L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha certificato l’Egitto come paese libero dalla malaria, un traguardo significativo per la salute pubblica di una nazione con oltre 100 milioni di abitanti. Questo successo è il risultato di quasi un secolo di sforzi da parte del governo e della popolazione egiziana per sconfiggere una malattia presente nel paese fin dall’antichità. L’Egitto è il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS a ricevere questa certificazione, dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco, e il primo dal 2010. Il paese ha dimostrato di aver interrotto la trasmissione locale della malaria per almeno tre anni consecutivi ed è in grado di prevenire la ricomparsa della malattia. La certificazione è un esempio di come la collaborazione internazionale, gli investimenti in sanità e la partecipazione della comunità possano portare all’eliminazione di malattie come la malaria.
Cosa significano le certificazioni di eliminazione della malaria per la salute pubblica globale?
Le certificazioni di eliminazione della malaria sono un’importante pietra miliare nella salute pubblica globale. Indicano che un paese ha interrotto con successo la trasmissione della malaria all’interno dei suoi confini.
Ciò significa che non ci sono più casi di malaria contratta localmente nel paese. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concede la certificazione quando un paese dimostra che la catena di trasmissione della malaria locale è stata interrotta per almeno tre anni consecutivi. Il paese deve anche dimostrare di avere la capacità di prevenire il ripristino della trasmissione.
L’eliminazione della malaria ha un impatto significativo sulla salute pubblica globale in diversi modi:
● Riduce il carico di malattia e di morte: La malaria è una malattia mortale che uccide centinaia di migliaia di persone ogni anno. L’eliminazione della malattia salva vite umane e migliora la salute generale della popolazione.
● Libera le risorse per altri problemi di salute: Il controllo e l’eliminazione della malaria richiedono notevoli risorse. Quando un paese elimina la malaria, queste risorse possono essere reindirizzate ad altre priorità sanitarie.
● Promuove lo sviluppo economico: La malaria può avere un impatto devastante sull’economia di un paese. Riduce la produttività, scoraggia gli investimenti e ostacola il turismo. L’eliminazione della malaria può contribuire a promuovere lo sviluppo economico.
● Ispira altri paesi: La certificazione di eliminazione della malaria è un’ispirazione per altri paesi che stanno lavorando per raggiungere lo stesso obiettivo. Dimostra che l’eliminazione è possibile e incoraggia gli sforzi continui.
L’esempio dell’Egitto, il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS ad essere certificato libero dalla malaria, evidenzia questi benefici.
Gli sforzi secolari dell’Egitto, tra cui il controllo dei vettori, la sorveglianza, il trattamento e la collaborazione transfrontaliera, hanno portato a questo risultato.
La certificazione dell’Egitto dimostra l’importanza degli investimenti sostenuti, di un solido sistema sanitario e del coinvolgimento della comunità nel raggiungimento dell’eliminazione della malaria.
Il successo dell’Egitto serve come modello per altri paesi, dimostrando che l’eliminazione della malaria è un obiettivo realizzabile con un impegno e una strategia adeguati.”
Il dettaglio della situazione Dengue nella regione OMS delle Americhe.
La Regione Americhe dell’OMS comprende 35 paesi e per ognuno di essi vengono riportati i dati aggiornati della situazione in atto e in evoluzione della Dengue.
Non solo numeri, ma anche osservazioni sui fattori favorenti la diffusione dell’infezione, gli strumenti a disposizione e le prospettive future, laddove è possibile farne.
Una rassegna completa della situazione Dengue nei vari paesi del mondo (dati OMS) e d’Europa (ECDC), con particolare riguardo all’evoluzione degli ultimi mesi.
Un nuovo tipo di virus, trasmesso dalle zecche, è stato recentemente scoperto nell’uomo, suscitando preoccupazioni per il suo potenziale di scatenare infezioni cerebrali mortali. Questo virus, chiamato Wenzhou orthonairovirus (WELV), è stato identificato per la prima volta in un paziente cinese di 61 anni, che è stato morso da una zecca durante una visita a un parco in Mongolia. La scoperta, pubblicata sul New England Journal of Medicine, rappresenta un passo avanti nella comprensione delle malattie trasmesse dalle zecche, ma solleva anche interrogativi sul rischio di nuove infezioni emergenti.
Il contesto delle malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche sono note da tempo per essere vettori di una vasta gamma di malattie infettive. La malattia di Lyme, una delle malattie più conosciute, è causata dal batterio Borrelia burgdorferi e può portare sintomi debilitanti come affaticamento cronico, dolori articolari e problemi neurologici ed anche problemi cardiocircolatori se non trattata tempestivamente. Altre malattie sono la babesiosi, la rickettsiosi e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF), che sono anch’esse trasmesse dalle zecche e hanno effetti potenzialmente gravi sulla salute umana. Le rickettsie sono l’agente causale del Tifo esantematico, malattia sistemica, del sangue e della microcircolazione, particolarmente grave.
Tuttavia, il WELV rappresenta una nuova minaccia nel panorama delle infezioni trasmesse da questi piccoli parassiti. Sebbene sia stato scoperto per la prima volta nel 2019, la sua esistenza e il suo impatto sono stati divulgati solo di recente, attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale.
La scoperta del virus WELV
Il caso del paziente di 61 anni ha fornito il primo indizio dell’esistenza del WELV. L’uomo si è presentato all’ospedale di Jinzhou, nella provincia di Liaoning, in Cina, con sintomi che includevano febbre, mal di testa, vomito, scarso appetito e linfonodi ingrossati. Questi sintomi si sono sviluppati cinque giorni dopo la visita in Mongolia, dove aveva trascorso del tempo in un parco noto per essere infestato da zecche.
Inizialmente, i medici hanno trattato il paziente con antibiotici, ipotizzando che fosse affetto da un’infezione batterica, come spesso avviene nei casi di morsi di zecche. Tuttavia, quando i sintomi non sono migliorati, ulteriori indagini hanno rivelato la presenza di un virus sconosciuto fino a quel momento, appartenente alla famiglia degli orthonairovirus. Gli orthonairovirus sono una famiglia di virus che comprende altri agenti patogeni pericolosi, come il già citato CCHF, il quale può essere letale in una percentuale significativa di casi.
La trasmissione e la diffusione del WELV
Il WELV è trasmesso principalmente dalle zecche, che agiscono come vettori del virus. Tuttavia, come per altre malattie trasmesse da questi artropodi, anche gli animali da allevamento possono essere una fonte di infezione, in quanto possono essere serbatoi di questo virus. Ciò è particolarmente preoccupante per le persone che lavorano a stretto contatto con animali o che vivono in aree
rurali dove il bestiame è abbondante. L’infezione può anche diffondersi tra gli esseri umani attraverso il contatto con fluidi corporei infetti, un rischio significativo in contesti sanitari se le attrezzature mediche non vengono adeguatamente sterilizzate.
Per capire meglio la diffusione del virus, i ricercatori hanno intrapreso uno studio su larga scala raccogliendo circa 14.600 zecche in tutta la Cina settentrionale. L’analisi ha rivelato che almeno cinque diverse specie di zecche erano capaci di trasportare il WELV, ma la Haemaphysalis concinna era la più comune e diffusa. Questo dato suggerisce che il virus potrebbe essere presente in varie regioni e trasportato da molteplici vettori, aumentando il rischio di diffusione geografica.
Dopo l’identificazione del WELV nel paziente di 61 anni, i medici hanno iniziato a testare altri individui che presentavano sintomi simili. L’indagine ha portato alla scoperta di altri 20 casi di infezione virale causata dal WELV. I pazienti affetti presentavano sintomi come vertigini, mal di testa, mal di schiena, nausea e diarrea. Tuttavia, i test hanno anche evidenziato che il virus può danneggiare i tessuti e influenzare la coagulazione del sangue, portando in alcuni casi a sintomi più gravi.
Uno dei pazienti infetti è entrato in coma e ha mostrato un aumento significativo dei globuli bianchi attorno al cervello e al midollo spinale, segnalando che il virus può causare gravi complicazioni neurologiche. Questo aspetto del virus lo rende particolarmente preoccupante, poiché suggerisce che possa avere un impatto devastante sul sistema nervoso centrale, in particolare nei pazienti vulnerabili.
Esperimenti di laboratorio e implicazioni per la salute umana
Per valutare ulteriormente il potenziale patogeno del WELV, i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio su topi infettati con il virus. I risultati sono stati allarmanti: il virus ha causato infezioni gravi in molti dei topi, portando a danni multi-organo e, in alcuni casi, alla morte. Tra gli organi colpiti, il cervello e il sistema nervoso centrale sono stati particolarmente vulnerabili, confermando che il virus può avere effetti neurotossici potenzialmente letali.
Questi risultati suggeriscono che, mentre il WELV può causare infezioni lievi o moderate in alcuni casi, potrebbe avere esiti molto più gravi in pazienti con un sistema immunitario compromesso o in coloro che non ricevono trattamenti tempestivi e adeguati. La scoperta del virus ha sollevato serie preoccupazioni sul suo potenziale di diffondersi più ampiamente tra gli esseri umani, in particolare in regioni dove la sorveglianza delle malattie trasmesse dalle zecche non è adeguata.
Il ruolo delle zecche nella trasmissione di virus emergenti
Le zecche sono tra i parassiti più antichi e resilienti al mondo, esistendo da milioni di anni e adattandosi a una vasta gamma di habitat. Ciò le rende vettori ideali per molte malattie emergenti, in quanto possono trasportare virus, batteri e parassiti da un ospite all’altro senza essere gravemente danneggiate. Negli ultimi decenni, con il cambiamento climatico, la globalizzazione e la modificazione degli ecosistemi, la popolazione di zecche è aumentata in molte regioni, portando a un aumento dei casi di malattie trasmesse da questi parassiti. . Le zecche, con la loro capacità di sopravvivere in una vasta gamma di ambienti e di nutrirsi su un’ampia varietà di ospiti, rappresentano uno dei principali vettori di malattie emergenti. Il loro ciclo di vita e la loro capacità di infettare più ospiti nel corso della loro esistenza le rendono un punto critico nella trasmissione di agenti patogeni emergenti.
Gli orthonairovirus, famiglia a cui appartiene il WELV, sono noti per causare malattie potenzialmente letali. Il virus della febbre emorragica di Crimea-Congo, uno dei più noti orthonairovirus, si diffonde principalmente attraverso il contatto con il sangue o i tessuti di animali infetti, come il bestiame. Le zecche, nutrendosi del sangue di vari ospiti, possono diventare facilmente vettori di agenti patogeni, trasferendo virus, batteri e parassiti da un organismo all’altro. La CCHF è endemica in molte regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale, dove l’interazione tra zecche, animali e uomini è frequente. I sintomi includono febbre alta, emorragie interne ed esterne e, in molti casi, la morte. Il tasso di mortalità può arrivare fino al 40%, a seconda della tempestività e dell’efficacia del trattamento.
Il fatto che il WELV appartenga alla stessa famiglia di virus suggerisce che potrebbe potenzialmente evolversi in una malattia altrettanto grave, sebbene al momento i casi conosciuti sembrino avere un tasso di mortalità molto inferiore. Tuttavia, poiché il virus è stato scoperto solo di recente, è necessario continuare a monitorarne la diffusione e valutare con attenzione il suo impatto potenziale sulla salute pubblica.
Il rischio di infezioni zoonotiche
Il WELV rappresenta un esempio lampante di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose per l’umanità, come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS, hanno origine in animali selvatici o domestici. La vicinanza crescente tra esseri umani e fauna selvatica, sia attraverso la deforestazione sia attraverso il commercio illegale di animali esotici, ha aumentato il rischio di queste infezioni.
Le zecche, che si nutrono del sangue di animali e persone, rappresentano un ponte perfetto per il trasferimento di patogeni dagli animali agli esseri umani. Il WELV potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga serie di virus zoonotici che emergono a causa dell’aumento delle interazioni tra l’uomo e la natura. Per questo motivo, gli esperti di salute pubblica raccomandano una sorveglianza continua delle malattie zoonotiche e una maggiore attenzione alla prevenzione.
Il WELV è un esempio di infezione zoonotica, ossia un’infezione che si trasmette dagli animali all’uomo. Molte delle malattie più pericolose che colpiscono l’umanità hanno origine zoonotica, inclusi virus come l’Ebola, l’influenza aviaria e la SARS.
Dall’inizio del mese di Settembre il dr. Paolo Meo ha ripreso la sua attività per la gestione dei servizi della medicina dei viaggi e delle malattie infettive e tropicali.
Il dottore è a disposizione per le seguenti attività:
1. consulenze prima del viaggio:informazioni sul paese, valutazione dei rischi sanitari, indicazioni della prevenzione delle malattie e della profilassi vaccinale CLICCA QUI PER PRENOTARE
3. consulenza per la chemioprofilassi della malaria:in caso di viaggio in aree a rischio o sospette. Con valutazione del rischio e valutazione della persona.CLICCA QUI PER PRENOTARE
4. consulenza per il vaccino dengue:per chi vuole avere informazioni sulla malattia e sul vaccino.CLICCA QUI
Consulenza obbligatoria per fare il vaccino in caso di:
a) bambini dai 4 ai 10 anni
b) adulti con più di 65 anni
c) persone affette da malattie croniche (metaboliche, diabete, cardiache, polmonari, renali, infiammatorie, neoplastiche)
d) per chi ha già avuto la DENGUE sintomatica
5.richiesta vaccinazioni:chi vuole richiedere l’effettuazione dei vaccini può scrivere aseg.cesmet@gmail.com, indicando quale vaccinazione e la motivazione.
E’ obbligatoria la consulenza per la vaccinazione di:
a) bambini 0/10 anni b) donne in gravidanza c) persone con più di 65 anni d) portatori di malattie croniche
6. test mantoux e quantiferon: se si vuole richiedere l’effettuazione del test per la tubercolosi scrivere aseg.cesmet@gmail.com
Dalle foreste pluviali del bacino del Congo e della Guinea superiore e inferiore l’origine del virus per il quale l’OMS ha dichiarato una emergenza sanitaria pubblica globale (estesa a tutto il mondo).
La diffusione della nuova variante del virus MPox.
Il virus MPox (ex malattia del vaiolo delle scimmie) ricomincia a far paura. In RDCongo (Kinshasa) sono oltre 15.000 i casi di malattia ed oltre 600 i morti denunciati ufficialmente in meno di 6 mesi. Ma quanti i casi, sparsi nell’enorme paese, denunciati, e quanti i morti? E poi i primi casi in Europa dichiarati ufficialmente dai primi giorni di agosto 2024. Questi dati ufficiali sono a nostro avviso notevolmente sottostimati e ci fanno pensare ad una diffusione del virus molto elevata, asintomatica, cioè senza sintomi e silente. Non solamente in RDC ed in molti altri paesi africani la nuova variante di virus del vaiolo diffonde ma è sicuramente già presente a livello globale, in molti paesi. E questo in modo ancora silente e non manifesto. Questa diffusione del virus avviene tramite portatori sani o pauci sintomatici provenienti dai paesi infetti. In Africa i serbatoi dei virus sono animali selvatici con cui l’uomo convive. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per la seconda volta nella storia recente, nell’agosto 2024, (la prima volta era successo nell’epidemia del 2022, che colpì la maggior parte dei paesi del nord del mondo), ha dichiarato l’ondata di MPox in Africa ed i primi casi in Europa, un’emergenza sanitaria pubblica globale.
Un messaggio di prudenza
Questo è un messaggio di prudenza per tutti, in particolare per i viaggiatori. Ci sono gruppi di persone considerate ad alto rischio, ma il virus MPox può circolare e si trasmette non solo tramite rapporti sessuali ma anche per contatti e materiali infetti, quindi scarsa igiene. Prova ne è che questa nuova ondata di malattia si è manifestata anche in bambini sotto i 10 anni. Chi si reca nei paesi dove l’infezione è evidente faccia maggiore attenzione a comportamenti a contatti, e adotti misure di igiene che diventano essenziali. Chi rientra da viaggi e si accorge di manifestare sintomi, anche sfumati, che possano destare qualche dubbio, faccia riferimento a centri medici specializzati. La vaccinazione, questione che affronteremo in altro articolo, è destinata alle categorie di maggior rischio. Il vaccino del vaiolo, utilizzato fino alla fine degli anni settanta è comuque ancora attivo.
Ma quale è l’origine della malattia MPox?
Non sono le scimmie, come si pensava, i serbatoi primari. Ha perfettamente ragione la virologa Ilaria Capua nell’evidenziare come il nome “vaiolo delle scimmie”, attribuito alla malattia causata da un virus della famiglia degli “orthopoxvirus”, sia errato a tal punto che OMS lo ha modificato in “MPox”. Questo perché, secondo gli studi effettuati in questi ultimi due anni, i principali candidati ad essere considerati “serbatoi primari” del virus Mpox (monkeypox) sono:
– Piccoli roditori delle foreste pluviali africane, principalmente scoiattoli del genere Funisciurus, scoiattoli arboricoli, il ratto gigante del Gambia e i ghiri
– Altri mammiferi selvatici nelle aree endemiche, ed anche alcuni primati (scimmie) ma non primario
Una questione importante dal punto di vista epidemiologico è considerare i roditori serbatoio primario, sano, non avendo la possibilità di sviluppare la malattia. Questa situazione aumenta il rischio di trasmissione diretta “animale (roditore) – uomo”. E quanto è frequente, soprattutto nei territori e villaggi più remoti, il contatto delle persone locali con questi piccoli mammiferi utilizzati come alimenti, ma anche in riti tribali ed altri usi. Così avviene la prima trasmissione e ne sono coinvolti soggetti di ogni età. Un recente studio ha ricostruito la “nicchia ecologica del virus Mpox” sequenziando il DNA virale in animali e casi umani e giungendo ad identificare le foreste pluviali del bacino del Congo e della Guinea superiore e inferiore come aree di sovrapposizione ossia trasmissione tra animali e uomo. Tutto questo suggerisce che la trasmissione zoonotica, ossia la trasmissione del virus tra animali, e la diffusione esponenziale di questo al loro interno, in queste regioni forestali africane, sia alla base dell’aumento della circolazione del virus. Una nuova mutazione del MPox lo ha reso più diffusivo e virulento.
Il coinvolgimento degli animali domestici?
Non sembra invece che gli animali domestici, dei diversi tipi, siano colpiti dal virus Mpox. Non è neanche dimostrata la trasmissione diretta dall’ uomo all’ animale. Permane un rischio possibile di trasmissione da persona infetta ad animali sensibili, soprattutto roditori domestici, attraverso il contatto con materiali potenzialmente contaminati (vestiario, utensili, contatti diretti). Tutto questo favorito, nella vita quotidiana dei territori di foresta e savana ma anche nei sobborghi delle città africane, dalla convivenza, l’utilizzo e la dipendenza dagli animali, anche selvatici, aumentando il rischio di diffusione di questa ed altre malattie.
dr. Paolo Meo
specialista in clinica malattie infettive e tropicali
responsabile CESMET – Clinica del Viaggiatore
Informazioni e comportamenti da seguire da parte dei viaggiatori internazionali
Per viaggiare in modo sicuro e tranquillo, segui alcune procedure e consigli. Tutto ciò è importante per la tua salute e la tua serenità. Qui ci sono alcuni passaggi su cui riflettere:
1. Richiedi sempre una consulenza prima di partire e parla e domanda ad un esperto che conosca bene la realtà locale; CLICCA PER RICHIEDERE UNA CONSULENZA ONLINE
Una consulenza medica pre-viaggio con un esperto, come il Dr. Paolo Meo, che ha lavorato in tanti paesi per molti anni, è fondamentale per valutare i rischi e prevenire malattie potenzialmente pericolose. Parla con lui per ricevere informazioni su vaccinazioni, profilassi e prevenzione di malattie tropicali. Ma anche per capire come vivere in pieno il tuo viaggio;
2. Scegli ed acquista la tua Assicurazione Sanitaria viaggio
L’assicurazione sanitaria di viaggio è essenziale per proteggere la tua salute e il tuo budget in caso di necessità medica durante il viaggio. Scegli una copertura adeguata alle tue esigenze e al tuo itinerario;
3. Prepara una “piccola farmacia da viaggio”
Crea un kit di emergenza personalizzato, con farmaci, medicine e materiali necessari e indispensabili per affrontare piccoli problemi di salute, senza esagerare. Il Dr. Paolo Meo ti aiuterà a scegliere le medicine e i materiali giusti per il tuo viaggio.
4. Scegli qualche “integratore” o prodotto naturale utile per mantenerti in salute ed energia
mantenere una buona salute e un buon livello di energia durante il viaggio è importante. Il Dr. Paolo Meo potrà consigliarti su integratori o prodotti naturali utili per mantenere la tua forma fisica e la tua salute durante il viaggio.
5. Verificare se effettuare qualche vaccino o qualche prevenzione
Alcune malattie possono essere prevenute con la somministrazione di vaccini o di farmaci specifici. Il Dr. Paolo Meo valuterà la necessità di vaccinazioni e prevenzioni in base alla tua destinazione e al tuo stato di salute.
6. Prepara i documenti giusti
Per viaggiare in tranquillità, assicurazioni di disposizione di tutti i documenti necessari, come il passaporto, la carta d’identità e l’assicurazione sanitaria. Verifica le cadenze e la validità dei documenti prima del tuo viaggio.
7. Parti rilassato
Una volta seguiti tutti questi passaggi, potrai partire per il tuo viaggio con serenità e goderti l’esperienza senza preoccupazioni. Il Dr. Paolo Meo sarà a tua disposizione per qualsiasi domanda o consulenza.
Il Dr. Paolo Meo, specialista in Malattie infettive e tropicali, ti offre una consulenza completa e personalizzata, prendendo in considerazione le tue esigenze specifiche e la tua destinazione di viaggio. Ecco alcuni aspetti che verranno affrontati durante la consulenza:
Valutazione dei rischi
o Il Dr. Paolo Meo valuterà i rischi sanitari legati al tuo viaggio, tenendo conto della destinazione, della durata e delle condizioni igieniche locali. Questa analisi dettagliata ti consentirà di prendere decisioni consapevoli e prevenire eventuali problemi di salute.
o Vaccinazioni e prevenzioni
ti consiglierà sulle vaccinazioni necessarie per la tua destinazione di viaggio, verificando anche se sei già vaccinato o meno. Inoltre, ti prescriverà farmaci profilattici per la prevenzione di malattie tropicali, come la malaria, il colera o la febbre gialla.
o Igiene e sicurezza alimentare
Ti fornisce indicazioni per mantenere una buona igiene personale e per evitare malattie trasmesse da cibo e acqua. Consiglierà su come scegliere cibi sicuri e su come pulire e disinfettare alimenti e oggetti.
o Kit di emergenza
Ti aiuterà a creare un kit di emergenza personalizzato, contenente farmaci, medicinali e materiali utili per affrontare piccoli problemi di salute. Questo kit sarà essenziale durante il tuo viaggio e ti darà la tranquillità di poter affrontare piccole situazioni di emergenza.
In conclusione
la consulenza di viaggio con il Dr. Paolo Meo offre un servizio completo e personalizzato per i viaggiatori internazionali, garantendo un’esperienza di viaggio più serena e sicura. Non aspettare, richiedi la tua consulenza ora e goditi il tuo viaggio con tranquillità.
Secondo uno studio clinico, attualmente in fase 3, pubblicato sul The New England Journal of Medicine, il vaccino Butantan-DV in dose singola contro la Dengue ha mostrato un’efficacia dell’80%
I risultati della ricerca dell’istituto Butantan di San Paolo sono risultati molto promettenti! Il fatto che il nuovo vaccino denominato “Butantan-DV”, in dose singola, abbia dimostrato un’efficacia superiore all’80% nello studio pubblicato sul prestigioso The New England Journal of Medicine è certamente una notizia molto positiva, in un momento in cui ovunque in America Latina è stato proclamato lo stato di emergenza.
La possibilità di utilizzare una singola dose offre numerosi vantaggi, tra cui: CONTINUA A LEGGERE
Nel luglio 2023 la temperatura media globale della Terra ha superato, per la prima volta da quando viene registrata, i 17°C. Il record precedente era 16.9°C, nel 2016. L’anno 2016 ed il 2023 hanno un evento in comune: la presenza di El Niño. Gli effetti si sono sentiti per tutto il 2023 e stanno condizionando le temperature globali sulla terra del 2024.
Ma cosa è El Niño? El Niño è un evento climatico che comporta un aumento delle temperature globali e l’aggravarsi di eventi meteorologici estremi. Questo fenomeno è causato dalle temperature dell’oceano e dai venti nel Pacifico che oscillano tra il riscaldamento di El Niño e il raffreddamento di La Niña. Nel corso degli anni, si è osservato che El Niño porta a un aumento delle temperature globali e a effetti climatici diversi in varie regioni del mondo. Durante l’evento di El Niño, le temperature globali aumentano di circa 0,2 gradi Celsius, portando a conseguenze come ondate di calore più intense, stagioni calde prolungate e tempeste più potenti. Questo può causare:
– condizioni più secche e calde in alcune aree come l’Australia e l’Indonesia, con un aumento del rischio di incendi boschivi,
– mentre altre regioni come l’Africa orientale potrebbero sperimentare piogge intense e inondazioni.
– Dal secondo semestre del 2023 e nei primi mesi del 2024 l’America latina, ed in particolare Perù, Argentina e Brasile, sono soggetti a ondate di calore mai viste e inondazioni con esiti drammatici.
Questo fenomeno può anche aumentare l’attività degli uragani nel Pacifico, mettendo luoghi come le Hawaii a rischio di cicloni tropicali.
In sintesi, El Niño è un fenomeno naturale che ha profonde implicazioni sul clima globale, portando a cambiamenti significativi nelle temperature, nelle precipitazioni e negli eventi meteorologici estremi in diverse parti del mondo.
Interazione tra El Niño, Cambiamenti Climatici e Impatti Globali Il fenomeno di El Niño, un ciclo naturale che si alterna con La Niña, non è in sé anomalo, portando variazioni nelle temperature. Tuttavia, l’interazione con i cambiamenti climatici antropogenici aggiunge una complessità significativa. Il riscaldamento globale, l’aumento del vapore acqueo nell’atmosfera e il ritiro dei ghiacciai amplificano gli effetti di queste oscillazioni cicliche di temperatura.
Questa combinazione, in sinergia con la crisi climatica in corso, rappresenta un doppio stress termico per il nostro pianeta, generando precipitazioni estreme e siccità che si distribuiscono in modo irregolare tra diverse regioni come l’America Latina, gli Stati Uniti, l’Asia meridionale e l’Australia. Gli impatti sul Mediterraneo, seppur indiretti, non sono trascurabili.
Il 2024 è un anno particolarmente significativo in questo contesto, con gli scienziati che lo indicano come potenzialmente il più caldo mai registrato. Questa situazione sottolinea l’importanza di comprendere e affrontare in modo proattivo le interazioni complesse tra i fenomeni naturali come El Niño, i cambiamenti climatici indotti dall’uomo e i loro impatti globali.
Effetto del El Niño sulla diffusione della dengue.
El Niño è un fenomeno climatico ricorrente che si verifica ogni 2-7 anni, caratterizzato da un riscaldamento anomalo delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale. Questo riscaldamento influenza il clima a livello globale, alterando i modelli di temperatura e precipitazioni in molte regioni del mondo. In America Latina, El Niño porta a temperature più elevate e a un aumento dell’umidità, creando condizioni ideali per la proliferazione della zanzara Aedes aegypti, vettore della dengue. Inoltre, le piogge più intense possono fornire più siti di riproduzione per le zanzare, come contenitori d’acqua stagnante.
Uno studio del 2019 ha rilevato che durante gli anni di El Niño, i casi di dengue in America Latina sono aumentati del 50-60% rispetto agli anni normali. La situazione si è aggravata nel 2023 / 2024 ed in questo contesto paesi come Brasile, Colombia, Venezuela e Bolivia sono stati particolarmente colpiti.
Meccanismi di trasmissione
L’aumento delle temperature e dell’umidità durante El Niño accelera il ciclo di vita delle zanzare Aedes aegypti. Le uova si schiudono più rapidamente, le larve si sviluppano più velocemente e gli adulti raggiungono la maturità sessuale prima. Inoltre, le zanzare infette possono trasmettere il virus della dengue ai loro discendenti attraverso le uova, aumentando la diffusione del virus.
Il virus della dengue si replica più rapidamente all’interno delle zanzare a temperature più elevate. Questo porta a una maggiore carica virale nelle zanzare e a un periodo di incubazione più breve, aumentando la probabilità di trasmissione agli esseri umani.
prevenzione e controllo
Per mitigare l’impatto di El Niño sulla diffusione della dengue, sono necessari sforzi coordinati su più fronti:
– Sorveglianza epidemiologica per identificare precocemente i focolai e attuare misure di controllo mirate
– Campagne di sensibilizzazione per incoraggiare la rimozione di potenziali siti di riproduzione delle zanzare
– Applicazione di insetticidi e metodi di controllo biologico per ridurre le popolazioni di zanzare
– Sviluppo di vaccini e terapie antivirali per prevenire e trattare la dengue
– Rafforzamento dei sistemi sanitari per gestire efficacemente i casi di dengue durante le epidemie
In conclusione El Niño rappresenta una sfida significativa per il controllo della dengue in America Latina. Comprendere l’impatto di questo fenomeno climatico e adattare le strategie di prevenzione e risposta è essenziale per ridurre il carico della malattia in futuro. In America Latina, El Niño sta avendo un impatto significativo sulla diffusione della dengue.Le ondate di calore e le temperature medie più elevate con una umidità sempre più elevata creano condizioni più favorevoli per la crescita delle zanzare, lo sviluppo più rapido delle popolazioni di zanzare infette, la virulentazione e la crescita molto più veloce dei virus durante il cicli nelle zanzare. El Niño influenza la distribuzione delle piogge e la disponibilità di acqua, che aumenta il rischio di epidemie di dengue. Le piogge più intense possono creare condizioni più favorevoli per la crescita delle zanzare e la diffusione del virus. El Niño influisce anche la diffusione di altre malattie tropicali come Zika e chikungunya, che sono trasmesse dalle stesse zanzare che trasmettono la dengue. Per contrastare l’effetto di El Niño sulla diffusione della dengue, è necessario implementare strategie di controllo e la sorveglianza epidemiologica, la prevenzione e la gestione dei casi, nonché la lotta contro la zanzara Aedes aegypti attraverso la riduzione della sua popolazione e la prevenzione della sua diffusione.
www.dengueonline.com il nuovo sito web dedicato esclusivamente alla informazione ed alla comunicazione sulla Dengue. Un sito che ti consente di collegarti e parlare direttamente con un medico esperto e conoscitore della malattia.
La Dengue è una malattia tropicale di origine virale piuttosto aggressiva. Diffonde e aumenta in tutto il mondo all’aumentare dei livelli di temperatura ed umidità. In Italia nel 2023 sono stati denunciati 76 casi di Dengue autoctona, ossia malattia comparsa in persone che non avevano viaggiato all’estero. La crescita costante di temperature e umidità favorisce la moltiplicazione ma anche la persistenza delle zanzare nell’ambiente. Anche la replica virale trova un vantaggio dai cambiamenti climatici in corso.
I riflettori accesi su questa malattia ovunque e le fosche previsioni per il futuro hanno indotto il dr. Paolo Meo, direttore del Cesmet Clinica del Viaggiatore, ed i suoi stretti collaboratori a realizzare un nuovo sito web dedicato completamente alla malattia Dengue, alla sua informazione, alla prevenzione e anche alla spiegazione degli aspetti clinici, diagnostici e terapeutici.
Per noi la prima prevenzione consiste nell’“educare alla prevenzione “. La prevenzione efficace viene da una corretta informazione.
Il dr. Paolo Meo ha voluto mettere l’accento sulla prevenzione personalizzando l’informazione. L’invito alla consulenza diretta ed al colloquio tra medico e viaggiatore nasce dalla volontà di voler mettere a disposizione la sua esperienza clinica e la conoscenza della malattia nei territori e nelle strutture sanitarie dei diversi continenti. Un sito che ha l’obiettivo di seguire chi viaggia per turismo o per lavoro, orientandolo sui comportamenti, i prodotti efficaci da portare durante il viaggio, l’attenzione ai sintomi premonitori di malattia.
Le consulenze durante e dopo il viaggio, realizzate attraverso il sito, mettono il viaggiatore nella condizione di avere sempre un consiglio a distanza ed un orientamento al comportamento anche in caso di malattia.
Potrai utilizzare il sito web ogniqualvolta sarai nella necessità di viaggiare in sicurezza. Il sito Dengueonline.com si affianca al più conosciuto sito per viaggiatori www.clinicadelviaggiatore.com
EPIDEMIA DI DENGUE IN CRESCITA ESPONZIALE in tutto il paese
Dall’inizio del 2023, la Guyana Francese ha registrato un aumento di casi di Dengue su tutto il territorio. La Dengue è una malattia endemica in questa regione, come confermato già dai dati del 2014. La trasmissione avviene tramite la puntura della zanzara femmina del genere Aedes, che di solito pungono durante il giorno. Nel 2013 la trasmissione prevalente è stata quela silvestre, nell’area amazzonica del paese. I primati contribuivano alla crescita ed alla diffusione del virus fino alla zona costiera. Sempre più nel 2023 la trasmissione è divenuta cittadina da uomo a uomo.
Nel 2024, la situazione della Dengue in Guyana Francese ha visto un’escalation significativa, con quasi 3.000 nuovi casi registrati da gennaio
. Questo aumento rappresenta una preoccupazione crescente per la salute pubblica nella regione. La Guyana Francese, insieme ad altre aree del Sud America, ha registrato un incremento dei casi del 12%, mentre la Martinica ha visto un aumento del 50% rispetto alle quattro settimane epidemiologiche precedenti.
Dal mese di febbraio 2024 i casi settimanali sono passati da 300 ad 800 in tutto il paese. E’ stato dichiarato lo stato di emergenza.
Le ondate di calore con la sempre maggiore umidità nell’area amazzonica ma in particolare sulla costa hanno contribuito all’aumento dei casi di dengue.
È importante adottare tutte le misure di protezione contro gli insetti vettori di malattie, in particolare nelle aree urbane.
Nell’area di Kuru la diffusione delle zanzare e del virus è diventata particolarmente importante.
Nonostante la pandemia di COVID-19 abbia portato a un calo dei casi tra il 2020 e il 2022, l’anno 2023 ha segnato un’inversione di tendenza con un aumento dei casi di Dengue a livello globale. Questo aumento è attribuito alla moderata trasmissione della Dengue in alcune regioni e alla bassa trasmissione in altre durante la pandemia, che ha portato a un accumulo di persone senza immunità a determinati sierotipi del virus Dengue
Nel 2024, la situazione della Dengue ha mostrato un’escalation preoccupante in tutto il territorio del paese, dove si è registrato un aumento dei casi del 157% rispetto al 2023 e del 225% rispetto alla media degli ultimi cinque anni
. Questi dati riflettono una situazione di alta trasmissione che si è prolungata dal 2023 al 2024, evidenziando l’importanza di intensificare gli sforzi e le azioni per il controllo della zanzara Aedes aegypti, principale vettore di trasmissione della malattia
– Sierotipi di dengue presenti in Guyana Francese
o In Guyana francese sono stati rilevati tutti e quattro i sierotipi conosciuti del virus della dengue
o Negli ultimi mesi sono aumentati i tipi DEN-2 / DEN-3;
La diffusione del sierotipo DEN-3 della dengue in Guyana Francese può avere diverse conseguenze. Prima di tutto, la presenza di più sierotipi del virus della dengue in una regione può aumentare il rischio di epidemie e di forme più gravi della malattia, come la dengue emorragica. Questo perché l’infezione precedente con un sierotipo del virus della dengue non fornisce immunità a lungo termine contro gli altri sierotipi, e una successiva infezione con un sierotipo diverso può aumentare il rischio di sviluppare forme severe di dengue.
La diffusione di sierotipi come il DEN-3 può anche avere un impatto sulla salute pubblica, con un aumento potenziale dei casi di febbre dengue e delle sue complicazioni, che possono portare a ricoveri ospedalieri e, nei casi più gravi, alla morte.