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Malaria- Consigli di prevenzione e profilassi farmacologica

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Malaria, Tropico, Rischi per la salute; Chemioprofilassi o Profilassi farmacologica; Parole chiave che ritornano per ogni viaggio effettuato in molte aree del mondo.

Metodi di prevenzione comportamentale e con repellenti idonei
Prima di effettuare un viaggio è doveroso chiedersi quale è il comportamento migliore da adottare per proteggersi da una malattia, la malaria, che colpisce ogni anno milioni di persone in molti paesi dell’area tropicale. In questi paesi la presenza di una parte della popolazione, portatrice sana del parassita malarico, e della zanzara Anopheles, vettore (che trasporta) lo stesso parassita, creano le condizioni favorevoli per il contagio. Il rischio di ammalare è molto variabile a seconda i luoghi, le caratteristiche ambientali, e le diverse stagioni. Ma esiste e non va sottovalutato. Spesso è presente sul terreno a macchia di leopardo, ossia nelle aree dove le zanzare vivono e si riproducono.
Tre sono i “pilastri” fondamentali della protezione e della prevenzione per la malaria:

1. Utilizzare un vestiario idoneo ad evitare le punture. Talvolta questa buona abitudine è poco attuabile per motivi climatici e comportamentali.
2. Utilizzare repellenti efficaci e naturali, sia per il corpo che per i vestiti che per l’ambiente circostante. Questo garantisce una protezione nei riguardi della zanzara infettata con il parassita.
3. Utilizzare, quando è necessario, farmaci utili per la prevenzione dell’attacco malarico.
Quindi per garantirsi un viaggio sicuro, tranquillo ed in salute utilizza un abbigliamento chiaro e con buona copertura; evitare le punture delle zanzare, mediante l’utilizzo di repellenti efficaci e sicuri, possibilmente naturali, ad es. NoZeta Neem; e quando indicato da medici esperti, utilizza, senza temere, farmaci sicuri ed efficaci scelti tra i molti farmaci antimalarici oramai inefficaci e resistenti.
Queste alcune indicazioni pratiche che derivano da anni di esperienza nella prevenzione e nella cura della malaria.
• Di base il nostro organismo ha la capacità di superare, con i suoi sistemi difensivi, gli attacchi di qualsiasi tipo di microrganismo, compreso il contatto con parassita malarico. Ma non sempre il sistema è così efficace. E’ necessario supportare le difese con un comportamento attento. I tre pilastri della prevenzione ci aiutano in questo senso.
Alcuni farmaci hanno la funzione di prevenire l’attacco del parassita malarico, ed aiutano l’organismo a superare l’aggressione, con diversi meccanismi di azione;
• Esistono paesi dove l’utilizzo del farmaco preventivo è indispensabile vista la diffusione della malattia e della zanzara infetta; altri paesi dove l’incidenza della malattia è bassa e sporadica l’utilizzo di un abbigliamento idoneo e di repellenti efficaci può essere considerato sufficiente. Fattori climatici e meteorologici condizionano la presenza di insetti e rischio contagio. Segui i consigli di esperti che conoscono i reali rischi e ti possono consigliare su cosa fare;
• Per chi viaggia in buono stato di salute il concetto che le medicine “fanno male” e “sono pesanti” soprattutto per il fegato, è una “contraddizione”. E’ una vera e propria leggenda metropolitana. Il fegato è l’organo adibito alla detossificazione ed a proteggerci anche dai farmaci. E’ il suo lavoro. Ci protegge e non viene lesionato o alterato dalle medicine. Forse il vero nemico sono abitudini alimentari sbagliate, e tra questo l’alcool in quantità eccessive!!
Il vero rischio per il fegato ed anche per la salute generale è il contatto con il parassita malarico. Il parassita sia nel sangue che nelle cellule del fegato crea lesioni importanti. L’aggressione di questi microrganismi è lesiva per le nostre cellule e le conseguenze si possono sentire anche a distanza di anni. Questo è il motivo per cui non bisogna ammalare di malaria;
Il concetto “mi ammalo di malaria e poi mi curo” è un concetto sbagliato e pericoloso. Sia per i rischi anche di forme violente e mortali, non prevedibili, sia per le forme dormienti che rimangono all’interno delle cellule epatiche per anni. Con rischi di evoluzioni poco prevedibili;
Nessun farmaco attualmente utilizzato ha una copertura del 100% dalla malattia. L’efficacia è variabile e si modifica nel tempo e nelle diverse aree. In molti paesi i parassiti malarici, sensibili fino a poco tempo fa ai farmaci, sono diventati sempre più resistenti. I farmaci da sempre utilizzati stanno perdendo la loro efficacia progressivamente e mentre prima la resistenza era un fenomeno relegato a pochi territori, oggi le aree sono sempre più vaste.
Non farò un elenco di farmaci, come frequentemente proposto in molti siti, consigliati dalle autorità sanitarie internazionali (WHO) alle popolazioni che vivono nei Paesi dell’area Tropicale. Alcune medicine non si trovano nel nostro paese, altre sono efficaci sulle popolazioni locali e non vengono consigliate da decenni in Europa. Alcune non vengono commercializzate in Italia. Quindi non farò un elenco inutile e poco pratico ma darò consigli pratici e basati su esperienza pluridecennale .
• Per la chemioprofilassi rimangono a nostra disposizione e reperibili nelle farmacie italiane, quattro molecole che sono indicate come rimedi per la prevenzione dagli attacchi dei diversi Plasmodi, ma la cui efficacia si è modificata nel tempo e nei diversi territori per ciascuna di queste medicine.
La Clorochina, farmaco storico, è stato eliminato come uso sia preventivo che curativo. Primo farmaco utilizzato in tutto il mondo, in cura ed in prevenzione. L’eccessivo utilizzo lo ha reso inefficace ed il parassita ovunque è diventato particolarmente resistente al suo utilizzo. Non è più utilizzato da decenni oramai, nella maggior parte dei paesi dove la malaria da Plasmodio falciparum, considerata la più pericolosa, è presente. Mantiene la sua efficacia nei confronti del Plasmodium vivax. Questo tipo di parassita è presente in modo esclusivo, in alcuni paesi dell’America Centrale, Caraibica, ed alcuni territori dell’Asia. Si può assumere in via preventiva considerando questa caratteristica. Comunque anche nei confronti del PL. Vivax questo farmaco è diventato meno efficace. E poi vanno considerati sempre alcuni effetti collaterali per le assunzioni prolungate. Personalmente non lo consiglio neanche nelle situazioni che ho descritto. 

Meflochina (Lariam), ai giorni d’oggi è diventato farmaco inefficace e di scarsa utilità preventiva e ancora più curativa. Il farmaco è stato utilizzato fin dall’inizio degli anni ’80 in prevenzione ed in terapia. E’ stato un farmaco importante che ha sostituito nei viaggiatori l’utilizzo della clorochina. Dopo un lungo utilizzo in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90 ha diminuito costantemente la sua efficacia, a cominciare dall’ Asia e dal Sud Est Asiatico. La resistenza dei parassiti al farmaco si è poi estesa ai Paesi Africani e dell’America Latina. E’ stata una molecola sempre rischiosa per cardiopatici e neuropatici, per soggiorni ansiosi e per l’altitudine, il vuoto e le immersioni. Tutto questo per un effetto irritante a livello dell’orecchio medio. Utilizzato anche nelle donne in gravidanza, per l’assenza di effetti collaterali, avendo la caratteristica di essere somministrato una volta a settimana, Questa resistenza dei parassiti è oramai diffusa in tutto il mondo. 

Atovaquone + Proguanile (Malarone): è un farmaco che ha perso sempre più la sua efficacia ed oggi ha una scarsa copertura nei confronti soprattutto del Plasmodium Falciparum.  Farmaco non più utilizzato da tempo nel trattamento della malattia e sostituito dai derivati della Artemisia Annua.  Continua comunque a mantenere la sua diffusione ed è prescritto per la profilassi, nonostante la sua crescete inefficacia. Continua ad essere utilizzato  soprattutto dai viaggiatori europei in prevenzione. Dall’inizio degli anni ’90 ha lentamente sostituito il Lariam, per le sue caratteristiche farmacologiche ma anche di maggiore efficacia sia in prevenzione che in terapia. Poi l’efficacia terapeutica è venuta meno ma è rimasto farmaco di riferimento per la profilassi farmacologica sia per adulti che per bambini sopra gli 11 kg di peso. Il tempo massimo di somministrazione consigliati non supera i 2 mesi, utilizzato per i soggiorni brevi ma con indicazione di somministrazioni fino ai 6 mesi. Quindi ridotta l’efficacia terapeutica nei confronti del parassita malarico, ma anche la quella preventiva. E questa progressiva riduzione dell’efficacia, che lo ha fatto abbandonare per il trattamento, non è stata considerata sufficientemente in prevenzione. La resistenza dei vari tipi del parassita malarico al Malarone, si è diffusa dall’Estremo Oriente all’Asia, è giunta nell’Africa Orientale fino alle aree Subsaheliane. Anche nelle Americhe il farmaco ha ridotto la sua efficacia, ed i parassiti aumentano costantemente la resistenza.  Il risultato è che negli ultimi tempi, diversi casi di malaria si sono manifestati nonostante l’assunzione del farmaco. Confermo per la mia esperienza clinica questa situazione denunciata da più parti. Occorre tener conto che la resistenza dei parassiti a questo farmaco non si evidenzia in modo omogeneo in tutti i Continenti, ma è molto diffusa in modo differenti nei paesi, ed all’interno di questi in diversi territori. E’ frequente in Oriente e da qualche anno sempre più in molti paesi Africani: E’ ridotta ma presente in diversi paesi dell’America Latina e Centrale dove sono presenti i plasmodi. Il farmaco è comunque controindicato nei bambini di peso inferiore agli 11 Kg, nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Il costo è piuttosto elevato. Per tutti questi motivi, dopo averlo utilizzato per molti anni, sia in pevenzione, che nei trattamenti della malattia, attualmente ne ho sospeso l’utilizzo.
Doxiciclina 100 mg (Bassado): farmaco indicato come prima scelta da HWO per la profilassi della malaria, in molti paesi tropicali. Questo antibiotico, della famiglia delle tetracicline, trova da decenni indicazione per il trattamento di molteplici infezioni sia cutanee, intestinali che per molti altri usi. Farmaco di elezione per la cura del “tifo esantematico” da puntura da zecca (Rickettsia) e di infezioni derivanti da molteplici infezioni batteriche trasmesse da zanzare o insetti (es. Borrelia) o malattie batteriche sistemiche e sessualmente trasmesse (Klamydia, Mycoplasma, altri). Il farmaco diventa quindi un compagno sicuro per il viaggiatore che, con la sua compressa giornaliera, previene una serie di malattie, molto fastidiose ed anche pericolose durante il viaggio. Dalle diarree del viaggiatore, anche piuttosto violente, alle gravi infezioni da morso di zecca. Dai piccoli foruncoli o manifestazioni cutanee anche diffuse e fastidiose, a molte infezioni di origine batterica. Come indicato dalle autorità sanitarie internazionali, oltre alle azioni ed alle protezioni precedentemente esposte, la DOXICICLINA, 100 mg, è considerata il miglior farmaco per la “chemioprofilassi nei confronti della malaria”, efficace in ogni parte del mondo. Si legge in qualche sito che la sensibilità del plasmodio alla doxiciclina varia nelle diverse regioni e paesi tropicali. Questo è un grave errore di valutazione. L’efficacia, la sensibilità e la sicurezza di questo farmaco sono elevate ovunque. I buoni risultati mostrati da questa tetraciclina, uniti all’ampio spettro di azione su molte infezioni fanno di questo farmaco una prima scelta per i viaggi effettuati per brevi o lunghi periodi.
L’assunzione della doxiciclina 100 è giornaliera, iniziando un giorno prima di partire, meglio al mattino a colazione, assumendo con un bicchiere d’acqua colmo. Generalmente il farmaco non produce effetti avversi quali nausea o disturbi intestinali. L’assunzione vicino ad un pasto diminuisce questi effetti. L’esperienza di anni di somministrazione a 100 mg ci conferma che la fotosensibilizzazione (dermatiti da esposizione al sole) è ponderale, ossia dipende dalla quantità somministrata cioè legato alla dose della tetraciclina somministrata. Le tetracicline somministrate a grammi possono sensibilizzare al sole, a 100 mg generalmente non è sensibilizzante. Si preferisce non somministrare in gravidanza, né a bambini di età inferiore ai 10 anni. Sui lunghi periodi può causare una riduzione di efficacia della pillola anticoncezionale. Il costo è particolarmente contenuto.
Il farmaco va assunto dall’arrivo nell’area a rischio, una volta al giorno, durante la colazione accompagnata da un bicchiere di acqua, durante il soggiorno e per una settimana dall’uscita dall’area a rischio, periodo sufficiente a coprire il periodo di latenza per la comparsa di forme attive. Il costo molto basso di ogni confezione, l’efficacia su molti fronti e la scarsità o assenza di effetti collaterali ne fanno ad oggi il farmaco più titolato all’uso preventivo. E’ sempre necessario valutare la sensibilità od allergia alla somministrazione.

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Coronavirus: un secondo decesso in Lombardia. Commenti e considerazioni

Secondo decesso per coronavirus in Lombardia

Una anziana donna di 78 anni di Casalpusterlengo, famoso comune in provincia di Lodi in Lombardia è la seconda vittima del Coronavirus in Italia. La donna che viveva in casa da sola, potrebbe essersi contagiata a Cologno Milanese o da contatti non identificabili. Come già più volte spiegato anche questo virus, per quanto poco conosciuto, perché modificato, comunque si comporta in modo prevedibile seguendo le regole generali comuni agli altri virus respiratori.
Aumentano i casi risultati positivi ai test virologici; 29 i pazienti individuati tra la Lombardia ed il Veneto. Ed il virus è ormai accertato che diffonda anche tramite portatori asintomatici.
La grande attenzione e prudenza di tutti noi infettivologi è dovuta al fatto che alla conoscenza ridotta del virus si aggiunge la mancanza di un vaccino e di medicine specifiche. Anche se sulla terapia gli studi e le prove di alcuni farmaci già esistenti sono piuttosto avanzate e positive. Ed è chiaro che anche se alcune caratteristiche avvicinano questo visus respiratorio più a quello influenzale, che ai suoi simili quali SARS e MERS, comunque i due virus sono poco paragonabili.
Le regole indicate in questo periodo, ossia: isolamento in caso di malattia franca; quarantena di 14 giorni dall’ultimo contatto reale o ipotetico. Che può essere una auto quarantena non imposta ma desiderata dall’individuo, come uso nella attenta e responsabile comunità cinese; imposizioni di misure di
di distanziamento sociale nelle zone colpite, ossia evitare la riunione di persone con la chiusura di scuole, uffici, mercati e luoghi pubblici. Misure normali nell’ottica di evitare una ulteriore diffusione di virus.

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Approvato il vaccino contro Zaire Ebolavirus

Sono quattro i paesi africani che hanno approvato ERVEBO, il vaccino contro Zaire Ebolavirus.

Sono la Rep. Democratica del Congo, il Burundi, il Ghana e lo Zambia ad aver approvato il nuovo vaccino contro Ebolavirus.
Questa è l'immagine del virus Ebola al microspoo elettronico. Per questo virus è pronto un vaccino

Ciò rappresenta un enorme passo avanti nella lotta contro il virus che, solo nella Rep. Dem. del Congo ha fatto 2253 vittime dal 1°Aprile 2018 ad oggi, ed è il risultato di un lungo lavoro di collaborazione e di partnership tra istituzioni internazionali, quali WHO, l’africana African Vaccines Regulatory Forum (AVAREF), la European Medicines Agency (EMA) e la Merck.
Negli USA ERVEBO è indicato per prevenire l’infezione da Zaire Ebolavirus (e non da altre specie di virus Ebola o Marburg).
Non si conosce ancora il suo effetto se associato a farmaci antivirali, immunoglobuline o trasfusioni di siero o plasma. Outbreaknewstoday.com

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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COVID19: le domande più frequenti

COVID19 le tue domande a cui vuoi dare una risposta.

Se hai qualche altro dubbio chiedi una consulenza infettivologica.

1. Che cos’è un coronavirus?
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus ad RNA, di media grandezza, che attaccano sia gli animali ma anche l’uomo, noti per causare malattie delle vie respiratorie: dal raffreddore comune, alle faringo laringo tracheiti, bronchiti, fino a gravi polmoniti interstiziali bilaterali. Due le epidemie passate più gravi: la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
2. Che cos’è un nuovo coronavirus?
Un “nuovo coronavirus (COVID19)“ è un nuovo ceppo di virus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. Per il quale l’organismo dell’uomo non ha sviluppato alcuna protezione.
3. Gli uomini possono essere infettati da un nuovo coronavirus di origine animale?
Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli uomini e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli uomini. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più coronavirus. Il 2019-nCoV sembra possa essere stato trasmesso dai pipistrelli direttamente o tramite un animale intermediario.
4. Quali sono i sintomi di una persona infetta da un coronavirus?
Dipende dal tipo di coronavirus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e fino alla morte.
5. I coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona?
Sì, alcuni coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, solitamente dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario.
6. Esiste un vaccino per un nuovo coronavirus?
No, non esiste un vaccino specifico essendo una malattia nuova, e per realizzarne uno i tempi possono essere anche relativamente lunghi. Si parla di un periodo di circa 20/22 mesi per arrivare alla commercializzazione del nuovo vaccino. Con la nuova ricerca odierna dell’isolamento del virus da parte dei ricercatori dello Spallanzani di Roma, i tempi potrebbero accorciarsi.
7. Esiste un trattamento per un nuovo coronavirus?
Non esiste un trattamento specifico per la malattia causata da un nuovo coronavirus. Si stanno sperimentando alcuni farmaci antiretrovirali, ma i trial sono ancora in corso. Il trattamento deve essere basato sui sintomi del paziente. La terapia di supporto può essere molto efficace.
8. Cosa posso fare per proteggermi?
Le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie comprendono:
– l’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche)
– igiene delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani),
– pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)
– evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.
9. In particolare, per quanto riguarda il nuovo coronavirus identificato in Cina (2019-nCoV) cosa è raccomandato?
Posticipare viaggi nelle aree colpite non strettamente necessari.
Le aree a rischio della Cina sono consultabili nel sito dell’OMS.
Se ci si reca in Cina, nelle aree a rischio, si raccomanda di vaccinarsi contro l’influenza stagionale almeno due settimane prima del viaggio, ed anche contro il pneumococco (dr. Meo). Le due vaccinazioni non proteggono dal coronavirus ma semplificano la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra coronavirus e Influenza. Inoltre stimolano il sistema immunitario e riducendo le complicanze derivate dai due microrganismi, in particolare nei soggetti a rischio, diminuiscono l’aggressività del coronavirus dovuta alla coinfezione. È raccomandato, inoltre, di:
evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi
evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori
lavare frequentemente le mani.
Qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.
Al ritorno, se non si è cittadini che vivono in Italia, per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese.
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
• indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
• utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

10. Gli operatori sanitari sono a rischio a causa di un nuovo coronavirus?
Sì, possono esserlo, poiché gli operatori sanitari entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che gli operatori sanitari applichino coerentemente adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie in particolare.
11. Dove si stanno verificando le infezioni da 2019-nCoV?
Il cluster di casi di polmonite ad eziologia da 2019-nCoV è stato segnalato nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, il 31 dicembre 2019. La maggior parte dei casi ha avuto un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il 9 gennaio 2020, è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica.
Sono stati segnalati casi di 2019-nCoV confermati in Cina e casi importati da altri Paesi del mondo (vedi nel sito OMS: situation report) Tra i casi sono stati segnalati anche decessi. Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato la trasmissione da uomo a uomo al di fuori della provincia di Hubei e sono stati segnalati casi confermati anche tra gli operatori sanitari
12. Quali sono i rischi di propagazione in Europa?
La valutazione del rischio da parte dell’OMS è considerata molto alta in Cina, alta a livello regionale e globale.
La probabilità di introduzione del virus nell’UE è considerata moderata da parte del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC). In questa fase dell’epidemia in corso a Wuhan e nella provincia di Hubei in Cina, si possono verificare alcuni casi importati in Europa e di conseguenza una trasmissione locale (limitata). Un singolo caso rilevato in un Paese europeo non cambia il quadro complessivo della valutazione che resta di moderata probabilità di importazione di casi di 2019-nCoV nei Paesi europei (UE/EEA). Poiché a livello globale vengono segnalati sempre più casi, ciò aumenta anche la probabilità di casi sporadicamente importati anche nei Paesi eurpei (UE/EEA).
13. Come si contrae questo coronavirus?
La trasmissione da uomo a uomo è stata confermata. La fonte dell’infezione non è nota e potrebbe essere ancora attiva. Si pensa sia derivata da un contatto con alcuni tipi di pipistrelli. Pertanto, la probabilità di infezione per i viaggiatori in visita a Wuhan che hanno uno stretto contatto con individui sintomatici è considerata moderata. Il contagio generalmente avviene con il contatto diretto con persone che hanno sviluppato i sintomi della malattia. Ma è possibile, anche se in via di dimostrazione, il contagio con persone asintomatiche o ancora in via di incubazione.
14. Che fare se si è soggiornato di recente nelle aree a rischio?
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
– contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
– indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
– utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.
15. Che fare se si è soggiornato in un ospedale in cui è stata ricoverata una persona malata?
Il rischio di trasmissione esiste solo se si è stati in stretto e prolungato contatto con il paziente. I malati affetti da infezione da nuovo Coronavirus, inoltre, vengono ricoverati in ambienti separati dagli altri degenti. Sinora non è stata segnalata alcuna infezione da nuovo coronavirus contratta in ospedale o altra struttura sanitaria.
16. Quali raccomandazioni dell’OMS per i Paesi?
L’OMS incoraggia tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute acute (SARI), a rivedere attentamente eventuali casi insoliti di SARI o di polmonite e a comunicare all’OMS qualsiasi caso sospetto o confermato di infezione da nuovo coronavirus.
I paesi sono incoraggiati a continuare a rafforzare la loro preparazione alle emergenze sanitarie in linea con il regolamento sanitario internazionale (2005).
17. Quale dispositivo di monitoraggio è stato introdotto per questo virus a livello nazionale?
In Italia, è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS).
La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’OMS e l’ECDC, e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul suo Portale.
18. Quale misura sanitaria specifica per i viaggiatori è stata avviata nel nostro Paese?
Tutti i voli da Wuhan ed anche da e per la Cina sono stati cancellati. Le celebrazioni per il capodanno cinese sono state sospese per evitare il volume dei viaggi da / verso la Cina e all’interno della Cina, aumentando così la probabilità di diffusione dell’epidemia.
Su tutti i voli provenienti dalla Cina vengono effettuati controlli all’arrivo, che comprendono la misurazione della temperatura e la raccolta di informazioni dai cittadini.
Le indagini sull’epidemia sono in corso e poiché si tratta di una situazione emergente e in rapida evoluzione, le informazioni verranno aggiornate ogni volta che vi siano informazioni rilevanti.
Oggi 2 febbraio 2020 la notizia più importante riguarda l’isolamento del coronavirus nei laboratori dello Spallanzani di Roma.
È stato predisposto materiale informativo da affiggere negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali.

Fonte: fonte Ministero Salute rivisitata da dr. Paolo Meo

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Riflessioni sul connazionale contagiato da 2019-nCoV

Il 3 febbraio 2020 sono rientrati da Wuhan 56 nostri connazionali, sotto il controllo delle autorità sanitarie e della Protezione Civile.  Hanno effettuato i controlli sanitari dovuti e sono stati messi sotto osservazione. Conducono infatti un regime di quarantena di 14 giorni, periodo massimo stabilito perché si manifesti l’eventuale malattia. Alla “città militare della Cecchignola” in Roma, hanno cominciato a passare le loro giornate, controllati dal team sanitario dedicato.  Dopo 3 giorni dall’arrivo in Italia, ad una delle persone rientrate, é comparsa una lieve febbre con occhi rossi e un po’ lacrimosi. Quel tipo di malessere che tutti noi sentiamo all’inizio di una sindrome influenzale comune. Immediatamente sono stati eseguiti i test sui tamponi prelevati, in biologia molecolare, che hanno evidenziato la positività al 2019-nCoV
Qui il testo ufficiale del twitt dell’ISS dopo aver eseguito il test.
La persona è stata ricoverata all’Istituto Lazzaro Spallanzani, in regime di isolamento, per essere seguito nella sua evoluzione, con i trattamenti adeguati.
Non meraviglia più di tanto il fatto che una persona rientrata da Wuhan o provincia, possa essere venuta a contatto con il virus e poi possa manifestare qualche sintomo.
Ricordo che non tutti i contagiati o i sintomatici evolvono in “insufficienza respiratoria grave”, cioè in una “forma pericolosa”.
La maggior parte dei casi manifestano sintomi lievi di tipo respiratorio. Le casistiche attuali ci dicono infatti che:
al 6 di febbraio si erano manifestati 28.000 casi di Coronavirus nel mondo; circa 4000 erano gravi;
24.000 persone, risultate positivi ai test, hanno manifestato tutta una gradazione di sintomi simil influenzali, come noi siamo abituati a vedere in Italia.
Etichettare quindi “un contagiato” come un “malato grave” non è scientificamente corretto.
Dobbiamo pensare questa malattia un po’ come “l’influenza vera”, quella da mixovirus, che attualmente sta imperversando ovunque, con una maggiore capacità di diffusione
ma con una mortalità simile, circa il 2%, al coronavirus.
La differenza è che per l’influenza abbiamo un vaccino, che ogni anno cambia ed è efficace, ed anche dei farmaci antivirali efficaci. Per il coronavirus NO!
Rimaniamo in attesa di buone notizie del nostro connazionale ricoverato.
Per le altre persone probabilmente il periodo di isolamento si allungherà di alcuni giorni e probabilmente ognuno avrà la sua stanza.
Questo se occorre garantire un isolamento per ciascuno, ed evitare eventuali ulteriori contagi.

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04-02-20: Si aggravano le condizioni della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma.

L’opinione dello specialista.

La direzione sanitaria dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, riguardo alla coppia cinese ricoverata, ha rilasciato il seguente bollettino medico: «nelle ultime ore i due pazienti ricoverati per polmonite da Coronavirus, hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi».

Una lettura dello specialista infettivologo. Quanto sta accadendo allo Spallanzani fa parte del decorso naturale della malattia, anche in corso di terapie mirate e controllate. Come per l’influenza e per altre malattie respiratorie, quali la polmonite da pneumococco, anche per il coronavirus l’aggravamento del quadro può essere improvviso e repentino. L’organismo perde la sua capacità difensiva, che deriva dai vari livelli di immunità, ed i virus si moltiplicano senza freno. Ripetiamolo ancora: la situazione che si è creata fa parte della evoluzione clinica di tutte le malattie infettive aggressive come quelle che ho menzionato precedentemente.

La coppia cinese, proveniente dalla città di Wuhan, epicentro della epidemia, ha manifestato i tipici sintomi simil influenzali a Roma, tipici dell’inizio della malattia. Bisogna bene chiarire che il contagio in questo caso avviene attraverso le goccioline della tosse in un raggio di 1 / 2 metri e non oltre. Una volta depositato il virus ha una vita molto breve e non rimane nell’ambiente a lungo. I due pazienti sono stati ricoverati ed isolati all’ospedale Spallanzani, in seguito alla diagnosi effettuata con i test di laboratorio specifici. Da quattro giorni i due pazienti cinesi sono sottoposti alle cure necessarie, sia con farmaci antivirali “sperimentali”, ossia utilizzati per altri tipi di virus, e di cui non si conosce l’efficacia sul 2019-nCoV. Sia con supporto sia reidratante che farmacologico sintomatico. Sappiamo bene che l’evoluzione della malattia nella maggior parte dei casi è positiva, fino alla guarigione, ma in una percentuale di soggetti si aggrava, fino ad una insufficienza respiratoria importante e pericolosa. Ed è quello che è successo ai due cinesi. In questo caso, nelle unità di terapia intensiva, si aiuta il malato con una respirazione assistita, cioè aiutandolo a respirare e continuando le terapie necessarie.

Tutto questo succede in tutti i casi di polmonite, per esempio quelli da pneumococco, che evolvono verso l’insufficienza respiratoria, e possono portare al decesso. In Italia oltre 11.000 persone l’anno muoiono da polmonite di tipo batterico. E questo lo voglio sottolineare perché da noi, in Italia ed in Europa, si muore per tante malattie anche respiratorie. La stessa influenza in Italia fa migliaia di morti l’anno.

Ci auguriamo e facciamo gli auguri alla coppia cinese per una pronta guarigione, ma come diceva il bollettino, la bibliografia internazionale di questi giorni riporta una evoluzione così grave in molti casi di 2019-nCov. Molti guariscono, qualcuno non ce la fa.

04-02-20: Si aggravano le condizioni della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma. Leggi tutto »

02-02-20: Complimenti all’ospedale Lazzaro Spallanzani. Una eccellenza della scienza italiana

Il Coronavirus 2019 n-CoV è stato isolato presso i laboratori dell’ospedale e Centro di Ricerca avanzato Lazzaro Spallanzani di Roma. Una ricerca fondamentale e pietra angolare per sconfiggere questa grave epidemia ed in particolare il suo Coronavirus.
Ci dobbiamo tutti congratulare e ringraziare i ricercatori ed il personale di uno dei centri di ricerca d’eccellenza italiano ed europeo, lo Spallanzani di Roma, ed il suo Direttore Scientifico Giuseppe Ippolito. In pochi giorni i ricercatori sono riusciti, tra i primi nel mondo, ad isolare ed identificare il virus che ha paralizzato la Cina e messo paura in tutto il mondo. Atteggiamento che non trova giustificazione nella attuale situazione della diffusione della epidemia.
Ma proprio dai ricercatori dell’ospedale romano delle malattie infettive giungono le opportunità di poterlo studiare, capire e verificare cosa si può fare per bloccarne la diffusione.

Conferma il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico della Istituzione :” i dati della ricerca saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale. Si aprono spazi per nuovi test di diagnosi e vaccini. Con questo contributo sul Coronavirus l’Italia diventa interlocutore di riferimento per la comunità scientifica internazionale”. Ancora un grazie e tanti complimenti a questa eccellenza scientifica che contribuisce con la sua attività alla protezione della nostra salute. dr. Paolo Meo

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01-02-20: Come ci difendiamo dall’attacco dei virus.

Come ti proteggi dai virus.

Coronavirus N-CoV, un’epidemia che spaventa. Un’epidemia per la quale scienziati di tutto il mondo stanno cercando la migliore soluzione per evitarne la diffusione globale. E tra gli strumenti più importanti lo studio, la realizzazione e la produzione di un vaccino efficace e sicuro. Ma quante altre epidemie nel mondo creano ogni giorno malattie gravi e decessi? Caro lettore vai a vedere infondo alla pagina il “rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla 3a settimana di gennaio 2020 di epidemia influenzale in Italia”. Leggilo con attenzione… ma allora di cosa vogliamo parlare?
E qui risuona il solito ritornello sui vaccini. Ma allora questi vaccini servono o no? Questa epidemia di Coronavirus che sta generando un panico universale ci pone tutta una serie di altri interrogativi importanti, primo fra tutti:
“Ma siamo veramente così deboli ed indifesi nei confronti di microscopiche forme vitali quali i virus? “ E noi ci possiamo difendere in qualche modo?” Cercherò di dare una risposta sintetica.

Altre domande sorgono spontanee sull’argomento e sulla situazione:
è veramente una forma così distruttiva rispetto a tante altre malattie a cui siamo normalmente abituati? (Vedi in fondo alla pagina report di ISS su influenza)
Ma allora i vaccini hanno veramente un senso?
Chi li propone e’ veramente un pazzo?
Oppure come i tanti, che in Italia si sono addirittura costituiti in partito politico (no Vax), che affermano essere strumenti deleteri e pericolosi?
Affronterò questi ed altri argomenti nei prossimi editoriali nei prossimi giorni. Per questo ti aspetto per ulteriori riflessioni.

Siamo macchine da guerra
La prima cosa che ci conforta è che contro qualsiasi forma di virus, batteri ed altri microbi, anche i più aggressivi, noi viventi siamo “macchine da guerra”. Guerreggiamo verso nemici invisibili che ci circondano a milioni. Difatti il nostro “sistema difensivo” è quasi invalicabile. Dalla “copertura antiaerea”, realizzata da pelle e mucose e dal sottocutaneo esternamente; ai “centri sentinella e dell’intelligence” distribuiti nei linfonodi e nei 12 metri dell’intestino; ai “battaglioni” dell’esercito cellulare dei globuli bianchi, e non solo, differenziato in migliaia di funzioni diverse; fino “all’enorme sistema di munizioni”, ossia gli anticorpi e l’immenso numero di molecole pronte ad intervenire. E con questo sistema difensivo superiamo le migliaia o milioni di contatti giornalieri che abbiamo con i nemici microscopici, virus, batteri ed altri, anche quelli più aggressivi.

Viviamo quotidianamente tra i virus e ci difendiamo
Tutte queste aggressioni vengono respinte e noi continuiamo a stare in salute, nella vita di tutti i giorni, quando andiamo al ristorante, quando mettiamo in bocca con le mani le peggiori contaminazioni, quando portiamo a casa con le scarpe tutti i residui che abbiamo calpestato, e portiamo ogni tipo di microbo. Ma anche durante i viaggi, i soggiorni e i trekking in qualsiasi meta o ambiente ci rechiamo.

Qualche volta le difese non funzionano
Ma poi qualche volta il sistema difensivo cutaneo, intestinale, immunitario non funziona, è scoordinato, poco attivo per una serie di motivi, i più diversi, derivanti anche dalla presenza di malattie spesso croniche e persistenti, o derivanti anche dall’età. Ed allora batteri, virus, funghi ed altre forme microbiche hanno il sopravvento. Questi microbi, di tutti i tipi, infettano il nostro organismo ed allora inizia un’altra battaglia, quella dei sintomi che si manifestano all’esterno. Il contagio fa diffondere i nemici invisibili dentro il nostro organismo, che si difende come può. Febbre anche altissima, tosse, muco, vomito, diarrea, infiammazione. E chi più ne ha più ne metta. La persona presenta tutta una gradazione di sintomi da lievi a forti, quello che noi chiamiamo malattia. Cioè manifesta i “sintomi di una difesa” nei confronti di un attacco batterico o virale. Se questi sintomi difensivi rimangono lievi possono diminuire e poi annullare la presenza dei microbi nell’organismo. Se invece crescono ed oltrepassano il dovuto si rivolgono contro lo stesso organismo e possono alterare in modo grave i sistemi e gli organi. Questi ed altri sistemi di difesa fanno di noi viventi, piante, animali ed uomo, uno dei sistemi più forti dell’universo.

Il sistema di difesa può non funzionare.
Come ho detto prima la presenza di “malattie croniche” cardiocircolatorie, polmonari, renali o addominali, e tante altre situazioni compresa l’età degli individui possono condizionare le risposte difensive scatenando e portando fino al decesso.
Morale: “Mantieni un buono stato di salute”; “una sana alimentazione”; “un’attività sportiva” anche minima, se possibile giornaliera; “integratori a base di molecole naturali attive sui sistemi difensivi”, quindi in grado di stimolare le difese; la “somministrazione di vaccini” con stimolazioni immunologiche su tutto il sistema e sulla produzione specifica di anticorpi.
Tutte queste pratiche di attività preventiva rafforzano ed alzano l’asticella del “sistema di difesa” che ci fa superare o quanto meno riduce gli effetti, talvolta drammatici, dei microrganismi di cui abbiamo parlato.
Il Coronavirus, anche il tipo 2019-nCoV, è soggetto agli stessi meccanismi. Il contatto è sicuramente vastissimo, il contagio e l’infezione molto elevata, la manifestazione dei sintomi, ossia la malattia conclamata bassa rispetto ai contatti, la mortalità particolarmente bassa. (siamo intorno al 2%.). Poi per il fatto che ci troviamo di fronte ad un virus nuovo, mutato, questo genera perplessità e paura. Ma ti ricordo che anche il mixovirus dell’influenza, che si modifica ogni anno in natura, diffonde come una pandemia, coinvolge milioni di persone, ed ha una mortalità più alta.

Questo il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità riguardante l’influenza in Italia.( tanto per dare una idea)
Di seguito è riportato un riepilogo degli indicatori disponibili:
• Casi gravi: alla 3a settimana della sorveglianza (ottobre 2019) sono stati segnalati 45 casi gravi di cui 7 deceduti.
Mortalità: durante la 3a settimana del gennaio 2020 la mortalità è stata inferiore al dato atteso, con una media giornaliera di 228 decessi rispetto ai 250 attesi. Nota: consulta il sito del Ministero della Salute per saperne di più sulla sorveglianza della mortalità     

Fonte: FluNews-Italia

( Se vuoi saperne di più e magari decidere se affrontare o meno qualche viaggio programmato, in questo periodo di crisi sanitaria internazionale, prenota una visita-consulenza presso gli ambulatori del Cesmet. Oppure acquista la tua consulenza on line e poi formula le tue domande inserendo i dati richiesti.)

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30-01-2020 CIVITAVECCHIA – LA COSTA SMERALDA bloccata con 7000 persone a bordo

7 mila persone a bordo e mille membri di equipaggio. Sulla Costa Smeralda attualmente sono ancora bloccati per motivi precauzionali i croceristi. In viaggio da Macao (CINA) a Malpensa il 25 gennaio. Da qui a Savona per la crociera nel Mediterraneo. Le vacanze sono iniziate così per una coppia di turisti cinesi. La signora di 54 anni si è rivolta all’ infermeria di bordo per febbre elevata e tosse. La procedura anti-contagio è scattata immediatamente. La signora è stata isolata nella piccola clinica della nave ed i 7000 passeggeri sono stati trattenuti all’interno della nave.  Nel porto centinaia di passeggeri che dovevano imbarcare sono ancora in attesa. Si aspettano i risultati dall’ospedale Spallanzani sul sospetto casi di Coronavirus registrato a bordo

Quindi non si esce e non si sale. Intanto a bordo della nave è salito il personale della Capitaneria di porto, con personale della Sanità Marittima per tutti gli accertamenti del caso. Sono anche intervenuti poi medici dello Spallanzani per eseguire i test di laboratorio e gli accertamenti clinici. Al termine della prima ispezione sanitaria, in accordo con la sanità Marittima la “Capitaneria di porto” dà il via libero allo sbarco dei 1.143 passeggeri, che dovevano lasciare la nave. ma il sindaco, Stefano Tedesco, con la sua autorità si è assolutamente opposto alla discesa dei croceristi, prima di conoscere i risultati definitivi degli esami sul corona Virus.

I primi test eseguiti sembrano negativi e a quanto sembra tutto tornerà nella norma. Per alcuni solamente una grande paura. Ma rimaniamo in attesa della risposta definitiva.

A queste situazioni dovremo abituarci fino a quando l’epidemia non sarà sotto controllo. Queste sono le misure richieste dalle autorità sanitarie internazionali e nazionali per evitare un eventuale diffusione. e queste sono situazioni che si creano all’interno di mezzi di trasporto, sia aereo che navale, che in misura ridotta su strada.

Per questi motivi “chi affronta un viaggio” deve adottare quelle precauzioni e quella attenzione per diminuire la possibilità di contagio. Ricordo che per la grandezza del Coronavirus e la sua diffusione in goccioline del respiro particolarmente pesanti, la distanza di rischio di contagio è considerata di circa un metro. Tra gli accorgimenti da adottare in questi ambienti così chiusi e con una concentrazione umana così elevata, la abitudine a lavarsi spesso le mani, e se considerato necessario dal personale di bordo la possibilità di  “indossare le mascherine”.

Ricordo sempre che in questo periodo di epidemia, chi affronta viaggi in Aereo o in Nave, in particolare verso l’oriente, e non solo, farebbe bene ad effettuare la vaccinazione per influenza e pneumococco (per la spiegazione leggi il seguente documento).

dr. Paolo Meo medico tropicalista, infettivologo direttore Cesmet. 

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30-01-2020 i Coronavirus e il 2019-nCoV cinese

Chi sono
I coronavirus sono sempre stati presenti ed accompagnano la storia dell’uomo. Sono RNA virus, di tipo respiratorio. Molti tipi, animali ed umani, generalmente causano infezioni lievi.

Il genere Coronavirus è stato diviso  in quattro sottogeneri distinti:
•Alphacoronavirus (α-CoV)
•Betacoronavirus (β-CoV)
•Gammacoronavirus (γ-CoV)
•Deltacoronavirus (δ-CoV)

Alcune varianti del Coronavirus hanno causato in passato e causano attualmente “epidemie  respiratorie gravi con elevata mortalità”. In passato i “coronavirus della SARS” ed  della i “Coronavirus MERS” ancora attivi. Sono virus medio grandi, tra gli 80 ed i 160 nm, forniti di capsula e genoma ad RNA. E questo condiziona la diffusione ed il contagio del virus non oltre il metro di distanza tra persone. Si tratta di virus dotati di pericapside con un genoma a filamento singolo ad RNA a senso positivo e con un nucleocapside di simmetria elicoidale. 

Il nome “coronavirus” deriva dal termine latino “corona”, a sua volta derivato dal greco κορώνη (korṓnē, “ghirlanda”), che significa “corona” o “aureola”. Ciò si riferisce all’aspetto caratteristico dei virioni (la forma infettiva del virus,) visibili al microscopio elettronico, che presenta una frangia di grandi proiezioni superficiali bulbose che creano un’immagine che ricorda una corona reale. Questa morfologia è dovuta ai peplomeri virali del picco (S), ossia proteine che popolano la superficie del virus e ne determinano il contatto cellulare nell’ospite.

I Coronavirus più “famosi” ed attivi sull’uomo:
• Alfa coronavirus 229E
• Alfa coronavirus NL63
• Beta coronavirus OC43
• Beta coronavirus HKU1
                                  • SARS coronavirus (SARS Co-V)
                                  • MERS coronavirus (MERS Co-V)
                                  • Novel Coronavirus (2019 nCoV)

Cosa fanno
I coronavirus sono responsabili di malattie:

Negli animali: ed in particolare nei mammiferi e negli uccelli e causano casi di diarrea profusa nelle mucche e nei suini e di malattie respiratorie delle vie superiori nei polli.
Nell’uomo: causano solitamente sintomi simil influenzali “rinorrea” (naso che cola), “mal di gola”, “tosse”, “cefalea” e “febbre”.                                                                                                                                                                                                             Insieme ad altre famiglie di virus molto comuni: rhinovirus, mixo e paramixovirus, adenovirus sono tra i principali responsabili delle sindromi respiratorie, dal “banale raffreddore, alle laringo, tracheo bronchiti, fino alle polmoniti interstiziali gravi”.
Non esistono terapie specifiche contro i coronavirus, ma solo rimedi sintomatici; attualmente non esiste nemmeno un vaccino.

Come si trasmettono
La trasmissione dei coronavirus uomo-uomo avviene principalmente in tre modalità:
–  (diretta) inalazione delle goccioline in sospensione emesse con tosse e starnuti da soggetti infetti;
–  (indiretta) contatto con mani, superfici, oggetti contaminati;                                                                                                                          –  ingestione di cibi contaminati non cotti;

La caratteristica del 2019-nCoV è quella di essere trasmesso per via aerea, con goccioline di saliva, di medie dimensioni con una distanza utile di meno di un metro. Difficile contagio. L’individuo infetto, ma che non ha ancora sviluppato la malattia, può diffondere il virus che si trova nelle goccioline di saliva fin dai primi giorni.

Epidemiologia
Diffusissimi nei mammiferi e negli uccelli, presenti anche nei rettili, sono presenti negli uomini e, salvo casi di modificazione e virulentizzazione come il coronavirus SARS, della MERS o il Novel Coronavirus, si manifestano con sintomi lievi; Secondo un’indagine epidemiologica i coronavirus sarebbero responsabili di circa il 10-15% dei casi di raffreddore rinvenuti nella popolazione generale.
È certo che molti di noi, più volte negli anni, abbiano contratto, una qualche infezione da coronavirus.
Nell’ultimo ventennio i coronavirus si sono imposti alle attenzioni del mondo per tre motivi: l’epidemia di SARS, tra il 2002 e il 2003, l’epidemia di MERS, tra il 2012 e il 2013, e la recente epidemia di Novel coronavirus, iniziata a fine dicembre 2019.
Epidemia di SARS
Nel novembre 2002 (SARS): una particolare variante di Coronavirus, di origine animale – pipistrelli cinesi, diede avvio, in Cina, a un’epidemia di una forma infettiva nuova, respiratoria molto aggressiva, denominata SARS Sindrome Acuta Respiratoria Grave;
L’epidemia di SARS si protrasse nel 2003 inoltrato interessando molti Stati dell’Asia (es: Hong Kong, Taiwan, Vietnam e Singapore); secondo i dati epidemiologici la SARS contagiò più di 8.000 persone e fu responsabile di quasi 800 morti.
Epidemia di MERS
Nel 2013 in Arabia Saudita (MERS):, comincia a diffondere un’altra infezione respiratoria da coronavirus alquanto aggressiva e virulenta; la MERS o sindrome Respiratorie Medio-Orientale.
L’epidemia di MERS ha registrato ad oggi circa 840 casi con poco più di 320 decessi. I casi a distanza di oltre 7 anni continuano in modo molto contenuto. Il coronavirus della MERS è conosciuto MERS-CoV o MERS-Coronavirus.
La trasmissione all’essere umano è derivata da dromedari e cammelli malati.
Epidemia di Novel Coronavirus – 2019 nCoV
Il 31 dicembre 2019 – CINA, viene notificato alla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’informazione di diversi casi in Cina, nella città di Wuhan, di un’infezione respiratoria grave, con polmonite ed anche alcuni decessi. Non si conosce l’agente infettivo responsabile. Il 7 gennaio 2020 viene annunciato che la causa di queste infezioni è un coronavirus con il quale l’uomo non era mai entrato a contatto prima di allora. Questa nuova infezione da coronavirus è detta 2019 nCoV.

Periodo di Incubazione
L’incubazione, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione al virus e la comparsa dei primi sintomi può variare dai 3 ai 14 giorni; con una media di 6 giorni.
È stato dimostrato che durante il periodo di incubazione, diversi coronavirus, tra cui il coronavirus SARS e il recente 2019 nCoV, sono contagiosi; in termini pratici, una persona infetta e non sintomatica può trasmettere l’infezione ad altre persone

Fattori di rischio

• In generale, le infezioni da coronavirus sono più probabili durante la stagione autunnale o in inverno e sono legate alle questioni ambientali e climatiche. Resta l’evidenza che il contagio può avvenire in qualsiasi stagione. Da qui un comportamento ed una prevenzione adeguata;

• Una coinfezione con altri microrganismi, ed in particolare il virus dell’influenza ed il pneumococco, possono facilitare il manifestarsi e l’aggressione del coronavirus. Da qui l’invito alla vaccinazione;

• La stretta vicinanza con un individuo contaminato costituisce alto rischio di contagio. Da qui l’utilizzo di mascherine

• L’età avanzata e le malattie croniche, cardiache, polmonari, renali, immunologiche, costituiscono importante fattore di rischio.

• Il grado di virulenza e le modificazioni genetiche del coronavirus costituiscono motivo di maggior rischio anche in persone in buono stato di salute.

Diagnosi
Sono stati messi a punto diversi metodi sierologici e molecolari in grado di diagnosticare con precisione il virus in questione. I test di laboratorio si effettuano su sangue e sui tamponi naso-faringei.

Come si Curano
Non esistono trattamenti specifici, ossia eziologici, contro i coronavirus e le infezioni che quest’ultimi provocano. Sono in corso studi su alcuni antivirali, utilizzati per la cura dei retrovirus che stanno fornendo risposte positive, ma ancora non si è definito un protocollo terapeutico;
Un paziente in buona salute, con una infezione respiratoria da coronavirus, deve:
Osservare un riposo assoluto fino al scomparsa della sintomatologia.
Assumere molti liquidi (reidratazione) contro una pericolosa disidratazione, con alterazione degli equilibri acido/base;
Assumere farmaci antinfiammatori contro l’infiammazione e e la febbre. Paracetamolo ed ibuprofene i farmaci di maggior utilizzo.

Come Prevenire
Non esiste ancora alcun vaccino diretto e specifico contro i coronavirus. Sono in corso ricerche piuttosto avanzate per la produzione di un vaccino efficace, che richiederà comunque molti mesi od oltre per la messa in commercio.

Come precedentemente riferito effettuare un protocollo preventivo per evitare il contatto con il virus antinfluenzale e contro il pneumococco, diminuisce la possibilità di una coinfezione potenzialmente pericolosa.

Altri metodi di prevenzione:
• Lavare le mani con sapone o soluzioni a base di alcool;
• Coprire la narici e la bocca in caso di starnuti o tosse;
• Evitare il contatto con persone che manifestano sintomi respiratori.

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