle meningiti “B o tetravalenti”, o ad altri vaccini, è sempre più ridotto.Avete più sentito parlare di vaccinazioni per il meningococco, per l’ HPV, per le epatiti?
Da attento osservatore, attraverso il centro di vaccinazioni internazionali – Cesmet, guardando l’adesione delle famiglie ai vaccini per bambini, in particolare gli stranieri, avendo noi del Cesmet molti utenti di paesi da tutto il mondo, sto assistendo alla diminuzione costante della richiesta di vaccini per i piccoli bambini. Dove è finita per esempio l’attenzione anche nella popolazione pediatrica nei confronti del pneumococco. Quanti bambini lo hanno saltato. Ma come? Proprio in questo periodo di attenzione e voglia di vaccinarsi?
E l’adesione delle donne in gravidanza al vaccino per la “pertosse”? Un altro crollo di richieste. Tetano difterite “pertosse”, il vaccino trivalente principe per le donne all’ottavo mese. La protezione fondamentale per i neonati da una delle maggiori cause di morte perinatale, e dei primi due mesi di vita. Prima del Covid di richieste ce n’erano tante. Le donne giungevano al nostro centro, i ginecologi chiedevano informazioni, poi cosa è successo? Ora tutto tace. Ma durante la Pandemia non dovrebbe aumentare l’attenzione alla protezione delle altre malattie? Non abbiamo più volte affermato che le co-infezioni possono essere rischiose? Non ci si muove. Non ci si pensa ..
Proprio mentre scrivo la televisione continua a parlare di vaccinazioni Covid, di crisi di vaccinazioni, di persone che vogliono vaccinarsi. e di “No Vax” da condannare, cosa giusta e sacrosanta!! Ma contemporaneamente non sarebbe giusto, non potrebbero i nostri giornalisti ricordare che sono sempre meno le ragazze, anche adulte che chiedono il vaccino per il papilloma. Prima del “Corona” ci si informava, si chiedeva e e si prenotava il vaccino HPV. Le richieste aumentavano esponenzialmente anche per i ragazzi. Ed ora? tutto tace.
Non parliamo dei “viaggiatori internazionali”. Il nostro centro medico di malattie infettive rilascia “certificati medici Covid Free”, in inglese, eseguendo tamponi molecolari e anche antigenici. Tutti i viaggiatori che vanno all’estero chiedono di riceverli prima possibile. La preoccupazione per chi viaggia è quella di fare il tampone. Nessuno si informa più delle profilassi vaccinali da effettuare per il viaggio?, ricevere una risposta, e partire. Nessuno si chiede se durante il viaggio si può incorrere in problemi verso altre malattie, magari aumentati dalla presenza del SARS-CoV-2v
Tutti ci chiedono se facciamo il vaccino per il Covid-19. Tutti ci chiedono se è vero che con il vaccino anti Covid si può viaggiare. Queste sono le domande. Nessuno chiede più come proteggersi per il viaggio. La giusta attenzione per la prevenzione per viaggi, in particolare in aree disagiate o rischiose, dove è finita? Le grande testate giornalistiche o televisive, esperienza personale, mandano inviati in ogni parte del mondo per approfondimenti sulla pandemia, senza minimamente preoccuparsi se il personale va protetto da altre malattie, in alcuni casi particolarmente aggressive. Ma allora di cosa parlano televisioni e giornali, che messaggio vogliono fornire alla pubblica opinione??
Nessun viaggiatore riflette o pensa più ai rischi legati alle co-infezioni SARS-CoV-2 con altri virus o batteri; non si pensa più che in epoca di Covid sono aumentate e di molto le incidenze di alcune malattie, in particolare quelle portate dagli insetti. Sono aumentate anche le malattie da alimenti e bevande in alcune parti del mondo. Non ci si vaccina più per le epatiti, o il tifo, o per tetano difterite polio, non parliamo per meningiti o polmonite batterica. Sono aumentati i focolai di colera in molti paesi dell’area tropicale; l’Encefalite giapponese continua ad essere denunciata in molti paesi asiatici; casi di Febbre Gialla diffondono in Africa ed in America Latina ed aumentano le scimmiette portatrici di questo virus. Ma tutto questo è sempre più sfumato nella mente dei viaggiatori, anzi non viene più considerato. Di malaria non se ne parla quasi più. E se parli di profilassi antimalarica, di protezione dalle punture delle zanzare, di vaccini per infezioni alimentari presenti ed aggressive nei paesi meta dei viaggi, i pochi viaggiatori che si muovono in questo periodo ti dimostrano un senso di fastidio e di resistenza. Molto più di prima.
Dobbiamo modificare il messaggio, dobbiamo avvicinare nuovamente le persone al concetto che vaccinarsi, non solo per il Covid-19, fa bene e protegge da malattie ancora presenti ovunque. Dobbiamo cercare di non allontanare le persone dalle vaccinazioni. Non creiamo polemiche superflue nei messaggi televisivi e dei media in generale. Una informazione errata e confusa e polemica.
Diminuiamo i messaggi e parliamone poco. L’eccesiva informazione è deleteria e crea una reazione contraria nella mente della gente. I risultati negativi di una informazione polemica ed eccessiva li cominciamo a vedere nei nostri centri di vaccinazione. E cosa succederà al termine di tutto? Sfruttiamo il momento e spieghiamo che, in senso generale, vaccinarsi vuol dire aumentare la nostra capacità difensiva. Ma i messaggi vanno dosati e pesati. Vacciniamoci contro il Covid-19 ma pensiamo che esiste anche il resto che non va trascurato.
Iniziamo questo 2021scambiandoci i migliori auguri per un ritorno alla normalità e con un proposito fondamentale, quello di vivere questa pandemia senza ansie o paure. Da sempre abbiamo scritto, dalle pagine di questo sito, che il virus SARS-CoV-2 avrebbe circolato seguendo “regole e leggi naturali” scandite da rapporti millenari tra microrganismi e mondo vegetale o animale, compreso il genere umano.
ONDATE E PERSISTENZA DEL VIRUS
Era prevedibile lo sviluppo della prima ondata di diffusione del virus fin dall’aumento esponenziale dei casi in Cina; era certo l’arrivo della seconda ondata in una umanità priva di difese immunitarie dopo la stagione estiva, da sempre priva di eccessi di malattie infettive respiratorie; è prevedibile e calcolabile l’avvento della terza ondata di un nuovo virus che circola da poco più di un anno e si trova in pieno periodo invernale a contatto con l’uomo “al minimo della sua capacità difensiva immunitaria”. Come è sicuro il declino della presenza del virus dalla primavera inoltrata, nel nostro emisfero, e l’adeguamento in altre parti del mondo legato al periodico ciclo stagionale di rafforzamento dei sistemi difensivi cellulari immunitari. E’ certo il permanere del virus negli anni futuri tra di noi. Tutto questo avviene ed avverrà nonostante la giusta e corretta azione preventiva e protettiva delle mascherine, della debita distanza, della modifica dei i nostri comportamenti e soprattutto dell’avvento dei vaccini contro sars-CoV-2.
STORIA DEL RAPPORTO VIRUS-UOMO La storia millenaria, e soprattutto la storia degli ultimi 50 anni ci ha insegnato che l’umanità, per quanto voglia frenare l’attacco dei microbi, e voglia proteggersi con sistemi preventivi e di profilassi vaccinale, ha comunque bisogno dei tempi giusti, dettati dall’adeguamento dei sistemi biologici, per imparare a difendersi e convivere con nuovi germi improvvisamente mutati e capaci di aggredire i sistemi cellulari della specie umana. Non sono quindi i tempi dei governi, dei commissari straordinari o di una stampa sempre attenta alle notizie sensazionalistiche. Sono i lunghi tempi della natura che ha stabilito azioni e reazioni, attacchi e difese, guerre e fasi diplomatiche tra microbi e cellule degli organismi.
Possiamo frenare il contatto con il virus (distanziamento), diminuirne la quantità (mascherine), velocizzare le risposte del nostro organismo (vaccinazioni), attraverso questi comportamenti virtuosi. L’utilizzo dei vaccini fornisce al nostro corpo strumenti difensivi e soprattutto insegna ai sistemi cellulari (globuli bianchi e non solo) l’arte dell’aggredire e uccidere virus e batteri, aiutando i nostri sistemi immuni a produrre anticorpi, e ad articolare l’azione congiunta delle cellule.
Ma quanti decenni ci sono voluti per controllare malattie pericolose in corso di campagne vaccinali. Ci siamo riusciti dando il tempo necessario ed aspettando gli adeguamenti della natura. Parlando di vaccinazione anticovid non pensiamo solo all’organizzazione dell’Italia, della Francia, della Germania o dell’ Europa intera. Non pensiamo solo ai risultati dei paesi tecnologicamente avanzati. La sconfitta del Sars-CoV-2 avverrà con il coinvolgimento globale di tutti i paesi del mondo, anche quelli privi da sempre di una organizzazione sanitaria adeguata. E questo sistema richiederà anni di attenzione, campagne vaccinali, applicazione di regole di igiene e prevenzione. Il virus per essere sconfitto dovrà trovare in tutto il mondo organismi in grado di combatterlo e sconfiggerlo. VACCINAZIONE ANTICOVIDsubito, a tutti, in tutto il mondo, ma non aspettandoci tempi di risoluzione immediata. Impariamo a convivere con il virus e a non temerlo in modo isterico.
COVID E INFORMAZIONE L’anno 2021 deve essere l’anno del ritorno ad una informazione corretta.
Il primo invito è rivolto a miei colleghi medici. Forniamo ai mezzi di informazione poche notizie, ragionate e certe. Numeri e casistiche ponderate e fornite con intervalli ragionevoli. Basta valanghe di numeri quotidiani che salgono e scendono come montagne russe. Le persone sono confuse e non comprendono. I NUMERI e le STATISTICHE si danno ad intervalli che consentano di fornire SINTESI CERTE E COERENTI CON LE SITUAZIONI REALI. L’impressione generale è che l’informazione è forzata e non coerente e scientifica. E’ inutile fornire ora dopo ora, giorno dopo giorno numeri ballerini che sappiamo relativi e privi di senso assoluto.
Il secondo invito è rivolto ai media della carta stampata, radiofonici, televisivi ed informatici. Non buttatevi sulle notizie sensazionalistiche e pilotate politicamente. Pochi numeri, coerenti e con tempistiche corrette. Non illudete o terrorizzate le persone con notizie che forniscono speranze infondate o dubbi eccessivi. Cominciamo a parlare meno del problema virus e più delle notizie quotidiane. I tempi saranno lunghi, non illudiamoci troppo ma anche non esasperiamoci.
questo virus, come tutti gli altri segue i suoi tempi e le sue strade. Noi tecnici conosciamo bene la situazione e le previsioni. Siamo entrati nella fase vaccinale, ma ricordiamo che tutti si devono vaccinare, ma che i tempi di risposta sono lunghi e dipendono anche dalla adesione altrui.
Il 2021 deve essere quindi l’anno della ripresa per una normalità ritrovata e indicata da una informazione corretta. Auguri e buon lavoro a tutti ed in particolare a coloro che continuano a lavorare per arginare la diffusione ed assistere coloro che hanno bisogno.
Il Coronavirus SARS-CoV-2 continua ad avanzare come un’onda e non si arresta.
Siamo quasi al nuovo e drammatico lockdown nazionale. Blocchi di aree, territori o addirittura di regioni; chiusure mirate o generalizzate di negozi, attività, produzioni; controlli sempre più stretti. Dalla fine dell’estate 2020 ognuno di noi, tranne eccezioni prima diffuse, poi rare, ha cercato di adottare misure, comportamenti, freni, utilizzando le mascherine, ha cercato di applicare le giuste regole del distanziamento. Tutto questo con risultati assai scarsi, anzi con nessun risultato. Nonostante le attenzioni crescenti di tutti noi la presenza del virus è in crescita costante. Tamponi antigenici, tamponi molecolari, test sierologici per lo studio degli anticorpi, con questi test studiamo la crescita del virus tra di noi.
Ma perché si è creata questa situazione? Cosa sta succedendo? Di chi è stata e di chi è la colpa di non aver previsto tutto questo?
Francamente sono sicuro che la colpa non è di nessuno! Ci siamo semplicemente dimenticati che esistono da sempre leggi biologiche che governano i rapporti tra organismi (uomini) e microrganismi (virus e batteri) e queste leggi, da sempre, seguono e si adeguano ai ritmi delle stagioni e all’influenza dei diversi ambienti. Da sempre l’autunno e l’inverno sono stati considerati il periodo della crescita delle ondate delle malattie infettive. La patologia respiratoria prima di tutto, ed anche quella intestinale, crescono senza sosta fino alla primavera e poi durante l’estate tutto sembra sparire. E ancora più tutto questo era vero quando c’erano le stagioni classiche. Scopriamo di cosa si tratta.
In questi giorni tutti si scagliano gli uni contro gli altri. La ricerca del capro espiatorio è diventato lo sport nazionale. Tutti lanciati alla ricerca del colpevole della avanzata del virus SARS-CoV-2, in una situazione di tracollo sanitario globale. Molti di noi rimangono sbalorditi di quanto succede, ma tutto questo era prevedibile. Il virus, cresciuto e diffusosi durante l’autunno ‘19 e l’inverno scorso, ha avuto una flessione generalizzata nelle sue manifestazioni in molte aree del mondo, ma non è scomparso, non è mutato né è diventato meno virulento. Ha soltanto trovato nei nostri organismi una situazione sfavorevole di crescita e riproduzione. Questo alle nostre latitudini europee. La situazione è stata diversa in altri continenti. Poi da settembre il virus ha ripreso la sua corsa ed è cresciuto seguendo le sue regole. Ora cresce, diffonde, si riproduce e contagia, trovando, al contrario dell’estate, un ambiente favorevole alla riproduzione ed alla diffusione intracellulare. E crescerà ancora seguendo le sue regole. Ora la situazione è grave perché i numeri dei soggetti infetti crescono in senso assoluto e al crescere delle infezioni crescono proporzionalmente i malati, e ahimé, i morti. Ci troviamo quindi nella situazione di ricerca di soluzioni e non di colpevoli. E questo è anche un invito a chi fa informazione. Non buttate benzina sul fuoco. A tutta l’informazione la preghiera di fornire le giuste spiegazioni che chiariscano a tutti il perché di tanta emergenza. Critiche, sospetti, creazione di situazioni di incertezza. Cerchiamo di esaminare la situazione di questi giorni di novembre ’20 obiettivamente.
Il vero problema attuale è l’impennata dei contagi. Questa situazione è tipica di questo periodo, per un virus nuovo e molto diffusivo, che non trova freni inibitori alla sua crescita. Gli infetti crescono a migliaia e oltre agli infetti asintomatici aumentano i malati, ossia coloro che presentano sintomi. E tra questi molti respirano con affanno ed entrano nel panico del Covid-19. E’ chiaro che in questo contesto andiamo velocemente verso il collasso delle strutture e della organizzazione sanitaria nazionale e globale. Le onde della pandemia Covid-19 si succedono senza sosta. Gli accessi ai Pronto Soccorsi ed agli Ospedali non si arrestano. Crescono costantemente coloro che stanno male ed anche coloro che non ce la fanno. (oggi 11 Novembre 20 oltre 600 nuovi decessi).
La chiamata al distanziamento sociale anche tra conviventi stretti, la battaglia all’evitare di far circolare il virus, sempre più pressante, i comportamenti di noi singoli individui (distanza-mascherina-lavaggi), richiesta invero da sempre, non ha ottenuto il successo sperato di contenere il virus, ma comunque continua ad essere l’unico freno reale all’avanzata del virus, che però noi sappiamo continuerà ad avanzare e ad allettare migliaia di persone. Non è questione di tarda applicazione delle regole date, ma di inevitabile inadeguatezza dei comportamenti alla avanzata del virus.
Molti virus e batteri si rafforzano e ci aggrediscono prevalentemente in autunno ed in inverno. E questa regola va tenuta ben presente ed in buon conto. Non abbiamo considerato una legge fondamentale del rapporto biologico tra esseri viventi. La maggior parte delle malattie infettive, soprattutto quelle respiratorie ed intestinali, crescono e si sviluppano durante l’autunno, trovando il loro picco nella stagione invernale (fredda, con poca irradiazione luminosa, secca, con elevata presenza di particolato ed inquinamento in crescita in questo periodo, e molti altri fattori) che nella loro globalità influenzano e deprimono le nostre risposte difensive di primo livello, cutaneo o delle mucose respiratorie, e deprimono anche le risposte cellulari del nostro sistema immune. Siamo nella stagione in cui è in aumento esponenziale la presenza di virus e batteri, a ondate, con caratteristiche, le più diverse, ma tutti caratterizzati da facilità di attecchimento e diffusione intracellulare. L’organismo sempre meno si oppone alla avanzata dei virus ed è pronto a rispondere ai loro attacchi. E’ la caratteristica di questo periodo. Caratteristica che ci accompagnerà per tutto l’inverno. Caratteristica del virus SARS-CoV-2
Nell’ambiente infettivologico è sempre stata chiara l’immagine, descritta in questo sito web della “prateria infinita”, ossia l’umanità, dove il virus fin dall’inizio ha avuto modo di galoppare e di diffondere sé stesso senza sosta. Galoppare in una prateria senza ostacoli vuol dire infettare, infettare, infettare. Una prateria (l’umanità – gli organismi) dove questo esserino microscopico, formato da una anima di genoma ad RNA, obbligato a riprodursi nelle cellule di ciascuno di noi, ha trovato il modo di diffondere nonostante le pallide ed iniziali resistenze alla diffusione, attuate dagli organismi, via vi che venivano infettati. Una immunità approssimativa, incerta, nei confronti di un virus che per la prima volta veniva a suo contatto.
Come ho già avuto modo di commentare diverse volte, le curve di decrescita della presenza del virus hanno corrisposto in molte aree quasi alla completa scomparsa, con tassi di infettività tendenti allo 0. Quindi, da settembre una nuova crescita della presenza del virus e soprattutto un aumento della sua aggressività nei confronti delle cellule. Questi andamenti sono stati presenti in molti paesi ed hanno seguito stagioni ed ambienti, che da sempre influenzano l’aggressione del virus.
Quindi chiariamo un fatto evidente. Questo virus non è mutato in modo così evidente, è rimasto sempre lo stesso, con la sua capacità di diffondere, infettare ed attaccare diverse parti dell’organismo. Questo virus non è né scomparso né è morto. Ha solo trovato gli organismi più forti durante l’estate e via via sempre meno resistenti alla sua diffusione dal mese di ottobre. Soggetti anche a situazioni di co-infezioni, o di comorbilità, cioè presenza di altri microbi o altre malattie, in organismi con sistemi immunitari deficitari e poco rispondenti.
Uno sguardo all’Italia, In piena onda epidemica tra gennaio e aprile 2020. Situazione di co-morbilità con la maggior parte delle patologie del tratto respiratorio, a cominciare l’influenza. Le co-infezioni sono state tra le cause maggiori di morbilità e mortalità del Covid-19. Non da solo, quindi, ma sempre in compagnia di altri microrganismi. Siamo andati avanti per mesi con curve stabili di infezioni, anche durante il lockdown, poi l’avanzata della primavera e soprattutto il periodo estivo, che per definizione sono periodi di scomparsa della maggior parte delle malattie infettive, hanno fatto giustizia, di un nemico assai pericoloso.
Ma il virus era veramente finito? Cambiato? Diventato più addomesticato? Assolutamente no. Attenzione massima ed anche capacità di cura e di sostegno del nostro stato di buona salute che costituisce la prima difesa.
Fine ottobre 2020: la Covid -19 riprende la sua forza infettante e la sua corsa diffusiva, ma segue le regole di tutti i virus.
Per il virus SARS-CoV-2 riprendere la forza infettante e una diffusione sempre più ampia significa che il microrganismo non si è mai assopito né si è mai indebolito. Tale era e tale è rimasto. I virus, come tutti i microbi, seguono regole e comportamenti ben precisi e non mutano certo da un momento all’altro casualmente. Poche mutazioni puntiformi, come è accaduto e come è stato documentato da centinaia di centri di ricerca in tutto il mondo, non stravolgono il comportamento di una forma di vita semplice ma di esperienza di milioni di anni come i virus. In questi giorni di fine ottobre 2020 e di inizio autunno sta aumentando in modo esponenziale il numero delle persone infette, cioè di coloro nei quali il virus si riproduce senza manifestarsi. La microscopica forma di vita (virus Sars-CoV-2) è confinata all’interno degli individui che ha contattato e combatte o trova una sorta di convivenza con gli organismi senza dare a vedersi. (approfondisci)
Contemporaneamente aumentando gli infetti, esponenzialmente aumenta anche il numero dei malati, ossia di coloro che non riuscendo a controllare e ad arrestare il virus con le loro prime difese aspecifiche esterne, dopo aver incubato il virus, in forte riproduzione, per 5/7 giorni, manifestano sintomi di lieve o media entità. I malati, ossia i sintomatici, sono in proporzione numeri contenuti e ridotti rispetto alle decine o centinaia di migliaia di infetti, ossia chi ha il virus in corpo, che possono essere contagiosi oppure non diffondere virus. La malattia costituisce quindi una seconda linea di difesa che l’organismo mette in campo per combattere ed uccidere il virus, considerato un nemico che ha superato le prime linee di difesa. Se questa risposta difensiva, ossia i sintomi della malattia, diventa eccessiva, non controllata e le risposte infiammatorie, cellulari, molecolari diventano troppo forti, rivoltandosi e attaccando l’organismo, la persona si aggrava, i parametri vitali si alterano e deve ricorrere a cure importanti fino alla terapia intensiva. Relativamente poche persone, con scarsa energia difensiva, con malattie croniche importanti e debilitanti, con presenza di altri batteri o virus,le co-infezioni, generalmente anziani, non sopportano questa situazione, non reggono questo tsunami interno
che gli si rivolta contro e muoiono.
Questa ondata inarrestabile di infezioni, ossia di casi infetti, tende ad aumentare nei numeri e negli effetti non perché facciamo più tamponi, ( anzi ricordo che se devi fare un tampone naso faringeo antigenico rapido, inserito in una valutazione clinica infettivologica puoi cliccare qui) ma perché la diffusione del virus segue regole, modi, situazioni che si ripetono per tutti i virus. Caratteristiche del virus, comportamenti, stagionalità, aumento di altri virus e batteri nell’ambiente e quindi stagionalità ne sono le cause e la sua presenza è indipendente da quanti tamponi facciamo.
Sempre più velocemente siamo lanciati verso il blocco delle attività prima di settore e poi globali. Dalla ristorazione alle attività culturali e sportive, e i blocchi non finiscono qui. Motivo di queste imposizioni è la necessità di frenare la corsa del virus, che a mio parere difficilmente si farà imbavagliare. E la ripresa della attività infettante e della diffusione del virus segue una curva esponenziale. Ciò che non riesco a capire è perché ci meravigliamo di un fenomeno che poteva e doveva sempre previsto? Nel sito web della Clinica del Viaggiatore Cesmet, centro medico specializzato in malattie tropicali e infettive, che da sempre si è occupato di problemi clinici e diagnostici riguardanti le malattie infettive, in particolare legate ai viaggi, abbiamo sempre sostenuto come la flessione dei casi di Covid-19 seguisse la flessione della presenza di tutte le malattie infettive stagionali invernali, in particolare respiratorie che si presentano l’inverno e tendono quasi a scomparire in primavera estate. Flessione di casi di malattie legata al comportamento umano che si tiene in primavera ed in estate; alla rimodulazione stagionale delle risposte immunitarie del nostro organismo; alle difficoltà incontrate dai microbi, ed in particolare dai virus nel corso della stagione estiva. Difficoltà di sopravvivenza nell’ambiente. Per non parlare del fenomeno deleterio delle co-infezioni, cioè della azione contemporanea di diversi virus e batteri che si ritrovano a banchettare insieme dentro di noi. Questo fenomeno delle co-infezioni è tipico autunnale ed invernale e diminuisce notevolmente nella stagione estiva.
I medici che hanno pratica con le malattie infettive e che operano e curano i malati, cioè i clinici, non hanno mai dubitato della ripresa della malattia Covid-19. Tranne pochi colleghi, spesso confusi, nessuno degli addetti ai lavori ha mai pensato che il virus era morto o indebolito. Poche modifiche del genoma virale non potevano modificare la sua capacità di diffondere tra le persone in modo così imponente, o di aggredire l’organismo in modo così profondo.
Siamo oramai in autunno e l’inverno si avvicina. Le malattie causate da virus e batteri sono in aumento. Già diversi focolai di infezioni intestinali con diarrea, nausea e mal di pancia si presentano diffusamente in particolare negli ambienti scolasti dei più piccolini. Raffreddori, febbri da primi virus respiratori cominciano a presentarsi e a diffondersi. E sono gli stessi sintomi del Covid ma non è Covid. Crescerà anche il Covid nel prossimo futuro ma cresceranno tutti gli altri malanni di stagione. Dobbiamo cominciare a entrare nella mentalità che questo virus convive con noi e con gli altri germi. Nella maggior parte dei casi infetterà gli organismi ma rimarrà nascosto, ed i numeri saranno in costante aumento. In una parte di popolazione, anche se ridotta, il virus si manifesterà con sintomi soprattutto delle alte vie respiratorie, accompagnando gli altri virus della stagione. In poche persone si presenterà in modo violento e addirittura letale. Gli anziani, i malati cronici sono i soggetti più esposti. (Approfondisci)
Il vero problema non è costituito dalla diffusione della infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione giovane e adulta fino ai 55/60 anni, ma dal proporzionale aumento dei casi clinici e tra questi l’insorgenza di peggioramenti che portano ad un utilizzo delle strutture sanitarie, dei pronto soccorsi e del sistema sanitario da parte di una larga fetta di popolazione,spesso non bisognosa di cure ospedaliere.
Basta una febbre o un mal di gola che si corre in pronto soccorso. Non c’è nulla di più sbagliato ed anche pericoloso.
Lasciamo le strutture sanitarie a chi ne ha veramente bisogno. In caso di malessere rimaniamo a casa e chiediamo consigli ai medici di famiglia o agli specialisti in infettivologia sul comportamento da adottare e su come curarsi. Le strutture sanitarie, i reparti ed i pronto soccorsi lasciamoli a coloro che hanno necessità. Non c’è solo la malattia Covid-19 ma ci sono anche tutte le altre malattie, anche gravi e rischiose, che devono continuare ad essere trattate e seguite dai medici.
L’isteria, la paura, la non conoscenza del problema non aiutano, anzi…
Ognuno di noi adotti la regola numero uno del distanziamento e utilizzi in modo serio le mascherine. Ed eviteremo che ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, palestre, piscine e tanto altro vengano chiusi. Quante migliaia di persone stanno perdendo il posto di lavoro. Quanti disastri economici per migliaia di imprese familiari ed i loro dipendenti o lavoratori giornalieri. Cominciamo a prenderci le nostre responsabilità. Ognuno di noi ha avuto la sua responsabilità per queste chiusure. Ora possiamo rimediare pensando che il nostro comportamento influenza il lavoro anche degli altri. Palestre e piscine potevano essere risparmiate se sportivi e atleti avessero adottato comportamenti più attenti.
Anche se il virus diffonde ugualmente in presenza di comportamenti quali distanziamento, mascherine, e lavaggio delle mani, nonostante tutto la loro applicazione frena sicuramente il contagio, soprattutto delle persone anziane.
I vaccini, se si riuscisse a trovarli, hanno il compito di evitare le co-infezioni tra malattie aggressive. Antinfluenzale, antipneumococco, e antimeningite sono le migliori protezioni anche per rafforzare il nostro sistema difensivo.
Quindi grande attenzione, prudenza per proteggere soprattutto chi, per la sua debolezza può anche soccombere, ma non ci consideriamo tutti malati. Il virus può contattarci ma noi, nella maggior parte dei casi possiamo superarlo e distruggerlo. E se ci infetta, può convivere connoi senza che ce ne accorgiamo.
D’altra parte più casi, più malati, più coinvolgimento del sistema e delle strutture sanitarie.
Viaggi in Sardegna? Dal 14 Settembre parte l’obbligo- secondo quanto indicato dal governatore della regione- “ordinanza n° 43 dell’11 settembre 2020 art. 10 comma 1 e 2” di effettuare un tampone nasale per la ricerca dell’ antigene virale o test sierologici con la ricerca di anticorpi contro il Covid-19, con una certificazione COVID FREE: se non arrivi con questa certificazione c’è l’obbligo di effettuare i test all’arrivo e rimanere in quarantena fino al momento dei risultati.
IL TAR della Sardegna ha revocato l’obbligo di effettuare tamponi o test sierologici per entrare nell’isola. Quindi non occorre più presentare certificazione per arrivare nei porti o negli aeroporti sardi. Ma la pratica ed il controllo potrebbe continuare ad essere una buona pratica. Questo nel proprio e nell’altrui interesse.
Il presidente Solinas tra Giugno e Luglio 2020, alle porte delle vacanze, aveva più volte minacciato di imporre i tamponi o test sierologici per il SARS- CoV-2 ai vacanzieri che volevano entrare nell’isola. Allora i casi di Covid-19 in Sardegna erano contenuti e, come in molte regioni del sud, il virus diffondeva, apparentemente, in modo limitato. La politica dell’ attenzione e del controllo dei casi infetti che potevano diffondere velocemente nell’isola, portati da altre regioni, è stata interpretata come una forma di razzismo verso chi proveniva dal centro/nord Italia. Nulla di più sbagliato e fuorviante.
Da più parti veniva invocata, soprattutto nel nord Italia, la strategia del tampone a tappeto, su più gente possibile. E nonostante tutto Solinas veniva tacciato di razzista verso il Centro – Nord. Tante le critiche ed anche le prese di posizioni politiche nei sui confronti. Opinioni, anche del governo, incomprensibili per un paese dove si continuava ad imporre una giusta attenzione al virus tramite la politica dei tamponi.
Due strategie preventive, due politiche differenti
Quindi delle due l’una:
(1) LIBERA CIRCOLAZIONE: O si decideva di far circolare liberamente il virus per far crescere l’immunità della popolazione sana, under 50, scelta che potrebbe trovare la sua ratio immunologica, nella formazione di nuove difese immunitarie in una larga fascia di popolazione sana, dove il virus circola in modo asintomatico. Controllando contemporaneamente, con particolare attenzione, le classi di età più sensibili e le fasce di malati cronici e deboli. Questo è compito primario della medicina di base. Obiettivo di questa politica sanitaria è la crescita controllata del numero dei contagiati accompaganato dalla cura dei sintomatici. Gli attuali livelli di capacità terapeutica sono notevolmente mogliorati con l’esperienza di questi mesi.
Tutto questo in attesa- probabilmente ancora lunga- di vaccini contro il SARS-CoV-2.
Questa è in parte la politica adottata durante l’estate in molte regioni, e imposta al popolo sardo, con controlli a monte praticamente assenti e regole poco applicate per facilitare un turismo già particolarmente sofferente.
(2) CONTROLLI STRETTI E OBBLIGATORI: Oppure, dopo mesi di lockdown, in vista delle vacanze estive, e di flussi importanti di vacanzieri che rimanevano sulle coste italiane, si continuava ad applicare una politica di controlli sanitari, imponendo all’entrata nell’isola test Covid, obbligatori e a maglie strette per controllare, per quanto possibile, la diffusione del virus, cercando di proteggere l’intera popolazione dell’isola. D’altra parte, in una situazione di emergenza sanitaria, in caso di pandemie così violente e pericolose, a lasciare la scelta dei comportamenti preventivi alla volontà di ciascuno, si rischia di non ottenere i risultati voluti.
Molti addetti ai lavori, ossia molti medici specialisti nelle materie infettive ed affini, sono convinti che si può uscire dalla aggressione di microrganismi così pericolosi solo adottando strategie e comportamenti univoci, che tengano conto delle caratteristiche del germe, in questo caso il virus del Covid-19, e della reattività dell’uomo, con le sue infinite variabili.
Controllare la diffusione di un virus vuol dire controllare l’ambiente dove diffonde, i meccanismi di diffusione, le persone e la loro risposta, con regole ben precise e non lasciate al caso. Se si decide di controllare la diffusione di un virus nuovo e poco conosciuto, in particolare in luoghi chiusi, come quelli di lavoro e ambienti scolastici, il suo controllo non può essere lasciato ad un atto volontario, perché rischia di rendere inutile l’operato di tanti mesi di lavoro. La conseguenza più logica risulterebbe essere quella di non fare alcun test ed alcun controllo. E far ricorso alla Costituzione a garanzia delle libertà di scelta in questi frangenti non ha alcun senso.
Quanto sopra descritto configura due politiche sanitarie differenti che devono tener conto delle caratteristiche della popolazione a cui si applicano, dei diversi modi di agire, ma anche dei diversi ambienti ed altre variabili. Questo è lo stesso problema che si ripropone per i vaccini. Obbligo si, obbligo no.
Ma torniamo alla Sardegna.
Arriva l’estate e la Sardegna, più del solito è stata metà di vacanzieri, scatenati dopo mesi di silenzio ed assenza di divertimento. Il giusto divertimento e la giusta confusione. Ma ci si è dimenticati che il virus SARS-CoV-2 circola anche in estate. Il virus ha continuato a fare il suo mestiere. Circolare , diffondere ed infettare. Dopo mesi di distanziamento forzato, soprattutto i giovani, per necessità e indole, si sono ritrovati tutti insieme, più stretti possibile, e le notti estive sono il miglior modo di stare l’uno accanto all’altro.
Quante migliaia di persone hanno albergato all’interno del proprio organismo il virus a loro insaputa! Normale dinamica del rapporto microbo – persona. A maggior ragione, dinamica di un virus nuovo che trova un terreno vergine dove galoppare, diffondere, riprodursi. Ma tutto questo era scontato e, ancor di più, c’è da aspettarselo in questo momento di rientro dalle vacanze. Dalla Sardegna, ma anche da altre regioni, dove si era diffuso e riprodotto, il virus è stato trasportato creando tanti nuovi focolai. La crescita attualmente è esponenziale, e noi non ce ne accorgiamo.
Ora la Sardegna vuole frenare l’entrata del virus, che si è però impossessato del territorio e della sua popolazione.
Giusto e corretto frenare l’entrata del virus dall’esterno, ma questo freno funzionerà se non sarà lasciato alla volontà di ciascuno. Il presidente della regione ha deciso che tutti coloro che entrano devono dimostrare, per quel che si può, di non portare il virus.
Quindi voi che vi recate nella bellissima Sardegna ricordate di certificare l’assenza del virus dentro di voi con test effettuati 48 ore prima di partire.
Il test sierologico per COVID19 altro non è che la ricerca degli anticorpi IgM – IgG prodotti dall’organismo infettato dal nuovo Coronavirus. Le difese, l’ambiente ed il clima. Vediamo passo passo le fasi di difesa dal Coronavirus. Richiedi tramite Cesmet la possibilità di effettuare il tampone per reale necessità.
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Il rapporto tra virus ed organismo umano.
Parliamo di una storia naturale, del rapporto tra virus e uomini. Una storia che non è per forza storia di guerra, ma anche di convivenza e talvolta d’amore. VIRUS ed ORGANISMI da milioni di anni hanno imparato a convivere e ad aiutarsi reciprocamente. La capacità riproduttiva degli primi e la loro possibilità di moltiplicarsi e l’utilizzo di alcuni meccanismi ma soprattutto la possibilità di attivare sistemi difensivi dei secondi. Da sempre il mondo vegetale ed animale si attiva e si difende contro esseri microscopici quali virus e batteri. E nel mondo dei viventi anche noi uomini costituiamo un ottimo terreno per la vita e la crescita per miliardi di microbi di tutti i tipi.
Ambiente clima e virus respiratori
Intanto dopo mesi di diffusione massiva del virus, da maggio, ma soprattutto da giugno il virus ha assunto sempre più una forma latente. I contagi diminuiscono, la malattia sembra arrestarsi e perdere i forza, e i morti da SARS-CoV-2 sono sempre meno. Le stesse terapie intensive, per mesi al collasso, si sono svuotate. Tutto questo era prevedibile. La prudenza nei confronti di un virus nuovo ci ha sempre spinto alla prudenza nel prevedere gli andamenti della malattia. Ma durante l’estate, al di là dei comportamenti e ridotta frquenza degli ambienti chiusi, che diminuiscono le possibilità di contagio, le condizioni climatiche influenzano le attività difensive innate delle mucose respiratorie.
Mucose e sottomucose respiratorie. l’ambiente interno e le condizioni difensive mutano al mutare delle condizioni climatiche.
Aumenta la temperatura esterna, mutano le condizioni di umidità, e quindi di presenza di molecole acquose, di ioni disciolti, di pulviscolo sospeso. Aumentano gli spostamenti di masse d’aria con cambiamenti delle azioni elettromagnetiche a livello delle cellule delle mucose delle prime vie respiratorie. Il tratto respiratorio cambia il suo ambiente di superficie. In un certo senso è più protetto e meno attaccabile. Il microcircolo della mucosa nasale, orale, faringea, laringea ed anche tracheale è più dilatato, l’attività ossigenante, l’apporto di ioni ferro, la stimolazione dei cicli energetici cellulari aumentano, ed anche la stimolazione dei sistemi difensivi è più attiva. La produzione degli anticorpi di superfice e la stessa temperatura della sottomucosa è più elevata ed in particolare i virus, ma anche alcuni batteri hanno maggiore difficoltà ad attecchire e a aggredire le cellule della superficie respiratoria. Questo meccanismo da sempre costituisce una delle spiegazioni della ridotta presenza di malattie respiratorie nei luoghi dove si verificano queste condizioni climatiche ed ambientali.
I comportamenti di attenzione personale continuano
Naturalmente il distanziamento, le mascherine, il lavaggio accorto delle mani, e l’attenzione a chi ci circonda è la base per evitare il contagio e di ammalare. Di seguito descriviamo le fasi dela malattia che costituiscono la prima difesa dell’organismo nei confronti del virus.
Le fasi della malattia COVID19 (e di tutte le malattie infettive) Fase 1 – esposizione, incubazione e latenza – Stiamo bene e non abbiamo sintomi, durata 4/14 giorni
Il virus SARS-CoV2, come tutti gli altri virus respiratori, si trovano all’interno delle goccioline di saliva, e da queste si fanno trasportare. Queste goccioline infette entrano nel nostro naso, nella bocca o negli occhi e depositano il virus che trova subito un buon ambiente per riprodursi. Le cellule delle nostre vie respiratorie costituiscono un ambiente molto favorevole per la riproduzione e la moltiplicazione virale. Da un virus a milioni di virus.
Questo piccolo essere, il più piccolo al mondo, aderisce alla parete delle cellule. Inserisce le sue chiavi (proteine) nelle serrature cellulari, quelle giuste, ed entra all’interno facendosi trasportare. Qui trova le strutture idonee a moltiplicarsi. Moltiplica prima il suo RNA (acido nucleico), che comincia a diffondere all’intero ed all’esterno della cellula. (un periodo di circa 7 giorni). Poi aiutato dalla cellula, produce il suo involucro (proteine) con meccanismi semplici e precisi. Da uno a milioni di nuovi virus. E così di cellula in cellula. Cellule che subisco danni irreparabili e muoiono. Passa il tempo in modo silente e dopo altri 4/7 giorni la diffusione è ampia e le cellule morte ed alterate sono un po’ ovunque. Questa è la fase in cui il tampone è positivo, ed il virus diffonde anche non in presenza di sintomi.
Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche, durata media dai 4 ai 10 giorni
L’organismo si accorge dell’invasione dei virus e corre ai ripari. Tutti gli esseri viventi possiedono da sempre sistemi sentinella, di allarme, e di attacco. La difesa contro i virus comincia inviando cellule aggressive (linfociti ed altri tipi globuli bianchi) e producendo sostanze di segnalazione e di aggressione al virus (proteine). Si attivano i sistemi della infiammazione, si alza la temperatura corporea (febbre), si attivano i meccanismi di produzione di muco (catarro) e della tosse. Meccanismi difensivi che noi chiamiamo sintomi o malattia ma che altro non sono che iniziali sistemi difensivi (difesa pronta e aspecifica). Tutto questo in attesa delle truppe d’assalto, gli anticorpi. (il tampone per la ricerca del virè positivo e la presenza di anticorpi IgM è ancora negativo)
Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi: dopo una media di 3/6 giorni dall’insorgere della malattia
Sono le prime vere truppe di assalto contro i microbi, compreso il SARS-COV2. Arrivano nei luoghi della aggressione virale ed in tante aree sentinella sparse per tutto il corpo, globuli bianche che producono gli anticorpi M (IgM), ossia armi di contenimento del virus, non molto potenti, ma sicuramente di contrasto. Ed i sintomi della malattia, ossia febbre, infiammazione, tosse ed altri, se il sistema degli anticorpi funziona, cominciano a ridursi. Il virus è frenato, stordito ma ancora presente. ( il tampone per la ricerca del virus è ancora positivo ed inizia la presenza degli anticorpi IgM)
Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus: convalescenza e regressione, dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M ( siamo tra i 14 ed i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi)
Ma la guerra contro il SARS-COV2 non sarebbe vinta se dopo 4/8 giorni di lotta, non venisse in aiuto un ulteriore sistema, ancora più potente, costituito dagli anticorpi IgG. Questo sistema attacca i virus ancora più violentemente ed i virus cominciano a morire, uno sterminio. I sintomi della malattia spariscono. La malattia è vinta. Siamo nella fase di regressione e di convalescenza della malattia.
(il tamponeper il virus è generalmente negativo e si nota la presenza degli anticorpi IgM ed IgG.)
Fase 5-resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta per mesi o anni:per SARS-COV2 ancora non si conosce la durata dell’immunità.
Ma c’è di più. L’organismo ha imparato la lezione contro i nuovi nemici. Si è organizzato con un sistema difensivo (anticorpi IgG specifiche e globuli bianchi connessi) che perdura nel tempo. Per la COVID-19, malattia così recente, ricercatori di tutto il mondo cercano di capire il livello e la durata della protezione. Secondo il sistema naturale degli eventi dovrebbe durare anni, ma … tutto è possibile. (il tampone è francamente negativo, si negativizzano gli anticorpi IgM s sono positivi solo gli anticorpi IgG) Considerazioni per i soggetti in buona salute: questo sistema difensivo, valido ed efficace, protegge gli individui sani, che si mantengono in salute con una vita regolare, una alimentazione idonea, una attività fisica sufficiente e costante. L’alimentazione, lo sport, il riposo, il sonno regolare. Tutti i fattori che rafforzano il nostro sistema difensivo e la produzione di anticorpi.
Fase 6- il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte oltre i 21/28 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
Gli individui che hanno carenza o assenza dei sistemi difensivi, cellulari, anticorpali sono destinati ad un peggioramento dei sintomi della malattia. L’infiammazione, la febbre, sostanze proteiche di tutti i tipi diventano aggressive nei confronti degli organi e della loro funzionalità. Quello che prima era un sistema di difesa, si rivolge contro il corpo e lo comincia a distruggere. Ne soffre anche il virus, che però rimane presente ed attivo. Si comincia a bloccare la funzionalità respiratoria, renale, cardiaca, muscolare, neurologica. La malattia avanza, galoppa verso il punto di non ritorno. Il virus ha vinto. Se la reazione non è particolarmente forte entriamo verso una fase di cronicizzazione, altrimenti i danni dell’organismo sono irreversibili e si va verso la morte, talvolta rapida.
Considerazioni per i soggetti portatori di malattie debilitanti o anziani – soggetti senza difese: da questa breve spiegazione capiamo perché gli anziani, le persone già malate, coloro che hanno scarse difese immunitarie proseguono nella malattia e spesso non ce la fanno. Ci rendiamo conto dell’importanza dei nostri sistemi di difesa. Perché dobbiamo condurre più possibile una vita sana, assumere integratori che potenzino i nostri sistemi. Giusi e corretti senza esagerare. Ci rendiamo finalmente conto il perché dei vaccini, ossia di quei sostituti dei microbi , ma non altrettanto pericolosi , che attivano i nostri sistemi difensivi. In tutti noi ma soprattutto negli anziani e nei portatori di malattie croniche. Vaccinare vuol dire proteggere gli organismi con scarse difese immunitarie. La lezione del nuovo Coronavirus è chiara per tutti.
I tempi e le risposte dei test per la ricerca del virus (tampone) e della ricerca di anticorpi (test sierologico – rapido). I periodi migliori per eseguire i test.
(fase 1 – esposizione, incubazione e latenza):
– Tampone: risulta negativo
– Test sierologico – rapido: risulta negativo
(Fase 2 – sintomi e malattia – prime difese naturali aspecifiche)
– Tampone risulta positivo
– Test sierologico – rapido risulta negativo
(Fase 3 – anticorpi IgM prime difese specifiche rapide – regressione sintomi)
– Tampone risulta positivo
– Test sierologico – rapido risulta positivo (IgM) – inizio eventuale IgG
(Fase 4 – anticorpi IgG – le difese che neutralizzano il virus – convalescenza e regressione) dopo una media di 4/8 giorni dalla comparsa delle Ig M):
– Tampone risulta negativo
– Test sierologico – rapido risulta positivo (IgG)
(Fase 5: resistenza alla malattia e ricordo dell’infezione avuta) mesi o anni. Per SARS-CoV2 ancora non si conosce il periodo:
– Tampone risulta negativo
– Test sierologico – rapido risulta positivo (IgG)
(Fase 6: il peggioramento dei sintomi – la cronicizzazione – la morte) oltre i 20 giorni di malattia con sintomi stazionari o in peggioramento:
– Tampone risulta positivo
– Test sierologico – rapido risulta negativo (nella cronicizzazione negative o basse IgG)
Una follia pura questa corsa agli anticorpi IgM IgG contro in Coronavirus.
Vuoi correre anche tu ad accaparrarti un test delle immunoglobuline IgM ed IgG contro il virus? Vuoi trovare da solo una risposta ai dubbi sul contagio con il virus? Non riesci a capire la difficoltà di valutare le risposte dei test immunologici senza la competenza giusta? Trova le risposte in questo articolo.
E ancora, farmacie complici della diffusione di questi esami, senza alcun controllo; e la tentazione di alcuni laboratori di eseguire test a tappeto senza prescrizione o indicazione del medico. L’ avvertimento che voglio lanciare è questo. E’ giusto e corretto voler conoscere la propria situazione nei confronti del Coronavirus, ma evitate il “fai da te”, e lasciatevi consigliare e seguire dai vostri medici, ascoltate gli specialisti e soprattutto non cercate risposte su argomenti difficili e ancora poco conosciuti da soli.
Siamo passati dal rifiuto, in un passato anche recente, di qualsiasi indicazione medica, alla ricerca spasmodica al rimedio, fosse anche acqua colorata o al test della diagnosi perfetta. La ricerca degli anticorpi IgM – IgG è un metodo diagnostico che da decenni aiuta i medici a capire le risposte degli organismi all’aggressione dei microscopici microbi, ad interpretare la storia naturale della infezione nelle persone. Ossia rappresenta uno dei criteri base per lo studio dei sistemi difensivi del nostro organismo. Ascoltate bene e riflettete a lungo!! Questi test aiutano i medici ad interpretare la storia dell’infezione, con altri parametri funzionali e valutazioni dei sintomi. Ascoltate per favore!! Questi esami non aiutano voi a fare da soli, a casa vostra. A dare una risposta con gravi errori di interpretazione. Ma tutto questo molti non lo hanno capito. Appena sono usciti i primi test rapidi, è iniziata la corsa all’accaparramento. E siamo solo ai blocchi di partenza.
Quello che si temeva si sta avverando. Appena si è diffusa la notizia che un piccolo test, rapido, e semplice da eseguire, può rispondere al quesito riguardo all’infezione del virus o alla presenza di anticorpi di protezione, è scattata la corsa all’acquisto del kit diagnostico. Ripeto, cerchiamo l’avvenuto contatto con il coronavirus, la sicurezza di aver prodotto gli anticorpi giusti, mi sembra si chiamino IgG, o forse le immunoglobuline IgM. Purtroppo la confusione regna sovrana, tutti sono diventati infettivologi oppure virologi e danno le loro risposte. Ma riuscite a rendervi conto della situazione demenziale che si sta creando? Alcune case produttrici di kit diagnostici poco serie stanno facendo test singoli per venderli a tappeto. Qualcuno sta pensando d’acquistare confezioni da 10 o 25 test per farli a tutti i familiari ed amici. Un laboratorio casereccio a casa tra un bicchiere di vino ed una salsiccia. Vi prego di cessare questa follia e di rientrare nei giusti binari. Siamo passati dall’assoluta repulsione nel fare esami consigliati dai medici, alla corsa a voler fare di tutto. Da eseguire test diagnostici senza prescrizione, ad assumere farmaci col rischio di gravi effetti collaterali, alla ricerca spasmodica di qualsiasi rimedio inutile.
Purtroppo è delle ultime ore la notizia che alcune farmacie, in modo ancora sotterraneo, cominciano proporre ai clienti esami “fai da te”. Comportamento criminale di qualche farmacista con pochi scrupoli!! Ed anche i laboratori devono fare attenzione a proporre l’esecuzione dei test fornendo risultati la cui interpretazione può essere complicata anche per gli addetti ai lavori. E’ buona norma in questi casi richiedere al paziente la prescrizione di un medico. Ed è proprio il medico, meglio se specialista, che si prende la responsabilità di interpretare il risultato del test conoscendo anche lo stato di salute del suo assistito. Ed è sempre il medico che deve valutare non solo l’evidenza del risultato, ma anche quelle rare possibilità di risposte non corrette, ossia interpretare eventuali risultati falsi positivi o negativi.
La pandemia dilaga in tutto il mondo ma ha una storia recentissima. Il virus, per quanto studiato ovunque e con risultati inaspettati per i brevi tempi, ancora non è completamente conosciuto. E la produzione di questi anticorpi, le IgM, immunoglobuline recenti e pronte nella risposta, e le IgG più tardive ma persistenti nel tempo, del quando e del come si formano, e dei tempi di persistenza, e di che potenza difensiva sviluppino è ancora tutto sotto studio, molto da dimostrare e da capire.
Questi test, e quelli più approfonditi e sofisticati, che seguiranno in futuro sono preziosi per capire la dinamica della risposta di ciascuno di noi. Ci evidenziano come superiamo l’infezione e che forza protettiva possediamo. Ma quanto è complicato tutto questo. E come si pretende allora di dare delle risposte casalinghe e di capire questioni così complesse di fronte ad una salsiccia e ad un bicchiere di vino con il metodo “fai da te”.
Una preghiera anche ai laboratori. Non lasciate la gente nel panico, non fornite risposte che non siano accompagnate o seguite da un medico, ancora meglio se specialista nella materia. Non fate il test anticorpali tanto per rilanciare la vostra attività. Non date risposte ai vostri clienti magari seguite da una bella spiegazione cartacea o da qualche bel diagramma che pretende di spiegare fenomeni biologici senza conoscere la storia clinica della persona. Chiedete quindi un consulto al vostro medico o ai medici specialisti in materia. Sulla base degli eventuali sintomi, o solo della storia dei contatti e della vita degli ultimi mesi, o settimane (generalmente reclusi in casa), vi farete prescrivere questi test sierologici, il cui risultato verrà valutato accostandolo a tutti gli altri elementi per arrivare a comprendere la vera storia della risposta immunitaria del vostro organismo.
Il CARNEVALE in Brasile richiama ogni anno milioni di turisti pronti a riversarsi nelle strade che diventano teatro di colorate feste a cielo aperto. Durante le celebrazioni, che quest’anno iniziano venerdì 21 febbraio e terminano martedì 25 febbraio, il Ministero della Salute brasiliano ha deciso di distribuire più di 128 milioni di preservativi ai partecipanti.
“Dobbiamo incoraggiare sempre di più l’uso del preservativo durante il Carnevale per prevenire la trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili” sottolinea Gerson Pereira, direttore del Dipartimento di malattie croniche e infezioni sessualmente trasmissibili.
I preservativi sono il mezzo più efficace per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili come l’HIV, la sifilide, la gonorrea e la clamidia.
I dati dell’ultimo bollettino epidemiologico sull’HIV / AIDS mostrano che l’HIV cresce di più tra i giovani brasiliani. La maggior parte dei casi di infezione da HIV nel paese è registrata tra 20 e 34 anni (52,7%).
Le infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali sono causate da oltre 30 virus e batteri attraverso il contatto, senza l’uso di preservativi, con una persona infetta. Pertanto, il Ministero della Salute, tra sfilate, musica, balli, costumi e carri allegorici, rafforza la necessità di protezione, incoraggiando l’uso del preservativo.
Editor: Erika Villa infermiera Cesmet, esperta in prevenzione e vaccinazioni.
Il commento: Un’ iniziativa che ha il suo motivo d’essere. In tutto il mondo le “malattie a trasmissione sessuale” MTS sono in aumento. Nei paesi delle aree tropicali la sifilide non è mai scomparsa e fa grossi danni. Si riaffaccia periodicamente anche nei paesi europei ed anche in America e Canada, con sempre maggiore frequenza. diagnosticarla non è semplice . HIV, per quanto controllabile con le nuove terapie, piuttosto efficaci, è sempre presente, e in Africa ed anche in America Latina continua a mietere le sue vittime. Incidenza elevata nei giovani eterosessuali. Tra le varie malattie a trasmissione sessuale, l’Epatite B occupa un posto importante ed è la causa prima del tumore del fegato. Questo virus continua a circolare in tutti i continenti ed in tutti i Paesi, ed il tumore miete vittime ovunque. Soprattutto nelle generazioni avanzate perchè la vaccinazione obbligatoria in tutto il mondo ha notevolmente ridotto l’incidenza della temibile malattia. Tante altre malattie, soprattutto nei giovani, si trasmettono attraverso i rapporti sessuali non protetti. La festa del carnevale diventa motivo di divertamento ed anche di occasione di rapporti spesso non protetti. E quindi la distribuzione del presevativo da parte delle autorità ha lo scopo di far riflettere sui rischi e sulla prevenzione. Divertititevi, ballate, amatevi ma con un occhio alla prevenzione di malattie pericolose. I sistemi preventivi meccanici, ossia con il preservativo, esistono e vanno attuati in ogni occasione. dr. Paolo Meo infettivologo
Il 3 febbraio 2020 sono rientrati da Wuhan 56 nostri connazionali, sotto il controllo delle autorità sanitarie e della Protezione Civile. Hanno effettuato i controlli sanitari dovuti e sono stati messi sotto osservazione. Conducono infatti un regime di quarantena di 14 giorni, periodo massimo stabilito perché si manifesti l’eventuale malattia. Alla“città militare della Cecchignola” in Roma, hanno cominciato a passare le loro giornate, controllati dal team sanitario dedicato. Dopo 3 giorni dall’arrivo in Italia, ad una delle persone rientrate, é comparsa una lieve febbre con occhi rossi e un po’ lacrimosi. Quel tipo di malessere che tutti noi sentiamo all’inizio di una sindrome influenzale comune. Immediatamente sono stati eseguiti i test sui tamponi prelevati, in biologia molecolare, che hanno evidenziato la positività al 2019-nCoV Qui il testo ufficiale del twitt dell’ISS dopo aver eseguito il test.
La persona è stata ricoverata all’Istituto Lazzaro Spallanzani, in regime di isolamento, per essere seguito nella sua evoluzione, con i trattamenti adeguati.
Non meraviglia più di tanto il fatto che una persona rientrata da Wuhan o provincia, possa essere venuta a contatto con il virus e poi possa manifestare qualche sintomo. Ricordo che non tutti i contagiati o i sintomatici evolvono in “insufficienza respiratoria grave”, cioè in una “forma pericolosa”.
La maggior parte dei casi manifestano sintomi lievi di tipo respiratorio. Le casistiche attuali ci dicono infatti che:
al 6 di febbraio si erano manifestati 28.000 casi di Coronavirus nel mondo; circa 4000 erano gravi; 24.000 persone, risultate positivi ai test, hanno manifestato tutta una gradazione di sintomi simil influenzali, come noi siamo abituati a vedere in Italia.
Etichettare quindi “un contagiato” come un “malato grave” non è scientificamente corretto.
Dobbiamo pensare questa malattia un po’ come “l’influenza vera”, quella da mixovirus, che attualmente sta imperversando ovunque, con una maggiore capacità di diffusione
ma con una mortalità simile, circa il 2%, al coronavirus. La differenza è che per l’influenza abbiamo un vaccino, che ogni anno cambia ed è efficace, ed anche dei farmaci antivirali efficaci. Per il coronavirus NO!
Rimaniamo in attesa di buone notizie del nostro connazionale ricoverato.
Per le altre persone probabilmente il periodo di isolamento si allungherà di alcuni giorni e probabilmente ognuno avrà la sua stanza.
Questo se occorre garantire un isolamento per ciascuno, ed evitare eventuali ulteriori contagi.
La direzione sanitaria dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, riguardo alla coppia cinese ricoverata, ha rilasciato il seguente bollettino medico: «nelle ultime ore i due pazienti ricoverati per polmonite da Coronavirus, hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi».
Una lettura dello specialista infettivologo. Quanto sta accadendo allo Spallanzani fa parte del decorso naturale della malattia, anche in corso di terapie mirate e controllate. Come per l’influenza e per altre malattie respiratorie, quali la polmonite da pneumococco, anche per il coronavirus l’aggravamento del quadro può essere improvviso e repentino. L’organismo perde la sua capacità difensiva, che deriva dai vari livelli di immunità, ed i virus si moltiplicano senza freno. Ripetiamolo ancora: la situazione che si è creata fa parte della evoluzione clinica di tutte le malattie infettive aggressive come quelle che ho menzionato precedentemente.
La coppia cinese, proveniente dalla città di Wuhan, epicentro della epidemia, ha manifestato i tipici sintomi simil influenzali a Roma, tipici dell’inizio della malattia. Bisogna bene chiarire che il contagio in questo caso avviene attraverso le goccioline della tosse in un raggio di 1 / 2 metri e non oltre. Una volta depositato il virus ha una vita molto breve e non rimane nell’ambiente a lungo. I due pazienti sono stati ricoverati ed isolati all’ospedale Spallanzani, in seguito alla diagnosi effettuata con i test di laboratorio specifici. Da quattro giorni i due pazienti cinesi sono sottoposti alle cure necessarie, sia con farmaci antivirali “sperimentali”, ossia utilizzati per altri tipi di virus, e di cui non si conosce l’efficacia sul 2019-nCoV. Sia con supporto sia reidratante che farmacologico sintomatico. Sappiamo bene che l’evoluzione della malattia nella maggior parte dei casi è positiva, fino alla guarigione, ma in una percentuale di soggetti si aggrava, fino ad una insufficienza respiratoria importante e pericolosa. Ed è quello che è successo ai due cinesi. In questo caso, nelle unità di terapia intensiva, si aiuta il malato con una respirazione assistita, cioè aiutandolo a respirare e continuando le terapie necessarie.
Tutto questo succede in tutti i casi di polmonite, per esempio quelli da pneumococco, che evolvono verso l’insufficienza respiratoria, e possono portare al decesso. In Italia oltre 11.000 persone l’anno muoiono da polmonite di tipo batterico. E questo lo voglio sottolineare perché da noi, in Italia ed in Europa, si muore per tante malattie anche respiratorie. La stessa influenza in Italia fa migliaia di morti l’anno.
Ci auguriamo e facciamo gli auguri alla coppia cinese per una pronta guarigione, ma come diceva il bollettino, la bibliografia internazionale di questi giorni riporta una evoluzione così grave in molti casi di 2019-nCov. Molti guariscono, qualcuno non ce la fa.