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Scheda vaccinazione Febbre Gialla – Calendario vaccinale

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La vaccinazione non è richiesta per entrare in Italia. Si rende obbligatoria 10 giorni prima di partire per coloro che si recano nei paesi tropicali o subtropicali che la richiedono in base al Regolamento Internazionale, e si consiglia a coloro che passano o soggiornano in paesi infetti o endemici prima di recarsi in altri paesi dove è presente la zanzara vettrice Aedes. Ricordiamo che alcuni primati (scimmie) sono serbatoio e quindi portatrici sane del virus. I branchi di scimmie anche infette non conoscono confini e quindi possono costituire un rischio dove non era previsto né considerato.

Nel 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), anche per un problema di carenza di dosi globali, dopo importanti epidemie in Africa ed in America Latina e campagne vaccinali su milioni di persone, basandosi su alcune evidenze di ricerche effettuate, ha stabilito che non è necessaria la dose di richiamo ogni 10 anni. Nel 2016 è stato ufficialmente dichiarato che il certificato internazionale di vaccinazione è valido per tutta la vita di chi effettua la prima vaccinazione.  Molti paesi soprattutto africani non hanno ratificato questa decisione, anche per protezione di una eventuale diffusione da portatori sani. Diversi enti scientifici continuano a consigliare il richiamo della vaccinazione in determinati paesi ad alto rischio allo scadere dei 10 anni. L’esperienza Cesmet dopo decenni di attività clinica sul campo ci porta comunque a consigliare il richiamo del vaccino al termine dei 10 anni. I livelli anticorpali e le risposte della immunità cellulare tendono comunque a diminuire, ed un richiamo è sempre opportuno. In ogni caso sarebbe opportuno fare una valutazione sierologica della quantità di anticorpi presenti.   

Se vuoi richiedere ulteriori informazioni, contattaci via e-mail oppure telefona al numero:

Telefono (09.00 – 18.00) – 06/39030481

 

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Scheda malattia Febbre Gialla – Sintomi e segni

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La malattia si manifesta nel 60% dei casi  in modo asintomatico; esistono manifestazioni lievi, paucisintomatiche con rialzo febbrile. Una bassa percentuale di casi si manifesta in forma grave con sintomatologia generale sistemica, forti dolori generalizzati, emorragie precoci e gravi sia cutanee che interne, ittero. La malattia evolve in grave insufficienza epatica e renale ingravescente quasi sempre letale. La morte può intervenire nei primi giorni di malattia, generalmente non oltre il decimo, e caratterizza le forme a carattere emorragico fin dalla fase iniziale.

Ad una prima fase di manifestazione di malattia, segue generalmente un periodo di remissione della durata di poche ore o alcuni giorni, quindi inizia una fase di intossicazione caratterizzata da emorragie cutanee e digestive, sintomi a carico del fegato (ittero), dell’apparato urinario (insufficienza renale) e shock.

Mortalità

I decessi si presentano nel 20% dei casi gravi, in particolari epidemie si può arrivare all”80%  di mortalità.Il 50% dei pazienti in fase tossica muore, di solito entro 2 settimane dalla comparsa dei sintomi. La mortalità è maggiore nei più giovani. Il tasso di mortalità è più basso nelle epidemie (5%). Segno prognostico sfavorevole è la precoce comparsa e la severità dell’ittero (3º giorno). L’aumento delle transaminasi è direttamente proporzionale al danno epatico ed è un segno prognostico sfavorevole.

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Trasmissione e incubazione

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Porta d’ingresso

La cute, attraverso le punture degli insetti infettati dal virus.

Trasmissione

I vettori del virus sono zanzare del genere Aedes e Haemagogus e trasmettono il virus durante il pasto ematico. Le zanzare restano infette per tutta la loro vita, mentre il sangue dei pazienti infetti è contagioso da 24 a 48 ore prima della comparsa dei sintomi fino a 3-5 giorni dopo la guarigione clinica.

Incubazione

3-6 giorni

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Introduzione e descrizione

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VACCINAZIONE PER LA FEBBRE GIALLA e CERTIFICAZIONE INTERNAZIONALE

DECRETO 9 luglio 2021 Centri autorizzati a praticare la vaccinazione contro la febbre gialla ed al rilascio del relativo certificato – 2021 (21A04930) (GU Serie Generale n.195 del 16-08-2021)

Presso Etimedica – Cesmet Clinica del viaggiatore è possibile effettuare la vaccinazione per la febbre gialla con certificazione internazionale. La vaccinazione viene effettuata presso il centro medico specializzato in medicina tropicale, da personale specializzato ed esperto nella materia. Richiedi una consulenza prima del viaggio con il dr. Paolo Meo, medico tropicalista.
Per INFO e prenotazioni chiama il numero 0639030481 o scrivi fornendo i tuoi dati cliccando qui

 

Descrizione

 

La Febbre Gialla è una malattia virale acuta, causata da un Flavivirus ad RNA che viene trasmesso mediante la puntura di una “zanzara Aedes aegypti o altra specie”, da uomo infetto ad uomo, o da primate (scimmia) infetto ad uomo. Esiste una trasmissione urbana, prevalentemente umana, ed una trasmissione silvestre con implicazione animale. Nell’ambiente silvestre, ma non solo le scimmie possono essere portatrici del virus e trasmettere il virus anche dove non sono presenti casi umani. Questo fenomeno è la causa dell’aumento dei casi negli ultimi decenni.  Anche la diffusione di questo genere di zanzara, per le variazioni ambientali e climatiche, e l’infestazione di regioni dalle quali era stata precedentemente eradicata, ed aree totalmente nuove è casa di diffusione del virus. Questo Flavivirus è presente in  Africa equatoriale e subsahariana, ed in Sud e Centro America. L’infezione virale fu originariamente importatadall’Africa nelle Americhe con il commercio degli schiavi, e qui si è radicata e stabilizzata avendo trovato un ambiente ed il vettore favorevoli. Non sono mai stati descritti casi di febbre gialla in Asia, ma occorre mantenere alta la guardia per la presenza in questo continente di zanzare pronte ad infettarsi e a trasmettere il virus. Questo è il motivo della obbligatorietà del vaccino contro FG nei paesi asiatici per tutti coloro che provengono, anche da transiti, dall’Africa e dall’America Latina.

Iniziali sintomi lievi possono evolvere in forma grave e mortale. Mortalità elevata, 50% dei casi gravi. Conferma con ricerca degli anticorpi e PCR nel sangue. Il trattamento è sintomatico. Vaccino molto efficace e protettivo. 

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Prevenzione e vaccinazione

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La febbre gialla è una malattia che si può prevenire con il vaccino. Si tratta di un vaccino prodotto con virus vivo attenuato che produce, con una sola dose, una immunità duratura (almeno 10 anni). È l’unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale.

Per i viaggiatori che partono dall’Italia, e si recano in zone dove è presente la zanzara del genere Aedes generalmente non è obbligatoria in Italia. Si rende obbligatoria 10 giorni prima di partire per coloro che si recano in paesi tropicali o subtropicali che, a causa dell’alto rischio di infezione, prevedono l’obbligatorietà per tutti i viaggiatori in entrata. In genere sono i paesi considerati infetti.

Consigliamo caldamente la vaccinazione a tutti coloro che si recano sia in zona  infetta che in zona endemica.
Per i viaggiatori che si spostano tra paesi dove è presente la zanzara, la vaccinazione è resa obbligatoria per regolamento internazionale.

Modalità di somministrazione del vaccino

1 fiala da 0,5 ml per via sottocutanea in una singola somministrazione sia per adulti che per bambini.

Controindicazioni

E’ sconsigliata la somministrazione del vaccino nei primi 6 mesi di vita; nel corso del primo trimestre di gravidanza; nei soggetti  immunodepressi e accertata allergia all’uovo. Se il vaccino antiamarillico viene somministrato contemporaneamente con altri vaccini  vivi  attenuati (es. Polio orale, morbillo, antitifico vivo attenuato) deve essere osservato un intervallo di 2 settimane se il vaccino anti-febbre gialla precede gli altri vaccini, oppure di 4 settimane se il vaccino antiamarillico segue gli altri vaccini o di 6 settimane se segue alla vaccinazione con polio orale.

Effetti collaterali

Quasi mai presenti, talvolta si manifestano localmente con lieve zona eritematosa, lieve dolenzia e indurimento, molto raramente si manifesta modesto rialzo febbrile.


Vaccino in commercio

Stamaril ® (iniettivo).

 

Prevenzione

E’ fondamentale la protezione dalla puntura delle zanzare. Le zanzare, le mosche, i moscerini, i pappataci, le zecche, le cimici e molti altri insetti possono causare fastidio, reazioni cutanee o trasmettere malattie. Dal momento che nessun farmaco o vaccino è attualmente in grado di garantire una protezione totale dal rischio di malattie trasmesse da insetti (Malaria, Dengue, Filariosi, Encefalite giapponese e molte altre ancora) è fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto con gli insetti che le trasmettono. E’ dimostrato che l’impiego di mezzi di difesa contro la zanzara riduce il rischio di acquisire l’infezione malarica del 90%. Le informazioni valide per la zanzara anofele possono essere estese anche agli altri insetti.

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Diagnosi e trattamento

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La diagnosi della Febbre Gialla può essere molto difficile per i casi isolati. Nei tropici la malattia viene diagnosticata clinicamente, osservando cioè i sintomi. La diagnosi viene confermata dall’isolamento del virus dal sangue (identificazione mediante PCR del’RNA virale durante la fase acuta), da un titolo anticorpale in aumento (le IgM appaiono entro 5 giorni dalla comparsa della malattia; il confronto dei dati sierologici nella fase acuta e in convalescenza conferma la diagnosi), o, all’autopsia, dalla caratteristica necrosi delle cellule epatiche nella zona intermedia del lobulo. L’agobiopsia del fegato durante la malattia è controindicata per il rischio di emorragie.

Trattamento

Si basa su misure di supporto ed è diretto ad alleviare i sintomi (per lo più con trasfusione di sangue e di liquidi) e a ridurre la possibilità di emorragie.Non esiste terapia specifica antivirale. Il trapianto di fegato è una possibilità di trattamento, se la coagulopatia da consumo lo consente.

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Distribuzione geografica

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La febbre gialla si trova tra il 15° parallelo Nord e il 10° parallelo Sud in America e in Africa (v.mappa). Non c’è in Asia, benché siano presenti specie di zanzare potenziali vettori. L’incidenza è imprecisata perché la maggior parte dei casi è subclinica o non è segnalata, verificandosi in aree geografiche remote. L’OMS stima che si verifichino 200,000 casi all’anno solo in Africa (100-200 casi all’anno in Amazzonia). L’area geografica interessata dalla febbre gialla è in espansione, soprattutto in Africa, in zone dove era considerata eradicata (es. Africa orientale e meridionale). In Africa la trasmissione avviene principalmente nelle zone di savana dell’Africa centrale e occidentale, durante la stagione delle piogge, con saltuarie epidemie in zone urbane e in villaggi. Più raramente interessa le zone di foresta equatoriale.

In Sud America gli episodi sono sporadici e colpiscono quasi sempre agricoltori o lavoratori delle foreste. Dopo una campagna di eradicazione dell’Aedes aegypti negli anni trenta, la febbre gialla urbana era diventata rara in Sud America, ma a causa del degrado socio-economico ed ecologico degli ultimi anni, queste zanzare hanno recentemente rioccupato buona parte delle aree dalle quali erano state eliminate e il rischio potenziale di epidemie urbane è aumentato. Molto raramente si hanno casi di febbre gialla nei turisti e nei viaggiatori.

 

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Scheda malattia Febbre Gialla- Agente infettivo e ciclo vitale

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Agente infettivo

Il virus della febbre gialla (virus amarillico) è un arbovirus (gruppo B), virus a RNA del genere dei Flavivirus, membro della famiglia delle Flaviviridae.

Ciclo vitale

La febbre gialla è una febbre emorragica virale che viene trasmessa da zanzare infette. Sono descritti tre cicli diversi di attività del virus e di modalità trasmissiva: una selvatica, una intermedia e una urbana. I tre tipi esistono in Africa, ma in Sud America si riscontrano solo il tipo selvatico e urbano dell’infezione.

Ciclo silvestre: nella febbre gialla silvestre i vettori sono in Sud America Haemagogus spp. e Sabethes spp., ed Aedes africanus in Africa. Le zanzare acquisiscono l’infezione dalle scimmie, che fungono da serbatoio del virus. Le zanzare poi pungono e infettano gli uomini, di solito giovani maschi lavoratori delle foreste o in attività agricole.

Questo tipo di infezione è più comune in America latina dove soprattutto nei bacini dei fiumi Magdalena, Orinoco e Rio delle Amazzoni.

Ciclo urbano: nella febbre gialla urbana, gli uomini sono serbatoi del virus, quando sono viremici, e il contagio avviene attraverso la zanzara domestica, l’Aedes aegypti.

Questa modalità di infezione si ritrova prevalentemente in Africa dove ogni anno si manifestano numerosi focolai epidemici e circa 200.000 casi.

 

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Epatite A – Scheda malattia

Consulenza con lo specialista

Se hai bisogno di informazioni o pensi di aver problemi di salute per questa malattia contatta la Clinica del Viaggiatore Cesmet.

Il centro medico Cesmet Clinica del Viaggiatore è specializzato in malattie infettive, tropicali e parassitologiche. Il dr. Paolo Meo, con esperienza più che trentennale in diversi continenti, soprattutto in diversi paesi africani, è a disposizione di chiunque necessità di un chiarimento o una visita specialistica.

Puoi recarti in ambulatorio, prenotando una visita compilando il modulo apposito o telefonando al numero 06 39030481.

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Introduzione e descrizione

L’epatite A è una malattia infettiva acuta, contagiosa, del fegato, a trasmissione alimentare,  causata dal virus dell’epatite A (HAV). Le epatiti virali, conosciute ad oggi, sono cinque (A – B – C – Delta – E)  più una, che ha caratteristiche cliniche e sierologiche molto particolari (epatite G).  L’epatite A provoca una malattia acuta che nei bambini generalmente causa pochi sintomi e può anche passare inosservata, asintomatica. Questi soggetti sono però in grado di infettare gli altri individui. Negli adulti spesso è più acuta e si può manifestare anche in modo grave. Tra i sintomi l’ittero, la nausea, il vomito, la diarrea, non sempre la febbre ed il dolore addominale. La stanchezza può essere un sintomo importante e costringe il malato a letto per qualche settimana e a volte ha periodi di convalescenza piuttosto lunghi. Può raramente verificarsi un’insufficienza epatica acuta, evento più comune negli anziani e nei soggetti con deficit immunitari.

Si contagia per via oro-fecale, ossia mangiando o bevendo cibi o acqua contaminati da feci infette; oppure accostando alla bocca le mani non lavate o suppellettili contaminate con micro residui di feci. I molluschi crudi o poco cotti sono una fonte d’infezione relativamente comune. Ci si può infettare con HAV anche attraverso il contatto con una persona infetta, nel suo periodo di contagio, condividendo lo stesso bagno non applicando corrette misure di igiene, non facendo attenzione alla pulizia delle mani; oppure anche per via sessuale, attraverso rapporti sessuali oro-anali.
Dopo una infezione naturale, asintomatica o sintomatica,  l’individuo acquisisce una immunità per il resto della sua vita. La vaccinazione contro il virus dell’ epatite A è efficace e previane la malattia.  Alcuni paesi lo raccomandano di routine per i bambini e per gli individui a più alto rischio che non sono stati precedentemente vaccinati.
La somministrazione del ciclo del vaccino sembra mantenere la presenza di anticorpi per tutta la vita. E’ opportuno comunque per chi si reca in aree iperendemiche o per lavoro o adotta comportamenti a rischio effettuare periodicamente un richiamo, ogni 10 anni.

Tra le misure preventive efficaci, oltre la vaccinazione il lavaggio delle mani e la cottura dei cibi.

Non esiste un trattamento farmacologico specifico; generalmente vengono consigliati riposo, dieta e, a seconda delle necessità, l’assunzione di farmaci sintomatici contro la nausea e la diarrea. Le infezioni di solito si risolvono completamente e senza che vi sia un danno del parenchima epatico. In caso di insufficienza epatica acuta e generalizzata l’unico trattamento possibile è il trapianto di fegato.
I dati globali stimano in circa 2 milioni i casi sintomatici annui; le infezioni sono stimate in diverse decine di milioni.
La malattia è più comune nelle aree tropicali ed equatoriali e nei paesi con scarsità di norme igieniche e con la difficoltà ad accedere a fonti d’acqua non contaminate.
Nella aree tropicali e depresse e nelle grandi metropoli circa il 90% dei bambini rimangono infettati prima dei 10 anni con una immunità che dura in età adulta. La mortalità è relativamente bassa.

Agente infettivo e ciclo vitale

Il virus dell’epatite A (HAV) – genere Hepatovirus – famiglia Picornaviridae, è un virus a RNA. E’ un virus privo dell’involucro esterno “pericapside”. E’ invece costituito da un “capside di forma icosaedrica” dal diametro di 27 nm. Il capside è costituito da cinque polipeptidi (VP1, VP2, VP3, VP4 e VP5). Esiste un solo sierotipo. Il capside all’interno contiene un singolo filamento di RNA a polarità positiva costituito da 7.478 nucleotidi.  Il virus HAV si lega tramite il “canyon” (una chiave di entrata) formato dalle proteine del capside al recettore che si trova sugli epatociti (cellule del fegato). Avvenuto il legame si modifica il capside con rilascio di VP4 e l’entrata del virus all’interno della cellula.

L’RNA virale (genoma) entra nella cellula bersaglio (epatocita) attraverso il canale venutosi a creare con l’adesione del polipeptide VP1 e il rilascio di VP4. L’RNA virale viene tradotto dai ribosomi in circa 10-15 minuti, cominciando a produrre polipetidi. La replicazione dell’RNA del virus coinvolge una RNA-polimerasi RNA-dipendente virale. La riproduzione delle parti dei nuovi virus è iniziata, e inizia anche l’assemblaggio delle particelle fino alla costituzione del nuovo virus.

L’RNA virale compete con l’mRNA cellulare per l’attacco ai ribosomi bloccandone la traduzione. L’RNA fornisce le informazioni per formare all’interno della cellula i diversi polipeptidi che si assemblano formando il capside vuoto.  Completata la replicazione dell’RNA virale, questo migra all’interno del capside di HAV così da formare il virione completo. E’ importante sapere che HAV, a differenza di altri picornavirus, non distrugge le cellule epatiche ma viene rilasciato dagli epatociti per esocitosi, ovvero per espulsione dalla parete cellulare.

Il capside di HAV è particolarmente resistente. Sopravvive infatti in sia in acqua dolce che in acqua salata. Resiste ai detergenti, sopporta temperature fino a 60 °C e ambienti a pH particolarmente acid.
HAV presenta come organo elettivo di replicazione il fegato, gli epatociti e viene eliminato con le feci, eliminazione che è massima nell’ultimo periodo di incubazione.

Trasmissione, porta di ingresso e incubazione

HAV si trasmette quasi esclusivamente per via oro-fecale, ossia attraverso l’ingestione di microparticelle fecali.  L’ingestione di acqua o cibo contaminato è la causa più frequente di infezione. Il periodo delle piogge, nelle aree tropicali, il fenomeno della fecalizzazione del terreno, gli insetti che dopo essersi depositati su residui fecali infetti si depositano su cibi, contaminandoli; molluschi bivalvi come ostriche, vongole o cozze che filtrano acqua con residui fecali contenenti il virus possono essere veicolo di infezione soprattutto se mangiati crudi. E’ invece insolita la trasmissione parenterale (attraverso siringhe) mentre è possibile la trasmissione sessuale se uno dei partner è infetto con il virus ed il contagio avviene per microparticelle fecali (oro-fecale).

HAV una volta ingerito penetra attraverso l’epitelio orofaringeo o intestinale, superando facilmente la barriera acida gastrica (è molto resistente fino ad un PH 1.), nel la microcircolazione e quindi al torrente circolatorio. Attraverso l’endotelio dei capillari sottomucosi il virus entra nel sangue e giunge nel fegato. HAV attraverso i capillari degi acini epatici fuoriesce dal torrente ematico e si lega agli epatociti o alle cellule di Kupffer (macrofagi specializzati localizzati nel fegato, che fanno parte del “sistema dei macrofagi” – sistema reticoloistiocitario o sistema reticoloendoteliale). Il virus, attraverso il “sistema a chiave” precedentemente descritto, penetra nel citoplasma e comincia a replicare utilizzando i ribosomi della cellula. I virioni completi e attivi (il nuovo virus) una volta prodotto viene espulso dall’epatocita per esocitosi nella bile per essere poi eliminato con le feci.
Il virus si ritrova nelle feci già cinque giorni prima della comparsa dei sintomi e delle alterazioni metaboliche riscontrabili con gli esami di laboratorio, e si ritrova infetto fino a dieci giorni dopo l’esordio dei sintomi. Nei pazienti immunodepressi la eliminazione virale può prolungarsi oltre i 6 mesi dopo l’esordio della malattia.

 

Distribuzione geografica

Aree iperendemiche si ritrovano in quasi tutti i continenti. In particolare nelle aree subsaheliane dell’Africa, nel sud-est asiatico, in America del Sud, nel bacino del mediterraneo e l’est europeo.

Tradizionalmente vengono descritte 3 categorie geografiche di endemicità correlate alla prevalenza di HAV e categorie di rischio comportamentale:

  • aree ad alta endemicità (paesi a basso e medio reddito), con scarse condizioni igienico-sanitarie. Le infezioni si manifestano soprattutto nei bambini sotto i 10 anni e sono spesso asintomatiche. In queste zone solitamente non si manifestano epidemie di HAV poiché adolescenti e adulti sono immuni dalla loro infanzia e costituiscono, con le loro difese immunitarie, una barriera alla diffusione dell’infezione;
  • aree ad endemicità intermedia, (Paesi a medio reddito) con condizioni igienico-sanitarie variabili. In queste zone l’infezione si manifesta soprattutto negli adulti e si possono verificare anche importanti epidemie;
  • aree a bassa endemicità, (Paesi industrializzati) con buone condizioni igienico-sanitarie che frenano la diffusione del virus. In questi Paesi l’infezione colpisce maggiormente gli adolescenti e gli adulti. I principali fattori di rischio sono rappresentati dai viaggi internazionali in zone endemiche e dal consumo di alimenti (soprattutto frutti di mare) o acqua contaminati.
  • soggetti appartenenti a gruppi a rischio, come chi fa uso di droghe per via endovenosa e omosessuali (“man who have sex with men” – MSM), soggetti con quadri di immunodepressione. Aree ad alta prevalenza di HIV

Secondo i dati statistici di eCDC in Europa l’incidenza dell’infezione varia ciclicamente con picchi di malattia ogni 10-15 anni. ECDC nel 2018 riporta 15.677 casi confermati di epatite A nell’Unione Europea, con predominanza di casi tra la popolazione maschile (57,2% uomini vs 42,8% donne). La fascia d’età più colpita continua ad essere quella compresa tra i 5 ed i 14 anni.

Sintomi

I sintomi sono prevalentemente gastrointestinali. Frequente la febbre; importante astenia che aumenta nel tempo; artralgie e dolori generalizzati. L’ ittero è di durata variabile. L’infezione al di sotto dei due anni d’età difficilmente evolve in malattia evidente, ma le forme sono quasi sempre inapparenti.
L’infezione acuta da HAV è caratterizzata nella prima fase da:
Malessere generale – Perdita dell’appetito – Nausea – Debolezza – Facile affaticabilità – Mal di testa – Dolori addominali non intensi e difficilmente localizzabili nella fase pre-itterica. A partire da 4-5 giorni prima della fase itterica si assiste a un’intensificazione della sintomatologia che invece migliora a partire dalla fase itterica.

Fase itterica:  Ittero (la pelle e la sclera assumono un colore giallastro), urine scure, feci chiare, comparsa di prurito nella fase itterica. 

I sintomi di solito appaiono da 2 a 6 settimane (periodo di incubazione) dopo l’infezione iniziale, con una media di 28 giorni.

Tra il 10-20% dei pazienti presentano un quadro di esordio simil-influenzale con febbre (da 37,7 a 38,3°C), mal di gola, raffreddore e tosse. Le urine tendono a diventare ipercromiche, cioè con una colorazione più intensa. In questi casi la sintomatologia è poco specifica, cioè non fa pensare immediatamente all’epatite, ma può essere confusa con molte altr malattie.

Fisiopatologia dell’epatite A

L’origine dei sintomi e della malattia sono da imputarsi prevalentemente alla forte risposta immunitaria dell’organismo contro il virus, prevalente negli organismi adulti.  Difatti l’azione lesiva sulle cellule epatiche non deriva dall’azione diretta del virus, che una volta moltiplicato viene espulso dalla cellula con processo di “esocitosi” non lesivo per la cellula medesima. Ma invece la lesione cellulare e l’insorgenza dei sintomi derivano dalla abnorme reazione del sistema immunitario con l’induzione dei meccanismi dell’infiammazione che agiscono sulle cellule infette per distruggerle.  Difatti il sistema immunitario combatte l’infezione da HAV tramite la secrezione di interferoni che hanno la funzione di limitare all’interno degli epatociti la replicazione virale. Viene anche indotto un processo di apoptosi, ossia della morte delle cellule epatiche indotta da linfociti NK e linfociti T-citotossici. Quindi una vera e propria morte degli epatociti causata dall’attacco delle cellule del sistema immune, con incremento anche elevato delle transaminasi. Il virus viene anche combattuto dalla presenza degli anticorpi, in particolare IgG e IgM e dal sistema del complemento mediante fenomeni di citotossicità cellulare anticorpo-dipendente. Gli anticorpi anti-HAV in seguito a un’infezione permangono a vita.

Diagnosi e trattamento

DIAGNOSI dell’epatite A

La reazione dell’organismo ad HAV danneggia le cellule epatiche che perdono la loro funzionalità di metabolizzare ed eliminare dall’organismo le tossine o i prodotti di scarto come la bilirubina. Con il progredire della patologia e l’apoptosi cellulare, la bilirubina e gli enzimi epatici aumentano nel sangue. La bilirubina e il pannello epatico costituito da transaminasi, fosfatasi alcalina e gamma GT forniscono informazioni sulle condizioni del fegato.
La ricerca degli anticorpi diretti contro HAV determina l’eziologia della malattia.
Esistono due differenti classi di immunoglobuline anti-epatite A: le IgM e le IgG. In seguito all’esposizione al virus HAV, l’organismo produce prima gli anticorpi IgM, che compaiono entro 2-3 settimane dal contagio precedendo spesso lo sviluppo dei sintomi. Queste persistono per 3-6 mesi.
Le IgG vengono prodotte dopo 1-2 settimane dalla comparsa delle IgM e persistono per tutta la vita. La ricerca degli anticorpi IgG anti-epatite A (IgG anti-epatite A) viene eseguita per distinguere un’infezione acuta da un’infezione pregressa. La positività delle IgG anti-epatite A suggerisce una precedente infezione da virus dell’epatite A prima oppure la presenza di immunità acquisita.
Se le IgM anti-epatite A sono positive, si pone diagnosi di epatite A acuta.
L’induzione delle IgG da vaccino ha generalmente una durata ridotta. Per questo motivo è importante un richiamo ogni 10 anni.
Ulteriori esami per l’epatite A comprendono albumina sierica, e il tempo di protrombina/rapporto internazionale normalizzato (INR).

TRATTAMENTO
Non esiste ad oggi un trattamento specifico per l’epatite A. Le forme lievi di solito si risolvono spontaneamente e non provocano danni permanenti al fegato. Viene normalmente prescritta una terapia di supporto che consiste nell’apporto di molti liquidi, importante glucosate ed anche Ringer Lattato. 
Dieta leggera con assunzione di piccole quantità di cibo e bevande più volte al giorno.
HAV si può raramente manifestare con una forma potenzialmente letale, ossia l’epatite fulminante. Questa provoca insufficienza epatica tale da richiedere il ricovero ospedaliero. Negli anziani e nei soggetti con insufficienza epatica cronica tende ad essere più aggressiva. Le persone affette da epatite A acuta in queste condizioni devono essere monitorate con grande attenzione.

Controllo, trasmissione e vaccinazione

L’infezione da HAV si previene con il vaccino che è fortemente raccomandato alle persone a rischio complicanze, incluse le persone con patologie croniche del fegato e pazienti con lesioni epatiche riconducibili ad altre cause. Importante la vaccinazione per chi fa uso di droghe e per coloro con rapporti sessuali non protetti (micro particelle fecali). Fortemente raccomandato il vaccino per chi affronta viaggi internazionali.

VEDI LA SCHEDA VACCINAZIONE PER EPATITE A

L’epatite A può essere prevenuta con una corretta igiene, che prevede il lavaggio delle mani dopo l’uso del bagno, dopo aver cambiato un pannolino e prima di mangiare o di cucinare. Attenzione ai cibi contaminati e crudi.

Oltre la vaccinazione, il viaggiatore che si reca in Paesi ad alto rischio dovrebbe rispettare alcune semplici regole, come lavare abbondantemente verdura e frutta, e sbucciare quest’ultima prima di mangiarla. Mangiare carne e pesce, in modo particolare i molluschi, soltanto dopo una attenta cottura. Non lasciar passare troppo tempo dalla cottura.
Un altro importante veicolo di infezione dell’epatite A è l’acqua; quella di rubinetto o di sorgenti comuni deve essere bollita per almeno 10 minuti. L’acqua in bottiglia può essere consumata a patto che la bottiglia venga aperta sotto i propri occhi. Attenzione al ghiaccio, che non andrebbe mai consumati direttamente o aggiunto alle bevande. Una attenzione particolare a non lavarse denti con acqua del rubinetto.  Anch’essa dovrebbe essere di bottiglia. Allo stesso modo, quando si fa il bagno in fiumi e mari è bene prestare attenzione che non entri dell’acqua in bocca.
Ricapitolando una buona prevenzione personale dell’epatite A si ottiene adottando con le comuni norme di igiene come l’accurato e frequente lavaggio delle mani, dopo essere stati alla toilette e prima di manipolare gli alimenti. Oggetti come spazzolini, posate, bicchieri ed asciugamani devono essere di utilizzo strettamente personale.
Per tutte queste innumerevoli vie di contagio è importante vaccinarsi prima della partenza, per viaggio o per lavoro, nelle zone a rischio.
La prevenzione generale dell’epatite A, molto efficace nei Paesi industrializzati, si attua dotando le abitazioni di un’adeguata rete fognaria e di un efficace sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti; il tutto con lo scopo di evitare la contaminazione delle falde acquifere. Attenzione, pertanto, quando ci si reca in Paesi o regioni in cui i rifiuti si accatastano lungo le strade anziché in apposite discariche.

Notizie e bibliografia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Paxlovid e Molnupiravir, due farmaci anti covid-19 per i paesi poveri

Paxlovid e Molnupiravir, due farmaci antivirali contro il COVID-19 messi a disposizione dei paesi più poveri dalle rispettive case farmaceutiche.

La produzione di Paxlovid il nuovo farmaco della Pfizer per la cura del COVID-19 è stata messa a disposizione dei paesi più poveri attraverso un accordo con “Medicines Patent Pool”, organizzazione internazionale sostenuta dall’ONU.  Alle compagnie farmaceutiche locali arriverà, a basso costo, la licenza per produrre il farmaco, considerato ancora sperimentale contro il Covid-19.   L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla ha affermato che:


“C‘è un bisogno urgente per opzioni di cure salvavita in tutto il mondo. L’efficacia mostrata nei recenti studi clinici dall’antivirale Paxlovid mette in evidenza il ruolo essenziale che le terapie orali antivirali possono avere nella battaglia contro il Covid”. 

L’ aumento delle forniture ai paesi in via di sviluppo da parte della Pfizer passa attraverso la cessione della licenza di produzione della pillola anti Covid.
Molteplici studi hanno dimostrato che nelle persone con “Covid lieve o moderato”  l’assunzione del farmaco riduce drasticamente il rischio di ricovero e i decessi sono ridotti di quasi il 90%.  

La “Concessione per la  produzione del farmaco” sarà venduta a basso costo dalla Associazione delle Nazioni unite per l’uso in 95 Paesi poveri, principalmente in Africa e in Asia. Naturalmente gli enti regolatori locali dovranno autorizzare il farmaco nei paesi.
Anche l’azienda Merck sta portando avanti le trattative per Molnupiravir, farmaco antivirale anti COVID-19 da produrre e vendere a basso prezzo in 105 paesi.
Il Brasile è fuori da questo accordo, nonostante la sua situazione economica e l’alto numero di morti per COVID-19.  Sono esclusi dall’accordo anche Cuba, Iraq, Libia e Giamaica, che dovranno acquistare i farmaci antivirali direttamente da Pfizer a prezzi più alti rispetto ai produttori generici.

La concessione della formula dei farmaci data in sublicenza è necessaria non solo per l’abbattimento dei costi ma soprattutto per aumentare e rendere disponibili in tutto il mondo i farmaci la cui produzione è molto limitata al momento.
La decisione giunge in un momento in cui in molti paesi il sistema sanitario è in grande difficoltà e la copertura vaccinale risulta insufficiente. Speriamo che per lo meno questa volta le buone intenzioni si tramutino in realtà.

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Esami di laboratorio infettivi, tropicali e parassitologici

Esami di laboratorio INFETTIVI – TROPICALI – PARASSITOLOGICI effettuati presso CESMET CLINICA DEL VIAGGIATORE

 

Parassitologia e malattie tropicali

Test di laboratorio su feci.  Coprologia e ricerca parassiti intestinali
Esame parassitologico delle feci
Ricerca di Giardia nelle feci: test per la ricerca di antigeni di Giardia
Ricerca di Cryptosporidium parvum nelle feci : test per la ricerca di antigeni di Cryptosporidium
Ricerca di Entamoeba histolytica nelle feci: test per la ricerca di antigeni di Entamoeba histolytica
Scotch-test
• Ricerca Schistosoma Mansoni (BILARZIA INTESTINALE)
Ricerca Tenia Echinococco ed altre Tenie
Ricerca altre specie parassiti intestinali;

 

  Test di laboratorio su sangue. Ematologia e sierologia per parassitosi tropicali

Malaria
Striscio e goccia spessa per malaria
Ricerca antigeni del Plasmodio della malaria : test per la ricerca di antigeni dei Plasmodi
Ricerca acidi nucleici parassiti malarici RT-PCR per malaria (test in Biologia Molecolare)

Dengue
Ricerca di antigeni del virus Dengue: test test per la ricerca di antigeni del Virus
Ricerca di Anticorpi IgG e IgM contro il virus Dengue: test in ELISA o CLIA

Chikungunya
Ricerca di anticorpi IgM -IgG contro il virus Chikungunya:

Filariosi
Striscio e goccia spessa per microfilarie
Ricerca antigeni Wuchereria bancrofti : test i per la ricerca di antigeni

Leishmaniosi
Ricerca di Anticorpi contro Leishmania donovani:

Test di laboratorio su urine
Schistosoma
• Ricerca di Schistosoma nelle urine

Altri test
• Ricerca del sangue occulto nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di emoglobina umana
• Ricerca di Calprotectina nelle feci: test immunologico
• Ricerca di Helicobacter pylori nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di H.pylori
• Ricerca di Salmonella typhi nelle feci: test in immunocromatografia per la ricerca di antigeni

Test Mantoux (Tubercoline Skin Test )
convenzioni (riduzioni)  per concorsi universitari, forze armate, altri concorsi di stato 

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MOSQUIRIX un vaccino contro la malaria

 

7 ottobre 2021:  MOSQUIRIX – il primo vaccino pediatrico contro il plasmodio della malaria. (le news dal Cesmet – clinica del viaggiatore)

 

per info sulla malaria clicca qui


Il primo vaccino per la “malaria pediatrica” è in commercio con il nome MOSQUIRIX, sviluppato dalla ricerca della società farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK). E’ stato eseguito dall’inizio dell’anno 2019 uno studio pilota ed il vaccino
 è stato somministrato a più di 800.000 bambini in Ghana, Kenia e Malawi in Africa. La maggior parte dei possibili vaccini sviluppati negli ultimi 20 anni contro la malaria non

MOSQUIRIX il primo vaccino contro la malaria
 MOSQUIRIX il primo vaccino contro la malaria

sono riusciti a controllare la malattia. Ma questo ultimo vaccino, solo pediatrico, sembra aver superato le diverse fasi di sperimentazione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed in particolare il direttore generale dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di una importante conferenza stampa, ha raccomandato l’uso del primo vaccino contro la malaria, in particolare nei paesi di maggior incidenza della malattia.
I primi risultati degli studi eseguiti mostrano un’efficacia limitata del vaccino che si aggira intorno al 40% del totale dei casi di malaria. Ed una efficacia di circa il 30% nel prevenire casi di malaria grave, cerebrale. Lo studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha indicato che la somministrazione su pazienti pediatrici, tra 0-5 anni, contestuale di vaccino RTS-S (MOSQUIRIZ) e di farmaci antimalarici a base di derivati di “artemisia annua” si registra una riduzione di oltre il 70% dei ricoveri ospedalieri o dei decessi.
Occorre ora iniziare campagne di somministrazione di migliaia di dosi del vaccino, a livello territoriale periferico, in particolare nei paesi a maggior incidenza di malaria. La maggior parte dei casi pediatrici e oltre la metà dei morti per malaria si contano in 6 paesi dell’Africa Sub Sahariana. Nigeria, con il 25% dei casi, Congo, Tanzania, Burkina Faso, Mozambico e Niger. Degli oltre duecentocinquatamilioni di casi, ufficiali, con circa 500.000 decessi La metà viene dai paesi sopracitati. Il numero dei casi e delle vittime, in circa 15 anni si è più che dimezzato con il controllo e le bonifiche ambientali, e con l’uso delle zanzariere trattate.
Il professor Sir Brian Greenwood dell’LSHTM ha dichiarato che: “Il vaccino RTS-S contro il Plasmodium Falciparum non fornisce una protezione completa e l’efficacia è piuttosto ridotta, ma questa conquista scientifica dimostra il nuovo impulso e la visione della comunità sanitaria globale di trovare vie nuove da seguire nel prevenire la malattia. Come parte di un approccio più completo ha un grande potenziale per ridurre la morte e le malattie nelle aree ad alta incidenza, specialmente se la vaccinazione è combinata con altri interventi come la chemioprevenzione stagionale della malaria, con farmaci appropriati, le zanzariere, ed il controllo ambientale.
Il vaccino RTS,S/AS01 contribuirà a proteggere i bambini nelle aree del mondo più a rischio, ma dovrà essere accompagnato da una serie di attenzione e pratiche preventive. La stessa attenzione da porre pre altri vaccini come per esempi quelli attuali per il SARS-CoV-2. Il vaccino si somministra in 4 dosi a partire dai 5 mesi di età.

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