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SARS-CoV2: dalle foglie di olivo un Kit protettivo per il virus respiratorio.

Dalla natura un KIT protettivo efficace e naturale contro il Coronavirus: le foglie d’olivo

 

Dall’estratto di “foglie di olivo” riemerge una antica azione antivirale ed immunostimolante. L’estratto e i derivati rafforzano l’immunità e utilizzano il potere antivirale da contatto nei confronti del Coronavirus. Le conferme dall’università di Ferrara agli studi sulle capacità antivirali, antisettiche. Bloccate tutte le crescite batteriche in cultura da contatto con gli estratti e derivati. (Guarda il video)

Le foglie d'olivo dalle meravigliose e benefiche proprietà
Le foglie d’olivo dalle meravigliose e benefiche proprietà

Ti propongo un KIT antisettico efficace

Un aiuto contro la diffusione del virus SARS-CoV-2:
[1] prima di tutto il comportamento personale, le norme igieniche, il distanziamento sociale e la quarantena se necessaria. Diminuire drasticamente i contatti e stare distanziati serve a rallentare la possibilità di contatto con il coronavirus.
[2] KIT ANTISETTICO – DISINFETTANTE CAVO ORALE E MUCOSE NASALI. Da sempre l’olivo ha avuto poteri antibatterici e antivirali da contatto. Famoso per le sue forti caratteristiche immunostimolanti, antiossidanti, ossigenanti ed energetici. “L’estratto di foglie di olivo” contiene alcune molecole, farmacologicamente attive, “Rutina” ed “Oleuropeina” ed “Idrossitirosolo” che possono aiutarci a mettere il nostro organismo nelle condizioni di rafforzare le sue difese. E di rispondere alla diffusione di virus e batteri dalle goccioline e dalla saliva. Per mia lunga esperienza, preventiva e clinica, integrano l’azione di farmaci o vaccini. (leggi una sintesi della azione dei prodotti.)

Il KIT ANTISETTICO. Provalo per un periodo di 3 mesi:
[1] 2 bottiglie di Olife: (estratto di foglie di olivo per 1 mese):
immunità, energia, antiossidante, antisettico, antivirale
ogni giorno 1 tazzina dopo colazione e prima di cena;
[2] 1 crema mani: Disinfettante antisettico per pulizia e l’idratazione e nutrimento delle mani;
applicare come disinfettante e nutriente;
[3] 1 Spray nasale: per disinfettare e evitare la presenza virale nelle mucose nasali;
1 spray 2 o 3 volte al giorno, durante la giornata;
[4] 1 collutorio: Gargarismi per disinfettare gola e vie aeree;
utilizzare al mattino ed alla sera;
[5] 1 dentifricio. Pulizia dei denti con un dentifricio fortemente antisettico;
lavaggio denti mattino e sera

puoi igienizzare e disinfettare superfici, vestiti, ambienti:
[6] 1 olisan igienizzante. : studi sulla azione delle molecole contenute nello spray dimostrano l’efficacia di distruggere batteri e virus al contatto.(Microbiologia università Ferrara)
Applicare 1 volta al giorno, sulle superfici e vestiti da disinfettare da batteri e virus

 

Puoi ordinare l’intero KIT ANTISETTICO E DISINFETTANTE con tutti e sei i prodotti

oppure scegliere il KIT RIDOTTO ANTISETTICO formato da. Provalo per un periodo di 3 mesi:
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ogni giorno 1 tazzina dopo colazione e prima di cena;
[2] 1 crema mani: Disinfettante antisettico per pulizia e l’idratazione e nutrimento delle mani;
applicare come disinfettante e nutriente;
[3] 1 collutorio: Gargarismi per disinfettare gola e vie aeree;
utilizzare al mattino ed alla sera.

 

PER ORDINARE I PRODOTTI : chiama il numero 06 39030481, oppure scrivi a prevenzionesalute@clinicadelviaggiatore.com
Il dr. Meo rimane a tua disposizione per qualsiasi quesito, dubbio, informazione sull’utilizzo dei prodotti.

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Integratori e benessere: estratti di foglie di olivo

Perché fa bene utilizzare gli “estratti di foglie di olivo ?”

Ed in questo periodo di diffusione del Coronavirus in Italia, come aiutare a prevenire questa malattia respiratoria. Utilizza il KIT PREVENTIVO E DISINFETTANTE, un KIT formato da alcuni prodotti a base di OLIVUM antisettici, antivirali, immunostimolanti, antiossidanti, ed energetici.      

Guarda il video  e poi naviga nel sito di OLIVUM: informati; studia i prodotti a base di OLIVUM e poi ordina ciò che vuoi anche con ottimi sconti. Ti saranno recapitati a casa.

Una volta all’interno clicca su REGISTRATI E DIVENTA CLIENTE e completa la registrazione. Potrai usufruire anche di una assistenza medica per come utilizzare i prodotti.

QUI puoi chiedere informazioni ed una consulenza medica su come utilizzare i prodotti.

QUI puoi scoprire i diversi utilizzi degli integratori in questione.

Da sempre, da medico infettivologo e tropicalista, ho cercato, oltre il necessario utilizzo dei farmaci curativi per le malattie, di utilizzare “prodotti di supporto” – “integratori naturali”, che contribuissero a riattivare l’energia interna cellulare e la funzionalità organica persa dopo una malattia. Quei malesseri e stati di alterazione che permangono dopo una malattia. Integratori che stimolassero i sistemi interni di difesa e riattivassero quei meccanismi di protezione per l’organismo. Ciò che madre natura ha fornito al mondo vegetale ed a quello animale. “Vis sanatrix Naturae”
E per i viaggiatori ho cercato di prescrivere, accanto ai comuni farmaci, l’utilizzo di “prodotti efficaci e naturali” a scopo preventivo, energetico, equilibrante i metabolismi durante i viaggi.

Nel mio passato di medico in giro per vari Continenti ho imparato ad apprezzare l’utilizzo degli “estratti di varie parti di piante” utilizzate dai popoli detentori di conoscenze di tradizioni alcune volte millenarie; da sempre l’uomo, in tutte le culture ed in tutti i paesi, ha utilizzato parti di piante per prevenire, curare, mantenersi in salute, superare stanchezza e malesseri. In ogni cultura le piante da sempre hanno fornito molecole farmacologicamente attive.
Nel bacino del mediterraneo la pianta principe per la salute dei popoli rivieraschi è stata da sempre l’OLIVO i cui frutti hanno nutrito, con il loro olio; le cui foglie hanno curato con le loro essenze ed estratti.

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Grave comportamento di alcuni medici. Non seguite certi consigli.

E’ grave il comportamento di alcuni medici che in via preventiva utilizzano alcuni farmaci antivirali, e li consigliano come prevenzione contro le infezioni del Coronavirus. 

La psicosi del Coronavirus colpisce anche alcuni medici di scarsa capacità professionale ma anche etica. Ho potuto constatare personalmente che ci sono alcuni medici che, a scopo preventivo, e spero solo su di loro e non sui loro assistiti sani, hanno realizzato un cocktail di farmaci antivirali, che attualmente, dopo una prima sperimentazione in Cina ed in alcuni paesi, sono sotto studio anche qui in Italia, presso i nostri centri clinici, sui pazienti sintomatici gravi affetti da insufficienza respiratoria da Coronavirus. Questi colleghi, senza alcuna cognizione né capacità professionale, hanno messo insieme farmaci antivirali che sono stati utilizzati per la cura della SARS, di HIV, per la cura della influenza stagionale, e per parassitosi, ed hanno realizzato un cocktail preventivo, da utilizzare a loro detta, per proteggersi dalla aggressione del Coronavirus, nel corso della loro attività medica giornaliera. Una variante richiesta, a detta dei farmacisti da me contattati, consiste nell’aggiungere ai farmaci anzidetti un antivirale per la cura dell’Herpes. Una vera follia, che può avere conseguenze con effetti collaterali anche pesanti. E si spera che questa miscela di farmaci, ben conosciuti ed utilizzati per la cura di virus pericolosi ed aggressivi, non venga prescritta anche ai propri assistiti in via preventiva. Non voglio far di proposito il nome dei farmaci, per non indurre, chi si trova in situazione di panico, ad acquistare e a utilizzare medicine, il cui costo supera abbondantemente i 600 euro. Farmaci che nulla hanno a che vedere con la prevenzione nei confronti di questo virus.
E questo è un messaggio per tutti. Non assumete farmaci dati casualmente o per vostra pressante richiesta, o ancora peggio per lucro. Deve essere chiaro a tutti che non esiste una prevenzione farmacologica per questo virus. Né esiste una prevenzione vaccinale diretta. Il Vaccino per il SARS-CoV-2 ancora non esiste, non è sul mercato e occorreranno mesi, per metterlo a punto e commercializzarlo. E speriamo che gli sforzi di centri di ricerca in tutto il mondo ci porteranno presto a frenare la corsa di questo nuovo virus respiratorio. Comportamenti di distanziamento sociale, comportamenti di igiene idonei, isolamento e quarantena. Queste le uniche misure ad oggi da tenere per contrastare la diffusione del virus, anche nei nostri confronti. In via indiretta la vaccinazione antinfluenzale ed anti pneumococco può impedire la possibilità di una coinfezione, che potrebbe risultare particolarmente aggressiva.

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la natura del SARS-CoV-2 virus respiratorio

La questione del SARS-CoV-2 sta nella natura e nelle caratteristiche comuni a questi virus respiratori.

Anche questo virus, mutato da poco, mantiene regole biologiche ben precise comuni a tutti i virus. Il SARS CoV-2 ha una grande capacità a diffondere molto rapidamente e si moltiplica in modo esponenziale. Cavalca senza sosta di fronte ad una prateria senza alcun freno né ostacolo. La prateria è l’umanità, siamo tutti noi. Diffonde velocemente e contagia sempre più persone e di queste oltre l’80% o non ha sintomi o manifesta sintomi lievissimi o lievi, respiratori. Il restante 15-20% ha una sindrome respiratoria anche grave, oltre il 3% in Italia risulta essere mortale. Il problema è che più crescono i contagiati, e ciò avviene in modo esponenziale, più aumentano coloro che hanno bisogno di assistenza ospedaliera, in particolare di assistenza respiratoria e di terapia intensiva e subintensiva. Senza vaccini e senza antivirali specifici, oltre quelli che si stanno provando, non c’è freno alla sua diffusione, all’aumento di casi, alle richieste di assistenza. Per questo motivo si teme che questa crescita di richieste di assistenza porti al collasso della organizzazione sanitaria, nazionale e globale. In Italia e nel mondo. Non per inefficienza o incapacità, ma per carenza di strutture. Quello che si cerca di fare con le misure che si prendono progressivamente è limitare più possibile la circolazione di un virus, il coronavirus, che ha nelle sue caratteristiche sintomi, anche gravi, una mortalità relativamente bassa, ma la capacità di crescere esponenzialmente. Quindi non ci troviamo di fronte ad un virus “letale” e “distruttivo” ma ad un virus respiratorio, aggressivo in una percentuale di casi, verso il quale non abbiamo ancora le armi per arrestarne la crescita e bloccarne la virulenza. Ci vorranno mesi per riuscire ad avere questi strumenti a disposizione. Intanto dobbiamo frenarne la corsa. Il problema è che frenando la corsa con misure di contenimento sempre più forti si distrugge l’economia, il tessuto produttivo, ed il tessuto sociale. Difficile trovare un compromesso. Ma questi sono i fatti. Occorre sbrigarsi nella ricerca dei vaccini e dei farmaci e sperare che queste misure in breve riducano la diffusione di un virus che comunque continuerà la sua corsa” Sperando anche nella stagione primaverile e soprattutto estiva, fino a prova contraria. Dr Paolo Meo

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Coronavirus, scuole chiuse in tutta Italia fino a metà marzo. Cerchiamo di capire

Coronavirus, scuole chiuse in tutta Italia fino a metà marzo
La decisione è presa. “scuole chiuse in tutta Italia”. Da giovedì 5 fino al 15 marzo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha confermato che scuole ed Università su tutto il territorio nazionale rimarranno chiuse. Le misure sono state varate oggi, martedì 4 marzo, al termine di una riunione congiunta con tutti i ministri insieme al direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, prof. Brusaferro. Con lui sono stati affrontati tutti i problemi sanitari legati alla epidemia del Coronavirus, alla diffusione di questo virus. La decisione riguarda quindi non solo l’attività didattica nelle regioni del Nord, dove le misure di contenimento erano state prese da oltre una settimana, ma anche nelle regioni del Centro Sud per contenere l’epidemia. Dopo la prima riunione con i ministri, il prof Brusaferro si è riunito con il comitato tecnico scientifico ed ha affrontato tutte le questioni inerenti le misure da prendere nei confronti della popolazione studentesca di ogni ordine e grado, per contenere e ridurre la diffusione ormai galoppante della epidemia virale in corso. Il risultato è stato l’orientamento di disporre in via prudenziale la chiusura delle scuole ed università su tutto il territorio nazionale. Queste misure sono state indicate dai medici per evitare che qualche milione di persone, ossia la popolazione studentesca globale, continuassero a fare “massa facilitante la diffusione rapida del virus” nelle aule e negli ambienti chiusi di tutta l’Italia. Questa drastica azione dovrebbe consentire, unificando le regole su tutto il territorio nazionale, un effetto di contenimento diretto del virus o un ritardo nella sua diffusione.

Cerchiamo di capire la questione in parole povere:
Cerco di commentare i fatti con un linguaggio il più semplice possibile.
La questione si trova nella natura stessa di questi virus respiratori. Anche questo nuovo virus, mutato e conosciuto da poco tempo, comunque mantiene delle regole ben precise come tutti i virus respiratori. Ha una grande capacità di diffondere molto rapidamente e si moltiplica in modo esponenziale. Cavalca senza sosta di fronte ad una prateria senza alcun freno né ostacolo. La prateria sono gli studenti, in questo caso, milioni di persone che per ore ed ore si trovano a contatto di gomito e si passano tranquillamente milioni di virus e batteri ogni giorno. Con il nostro sistema difensivo immunitario sappiamo superare ogni attacco. Ma in questo caso, essendo il coronavirus sconosciuto alle nostre difese, queste non riescono a combattere il contagio. Il virus quindi, anche nelle aule scolastiche dove si può ritrovare, senza che nessuno se ne accorga, diffonde velocemente e contagia sempre più persone (studenti). Sappiamo che tra i giovani adulti la percentuale di chi non ha sintomi o manifesta sintomi lievissimi o lievi, respiratori è molto alta, più alta della popolazione ultra sessantenne. Ma questa diffusione si potrebbe espandere poi a tutta la popolazione che può arrivare ad avere una sindrome respiratoria anche grave, in una percentuale del 15/20% fino a circa il 3% di mortalità. Il vero problema è che più crescono i contagiati, in modo esponenziale, più aumentano i numeri di chi ha bisogno di assistenza ospedaliera, di assistenza respiratoria in terapia intensiva e subintensiva. Senza vaccini e senza antivirali specifici non c’è freno alla sua diffusione, all’aumento di casi, alle richieste di assistenza. Per questo motivo si teme che questa crescita porti al collasso della organizzazione sanitaria, nazionale e globale. Ossia non solo in Italia ma nel mondo intero. Quello che si cerca di fare con queste misure è limitare più possibile la circolazione di un virus, il corona, che ha nelle sue caratteristiche diffondere anche rapidamente, nei giovani, ed aumentare la possibilità di contagio con sintomi, anche gravi, in coloro che sono più soggetti alla aggressività del virus. Quindi non uno strano virus “letale” e “distruttivo” ma  un virus respiratorio, anche aggressivo, verso il quale non abbiamo ancora le armi per arrestarne la crescita. Ci vorranno mesi per riuscire ad avere questi strumenti a disposizione. Intanto dobbiamo frenarne la corsa. La chiusura delle scuole va in questa direzione. Il problema è che frenando la corsa con misure di contenimento sempre più forti si mettono in crisi famiglie, l’organizzazione scolastica, e poi l’economia, il tessuto produttivo, ed il tessuto sociale. Difficile trovare un compromesso. Occorre sbrigarsi nella ricerca dei vaccini e dei farmaci e sperare che queste misure in breve riducano la diffusione di un virus che comunque continuerà la sua corsa. Ma in modo ridotto e spalmato nel tempo senza mettere in crisi l’organizzazione sanitaria che ancora continua ad assolvere il suo lavoro.

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COVID-19 La grande battaglia a cui siamo chiamati

COVID-19: la grande battaglia a cui siamo chiamati. creare difese immunitarie, vaccino, farmaci antivirali. Nell’immediato isolamento, quarantena e misure di contenimento.

 

L’uomo si proteggerà dal  virus SARS-CoV-2: (1)  quando avrà imparato a produrre nel suo organismo gli anticorpi specifici ed i potenti sistemi di difesa immunitaria; (2) quando avrà realizzato e commercializzato un vaccino efficace sicuro; (3) quando avrà a disposizione farmaci antivirali attivi e specifici. Queste sono le armi con cui l’umanità si protegge da milioni di esseri microscopici, che convivono ma anche ci attaccano in continuazione.  Oggi, in assenza di queste armi per combattere questo nuovo virus, la grande battaglia è combattuta con (1) l’isolamento, (2) la quarantena e (3) le misure di contenimento territoriali.
Partiamo dalle affermazioni della donna quarantasettenne di Vò Euganeo, il paese dove si è sviluppato il focolaio italiano della epidemia da COVID-19. Signora guarita dalla forma respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2 ed ora negativa ai test del virus. Dice la signora: “Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli …. ho fatto il tampone non per me ma per chi mi era

il virus diffonde indisturbato

intorno. Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè …. sono stata un giorno in ospedale, mi hanno fatto una flebo e mi hanno dimessa … ho fatto la quarantena, ossia i 14 giorni a casa … , se non fosse morto il povero Adriano, l’anziano signore già ricoverato per problemi pregressi, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla” Ed aggiunge “Ma di cosa parliamo? Si tratta di un’influenza, mica muori. Mi sembra che siano diventati tutti scemi”.

Queste sono le dichiarazioni ben chiare e comprensibili di una persona che ha vissuto per giorni nell’incubo di questo virus. Poi lo stupore di chi è stato relativamente male, isolato, guardato come un appestato, quasi un untore, e che non capisce la sproporzione tra la lieve malattia subita, e l’enormità degli eventi subiti dopo la dimostrazione della positività del tampone. Lei e tanti altri non capiscono cosa è questo coronavirus! Un VIRUS nuovo, mai sentito, mutato da pochi mesi, passato da alcuni animali, ad infettare improvvisamente l’uomo. Tutto nuovo, troppo recente, di difficile comprensione, anche per il mondo scientifico. Ma ricordiamoci che, per sua natura, il coronavirus è un virus respiratorio, diffusivo, secondo regole conosciute e certe, poco aggressivo. La sua caratteristica particolare è la diffusione veloce ed esponenziale. Nessuno di noi umani ha ancora le difese nei confronti di questo virus. Il virus si trova di fronte ad una immenso campo di grano (la popolazione del mondo intero). Un campo di grano da sfruttare, in cui riprodursi e crescere in modo esponenziale. Un campo (il nostro organismo) non protetto dai nostri formidabili eserciti (le difese immunitarie) pronti ad intervenire per difenderci da qualsiasi attacco di microbi (I diversi livelli di difese immunitarie. Vedi quanto ho   scritto in precedenza.) In questa situazione il virus corre senza freno, diffonde. E più diffonde, più tende a contagiare altri individui. E così in una catena senza fine. Il problema sta nel fatto che tanto più diffonde questo virus, tanto più aumentano le persone ammalate, e di queste una percentuale comunque manifesta forme gravi, talvolta mortali. Al crescere esponenzialmente il numero dei malati, in particolare per i più deboli e già ammalati, devono esserci organizzazioni sanitarie pronte all’impatto di numeri impossibili da reggere. In questa situazione anche i migliori sistemi sanitari rischiano il collasso sotto numeri enormi di pazienti che richiedono assistenza.
Quale è quindi la grande battaglia a cui siamo chiamati? La grande battaglia di tutta l’umanità è evitare che diffonda un virus senza freno, per mancanza di difese immunitarie generali e specifiche, prodotte dal nostro organismo; per la mancanza di vaccini sicuri ed efficaci e di farmaci antivirali attivi. E questo è il vero problema di un focolaio iniziale, prima piccolo, poi epidemico, che crescendo diventa pandemia. E gli strumenti per frenare questa corsa del virus sono medicine e vaccini. Queste le armi che l’umanità mette in campo contro SARS_CoV-2, difese immunitarie degli organismi, vaccini e farmaci. Un esercito pronto a combattere un nemico furbo ed aggressivo. Ma fino a quando non abbiamo trovato un vaccino efficace e sicuro, ed un farmaco antivirale attivo, gli unici strumenti a disposizione sono l’isolamento dei dei malati, la quarantena dei contatti, il contenimento di comunità, di intere città o aree contaminate.In questo caso non perché il virus è letale, ma perché cresce a dismisura. E questo è quanto è successo nelle nostre regioni del Nord del nostro paese. Ora il virus continuerà comunque a diffondere, ma nel frattempo lo sforzo della comunità scientifica internazionale è trovare al più presto “il vaccino specifico” ed il farmaco più appropriato.   
Ed anche questa volta si dimostra ai gruppi NO VAX che senza degli strumenti adeguati che inducono una protezione anticorpale specifica non si arriva da nessuna parte.

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NUMERI VERDI REGIONALI per le informazioni sulla epidemia COVID-19

Questi i numeri verdi regionali per le informazioni sulla epidemia COVID-19 e le indicazioni istituzionali. Norme comportamentali.

Le Regioni hanno attivato “numeri verdi” dedicati a chiunque abbia bisogno di informazioni, chiarimenti e risposta a dubbi.  A questi numeri si risponde anche per chiarimenti sulle misure urgenti prese, regione per regione, per il contenimento del contagio.

Medici di famiglia e Pediatri di libera scelta: invitano a non recarsi presso gli studi e gli ambulatori in caso di sintomi respiratori (raffreddore, tosse, febbre), ma a contattarli telefonicamente.

Il 112 oppure il 118, sono contattabili soltanto in caso di emergenza o casi conclamati respiratori e provenienti dalle regioni interessate alla epidemia.

Questi i numeri verdi regionali attivati per l’emergenza COVID-19:

– ALTO ADIGE: 800-751.751
– BASILICATA: 800-99 66 88
– CALABRIA:  800-767676
– CAMPANIA: 800-909699
– EMILIA ROMAGNA: 800-033033
– FRIULI-VENEZIA GIULIA:800-500.300
– LAZIO:  800-118800
– LOMBARDIA:800-894.545
– MARCHE:800-936.677
– PIEMONTE:800-19 20 20
– PROVINCIA TRENTO: 800-867.388
– PUGLIA: 800- 71 39 31
– SICILIA: 800- 45 87 87
– TOSCANA:800-556.060
– UMBRIA:800-636.363
– VALLE D’AOSTA:800-122.121
– VENETO:800-462.340
Altri numeri utili dedicati all’emergenza COVID-19:

Piacenza:   Numero di telefono informativo 0523 317979: attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13

NUMERO PUBBLICA ATTIVITA’ 1500 del Ministero della Salute.

La protezione civile invita a recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie e a chiamare i numeri di emergenza (112 e 118) soltanto se strettamente necessario.

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SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia Scelte eccessive? Scelte Necessarie? Cosa succede ora?

 

Il SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia. Perché ?

Le notizie si susseguono da giorni senza sosta. La cronaca ci porta a paesi blindati, varchi e check point con le forze di polizia presenti ai varchi. Blocco completo che impedisce ogni movimento alla popolazione. Scuole, università, uffici, chiese e negozi chiusi. Impedito ogni assembramento e raduno per il carnevale o eventi sportivi. Il Campionato di Calcio, mostro sacro intoccabile della nostra società, sospeso in alcune città. Situazioni realmente da coprifuoco.

Esagerazione? Follia imposta con la forza? Paralisi completa e danni ingenti ingiustificati?

Nulla di tutto questo. Di fronte ad un virus respiratorio, nuovo, mutato recentemente, dalle caratteristiche ancora poco conosciute ed in via di studio, che si è manifestato fin da subito con una capacità di diffondere molto rapidamente, e quindi con numeri di contagi elevati, le misure “draconiane prese in Italia” hanno l’importante funzione contenere la diffusione del virus e di impedire il contagio, in tempi brevi, a milioni di persone. Di fronte a questi numeri, con una presenza di sintomi comunque elevata, qualsiasi organizzazione sanitaria collasserebbe. E questo spiega perché l’isolamento ed il contenimento impediscono il diffondersi esponenziale della malattia. L’isolamento dei singoli individui ed il contenimento di territori e spazi dove si svolgono attività aggreganti popolazione, è l’unica misura possibile, e l’unica arma che abbiamo in mancanza di farmaci certi e sperimentati e soprattutto di vaccini.

Il Paragone con il virus dell’influenza

Un paragone calzante può essere fatto con il virus dell’ influenza. Da Ottobre 2019 ad oggi i casi di influenza hanno superato abbondantemente i 5 milioni di italiani contagiati ed ammalati. Un virus quindi che ogni anno diffonde in modo importante e mostra una mortalità anche importante del 2-3%. I casi di grave sindrome respiratoria si manifestano soprattutto in persone anziane, defedate e affette da malattie croniche. Poter disporre di un vaccino e di farmaci antivirali specifici ed efficaci ci consente di tenere sotto controllo comunque sia la diffusione che lo sviluppo della malattia e l’incidenza della mortalità. Il SARS-CoV-2 può diffondere altrettanto rapidamente, a quanto sembra, ma non abbiamo nessuna arma farmacologica per circoscrivere la diffusione dell’infezione né la sua gravità. Da qui gli interventi di contenimento. Penso che la situazione sia chiara.

Il caso specifico dei focolai in Lombardia e Veneto.

Individuato, anche casualmente e per dubbio diagnostico di un medico scrupoloso, un primo caso, che si è manifestato con sintomi respiratori importanti, la ricerca attenta dei contatti ha permesso di individuare un gruppo di persone che sono risultate contagiate dal virus. Si è individuato un focolaio di epidemia, e l’unica soluzione possibile è stato l’isolamento delle persone e la chiusura di tutta l’area coinvolta.

Chiudere e blindare le aree coinvolte è voluto dire provare a frenare la sicura diffusione rapida del virus, veloce ed esponenziale. Evitare che da qualche decina di casi si arrivi a contagiare migliaia di persone in pochi giorni. Ed ogni focolaio che si manifesta e si identifica, adottando il sistema della quarantena forzata, viene limitato nella sua potenzialità di diffusione rapida. La diffusione del virus in una popolazione che non ha sviluppato ancora difese immunitarie specifiche, ha comunque la caratteristica di estendersi sempre di più, non trovando quella potenza di fuoco che è il nostro sistema immunitario pronto.

Il contenimento delle aree, la quarantena delle persone, i periodi limitati nel tempo del contenimento e del blocco della mobilità e dell’incontro di grandi numeri di persone ha quindi la funzione di evitare una rapida diffusione a grandi numeri di popolazione.

D’altra parte, a quel che sembra dai primi studi scientifici effettuati, la rapidità di diffusione viene controbilanciata, da una morbilità, cioè insorgere di sintomi, relativamente contenuta, ossia la presenza di sintomi respiratori lievi: Assistiamo anche alla tendenza ad un aggravamento polmonare di una percentuale della popolazione ammalata. E questo ci rende molto prudenti nella considerazione di questa malattia. Anche la mortalità si mantiene tra lo 0,2 ed il 3 % a seconda le aree, le condizioni ed i focolai.

Quindi controllo del territorio ed isolamento dei malati, diffusori del virus, hanno l’obiettivo di evitare che milioni di infetti portino al collasso del sistema  in assenza di vaccino e medicine. Le misure sono prese non perché il virus sia letale o mortale, se non in piccole percentuali di casi, ma perché ha questa grande capacità diffusiva. 

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Cosa sono i Coronavirus

I Coronavirus 

La grande famiglia dei “Coronavirus”, è costituita da RNA virus che attaccano l’apparato respiratorio. Infatti le cellule bersaglio primarie, ossia le prime cellule attaccate da questi virus, sono le cellule epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale dell’uomo. Per questo motivo causano raffreddori comuni, le classiche riniti; faringiti, tonsilliti o laringo tracheiti, ossia le classiche infiammazioni delle alte vie respiratori; polmoniti di varia intensità, fino alla insufficienza respiratoria acuta, spesso mortale. La Sindrome respiratoria mediorientale (MERS- 2013) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS-2002) e la SARS-CoV-2, il nuovo Coronavirus 2019, si sono diffuse in modo particolarmente aggressivo. Al microscopio elettronico hanno un aspetto simile ad una corona.

Tassonomia, ovvero come si classificazio del virus
La famiglia “Coronaviridae” si suddivide in una sottofamiglia Orthocoronavirinae suddivisa in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta e Gammacoronavirus. Il genere del betacoronavirus è ulteriormente separato in cinque sottogeneri (tra i quali il Sarbecovirus).
L’identificazione Coronavirus risale alla metà degli anni ’60. Questi virus infettano alcuni animali, inclusi uccelli e mammiferi ed anche l’uomo.
Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo:
Coronavirus umani comuni:
(Betacoronavirus) HCoV-OC43; HCoV-HKU1 e
(Alphacoronavirus) HCoV-229E; HCoV-NL63 causano da banali raffreddori a gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore.
• Altri Coronavirus umani
(Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2)

Cos’è un virus?
I virus, (latino vīrus-i = veleno) sono microrganismi acellulari, ossia non cellule, ma un filo di RNA oppure DNA circondato da una parete esterna ed alcune proteine interne. La loro sopravvivenza e riproduzione è legata ad entrare dentro una cellula, per utilizzare i suoi sistemi ed apparati per riprodursi in migliaia di altri virus (parassita obbligato) I virus quindi infettano tutti i tipi di forme di vita, animali, piante, microrganismi ed anche l’uomo ed utilizzano le cellule innescando processi patologici (danno e malattia).

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Malaria- Consigli di prevenzione e profilassi farmacologica

Malaria? Come prevenire e quali farmaci? Quali repellenti? Segui i consigli della Clinica del Viaggiatore Cesmet. Prenota consulenze, visite specialistiche e test malaria. Chiama 0639030481 o scrivi ad  seg.cesmet@gmail.com

Malaria, Tropico, Rischi per la salute; Chemioprofilassi o Profilassi farmacologica; Parole chiave che ritornano per ogni viaggio effettuato in molte aree del mondo.

Metodi di prevenzione comportamentale e con repellenti idonei
Prima di effettuare un viaggio è doveroso chiedersi quale è il comportamento migliore da adottare per proteggersi da una malattia, la malaria, che colpisce ogni anno milioni di persone in molti paesi dell’area tropicale. In questi paesi la presenza di una parte della popolazione, portatrice sana del parassita malarico, e della zanzara Anopheles, vettore (che trasporta) lo stesso parassita, creano le condizioni favorevoli per il contagio. Il rischio di ammalare è molto variabile a seconda i luoghi, le caratteristiche ambientali, e le diverse stagioni. Ma esiste e non va sottovalutato. Spesso è presente sul terreno a macchia di leopardo, ossia nelle aree dove le zanzare vivono e si riproducono.
Tre sono i “pilastri” fondamentali della protezione e della prevenzione per la malaria:

1. Utilizzare un vestiario idoneo ad evitare le punture. Talvolta questa buona abitudine è poco attuabile per motivi climatici e comportamentali.
2. Utilizzare repellenti efficaci e naturali, sia per il corpo che per i vestiti che per l’ambiente circostante. Questo garantisce una protezione nei riguardi della zanzara infettata con il parassita.
3. Utilizzare, quando è necessario, farmaci utili per la prevenzione dell’attacco malarico.
Quindi per garantirsi un viaggio sicuro, tranquillo ed in salute utilizza un abbigliamento chiaro e con buona copertura; evitare le punture delle zanzare, mediante l’utilizzo di repellenti efficaci e sicuri, possibilmente naturali, ad es. NoZeta Neem; e quando indicato da medici esperti, utilizza, senza temere, farmaci sicuri ed efficaci scelti tra i molti farmaci antimalarici oramai inefficaci e resistenti.
Queste alcune indicazioni pratiche che derivano da anni di esperienza nella prevenzione e nella cura della malaria.
• Di base il nostro organismo ha la capacità di superare, con i suoi sistemi difensivi, gli attacchi di qualsiasi tipo di microrganismo, compreso il contatto con parassita malarico. Ma non sempre il sistema è così efficace. E’ necessario supportare le difese con un comportamento attento. I tre pilastri della prevenzione ci aiutano in questo senso.
Alcuni farmaci hanno la funzione di prevenire l’attacco del parassita malarico, ed aiutano l’organismo a superare l’aggressione, con diversi meccanismi di azione;
• Esistono paesi dove l’utilizzo del farmaco preventivo è indispensabile vista la diffusione della malattia e della zanzara infetta; altri paesi dove l’incidenza della malattia è bassa e sporadica l’utilizzo di un abbigliamento idoneo e di repellenti efficaci può essere considerato sufficiente. Fattori climatici e meteorologici condizionano la presenza di insetti e rischio contagio. Segui i consigli di esperti che conoscono i reali rischi e ti possono consigliare su cosa fare;
• Per chi viaggia in buono stato di salute il concetto che le medicine “fanno male” e “sono pesanti” soprattutto per il fegato, è una “contraddizione”. E’ una vera e propria leggenda metropolitana. Il fegato è l’organo adibito alla detossificazione ed a proteggerci anche dai farmaci. E’ il suo lavoro. Ci protegge e non viene lesionato o alterato dalle medicine. Forse il vero nemico sono abitudini alimentari sbagliate, e tra questo l’alcool in quantità eccessive!!
Il vero rischio per il fegato ed anche per la salute generale è il contatto con il parassita malarico. Il parassita sia nel sangue che nelle cellule del fegato crea lesioni importanti. L’aggressione di questi microrganismi è lesiva per le nostre cellule e le conseguenze si possono sentire anche a distanza di anni. Questo è il motivo per cui non bisogna ammalare di malaria;
Il concetto “mi ammalo di malaria e poi mi curo” è un concetto sbagliato e pericoloso. Sia per i rischi anche di forme violente e mortali, non prevedibili, sia per le forme dormienti che rimangono all’interno delle cellule epatiche per anni. Con rischi di evoluzioni poco prevedibili;
Nessun farmaco attualmente utilizzato ha una copertura del 100% dalla malattia. L’efficacia è variabile e si modifica nel tempo e nelle diverse aree. In molti paesi i parassiti malarici, sensibili fino a poco tempo fa ai farmaci, sono diventati sempre più resistenti. I farmaci da sempre utilizzati stanno perdendo la loro efficacia progressivamente e mentre prima la resistenza era un fenomeno relegato a pochi territori, oggi le aree sono sempre più vaste.
Non farò un elenco di farmaci, come frequentemente proposto in molti siti, consigliati dalle autorità sanitarie internazionali (WHO) alle popolazioni che vivono nei Paesi dell’area Tropicale. Alcune medicine non si trovano nel nostro paese, altre sono efficaci sulle popolazioni locali e non vengono consigliate da decenni in Europa. Alcune non vengono commercializzate in Italia. Quindi non farò un elenco inutile e poco pratico ma darò consigli pratici e basati su esperienza pluridecennale .
• Per la chemioprofilassi rimangono a nostra disposizione e reperibili nelle farmacie italiane, quattro molecole che sono indicate come rimedi per la prevenzione dagli attacchi dei diversi Plasmodi, ma la cui efficacia si è modificata nel tempo e nei diversi territori per ciascuna di queste medicine.
La Clorochina, farmaco storico, è stato eliminato come uso sia preventivo che curativo. Primo farmaco utilizzato in tutto il mondo, in cura ed in prevenzione. L’eccessivo utilizzo lo ha reso inefficace ed il parassita ovunque è diventato particolarmente resistente al suo utilizzo. Non è più utilizzato da decenni oramai, nella maggior parte dei paesi dove la malaria da Plasmodio falciparum, considerata la più pericolosa, è presente. Mantiene la sua efficacia nei confronti del Plasmodium vivax. Questo tipo di parassita è presente in modo esclusivo, in alcuni paesi dell’America Centrale, Caraibica, ed alcuni territori dell’Asia. Si può assumere in via preventiva considerando questa caratteristica. Comunque anche nei confronti del PL. Vivax questo farmaco è diventato meno efficace. E poi vanno considerati sempre alcuni effetti collaterali per le assunzioni prolungate. Personalmente non lo consiglio neanche nelle situazioni che ho descritto. 

Meflochina (Lariam), ai giorni d’oggi è diventato farmaco inefficace e di scarsa utilità preventiva e ancora più curativa. Il farmaco è stato utilizzato fin dall’inizio degli anni ’80 in prevenzione ed in terapia. E’ stato un farmaco importante che ha sostituito nei viaggiatori l’utilizzo della clorochina. Dopo un lungo utilizzo in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90 ha diminuito costantemente la sua efficacia, a cominciare dall’ Asia e dal Sud Est Asiatico. La resistenza dei parassiti al farmaco si è poi estesa ai Paesi Africani e dell’America Latina. E’ stata una molecola sempre rischiosa per cardiopatici e neuropatici, per soggiorni ansiosi e per l’altitudine, il vuoto e le immersioni. Tutto questo per un effetto irritante a livello dell’orecchio medio. Utilizzato anche nelle donne in gravidanza, per l’assenza di effetti collaterali, avendo la caratteristica di essere somministrato una volta a settimana, Questa resistenza dei parassiti è oramai diffusa in tutto il mondo. 

Atovaquone + Proguanile (Malarone): è un farmaco che ha perso sempre più la sua efficacia ed oggi ha una scarsa copertura nei confronti soprattutto del Plasmodium Falciparum.  Farmaco non più utilizzato da tempo nel trattamento della malattia e sostituito dai derivati della Artemisia Annua.  Continua comunque a mantenere la sua diffusione ed è prescritto per la profilassi, nonostante la sua crescete inefficacia. Continua ad essere utilizzato  soprattutto dai viaggiatori europei in prevenzione. Dall’inizio degli anni ’90 ha lentamente sostituito il Lariam, per le sue caratteristiche farmacologiche ma anche di maggiore efficacia sia in prevenzione che in terapia. Poi l’efficacia terapeutica è venuta meno ma è rimasto farmaco di riferimento per la profilassi farmacologica sia per adulti che per bambini sopra gli 11 kg di peso. Il tempo massimo di somministrazione consigliati non supera i 2 mesi, utilizzato per i soggiorni brevi ma con indicazione di somministrazioni fino ai 6 mesi. Quindi ridotta l’efficacia terapeutica nei confronti del parassita malarico, ma anche la quella preventiva. E questa progressiva riduzione dell’efficacia, che lo ha fatto abbandonare per il trattamento, non è stata considerata sufficientemente in prevenzione. La resistenza dei vari tipi del parassita malarico al Malarone, si è diffusa dall’Estremo Oriente all’Asia, è giunta nell’Africa Orientale fino alle aree Subsaheliane. Anche nelle Americhe il farmaco ha ridotto la sua efficacia, ed i parassiti aumentano costantemente la resistenza.  Il risultato è che negli ultimi tempi, diversi casi di malaria si sono manifestati nonostante l’assunzione del farmaco. Confermo per la mia esperienza clinica questa situazione denunciata da più parti. Occorre tener conto che la resistenza dei parassiti a questo farmaco non si evidenzia in modo omogeneo in tutti i Continenti, ma è molto diffusa in modo differenti nei paesi, ed all’interno di questi in diversi territori. E’ frequente in Oriente e da qualche anno sempre più in molti paesi Africani: E’ ridotta ma presente in diversi paesi dell’America Latina e Centrale dove sono presenti i plasmodi. Il farmaco è comunque controindicato nei bambini di peso inferiore agli 11 Kg, nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Il costo è piuttosto elevato. Per tutti questi motivi, dopo averlo utilizzato per molti anni, sia in pevenzione, che nei trattamenti della malattia, attualmente ne ho sospeso l’utilizzo.
Doxiciclina 100 mg (Bassado): farmaco indicato come prima scelta da HWO per la profilassi della malaria, in molti paesi tropicali. Questo antibiotico, della famiglia delle tetracicline, trova da decenni indicazione per il trattamento di molteplici infezioni sia cutanee, intestinali che per molti altri usi. Farmaco di elezione per la cura del “tifo esantematico” da puntura da zecca (Rickettsia) e di infezioni derivanti da molteplici infezioni batteriche trasmesse da zanzare o insetti (es. Borrelia) o malattie batteriche sistemiche e sessualmente trasmesse (Klamydia, Mycoplasma, altri). Il farmaco diventa quindi un compagno sicuro per il viaggiatore che, con la sua compressa giornaliera, previene una serie di malattie, molto fastidiose ed anche pericolose durante il viaggio. Dalle diarree del viaggiatore, anche piuttosto violente, alle gravi infezioni da morso di zecca. Dai piccoli foruncoli o manifestazioni cutanee anche diffuse e fastidiose, a molte infezioni di origine batterica. Come indicato dalle autorità sanitarie internazionali, oltre alle azioni ed alle protezioni precedentemente esposte, la DOXICICLINA, 100 mg, è considerata il miglior farmaco per la “chemioprofilassi nei confronti della malaria”, efficace in ogni parte del mondo. Si legge in qualche sito che la sensibilità del plasmodio alla doxiciclina varia nelle diverse regioni e paesi tropicali. Questo è un grave errore di valutazione. L’efficacia, la sensibilità e la sicurezza di questo farmaco sono elevate ovunque. I buoni risultati mostrati da questa tetraciclina, uniti all’ampio spettro di azione su molte infezioni fanno di questo farmaco una prima scelta per i viaggi effettuati per brevi o lunghi periodi.
L’assunzione della doxiciclina 100 è giornaliera, iniziando un giorno prima di partire, meglio al mattino a colazione, assumendo con un bicchiere d’acqua colmo. Generalmente il farmaco non produce effetti avversi quali nausea o disturbi intestinali. L’assunzione vicino ad un pasto diminuisce questi effetti. L’esperienza di anni di somministrazione a 100 mg ci conferma che la fotosensibilizzazione (dermatiti da esposizione al sole) è ponderale, ossia dipende dalla quantità somministrata cioè legato alla dose della tetraciclina somministrata. Le tetracicline somministrate a grammi possono sensibilizzare al sole, a 100 mg generalmente non è sensibilizzante. Si preferisce non somministrare in gravidanza, né a bambini di età inferiore ai 10 anni. Sui lunghi periodi può causare una riduzione di efficacia della pillola anticoncezionale. Il costo è particolarmente contenuto.
Il farmaco va assunto dall’arrivo nell’area a rischio, una volta al giorno, durante la colazione accompagnata da un bicchiere di acqua, durante il soggiorno e per una settimana dall’uscita dall’area a rischio, periodo sufficiente a coprire il periodo di latenza per la comparsa di forme attive. Il costo molto basso di ogni confezione, l’efficacia su molti fronti e la scarsità o assenza di effetti collaterali ne fanno ad oggi il farmaco più titolato all’uso preventivo. E’ sempre necessario valutare la sensibilità od allergia alla somministrazione.

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Coronavirus: un secondo decesso in Lombardia. Commenti e considerazioni

Secondo decesso per coronavirus in Lombardia

Una anziana donna di 78 anni di Casalpusterlengo, famoso comune in provincia di Lodi in Lombardia è la seconda vittima del Coronavirus in Italia. La donna che viveva in casa da sola, potrebbe essersi contagiata a Cologno Milanese o da contatti non identificabili. Come già più volte spiegato anche questo virus, per quanto poco conosciuto, perché modificato, comunque si comporta in modo prevedibile seguendo le regole generali comuni agli altri virus respiratori.
Aumentano i casi risultati positivi ai test virologici; 29 i pazienti individuati tra la Lombardia ed il Veneto. Ed il virus è ormai accertato che diffonda anche tramite portatori asintomatici.
La grande attenzione e prudenza di tutti noi infettivologi è dovuta al fatto che alla conoscenza ridotta del virus si aggiunge la mancanza di un vaccino e di medicine specifiche. Anche se sulla terapia gli studi e le prove di alcuni farmaci già esistenti sono piuttosto avanzate e positive. Ed è chiaro che anche se alcune caratteristiche avvicinano questo visus respiratorio più a quello influenzale, che ai suoi simili quali SARS e MERS, comunque i due virus sono poco paragonabili.
Le regole indicate in questo periodo, ossia: isolamento in caso di malattia franca; quarantena di 14 giorni dall’ultimo contatto reale o ipotetico. Che può essere una auto quarantena non imposta ma desiderata dall’individuo, come uso nella attenta e responsabile comunità cinese; imposizioni di misure di
di distanziamento sociale nelle zone colpite, ossia evitare la riunione di persone con la chiusura di scuole, uffici, mercati e luoghi pubblici. Misure normali nell’ottica di evitare una ulteriore diffusione di virus.

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Coronavirus in Lombardia: 15 i casi accertati

Coronavirus in Lombardia. sono 15 i casi accertati. il primo paziente è grave.

La conferenza stampa sulla situazione del Coronavirus in Lombardia , tenuta dal ministro della Salute e dal governatore Fontana, conferma che oltre ai primi tre casi positivi, già comunicati questa mattina, (il paziente 38enne ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno, sua moglie e un collega tornato dalla Cina, con cui l’uomo aveva cenato un paio di settimane fa) si sono registrati altri undici casi positivi, compresi 5 soggetti tra personale medico e paramedico dell’ospedale di Codogno.
Per ora il soggetto che era stato individuato come possibile ‘caso zero’, ovvero colui che di rientro da un viaggio in Cina potrebbe aver trasmesso il virus al paziente ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Codogno, al primo ‘tampone’ è risultato negativo.
In isolamento circa 250 persone venute a contatto “stretto” con i casi positivi.
Tra le misure adottate per contenere la diffusione del virus la chiusura delle scuole, di locali pubblici, palestre e luoghi di ritrovo, in alcuni comuni dell’area interessata.

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