Paolo Meo - MioDottore.it

Encefalite da zecche

Il pericolo viene dalle zecche. Scoperto nell’uomo un nuovo virus trasmesso da questi artropodi. WELT , un orthonairovirus che viene dall’EST.

Un nuovo tipo di virus, trasmesso dalle zecche, è stato recentemente scoperto nell’uomo, suscitando preoccupazioni per il suo potenziale di scatenare infezioni cerebrali mortali. Questo virus, chiamato Wenzhou orthonairovirus (WELV), è stato identificato per la prima volta in un paziente cinese di 61 anni, che è stato morso da una zecca durante una visita a un parco in Mongolia. La scoperta, pubblicata sul New England Journal of Medicine, rappresenta un passo avanti nella comprensione delle malattie trasmesse dalle zecche, ma solleva anche interrogativi sul rischio di nuove infezioni emergenti.

ZECCA SUL PRATO
                          ZECCA SUL PRATO

Il contesto delle malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche sono note da tempo per essere vettori di una vasta gamma di malattie infettive. La malattia di Lyme, una delle malattie più conosciute, è causata dal batterio Borrelia burgdorferi e può portare sintomi debilitanti come affaticamento cronico, dolori articolari e problemi neurologici ed anche problemi cardiocircolatori se non trattata tempestivamente. Altre malattie sono la babesiosi, la rickettsiosi e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF), che sono anch’esse trasmesse dalle zecche e hanno effetti potenzialmente gravi sulla salute umana. Le rickettsie sono l’agente causale del Tifo esantematico, malattia sistemica, del sangue e della microcircolazione, particolarmente grave.
Tuttavia, il WELV rappresenta una nuova minaccia nel panorama delle infezioni trasmesse da questi piccoli parassiti. Sebbene sia stato scoperto per la prima volta nel 2019, la sua esistenza e il suo impatto sono stati divulgati solo di recente, attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale.

La scoperta del virus WELV
Il caso del paziente di 61 anni ha fornito il primo indizio dell’esistenza del WELV. L’uomo si è presentato all’ospedale di Jinzhou, nella provincia di Liaoning, in Cina, con sintomi che includevano febbre, mal di testa, vomito, scarso appetito e linfonodi ingrossati. Questi sintomi si sono sviluppati cinque giorni dopo la visita in Mongolia, dove aveva trascorso del tempo in un parco noto per essere infestato da zecche.
Inizialmente, i medici hanno trattato il paziente con antibiotici, ipotizzando che fosse affetto da un’infezione batterica, come spesso avviene nei casi di morsi di zecche. Tuttavia, quando i sintomi non sono migliorati, ulteriori indagini hanno rivelato la presenza di un virus sconosciuto fino a quel momento, appartenente alla famiglia degli orthonairovirus. Gli orthonairovirus sono una famiglia di virus che comprende altri agenti patogeni pericolosi, come il già citato CCHF, il quale può essere letale in una percentuale significativa di casi.

La trasmissione e la diffusione del WELV
Il WELV è trasmesso principalmente dalle zecche, che agiscono come vettori del virus. Tuttavia, come per altre malattie trasmesse da questi artropodi, anche gli animali da allevamento possono essere una fonte di infezione, in quanto possono essere serbatoi di questo virus. Ciò è particolarmente preoccupante per le persone che lavorano a stretto contatto con animali o che vivono in aree

WELV - ORTHONAIROVIRUS
            WELV – ORTHONAIROVIRUS

rurali dove il bestiame è abbondante. L’infezione può anche diffondersi tra gli esseri umani attraverso il contatto con fluidi corporei infetti, un rischio significativo in contesti sanitari se le attrezzature mediche non vengono adeguatamente sterilizzate.
Per capire meglio la diffusione del virus, i ricercatori hanno intrapreso uno studio su larga scala raccogliendo circa 14.600 zecche in tutta la Cina settentrionale. L’analisi ha rivelato che almeno cinque diverse specie di zecche erano capaci di trasportare il WELV, ma la Haemaphysalis concinna era la più comune e diffusa. Questo dato suggerisce che il virus potrebbe essere presente in varie regioni e trasportato da molteplici vettori, aumentando il rischio di diffusione geografica.

Dopo l’identificazione del WELV nel paziente di 61 anni, i medici hanno iniziato a testare altri individui che presentavano sintomi simili. L’indagine ha portato alla scoperta di altri 20 casi di infezione virale causata dal WELV. I pazienti affetti presentavano sintomi come vertigini, mal di testa, mal di schiena, nausea e diarrea. Tuttavia, i test hanno anche evidenziato che il virus può danneggiare i tessuti e influenzare la coagulazione del sangue, portando in alcuni casi a sintomi più gravi.
Uno dei pazienti infetti è entrato in coma e ha mostrato un aumento significativo dei globuli bianchi attorno al cervello e al midollo spinale, segnalando che il virus può causare gravi complicazioni neurologiche. Questo aspetto del virus lo rende particolarmente preoccupante, poiché suggerisce che possa avere un impatto devastante sul sistema nervoso centrale, in particolare nei pazienti vulnerabili.

Esperimenti di laboratorio e implicazioni per la salute umana
Per valutare ulteriormente il potenziale patogeno del WELV, i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio su topi infettati con il virus. I risultati sono stati allarmanti: il virus ha causato infezioni gravi in molti dei topi, portando a danni multi-organo e, in alcuni casi, alla morte. Tra gli organi colpiti, il cervello e il sistema nervoso centrale sono stati particolarmente vulnerabili, confermando che il virus può avere effetti neurotossici potenzialmente letali.
Questi risultati suggeriscono che, mentre il WELV può causare infezioni lievi o moderate in alcuni casi, potrebbe avere esiti molto più gravi in pazienti con un sistema immunitario compromesso o in coloro che non ricevono trattamenti tempestivi e adeguati. La scoperta del virus ha sollevato serie preoccupazioni sul suo potenziale di diffondersi più ampiamente tra gli esseri umani, in particolare in regioni dove la sorveglianza delle malattie trasmesse dalle zecche non è adeguata.

Il ruolo delle zecche nella trasmissione di virus emergenti
Le zecche sono tra i parassiti più antichi e resilienti al mondo, esistendo da milioni di anni e adattandosi a una vasta gamma di habitat. Ciò le rende vettori ideali per molte malattie emergenti, in quanto possono trasportare virus, batteri e parassiti da un ospite all’altro senza essere gravemente danneggiate. Negli ultimi decenni, con il cambiamento climatico, la globalizzazione e la modificazione degli ecosistemi, la popolazione di zecche è aumentata in molte regioni, portando a un aumento dei casi di malattie trasmesse da questi parassiti. . Le zecche, con la loro capacità di sopravvivere in una vasta gamma di ambienti e di nutrirsi su un’ampia varietà di ospiti, rappresentano uno dei principali vettori di malattie emergenti. Il loro ciclo di vita e la loro capacità di infettare più ospiti nel corso della loro esistenza le rendono un punto critico nella trasmissione di agenti patogeni emergenti.

Gli orthonairovirus, famiglia a cui appartiene il WELV, sono noti per causare malattie potenzialmente letali. Il virus della febbre emorragica di Crimea-Congo, uno dei più noti orthonairovirus, si diffonde principalmente attraverso il contatto con il sangue o i tessuti di animali infetti, come il bestiame. Le zecche, nutrendosi del sangue di vari ospiti, possono diventare facilmente vettori di agenti patogeni, trasferendo virus, batteri e parassiti da un organismo all’altro. La CCHF è endemica in molte regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale, dove l’interazione tra zecche, animali e uomini è frequente. I sintomi includono febbre alta, emorragie interne ed esterne e, in molti casi, la morte. Il tasso di mortalità può arrivare fino al 40%, a seconda della tempestività e dell’efficacia del trattamento.
Il fatto che il WELV appartenga alla stessa famiglia di virus suggerisce che potrebbe potenzialmente evolversi in una malattia altrettanto grave, sebbene al momento i casi conosciuti sembrino avere un tasso di mortalità molto inferiore. Tuttavia, poiché il virus è stato scoperto solo di recente, è necessario continuare a monitorarne la diffusione e valutare con attenzione il suo impatto potenziale sulla salute pubblica.

Il rischio di infezioni zoonotiche
Il WELV rappresenta un esempio lampante di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose per l’umanità, come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS, hanno origine in animali selvatici o domestici. La vicinanza crescente tra esseri umani e fauna selvatica, sia attraverso la deforestazione sia attraverso il commercio illegale di animali esotici, ha aumentato il rischio di queste infezioni.
Le zecche, che si nutrono del sangue di animali e persone, rappresentano un ponte perfetto per il trasferimento di patogeni dagli animali agli esseri umani. Il WELV potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga serie di virus zoonotici che emergono a causa dell’aumento delle interazioni tra l’uomo e la natura. Per questo motivo, gli esperti di salute pubblica raccomandano una sorveglianza continua delle malattie zoonotiche e una maggiore attenzione alla prevenzione.
Il WELV è un esempio di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose che colpiscono l’umanità hanno origine zoonotica, inclusi virus come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS.

dr. Paolo Meo

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Encefalite da Zecche (TBE)- Vaccinazione

Il vaccino per adulti attualmente in commercio in Italia in fiala 0,50 ML im e’ indicato per l’immunizzazione attiva (profilassi) di soggetti di eta’ pari o superiore a 16 anni contro la encefalite virale da zecca (TBE). Il prodotto deve essere somministrato sulla base delle raccomandazioni relative alla necessità, dovuta alla presenza di zecche infettate dal virus nelle aree di destinazione. (vedi sezione malattia).

I vaccini pediatricI: attualmente in commercio in Italia in fiala 0,25 ML im  sono indicati per l’immunizzazione attiva (profilassi) di bambini di eta superiore a 1 anno e inferiore ai 16 anni contro la encefalite da zecca (TBE). Questi vaccini sono’ in grado di proteggere soltanto dalla encefalite da zecca di natura virale, e non dalle infezioni causate dai batteri del genere Borrelia che vengono anch’essi trasmessi dalle zecche e che possono causare sintomi analoghi, ma che vengono trattati con antibiotici specifici.

Composizione:

Virus coltivati su cellule embrionali di pollo (cellule CEF), inattivati con formalina.

VACCINO ENCEFALITE DA ZECCA PURIFICATO E INATTIVATO (CEPPO NEUDOERLF) adsorbito su idrossido di alluminio, idrato (0,35 milligrammi Al³+)

Indicazioni per il vaccino:

La vaccinazione è raccomandata a tutti coloro che si recano nelle zone endemiche, in particolare per coloro che vivono nelle zone rurali e boschive (es. contadini, escursionisti, campeggiatori, soldati). Il rischio è maggiore nei mesi estivi.

Efficacia del vaccino:

99% Efficacia dopo 2 settimane.

Durata copertura immunologica:

Dopo il ciclo vaccinale di 3 dosi: 3 anni. La dose di richiamo al 3° anno dal ciclo. Ulteriori richiami ogni 3-5 anni.

Modalità di somministrazione:
per via intramuscolare, iniettiva nella regione deltoidea;
La prima dose deve essere somministrata in una data stabilita e la seconda dose deve essere somministrata tra 1 e 3 mesi dopo. Nel caso in cui sia necessario raggiungere rapidamente una risposta immunitaria, la seconda dose può essere somministrata due settimane dopo la prima dose. La terza dose deve essere somministrata tra 6 e 12 mesi dopo la seconda vaccinazione.

Per ottenere la protezione immunitaria prima dell’inizio dell’attività stagionale delle zecche, che avviene in primavera, la prima e la seconda dose devono essere somministrate preferibilmente nei mesi invernali. Il programma di vaccinazione deve essere idealmente completato con la terza vaccinazione entro la stessa stagione delle zecche o almeno prima dell’inizio della successiva stagione delle zecche. Novembre – Febbraio / 2a Genn /Marzo / 3 Maggio – Luglio

Effetti collaterali:

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in studi clinici di sicurezza in adulti di età da 16 anni in su (3512 dopo la prima vaccinazione e 3477 dopo la seconda, e 3277 dopo la terza).

Le reazioni avverse elencate in questo paragrafo sono riportate secondo le convenzioni sulla frequenza raccomandate:

  • Molto comune: ≥1/10 reazioni sul sito di iniezione e infusione
  • Comune: ≥1/100, <1/10 Cefalea, Nausea, Mialgia, artralgia, Stanchezza, malessere
  • Non comune: ≥1/1000, <1/100 Linfoadenopatia, Vertigini, Piressia,
  • Raro: ≥1/10000, <1/1000 Sonnolenza, Diarrea, dolore addominale

Controindicazioni:

  • Ipersensibilità al principio attivo, a uno qualsiasi degli eccipienti o ai residui produttivi (formaldeide, neomicina, gentamicina, solfato di protamina).
  • Grave ipersensibilità all’uovo e alle proteine del pollo (reazione anafilattica dopo ingestione orale di proteine dell’uovo).
  • La vaccinazione anti-TBE deve essere rimandata nel caso in cui il soggetto sia affetto da una infezione febbrile acuta.
  • In caso di una malattia autoimmune nota o sospetta nel soggetto da vaccinare, è necessario valutare il rischio di una possibile infezione da TBE rispetto al rischio che il vaccino possa produrre un effetto avverso sul decorso della malattia autoimmune stessa.
  • I dati sono insufficienti per l’uso in gravidanza e allattamento. Pertanto deve essere somministrato durante la gravidanza e nelle donne che allattano al seno solo se è considerato urgente ottenere la protezione contro la infezione da TBE e dopo aver attentamente considerato il rapporto rischio / beneficio.
  • Non controindicato in caso di immunodepressione, ma risposta anticorpale incerta

Calendario:

Non obbligatoria in Italia nelle vaccinazioni dell’infanzia.

VIAGGIATORI INTERNAZIONALI:

la vaccinazione non è obbligatoria per regolamento internazionale dell’OMS.
Nessun paese richiede prova di vaccinazione contro l’encefalite virale da zecche quale condizione per entrare. Buona parte del continente europeo germanico danubiano e la regione dei paesi Balcanici fino ai confini con l’Albania sono da considerare mete dove sono presenti focolai di virus trasmesso dalle zecche, causa di gravi forme di infiammazione encefalico meningea. Il rischio è presente fino alle pianure russo danubiane.

Oltre che ai turisti che si dedicano a passeggiate nei boschi e nei prati ed ai campeggiatori, il vaccino è consigliato a chi lavora nei campi e nei boschi anche delle regioni Veneta e Friulana, In Italia. Descritti focolai nel Bellunese e nelle montagne di Udine.

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