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Profilassi farmacologica per la malaria

Sempre più ridotta l’efficacia dei farmaci preventivi nei paesi tropicali. Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet”: consulenze di prevenzione e profilassi per la malaria; assistenza durante il viaggio con ‘assicurazione THCARD; al rientro esami di laboratorio specialistici e visite di medicina tropicale. Chiama 0639030481 o scrivi ad seg.cesmet@gmail.com

 

  • “Doxiciclina 100 mg” (Bassado): sappi che negli anni è diventato il farmaco di “prima scelta” per la protezione dal parassita malarico, non solo in Estremo Oriente e nei paesi asiatici, dove da anni ha sostituito altri farmaci che hanno prodotto resistenza del parassita, ma anche in molti paesi africani e dell’America Latina a Centrale. Le sue caratteristiche farmacologiche lo rendono sicuro ed efficace nei lunghi soggiorni, sia in aree turistiche che in viaggi avventurosi, durante trekking e in zone di elevato rischio malarico.
    Sappi anche che la “Doxiciclina 100 mg” è un farmaco di prima scelta per la prevenzione e la cura di molte malattie infettive. Preveniamo e curiamo infezione cutanee, compreso il temibile “Staphilococcus aureus”; i batteri intestinali particolarmente aggressivi, compreso il Vibrione del Colera, una protezione dalla diarrea del viaggiatore; molte infezioni causate da microbi dell’apparato sessuale, maschile e femminile; preveniamo e curiamo malattie infettive, batteriche, trasmesse dalle zecche infette, dal tifo esantematico, alle Borrelie ed altre infezioni pericolose. Quale necessità in ogni viaggio che affronti ovunque nel mondo. Anche nella vita quotidiana.
    Farmaco idoneo e maneggevole per i soggiorni di mesi ed anche di anni. Come per tutte le medicine ognuno ha la sua reazione, ma nella pratica clinica i medici utilizzano “Doxiciclina 100 mg” per la cura di molte malattie infettive per periodi talvolta di oltre un anno, senza reazioni negative per l’organismo, vedi i trattamenti per l’acne o alcune infezioni ginecologiche. La sua versatilità lo rende fruibile in soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo, cioè per molti mesi. Un farmaco quindi sicuro ed efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricorda che alle dosi di 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazioni delle tetracicline ai raggi solari, sono praticamente assenti. In ogni caso proteggiti con l’uso di creme solari. Altra caratteristica, farmaco di basso costo. Non è utilizzabile al di sotto dei 9/10 anni; in corso di gravidanza o allattamento; naturalmente in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. Modo di utilizzo: lo assumi tutti i giorni, meglio durante la colazione, dal giorno di entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, per 8/10 giorni dalla uscita dall’area di rischio malarico.
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  • “Atovaquone-Proguanile” (Malarone): farmaco sul mercato da quasi 30 anni, ha avuto da oltre 10 anni una flessione della sua efficacia nei paesi asiatici, ed in particolare nell’Estremo Oriente. Qui è stato sostituito dalla Doxiciclina 100 mg. L’aumento della resistenza del parassita malarico a queste molecole è stato evidenziato sia in molti paesi africani che americani. Questo aumento della resistenza dei parassiti ha costretto a non considerarlo più idoneo all’utilizzo in terapia. E’ stato da anni sostituito dai farmaci combinati, a base di Artemisia, principio ancora particolarmente attivo sui Plasmodi. E se i parassiti hanno acquisito una forte resistenza nel trattamento, lo hanno acquisito, purtroppo anche nella prevenzione. Resistenza che si continua a diffondere ed aumentare in molte aree della fascia equatoriale ed intertropicale. Viene comunque ancora utilizzato nei “bambini dagli 11 Kg”, a dosi crescenti proporzionalmente al peso. Utilizzo indicato per periodi non superiori ai 30 giorni, fino a 60 giorni. E quindi per soggiorni brevi e in territori con bassa incidenza parassitaria. Modo di utilizzo: lo assumi tutti i giorni, meglio iniziarlo 2 giorni prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, per 8/10 giorni dalla uscita dall’area di rischio malarico. Ormai farmaco tipico dell’età pediatrica, con scarsi effetti collaterali in pediatria, con una caratteristica di irritabilità neurologica in soggetti neurodistonici. Non consigliabile nei cardiopatici ed in soggetti con malattie del sistema nervoso centrale e periferico.
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  • “Meflochina” (Lariam), farmaco utilizzato dall’inizio degli anni ’80. In passato un ottimo farmaco in profilassi, per l’efficacia ma anche per la sua cinetica che consentiva di somministrarlo una volta a settimana. E molto efficace in terapia. Efficace e sicuro in pediatria e nella popolazione adulta; dopo diversi anni di ricerche si dimostrò la sicurezza anche nelle donne in gravidanza. Un farmaco dalle molteplici caratteristiche positive che lo hanno reso di prima scelta per decenni. Poi l’inizio della resistenza dei diversi tipi di parassita malarico a questa molecole che è cresciuta e si è diffusa ovunque nei diversi continenti. A questa situazione si aggiunge la pericolosità dell’assunzione da parte dei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Sono stati riferiti sempre più spesso sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. E’ sempre stato sconsigliato a chi effettuava immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Attualmente l’utilizzo è sconsigliato sia in profilassi ma soprattutto in terapia. Per anni la Meflochina è stata considerata il farmaco di elezione per la cura della malaria. Poi, da metà degli anni ’90, prima in Oriente, poi in tutto il mondo, si è diffusa una resistenza, sempre più elevata, fino a portarlo alla sostituzione con altri farmaci per la sua scarsissima efficacia. Modo di utilizzo: assumi una compressa, una volta a settimana, iniziando da 2 settimane prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, lo continui per 4 settimane dopo l’uscita dall’area a rischio. Utilizzato sia in pediatria, che nella età adulta. E’ l’unico utilizzabile in corso di gravidanza. Il farmaco non è più consigliabile.
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  •  “Clorochina 250 mg” (Clorochina), Farmaco utilizzato fin dagli anni ’50 sia in prevenzione che per la cura della malaria. Il basso costo e la grande efficacia lo hanno reso disponibile ovunque nel mondo. Utilizzato in età pediatrica, negli adulti e durante la gravidanza. E’ uno dei farmaci utilizzato come prevenzione della malaria in corso di gravidanza. E’ stato utilizzato per la cura e la prevenzione di tutti i tipi di Plasmodi. Dalla metà degli anni ’70, con una crescita esponenziale negli anni ’80 il farmaco si è dimostrato sempre meno efficace. Fino ad essere stato eliminato completamente nella prevenzione dei viaggiatori internazionali. Le popolazioni autoctone asiatiche, africane ed americane lo hanno continuato ad utilizzare negli anni. Ma l’efficacia è calata sempre di piò, in particolare sul temibile e pericoloso tipo di Plasmodio Falciparum. La clorochina ha mantenuto la sua efficacia preventiva ed anche curativa sul Plasmodio di tipo Vivax. Questa efficacia, dimostrata sul tipo Vivax, prevalente in molti paesi dell’America Centrale e Latina, ed in alcuni paesi asiatici, lo rende utilizzabile nei paesi e nelle aree ad alta incidenza di questo plasmodio. Schizonticida ematico mantiene la sua efficacia sui tipi di Pl. Vivax, Pl. Ovale, ed in parte Pl. Malariae. Oramai inefficace ovunque per i ceppi di Pl. Falciparum. La Clorochina ha anche proprietà anti-infiammatorie. Avendo affinità per la melanina si può accumulare nelle pelli scure (in particolare le diverse razze africane) e in chi ha accumulato la molecola con pruriti particolarmente intensi all’assunzione. i tessuti pigmentati (cute, retina), pertanto può dare prurito nei pazienti di pelle nera. Per questo motivo può dare retinopatia. Modo di utilizzo: Nei paesi ad alta incidenza di Pl. Vivaxn fino al 100% di prevalenza, assumi una compressa, una volta a settimana, iniziando da 2 settimane prima dell’entrata in area a rischio, e viste le sue caratteristiche farmacologiche, lo continui per 4 settimane dopo l’uscita dall’area a rischio. Utilizzato sia in pediatria, alle dosi consigliate, secondo peso, e nella età adulta. E’ l’unico farmaco utilizzabile in corso di gravidanza, nelle aree di sensibilità del farmaco. Il farmaco non è più utilizzato da decenni, nei viaggiatori internazionali, sia in Africa che nella maggior parte dei paesi asiatici. Valutabile l’utilizzo in diversi paesi dell’America Centrale.

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Muore di malaria bambina di sette anni. Ma si poteva evitare?

29 settembre 2019: commento del dr. Paolo Meo ai fatti.
La notizia è di quelle che destano clamore e dolore, sconcerto e tanta rabbia. Quella notizia che compare, talvolta, nelle prime pagine dei nostri giornali, rimane qualche giorno, suscita polemiche e poi scompare. Tutto rientra nella normale amministrazione della incoscienza con cui molti viaggiatori, fai da te, affrontano i viaggi ovunque nel mondo ma in particolare in aree a rischio di malattie infettive, e soprattutto della incoscienza di alcuni sanitari che si propongono esperti ma esperti non sono. I fatti: nella serata del 27 settembre una bimba di 7 anni muore di malaria ad Alessandria. Inizialmente le notizie sono frammentarie e sembra che la responsabilità sia tutta da attribuire a quei poveri genitori che, come spesso capita, con grande superficialità, affrontano i viaggi e soprattutto fanno affrontare in modo assai rischioso il viaggio ai propri figli. Prima di conoscere i fatti veri leggi sui giornali che il papà della bimba vuole denunciare i medici e non capisci il perché? Ti poni la domanda Ma sono sempre i medici che sbagliano? Forse bisognerebbe pensarci prima che succedono le tragedie? Spesso la prevenzione o la preparazione di un viaggio è sempre l’ultimo dei pensieri! Da medico cerchi di difendere in qualche modo la classe medica, che pensi essere sempre attenta ed accorta ad i principi della sicurezza e della prevenzione. E pensi anche che i viaggiatori e le famiglie non stiano attente ad i rischi ed alle pratiche preventive. Ti tornano in mente tanti luoghi comuni e leggende metropolitane che vorresti eliminare. Poi cominciano ad arrivare notizie sempre più precise e ti accorgi con tristezza e con rabbia che la superficialità, l’incompetenza e le responsabilità è di alcuni addetti ai lavori. E non riesci a credere a quanto dice la stampa. La pediatra della bambina, correttamente, invia all’ufficio di Igiene preposto, la piccola con la famiglia, che chiede informazioni corrette. Si parla di Nigeria, questa sconosciuta. Si sfogliano libri, si apre internet, si consiglia di fare secondo quanto è scritto. Si parla di meningite, dei paesi della cintura del meningococco, si propone questo vaccino ed anche qualche altro. Ma la malaria ce la siamo dimenticata, non se ne parla. Forse perché la mamma è nigeriana, forse per rispetto e per … non si sa cosa. Fatto sta che la bambina parte senza protezione. Rientra in Italia dopo un soggiorno durante la stagione delle piogge. Con la malaria al massimo della sua presenza. Durante una stagione particolarmente umida e piovosa, che ha favorito l’aumento esponenziale della presenza di zanzare nell’ambiente. Ma nessuno ne parla e la famiglia si fida dei consigli degli “addetti ai lavori”. Ma quanti sono gli addetti ai lavori coscienti e conoscitori delle realtà dei luoghi? Da quei sanitari il cui compito è conoscere, valutare e consigliare spesso giungono indicazioni errate. Il rischio non esiste o se esiste è di altri. Anche per molti addetti ai lavori è più pericolosa la medicina che la malattia. E con queste leggende si creano situazioni di grave rischio. Naturalmente tutto questo fino a prova contraria. I genitori della piccola chiedono consiglio ma è un rimpallarsi di notizie, informazioni. Ognuno fornisce una notizia ed un parere differente; la confusione impera, e la tragedia è dietro l’angolo. Il rientro dal viaggio è ancora peggio. Dubbi, incertezze diagnostiche, tempo perduto dai medici a pensare che non è nulla. Sintomi sfumati che aumentano. Malessere leggero senza risposte, senza un motivo. Un sospetto, un dubbio, un invio immediato in ambiente specialistico avrebbe salvato quella bambina. E allora ti piglia un senso di sconforto e di rabbia. Ma perché quella attesa? Perché pensare che non è nulla, quando il soggiorno è stato in aree a rischio malarico. Quando è troppo tardi, quando si attende inutilmente anche strutture idonee e preparate, nell’emergenza, possono fare molto poco. Il compito del personale sanitario addetto è quello di valutare il rischio reale della malattia; verificare le situazioni climatiche ed ambientali che favoriscono la presenza della malattia; sapere quali insetti vettori sono presenti sul terreno; fornire le informazioni corrette e comprensibili; consigliare farmaci e prodotti utili, efficaci ed accettati dai propri viaggiatori. Al rientro è essenziale saper affrontare i malesseri, anche lievi, non con superficialità e sufficienza ma con un corretto approccio clinico, per evitare situazioni irreparabili. Saggio è il sanitario che, non conoscendo i problemi, consiglia ai propri viaggiatori o pazienti ambienti idonei e li rende consapevoli dei rischi.

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Lettera ad una mamma in gravidanza

Cara Mamma in dolce attesa di un bimbo, o che stai per decidere di diventarlo,
ti scrive un medico che da sempre si occupa di malattie tropicali ed infettive, responsabile della “Clinica del Viaggiatore Cesmet”,
dove la “prevenzione” è stata fin dall’inizio la prima preoccupazione.
Raccogliendo il pressante appello della “Organizzazione Mondiale della Sanità”, lanciato a tutte le nazioni del mondo, dopo anni di ricerche, e riprendendo la circolare del 21 novembre 2018 del nostro Ministero della Salute, che ha recepito e rilanciato le indicazioni internazionali, ti voglio spiegare come puoi, o potrai in un futuro prossimo, proteggere il tuo bambino, sia durante i mesi
della gravidanza, che soprattutto durante i suoi primi mesi di vita.
Il mondo della scienza, i medici ed i ricercatori, attenti da sempre alla protezione dei soggetti più deboli dalle malattie infettive, in questo caso i neonati da 0 a 3 mesi, ti invitano ad effettuare alcune pratiche preventive a vantaggio tuo, durante la gravidanza e di tuo figlio, appena nato.
Farsi somministrare durante la gravidanza, in particolare all’ottavo mese, alcuni vaccini sicuri ed efficaci, nei confronti di due
malattie particolarmente aggressive, diventa da parte tua una scelta saggia e ragionata.
La prima vaccinazione proposta è la trivalente “TDPa”, vaccino fondamentale per rafforzare le difese nei confronti della
PERTOSSE, malattia particolarmente aggressiva e pericolosa. Ti protegge nell’ultimo trimestre di gravidanza, ma soprattutto
protegge il tuo bambino, nei primi due/tre mesi di vita. Questo periodo è molto rischioso per i neonati prima di effettuare le
vaccinazioni obbligatorie. Infatti la somministrazione di questo vaccino, per ogni gravidanza, tra la 25a e la 35a settimana, aumenta
esponenzialmente la presenza delle difese specifiche contro la pertosse. Queste difese, attraverso la placenta, arrivano
direttamente al tuo bambino e lo proteggono nelle ultime settimane di gestazione, ma soprattutto saranno un “salva vita” nei primi
mesi di vita. Mentre allatterai il tuo bambino, dopo aver fatto il vaccino all’ottavo mese, gli continuerai a passare gli anticorpi, ossia
le difese per questa pericolosa malattia.
La seconda vaccinazione essenziale in corso di gravidanza riguarda il virus antinfluenzale. Questo virus, presente in Italia tra i mesi
di dicembre e di febbraio, crea rischi reali di aborto e di forte malattia per le mamme in gravidanza, con grande rischio per il feto.
Tutto questo a causa della sua aggressività diretta e per gli effetti secondari sull’organismo. Il virus può passare la placenta e creare
problemi nelle ultime settimane di gestazione. Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato, con efficacia, in ogni momento
della gravidanza, ma è particolarmente utile in corso del secondo e terzo trimestre. La vaccinazione antinfluenzale, deve essere
effettuata, a tutte le donne che sono in gravidanza nel periodo che va da metà ottobre al mese di febbraio. Questa vaccinazione è
quindi fondamentale per evitare danni del mixovirus, sia diretti sulle mucose respiratorie materne e fetali, sia derivati dalle alte
temperature e dagli altri gravi sintomi del sistema respiratorio. La protezione immunitaria continua anche in corso di allattamento,
nei primi mesi di vita. Ti ricordo anche che la vaccinazione antinfluenzale nel tuo bambino è raccomandata tra il sesto mese ed i tre
anni di vita.
Da medico responsabile del “Centro di Vaccinazioni Cesmet”, e da tanti anni dedito alla pratica preventiva nel campo delle malattie infettive, posso confermarti prima di tutto la sicurezza di questi due vaccini, ed anche la loro efficacia, durante il periodo della gravidanza, sia per te che che per il tuo bambino, nel proteggere te ed il tuo piccolo, nelle ultime settimane di gestazione, e nei primi mesi di vita.
Sono a tua disposizione rispondendo a qualsiasi tuo quesito all’indirizzo mail  seg.cesmet@gmail.com, premettendo che sei una donna in gravidanza.
Puoi prendere un appuntamento sia per una consulenza vaccinale, sia per effettuare direttamente i vaccini  scrivendo a seg.cesmet@gmail.com

Dr Paolo Meo

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ZANZIBAR: dai droni un aiuto nella lotta alla malaria

Zanzibar- Nell’affascinante isola dell’Oceano Indiano, a poche miglia dalla Tanzania, la malaria è sempre stata un problema al centro dell’attenzione delle autorità sanitarie e politiche del Paese.
Ora, non soddisfatti dei risultati raggiunti in alcune aree del paese, dove la prevalenza è passata dal 40% a poco meno dell’1%, epidemiologi e responsabili della prevenzione sanitaria chiamano in aiuto uno degli ultimi prodotti che la tecnologia ha immesso sul mercato: i droni. Piccolo come una scatola di scarpe, del peso di un pacco di zucchero, saranno in grado di sorvolare,in 20 minuti ed in completa autonomia, 30 ettari di terreno. Le zone da controllare saranno quelle dove, secondo gli esperti, le zanzare vanno a deporre le loro uova- canali di irrigazione, risaie, raccolte d’acqua-  e dove, secondo lo “Zanzibar Malaria Elimination Programme” verrà attuata una campagna “larvicida” mirata. La registrazione delle immagini durante il volo dei droni fornirà, quindi, un materiale fondamentale per programmare interventi specifici, con  notevole risparmio di tempo e reale efficacia delle campagne in atto. The conversation.com

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Malaria – Come si sposta la resistenza agli insetticidi

Malaria: come si sposta la resistenza agli insetticidi. 
Uno studio genetico ne segue le tracce in Africa
Esce su un recente numero di Nature (29 Nov. 2017) il risultato di uno studio che il Wellcome Trust Sanger Institute ha condotto  in 8 paesi africani per monitorare la diffusione dei geni che inducono i resistenza agli insetticidi nelle Anopheles gambiae, zanzare che possono trasmettere la malaria.
Alla fine dello studio, che ha visto il sequenziamento del DNA di 765 insetti, è emersa una inaspettata variabilità genetica che potrebbe essere alla base di una rapida evoluzione proprio dei meccanismi   di adattamento/resistenza agli insetticidi.
La presenza di nuovi genotipi, di recente comparsa, inoltre, è stata segnalata in differenti aree dell’Africa, dove possono essere emerse autonomamente o perché trasportate da zanzare “migranti”.
Come ha affermato Martin Donnelly, uno degli autori dello studio, la ricerca sottolinea quanto sia importante e fondamentale il controllo del fenomeno “resistenza” per tentare di eliminare, o quantomeno, arginare la diffusione dell’infezione malarica che nel 2016, lo ricordiamo, ha colpito 216 milioni di persone nel mondo portandone a morte 445 mila.

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West Nile virus, il triste primato dell’Italia

In Europa, nel 2018, si sono registrati ben 410 casi umani di Febbre West Nile, di cui 183 in Italia.
Più precisamente, con l’aumento delle temperature estive, tra il 17 e il 23 agosto di quest’anno, sono stati segnalati 136 casi umani del virus in tutto il territorio europeo.
L’Italia gode di un triste primato, con ben 59 casi. La malattia ha provocato 19 decessi, di cui 7 in Grecia, 5 in Romania, 4 in Serbia e 3 in Italia.
La Febbre West Nile  è una malattia infettiva causata dal virus West Nile. E’  trasmessa attraverso punture di zanzare del genere Culex. I sintomi più comuni della malattia sono febbre moderata, mialgia, artralgia, tosse, linfoadenopatia, dispnea ed eruzioni cutanee. Nei casi più gravi possono manifestarsi complicanze neurologiche.
Si raccomanda l’uso di un efficace repellente per proteggersi dal morso delle zanzare infette, soprattutto durante le stagioni più umide. Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.
(redatto dalla Infermiera Beatrice Formenti, esperta di prevenzione vaccinale)
Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.In Europa, nel 2018, si sono registrati ben 410 casi umani di Febbre West Nile, di cui 183 in Italia.
Più precisamente, con l’aumento delle temperature estive, tra il 17 e il 23 agosto di quest’anno, sono stati segnalati 136 casi umani del virus in tutto il territorio europeo.
L’Italia gode di un triste primato, con ben 59 casi. La malattia ha provocato 19 decessi, di cui 7 in Grecia, 5 in Romania, 4 in Serbia e 3 in Italia.
La Febbre West Nile  è una malattia infettiva causata dal virus West Nile. E’  trasmessa attraverso punture di zanzare del genere Culex. I sintomi più comuni della malattia sono febbre moderata, mialgia, artralgia, tosse, linfoadenopatia, dispnea ed eruzioni cutanee. Nei casi più gravi possono manifestarsi complicanze neurologiche.
Si raccomanda l’uso di un efficace repellente per proteggersi dal morso delle zanzare infette, soprattutto durante le stagioni più umide.
Consulta la nostra scheda dedicata all’olio di neem.

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Nel regno Unito il primo caso di vaiolo delle scimmie

Nel Regno Unito un ufficiale della Marina nigeriana è risultato positivo al virus del vaiolo delle scimmie.
L’uomo ha iniziato ad avere i primi sintomi appena arrivato alla base militare britannica, dopo aver viaggiato su un volo per Londra insieme ad altri 50 passeggieri.
I medici curanti hanno affermato che il virus  “non si diffonde facilmente tra le persone e il rischio di trasmissione al grande pubblico è molto basso. Stiamo utilizzando severe procedure di isolamento in ospedale per proteggere il nostro personale e i pazienti”.
Il vaiolo delle scimmie è una rara malattia virale presente in alcune aree dei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Il virus, della famiglia Poxviridae, colpisce i roditori che possono veicolarlo ai primati e all’uomo attraverso sangue e morsi. La sintomatologia è simile a quella del vaiolo umano, virus ormai eradicato grazie alle campagne mondiali di vaccinazioni, ma ha una letalità inferiore ( dall’1 al 10%). A cura di Beatrice Formenti

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Argentina e Algeria malaria-free

Maggio 2019- Ufficialmente liberi dalla Malaria altri 2 paesi, come annunciato dall’OMS. L’Argentina  è il secondo paese nella regione delle Americhe dell’OMS ad essere certificato in 45 anni, dopo il Paraguay in Giugno 2018 . Mentre l’Algeria è il secondo paese della regione africana, dopo Mauritius, che è stato certificato nel 1973. La certificazione è concessa quando un paese dimostra di aver interrotto la trasmissione indigena della malattia per almeno 3 anni consecutivi.
Ciò non consente comunque di abbassare la guardia nei confronti di un’infezione che nel 2017 ha causato  435.000 morti  e 219 milioni di casi in tutto il mondo. Non esiste ancora un vaccino, ma diverse forme di profilassi che, chi si reca in aree a rischio, dovrebbe non ignorare e non sottovalutare.

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Il fiuto dei cani, un aiuto nella diagnosi di malaria?

Lo studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine evidenzia che i bambini positivi al parassita Plasmodium, affetti cioe’ da malaria, producono distintivi odori, che esalati dalla cute, attraggono le zanzare vettore della malattia.
La ricerca ha identificato per la prima volta un’ “impronta chimica” unica, fornendo solide basi per la ricerca diagnostica e di controllo.
La malaria è una malattia infettiva parassitaria, veicolata dalle zanzare del genere Anopheles.
La malattia causa circa mezzo milione di morti ogni anno, soprattutto nell’Africa Sub Sahariana.
La ricerca per il controllo della malaria è attiva, ma ad oggi sono sempre più necessari nuovi metodi, al fine di contrastare e curare una delle più grandi sfide per la salute globale.
Ora, nuovi studi condotti dal National Malaria Control Program Gambia, Unità del Consiglio di ricerca medica Gambia, Università di Durham, London School of Hygiene & Tropical Medicine e l’Università di Dundee hanno dimostrando come cani addestrati riescano a fiutare le caratteristiche esalazioni prodotte da chi è affetto da malaria.
Dai calzini, senza ombra di dubbio, indossati durante la notte dai 175 bambini campione provenienti dalla regione Upper, in Gambia.
Solo nella prima fase dello studio, i cani sono riusciti a identificare correttamente il 70% dei campioni positivi.
I ricercatori si mostrano entusiasti e positivi sulla possibilità di migliorare la specificità e efficacia delle prestazioni. L’obiettivo è quello di utilizzare i cani addestrati per testare intere comunità in un breve lasso di tempo, identificando la malattia anche nella fase asintomatica.
(a cura di Beatrice Formenti)

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