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La malaria e gli odori. Un legame più stretto di quello che si potrebbe pensare?

Cari amici, una notizia profumata, anzi uno studio sulla furbizia sempre più incredibile del plasmodio della malaria. Questo animaletto, che ci accompagna da centinaia di migliaia di anni, cioè quando siamo nati sulla faccia della terra, non ha alcuna intenzione di lasciarci soli. Fin dall’origine la parola “malaria” ha significato “aria cattiva”, ovvero luoghi mefitici e con ristagno di acqua, dove la zanzara riusciva a prendere forza e vigore. Abbiamo sempre pensato che le zanzare pungevano l’uomo casualmente. Ma sentite invece questa novità.

Un team di ricercatori dell’EHT di Zurigo e della Pennsylvania State University ha scoperto che quando sperimentalmente, in laboratorio, dei topi vengono infettati con l’agente patogeno della malattia della malaria, il Plasmodium, cambiano odore diventando più “attraenti” per le zanzare. Questo vuol dire che il parassita malarico all’interno dell’organismo induce una serie di cambiamenti biochimici che richiamano la zanzara a pungere al momento di maggiore infettività. Questa è l’ipotesi in via di dimostrazione. Quindi la chiave nel meccanismo di sviluppo della malattia potrebbe proprio risiedere nel “buon odore”. Secondo i ricercatori infatti il furbo parassita malarico si servirebbe di questo meccanismo “del buon odore” emanato dal corpo umano per indurre la zanzara a pungere e riuscire a completare la propria riproduzione all’interno della zanzara stessa che si è cibata del sangue del malcapitato ben odorante.

Per capire questa strategia “subdola e furba” del plasmodio facciamo un piccolo ripasso tecnico. Non me ne abbiano i non addetti ai lavori ma è importante capire cosa combina il parassita della malaria dentro il nostro organismo:

  1. Quando una zanzara, femmina, infetta di Plasmodium, punge l’uomo gli inocula con la sua saluva il parassita nel sangue sotto forma di un animaletto che si chiama “sporozoita”.
  2. Tutti questi “sporozoiti” dalla zanzara passati nel corpo al momento della puntura, raggiungono il sangue umano e, in meno di un’ora, scompaiono dal sangue, rinchiudendosi dentro il fegato. Cioè dal torrente circolatorio questi animaletti entrano nelle cellule del fegato, gli epatociti.
  3. Dentro queste cellule del fegato, cioè dentro gli epatociti, questi animaletti della malaria si moltiplicano realizzando la fase sporogonica della infezione, cioè una riproduzione asessuata del Plasmodio. Dopo una serie di riproduzioni dentro le cellule del fegato, nel periodo di incubazione che dura circa una settimana, per cui le povere cellule del fegato vengono distrutte una dopo l’altra (altro che farmaci antimalarici… ora avete capito chi distrugge il fegato), gli “sporozoiti” si trasformano in “schizonti”, gli “schizonti” in migliaia di merozoiti e da questi fuoriescono i trofozoiti. Tutte forme diverse dello stesso animaletto della malaria. Queste forme che entrano nel sangue ed infettano i globuli rossi. Una parte dei merozoiti, questi animaletti malarici, ritorna nel fegato e lì possono rimanere a lungo.
  4. Gli altri, una volta fuoriusciti, entrano nei globuli rossi si riproducono e poi distruggono queste cellule del sangue. E’ qui che si ha l’attacco febbrile. Il ciclo procede per migliaia di volte e la malattia avanza all’interno dell’uomo che intanto si sente sempre peggio e farebbe bene a curarsi prima che succeda qualche cosa di brutto.
  5. Alcuni trofozoiti nel sangue, dopo molte suddivisioni danno origine a forme sessuate dette microgameti e macrogameti
  6. A questo punto del ciclo interviene la zanzara, che succhia il sangue infetto. Gameti femmine e gameti maschi si uniscono nella pancia della zanzara e dopo una serie di trasformazioni, formano lo zigote, che si trasforma in oocisti e si incista nella parete dell’intestino della zanzara stessa. Dall’oocisti si formano migliaia di sporozoiti, che si liberano e raggiungono le ghiandole salivari della zanzara, pronti ad essere inoculati nuovamente nell’uomo e ricominciare un nuovo ciclo. E avanti così nei secoli.

Non voglio tediarvi oltre ma ora avete capito che l’animaletto della malaria per riprodursi ha bisogno sia dell’uomo che della zanzara, e se la zanzara non pungesse l’uomo, l’animaletto “malaria” non riuscirebbe a riprodursi e quindi la zanzara deve pungere proprio l’uomo quando i maschietti e le femminucce del Plasmodio si sono formati, cioè sono divenuti gametociti.

Nel loro studio, pubblicato su Pnas, gli scienziati hanno scoperto che il parassita della malaria attira le zanzare manipolando l’odore dell’ospite, cioè dell’uomo. Tanto più la pelle umana profuma ed elabora certi ormoni profumati, tanto più la zanzara è spinta a pungerci. Una mossa alquanto astuta del parassita della malaria, “sembra infatti che ci sia un aumento dei composti chimici che attraggono le zanzare sulla pelle dell’uomo malato e quando le forme sono particolarmente infettiva”, spiega Mark Mescher dell’EHT.

Altro aspetto interessante sta nel fatto che il cambio dell’odore nell’ospite avviene solo in precisi stadi della malattia, cioè quando nel sangue ci sono le forme maggiormente infettive, cioè le forme sessuate.

Di solito la fase asintomatica, senza sintomi, che coincide proprio con il punto cruciale del ciclo riproduttivo del Plasmodio, il profilo olfattivo diventa particolarmente irresistibile per le zanzare 10-20 giorni dopo l’infezione, quando le cellule riproduttive del plasmodio (i gametociti) sono presenti alla massima concentrazione nel sangue del topo e probabilmente dell’uomo. “C’è ancora una lunga strada da percorrere per dimostrare questa teoria nell’uomo e soprattutto per trovare dei rimedi “odorosi”. Nei topi abbiamo un ambiente molto controllato. Nell’uomo ci sono così tanti diversi fattori in gioco”, spiegano i ricercatori.

L’équipe guidata da Mescher valuterà questa ipotesi attraverso una ricerca supplementare in Africa coinvolgendo l’uomo. Oltre a capire meglio la malattia, i ricercatori sperano che i risultati prodotti possano essere utilizzati anche per sviluppare nuove procedure diagnostiche non invasive in grado di agevolare efficacemente lo screening delle popolazioni per le infezioni di malaria, in particolare, per identificare gli individui che non presentono ancora i sintomi della malattia”.

Ecco perché forse per evitare la malattia non bisogna proprio profumare… ed essere così puliti. Naturalmente scherziamo ma attendiamo con grande interesse i progressi di questa ricerca. Chissà se modulando gli gli odori si potrà evitare la puntura della zanzara. Attendiamo conferme!

Dott. Paolo Meo
Specialista in Medicina Preventiva e Tropicale
Presidente del MET

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La malaria sul web

https://www.cdc.gov/malaria/travel/index.htm
una rassegna del Centers for Diseases Control di Atlanta sulle cause e i sintomi della malattia; informazioni sulle profilassi; facts-sheet di aggiornamento

https://endmalaria.org/homepage
dedicato alle strategie mondiali per combattere il flagello della malaria. Non mancano pagine di approfondimento scientifico. A cura dell’OMS.

https://www.who.int/topics/malaria/en/
approfondimenti scientifici, eventi, ricerca e una panoramica sugli organismi internazionali che studiano e combattono la malaria

www.malariasite.com
aspetti clinici, e dati epidemiologici relativi alla regione di Mangalore (India), e del sud-est asiatico.

Naturalmente vi segnaliamo la nostra pagina sulla malaria dove viene descritta approfonditamente la malattia.

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Come proteggersi

Protezione meccanica

La zanzara femmina di Anopheles, vettore del parassita malarico, usa stimoli termici ed olfattori, ma anche visivi, per localizzare l’ospite da pungere per realizzare il suo pasto a base di sangue. In particolare viene attratta da concentrazioni di anidride carbonica. I colori scuri attirano l’insetto in questione che usa pungere al tramonto e durante le prime ore della notte.

Alcuni profumi o fragranze naturali possono attirare le zanzare ed indurle alla puntura:

  • all’interno di abitazioni
    la protezione delle finestre con retine trattate con insetticidi e l’utilizzo di zanzariere impregnate con insetticidi sopra i letti può conferire una buona protezione; l’impiego di aria condizionata diminuisce notevolmente il rischio di punture di insetti.
  • in ambiente esterno:
    utilizzare abiti che coprano bene e preferibilmente camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi, in particolare dal tramonto alla sera . consigliabile passare repellenti o insetticidi sui vestiti per diminuire ulteriormente il rischio di puntura.

I repellenti sono sostanze chimiche che allontanano l’insetto. La maggior parte dei repellenti contiene DEET (N,N-diethyl-methyl-toluomide) sostanza molto attiva in uso da oltre 40 anni. Altri repellenti sintetici sono attivi per circa 3-4 ore e vanno applicati periodicamente (ogni 3 ore circa) durante esposizione a rischio.

I repellenti non devono essere inalati o ingeriti e sono pericolosi su pelli irritate o sugli occhi. Vanno usati con prudenza nei bambini e mai applicati sulle loro mani perché facili strumenti di contaminazione degli occhi e della bocca.

L’acqua può facilmente togliere dalla pelle i diversi tipi di repellenti. Il repellente va applicato su tutta la parte del corpo scoperta: è provato che le zanzare possano pungere a meno di un centimentro da una zona coperta.

Si sconsiglia l’uso di repellenti:

  • nei bambini inferiori ad un anno di età
  • ai residenti per lunghi periodi (tossicità legata da accumulo)
  • alle donne in gravidanza.

Gli insetticidi sono sostanze chimiche che attaccano il sistema nervoso dell’insetto e lo uccidono.

E per chi vuole utilizzare solo prodotti naturali, Olio di Neem, estratto dall’Azadirachta indica, pianta dalle mille proprietà , ma soprattutto fortissimo repellente contro gli insetti e dalla benefica e immediata azione anti rossore e anti rpurito .

Insetticidi sintetici a base di piretroidi (permetrina , deltametrina ed altre). Insetticidi naturali a base di piretro (ottenuti dai fiori Crisantenum cineraricefolium). Il piretro agisce sia come insetticida che come repellente. Permetrina e deltametrina contenuti in molti insetticidi sono prodotti considerati poco tossici per i soggetti adulti e quindi possono essere utilizzati negli ambienti chiusi anche in presenza di bambini piccoli al di sotto dei due anni di età.

L’utilizzo degli insetticidi sui vestiti e sulle zanzariere mantiene la loro efficacia per circa 2-3 mesi. Per gli adulti non è considerato tossico.

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Malaria. Malesseri al rientro da un viaggio. Non rischiare inutilmente

Se non ti senti bene non aspettare inutilmente mettendo a rischio la tua salute.
Il servizio CESMET di medicina tropicale ti mette a disposizione lo specialista per una visita e l’effettuazione dei test utili per chiarire la tua situazione. Per informazioni telefona al numero 06/39030481 o scrivi una mail ad ambulatorio @ cesmet.com
Se rientri da un viaggio e accusi una sensazione di malessere generalizzato, anche senza febbre, prenota, senza perdere tempo una visita con uno specialista per un parere clinico. La profilassi per la malaria non copre mai al 100%. Prima cosa il parere e la diagnosi clinica di uno specialista tropicalista. Poi i test di laboratorio, ovvero la lettura del vetrino, e sopratutto il test in biologia molecolare (DNA).
 La malaria è la grande ingannatrice. I sintomi più diversi possono confondere. La febbre non è sempre presente. Il malessere generale, la sudorazione, la sensazione di freddo, la pelle umida, una traspirazione abbondante ed il senso di imbambolamento sono i sintomi più frequenti. Una pesantezza di testa, sia nucale che retro oculare, accompagna spesso i sintomi inizali della malaria. Prima escludi sempre questa malattia e poi pensa al resto.
dott. Paolo Meo,  medico tropicalista.

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Tutto sulla malaria

Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet”: consulenze di prevenzione e profilassi per la malaria; al rientro esami di laboratorio specialistici e visite di medicina tropicale. 

 

Tutto ciò che il viaggiatore deve sapere prima di partire:

Informazioni online

Counselling

Visite mediche al rientro

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, prenotare una visita o prendere un appuntamento per una vaccinazione, contattaci oppure telefona al  numero (9.00 – 18.00) – 06/39030481

 

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Ucraina – Morbillo 16 Maggio 2019

Ancora 2.275 casi di morbillo, di cui 1.164 bambini, registrati soprattutto  nelle città di Kharkiv, Ternopil, Khmelnytsky e Kiev. Dalla metà del 2017, l’Ucraina ha registrato oltre 100.000 casi di morbillo, con 37 morti. Outbreaknewstoday.com
Il morbillo, comune in molte parti del mondo, compresi i paesi industrializzati e in via di sviluppo,  è una delle malattie più altamente contagiose, ma è prevenibile attraverso la vaccinazione. Oltre 20 milioni di persone sono infettate ogni anno ed è la principale causa di morte prevenibile dai vaccini tra i bambini nel mondo.
Autore: Chiara Talone – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo
Il morbillo è una delle malattie più altamente contagiose, ma è prevenibile
attraverso la vaccinazione.
Il morbillo è comune in molte parti del mondo, compresi i paesi industrializzati
e in via di sviluppo. In tutto il mondo, oltre 20 milioni di persone sono infettate
ogni anno. Il morbillo è la principale causa di morte prevenibile dai vaccini tra i
bambini nel mondo.

 

dei quali deceduti.

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Namibia – Febbre Emorragica Congo-Crimea 15 Maggio 2019

Ufficialmente dichiarato il focolaio di  febbri emorragiche della Crimea-Congo (CCHF), (causata da un virus trasmesso dalle zecche – Nairovirus  della  famiglia Bunyaviridae) in seguito a segnalazioni da diverse aree del paese. Negli ultimi 2 anni diversi casi si sono veirificati nelle  regioni di Omaheke, Omusati e Kharas.  L’ultimo focolaio registrato si è verificato nel marzo 2018 nella regione di Kharas, con un decesso.

L’attuale siccità  può intensificare il rischio di trasmissione e diffusione geografica della malattia, a causa dei movimenti di bestiame verso zone meno aride.MHSS.GOV.NA

 

Autore: Chiara Talone – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo

l 6 maggio il Ministero della salute e dei servizi sociali della Namibia ha dichiarato ufficialmente un focolaio di febbri emorragiche della Crimea-Congo (CCHF) dopo aver segnalato un numero di casi da diverse regioni del paese.A partire dal 15 maggio 2019, sono stati segnalati sette casi sospetti di CCHF da cinque regioni, tra cui un caso confermato in laboratorio su sette campioni testati e un decesso (rapporto di mortalità del caso 14%).
Il Ministero della salute e dei servizi sociali dettaglia i casi / posizioni nel seguente comunicato stampa .
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che i focolai di CCHF sono stati ricorrenti in Namibia negli ultimi
due anni, con casi segnalati dalle regioni di Omaheke, Omusati e Kharas. L’ultimo focolaio registrato si è verificato nel marzo 2018 nella regione di Kharas, dove è stato segnalato un caso fatale confermato.
L’attuale focolaio si presenta nel contesto di un’emergenza nazionale di siccità che può intensificare il rischio di trasmissione e diffusione geografica della malattia, con movimenti di bestiame da arido a zone meno secche, se le misure di mitigazione non vengono attuate in modo tempestivo.
La febbre emorragica Crimea-Congo è una malattia diffusa causata da un virus trasmesso dalle zecche ( Nairovirus ) della   famiglia Bunyaviridae . Il virus CCHF provoca gravi epidemie di febbre emorragica virale, con un tasso di mortalità del 10-40%.
24 maggio 2019
http://outbreaknewstoday.com/monkeypox-nigeria-cdc-updates-travel-notice-35172/
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno aggiornato il loro avviso di viaggio per la Nigeria a causa di un’epidemia di monkeypox in corso questa settimana. L’agenzia sanitaria federale osserva:
Da settembre 2017 è in corso un’epidemia di monkeypox in Nigeria. A partire da aprile 2019, i funzionari della sanità hanno segnalato più di 300 casi di monkeypox, tra cui più morti. Alla fine del 2018, tre viaggiatori infettati dal monkeypox in Nigeria tornarono a casa (due nel Regno Unito e uno in Israele). C’era anche un caso secondario segnalato della malattia in un operatore sanitario nel Regno Unito. Più recentemente, nel maggio 2019, il Ministero della Salute di Singapore ha riportato un quarto caso esportato della malattia in un viaggiatore arrivato dalla Nigeria. Questi sono i primi casi di monkeypox riportati fuori dall’Africa dal 2003.
Poiché il monkeypox si diffonde attraverso il contatto con animali o persone infette dal virus, CDC consiglia ai viaggiatori in Nigeria di adottare le seguenti misure per prevenire la malattia:
Lavati spesso le mani con acqua e sapone.
Non toccare occhi, naso o bocca. Se hai bisogno di toccarti il ​​viso, assicurati che le tue mani siano pulite.
Evitare il contatto ravvicinato con persone malate.
Evitare il contatto con animali selvatici o prodotti di animali selvatici o carne (come la carne di animali selvatici) che potrebbe ospitare il virus (compresi gli animali malati o morti trovati nelle aree in cui si verifica il monkeypox).
Evitare il contatto con qualsiasi materiale, come la biancheria da letto, che è stato in contatto con una persona malata o animale.
Il Monkeypox è una malattia rara che si verifica in zone remote dell’Africa centrale e occidentale, spesso vicino a foreste pluviali tropicali. Febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e esaurimento sono seguiti da un’eruzione cutanea. I pazienti sono generalmente malati per 2-4 settimane. Monkeypox è fatale in ben il 10% delle persone che lo ottengono.

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Thailandia – Chikungunya 18 Maggio 2019

Segnalati, fino al 13 maggio, più di 3300 casi di febbre da virus Chikungunya, soprattutto nelle aree di Phuket, Songkla e Ranong. L’infezione, portata da una zanzara portatrice del virus responsabile della malattia, si manifesta in genere dopo un periodo di incubazione tra i 3 e i 7 giorni, e che può arrivare anche oltre. Outbreaknewstoday.com  Non esite vaccino preventivo, pertanto si sottolinea l’importanza di una attenzione scrupolosa nell’evitare le punture di zanzare, adottando repellenti efficaci e abbigliamento coprente.
Autore: Chiara Talone – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo

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Nigeria – Vaiolo delle scimmie 24 Maggio 2019

L’ avviso per i viaggiatori diretti nel paese emesso dal CDC segue la segnalazione di un notevole aumento di casi di monkeypox, arrivati a 300 dal solo mese di Aprile. Alcuni di essi riguardano anche viaggiatori europei.

Il virus si trasmette attraverso il contatto con persone o animali infetti, pertanto è raccomandata una scrupolosa igiene personale e degli alimenti, lavandosi spesso le mani ed evitando di consumare cibo di dubbia provenienza e malcotto.

 

Autore: Chiara Talone – Resp.scientifico: Dott. Paolo Meo

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Morbillo Parotite Rosolia – Vaccinazione

MPR: Informati su malattie e vaccini; interpretazione dei test; consulenze, vaccinazioni, visite infettivologiche. Bambini, adulti, donne fertili, gravidanza. Chiama 0639030481 o scrivi ad ambulatorio@ cesmet.com
Aggiornato al 20 Agosto 2019 ( dr Paolo Meo)

Il vaccino antimorbilloso, quanto l’antirosolia e l’antiparotite, sono vaccini a base di virus viventi attenuati, cioè di virus che hanno subito modificazioni tali per cui non sono più in grado di provocare la malattia vera e propria ma in grado di indurre una risposta difensiva da parte del sistema immunitario. Attualmente raffinati al punto tale che risultano efficaci ma soprattutto sicuri.

Le prime sperimentazioni della vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite sono state realizzate negli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 è stato sperimentato il primo vaccino costituito dai tre virus. Da allora questo vaccino trivalente è stato oggetto di raccomandazioni.  Dai primi anni ’90 questo vaccino viene utilizzato in Italia per la vaccinazione di nuovi nati e di bambini oltre i 5 anni. Nel 1999 la vaccinazione MPR è stata inclusa nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose tra il 12° e il 15° mese, anche contemporaneamente alla terza dose dei vaccini previsti nel primo anno di vita. La seconda dose è prevista tra i 5 ed i 6 anni. La somministrazione contemporanea di più vaccini non aumenta in alcun modo il rischio di effetti indesiderati e reazioni avverse. Bambini o giovani adulti non vaccinati dovrebbero eseguire la prima dose del vaccino a cui far seguire la seconda dopo 30/60 giorni.

Il vaccino MPR/MMR può essere somministrato comunque a qualsiasi età, anche a persone che avessero già superato una delle malattie naturali. La vaccinazione in persone già immuni, vuoi per malattia o per vaccinazione, aumenta la protezione immunitaria nei confronti della malattia e non aumenta il rischio di effetti collaterali e reazioni avverse. La vaccinazione antimorbillosa, se eseguita entro 72 ore dall’esposizione ad un soggetto in fase contagiosa può avere una discreta efficacia protettiva. Per questo motivo la vaccinazione può essere utilizzata anche per il controllo di epidemie. Se hai avuto un contatto od anche un sospetto di contatto con un soggetto ammalato di morbillo richiedi subito di effettuare la prima dose del vaccino per evitare possibile sviluppo di malattia. Ancora più se sei un genitore con bambini sotto i 15 mesi, non ancora vaccinati, è opportuno richiedere di effettuare il vaccino, per non mettere a rischio i piccoli.

Anche la somministrazione di anticorpi già formati (immunoglobuline specifiche), se effettuate entro 6 giorni dall’esposizione a un soggetto infettante, può prevenire l’insorgenza del morbillo; l’impiego delle immunoglobuline andrebbe riservato alle situazioni (età tra 6 e 12 mesi, gravidanza) in cui è prevedibile un andamento più grave e una maggiore frequenza di complicazioni della malattia. Per raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione del morbillo, cioè l’assenza di casi di malattia, nelle situazioni in cui almeno l’90% dei bambini di età inferiore a 2 anni sia stato vaccinato, è possibile la somministrazione di una seconda dose di vaccino, all’età di 5-6 anni, oppure di 11-12 anni per rafforzare l’efficacia della prima vaccinazione.

Composizione

Attualmente la prevenzione di morbillo, rosolia e parotite è basata sull’uso di vaccini trivalenti. La disponibilità di prodotti monovalenti è molto limitata, in particolare dal 2003 non sono più disponibili vaccini monovalenti contro la rosolia. I prodotti MPR in commercio contengono tutti i ceppi Edmoston 749D o Schwarz per quanto riguarda la componente antimorbillo, Jeryl Lynn e derivati o Urabe AM 9 per la parotite e RA 27/3 per la rosolia. I vaccini antiparotite contenenti il ceppo Rubini non sono più in commercio in Italia dal 2001.

Forma farmaceutica

Il vaccino si presenta in polvere e solvente per sospensione iniettabile in siringa pre-riempita.
Indicazioni
La vaccinazione è raccomandata in tutti i bambini tra il 12° e il 15° mese di vita, negli adolescenti e nei giovani adulti non immuni; la vaccinazione, se eseguita entro 72 ore in persone non immuni venute a contatto con malati di morbillo può prevenire lo sviluppo della malattia; inoltre andrebbero vaccinati i bambini tra i 6 e i 12 mesi se è in corso un’epidemia di morbillo e gli individui con infezione da HIV senza deficit immunitario.

Posologia

Sono previste due dosi: i soggetti di età pari o superiore ai 12 mesi devono ricevere una seconda dose a distanza di almeno 4 settimane dalla somministrazione della prima; nei bambini la seconda dose è attualmente prevista a 5-6 anni, da eseguire contemporaneamente alla dose di richiamo di vaccino DTaP (difterite – tetano – pertosse acellulare).

Modalità di somministrazione

Il vaccino deve essere iniettato per via intra-muscolare o sotto-cutanea, preferibilmente nella regione antero-laterale della coscia nei bambini più piccoli e nella regione deltoidea per i più grandi e per gli adulti; è importante ricordare che nei soggetti affetti da trombocitopenia o altri disturbi della coagulazione la via somministrazione del vaccino deve essere quella sotto-cutanea.

Efficacia

La vaccinazione contro il morbillo effettuata con due dosi ha un’efficacia del 98 – 99 %. Poiché il vaccino contro il morbillo è disponibile solo nella forma trivalente, cioè associata con i vaccini antirosolia e antiparotite, con questa stessa vaccinazione si ottiene anche la protezione permanente contro la rosolia (efficacia 100 %) e contro la parotite (efficacia 95 %).

Durata

L’immunità dura tutta la vita.

Controindicazioni

La vaccinazione va rimandata in caso di malattie acute in atto febbrili ed è controindicata in caso di precedenti reazioni allergiche di tipo anafilattico al vaccino o ad uno dei suoi componenti, in caso di gravidanza della ricevente o di alterazioni del sistema immunitario con immunodeficienza. La vaccinazione è invece raccomandata nelle persone HIV positive che non siano ancora in AIDS conclamato e nei bambini sieropositivi non ancora gravemente immunocompromessi.

False controindicazioni alla vaccinazione MPR

Alcune false controindicazioni sono rappresentate da lievi infezioni del tratto respiratorio superiore, diarrea e malattie febbrili con TC non superiore ai 38°C. L’allergia alimentare alle uova, la dermatite da contatto, l’allergia alla penicillina ed una storia personale di convulsioni così come lo stato di gravidanza o di immunodeficienza in conviventi e in contatti, non sono invece motivi per rimandare o non eseguire la vaccinazione.

Effetti collaterali

Le reazioni indesiderate più frequenti dopo la vaccinazione con vaccino antimorbillo, antiparotite, antirosolia, in forma singola o come MPR, consistono in rossore e gonfiore nel punto in cui è stato inoculato il vaccino. Nel 5-15% dei vaccinati si può avere febbre superiore a 38.5 °C. Questi inconvenienti si verificano in genere da 5 a 12 giorni dopo la vaccinazione e possono durare per qualche giorno. In alcuni casi dopo vaccinazione con MPR (oppure con M o con P o con R) possono manifestarsi alcuni dei sintomi caratteristici delle malattie naturali quali esantema o gonfiore delle ghiandole salivari e linfonodi. I virus vaccinali non si trasmettono da persona a persona come i corrispondenti virus naturali: di conseguenza, le persone vaccinate di recente, anche se dovessero manifestare i sintomi sopra descritti, non sono contagiose per gli altri.

Il vaccino MPR (o M o P o R) può provocare, seppure molto raramente, manifestazioni allergiche.

Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

Dopo vaccinazione MPR o R in una donna in età fertile, non ancora in gravidanza, il rischio di effetti su una prossima gravidanza è praticamente assente. Le donne fertili con incertezza sulla presenza di anticorpi per una delle malattie coperte dal vaccino possono tranquillamente effettuare il vaccino. L’eventuale gravidanza insorta anche dopo l’effettuazione del vaccino è sicura e non è motivo di aborto, come ben segnalato dal ministero della Salute. Il mese richiesto è dovuto alla assenza di ricerche fatte sulle donne in gravidanza. Ma gli studi sulla elaborazione di anticorpi neutralizzanti i virus vivi attenuati ci porta ad essere tranquilli in questo senso. La somministrazione di vaccino MPR o di vaccini monovalenti, non presenti sul mercato, contenenti le componenti morbillosa, parotitica e rubeolica in una donna in cui venga accertato lo stato di gravidanza, non rappresenta un motivo valido per prendere in considerazione l’interruzione della stessa.

Interazioni

La somministrazione contemporanea di più vaccini non aumenta il rischio di effetti indesiderati e reazioni avverse. MPR con aggiunta di Varicella può tranquillamente essere somministrato, in contemporanea con altri vaccini, sia sintetici che realizzati con virus vivi ed attenuati.

Rischi per i viaggiatori

I viaggiatori che si spostano, per turismo o per lavoro, e che viaggiano verso aree endemiche o dove ci sono aumenti di casi, in caso di assenza di copertura immunologica o di dubbio, è opportuno che effettuino la prima dose di vaccino, per poi fare la seconda al rientro del viaggio, oppure effettuare un richiamo per rafforzare il proprio organismo nei confronti delle malattie in questione. Già con la prima dose si acquisisce una copertura immunitaria sufficiente.

Vaccino anti MORBILLO – PAROTITE – ROSOLIA – VARICELLA

Da qualche anno è disponibile un vaccino tretavalente costituito dalla componente MPR cui si ag-giunge la componente anti-varicella. Tale formulazione è indicata nei bambini di età compresa tra gli 11 mesi e i 12 anni; sono previste due dosi, a distanza di almeno 6 settimane e al massimo di 3 mesi l’una dall’altra.

Il ministero della Salute nel ribadire l’importanza delle vaccinazioni come strumento di prevenzione da gravi patologie infettive in ogni fase della vita, ha emanato la circolare 7 agosto 2018 per la promozione della salute femminile in età fertile, in previsione e durante la gravidanza con l’obiettivo di proteggere la donna e il nascituro da alcune malattie attraverso specifici vaccini.
Vaccinazioni in età fertile
Alcune malattie possono incidere negativamente sulla fertilità o avere conseguenze sull’esito di una gravidanza. Di conseguenza, per le donne in età fertile sono indicate, se non già immuni, le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella e papilloma virus (HPV). Di grande importanza è anche il richiamo decennale della vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse.
Vaccinazioni in previsione di una gravidanza
In previsione di una gravidanza, è necessario che le donne siano protette nei confronti di morbillo-parotite-rosolia (MPR) e della varicella, dato l’elevato rischio, per il nascituro, derivanti dall’ infezione materna durante la gravidanza, specie se si verifica nelle prime settimane di gestazione.
Per la varicella contratta nell’immediato periodo pre-parto, il rischio, oltre che per il nascituro, può essere molto grave anche per la madre.
Poiché sia il vaccino MPR che quello della varicella sono sconsigliati in gravidanza, è necessario che, al momento dell’inizio della gravidanza, la donna sia già vaccinata regolarmente con una dose, meglio se con due. La seconda potrà eventualmente essere effettuata al termine della gravidanza.

Vaccinazioni in età fertile
Alcune malattie possono incidere negativamente sulla fertilità o avere conseguenze sull’esito di una gravidanza. Di conseguenza, per le donne in età fertile sono indicate, se non già immuni, le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella e papilloma virus (HPV). Di grande importanza è anche il richiamo decennale della vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse.
Vaccinazioni in previsione di una gravidanza
In previsione di una gravidanza, è necessario che le donne siano protette nei confronti di morbillo-parotite-rosolia (MPR) e della varicella, dato l’elevato rischio, per il nascituro, derivanti dall’ infezione materna durante la gravidanza, specie se si verifica nelle prime settimane di gestazione.
Per la varicella contratta nell’immediato periodo pre-parto, il rischio, oltre che per il nascituro, può essere molto grave anche per la madre.
Poiché sia il vaccino MPR che quello della varicella sono sconsigliati in gravidanza, è necessario che, al momento dell’inizio della gravidanza, la donna sia già vaccinata regolarmente con una dose, meglio se con due. La seconda potrà eventualmente essere effettuata al termine della gravidanza.

Vaccinazioni in età fertile

Alcune malattie possono incidere negativamente sulla fertilità o avere conseguenze sull’esito di una gravidanza. Di conseguenza, per le donne in età fertile sono indicate, se non già immuni, le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella e papilloma virus (HPV). Di grande importanza è anche il richiamo decennale della vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse.

Vaccinazioni in previsione di una gravidanza

In previsione di una gravidanza, è necessario che le donne siano protette nei confronti di morbillo-parotite-rosolia (MPR) e della varicella, dato l’elevato rischio, per il nascituro, derivanti dall’ infezione materna durante la gravidanza, specie se si verifica nelle prime settimane di gestazione.
Per la varicella contratta nell’immediato periodo pre-parto, il rischio, oltre che per il nascituro, può essere molto grave anche per la madre.
Poiché sia il vaccino MPR che quello della varicella sono sconsigliati in gravidanza, è necessario che, al momento dell’inizio della gravidanza, la donna sia già vaccinata regolarmente con una dose, meglio se con due. La seconda potrà eventualmente essere effettuata al termine della gravidanza.

Morbillo Parotite Rosolia – Vaccinazione Leggi tutto »

Schede vaccinazioni

I vaccini, come è noto, hanno cambiato la storia della medicina e si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e morbosità, modificando profondamente l’impatto delle malattie infettive nelle popolazioni.

In ogni scheda vengono descritti i vaccini attualmente in uso per la prevenzione di alcune malattie, la loro modalità di somministrazione ed altre informazioni utili soprattutto a coloro che, in procinto di partire per aree a rischio, intendono informarsi sui protocolli vaccinali e preventivi più adatti al loro viaggio.

Gli aggiornamenti costanti consentono al lettore di informarsi anche sulle ultime novità.In caso di dubbi o di necessità di ulteriori informazioni, ricordiamo ai nostri lettori il Servizio di consulenza che il CESMET offre ai viaggiatori prima della partenza. Per informazioni e prenotazioni contattateci!

  • Colera – Vaccinazione
    Il vaccino, a disposizione dei viaggiatori, oltre ai batteri, inattivati col calore e la formalina, contiene la subunità B, non tossica della tossina del colera, (ottenuta attraverso procedimenti di sintesi di ingegneria genetica), la …
  • Encefalite da Zecche – Vaccinazione
    Il vaccino per adulti attualmente in commercio in Italia in fiala 0,50 ML im e’ indicato per l’immunizzazione attiva (profilassi) di soggetti di eta’ pari o superiore a 16 anni contro la ence…
  • Encefalite Giapponese – Vaccinazione
    Presso il Servizio di Vaccinazioni Internazionali della Travel Clinic CESMET è disponibile il vaccino contro l’encefalite giapponese iniettivo. Prenota il tuo vaccino contro l’Encefalite Giapponese per viaggia…
  • Epatite A – Vaccinazione
    Attualmente è reperibile il vaccino 25U/0,50 ml, che per gli adulti richiede 3 somministrazioni al tempo 0, 7 …
  • Epatite B – Vaccinazione
     Prenota il tuo vaccino contro l’epatite Virale di Tipo B, e  viaggia tranquillamente in qualsiasi paese del mondo evitando il contagio attraverso sangue, ferite, ferri chirurgici se per caso ti fai male e ….
  • Febbre Gialla – Vaccinazione
    La Febbre Gialla è l’unica malattia per la quale può essere richiesto un certificato di vaccinazione per l’accesso ad un paese. Solo alcuni paesi la richiedono obbligatoriamente 
  • Febbre Tifoide – Vaccinazione
    A trasmissione orofecale; può quindi essere contratta in seguito all’ingestione di acqua o alimenti (mitili, frutta, verdura, latte non pastorizzato) contaminati da materiali fecali, prevenibile con un vaccino……
  • Meningite – Vaccinazione
    Vaccini polisaccaridici e vaccini coniugati. Puoi richiedere una consulenza prima del viaggio personalizzata anche online. …
  • Morbillo Parotite Rosolia – Vaccinazione
    Il vaccino antimorbilloso, quanto l’antirosolia e l’antiparotite, sono vaccini a base di virus viventi attenuati, cioè di virus che hanno subito modificazioni tali per cui non sono più in grado di provocare la malattia vera e propria ma in grado di indurre una risposta difensiva …..
  • Rabbia – Vaccinazione
    Coloro che si recano in aree dove è possibile la presenza di animali rabidi o addirittura organizzano safari o battute di caccia, dovrebbero effettuare il ciclo vaccinale. E’ opportuno consigliare……
  • Tetano e Difterite – Vaccinazione
    Si consiglia ai viaggiatori ed in particolare ai lavoratori che si recano in zone rurali, dove è segnalata la presenza delle malattie, per periodi superiori alle due settimane. In particolare nel periodo delle piogge…...

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Diarrea del viaggiatore

La “diarrea del viaggiatore (DDV)”, detta anche “Vendetta di Montezuma”, è un evento molto comune e si manifesta nella maggior parte dei soggetti che affrontano un viaggio. Secondo diversi studi scientifici internazionali tra il 40% ed il 60% di coloro che viaggiano in qualsiasi parte del mondo, ma in particolare nelle zone a basso controllo igienico ed a clima caldo, sono soggetti ad almeno un episodio di diarrea. Sono più suscettibili a questi episodi i viaggiatori che provengono da paesi ad elevato livello industriale, o dalle grandi città dove maggiore ed elevata è l’attenzione all’igiene.Si è notato che il rischio di diarrea aumenta nei viaggiatori con elevato tenore socio economico, nei giovani che effettuano vacanze avventurose, dando poco peso alle regole preventive, nei soggetti portatori di acloridria gastrica (bassi livelli di acido nello stomaco) o in trattamento antiacido, nei portatori di malattie croniche.

Come si previene

E’ possibile diminuire il rischio di diarrea del viaggiatore adottando misure preventive che riguardano l’igiene degli alimenti, l’utilizzo di cibi e bevande appropriate alle proprie abitudini, evitare gli eccessi, praticare una buona e corretta igiene personale.
Non esiste un vaccino unico e sicuro che possa prevenire la diarrea del viaggiatore dal momento che le cause sono molteplici.
Sicuramente è da considerare efficace la vaccinazione contro il tifo che serve a prevenire una delle forme più gravi e diffusa in tutti i continenti, quella da Salmonellosi.

Utilizzare il vaccino orale per il colera, attualmente sul mercato, oltre a prevenire le forme di questa grave malattia attiva anche difese immunitarie su alcuni batteri particolarmente patogeni.
Può essere di un certo aiuto l’assunzione di flora batterica, in commercio se ne trovano diversi tipi, da assumere alcuni giorni prima del viaggio, durante gli spostamenti, e durante i primi giorni di soggiorno.

Sicuramente la migliore forma di prevenzione consiste nell’attuare le misure di igiene sia alimentare che personale.
Osservando in modo adeguato queste regole di igiene si riduce drasticamente il rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore.
E’ anche utile purificare e trattare l’acqua con disinfettanti.

Il rischio di ammalarsi è molto minore utilizzando cibo cotto e consumandolo presso abitazioni private o alberghi conosciuti che non assumendolo presso venditori ambulanti o piccoli ristoranti di cui non si conosce il livello di igiene.
Farmaci che riducono il movimento intestinale, e quindi bloccano gli episodi diarroici (quali: la loperamide – Imodium) possono essere assunti in caso di diarree lievi e paucisintomatiche, accompagnandoli con l’assunzione di disinfettanti intestinali, sali minerali e di flora batterica. Queste sostanze possono prevenire il peggioramento e l’evoluzione della malattia, accompagnandole con una dieta idonea, leggera, semiliquida, o addirittura un breve periodo di digiuno, fatta eccezione per l’assunzione di liquidi.

Il trattamento di queste forme intestinali deve essere infatti accompagnato da abbondante assunzione di liquidi e da dieta appropriata.
In caso di diarree più gravi, accompagnate da sintomi generali e da rialzo febbrile oltre ai farmaci antipropulsivi (loperamide) è opportuno associare trattamento antimicrobico.
L’impiego di antibiotici in profilassi è da considerare eccezionale, da eseguire sotto controllo medico e da effettuare per brevi periodi e per individui ben individuati. In particolare in:

Soggetti diabetici
Soggetti affetti da patologie croniche intestinali quali rettocolite ulcerosa, malattia di Crohn
Soggetti immunodepressi in seguito ad HIV
Soggetti portatori di neoplasie
Soggetti con malattie del sangue, comprese le immunodepressioni ed altri disturbi immunologici.
Anche individui che devono affrontare impegni di particolare importanza durante il viaggio ( come gare sportive o riunioni o viaggi brevi di lavoro) possono impiegare antimicrobici appropriati a scopo preventivo o l’utilizzo di farmaci antipropulsivi (loperamide) ai primi sintomi di diarrea.
In ogni caso, questi viaggiatori devono sempre portare, nella propria valigia, farmaci antipropulsivi ( come loperamide), ed alcuni disinfettanti o antibiotici appropriati.

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