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27-01-2020 Indicazioni  OMS per il traffico internazionale in relazione alla epidemia da coronavirus 2019-nCoV

Sintomi, trasmissione

Finora, i principali sintomi clinici riportati nel focolaio da 2019-nCoV comprendono: febbre, difficoltà respiratoria, tosse; Rx torace con infiltrati polmonari bilaterali.Dal 27 gennaio 2020 la trasmissione da uomo a uomo è stata confermata nella città di Wuhan, ma anche in altre città in Cina e a livello  internazionale.

Viaggiatori internazionali: pratiche preventive

I coronavirus sono una vasta famiglia di virus respiratori che possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore alla sindrome respiratoria medio-orientale (MERS) e alla sindrome respiratoria acuta grave (SARS). In caso di sintomi indicativi di “malattia respiratoria acuta prima, durante o dopo il viaggio”, i viaggiatori sono incoraggiati a rivolgersi al medico specialista e a riferire la storia dei propri viaggi.

L’informazione come mezzo di prevenzione

Le autorità e gli operatori sanitari diffondono ai viaggiatori informazioni per “ridurre il rischio generale di infezioni respiratorie acute”.
I consigli per il pubblico sui Coronavirus (2019-nCoV) pubblicati sul sito Web dell’OMS contengono raccomandazioni per la popolazione per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie, per proteggere se stessi e gli altri dall’ammalarsi, per rimanere in salute durante il viaggio.

Ragioni della diffusione della malattia

L’attuale epidemia ha avuto origine nella città di Wuhan, che è un importante centro di trasporto nazionale e internazionale,  a causa dei grandi spostamenti della popolazione all’interno della Cina e fuori il Paese, sia nell’area dell’Asia Orientale che in tutto il mondo.  A causa della trasmissione del virus osservata da uomo a uomo c’è da aspettarsi una diffusione rapida di nuovi casi in altre aree della Cina e in sempre maggiori paesi.Con le informazioni attualmente disponibili per il nuovo coronavirus, l’OMS consiglia di attuare misure per limitare il rischio di esportazione o importazione della malattia, senza inutili restrizioni al traffico internazionale.

Consigli per attuare un controllo sanitario alle uscite dei paesi o aree dove è in atto la trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV (attualmente Repubblica popolare cinese)

Effettuare il “controllo sanitario” in uscita negli aeroporti e porti internazionali nelle aree interessate, con l’obiettivo di individuare tempestivamente i viaggiatori sintomatici per un’ulteriore valutazione dello stato di salute ed eventuale trattamento. Scopo è quello di evitare l’esportazione della malattia.

Il “controllo sanitario” in uscita include:  il controllo dei sintomi di una malattia respiratoria acuta: febbre superiore a 38 °, tosse;  il questionario ai passeggeri che escono dalle aree interessate alla infezione con ricerca di sintomi di infezione respiratoria, ricerca della potenziale esposizione a contatti ad alto rischio o alla presunta fonte animale; l’indirizzare i viaggiatori sintomatici verso ulteriori controlli medici con l’esecuzione del test sierologico per 2019-nCoV e  invio dei casi confermati in isolamento e trattamento.

In Cina, nelle aree di epidemia è opportuno istituire luoghi di “controllo sanitario” negli aeroporti nazionali, nelle stazioni ferroviarie e nelle stazioni degli autobus a lunga percorrenza, per contenere e bloccare la diffusione della epidemia.
I viaggiatori che hanno avuto contatti con casi confermati o esposizione diretta a potenziali fonti di infezione devono essere sottoposti a osservazione medica. I contatti ad alto rischio dovrebbero evitare i viaggi per la durata del periodo di incubazione (fino a 14 giorni).

Consigli per attuare un controllo sanitario all’ ingresso in paesi / aree senza trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV

Le esperienze passate sul controllo delle epidemie dimostrano che l’efficacia dello screening effettuato alle dogane di ingresso è spesso poco efficace, ma può essere molto utile per la strategia di comunicazione del rischio fornendo informazioni ai viaggiatori provenienti da paesi infetti, riguardo a come comportarsi in caso di sintomi di malattia.

Controlli e contenimento della diffusione della malattia

Durante l’attuale epidemia da coronavirus 2019-nCoV, sono stati identificati numerosi casi esportati attraverso lo screening effettuato alle dogane di accesso. I casi sintomatici possono essere identificati mediante screening della temperatura presso il punto di ingresso. Su questi individui sintomatici saranno condotti esami medici e test di laboratorio per la conferma del caso. Presso i punti di screening della temperatura non tutti i casi sono identificati. Molti portatori del virus stanno incubando la malattia o nascondono la febbre durante il viaggio.

Attualmente l’emisfero settentrionale (compresa la Cina) è nel pieno della stagione invernale quando si manifestano l’influenza e altre infezioni respiratorie. I controlli sanitari d’ingresso, devono prendere in considerazione che i viaggiatori possono manifestare sintomi di infezione respiratoria derivata da malattie respiratorie diverse dal 2019-nCoV

Comportamenti in caso di sintomi

E’ importante ricordare a tutti i viaggiatori internazionali provenienti da aree della epidemia, o che hanno avuto contatti con persone che provengono da queste aree che, in caso di febbre, tosse e difficoltà respiratoria, è importante recarsi da un medico o struttura santaria specializzata, per escludere l’insorgenza di malattia respiratoria da Corona Virus.
Le autorità sanitarie devono rafforzare la collaborazione con gli operatori aerei per la gestione dei casi a bordo di un aeromobile e la segnalazione, qualora venga rilevato un viaggiatore con sintomi di malattie respiratorie, conformemente alla guida IATA dell’equipaggio di cabina per gestire la sospetta malattia trasmissibile a bordo di un aeromobile.

Pratica vaccinale antinfluenzale ed antipneumococcica

Da diverse fonti specialistiche e di ricerca viene raccomandato, a chi affronta un viaggio verso la Cina ed i parsi asiatici, l’effettuazione della vaccinazione antinfluenzale e contro il Pneumococco. Malattie tipiche della stagione invernale, la cui presenza può facilitare il contatto e l’aggressione del Coronavirus, anche per un deficit di risposte immune, secondaria. Da qui l’efficacia della pratica vaccinale preventiva con effetti indiretti sul Coronavirus.

L’OMS sconsiglia l’applicazione di restrizioni al traffico internazionale, aereo, navale e terrestre in base alle informazioni attualmente disponibili su questo evento epidemico.

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01-02-2020 La malaria uccide ancora ad Agrigento. indagati sette sanitari 

Se vuoi notizie ed aggiornamenti sulla malaria apri il libro sulla malaria in biblioteca.

La malaria uccide ancora ad Agrigento a causa della incompetenza ed incuria dei medici .

Questo scrivevo il giorno 28 gennaio, poche ore dopo la morte di Loredana. L’articolo già pubblicato lo mantengo in questa pagina dove aggiorno alcune notizie.                          Oggi 31 gennaio la notizia è la seguente: indagati sette tra medici ed infermieri dell’ospedale di Agrigento. Ed anche il medico curante. L’ufficio della Procura, presieduto da Luigi Patronaggio ha iscritto nel registro degli indagati i sanitari. L’ipotesi di reato “omicidio colposo”. Comunque se i fatti raccontati dai parenti saranno confermati, al di là del giudizio della giustizia, i fatti sono scandalosi! DI seguito i fatti accaduti con qualche commento.

Muore a 44 anni di malaria cerebrale dopo un viaggio in Africa a Lagos, in Nigeria.  Dopo qualche giorno dal rientro ad Agrigento ha presentato malessere,  inappetenza, cefalea e febbre alta. Forse influenza? Ma nell’incertezza, conscia di essere stata in Africa, si è recata in ospedale dove, nonostante aver precisato le notizie riguardanti il viaggio, ha atteso più di 9 ore al Pronto Soccorso.  Il suo racconto non ha fatto scattare nessun allarme tra i sanitari. Alla fine, stanca e con un malessere sempre più forte ha firmato le dimissioni ed è tornata a casa. Per 5 giorni, altri sanitari non sono stati in grado di gestire una persona di ritorno dall’Africa. Dubbi, ritardi perplessità come un qualsiasi malato con sindromi simil influenzali. Poi il coma e la corsa in ospedale. Diagnosi di malaria terzana maligna, da Plasmodium falciparum.
I racconti giornalistici seguenti sono agghiaccianti. “ I medici dell’ospedale di Agrigento hanno cercato posto in qualche reparto di Malattie infettive dell’isola. Inutilmente. Da Agrigento sono partiti i contatti per le indispensabili consulenze con Roma e Palermo, Palermo e Roma. Un farmaco specifico è stato recuperato, e portato ad Agrigento, da Messina….

Per i non addetti ai lavori tutto questo può sembrare possibile per una malattia, la malaria, così lontana dalle nostre latitudini e conoscenze. Magari quasi giustificabile. Ma per la classe medica tutto questo non è giustificabile. Questo comportamento che denuncia incompetenza, superficialità ed assenza assoluta di responsabilità professionale è inaccettabile. Nel 2020, con l’informazione che circola ovunque, anche i medici più impreparati e che non hanno mai aperto un libro di malattie infettive sanno che chiunque viene da paesi a rischio va messo sotto controllo, immediato! E’ inconcepibile che un presidio, ospedaliero, un pronto soccorso, un qualsiasi ambulatorio o singolo professionista, di fronte ad una persona con malessere anche senza febbre, di ritorno da Lagos, non faccia immediatamente una valutazione clinica e poi effettui o invii in un laboratorio dove si effettua il test per la malaria. E tutti i medici devono sapere che, se hanno dubbi sulla possibilità dello sviluppo della malattia e si trovano in luoghi dove non possono fare i test necessari o trovare specialisti del settore, e la situazione del paziente peggiora, in ogni caso, prima di qualsiasi altra perdita di tempo si prescrive al paziente la terapia specifica, antimalarica. Il classico trattamento ex adiuvantibus, ossia in aiuto di un sospetto clinico non risolto. E così si salvano le vite di persone che rischiano in modo importante. 

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28 gennaio 2020 Corona Virus 2019-nCoV. Un servizio di informazione per chi viaggia.

Nel sito del Cesmet, www.clinicadelviaggiatore.com troverai indicazioni, dati e notizie provenienti sempre da fonti Ufficiali Internazionali e Scientifiche per non alimentare ulteriore confusione e paure.

I nostri servizi sanitari e informativi da sempre sono dedicati ai viaggiatori che si recano in tutte le parti del mondo. Se hai necessità di informazioni e risposte ai tuoi dubbi prima di affrontare un viaggio potrai acquistare una consulenza personalizzata, dedicata alle tue esigenze, per problemi e chiarimenti e per porre i quesiti formulando le tue domande.  

Fai attenzione alle fonti ed alla provenienza delle notizie.

«Ci appare che la capacità di diffusione del virus si stia rafforzando … ».

«Il periodo di incubazione può variare tra 1 e 14 giorni … ».

«Questo coronavirus si trasmette anche durante l’incubazione, diversamente da quello della Sars ..». «La conoscenza che abbiamo al momento del coronavirus è limitata».

Corona Virus 2019-nCoV: le notizie che si rincorrono di minuto in minuto sono in costante modifica. Ed il peggio sembra essere sempre dietro l’angolo. Tutta la stampa ed i media mondiali scrivono e commentano sul fenomeno di questa epidemia di Coronavirus, oramai da considerarsi pandemia per le sue caratteristiche di contagio, diffusione e coinvolgimento di diverse nazioni soprattutto in Estremo Oriente. Presto questa situazione potrebbe assumere una diffusione globale.

I social media sono letteralmente invasi di “gruppi” e di “singoli individui” che scrivono di tutto e sfornano notizie spesso poco controllabili. In questa situazione, che porta alla confusione, incomprensione e poi al panico di molti individui, è saggio attenersi ed ascoltare le fonti ufficiali di OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e di CDC di Atlanta USA, l’organo ufficiale del controllo delle malattie infettive americano. Ed anche ascoltare le fonti scientifiche ufficiali dei centri di ricerca che in questo periodo cercano di fare chiarezza. Molte delle notizie che girano sono da considerare “leggende metropolitane” e quindi da prendere con le molle.

 La storia millenaria dell’uomo è ricca di ….

Epidemie, Pandemie, malattie sconosciute, ci sono sempre state nella storia della umanità. Di danni e catastrofi le malattie infettive ne hanno provocati sempre. Nei secoli o millenni passati l’equilibrio delle popolazioni erano mantenute proprio dal diffondersi di epidemie globali.

 Oggi la ricerca e la scienza sono la via maestra per la risoluzione anche dei peggiori problemi…

Infatti quanto detto precedentemente non c’è più ed è inconcepibile. Posso assicurarti che mai come in questa occasione “i centri scientifici di tutto il mondo” ed anche “gli scienziati” hanno potuto ricevere in tempo reale le notizie di ricerche fatte sia dai ricercatori cinesi, direttamente sul focolaio della epidemia, sia in altri centri di ricerca sparsi nel mondo e riuniti in un network con scambi costanti di informazioni. Se si riuscirà a controllare ed a risolvere questa situazione attualmente piuttosto grave, lo si dovrà a questo sforzo comune di molti centri di ricerca che in questo momento stanno lavorando in sinergia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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24-01-2020 Coronavirus: i decessi in Cina negli anziani e malati cronici

I dati clinici dei pazienti ricoverati per il Coronavirus che cominciano ad affluire dagli ospedali cinesi, ci confermano, se mai avessimo avuto bisogno di conferme, che la maggior parte dei 600 casi manifestatesi fino ad oggi, con forme respiratorie gravi, e soprattutto i decessi,  si sono manifestati nella popolazione anziana, ultra ottantenne, affetta da malattie croniche cardiologiche, respiratorie o in diabetici avanzati. Pochi i settantenni e sessantenni generalmente malati cronici. Solamente una donna di 45 anni è deceduta. Diabete, cirrosi epatica, malattie cardiocircolatorie ed ipertensione le malattie presenti nelle persone decedute per questa forma di Coronavirus.

I casi accertati si mantengono ad oggi, 24 gennaio 2020, poco oltre i 600 individui, la cui età, la maggior parte anziani, ed i precedenti clinici, confermano le normali risposte ed i normali quadri che si manifestano durante epidemie virali di diversi tipi. Si conferma che l’attenzione della sanità deve essere sempre riposta negli anziani, persone defedate ed affette da malattie croniche.

Ricordiamo che la tanto banale “Influenza da mixovirus”, tanto poco considerata nel nostro paese, da sola ha fatto la scorsa stagione (’18/’19) oltre 200 vittime, in particolare nella popolazione anziana.

La risposta della sanità mondiale è stata messa in atto per arginare la diffusione di un virus che da zoonotico, ossia caratteristico degli animali, è diventato a contagio diretto uomo – uomo. Questa risposta è stata attuata per il timore che questo nuovo virus, come successo in altre occasioni, potesse avere una diffusione pandemica, ossia rapida, e globale, oltre che rischiosa. D’altra parte in Cina è stata particolarmente forte e con decisioni draconiane. Decine di milioni di persone sono state bloccate in tutte le loro attività e spostamenti. Una domanda comunque si impone? Perché in passato non sono state prese misure così drastiche per altre situazioni epidemiche? Perché epidemie come la MERS nei paesi Arabi, con oltre un migliaio di decessi, non hanno trovato attenzione come questa epidemia? Seguiremo l’evoluzione della epidemia e dei fatti per poter dare una risposta anche a questi quesiti.

 

 

 

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23-01-2020 – Coronavirus Cinese: alcune novità dalla scienza

Proseguono gli studi dei ricercatori in tutto il mondo sul virus 2019-nCoV, il virus respiratorio che da circa un mese tiene il mondo in apprensione. Soprattutto i ricercatori cinesi in queste ore sono impegnati a dare risposte e fornire indicazioni sull’argomento. I dottori Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, Wei Ji, Wei Wang, virologi degli istituti delle università     di Pechino e Guangxi hanno pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Medical Virology i preliminari della loro ricerca in cui sostengono che il 2019-nCoV è stato trasmesso dai pipistrelli, serbatoio naturale del virus, ad alcune specie di serpenti orientali, e da questi rettili agli uomini. Dalle osservazioni effettuate il virus dai pipistrelli avrebbe ricombinato il proprio DNA all’interno delle cellule di alcune specie di serpente. Da questi sarebbe passato all’uomo, presumibilmente per via alimentare. Nell’uomo si sarebbe riprodotto e poi avrebbe trovato la via del contagio di altri individui, realizzando il fatidico “salto di specie”, diventando praticamente un virus umano. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti. Nel mercato ittico del pesce, come in tanti altri mercati cinesi, la presenza di serpenti vivi o già pronti per essere mangiati è la norma.

Sulla base delle attuali conoscenze, il periodo di incubazione è di 14 giorni, ed i primi giorni di presenza dei sintomi è il momento del contagio aereo.

 

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23-01-2020 Il nuovo coronavirus 2019-n-CoV sempre più conosciuto. I tempi ed i risultati della ricerca

Al contrario di quanto trasmesso dai titoli di alcuni media, “ Il virus misterioso cinese”, “il mistero del virus cinese” ed altri simili ,non c’è mai stata una epidemia, nella storia dell’umanità, così identificata, studiata, compresa come quella del 2019-n-CoV, il nuovo Coronavirus di tipo respiratorio.
Nel corso del mese di dicembre 2019 nella città cinese di Wuhan si sono manifestati casi di “malattia respiratoria acuta”, alcuni dei quali evolvevano in polmonite diffusa. Tutto questo nella stagione invernale, durante la quale i virus respiratori influenzali e di diversi tipi si diffondono in modo esponenziale. In questo panorama, che si ripete ogni anno, sono stai notati alcuni casi “strani”, e soprattutto non identificabili dai normali test di laboratorio. Alcune persone ricoverate con una patologia respiratoria acuta, e con una polmonite aggressiva, presentavano un virus “non identificabile”. Il 31 dicembre le autorità di Pechino hanno comunicato ufficialmente all’Oms il contagio di una persona con un virus respiratorio non identificato.
I ricercatori cinesi, con un tempismo esemplare, il 9 gennaio 2020 hanno reso pubblica la “sequenza genomica del virus”, identificato come Coronavirus, in modo da diffondere a tutto il mondo scientifico le conoscenze, e permettere contributi scientifici da ogni parte del mondo.
Tutto questo va considerato come un primo grande successo della scienza medica, nei confronti di un virus aggressivo e poco identificabile.
A fine dicembre Il primo focolaio della malattia è stato localizzato nel “mercato del pesce della città di Wuhan”. Oltre alla vendita del pesce, come tradizione dei mercati cinesi, vi si trova ogni genere di animali vivi, dagli uccelli, ai polli, ai mammiferi. L’infezione ed il contagio è partito da un animale, ancora non identificato. Gli animali ammalati hanno contagiato una o più persone che si trovavano a stretto contatto con questi, ed in breve tempo il virus, come talvolta accade soprattutto per questi virus respiratori, si è adattato all’organismo umano ed ha imparato a trasmettersi da uomo ad uomo, attraverso le goccioline del respiro. Ora sappiamo che il 2019-n-Cov può trasmettersi da uomo ad uomo come un normale virus influenzale.
E qui si è verificato il secondo successo, quanto meno per la prontezza della risposta a livello mondiale. Con decisioni rapide e precise sono state isolate tutte le aree dove si è sviluppato il focolaio di malattia. La città di Wuhan è stata isolata dal resto del mondo e sono stati limitati gli spostamenti delle persone sia all’interno che verso l’esterno. Parliamo di una città da 11 milioni di abitanti.
Una serie di casi già si sono manifestati in diversi paesi del mondo, dalla Thailandia, alla Corea, all’ Australia, ed un caso anche negli stati Uniti. Ma nello stesso tempo è stato messo in atto un piano di controllo dei viaggiatori, dalla Cina ed in particolare da Wuhan, come mai prima era stato fatto. Ora vedremo se questo sforzo collettivo e soprattutto questo coordinamento immediato a livello internazionale potrà bloccare all’origine la propagazione dei casi che si sono manifestati in Cina. Certo è che la risposta preventiva e di circoscrivere i focolai di malattia virale è stata immediata. Anche l’informazione limpida e reale ha contribuito ad una coscienza collettiva di protezione generale. Ora bisognerà attendere i risultati continuando i controlli ai varchi di frontiera ed alla attenzione, nelle aree di epidemia di eventuali altri casi di malattia respiratoria.
D’altra parte ricordiamo sempre che, come in tutte le malattie infettive e contagiose, anche causate da virus aggressivi, la maggior parte di noi umani, ma anche animali, supera l’infezione senza neanche accorgersi di essere stati infettati. I nostri sistemi di difesa sono sempre attivi ed efficaci. Come sempre i soggetti più a rischio e da tenere sotto controllo attivo sono i malati cronici, e gli anziani per la diminuzione delle capacità difensive del sistema immunitario. Anche i bambini piccoli, soprattutto defedati e malnutriti, possono sviluppare una malattia aggressiva. Continuiamo a seguire lo sviluppo di questa epidemia con le prossime notizie commentate. Dr. Paolo Meo infettivologo, tropicalista.

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Prevenzione, profilassi, vaccinazioni

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Profilassi farmacologica per la malaria

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  • “Doxiciclina 100 mg” (Bassado): sappi che negli anni è diventato il farmaco di “prima scelta” per la protezione dal parassita malarico, non solo in Estremo Oriente e nei paesi asiatici, dove da anni ha sostituito altri farmaci che hanno prodotto resistenza del parassita, ma anche in molti paesi africani e dell’America Latina a Centrale. Le sue caratteristiche farmacologiche lo rendono sicuro ed efficace nei lunghi soggiorni, sia in aree turistiche che in viaggi avventurosi, durante trekking e in zone di elevato rischio malarico.
    Sappi anche che la “Doxiciclina 100 mg” è un farmaco di prima scelta per la prevenzione e la cura di molte malattie infettive. Preveniamo e curiamo infezione cutanee, compreso il temibile “Staphilococcus aureus”; i batteri intestinali particolarmente aggressivi, compreso il Vibrione del Colera, una protezione dalla diarrea del viaggiatore; molte infezioni causate da microbi dell’apparato sessuale, maschile e femminile; preveniamo e curiamo malattie infettive, batteriche, trasmesse dalle zecche infette, dal tifo esantematico, alle Borrelie ed altre infezioni pericolose. Quale necessità in ogni viaggio che affronti ovunque nel mondo. Anche nella vita quotidiana.
    Farmaco idoneo e maneggevole per i soggiorni di mesi ed anche di anni. Come per tutte le medicine ognuno ha la sua reazione, ma nella pratica clinica i medici utilizzano “Doxiciclina 100 mg” per la cura di molte malattie infettive per periodi talvolta di oltre un anno, senza reazioni negative per l’organismo, vedi i trattamenti per l’acne o alcune infezioni ginecologiche. La sua versatilità lo rende fruibile in soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo, cioè per molti mesi. Un farmaco quindi sicuro ed efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricorda che alle dosi di 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazioni delle tetracicline ai raggi solari, sono praticamente assenti. In ogni caso proteggiti con l’uso di creme solari. Altra caratteristica, farmaco di basso costo. Non è utilizzabile al di sotto dei 9/10 anni; in corso di gravidanza o allattamento; naturalmente in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. Modo di utilizzo: lo assumi tutti i giorni, meglio durante la colazione, dal giorno di entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, per 8/10 giorni dalla uscita dall’area di rischio malarico.
    Per saperne di più
  • “Atovaquone-Proguanile” (Malarone): farmaco sul mercato da quasi 30 anni, ha avuto da oltre 10 anni una flessione della sua efficacia nei paesi asiatici, ed in particolare nell’Estremo Oriente. Qui è stato sostituito dalla Doxiciclina 100 mg. L’aumento della resistenza del parassita malarico a queste molecole è stato evidenziato sia in molti paesi africani che americani. Questo aumento della resistenza dei parassiti ha costretto a non considerarlo più idoneo all’utilizzo in terapia. E’ stato da anni sostituito dai farmaci combinati, a base di Artemisia, principio ancora particolarmente attivo sui Plasmodi. E se i parassiti hanno acquisito una forte resistenza nel trattamento, lo hanno acquisito, purtroppo anche nella prevenzione. Resistenza che si continua a diffondere ed aumentare in molte aree della fascia equatoriale ed intertropicale. Viene comunque ancora utilizzato nei “bambini dagli 11 Kg”, a dosi crescenti proporzionalmente al peso. Utilizzo indicato per periodi non superiori ai 30 giorni, fino a 60 giorni. E quindi per soggiorni brevi e in territori con bassa incidenza parassitaria. Modo di utilizzo: lo assumi tutti i giorni, meglio iniziarlo 2 giorni prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, per 8/10 giorni dalla uscita dall’area di rischio malarico. Ormai farmaco tipico dell’età pediatrica, con scarsi effetti collaterali in pediatria, con una caratteristica di irritabilità neurologica in soggetti neurodistonici. Non consigliabile nei cardiopatici ed in soggetti con malattie del sistema nervoso centrale e periferico.
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  • “Meflochina” (Lariam), farmaco utilizzato dall’inizio degli anni ’80. In passato un ottimo farmaco in profilassi, per l’efficacia ma anche per la sua cinetica che consentiva di somministrarlo una volta a settimana. E molto efficace in terapia. Efficace e sicuro in pediatria e nella popolazione adulta; dopo diversi anni di ricerche si dimostrò la sicurezza anche nelle donne in gravidanza. Un farmaco dalle molteplici caratteristiche positive che lo hanno reso di prima scelta per decenni. Poi l’inizio della resistenza dei diversi tipi di parassita malarico a questa molecole che è cresciuta e si è diffusa ovunque nei diversi continenti. A questa situazione si aggiunge la pericolosità dell’assunzione da parte dei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Sono stati riferiti sempre più spesso sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. E’ sempre stato sconsigliato a chi effettuava immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Attualmente l’utilizzo è sconsigliato sia in profilassi ma soprattutto in terapia. Per anni la Meflochina è stata considerata il farmaco di elezione per la cura della malaria. Poi, da metà degli anni ’90, prima in Oriente, poi in tutto il mondo, si è diffusa una resistenza, sempre più elevata, fino a portarlo alla sostituzione con altri farmaci per la sua scarsissima efficacia. Modo di utilizzo: assumi una compressa, una volta a settimana, iniziando da 2 settimane prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, lo continui per 4 settimane dopo l’uscita dall’area a rischio. Utilizzato sia in pediatria, che nella età adulta. E’ l’unico utilizzabile in corso di gravidanza. Il farmaco non è più consigliabile.
    Per saperne di più
  •  “Clorochina 250 mg” (Clorochina), Farmaco utilizzato fin dagli anni ’50 sia in prevenzione che per la cura della malaria. Il basso costo e la grande efficacia lo hanno reso disponibile ovunque nel mondo. Utilizzato in età pediatrica, negli adulti e durante la gravidanza. E’ uno dei farmaci utilizzato come prevenzione della malaria in corso di gravidanza. E’ stato utilizzato per la cura e la prevenzione di tutti i tipi di Plasmodi. Dalla metà degli anni ’70, con una crescita esponenziale negli anni ’80 il farmaco si è dimostrato sempre meno efficace. Fino ad essere stato eliminato completamente nella prevenzione dei viaggiatori internazionali. Le popolazioni autoctone asiatiche, africane ed americane lo hanno continuato ad utilizzare negli anni. Ma l’efficacia è calata sempre di piò, in particolare sul temibile e pericoloso tipo di Plasmodio Falciparum. La clorochina ha mantenuto la sua efficacia preventiva ed anche curativa sul Plasmodio di tipo Vivax. Questa efficacia, dimostrata sul tipo Vivax, prevalente in molti paesi dell’America Centrale e Latina, ed in alcuni paesi asiatici, lo rende utilizzabile nei paesi e nelle aree ad alta incidenza di questo plasmodio. Schizonticida ematico mantiene la sua efficacia sui tipi di Pl. Vivax, Pl. Ovale, ed in parte Pl. Malariae. Oramai inefficace ovunque per i ceppi di Pl. Falciparum. La Clorochina ha anche proprietà anti-infiammatorie. Avendo affinità per la melanina si può accumulare nelle pelli scure (in particolare le diverse razze africane) e in chi ha accumulato la molecola con pruriti particolarmente intensi all’assunzione. i tessuti pigmentati (cute, retina), pertanto può dare prurito nei pazienti di pelle nera. Per questo motivo può dare retinopatia. Modo di utilizzo: Nei paesi ad alta incidenza di Pl. Vivaxn fino al 100% di prevalenza, assumi una compressa, una volta a settimana, iniziando da 2 settimane prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, lo continui per 4 settimane dopo l’uscita dall’area a rischio. Utilizzato sia in pediatria, alle dosi consigliate, secondo peso, e nella età adulta. E’ l’unico farmaco utilizzabile in corso di gravidanza, nelle aree di sensibilità del farmaco. Il farmaco non è più utilizzato da decenni, nei viaggiatori internazionali, sia in Africa che nella maggior parte dei paesi asiatici. Valutabile l’utilizzo in diversi paesi dell’America Centrale.

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Muore di malaria bambina di sette anni. Ma si poteva evitare?

29 settembre 2019: commento del dr. Paolo Meo ai fatti.
La notizia è di quelle che destano clamore e dolore, sconcerto e tanta rabbia. Quella notizia che compare, talvolta, nelle prime pagine dei nostri giornali, rimane qualche giorno, suscita polemiche e poi scompare. Tutto rientra nella normale amministrazione della incoscienza con cui molti viaggiatori, fai da te, affrontano i viaggi ovunque nel mondo ma in particolare in aree a rischio di malattie infettive, e soprattutto della incoscienza di alcuni sanitari che si propongono esperti ma esperti non sono. I fatti: nella serata del 27 settembre una bimba di 7 anni muore di malaria ad Alessandria. Inizialmente le notizie sono frammentarie e sembra che la responsabilità sia tutta da attribuire a quei poveri genitori che, come spesso capita, con grande superficialità, affrontano i viaggi e soprattutto fanno affrontare in modo assai rischioso il viaggio ai propri figli. Prima di conoscere i fatti veri leggi sui giornali che il papà della bimba vuole denunciare i medici e non capisci il perché? Ti poni la domanda Ma sono sempre i medici che sbagliano? Forse bisognerebbe pensarci prima che succedono le tragedie? Spesso la prevenzione o la preparazione di un viaggio è sempre l’ultimo dei pensieri! Da medico cerchi di difendere in qualche modo la classe medica, che pensi essere sempre attenta ed accorta ad i principi della sicurezza e della prevenzione. E pensi anche che i viaggiatori e le famiglie non stiano attente ad i rischi ed alle pratiche preventive. Ti tornano in mente tanti luoghi comuni e leggende metropolitane che vorresti eliminare. Poi cominciano ad arrivare notizie sempre più precise e ti accorgi con tristezza e con rabbia che la superficialità, l’incompetenza e le responsabilità è di alcuni addetti ai lavori. E non riesci a credere a quanto dice la stampa. La pediatra della bambina, correttamente, invia all’ufficio di Igiene preposto, la piccola con la famiglia, che chiede informazioni corrette. Si parla di Nigeria, questa sconosciuta. Si sfogliano libri, si apre internet, si consiglia di fare secondo quanto è scritto. Si parla di meningite, dei paesi della cintura del meningococco, si propone questo vaccino ed anche qualche altro. Ma la malaria ce la siamo dimenticata, non se ne parla. Forse perché la mamma è nigeriana, forse per rispetto e per … non si sa cosa. Fatto sta che la bambina parte senza protezione. Rientra in Italia dopo un soggiorno durante la stagione delle piogge. Con la malaria al massimo della sua presenza. Durante una stagione particolarmente umida e piovosa, che ha favorito l’aumento esponenziale della presenza di zanzare nell’ambiente. Ma nessuno ne parla e la famiglia si fida dei consigli degli “addetti ai lavori”. Ma quanti sono gli addetti ai lavori coscienti e conoscitori delle realtà dei luoghi? Da quei sanitari il cui compito è conoscere, valutare e consigliare spesso giungono indicazioni errate. Il rischio non esiste o se esiste è di altri. Anche per molti addetti ai lavori è più pericolosa la medicina che la malattia. E con queste leggende si creano situazioni di grave rischio. Naturalmente tutto questo fino a prova contraria. I genitori della piccola chiedono consiglio ma è un rimpallarsi di notizie, informazioni. Ognuno fornisce una notizia ed un parere differente; la confusione impera, e la tragedia è dietro l’angolo. Il rientro dal viaggio è ancora peggio. Dubbi, incertezze diagnostiche, tempo perduto dai medici a pensare che non è nulla. Sintomi sfumati che aumentano. Malessere leggero senza risposte, senza un motivo. Un sospetto, un dubbio, un invio immediato in ambiente specialistico avrebbe salvato quella bambina. E allora ti piglia un senso di sconforto e di rabbia. Ma perché quella attesa? Perché pensare che non è nulla, quando il soggiorno è stato in aree a rischio malarico. Quando è troppo tardi, quando si attende inutilmente anche strutture idonee e preparate, nell’emergenza, possono fare molto poco. Il compito del personale sanitario addetto è quello di valutare il rischio reale della malattia; verificare le situazioni climatiche ed ambientali che favoriscono la presenza della malattia; sapere quali insetti vettori sono presenti sul terreno; fornire le informazioni corrette e comprensibili; consigliare farmaci e prodotti utili, efficaci ed accettati dai propri viaggiatori. Al rientro è essenziale saper affrontare i malesseri, anche lievi, non con superficialità e sufficienza ma con un corretto approccio clinico, per evitare situazioni irreparabili. Saggio è il sanitario che, non conoscendo i problemi, consiglia ai propri viaggiatori o pazienti ambienti idonei e li rende consapevoli dei rischi.

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Lettera ad una mamma in gravidanza

Cara Mamma in dolce attesa di un bimbo, o che stai per decidere di diventarlo,
ti scrive un medico che da sempre si occupa di malattie tropicali ed infettive, responsabile della “Clinica del Viaggiatore Cesmet”,
dove la “prevenzione” è stata fin dall’inizio la prima preoccupazione.
Raccogliendo il pressante appello della “Organizzazione Mondiale della Sanità”, lanciato a tutte le nazioni del mondo, dopo anni di ricerche, e riprendendo la circolare del 21 novembre 2018 del nostro Ministero della Salute, che ha recepito e rilanciato le indicazioni internazionali, ti voglio spiegare come puoi, o potrai in un futuro prossimo, proteggere il tuo bambino, sia durante i mesi
della gravidanza, che soprattutto durante i suoi primi mesi di vita.
Il mondo della scienza, i medici ed i ricercatori, attenti da sempre alla protezione dei soggetti più deboli dalle malattie infettive, in questo caso i neonati da 0 a 3 mesi, ti invitano ad effettuare alcune pratiche preventive a vantaggio tuo, durante la gravidanza e di tuo figlio, appena nato.
Farsi somministrare durante la gravidanza, in particolare all’ottavo mese, alcuni vaccini sicuri ed efficaci, nei confronti di due
malattie particolarmente aggressive, diventa da parte tua una scelta saggia e ragionata.
La prima vaccinazione proposta è la trivalente “TDPa”, vaccino fondamentale per rafforzare le difese nei confronti della
PERTOSSE, malattia particolarmente aggressiva e pericolosa. Ti protegge nell’ultimo trimestre di gravidanza, ma soprattutto
protegge il tuo bambino, nei primi due/tre mesi di vita. Questo periodo è molto rischioso per i neonati prima di effettuare le
vaccinazioni obbligatorie. Infatti la somministrazione di questo vaccino, per ogni gravidanza, tra la 25a e la 35a settimana, aumenta
esponenzialmente la presenza delle difese specifiche contro la pertosse. Queste difese, attraverso la placenta, arrivano
direttamente al tuo bambino e lo proteggono nelle ultime settimane di gestazione, ma soprattutto saranno un “salva vita” nei primi
mesi di vita. Mentre allatterai il tuo bambino, dopo aver fatto il vaccino all’ottavo mese, gli continuerai a passare gli anticorpi, ossia
le difese per questa pericolosa malattia.
La seconda vaccinazione essenziale in corso di gravidanza riguarda il virus antinfluenzale. Questo virus, presente in Italia tra i mesi
di dicembre e di febbraio, crea rischi reali di aborto e di forte malattia per le mamme in gravidanza, con grande rischio per il feto.
Tutto questo a causa della sua aggressività diretta e per gli effetti secondari sull’organismo. Il virus può passare la placenta e creare
problemi nelle ultime settimane di gestazione. Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato, con efficacia, in ogni momento
della gravidanza, ma è particolarmente utile in corso del secondo e terzo trimestre. La vaccinazione antinfluenzale, deve essere
effettuata, a tutte le donne che sono in gravidanza nel periodo che va da metà ottobre al mese di febbraio. Questa vaccinazione è
quindi fondamentale per evitare danni del mixovirus, sia diretti sulle mucose respiratorie materne e fetali, sia derivati dalle alte
temperature e dagli altri gravi sintomi del sistema respiratorio. La protezione immunitaria continua anche in corso di allattamento,
nei primi mesi di vita. Ti ricordo anche che la vaccinazione antinfluenzale nel tuo bambino è raccomandata tra il sesto mese ed i tre
anni di vita.
Da medico responsabile del “Centro di Vaccinazioni Cesmet”, e da tanti anni dedito alla pratica preventiva nel campo delle malattie infettive, posso confermarti prima di tutto la sicurezza di questi due vaccini, ed anche la loro efficacia, durante il periodo della gravidanza, sia per te che che per il tuo bambino, nel proteggere te ed il tuo piccolo, nelle ultime settimane di gestazione, e nei primi mesi di vita.
Sono a tua disposizione rispondendo a qualsiasi tuo quesito all’indirizzo mail  seg.cesmet@gmail.com, premettendo che sei una donna in gravidanza.
Puoi prendere un appuntamento sia per una consulenza vaccinale, sia per effettuare direttamente i vaccini  scrivendo a seg.cesmet@gmail.com

Dr Paolo Meo

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ZANZIBAR: dai droni un aiuto nella lotta alla malaria

Zanzibar- Nell’affascinante isola dell’Oceano Indiano, a poche miglia dalla Tanzania, la malaria è sempre stata un problema al centro dell’attenzione delle autorità sanitarie e politiche del Paese.
Ora, non soddisfatti dei risultati raggiunti in alcune aree del paese, dove la prevalenza è passata dal 40% a poco meno dell’1%, epidemiologi e responsabili della prevenzione sanitaria chiamano in aiuto uno degli ultimi prodotti che la tecnologia ha immesso sul mercato: i droni. Piccolo come una scatola di scarpe, del peso di un pacco di zucchero, saranno in grado di sorvolare,in 20 minuti ed in completa autonomia, 30 ettari di terreno. Le zone da controllare saranno quelle dove, secondo gli esperti, le zanzare vanno a deporre le loro uova- canali di irrigazione, risaie, raccolte d’acqua-  e dove, secondo lo “Zanzibar Malaria Elimination Programme” verrà attuata una campagna “larvicida” mirata. La registrazione delle immagini durante il volo dei droni fornirà, quindi, un materiale fondamentale per programmare interventi specifici, con  notevole risparmio di tempo e reale efficacia delle campagne in atto. The conversation.com

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Malaria – Come si sposta la resistenza agli insetticidi

Malaria: come si sposta la resistenza agli insetticidi. 
Uno studio genetico ne segue le tracce in Africa
Esce su un recente numero di Nature (29 Nov. 2017) il risultato di uno studio che il Wellcome Trust Sanger Institute ha condotto  in 8 paesi africani per monitorare la diffusione dei geni che inducono i resistenza agli insetticidi nelle Anopheles gambiae, zanzare che possono trasmettere la malaria.
Alla fine dello studio, che ha visto il sequenziamento del DNA di 765 insetti, è emersa una inaspettata variabilità genetica che potrebbe essere alla base di una rapida evoluzione proprio dei meccanismi   di adattamento/resistenza agli insetticidi.
La presenza di nuovi genotipi, di recente comparsa, inoltre, è stata segnalata in differenti aree dell’Africa, dove possono essere emerse autonomamente o perché trasportate da zanzare “migranti”.
Come ha affermato Martin Donnelly, uno degli autori dello studio, la ricerca sottolinea quanto sia importante e fondamentale il controllo del fenomeno “resistenza” per tentare di eliminare, o quantomeno, arginare la diffusione dell’infezione malarica che nel 2016, lo ricordiamo, ha colpito 216 milioni di persone nel mondo portandone a morte 445 mila.

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