Paolo Meo - MioDottore.it

Le epidemie

Casi autoctoni di dengue in Italia. Quanti sono e da dove provengono.

Due casi autoctoni, ossia sviluppatisi in persone che non hanno viaggiato fuori l’Italia. Due casi che si aggiungono a decine di altri casi che da alcuni anni si presentano in diverse regioni italiane.
Riportiamo l’intervista del dr. Paolo Meo, infettivologo e tropicalista, direttore del Cesmet Clinica del Viaggiatore uscita nel quotidiano online “politicanews.it” il 24 Agosto 2023.  
CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVISTA SUI CASI AUTOCTONI DI DENGUE

uomo – zanzara – virus dengue

Ringraziamo l’autrice dalla intervista, le dottoressa Alessandra Broglia di aver autorizzato la pubblicazione dell’articolo nel sito web del Cesmet. Il dr. Paolo Meo da sempre si occupa di clinica delle malattie tropicali e la prima esperienza con la dengue la fece nei suoi mesi passati in India, nel 1983 , nei centri sanitari degli altopiani a nord dell’allora Bombay. I primi casi di dengue nei villaggi intorno a Thalasari nello stato di Maharashtra, al suo secondo ritorno nell’area, dopo qualche mese dal primo viaggio effettuato con la scuola Istituto Massimo di Roma. Ricordo l’episodio perchè il primo viaggio fu realizzato nel periodo natalizio in pieno inverno, secco, freddo senza zanzare e senza casi di malattia. Tornato da solo nel mese di giugno, durante i tre mesi di piogge monsoniche, il quadro era cambiato completamente.
Piogge, caldo, umidità alle stelle, presenza di zanzare (Ades aegypti ed altri tipi tra cui  Albopictus “rara”). La dengue dilagava nei villaggi e vidi diversi piccoli bambini, negli health center locali morire di dengue grave emorragica.
Ricordo questo episodio per sottolineare come le stagioni ed il cambio di parametri meteo cambiano il quadro e la presenza di malattie nel territorio. Da allora capii che i rischi paesi o territoriali non sono sempre uguali e che il meteo “primo parametro” cambia la storia delle malattie. con le caratteristiche dell’ambiente dove queste si sviluppano. Ma anche “secondo parametro” la presenza dell’ìnsetto (zanzara) vettore / trasportatore del virus (in questo caso Dengue virus), che lo riproduce e lo moltiplica al suo interno solamente a certe condizioni climatiche (temperatura oltre i 35° – umidità molto elevata > 90%; acque stagnanti e particolarmente calde). Senza queste situazioni difficilmente il virus viene trasmesso.   Il “terzo parametro” è fondamentale ed è la popolazione “serbatoio del virus”. E questo parametro in India e negli altri paesi a rischio Dengue è sempre presente. Il “portatore sano”, cioè l’individuo che dentro di se porta il virus senza manifestare malattia, è l’origine della malattia. La zanzara Aedes punge l’uomo infetto,malato o portatore, e diffonde il virus ad altri individui che possono ammalare o superare la malattia con le loro difese.

Questo è il meccanismo con il quale il virus diffonde sempre più. I cambiamenti climatici con l’aumento delle temperature, dell’umidità, del calore delle acque non di mare, hanno facilitato non solo il diffondere della zanzara, ma anche le condizioni di crescita del virus, e la globalizzazione ha favorito la diffusione dei portatori. Il mediterraneo è diventato terreno fertile per la diffusione dei virus e batteri a trasmissione da insetti.

dr. Paolo Meo

Ricordiamo anche che l’utilizzo del nuovo vaccino per la dengue, QDENGA, è un ottima protezione all’insorgenza delle forme acute di malattie. Per informazioni sul vaccino anti DENGUE scrivi a: seg.cesmet@gmail.com o lascia un messaggio whatsapp al numero 3466000899

 

 

 

 

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OMICRON 5, UNA FERRARI DA FORMULA 1

Omicron 5, la variante di SARS-CoV-2 più veloce di sempre, si è comportato e si comporta da vera Ferrari da “Formula 1”.

Ha acquisito la capacità di diffondere e di infettare come mai avevo visto in oltre 40 anni di esperienze mediche in tante parti del mondo e con malattie infettive, le più diverse e aggressive. In poco più di un mese l’ultima variante, da pochi casi sporadici, 2/3 % del totale dei casi, è entrato in quasi tutte le famiglie ed ha superato il 70% delle presenze. Ha sbugiardato tutti gli esperti telegenici e radioamatori e complice anche il “libera tutti” dato dal governo e dai decreti del ministero della salute, emessi nel mese di giugno seguendo l’esempio di tanti paesi europei, si è impossessato soprattutto dei soggetti più giovani che, dediti ad incontri ravvicinati, post scuola ed esami, con ritmi di balli sempre più sfrenati (come ai nostri bei tempi) e cori di canzoni dal vivo, hanno favorito con le loro goccioline aereo disperse e droplet diffuso come nebbia, tra una canzone a squarciagola ed un ballo sfrenato, tutti appiccicati, uno con l’altro stretti, il passaggio del virus da persona a persona.

concerto all'auditorium Roma rischio omicron 5
     Concerto all’auditorium Roma, rischio omicron 5

Se penso all’ultimo concerto di Santa Cecilia dove noi abbonati, un pò canuti, eravamo all’interno della sala “Santa Cecilia”, con mascherina e posti alternati, un po’ boccheggianti. E nella Cavea migliaia di giovani, con le loro fiammelle, abbracciati a cantare e strillare. Gli stessi ragazzi che dopo due o tre giorni hanno avuto un pranzo di famiglia con nonni, genitori e zii. Quanti dei prudenti abbonati si sono ritrovati infettati dai chiassosi ragazzi (buon per loro!!). Un bel pranzo o cena di inizio estate. Tutto assolutamente senza mascherina. Come abbiamo fatto tutti.

L’imposizione di indossare questo cilicio, caduto con una serie di decreti governativi, con gioia di tanti politici e sottosegretari, ha favorito la diffusione del virus più diffusivo che esita in questo momento al mondo. Ogni famiglia oggi ha qualche caso. E l’epidemia Omicron 5 si allarga a macchia d’olio. SARS-CoV-2 (iniziale) ha mutato migliaia di volte, si è perfezionato nella sua capacità di entrare nelle cellule umane e di infettarle, dopo il salto di specie dagli animali all’uomo.

Palio di Siena 2022. Omicron 5 circola?
Palio di Siena 2022. Omicron circola?

Il Palio di Siena di oggi ha fatto ritornare la città ai vecchi fasti. Decine di migliaia di persone accalcate e senza mascherina. E da oggi le feste delle contrade giorno e notte. Ed i turisti che da Siena si sposteranno ovunque. E l’epidemia dilaga. Ma qualcuno doveva pensare che in queste occasioni le mascherine possono essere utili. O no?

 

Molto aggressivo, troppo aggressivo inizialmente per non destare una reazione immediata dell’intera umanità, e continuamente attaccato dalle armi di distruzione di massa virale (farmaci, sieri iperimmuni, vaccini), il virus per sopravvivere doveva mutare diventando sempre meno aggressivo e sempre più diffusivo. Eludere le difese del corpo umano, senza far troppo male all’ospite. Solo in questo modo manteneva la possibilità di utilizzare l’uomo come una culla riproduttiva. E di variante in variante siamo arrivati ad una quasi perfezione. Una perfezione che è anche capace di diminuire la capacità difensiva del sistema immunitario, agendo soprattutto sulle cellule linfocitarie, e abbassando le difese. Ma questo virus fa tanti altri danni, compreso favorire l’aumento degli zuccheri e l’insorgenza del diabete. Un animaletto furbo che si è mascherato da cappuccetto rosso, ma che sotto sotto rimane lupo.

Un “virus – animaletto microscopico” che si diffonde con poche goccioline. Un aerosol di saliva, impercettibile, carico di virus, che si diffonde mentre cantiamo, strilliamo, chiamiamo a raccolta altri amici. Un bacio, una carezza e il virus arriva nelle prime mucose della bocca e del naso e comincia la sua opera di entrata e di riproduzione. Si moltiplica, in coloro che non lo hanno ucciso o neutralizzato prima, iniziando ad infiammare il naso, la faringe (la gola), la laringe (voce roca e profonda) e poi tende a scendere verso la trachea ed i bronchi, favorendo soprattutto le coinfezioni batteriche che sono quelle che possono far danno e peggiorare grandemente il quadro clinico. I giovani superano rapidamente la malattia, e non pensano alla cronicizzazione, ma lo trasmettono rapidamente a persone di età maggiore. E qui possono sorgere i problemi.

Ed è qui che noi clinici dobbiamo intervenire ragionando quando è il momento delle diverse azioni terapeutiche da compiere. Dall’utilizzo di un essenziale antiinfiammatorio, e antidolorifico, fino alla essenziale protezione antibiotica sulle infezioni secondarie, Quando necessaria, ragionata ma sacrosanta, con antibiotici che abbiano la maggior copertura ed il maggior spettro di azione. Se seguiamo l’evoluzione, dalla fontanella nasale, un vero flusso inarrestabile di liquidi dal naso, ad un friccichino alla gola, che poi diventa dolore, con abbassamento della voce, e ad alcune persone la comparsa di febbre, ad altre no. Mal di testa, meningi che bruciano, piuttosto frequentemente. E poi grande stanchezza e confusione. Virus e batteri a braccetto scendono e se non li blocchiamo all’inizio, conoscendo l’evoluzione, arrivano ai bronchi e poi ai polmoni. E quando la malattia avanza e si aggrava non dobbiamo temere l’utilizzo del cortisone.

Il trattamento non può essere dettato da linee guida valide per tutti allo stesso modo, scritte per chi di pratica clinica ne conosce molto poco, ma che deve essere adeguato alle singole persone, all’età, ai sintomi presentati e così via. Come sanno tutti i colleghi che mi leggono ed avranno il piacere di dare il loro parere dobbiamo adeguare le terapie alla persona.

Quindi questa macchina perfetta, Omicron 5, corre sulla pista ed è inarrestabile. Chi sa di avere il virus deve sapere che mettendo la mascherina (fissa) evita di contagiare gli altri, ed anche di diffondere il virus nell’ambiente. Chi è positivo, utilizzi quindi la mascherina e eviti di girare amplificando una infezione che continua a fare 70/100 morti al giorno. Se possibile utilizzi un suo bagno oppure disinfetti ogni volta che lo utilizza. Mangi in piatti e bicchieri usa e getta e poi … spremute di arancio e limone, con zenzero (forte antisettico ed immunostimolante), insieme alla nostra migliore frutta. Estratti di foglie di olivo, ed una alimentazione sana basata su frutta e verdura in abbondanza. Controllare gli zuccheri a fine malattia, ed anche dopo una certa età un controllo cardiologico.

E soprattutto chi ha Omicron 5 non segua i consigli di qualche politico alla ricerca di facili voti, ma pensi alla sua salute e si riguardi quei 4/5 giorni per ritornare a stare bene, senza conseguenze future. E non abbandoniamo l’uso della mascherina in certe condizioni. Noi italiani in questo siamo di esempio alla maggior parte dei turisti stranieri che si comportano veramente da incoscienti.

Ma cosa sono queste varianti del virus del COVID-19. da ISS 

dr.Paolo Meo infettivologo tropicalista

 

 

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