Paolo Meo - MioDottore.it

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Grave comportamento di alcuni medici. Non seguite certi consigli.

E’ grave il comportamento di alcuni medici che in via preventiva utilizzano alcuni farmaci antivirali, e li consigliano come prevenzione contro le infezioni del Coronavirus. 

La psicosi del Coronavirus colpisce anche alcuni medici di scarsa capacità professionale ma anche etica. Ho potuto constatare personalmente che ci sono alcuni medici che, a scopo preventivo, e spero solo su di loro e non sui loro assistiti sani, hanno realizzato un cocktail di farmaci antivirali, che attualmente, dopo una prima sperimentazione in Cina ed in alcuni paesi, sono sotto studio anche qui in Italia, presso i nostri centri clinici, sui pazienti sintomatici gravi affetti da insufficienza respiratoria da Coronavirus. Questi colleghi, senza alcuna cognizione né capacità professionale, hanno messo insieme farmaci antivirali che sono stati utilizzati per la cura della SARS, di HIV, per la cura della influenza stagionale, e per parassitosi, ed hanno realizzato un cocktail preventivo, da utilizzare a loro detta, per proteggersi dalla aggressione del Coronavirus, nel corso della loro attività medica giornaliera. Una variante richiesta, a detta dei farmacisti da me contattati, consiste nell’aggiungere ai farmaci anzidetti un antivirale per la cura dell’Herpes. Una vera follia, che può avere conseguenze con effetti collaterali anche pesanti. E si spera che questa miscela di farmaci, ben conosciuti ed utilizzati per la cura di virus pericolosi ed aggressivi, non venga prescritta anche ai propri assistiti in via preventiva. Non voglio far di proposito il nome dei farmaci, per non indurre, chi si trova in situazione di panico, ad acquistare e a utilizzare medicine, il cui costo supera abbondantemente i 600 euro. Farmaci che nulla hanno a che vedere con la prevenzione nei confronti di questo virus.
E questo è un messaggio per tutti. Non assumete farmaci dati casualmente o per vostra pressante richiesta, o ancora peggio per lucro. Deve essere chiaro a tutti che non esiste una prevenzione farmacologica per questo virus. Né esiste una prevenzione vaccinale diretta. Il Vaccino per il SARS-CoV-2 ancora non esiste, non è sul mercato e occorreranno mesi, per metterlo a punto e commercializzarlo. E speriamo che gli sforzi di centri di ricerca in tutto il mondo ci porteranno presto a frenare la corsa di questo nuovo virus respiratorio. Comportamenti di distanziamento sociale, comportamenti di igiene idonei, isolamento e quarantena. Queste le uniche misure ad oggi da tenere per contrastare la diffusione del virus, anche nei nostri confronti. In via indiretta la vaccinazione antinfluenzale ed anti pneumococco può impedire la possibilità di una coinfezione, che potrebbe risultare particolarmente aggressiva.

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la natura del SARS-CoV-2 virus respiratorio

La questione del SARS-CoV-2 sta nella natura e nelle caratteristiche comuni a questi virus respiratori.

Anche questo virus, mutato da poco, mantiene regole biologiche ben precise comuni a tutti i virus. Il SARS CoV-2 ha una grande capacità a diffondere molto rapidamente e si moltiplica in modo esponenziale. Cavalca senza sosta di fronte ad una prateria senza alcun freno né ostacolo. La prateria è l’umanità, siamo tutti noi. Diffonde velocemente e contagia sempre più persone e di queste oltre l’80% o non ha sintomi o manifesta sintomi lievissimi o lievi, respiratori. Il restante 15-20% ha una sindrome respiratoria anche grave, oltre il 3% in Italia risulta essere mortale. Il problema è che più crescono i contagiati, e ciò avviene in modo esponenziale, più aumentano coloro che hanno bisogno di assistenza ospedaliera, in particolare di assistenza respiratoria e di terapia intensiva e subintensiva. Senza vaccini e senza antivirali specifici, oltre quelli che si stanno provando, non c’è freno alla sua diffusione, all’aumento di casi, alle richieste di assistenza. Per questo motivo si teme che questa crescita di richieste di assistenza porti al collasso della organizzazione sanitaria, nazionale e globale. In Italia e nel mondo. Non per inefficienza o incapacità, ma per carenza di strutture. Quello che si cerca di fare con le misure che si prendono progressivamente è limitare più possibile la circolazione di un virus, il coronavirus, che ha nelle sue caratteristiche sintomi, anche gravi, una mortalità relativamente bassa, ma la capacità di crescere esponenzialmente. Quindi non ci troviamo di fronte ad un virus “letale” e “distruttivo” ma ad un virus respiratorio, aggressivo in una percentuale di casi, verso il quale non abbiamo ancora le armi per arrestarne la crescita e bloccarne la virulenza. Ci vorranno mesi per riuscire ad avere questi strumenti a disposizione. Intanto dobbiamo frenarne la corsa. Il problema è che frenando la corsa con misure di contenimento sempre più forti si distrugge l’economia, il tessuto produttivo, ed il tessuto sociale. Difficile trovare un compromesso. Ma questi sono i fatti. Occorre sbrigarsi nella ricerca dei vaccini e dei farmaci e sperare che queste misure in breve riducano la diffusione di un virus che comunque continuerà la sua corsa” Sperando anche nella stagione primaverile e soprattutto estiva, fino a prova contraria. Dr Paolo Meo

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Coronavirus, scuole chiuse in tutta Italia fino a metà marzo. Cerchiamo di capire

Coronavirus, scuole chiuse in tutta Italia fino a metà marzo
La decisione è presa. “scuole chiuse in tutta Italia”. Da giovedì 5 fino al 15 marzo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha confermato che scuole ed Università su tutto il territorio nazionale rimarranno chiuse. Le misure sono state varate oggi, martedì 4 marzo, al termine di una riunione congiunta con tutti i ministri insieme al direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, prof. Brusaferro. Con lui sono stati affrontati tutti i problemi sanitari legati alla epidemia del Coronavirus, alla diffusione di questo virus. La decisione riguarda quindi non solo l’attività didattica nelle regioni del Nord, dove le misure di contenimento erano state prese da oltre una settimana, ma anche nelle regioni del Centro Sud per contenere l’epidemia. Dopo la prima riunione con i ministri, il prof Brusaferro si è riunito con il comitato tecnico scientifico ed ha affrontato tutte le questioni inerenti le misure da prendere nei confronti della popolazione studentesca di ogni ordine e grado, per contenere e ridurre la diffusione ormai galoppante della epidemia virale in corso. Il risultato è stato l’orientamento di disporre in via prudenziale la chiusura delle scuole ed università su tutto il territorio nazionale. Queste misure sono state indicate dai medici per evitare che qualche milione di persone, ossia la popolazione studentesca globale, continuassero a fare “massa facilitante la diffusione rapida del virus” nelle aule e negli ambienti chiusi di tutta l’Italia. Questa drastica azione dovrebbe consentire, unificando le regole su tutto il territorio nazionale, un effetto di contenimento diretto del virus o un ritardo nella sua diffusione.

Cerchiamo di capire la questione in parole povere:
Cerco di commentare i fatti con un linguaggio il più semplice possibile.
La questione si trova nella natura stessa di questi virus respiratori. Anche questo nuovo virus, mutato e conosciuto da poco tempo, comunque mantiene delle regole ben precise come tutti i virus respiratori. Ha una grande capacità di diffondere molto rapidamente e si moltiplica in modo esponenziale. Cavalca senza sosta di fronte ad una prateria senza alcun freno né ostacolo. La prateria sono gli studenti, in questo caso, milioni di persone che per ore ed ore si trovano a contatto di gomito e si passano tranquillamente milioni di virus e batteri ogni giorno. Con il nostro sistema difensivo immunitario sappiamo superare ogni attacco. Ma in questo caso, essendo il coronavirus sconosciuto alle nostre difese, queste non riescono a combattere il contagio. Il virus quindi, anche nelle aule scolastiche dove si può ritrovare, senza che nessuno se ne accorga, diffonde velocemente e contagia sempre più persone (studenti). Sappiamo che tra i giovani adulti la percentuale di chi non ha sintomi o manifesta sintomi lievissimi o lievi, respiratori è molto alta, più alta della popolazione ultra sessantenne. Ma questa diffusione si potrebbe espandere poi a tutta la popolazione che può arrivare ad avere una sindrome respiratoria anche grave, in una percentuale del 15/20% fino a circa il 3% di mortalità. Il vero problema è che più crescono i contagiati, in modo esponenziale, più aumentano i numeri di chi ha bisogno di assistenza ospedaliera, di assistenza respiratoria in terapia intensiva e subintensiva. Senza vaccini e senza antivirali specifici non c’è freno alla sua diffusione, all’aumento di casi, alle richieste di assistenza. Per questo motivo si teme che questa crescita porti al collasso della organizzazione sanitaria, nazionale e globale. Ossia non solo in Italia ma nel mondo intero. Quello che si cerca di fare con queste misure è limitare più possibile la circolazione di un virus, il corona, che ha nelle sue caratteristiche diffondere anche rapidamente, nei giovani, ed aumentare la possibilità di contagio con sintomi, anche gravi, in coloro che sono più soggetti alla aggressività del virus. Quindi non uno strano virus “letale” e “distruttivo” ma  un virus respiratorio, anche aggressivo, verso il quale non abbiamo ancora le armi per arrestarne la crescita. Ci vorranno mesi per riuscire ad avere questi strumenti a disposizione. Intanto dobbiamo frenarne la corsa. La chiusura delle scuole va in questa direzione. Il problema è che frenando la corsa con misure di contenimento sempre più forti si mettono in crisi famiglie, l’organizzazione scolastica, e poi l’economia, il tessuto produttivo, ed il tessuto sociale. Difficile trovare un compromesso. Occorre sbrigarsi nella ricerca dei vaccini e dei farmaci e sperare che queste misure in breve riducano la diffusione di un virus che comunque continuerà la sua corsa. Ma in modo ridotto e spalmato nel tempo senza mettere in crisi l’organizzazione sanitaria che ancora continua ad assolvere il suo lavoro.

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COVID-19 La grande battaglia a cui siamo chiamati

COVID-19: la grande battaglia a cui siamo chiamati. creare difese immunitarie, vaccino, farmaci antivirali. Nell’immediato isolamento, quarantena e misure di contenimento.

 

L’uomo si proteggerà dal  virus SARS-CoV-2: (1)  quando avrà imparato a produrre nel suo organismo gli anticorpi specifici ed i potenti sistemi di difesa immunitaria; (2) quando avrà realizzato e commercializzato un vaccino efficace sicuro; (3) quando avrà a disposizione farmaci antivirali attivi e specifici. Queste sono le armi con cui l’umanità si protegge da milioni di esseri microscopici, che convivono ma anche ci attaccano in continuazione.  Oggi, in assenza di queste armi per combattere questo nuovo virus, la grande battaglia è combattuta con (1) l’isolamento, (2) la quarantena e (3) le misure di contenimento territoriali.
Partiamo dalle affermazioni della donna quarantasettenne di Vò Euganeo, il paese dove si è sviluppato il focolaio italiano della epidemia da COVID-19. Signora guarita dalla forma respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2 ed ora negativa ai test del virus. Dice la signora: “Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli …. ho fatto il tampone non per me ma per chi mi era

il virus diffonde indisturbato

intorno. Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè …. sono stata un giorno in ospedale, mi hanno fatto una flebo e mi hanno dimessa … ho fatto la quarantena, ossia i 14 giorni a casa … , se non fosse morto il povero Adriano, l’anziano signore già ricoverato per problemi pregressi, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla” Ed aggiunge “Ma di cosa parliamo? Si tratta di un’influenza, mica muori. Mi sembra che siano diventati tutti scemi”.

Queste sono le dichiarazioni ben chiare e comprensibili di una persona che ha vissuto per giorni nell’incubo di questo virus. Poi lo stupore di chi è stato relativamente male, isolato, guardato come un appestato, quasi un untore, e che non capisce la sproporzione tra la lieve malattia subita, e l’enormità degli eventi subiti dopo la dimostrazione della positività del tampone. Lei e tanti altri non capiscono cosa è questo coronavirus! Un VIRUS nuovo, mai sentito, mutato da pochi mesi, passato da alcuni animali, ad infettare improvvisamente l’uomo. Tutto nuovo, troppo recente, di difficile comprensione, anche per il mondo scientifico. Ma ricordiamoci che, per sua natura, il coronavirus è un virus respiratorio, diffusivo, secondo regole conosciute e certe, poco aggressivo. La sua caratteristica particolare è la diffusione veloce ed esponenziale. Nessuno di noi umani ha ancora le difese nei confronti di questo virus. Il virus si trova di fronte ad una immenso campo di grano (la popolazione del mondo intero). Un campo di grano da sfruttare, in cui riprodursi e crescere in modo esponenziale. Un campo (il nostro organismo) non protetto dai nostri formidabili eserciti (le difese immunitarie) pronti ad intervenire per difenderci da qualsiasi attacco di microbi (I diversi livelli di difese immunitarie. Vedi quanto ho   scritto in precedenza.) In questa situazione il virus corre senza freno, diffonde. E più diffonde, più tende a contagiare altri individui. E così in una catena senza fine. Il problema sta nel fatto che tanto più diffonde questo virus, tanto più aumentano le persone ammalate, e di queste una percentuale comunque manifesta forme gravi, talvolta mortali. Al crescere esponenzialmente il numero dei malati, in particolare per i più deboli e già ammalati, devono esserci organizzazioni sanitarie pronte all’impatto di numeri impossibili da reggere. In questa situazione anche i migliori sistemi sanitari rischiano il collasso sotto numeri enormi di pazienti che richiedono assistenza.
Quale è quindi la grande battaglia a cui siamo chiamati? La grande battaglia di tutta l’umanità è evitare che diffonda un virus senza freno, per mancanza di difese immunitarie generali e specifiche, prodotte dal nostro organismo; per la mancanza di vaccini sicuri ed efficaci e di farmaci antivirali attivi. E questo è il vero problema di un focolaio iniziale, prima piccolo, poi epidemico, che crescendo diventa pandemia. E gli strumenti per frenare questa corsa del virus sono medicine e vaccini. Queste le armi che l’umanità mette in campo contro SARS_CoV-2, difese immunitarie degli organismi, vaccini e farmaci. Un esercito pronto a combattere un nemico furbo ed aggressivo. Ma fino a quando non abbiamo trovato un vaccino efficace e sicuro, ed un farmaco antivirale attivo, gli unici strumenti a disposizione sono l’isolamento dei dei malati, la quarantena dei contatti, il contenimento di comunità, di intere città o aree contaminate.In questo caso non perché il virus è letale, ma perché cresce a dismisura. E questo è quanto è successo nelle nostre regioni del Nord del nostro paese. Ora il virus continuerà comunque a diffondere, ma nel frattempo lo sforzo della comunità scientifica internazionale è trovare al più presto “il vaccino specifico” ed il farmaco più appropriato.   
Ed anche questa volta si dimostra ai gruppi NO VAX che senza degli strumenti adeguati che inducono una protezione anticorpale specifica non si arriva da nessuna parte.

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NUMERI VERDI REGIONALI per le informazioni sulla epidemia COVID-19

Questi i numeri verdi regionali per le informazioni sulla epidemia COVID-19 e le indicazioni istituzionali. Norme comportamentali.

Le Regioni hanno attivato “numeri verdi” dedicati a chiunque abbia bisogno di informazioni, chiarimenti e risposta a dubbi.  A questi numeri si risponde anche per chiarimenti sulle misure urgenti prese, regione per regione, per il contenimento del contagio.

Medici di famiglia e Pediatri di libera scelta: invitano a non recarsi presso gli studi e gli ambulatori in caso di sintomi respiratori (raffreddore, tosse, febbre), ma a contattarli telefonicamente.

Il 112 oppure il 118, sono contattabili soltanto in caso di emergenza o casi conclamati respiratori e provenienti dalle regioni interessate alla epidemia.

Questi i numeri verdi regionali attivati per l’emergenza COVID-19:

– ALTO ADIGE: 800-751.751
– BASILICATA: 800-99 66 88
– CALABRIA:  800-767676
– CAMPANIA: 800-909699
– EMILIA ROMAGNA: 800-033033
– FRIULI-VENEZIA GIULIA:800-500.300
– LAZIO:  800-118800
– LOMBARDIA:800-894.545
– MARCHE:800-936.677
– PIEMONTE:800-19 20 20
– PROVINCIA TRENTO: 800-867.388
– PUGLIA: 800- 71 39 31
– SICILIA: 800- 45 87 87
– TOSCANA:800-556.060
– UMBRIA:800-636.363
– VALLE D’AOSTA:800-122.121
– VENETO:800-462.340
Altri numeri utili dedicati all’emergenza COVID-19:

Piacenza:   Numero di telefono informativo 0523 317979: attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13

NUMERO PUBBLICA ATTIVITA’ 1500 del Ministero della Salute.

La protezione civile invita a recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie e a chiamare i numeri di emergenza (112 e 118) soltanto se strettamente necessario.

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SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia Scelte eccessive? Scelte Necessarie? Cosa succede ora?

 

Il SARS-CoV-2 fa blindare città e regioni in Italia. Perché ?

Le notizie si susseguono da giorni senza sosta. La cronaca ci porta a paesi blindati, varchi e check point con le forze di polizia presenti ai varchi. Blocco completo che impedisce ogni movimento alla popolazione. Scuole, università, uffici, chiese e negozi chiusi. Impedito ogni assembramento e raduno per il carnevale o eventi sportivi. Il Campionato di Calcio, mostro sacro intoccabile della nostra società, sospeso in alcune città. Situazioni realmente da coprifuoco.

Esagerazione? Follia imposta con la forza? Paralisi completa e danni ingenti ingiustificati?

Nulla di tutto questo. Di fronte ad un virus respiratorio, nuovo, mutato recentemente, dalle caratteristiche ancora poco conosciute ed in via di studio, che si è manifestato fin da subito con una capacità di diffondere molto rapidamente, e quindi con numeri di contagi elevati, le misure “draconiane prese in Italia” hanno l’importante funzione contenere la diffusione del virus e di impedire il contagio, in tempi brevi, a milioni di persone. Di fronte a questi numeri, con una presenza di sintomi comunque elevata, qualsiasi organizzazione sanitaria collasserebbe. E questo spiega perché l’isolamento ed il contenimento impediscono il diffondersi esponenziale della malattia. L’isolamento dei singoli individui ed il contenimento di territori e spazi dove si svolgono attività aggreganti popolazione, è l’unica misura possibile, e l’unica arma che abbiamo in mancanza di farmaci certi e sperimentati e soprattutto di vaccini.

Il Paragone con il virus dell’influenza

Un paragone calzante può essere fatto con il virus dell’ influenza. Da Ottobre 2019 ad oggi i casi di influenza hanno superato abbondantemente i 5 milioni di italiani contagiati ed ammalati. Un virus quindi che ogni anno diffonde in modo importante e mostra una mortalità anche importante del 2-3%. I casi di grave sindrome respiratoria si manifestano soprattutto in persone anziane, defedate e affette da malattie croniche. Poter disporre di un vaccino e di farmaci antivirali specifici ed efficaci ci consente di tenere sotto controllo comunque sia la diffusione che lo sviluppo della malattia e l’incidenza della mortalità. Il SARS-CoV-2 può diffondere altrettanto rapidamente, a quanto sembra, ma non abbiamo nessuna arma farmacologica per circoscrivere la diffusione dell’infezione né la sua gravità. Da qui gli interventi di contenimento. Penso che la situazione sia chiara.

Il caso specifico dei focolai in Lombardia e Veneto.

Individuato, anche casualmente e per dubbio diagnostico di un medico scrupoloso, un primo caso, che si è manifestato con sintomi respiratori importanti, la ricerca attenta dei contatti ha permesso di individuare un gruppo di persone che sono risultate contagiate dal virus. Si è individuato un focolaio di epidemia, e l’unica soluzione possibile è stato l’isolamento delle persone e la chiusura di tutta l’area coinvolta.

Chiudere e blindare le aree coinvolte è voluto dire provare a frenare la sicura diffusione rapida del virus, veloce ed esponenziale. Evitare che da qualche decina di casi si arrivi a contagiare migliaia di persone in pochi giorni. Ed ogni focolaio che si manifesta e si identifica, adottando il sistema della quarantena forzata, viene limitato nella sua potenzialità di diffusione rapida. La diffusione del virus in una popolazione che non ha sviluppato ancora difese immunitarie specifiche, ha comunque la caratteristica di estendersi sempre di più, non trovando quella potenza di fuoco che è il nostro sistema immunitario pronto.

Il contenimento delle aree, la quarantena delle persone, i periodi limitati nel tempo del contenimento e del blocco della mobilità e dell’incontro di grandi numeri di persone ha quindi la funzione di evitare una rapida diffusione a grandi numeri di popolazione.

D’altra parte, a quel che sembra dai primi studi scientifici effettuati, la rapidità di diffusione viene controbilanciata, da una morbilità, cioè insorgere di sintomi, relativamente contenuta, ossia la presenza di sintomi respiratori lievi: Assistiamo anche alla tendenza ad un aggravamento polmonare di una percentuale della popolazione ammalata. E questo ci rende molto prudenti nella considerazione di questa malattia. Anche la mortalità si mantiene tra lo 0,2 ed il 3 % a seconda le aree, le condizioni ed i focolai.

Quindi controllo del territorio ed isolamento dei malati, diffusori del virus, hanno l’obiettivo di evitare che milioni di infetti portino al collasso del sistema  in assenza di vaccino e medicine. Le misure sono prese non perché il virus sia letale o mortale, se non in piccole percentuali di casi, ma perché ha questa grande capacità diffusiva. 

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Approvato il vaccino contro Zaire Ebolavirus

Sono quattro i paesi africani che hanno approvato ERVEBO, il vaccino contro Zaire Ebolavirus.

Sono la Rep. Democratica del Congo, il Burundi, il Ghana e lo Zambia ad aver approvato il nuovo vaccino contro Ebolavirus.
Questa è l'immagine del virus Ebola al microspoo elettronico. Per questo virus è pronto un vaccino

Ciò rappresenta un enorme passo avanti nella lotta contro il virus che, solo nella Rep. Dem. del Congo ha fatto 2253 vittime dal 1°Aprile 2018 ad oggi, ed è il risultato di un lungo lavoro di collaborazione e di partnership tra istituzioni internazionali, quali WHO, l’africana African Vaccines Regulatory Forum (AVAREF), la European Medicines Agency (EMA) e la Merck.
Negli USA ERVEBO è indicato per prevenire l’infezione da Zaire Ebolavirus (e non da altre specie di virus Ebola o Marburg).
Non si conosce ancora il suo effetto se associato a farmaci antivirali, immunoglobuline o trasfusioni di siero o plasma. Outbreaknewstoday.com

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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Brasile: carnevale e preservativi distribuiti

Il CARNEVALE in Brasile richiama ogni anno milioni di turisti pronti a riversarsi nelle strade che diventano teatro di colorate feste a cielo aperto. Durante le celebrazioni, che quest’anno iniziano venerdì 21 febbraio e terminano martedì 25 febbraio, il Ministero della Salute brasiliano ha deciso di distribuire più di 128 milioni di preservativi ai partecipanti.
“Dobbiamo incoraggiare sempre di più l’uso del preservativo durante il Carnevale per prevenire la trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili” sottolinea Gerson Pereira, direttore del Dipartimento di malattie croniche e infezioni sessualmente trasmissibili.
I preservativi sono il mezzo più efficace per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili come l’HIV, la sifilide, la gonorrea e la clamidia.
I dati dell’ultimo bollettino epidemiologico sull’HIV / AIDS mostrano che l’HIV cresce di più tra i giovani brasiliani. La maggior parte dei casi di infezione da HIV nel paese è registrata tra 20 e 34 anni (52,7%).
Le infezioni trasmesse attraverso i rapporti sessuali sono causate da oltre 30 virus e batteri attraverso il contatto, senza l’uso di preservativi, con una persona infetta. Pertanto, il Ministero della Salute, tra sfilate, musica, balli, costumi e carri allegorici, rafforza la necessità di protezione, incoraggiando l’uso del preservativo.

Editor: Erika Villa infermiera Cesmet, esperta in prevenzione e vaccinazioni.

Il commento: Un’ iniziativa che ha il suo motivo d’essere. In tutto il mondo le “malattie a trasmissione sessuale” MTS sono in aumento. Nei paesi delle aree tropicali la sifilide non è mai scomparsa e fa grossi danni. Si riaffaccia periodicamente anche nei paesi europei ed anche in America e Canada, con sempre maggiore frequenza. diagnosticarla non è semplice . HIV, per quanto controllabile con le nuove terapie, piuttosto efficaci, è sempre presente, e in Africa ed anche in America Latina continua a mietere le sue vittime. Incidenza elevata nei giovani eterosessuali. Tra le varie malattie a trasmissione sessuale, l’Epatite B occupa un posto importante ed è la causa prima del tumore del fegato. Questo virus continua a circolare in tutti i continenti ed in tutti i Paesi, ed il tumore miete vittime ovunque. Soprattutto nelle generazioni avanzate perchè la vaccinazione obbligatoria in tutto il mondo ha notevolmente ridotto l’incidenza della temibile malattia.  Tante altre malattie, soprattutto nei giovani, si trasmettono attraverso i rapporti sessuali non protetti. La festa del carnevale diventa motivo di divertamento ed anche di occasione di rapporti spesso non protetti. E quindi la distribuzione del presevativo da parte delle autorità ha lo scopo di far riflettere sui rischi e sulla prevenzione. Divertititevi, ballate, amatevi ma con un occhio alla prevenzione di malattie pericolose. I sistemi preventivi meccanici, ossia con il preservativo,  esistono e vanno attuati in ogni occasione. dr. Paolo Meo infettivologo

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SARS-Cov-2 Il nuovo nome del Coronavirus. Il video OMS

L’OMS ha dato un nome ufficiale al nuovo virus ed alla malattia respiratoria acuta. Da oggi SARS-Cov-2 e COVID-19           

SARS-Cov-2: il nome del virus

Il nome ufficiale del nuovo coronavirus è: SARS-CoV-2 ossia “CoronaVirus 2 causa della Sindrome Respiratoria Acuta Grave. E’ il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus, confinata per il momento in Cina, con casi sporadici in diverse decine di paesi nel mondo. Lo ha comunicato ufficialmente, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus in tutto il mondo. Ossia che assegna ad ogni virus la specie, genere, famiglia, ecc. Il nuovo coronavirus virus è dello stesso tipo di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

COVID-19: il nome della malattia
“COVID-19” è la malattia provocata dal nuovo coronavirus. Il significato è “CO” “corona”; “VI” virus; “D” per disease e”19″ indica l’anno in cui si è manifestata. La denominazione giunge direttamente dal Forum straordinario dedicato al virus, dell’Oms dei primi giorni di febbraio 2020.

        Il video della WHO su coronavirus (in inglese)

 

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COVID19: le domande più frequenti

COVID19 le tue domande a cui vuoi dare una risposta.

Se hai qualche altro dubbio chiedi una consulenza infettivologica.

1. Che cos’è un coronavirus?
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus ad RNA, di media grandezza, che attaccano sia gli animali ma anche l’uomo, noti per causare malattie delle vie respiratorie: dal raffreddore comune, alle faringo laringo tracheiti, bronchiti, fino a gravi polmoniti interstiziali bilaterali. Due le epidemie passate più gravi: la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
2. Che cos’è un nuovo coronavirus?
Un “nuovo coronavirus (COVID19)“ è un nuovo ceppo di virus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. Per il quale l’organismo dell’uomo non ha sviluppato alcuna protezione.
3. Gli uomini possono essere infettati da un nuovo coronavirus di origine animale?
Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli uomini e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli uomini. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più coronavirus. Il 2019-nCoV sembra possa essere stato trasmesso dai pipistrelli direttamente o tramite un animale intermediario.
4. Quali sono i sintomi di una persona infetta da un coronavirus?
Dipende dal tipo di coronavirus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e fino alla morte.
5. I coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona?
Sì, alcuni coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, solitamente dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario.
6. Esiste un vaccino per un nuovo coronavirus?
No, non esiste un vaccino specifico essendo una malattia nuova, e per realizzarne uno i tempi possono essere anche relativamente lunghi. Si parla di un periodo di circa 20/22 mesi per arrivare alla commercializzazione del nuovo vaccino. Con la nuova ricerca odierna dell’isolamento del virus da parte dei ricercatori dello Spallanzani di Roma, i tempi potrebbero accorciarsi.
7. Esiste un trattamento per un nuovo coronavirus?
Non esiste un trattamento specifico per la malattia causata da un nuovo coronavirus. Si stanno sperimentando alcuni farmaci antiretrovirali, ma i trial sono ancora in corso. Il trattamento deve essere basato sui sintomi del paziente. La terapia di supporto può essere molto efficace.
8. Cosa posso fare per proteggermi?
Le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie comprendono:
– l’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche)
– igiene delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani),
– pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)
– evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.
9. In particolare, per quanto riguarda il nuovo coronavirus identificato in Cina (2019-nCoV) cosa è raccomandato?
Posticipare viaggi nelle aree colpite non strettamente necessari.
Le aree a rischio della Cina sono consultabili nel sito dell’OMS.
Se ci si reca in Cina, nelle aree a rischio, si raccomanda di vaccinarsi contro l’influenza stagionale almeno due settimane prima del viaggio, ed anche contro il pneumococco (dr. Meo). Le due vaccinazioni non proteggono dal coronavirus ma semplificano la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra coronavirus e Influenza. Inoltre stimolano il sistema immunitario e riducendo le complicanze derivate dai due microrganismi, in particolare nei soggetti a rischio, diminuiscono l’aggressività del coronavirus dovuta alla coinfezione. È raccomandato, inoltre, di:
evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi
evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori
lavare frequentemente le mani.
Qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.
Al ritorno, se non si è cittadini che vivono in Italia, per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese.
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
• indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
• utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

10. Gli operatori sanitari sono a rischio a causa di un nuovo coronavirus?
Sì, possono esserlo, poiché gli operatori sanitari entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che gli operatori sanitari applichino coerentemente adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie in particolare.
11. Dove si stanno verificando le infezioni da 2019-nCoV?
Il cluster di casi di polmonite ad eziologia da 2019-nCoV è stato segnalato nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, il 31 dicembre 2019. La maggior parte dei casi ha avuto un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il 9 gennaio 2020, è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica.
Sono stati segnalati casi di 2019-nCoV confermati in Cina e casi importati da altri Paesi del mondo (vedi nel sito OMS: situation report) Tra i casi sono stati segnalati anche decessi. Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato la trasmissione da uomo a uomo al di fuori della provincia di Hubei e sono stati segnalati casi confermati anche tra gli operatori sanitari
12. Quali sono i rischi di propagazione in Europa?
La valutazione del rischio da parte dell’OMS è considerata molto alta in Cina, alta a livello regionale e globale.
La probabilità di introduzione del virus nell’UE è considerata moderata da parte del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC). In questa fase dell’epidemia in corso a Wuhan e nella provincia di Hubei in Cina, si possono verificare alcuni casi importati in Europa e di conseguenza una trasmissione locale (limitata). Un singolo caso rilevato in un Paese europeo non cambia il quadro complessivo della valutazione che resta di moderata probabilità di importazione di casi di 2019-nCoV nei Paesi europei (UE/EEA). Poiché a livello globale vengono segnalati sempre più casi, ciò aumenta anche la probabilità di casi sporadicamente importati anche nei Paesi eurpei (UE/EEA).
13. Come si contrae questo coronavirus?
La trasmissione da uomo a uomo è stata confermata. La fonte dell’infezione non è nota e potrebbe essere ancora attiva. Si pensa sia derivata da un contatto con alcuni tipi di pipistrelli. Pertanto, la probabilità di infezione per i viaggiatori in visita a Wuhan che hanno uno stretto contatto con individui sintomatici è considerata moderata. Il contagio generalmente avviene con il contatto diretto con persone che hanno sviluppato i sintomi della malattia. Ma è possibile, anche se in via di dimostrazione, il contagio con persone asintomatiche o ancora in via di incubazione.
14. Che fare se si è soggiornato di recente nelle aree a rischio?
Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale:
– contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500
– indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone
– utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.
15. Che fare se si è soggiornato in un ospedale in cui è stata ricoverata una persona malata?
Il rischio di trasmissione esiste solo se si è stati in stretto e prolungato contatto con il paziente. I malati affetti da infezione da nuovo Coronavirus, inoltre, vengono ricoverati in ambienti separati dagli altri degenti. Sinora non è stata segnalata alcuna infezione da nuovo coronavirus contratta in ospedale o altra struttura sanitaria.
16. Quali raccomandazioni dell’OMS per i Paesi?
L’OMS incoraggia tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute acute (SARI), a rivedere attentamente eventuali casi insoliti di SARI o di polmonite e a comunicare all’OMS qualsiasi caso sospetto o confermato di infezione da nuovo coronavirus.
I paesi sono incoraggiati a continuare a rafforzare la loro preparazione alle emergenze sanitarie in linea con il regolamento sanitario internazionale (2005).
17. Quale dispositivo di monitoraggio è stato introdotto per questo virus a livello nazionale?
In Italia, è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS).
La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’OMS e l’ECDC, e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul suo Portale.
18. Quale misura sanitaria specifica per i viaggiatori è stata avviata nel nostro Paese?
Tutti i voli da Wuhan ed anche da e per la Cina sono stati cancellati. Le celebrazioni per il capodanno cinese sono state sospese per evitare il volume dei viaggi da / verso la Cina e all’interno della Cina, aumentando così la probabilità di diffusione dell’epidemia.
Su tutti i voli provenienti dalla Cina vengono effettuati controlli all’arrivo, che comprendono la misurazione della temperatura e la raccolta di informazioni dai cittadini.
Le indagini sull’epidemia sono in corso e poiché si tratta di una situazione emergente e in rapida evoluzione, le informazioni verranno aggiornate ogni volta che vi siano informazioni rilevanti.
Oggi 2 febbraio 2020 la notizia più importante riguarda l’isolamento del coronavirus nei laboratori dello Spallanzani di Roma.
È stato predisposto materiale informativo da affiggere negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali.

Fonte: fonte Ministero Salute rivisitata da dr. Paolo Meo

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02-02-20: Complimenti all’ospedale Lazzaro Spallanzani. Una eccellenza della scienza italiana

Il Coronavirus 2019 n-CoV è stato isolato presso i laboratori dell’ospedale e Centro di Ricerca avanzato Lazzaro Spallanzani di Roma. Una ricerca fondamentale e pietra angolare per sconfiggere questa grave epidemia ed in particolare il suo Coronavirus.
Ci dobbiamo tutti congratulare e ringraziare i ricercatori ed il personale di uno dei centri di ricerca d’eccellenza italiano ed europeo, lo Spallanzani di Roma, ed il suo Direttore Scientifico Giuseppe Ippolito. In pochi giorni i ricercatori sono riusciti, tra i primi nel mondo, ad isolare ed identificare il virus che ha paralizzato la Cina e messo paura in tutto il mondo. Atteggiamento che non trova giustificazione nella attuale situazione della diffusione della epidemia.
Ma proprio dai ricercatori dell’ospedale romano delle malattie infettive giungono le opportunità di poterlo studiare, capire e verificare cosa si può fare per bloccarne la diffusione.

Conferma il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico della Istituzione :” i dati della ricerca saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale. Si aprono spazi per nuovi test di diagnosi e vaccini. Con questo contributo sul Coronavirus l’Italia diventa interlocutore di riferimento per la comunità scientifica internazionale”. Ancora un grazie e tanti complimenti a questa eccellenza scientifica che contribuisce con la sua attività alla protezione della nostra salute. dr. Paolo Meo

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