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SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia Scelte eccessive? Scelte Necessarie? Cosa succede ora?

 

Il SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia. Perché ?

Le notizie si susseguono da giorni senza sosta. La cronaca ci porta a paesi blindati, varchi e check point con le forze di polizia presenti ai varchi. Blocco completo che impedisce ogni movimento alla popolazione. Scuole, università, uffici, chiese e negozi chiusi. Impedito ogni assembramento e raduno per il carnevale o eventi sportivi. Il Campionato di Calcio, mostro sacro intoccabile della nostra società, sospeso in alcune città. Situazioni realmente da coprifuoco.

Esagerazione? Follia imposta con la forza? Paralisi completa e danni ingenti ingiustificati?

Nulla di tutto questo. Di fronte ad un virus respiratorio, nuovo, mutato recentemente, dalle caratteristiche ancora poco conosciute ed in via di studio, che si è manifestato fin da subito con una capacità di diffondere molto rapidamente, e quindi con numeri di contagi elevati, le misure “draconiane prese in Italia” hanno l’importante funzione contenere la diffusione del virus e di impedire il contagio, in tempi brevi, a milioni di persone. Di fronte a questi numeri, con una presenza di sintomi comunque elevata, qualsiasi organizzazione sanitaria collasserebbe. E questo spiega perché l’isolamento ed il contenimento impediscono il diffondersi esponenziale della malattia. L’isolamento dei singoli individui ed il contenimento di territori e spazi dove si svolgono attività aggreganti popolazione, è l’unica misura possibile, e l’unica arma che abbiamo in mancanza di farmaci certi e sperimentati e soprattutto di vaccini.

Il Paragone con il virus dell’influenza

Un paragone calzante può essere fatto con il virus dell’ influenza. Da Ottobre 2019 ad oggi i casi di influenza hanno superato abbondantemente i 5 milioni di italiani contagiati ed ammalati. Un virus quindi che ogni anno diffonde in modo importante e mostra una mortalità anche importante del 2-3%. I casi di grave sindrome respiratoria si manifestano soprattutto in persone anziane, defedate e affette da malattie croniche. Poter disporre di un vaccino e di farmaci antivirali specifici ed efficaci ci consente di tenere sotto controllo comunque sia la diffusione che lo sviluppo della malattia e l’incidenza della mortalità. Il SARS-CoV-2 può diffondere altrettanto rapidamente, a quanto sembra, ma non abbiamo nessuna arma farmacologica per circoscrivere la diffusione dell’infezione né la sua gravità. Da qui gli interventi di contenimento. Penso che la situazione sia chiara.

Il caso specifico dei focolai in Lombardia e Veneto.

Individuato, anche casualmente e per dubbio diagnostico di un medico scrupoloso, un primo caso, che si è manifestato con sintomi respiratori importanti, la ricerca attenta dei contatti ha permesso di individuare un gruppo di persone che sono risultate contagiate dal virus. Si è individuato un focolaio di epidemia, e l’unica soluzione possibile è stato l’isolamento delle persone e la chiusura di tutta l’area coinvolta.

Chiudere e blindare le aree coinvolte è voluto dire provare a frenare la sicura diffusione rapida del virus, veloce ed esponenziale. Evitare che da qualche decina di casi si arrivi a contagiare migliaia di persone in pochi giorni. Ed ogni focolaio che si manifesta e si identifica, adottando il sistema della quarantena forzata, viene limitato nella sua potenzialità di diffusione rapida. La diffusione del virus in una popolazione che non ha sviluppato ancora difese immunitarie specifiche, ha comunque la caratteristica di estendersi sempre di più, non trovando quella potenza di fuoco che è il nostro sistema immunitario pronto.

Il contenimento delle aree, la quarantena delle persone, i periodi limitati nel tempo del contenimento e del blocco della mobilità e dell’incontro di grandi numeri di persone ha quindi la funzione di evitare una rapida diffusione a grandi numeri di popolazione.

D’altra parte, a quel che sembra dai primi studi scientifici effettuati, la rapidità di diffusione viene controbilanciata, da una morbilità, cioè insorgere di sintomi, relativamente contenuta, ossia la presenza di sintomi respiratori lievi: Assistiamo anche alla tendenza ad un aggravamento polmonare di una percentuale della popolazione ammalata. E questo ci rende molto prudenti nella considerazione di questa malattia. Anche la mortalità si mantiene tra lo 0,2 ed il 3 % a seconda le aree, le condizioni ed i focolai.

Quindi controllo del territorio ed isolamento dei malati, diffusori del virus, hanno l’obiettivo di evitare che milioni di infetti portino al collasso del sistema  in assenza di vaccino e medicine. Le misure sono prese non perché il virus sia letale o mortale, se non in piccole percentuali di casi, ma perché ha questa grande capacità diffusiva. 

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Cosa sono i Coronavirus

I Coronavirus 

La grande famiglia dei “Coronavirus”, è costituita da RNA virus che attaccano l’apparato respiratorio. Infatti le cellule bersaglio primarie, ossia le prime cellule attaccate da questi virus, sono le cellule epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale dell’uomo. Per questo motivo causano raffreddori comuni, le classiche riniti; faringiti, tonsilliti o laringo tracheiti, ossia le classiche infiammazioni delle alte vie respiratori; polmoniti di varia intensità, fino alla insufficienza respiratoria acuta, spesso mortale. La Sindrome respiratoria mediorientale (MERS- 2013) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS-2002) e la SARS-CoV-2, il nuovo Coronavirus 2019, si sono diffuse in modo particolarmente aggressivo. Al microscopio elettronico hanno un aspetto simile ad una corona.

Tassonomia, ovvero come si classificazio del virus
La famiglia “Coronaviridae” si suddivide in una sottofamiglia Orthocoronavirinae suddivisa in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta e Gammacoronavirus. Il genere del betacoronavirus è ulteriormente separato in cinque sottogeneri (tra i quali il Sarbecovirus).
L’identificazione Coronavirus risale alla metà degli anni ’60. Questi virus infettano alcuni animali, inclusi uccelli e mammiferi ed anche l’uomo.
Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo:
Coronavirus umani comuni:
(Betacoronavirus) HCoV-OC43; HCoV-HKU1 e
(Alphacoronavirus) HCoV-229E; HCoV-NL63 causano da banali raffreddori a gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore.
• Altri Coronavirus umani
(Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2)

Cos’è un virus?
I virus, (latino vīrus-i = veleno) sono microrganismi acellulari, ossia non cellule, ma un filo di RNA oppure DNA circondato da una parete esterna ed alcune proteine interne. La loro sopravvivenza e riproduzione è legata ad entrare dentro una cellula, per utilizzare i suoi sistemi ed apparati per riprodursi in migliaia di altri virus (parassita obbligato) I virus quindi infettano tutti i tipi di forme di vita, animali, piante, microrganismi ed anche l’uomo ed utilizzano le cellule innescando processi patologici (danno e malattia).

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Malaria- Consigli di prevenzione e profilassi farmacologica

Malaria? Come prevenire e quali farmaci? Quali repellenti? Segui i consigli della Clinica del Viaggiatore Cesmet. Prenota consulenze, visite specialistiche e test malaria. Chiama 0639030481 o scrivi ad  seg.cesmet@gmail.com

Malaria, Tropico, Rischi per la salute; Chemioprofilassi o Profilassi farmacologica; Parole chiave che ritornano per ogni viaggio effettuato in molte aree del mondo.

Metodi di prevenzione comportamentale e con repellenti idonei
Prima di effettuare un viaggio è doveroso chiedersi quale è il comportamento migliore da adottare per proteggersi da una malattia, la malaria, che colpisce ogni anno milioni di persone in molti paesi dell’area tropicale. In questi paesi la presenza di una parte della popolazione, portatrice sana del parassita malarico, e della zanzara Anopheles, vettore (che trasporta) lo stesso parassita, creano le condizioni favorevoli per il contagio. Il rischio di ammalare è molto variabile a seconda i luoghi, le caratteristiche ambientali, e le diverse stagioni. Ma esiste e non va sottovalutato. Spesso è presente sul terreno a macchia di leopardo, ossia nelle aree dove le zanzare vivono e si riproducono.
Tre sono i “pilastri” fondamentali della protezione e della prevenzione per la malaria:

1. Utilizzare un vestiario idoneo ad evitare le punture. Talvolta questa buona abitudine è poco attuabile per motivi climatici e comportamentali.
2. Utilizzare repellenti efficaci e naturali, sia per il corpo che per i vestiti che per l’ambiente circostante. Questo garantisce una protezione nei riguardi della zanzara infettata con il parassita.
3. Utilizzare, quando è necessario, farmaci utili per la prevenzione dell’attacco malarico.
Quindi per garantirsi un viaggio sicuro, tranquillo ed in salute utilizza un abbigliamento chiaro e con buona copertura; evitare le punture delle zanzare, mediante l’utilizzo di repellenti efficaci e sicuri, possibilmente naturali, ad es. NoZeta Neem; e quando indicato da medici esperti, utilizza, senza temere, farmaci sicuri ed efficaci scelti tra i molti farmaci antimalarici oramai inefficaci e resistenti.
Queste alcune indicazioni pratiche che derivano da anni di esperienza nella prevenzione e nella cura della malaria.
• Di base il nostro organismo ha la capacità di superare, con i suoi sistemi difensivi, gli attacchi di qualsiasi tipo di microrganismo, compreso il contatto con parassita malarico. Ma non sempre il sistema è così efficace. E’ necessario supportare le difese con un comportamento attento. I tre pilastri della prevenzione ci aiutano in questo senso.
Alcuni farmaci hanno la funzione di prevenire l’attacco del parassita malarico, ed aiutano l’organismo a superare l’aggressione, con diversi meccanismi di azione;
• Esistono paesi dove l’utilizzo del farmaco preventivo è indispensabile vista la diffusione della malattia e della zanzara infetta; altri paesi dove l’incidenza della malattia è bassa e sporadica l’utilizzo di un abbigliamento idoneo e di repellenti efficaci può essere considerato sufficiente. Fattori climatici e meteorologici condizionano la presenza di insetti e rischio contagio. Segui i consigli di esperti che conoscono i reali rischi e ti possono consigliare su cosa fare;
• Per chi viaggia in buono stato di salute il concetto che le medicine “fanno male” e “sono pesanti” soprattutto per il fegato, è una “contraddizione”. E’ una vera e propria leggenda metropolitana. Il fegato è l’organo adibito alla detossificazione ed a proteggerci anche dai farmaci. E’ il suo lavoro. Ci protegge e non viene lesionato o alterato dalle medicine. Forse il vero nemico sono abitudini alimentari sbagliate, e tra questo l’alcool in quantità eccessive!!
Il vero rischio per il fegato ed anche per la salute generale è il contatto con il parassita malarico. Il parassita sia nel sangue che nelle cellule del fegato crea lesioni importanti. L’aggressione di questi microrganismi è lesiva per le nostre cellule e le conseguenze si possono sentire anche a distanza di anni. Questo è il motivo per cui non bisogna ammalare di malaria;
Il concetto “mi ammalo di malaria e poi mi curo” è un concetto sbagliato e pericoloso. Sia per i rischi anche di forme violente e mortali, non prevedibili, sia per le forme dormienti che rimangono all’interno delle cellule epatiche per anni. Con rischi di evoluzioni poco prevedibili;
Nessun farmaco attualmente utilizzato ha una copertura del 100% dalla malattia. L’efficacia è variabile e si modifica nel tempo e nelle diverse aree. In molti paesi i parassiti malarici, sensibili fino a poco tempo fa ai farmaci, sono diventati sempre più resistenti. I farmaci da sempre utilizzati stanno perdendo la loro efficacia progressivamente e mentre prima la resistenza era un fenomeno relegato a pochi territori, oggi le aree sono sempre più vaste.
Non farò un elenco di farmaci, come frequentemente proposto in molti siti, consigliati dalle autorità sanitarie internazionali (WHO) alle popolazioni che vivono nei Paesi dell’area Tropicale. Alcune medicine non si trovano nel nostro paese, altre sono efficaci sulle popolazioni locali e non vengono consigliate da decenni in Europa. Alcune non vengono commercializzate in Italia. Quindi non farò un elenco inutile e poco pratico ma darò consigli pratici e basati su esperienza pluridecennale .
• Per la chemioprofilassi rimangono a nostra disposizione e reperibili nelle farmacie italiane, quattro molecole che sono indicate come rimedi per la prevenzione dagli attacchi dei diversi Plasmodi, ma la cui efficacia si è modificata nel tempo e nei diversi territori per ciascuna di queste medicine.
La Clorochina, farmaco storico, è stato eliminato come uso sia preventivo che curativo. Primo farmaco utilizzato in tutto il mondo, in cura ed in prevenzione. L’eccessivo utilizzo lo ha reso inefficace ed il parassita ovunque è diventato particolarmente resistente al suo utilizzo. Non è più utilizzato da decenni oramai, nella maggior parte dei paesi dove la malaria da Plasmodio falciparum, considerata la più pericolosa, è presente. Mantiene la sua efficacia nei confronti del Plasmodium vivax. Questo tipo di parassita è presente in modo esclusivo, in alcuni paesi dell’America Centrale, Caraibica, ed alcuni territori dell’Asia. Si può assumere in via preventiva considerando questa caratteristica. Comunque anche nei confronti del PL. Vivax questo farmaco è diventato meno efficace. E poi vanno considerati sempre alcuni effetti collaterali per le assunzioni prolungate. Personalmente non lo consiglio neanche nelle situazioni che ho descritto. 

Meflochina (Lariam), ai giorni d’oggi è diventato farmaco inefficace e di scarsa utilità preventiva e ancora più curativa. Il farmaco è stato utilizzato fin dall’inizio degli anni ’80 in prevenzione ed in terapia. E’ stato un farmaco importante che ha sostituito nei viaggiatori l’utilizzo della clorochina. Dopo un lungo utilizzo in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90 ha diminuito costantemente la sua efficacia, a cominciare dall’ Asia e dal Sud Est Asiatico. La resistenza dei parassiti al farmaco si è poi estesa ai Paesi Africani e dell’America Latina. E’ stata una molecola sempre rischiosa per cardiopatici e neuropatici, per soggiorni ansiosi e per l’altitudine, il vuoto e le immersioni. Tutto questo per un effetto irritante a livello dell’orecchio medio. Utilizzato anche nelle donne in gravidanza, per l’assenza di effetti collaterali, avendo la caratteristica di essere somministrato una volta a settimana, Questa resistenza dei parassiti è oramai diffusa in tutto il mondo. 

Atovaquone + Proguanile (Malarone): è un farmaco che ha perso sempre più la sua efficacia ed oggi ha una scarsa copertura nei confronti soprattutto del Plasmodium Falciparum.  Farmaco non più utilizzato da tempo nel trattamento della malattia e sostituito dai derivati della Artemisia Annua.  Continua comunque a mantenere la sua diffusione ed è prescritto per la profilassi, nonostante la sua crescete inefficacia. Continua ad essere utilizzato  soprattutto dai viaggiatori europei in prevenzione. Dall’inizio degli anni ’90 ha lentamente sostituito il Lariam, per le sue caratteristiche farmacologiche ma anche di maggiore efficacia sia in prevenzione che in terapia. Poi l’efficacia terapeutica è venuta meno ma è rimasto farmaco di riferimento per la profilassi farmacologica sia per adulti che per bambini sopra gli 11 kg di peso. Il tempo massimo di somministrazione consigliati non supera i 2 mesi, utilizzato per i soggiorni brevi ma con indicazione di somministrazioni fino ai 6 mesi. Quindi ridotta l’efficacia terapeutica nei confronti del parassita malarico, ma anche la quella preventiva. E questa progressiva riduzione dell’efficacia, che lo ha fatto abbandonare per il trattamento, non è stata considerata sufficientemente in prevenzione. La resistenza dei vari tipi del parassita malarico al Malarone, si è diffusa dall’Estremo Oriente all’Asia, è giunta nell’Africa Orientale fino alle aree Subsaheliane. Anche nelle Americhe il farmaco ha ridotto la sua efficacia, ed i parassiti aumentano costantemente la resistenza.  Il risultato è che negli ultimi tempi, diversi casi di malaria si sono manifestati nonostante l’assunzione del farmaco. Confermo per la mia esperienza clinica questa situazione denunciata da più parti. Occorre tener conto che la resistenza dei parassiti a questo farmaco non si evidenzia in modo omogeneo in tutti i Continenti, ma è molto diffusa in modo differenti nei paesi, ed all’interno di questi in diversi territori. E’ frequente in Oriente e da qualche anno sempre più in molti paesi Africani: E’ ridotta ma presente in diversi paesi dell’America Latina e Centrale dove sono presenti i plasmodi. Il farmaco è comunque controindicato nei bambini di peso inferiore agli 11 Kg, nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Il costo è piuttosto elevato. Per tutti questi motivi, dopo averlo utilizzato per molti anni, sia in pevenzione, che nei trattamenti della malattia, attualmente ne ho sospeso l’utilizzo.
Doxiciclina 100 mg (Bassado): farmaco indicato come prima scelta da HWO per la profilassi della malaria, in molti paesi tropicali. Questo antibiotico, della famiglia delle tetracicline, trova da decenni indicazione per il trattamento di molteplici infezioni sia cutanee, intestinali che per molti altri usi. Farmaco di elezione per la cura del “tifo esantematico” da puntura da zecca (Rickettsia) e di infezioni derivanti da molteplici infezioni batteriche trasmesse da zanzare o insetti (es. Borrelia) o malattie batteriche sistemiche e sessualmente trasmesse (Klamydia, Mycoplasma, altri). Il farmaco diventa quindi un compagno sicuro per il viaggiatore che, con la sua compressa giornaliera, previene una serie di malattie, molto fastidiose ed anche pericolose durante il viaggio. Dalle diarree del viaggiatore, anche piuttosto violente, alle gravi infezioni da morso di zecca. Dai piccoli foruncoli o manifestazioni cutanee anche diffuse e fastidiose, a molte infezioni di origine batterica. Come indicato dalle autorità sanitarie internazionali, oltre alle azioni ed alle protezioni precedentemente esposte, la DOXICICLINA, 100 mg, è considerata il miglior farmaco per la “chemioprofilassi nei confronti della malaria”, efficace in ogni parte del mondo. Si legge in qualche sito che la sensibilità del plasmodio alla doxiciclina varia nelle diverse regioni e paesi tropicali. Questo è un grave errore di valutazione. L’efficacia, la sensibilità e la sicurezza di questo farmaco sono elevate ovunque. I buoni risultati mostrati da questa tetraciclina, uniti all’ampio spettro di azione su molte infezioni fanno di questo farmaco una prima scelta per i viaggi effettuati per brevi o lunghi periodi.
L’assunzione della doxiciclina 100 è giornaliera, iniziando un giorno prima di partire, meglio al mattino a colazione, assumendo con un bicchiere d’acqua colmo. Generalmente il farmaco non produce effetti avversi quali nausea o disturbi intestinali. L’assunzione vicino ad un pasto diminuisce questi effetti. L’esperienza di anni di somministrazione a 100 mg ci conferma che la fotosensibilizzazione (dermatiti da esposizione al sole) è ponderale, ossia dipende dalla quantità somministrata cioè legato alla dose della tetraciclina somministrata. Le tetracicline somministrate a grammi possono sensibilizzare al sole, a 100 mg generalmente non è sensibilizzante. Si preferisce non somministrare in gravidanza, né a bambini di età inferiore ai 10 anni. Sui lunghi periodi può causare una riduzione di efficacia della pillola anticoncezionale. Il costo è particolarmente contenuto.
Il farmaco va assunto dall’arrivo nell’area a rischio, una volta al giorno, durante la colazione accompagnata da un bicchiere di acqua, durante il soggiorno e per una settimana dall’uscita dall’area a rischio, periodo sufficiente a coprire il periodo di latenza per la comparsa di forme attive. Il costo molto basso di ogni confezione, l’efficacia su molti fronti e la scarsità o assenza di effetti collaterali ne fanno ad oggi il farmaco più titolato all’uso preventivo. E’ sempre necessario valutare la sensibilità od allergia alla somministrazione.

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Coronavirus: un secondo decesso in Lombardia. Commenti e considerazioni

Secondo decesso per coronavirus in Lombardia

Una anziana donna di 78 anni di Casalpusterlengo, famoso comune in provincia di Lodi in Lombardia è la seconda vittima del Coronavirus in Italia. La donna che viveva in casa da sola, potrebbe essersi contagiata a Cologno Milanese o da contatti non identificabili. Come già più volte spiegato anche questo virus, per quanto poco conosciuto, perché modificato, comunque si comporta in modo prevedibile seguendo le regole generali comuni agli altri virus respiratori.
Aumentano i casi risultati positivi ai test virologici; 29 i pazienti individuati tra la Lombardia ed il Veneto. Ed il virus è ormai accertato che diffonda anche tramite portatori asintomatici.
La grande attenzione e prudenza di tutti noi infettivologi è dovuta al fatto che alla conoscenza ridotta del virus si aggiunge la mancanza di un vaccino e di medicine specifiche. Anche se sulla terapia gli studi e le prove di alcuni farmaci già esistenti sono piuttosto avanzate e positive. Ed è chiaro che anche se alcune caratteristiche avvicinano questo visus respiratorio più a quello influenzale, che ai suoi simili quali SARS e MERS, comunque i due virus sono poco paragonabili.
Le regole indicate in questo periodo, ossia: isolamento in caso di malattia franca; quarantena di 14 giorni dall’ultimo contatto reale o ipotetico. Che può essere una auto quarantena non imposta ma desiderata dall’individuo, come uso nella attenta e responsabile comunità cinese; imposizioni di misure di
di distanziamento sociale nelle zone colpite, ossia evitare la riunione di persone con la chiusura di scuole, uffici, mercati e luoghi pubblici. Misure normali nell’ottica di evitare una ulteriore diffusione di virus.

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Coronavirus in Lombardia: 15 i casi accertati

Coronavirus in Lombardia. sono 15 i casi accertati. il primo paziente è grave.

La conferenza stampa sulla situazione del Coronavirus in Lombardia , tenuta dal ministro della Salute e dal governatore Fontana, conferma che oltre ai primi tre casi positivi, già comunicati questa mattina, (il paziente 38enne ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno, sua moglie e un collega tornato dalla Cina, con cui l’uomo aveva cenato un paio di settimane fa) si sono registrati altri undici casi positivi, compresi 5 soggetti tra personale medico e paramedico dell’ospedale di Codogno.
Per ora il soggetto che era stato individuato come possibile ‘caso zero’, ovvero colui che di rientro da un viaggio in Cina potrebbe aver trasmesso il virus al paziente ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Codogno, al primo ‘tampone’ è risultato negativo.
In isolamento circa 250 persone venute a contatto “stretto” con i casi positivi.
Tra le misure adottate per contenere la diffusione del virus la chiusura delle scuole, di locali pubblici, palestre e luoghi di ritrovo, in alcuni comuni dell’area interessata.

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Ambulatorio viaggiatori internazionali a Roma

Ambulatorio viaggiatori internazionali a Roma. Visite specialistiche al rientro dei viaggi 

Trovi a Roma un centro medico dedicato ai viaggiatori internazionali. Stai rientrando da un viaggio? Oppure risiedi a Roma ed hai bisogno di una visita specialistica? Sei in Italia per turismo o lavoro? Ti serve un centro medico dove fare visite mediche, controlli per il cuore, pressione, diabete o altro, iniezioni, medicazioni, hai bisogno di una ricetta medica per acquistare farmaci? Prenota qui

 Il dr. Paolo Meo, fondatore del Cesmet, medico specialista in clinica delle malattie infettive e tropicali, ed i suoi collaboratori, presso gli ambulatori del “Servizio Clinica del Viaggiatore Cesmet”, a Roma effettuano visite mediche specialistiche in:

MALATTIE INFETTIVE; MALATTIE APPARATO DIGERENTE; MEDICINA INTERNA; VISITE di MALATTIE INFETTIVE

Visite, diagnosi di laboratorio, terapia, per malattie acute o croniche: da microbi (batteri, virus, funghi, parassiti) o da malattie da reazioni immunitarie nei confronti di microbi quali “sindrome da fatica cronica, reumatismo articolare acuto, connettiviti ed altre malattie”. Particolare attenzione ai virus della famiglia degli Herpes (Varicella-Zoster, CMV, EBV) ed hai virus HPV, in collaborazione con altri specialisti

VISITE INTERNISTICHE e per malattie dell’apparato digerente

Visita, diagnosi di laboratorio, terapia, per malattie acute o croniche generali ed in particolare sulla “Funzionalità Intestinale e Digestiva” e studio del “Dismicrobismo” – alterata presenza della flora batterica” attraverso accurati esami delle feci sia “chimico fisici” che “microbiologici”; problemi di cistiti acute o croniche o di malattie bronchiali o polmonari; con possibilità di effettuare: ECOGRAFIE ADDOMINALI E PELVICHE, LINFONODALI, INTERNISTICHE

LETTURA e SPIEGAZIONE DEGLI ESAMI delle patologie infettive di origine batterica, parassitologica o batterica

CHECK UP INTERNISTICI, INFETTIVOLOGICI, GASTROENTEROGICI

visita medica; esami laboratorio: chimico clinici, test sierologici, esami funzionali e microbiologici e parassitologici delle feci; mantoux test; ecografie ed esami radiologici

MEDICINA DEI VIAGGI E TURISMO; MEDICINA TROPICALE – PARASSITOLOGIA; VISITE DI MEDICINA TROPICALE e VISITE PARASSITOLOGICHE

Visita, diagnosi di laboratorio, terapia, per malattie acute o croniche durante i viaggi in Italia o al rientro da un viaggio dall’estero per malattie di origine esotico e tropicale. In ambulatorio professionisti con anni di esperienza nelle realtà dei paesi delle aree in questione. Test laboratorio tropicale. Test malaria, test parassitologico delle feci; test per la diagnosi causale della diarrea.

MEDICINA DEI VIAGGI PER AZIENDE E DIPENDENTI; VISITE DI MEDICINA DEL LAVORO INTERNAZIONALE

Visite, diagnosi di laboratorio, terapia, per malattie acute o croniche effettuate con lo scopo di valutare PRIMA DELLA PARTENZA per LAVORO lo stato di salute del dipendente in viaggio, la sua capacità fisica di lavorare in ambienti con elevati rischi biologici ed ambientali;

AL RIENTRO DA UN VIAGGIO di LAVORO per visite, diagnosi di laboratorio, terapia, per malattie acute o croniche per malattie da ambienti microbiologicamente a rischio

Si effettuano

CHECK-UP TROPICALI prima della partenza:
– visita medicina internazionale e viaggi
– esami di laboratorio emato, chimici, sierologici; esami feci ed urine
– test mantoux (se richiesto o necessario)
– Rx torace (se richiesto o necessario)

CHECK-UP TROPICALI al rientro da un viaggio:
– visita medicina internazionale e dei viaggi provenienza Nord America, Nord/Est Europa, Mediterraneo, Nord Africa, Medio Oriente, Cina
– visita medicina tropicale o parassitologica provenienza: Africa, Asia, Sud Est Asiatico, Oceania, America Centrale e Latina, Caraibi
– esami di laboratorio emato, chimici, sierologici; esami feci ed urine
– esami di laboratorio per la ricerca di parassiti su sangue, feci ed urine
– test Mantoux o Quantiferon test (se richiesto o necessario)
– Rx torace (se richiesto o necessario)
– ecografie addome, pelvi linfonodi, (altre a richiesta o necessità)

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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COVID19: le domande più frequenti

COVID19 le tue domande a cui vuoi dare una risposta.

Se hai qualche altro dubbio chiedi una consulenza infettivologica.

1. Che cos’è un coronavirus?
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus ad RNA, di media grandezza, che attaccano sia gli animali ma anche l’uomo, noti per causare malattie delle vie respiratorie: dal raffreddore comune, alle faringo laringo tracheiti, bronchiti, fino a gravi polmoniti interstiziali bilaterali. Due le epidemie passate più gravi: la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
2. Che cos’è un nuovo coronavirus?
Un “nuovo coronavirus (COVID19)“ è un nuovo ceppo di virus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. Per il quale l’organismo dell’uomo non ha sviluppato alcuna protezione.
3. Gli uomini possono essere infettati da un nuovo coronavirus di origine animale?
Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli uomini e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli uomini. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più coronavirus. Il 2019-nCoV sembra possa essere stato trasmesso dai pipistrelli direttamente o tramite un animale intermediario.
4. Quali sono i sintomi di una persona infetta da un coronavirus?
Dipende dal tipo di coronavirus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e fino alla morte.
5. I coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona?
Sì, alcuni coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, solitamente dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario.
6. Esiste un vaccino per un nuovo coronavirus?
No, non esiste un vaccino specifico essendo una malattia nuova, e per realizzarne uno i tempi possono essere anche relativamente lunghi. Si parla di un periodo di circa 20/22 mesi per arrivare alla commercializzazione del nuovo vaccino. Con la nuova ricerca odierna dell’isolamento del virus da parte dei ricercatori dello Spallanzani di Roma, i tempi potrebbero accorciarsi.
7. Esiste un trattamento per un nuovo coronavirus?
Non esiste un trattamento specifico per la malattia causata da un nuovo coronavirus. Si stanno sperimentando alcuni farmaci antiretrovirali, ma i trial sono ancora in corso. Il trattamento deve essere basato sui sintomi del paziente. La terapia di supporto può essere molto efficace.
8. Cosa posso fare per proteggermi?
Le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie comprendono:
– l’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche)
– igiene delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani),
– pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)
– evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.
9. In particolare, per quanto riguarda il nuovo coronavirus identificato in Cina (2019-nCoV) cosa è raccomandato?
Posticipare viaggi nelle aree colpite non strettamente necessari.
Le aree a rischio della Cina sono consultabili nel sito dell’OMS.
Se ci si reca in Cina, nelle aree a rischio, si raccomanda di vaccinarsi contro l’influenza stagionale almeno due settimane prima del viaggio, ed anche contro il pneumococco (dr. Meo). Le due vaccinazioni non proteggono dal coronavirus ma semplificano la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra coronavirus e Influenza. Inoltre stimolano il sistema immunitario e riducendo le complicanze derivate dai due microrganismi, in particolare nei soggetti a rischio, diminuiscono l’aggressività del coronavirus dovuta alla coinfezione. È raccomandato, inoltre, di:
evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi
evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori
lavare frequentemente le mani.
Qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.
Al ritorno, se non si è cittadini che vivono in Italia, per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese.
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
• indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
• utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

10. Gli operatori sanitari sono a rischio a causa di un nuovo coronavirus?
Sì, possono esserlo, poiché gli operatori sanitari entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che gli operatori sanitari applichino coerentemente adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie in particolare.
11. Dove si stanno verificando le infezioni da 2019-nCoV?
Il cluster di casi di polmonite ad eziologia da 2019-nCoV è stato segnalato nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, il 31 dicembre 2019. La maggior parte dei casi ha avuto un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il 9 gennaio 2020, è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica.
Sono stati segnalati casi di 2019-nCoV confermati in Cina e casi importati da altri Paesi del mondo (vedi nel sito OMS: situation report) Tra i casi sono stati segnalati anche decessi. Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato la trasmissione da uomo a uomo al di fuori della provincia di Hubei e sono stati segnalati casi confermati anche tra gli operatori sanitari
12. Quali sono i rischi di propagazione in Europa?
La valutazione del rischio da parte dell’OMS è considerata molto alta in Cina, alta a livello regionale e globale.
La probabilità di introduzione del virus nell’UE è considerata moderata da parte del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC). In questa fase dell’epidemia in corso a Wuhan e nella provincia di Hubei in Cina, si possono verificare alcuni casi importati in Europa e di conseguenza una trasmissione locale (limitata). Un singolo caso rilevato in un Paese europeo non cambia il quadro complessivo della valutazione che resta di moderata probabilità di importazione di casi di 2019-nCoV nei Paesi europei (UE/EEA). Poiché a livello globale vengono segnalati sempre più casi, ciò aumenta anche la probabilità di casi sporadicamente importati anche nei Paesi eurpei (UE/EEA).
13. Come si contrae questo coronavirus?
La trasmissione da uomo a uomo è stata confermata. La fonte dell’infezione non è nota e potrebbe essere ancora attiva. Si pensa sia derivata da un contatto con alcuni tipi di pipistrelli. Pertanto, la probabilità di infezione per i viaggiatori in visita a Wuhan che hanno uno stretto contatto con individui sintomatici è considerata moderata. Il contagio generalmente avviene con il contatto diretto con persone che hanno sviluppato i sintomi della malattia. Ma è possibile, anche se in via di dimostrazione, il contagio con persone asintomatiche o ancora in via di incubazione.
14. Che fare se si è soggiornato di recente nelle aree a rischio?
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
– contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
– indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
– utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.
15. Che fare se si è soggiornato in un ospedale in cui è stata ricoverata una persona malata?
Il rischio di trasmissione esiste solo se si è stati in stretto e prolungato contatto con il paziente. I malati affetti da infezione da nuovo Coronavirus, inoltre, vengono ricoverati in ambienti separati dagli altri degenti. Sinora non è stata segnalata alcuna infezione da nuovo coronavirus contratta in ospedale o altra struttura sanitaria.
16. Quali raccomandazioni dell’OMS per i Paesi?
L’OMS incoraggia tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute acute (SARI), a rivedere attentamente eventuali casi insoliti di SARI o di polmonite e a comunicare all’OMS qualsiasi caso sospetto o confermato di infezione da nuovo coronavirus.
I paesi sono incoraggiati a continuare a rafforzare la loro preparazione alle emergenze sanitarie in linea con il regolamento sanitario internazionale (2005).
17. Quale dispositivo di monitoraggio è stato introdotto per questo virus a livello nazionale?
In Italia, è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS).
La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’OMS e l’ECDC, e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul suo Portale.
18. Quale misura sanitaria specifica per i viaggiatori è stata avviata nel nostro Paese?
Tutti i voli da Wuhan ed anche da e per la Cina sono stati cancellati. Le celebrazioni per il capodanno cinese sono state sospese per evitare il volume dei viaggi da / verso la Cina e all’interno della Cina, aumentando così la probabilità di diffusione dell’epidemia.
Su tutti i voli provenienti dalla Cina vengono effettuati controlli all’arrivo, che comprendono la misurazione della temperatura e la raccolta di informazioni dai cittadini.
Le indagini sull’epidemia sono in corso e poiché si tratta di una situazione emergente e in rapida evoluzione, le informazioni verranno aggiornate ogni volta che vi siano informazioni rilevanti.
Oggi 2 febbraio 2020 la notizia più importante riguarda l’isolamento del coronavirus nei laboratori dello Spallanzani di Roma.
È stato predisposto materiale informativo da affiggere negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali.

Fonte: fonte Ministero Salute rivisitata da dr. Paolo Meo

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04-02-20: Si aggravano le condizioni della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma.

L’opinione dello specialista.

La direzione sanitaria dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, riguardo alla coppia cinese ricoverata, ha rilasciato il seguente bollettino medico: «nelle ultime ore i due pazienti ricoverati per polmonite da Coronavirus, hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi».

Una lettura dello specialista infettivologo. Quanto sta accadendo allo Spallanzani fa parte del decorso naturale della malattia, anche in corso di terapie mirate e controllate. Come per l’influenza e per altre malattie respiratorie, quali la polmonite da pneumococco, anche per il coronavirus l’aggravamento del quadro può essere improvviso e repentino. L’organismo perde la sua capacità difensiva, che deriva dai vari livelli di immunità, ed i virus si moltiplicano senza freno. Ripetiamolo ancora: la situazione che si è creata fa parte della evoluzione clinica di tutte le malattie infettive aggressive come quelle che ho menzionato precedentemente.

La coppia cinese, proveniente dalla città di Wuhan, epicentro della epidemia, ha manifestato i tipici sintomi simil influenzali a Roma, tipici dell’inizio della malattia. Bisogna bene chiarire che il contagio in questo caso avviene attraverso le goccioline della tosse in un raggio di 1 / 2 metri e non oltre. Una volta depositato il virus ha una vita molto breve e non rimane nell’ambiente a lungo. I due pazienti sono stati ricoverati ed isolati all’ospedale Spallanzani, in seguito alla diagnosi effettuata con i test di laboratorio specifici. Da quattro giorni i due pazienti cinesi sono sottoposti alle cure necessarie, sia con farmaci antivirali “sperimentali”, ossia utilizzati per altri tipi di virus, e di cui non si conosce l’efficacia sul 2019-nCoV. Sia con supporto sia reidratante che farmacologico sintomatico. Sappiamo bene che l’evoluzione della malattia nella maggior parte dei casi è positiva, fino alla guarigione, ma in una percentuale di soggetti si aggrava, fino ad una insufficienza respiratoria importante e pericolosa. Ed è quello che è successo ai due cinesi. In questo caso, nelle unità di terapia intensiva, si aiuta il malato con una respirazione assistita, cioè aiutandolo a respirare e continuando le terapie necessarie.

Tutto questo succede in tutti i casi di polmonite, per esempio quelli da pneumococco, che evolvono verso l’insufficienza respiratoria, e possono portare al decesso. In Italia oltre 11.000 persone l’anno muoiono da polmonite di tipo batterico. E questo lo voglio sottolineare perché da noi, in Italia ed in Europa, si muore per tante malattie anche respiratorie. La stessa influenza in Italia fa migliaia di morti l’anno.

Ci auguriamo e facciamo gli auguri alla coppia cinese per una pronta guarigione, ma come diceva il bollettino, la bibliografia internazionale di questi giorni riporta una evoluzione così grave in molti casi di 2019-nCov. Molti guariscono, qualcuno non ce la fa.

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02-02-20: Complimenti all’ospedale Lazzaro Spallanzani. Una eccellenza della scienza italiana

Il Coronavirus 2019 n-CoV è stato isolato presso i laboratori dell’ospedale e Centro di Ricerca avanzato Lazzaro Spallanzani di Roma. Una ricerca fondamentale e pietra angolare per sconfiggere questa grave epidemia ed in particolare il suo Coronavirus.
Ci dobbiamo tutti congratulare e ringraziare i ricercatori ed il personale di uno dei centri di ricerca d’eccellenza italiano ed europeo, lo Spallanzani di Roma, ed il suo Direttore Scientifico Giuseppe Ippolito. In pochi giorni i ricercatori sono riusciti, tra i primi nel mondo, ad isolare ed identificare il virus che ha paralizzato la Cina e messo paura in tutto il mondo. Atteggiamento che non trova giustificazione nella attuale situazione della diffusione della epidemia.
Ma proprio dai ricercatori dell’ospedale romano delle malattie infettive giungono le opportunità di poterlo studiare, capire e verificare cosa si può fare per bloccarne la diffusione.

Conferma il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico della Istituzione :” i dati della ricerca saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale. Si aprono spazi per nuovi test di diagnosi e vaccini. Con questo contributo sul Coronavirus l’Italia diventa interlocutore di riferimento per la comunità scientifica internazionale”. Ancora un grazie e tanti complimenti a questa eccellenza scientifica che contribuisce con la sua attività alla protezione della nostra salute. dr. Paolo Meo

02-02-20: Complimenti all’ospedale Lazzaro Spallanzani. Una eccellenza della scienza italiana Leggi tutto »

01-02-20: Come ci difendiamo dall’attacco dei virus.

Come ti proteggi dai virus.

Coronavirus N-CoV, un’epidemia che spaventa. Un’epidemia per la quale scienziati di tutto il mondo stanno cercando la migliore soluzione per evitarne la diffusione globale. E tra gli strumenti più importanti lo studio, la realizzazione e la produzione di un vaccino efficace e sicuro. Ma quante altre epidemie nel mondo creano ogni giorno malattie gravi e decessi? Caro lettore vai a vedere infondo alla pagina il “rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla 3a settimana di gennaio 2020 di epidemia influenzale in Italia”. Leggilo con attenzione… ma allora di cosa vogliamo parlare?
E qui risuona il solito ritornello sui vaccini. Ma allora questi vaccini servono o no? Questa epidemia di Coronavirus che sta generando un panico universale ci pone tutta una serie di altri interrogativi importanti, primo fra tutti:
“Ma siamo veramente così deboli ed indifesi nei confronti di microscopiche forme vitali quali i virus? “ E noi ci possiamo difendere in qualche modo?” Cercherò di dare una risposta sintetica.

Altre domande sorgono spontanee sull’argomento e sulla situazione:
è veramente una forma così distruttiva rispetto a tante altre malattie a cui siamo normalmente abituati? (Vedi in fondo alla pagina report di ISS su influenza)
Ma allora i vaccini hanno veramente un senso?
Chi li propone e’ veramente un pazzo?
Oppure come i tanti, che in Italia si sono addirittura costituiti in partito politico (no Vax), che affermano essere strumenti deleteri e pericolosi?
Affronterò questi ed altri argomenti nei prossimi editoriali nei prossimi giorni. Per questo ti aspetto per ulteriori riflessioni.

Siamo macchine da guerra
La prima cosa che ci conforta è che contro qualsiasi forma di virus, batteri ed altri microbi, anche i più aggressivi, noi viventi siamo “macchine da guerra”. Guerreggiamo verso nemici invisibili che ci circondano a milioni. Difatti il nostro “sistema difensivo” è quasi invalicabile. Dalla “copertura antiaerea”, realizzata da pelle e mucose e dal sottocutaneo esternamente; ai “centri sentinella e dell’intelligence” distribuiti nei linfonodi e nei 12 metri dell’intestino; ai “battaglioni” dell’esercito cellulare dei globuli bianchi, e non solo, differenziato in migliaia di funzioni diverse; fino “all’enorme sistema di munizioni”, ossia gli anticorpi e l’immenso numero di molecole pronte ad intervenire. E con questo sistema difensivo superiamo le migliaia o milioni di contatti giornalieri che abbiamo con i nemici microscopici, virus, batteri ed altri, anche quelli più aggressivi.

Viviamo quotidianamente tra i virus e ci difendiamo
Tutte queste aggressioni vengono respinte e noi continuiamo a stare in salute, nella vita di tutti i giorni, quando andiamo al ristorante, quando mettiamo in bocca con le mani le peggiori contaminazioni, quando portiamo a casa con le scarpe tutti i residui che abbiamo calpestato, e portiamo ogni tipo di microbo. Ma anche durante i viaggi, i soggiorni e i trekking in qualsiasi meta o ambiente ci rechiamo.

Qualche volta le difese non funzionano
Ma poi qualche volta il sistema difensivo cutaneo, intestinale, immunitario non funziona, è scoordinato, poco attivo per una serie di motivi, i più diversi, derivanti anche dalla presenza di malattie spesso croniche e persistenti, o derivanti anche dall’età. Ed allora batteri, virus, funghi ed altre forme microbiche hanno il sopravvento. Questi microbi, di tutti i tipi, infettano il nostro organismo ed allora inizia un’altra battaglia, quella dei sintomi che si manifestano all’esterno. Il contagio fa diffondere i nemici invisibili dentro il nostro organismo, che si difende come può. Febbre anche altissima, tosse, muco, vomito, diarrea, infiammazione. E chi più ne ha più ne metta. La persona presenta tutta una gradazione di sintomi da lievi a forti, quello che noi chiamiamo malattia. Cioè manifesta i “sintomi di una difesa” nei confronti di un attacco batterico o virale. Se questi sintomi difensivi rimangono lievi possono diminuire e poi annullare la presenza dei microbi nell’organismo. Se invece crescono ed oltrepassano il dovuto si rivolgono contro lo stesso organismo e possono alterare in modo grave i sistemi e gli organi. Questi ed altri sistemi di difesa fanno di noi viventi, piante, animali ed uomo, uno dei sistemi più forti dell’universo.

Il sistema di difesa può non funzionare.
Come ho detto prima la presenza di “malattie croniche” cardiocircolatorie, polmonari, renali o addominali, e tante altre situazioni compresa l’età degli individui possono condizionare le risposte difensive scatenando e portando fino al decesso.
Morale: “Mantieni un buono stato di salute”; “una sana alimentazione”; “un’attività sportiva” anche minima, se possibile giornaliera; “integratori a base di molecole naturali attive sui sistemi difensivi”, quindi in grado di stimolare le difese; la “somministrazione di vaccini” con stimolazioni immunologiche su tutto il sistema e sulla produzione specifica di anticorpi.
Tutte queste pratiche di attività preventiva rafforzano ed alzano l’asticella del “sistema di difesa” che ci fa superare o quanto meno riduce gli effetti, talvolta drammatici, dei microrganismi di cui abbiamo parlato.
Il Coronavirus, anche il tipo 2019-nCoV, è soggetto agli stessi meccanismi. Il contatto è sicuramente vastissimo, il contagio e l’infezione molto elevata, la manifestazione dei sintomi, ossia la malattia conclamata bassa rispetto ai contatti, la mortalità particolarmente bassa. (siamo intorno al 2%.). Poi per il fatto che ci troviamo di fronte ad un virus nuovo, mutato, questo genera perplessità e paura. Ma ti ricordo che anche il mixovirus dell’influenza, che si modifica ogni anno in natura, diffonde come una pandemia, coinvolge milioni di persone, ed ha una mortalità più alta.

Questo il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità riguardante l’influenza in Italia.( tanto per dare una idea)
Di seguito è riportato un riepilogo degli indicatori disponibili:
• Casi gravi: alla 3a settimana della sorveglianza (ottobre 2019) sono stati segnalati 45 casi gravi di cui 7 deceduti.
Mortalità: durante la 3a settimana del gennaio 2020 la mortalità è stata inferiore al dato atteso, con una media giornaliera di 228 decessi rispetto ai 250 attesi. Nota: consulta il sito del Ministero della Salute per saperne di più sulla sorveglianza della mortalità     

Fonte: FluNews-Italia

( Se vuoi saperne di più e magari decidere se affrontare o meno qualche viaggio programmato, in questo periodo di crisi sanitaria internazionale, prenota una visita-consulenza presso gli ambulatori del Cesmet. Oppure acquista la tua consulenza on line e poi formula le tue domande inserendo i dati richiesti.)

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