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BOTULISMO: EMERGENZA IN ITALIA

                                                                                                               

L’EVENTO: EMERGENZA BOTULINO IN ITALIA   09 agosto 2025

Sardegna: (Monserrato, Cagliari);  Calabria (Diamante, Cosenza)
Questi i luoghi in Italia dove sono emersi negli ultimi giorni ben due focolai  di BOTULISMO facendo registrare oltre 20 casi manifesti e particolarmente acuti con almeno 2 morti. L’intossicazione da botulino si è manifestata nelle persone dopo aver mangiato “cibi contaminati”. Sono stati individuati, come causa della intossicazione: salsa guacamole di avocado e panini con broccoli e salsiccia, venduti presso chioschi e food truck.  Passate alcune ore dal pasto le persone si sono cominciate a sentir male. Prima nausea e vomito, poi sintomi neurologici sempre più forti.  Gli intossicati sono stati ricoverati in ospedale, diversi sono finiti in terapia intensiva per grave difficoltà respiratoria. Due persone ad oggi sonodecedute.

In Sardegna una “salsa di avocado (guacamole)” contaminata è stata la causa del focolaio descritto; in Calabria “una conserva di broccoli” servita in panini, in street food ha generato il focolaio della malattia.
In Italia vengono registrati annualmente una media di 20-40 casi di botulismo, soprattutto alimentari. In Europa il nostro paese primeggia evidenziando il maggior numero di casi, a causa della tradizione domestica delle conserve alimentari.

Dal 2001 al 2020 sono stati segnalati 452 casi confermati e 14 decessi, con un tasso di letalità attuale intorno al 3%. E questi casi denunciati costituiscono una punta dell’iceberg rispetto alla reale incidenza della malattia, la maggior parte delle volte asintomatica o con sintomi molto lievi, non denunciati.

 

 

 

ORIGINE E DIFFUSIONE DEL BOTULISO IN ITALIA

Il botulismo è una grave malattia, che si manifesta in modo acuto, causata dalle tossine del “Clostridium botulinum”, un batterio che cresce in alimenti conservati male, poco acidi, in condizioni di carenza di ossigeno, ossia in condizioni di anaerobiosi. Le conserve casalinghe, i cibi in scatola, le salse industriali non correttamente sterilizzate sono ottimi terreni di crescita di questi batteri.

 

 

 

 

IL BOTULISMO:LA MALATTIA
Il botulismo è una malattia che ha come target il sistema nervoso, causando paralisi muscolari per il blocco della trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli da parte della tossina. Questo blocco degli impulsi causa paralisi, difficoltà respiratorie e nei casi più gravi la morte. I sintomi sono caratterizzati da:
– Nausea;
– Vomito;
– Debolezza muscolare;
– Paralisi muscolarE
– Visione doppia (diplopia);
– Difficoltà respiratoria;

 

 

 

COME PREVENIRE IL BOTULISMO
Queste alcune regole per prevenire la contaminazione da tossina di botulismo:
– Conservare correttamente gli alimenti (specialmente quelli fatti in casa);
Sterilizzare bene vasetti e conserve;
Eliminare e non consumare alimenti con odori, sapori o aspetto alterato o sospetto;
Rispettare sempre le norme igieniche durante la preparazione e conservazione degli alimenti;
– Non consumare mai conserve con coperchi gonfi, maleodoranti o con presenza di muffa ;
Cuocere sempre gli alimenti conservati secondo le regole;
– non consumare prodotti scaduti o non conservati adeguatamente;

Se compaiono sintomi che coinvolgono i muscoli e compare una difficoltà respiratoria immediatamente recarsi al pronto soccorso ed informare riguardo all’assunzione di cibi assunti.
Un trattamento tempestivo ed efficace riduce notevolmente il rischio di complicazioni ed anche di morte.

 

Ricordate che:
1. Il botulismo è raro ma molto pericoloso;
2. le ultime intossicazioni avvenute con le tossine in Italia sono legate principalmente a conserve (industriali o casalinghe)
– i cibi sono venduti prevalentemente in corso di festival o da ambulanti.
– l’attenzione deve essere massima alla modalità di preparazione e conservazione degli alimenti;
– dopo aver assunto cibi conservati, in caso di sintomi, agire subito recandosi in ospedale;

dr. Paolo Meo

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Distribuzione di WEST NILE VIRUS

Distribuzione di WEST NILE VIRUS

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Distribuzione nella settimana 6-13 agosto 2025 (ISS)

 

Scenario Globale ed Europeo (Aggiornamento Agosto 2025)
Il Virus West Nile si è ormai diffuso nella maggior parte dei continenti ed in moltissimi paesi in tutto il mondo. In Africa, Medio Oriente, Asia, Nord America e in molti paesi del bacino del Mediterraneo ed anche dell’Europa continentale. In Europa le epidemie hanno un andamento stagionale, con la loro presenza evidente tra i mesi di giugno e di novembre, in coincidenza con i le condizioni del clima sempre più favorevoli. Caldo tropicale, umidità elevata, piogge improvvise, mantengono attività delle popolazioni di zanzare Culex ed altri tipi di zanzare.
• Le epidemie recenti hanno mostrato una notevole variabilità di movimento ed aggressione del virus. Il 2018 è stato un anno record per molti paesi europei, con un numero di casi ufficiali quasi otto volte superiore rispetto al 2017. La diffusione del virus è stata imponente per il sopraggiungere di molte condizioni favorevoli. Durante gli anni successivi la malattia ha mantenuto un’incidenza elevata. Dopo una lieve flessione durante gli anni del Covid, Il 2022 è stato un altro anno record in Europa con un aumento di casi anche in Italia, nel 2024 i casi sono stati lievemente inferiori al 2018 ma sempre molto elevati a testimonianza di una persistente e intensa circolazione virale.
All’inizio del 2025 in Europa la malattia si è diffusa molto lentamente. Tra aprile e giugno i casi sono stati molto contenuto, a causa di un clima particolarmente sfavorevole alla crescita della Culex. Fino al 2 luglio 2025, nessun paese europeo aveva ancora notificato casi umani autoctoni. E pochi erano i focolai in equini e negli uccelli. Molto inferiori a quelli registrati nello stesso periodo del 2024, Ma il quadro è completamente cambiato con l’avvento dell’Anticiclone Africano che ha portato temperature torride e meteo tropicale. Con il bollettino del 9 luglio 2025, l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha segnalato i primi casi umani della stagione in Grecia e Romania. In particolare, al 16 luglio, le autorità sanitarie greche avevano già confermato quattro casi di malattia neuro-invasiva (WNND), con il primo paziente che ha manifestato i sintomi il 22 giugno 2025, indicando che il virus aveva iniziato a circolare attivamente almeno dalla fine di giugno.

 

 

 L’Epidemia Italiana del 2025: Un’Analisi Approfondita

Dati Nazionali e Confronto con le Stagioni Precedenti (  AGOSTO 2025)

Il primo caso autoctono in Italia che ha aperto la stagione di trasmissione di WNV si è manifestato in Piemonte con un caso umano segnalato molto precocemente ossia il 20 marzo.
La situazione di WNV è rimasta silente durante i mesi di aprile -giugno per poi manifestarsi in tutta la sua gravità nel luglio 2025, dopo un giugno torrido, umido e favorevole alla crescita delle zanzare, in particolare della CULEX. Il bilancio dei casi, aggiornato al 13 agosto 2025 riporta 275 casi umani confermati a livello nazionale  di cui 126 nella forma neuro invasiva. I casi sono così  distribuiti:    Piemonte (10), Lombardia (12), Veneto (25), Friuli VG (3),  Emilia-Romagna (7), Lazio (140),   Campania (67), Puglia (1), Basilicata (1), Calabria (3), Sardegna (6). Sono stati registrati anche 19 decessi complessivi in Italia legati a WNV
140  si sono manifestati nel Lazio di cui 130casi nella provincia di Latina con forme cliniche anche gravi, la malattia neuro-invasiva (WNND).

Se vogliamo confrontare il 2024 con l’inizio della stagione 2025 possiamo dire che in termini numerici assoluti, l’andamento generale a fine luglio appare in linea con gli anni passati. Nello stesso periodo del 2024, erano stati denunciati 13 casi senza decessi secondo il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), secondo altre fonti i casi erano 28.
Durante tutto il 2024 i casi umani sono stati 484 casi umani con ben 36 decessi: Questi dati confermano che l’Italia è uno dei paesi europei più colpiti dal virus e dalle arbovirosi in sensi generale.
La particolarità della stagione 2025 consiste non nei numeri dei casi umani, quanto la distribuzione geografica e la gravità dei casi, le forme neurologiche superano il 15%, rispetto ad un normale 1%.
A differenza degli anni precedenti, in cui la circolazione era più diffusa nelle regioni settentrionali come Veneto ed Emilia-Romagna, nel 2025 si è assistito a una straordinaria e preoccupante concentrazione di casi in una singola regione, il Lazio.

Per quanto riguarda i decessi:

Alla sera del 13 agosto 2025, il bilancio nazionale dei decessi è salito a 19.  (ISS)

La ripartizione di questi decessi  al 6 agosto è la seguente:

Lazio (4 decessi): La regione ha confermato tre decessi, tutti in provincia di Latina. La vittima più recente è un uomo di 86 anni con patologie preesistenti, deceduto all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

Campania (7 decessi): La regione ha registrato un parallelo aumento di esiti gravi, con tre decessi confermati.
Un uomo di 80 anni è morto a Caserta ,
un altro paziente è deceduto a Napoli ,
e un terzo decesso è stato segnalato il 29 luglio in un ospedale di Aversa, in provincia di Caserta.

Le vittime erano anziane e affette da significative comorbidità.

Piemonte (1 decesso): Si riferisce al caso di inizio stagione in un paziente della provincia di Novara, ufficialmente riportato dall’ISS nei suoi bollettini.

Focus sull’Epidemia nel Lazio: un Cluster della Provincia di Latina nel LUGLIO 2025

Il focolaio intenso nella regione Lazio, ed in particolare nella provincia di Latina costituisce il dato più saliente dell’epidemia del 2025. Dei 44 casi nazionali registrati al 28 luglio,  (il 65%) provenivano da quest’area. Di questi 21 casi, 15 (il 71%) erano forme neuro-invasive gravi, un’incidenza di malattia grave particolarmente elevata. Nella provincia di Latina si sono registrati tre dei 7 decessi avuti a livello nazionale, con vittime anche in Campania.
– Una donna di 82 anni, dopo una forma neuro – invasiva grave è deceduta a Fondi.
– Un uomo 77enne residente a Isola del Liri (Frosinone), recentemente soggiornato in Campania (Baia Domizia), deceduto il 29 luglio all’IRCCS Spallanzani di Roma.
– Un uomo di 86 anni, la terza vittima del Lazio, con dettagli ancora in aggiornamento.
I comuni identificati come aree di presunta esposizione includono un’ampia porzione dell’Agro Pontino: Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia. Nei giorni successivi, dal 24 di giugno la circolazione virale si è estesa anche al litorale ad Anzio e Nettuno. Oltre 7 casi in 2 giorni sono stati denunciati, ed ufficializzati dallo Spallanzani.  Confermo l’affermazione della infettivologa Miriam Lichtner che ha evidenziato che “i casi diagnosticati, per lo più gravi, rappresentano solo la punta dell’iceberg”. E’ chiaro che nell’area dell’Agro Pontino a sud di Roma la circolazione virale è molto più ampia nella popolazione. E’ presumibile che il numero di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche non rilevate è molto elevato.

Questo evento è il risultato di una convergenza di diversi fattori che rendono l’Agro Pontino un’area ecologicamente ideale per la diffusione di arbovirosi, ossia di malattia trasportate da zanzare quali la CULEX o l’AEDES.  Quest’area è caratterizzata da una fitta rete di canali, zone umide residue, e un’intensa attività agricola e DI PASTORIZIA E DI ANIMALI, inclusi numerosi allevamenti di cavalli e bufale. La caratteristica di questo ambiente favorisce la presenza di uccelli acquatici e stanziali, che fungono da serbatoio del virus, e la presenza della zanzara Culex pipiens, che trova innumerevoli siti di riproduzione nelle acque stagnanti dei canali e delle aree agricole.
Studi entomologici eseguiti nel Parco Nazionale del Circeo hanno evidenziato una abbondanza di zanzare, con una predominanza di Cx. Pipiens anche su Aedes, la zanzara tigre. Inoltre è stata confermata la co-circolazione di WNV e del virus Usutu, un flavivirus, cugino di WN, con un ciclo vitale simile. Fin dal 2018 questi virus co-abitavano e si rafforzavano nella loro diffusione. L’epidemia del 2025 deriva quindi dalla coazione di diversi eventi: da una nicchia ecologica ad alto rischio, caratterizzata da una gestione del territorio e delle acque di canali che le rendono poco scorrevoli; condizioni climatiche (temperature elevate e umidità,) particolarmente favorevoli che hanno accelerato i cicli di replicazione virale e lo sviluppo dei vettori; dalla presenza di uccelli da passo particolarmente abbondante, anche questa favorita dalle condizioni climatiche.

Riepilogo dei Casi Umani di WNV in Italia per Regione – Stagione 2025 (al 13 Agosto 2025) (dati ISS)

Regione N. Casi Totali N. Casi Neuro-invasivi (WNND) N. Casi Febbrili N. Donatori
Lazio 140 47 94 1
Campania 67 50 10 4
Piemonte 10 6 2 1
Veneto 25 5 17 2
Friuli VG
3 1 1 1
Emilia-Romagna 7 4 3
Lombardia
12 7 2 2
Sardegna 6 2 2
Puglia 1 1
Basilicata
1 1
Calabria
3 3
TOTALE
CASI (13-08-2025)
275 126 125 20  

Dettaglio del Focolaio del Lazio per Comune di Esposizione – Stagione 2025

Provincia Comune di Presunta Esposizione N. Casi Segnalati
Latina Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia 130 (totale provincia)
Roma Anzio, Nettuno 8
Frosinone
2
Fonti: S27, S29, S42.

 

Dati Epidemiologici Europei WNV – Stagione 2025 (al 26 Luglio 2025)

Paese N. Casi Umani (Confermati/Probabili) di cui WNND N. Decessi Data Primo Caso (Esordio Sintomi) Note
Grecia 8 4 0 22 giugno 2025 Dati al 16 luglio. Circolazione attiva confermata.
Romania 5 Non specificato Non specificato Non specificato Dati al 9 luglio.
Italia 145 23 2 20 marzo 2025 (caso sporadico) Dati al 23 luglio. Focolaio concentrato nel Lazio.
Bulgaria
Francia
Fonti: S1, S3, S9, S10, S26, S27, B1, B12.

 

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Febbre da West Nile Virus – Scheda malattia

Febbre da West Nile virus
Aggiornamento al luglio 2025

 

    • Descrizione
    • Agente infettivo
    • Ciclo vitale
    • Distribuzione
    • Porta di ingresso
    • Trasmissione
    • Incubazione
    • Sintomi
    • Controllo e prevenzione
    • Trattamento
    • Diagnosi

 

Descrizione

 

Introduzione al Virus West Nile (WNV)
Cenni Storici e Diffusione Globale
Il Virus West Nile (WNV) fu isolato per la prima volta nel 1937, casualmente, da una donna con febbre elevata, dolori, problemi oftalmici avanzati, nel distretto del West Nile in Uganda.
questa arbovirosi rappresenta oramai in tutto il mondo un reale problema di salute pubblica, coinvolgendo animali ed umani. Dalla presenza in alcune aree forestali ugandesi e della fasciatropicale e del Medio Oriente, è diventato causa di epidemie in equini e nell’uomo in tutto il mondo. Dagli anni ’90, WNV ha diffuso senza precedenti con una patologia neuro-invasiva nell’uomo e negli equidi (cavalli e muli) in Europa. In Romania nel 1996 un importante focolaio e successivamente a New York nel 1999 con un gravissimo focolaio. In seguito si è diffuso in tutto il continente americano e poi nell’emisfero nord.
Fin dal 1950 in Egitto e dal 1951 in Israele si è diffuso nel bacino del mediterraneo, con i primi i primi casi in Europa meridionale nel 1962 in Francia. Da allora il virus è comparso anche in Italia, in particolare nelle campagne Toscane, coinvolgendo soprattutto cavalli degli allevamenti locali. Questa diffusione costante, soprattutto nelle regioni temperate del Nord America e dell’Europa, legata alla migrazione degli uccelli selvatici da passo, ha caratterizzato il WNV come un patogeno emergente e riemergente, la cui trasmissione è strettamente legata a fattori ecologici, climatici e umani.

Agente infettivo

Il Virus: Classificazione e Lignaggi Genetici
West Nile Virus è un virus a RNA a singolo filamento positivo, del genere dei Flavivirus. È un arbovirus collegato e appartenente alla famiglie a cui afferisce anche l’encefalite giapponese ed altri importanti virus neurotropi.
Il suo genoma codifica per una “poliproteina”, proteina multipla, che viene successivamente suddivisa e scissa in tre proteine strutturali: (1) il capside (C); (2) la pre-membrana (prM); (3) l’involucro (E); insieme a queste 3 proteine principali vengono prodotte sette proteine non strutturali (NS1, NS2A, NS2B, NS3, NS4A, NS4B, NS5). La proteina di involucro (E) è quella “chiave” che media l’attacco del virus al recettore delle cellule ospiti. Questa proteina di attacco è il principale bersaglio degli anticorpi neutralizzanti. E’ questa la proteina chiave su cui si stanno studianodo i nuovo vaccini.
L’analisi filogenetica ha consentito la classificazione del WNV in almeno otto lignaggi genetici. Tuttavia, dal punto di vista epidemiologico e clinico, i lignaggi 1 (L1) e 2 (L2) sono considerati i puù importanti ma anche i più aggressivi per l’uomo e gli animali.
Il lignaggio 1 ha causato i grandi focolai epidemici in Europa, nel Mediterraneo ma anche nelle Americhe.
Il lignaggio 2, da sempre diffuso in Africa sub-sahariana è considerato meno virulento, ed è comparso in Europa nel 2004 in Ungheria diffondendo poi in Grecia, Italia e altri paesi dell’Europa centrale e orientale, con un potenziale patogeno paragonabile a quello del lignaggio 1.
Attualmente i due lignaggi circolano contemporaneamente e caratterizzano un aspetto cruciale dell’attuale epidemiologia del WNV in Europa.

Ciclo vitale

Il Ciclo di Trasmissione: Vettori, Serbatoi e Ospiti Accidentali
Il WNV sopravvive, si moltiplica e diffonde in natura attraverso un ciclo che coinvolge zanzare e uccelli. Gli uccelli, in particolare quelli appartenenti all’ordine dei Passeriformi (corvidi e passeri), sono ospiti serbatoio e amplificano il virus al loro interno tanto da sviluppare una elevata viremia sufficiente ad infettare le zanzare che pungono per cibarsi del loro sangue. In questo modo, da un uccello e l’altro, con punture infette ricche di virus si perpetua il ciclo vitale e la moltiplicazione.
I vettori del WNV sono le zanzare del genere Culex. La specie Culex pipiens è diffusa in Europa e in Italia. Queste zanzare si nutrono con sangue di uccelli pungono occasionalmente anche i mammiferi, fungendo da “vettori ponte” e causando la trasmissione del virus a ospiti accidentali e afondo cieco, cioè non capaci di trasmettere ulteriormente il virus.
Difatti l’uomo e i cavalli ed asini sono considerati ospiti non “trasmettitori”. Difatti sviluppano una malattia, talvolta in forma grave, ma la loro viremia è troppo bassa da poter infettare una zanzara che punge l’uomo o gli equini, rendendoli praticamente incapaci di trasmettere il virus e di contribuire al suo ciclo naturale. Con questa caratteristica è possibile realizzare un controllo epidemiologico adeguato e strategie di interruzione della catena di trasmissione della malattia. Alcune recenti ricerche hanno evidenziato che in determinate circostanze, per fortuna rare, la trasmissione del virus da mammifero a zanzara può avvenire Ciò può avere implicazioni significative per la valutazione del rischio di diffusione della malattia.
Altre vie di infezione alternative nell’uomo, piuttosto rare includono le “trasfusioni di sangue” e di “emocomponenti”, i “trapianti di organi solidi” e di “cellule staminali emopoietiche”.
Il virus può essere trasmesso anche “verticalmente” dalla madre al feto durante la gravidanza e, in via teorica” attraverso l’allattamento al seno.
Queste vie alternative sono di molto importanti per seguire lo sviluppo di una epidemia ed ancora per impostare regole di contenimento della epidemia stessa.

Nell’uomo, dopo la puntura dell’insetto vettore, il virus si replica nelle cellule di Langerhans del derma, che migrano verso la rete linfatica e, quindi, verso il torrente circolatorio. Questa fase corrisponde alla prima viremia, durante la quale il virus si diffonde in tutti gli organi del sistema linfatico. Successivamente avviene una seconda gittata viremica che corrisponde alla seconda viremia. Il virus può essere isolato nel sangue dopo 1-2 giorni dalla puntura dell’insetto vettore fino a poco più di una settimana. La comparsa nel siero di anticorpi di tipo IgM coincide con il termine della viremia. La viremia  da West Nile Virus è a basso titolo nell’uomo ed è assente al momento della comparsa dei sintomi.

. In questo gruppo sono compresi anche i virus responsabili dell’Encefalite di St. Louis, Encefalite della Valle del Murray, il virus Usutu, Kunjin, Kokobera, Stratford e Alfuy.

 

West Nile Transmission Cycle

 

Porta di ingresso

La Cute, tramite puntura della zanzara vettore durante il pasto ematico.

Trasmissione

Il virus West Nile è trasmesso sia negli animali che all’uomo tramite la puntura di zanzare infette. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Il virus infetta diversi mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. E’ importante sottolineare che il virus non si trasmette da persona a persona, né da cavallo a persona attraverso la puntura di una zanzara infetta a causa dei bassi livelli di viremia.

Incubazione

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Distribuzione

Epidemiologia del Virus West Nile

Scenario Globale ed Europeo (Aggiornamento Agosto 2025)
Il Virus West Nile si è ormai diffuso nella maggior parte dei continenti ed in moltissimi paesi in tutto il mondo. In Africa, Medio Oriente, Asia, Nord America e in molti paesi del bacino del Mediterraneo ed anche dell’Europa continentale. In Europa le epidemie hanno un andamento stagionale, con la loro presenza evidente tra i mesi di giugno e di novembre, in coincidenza con i le condizioni del clima sempre più favorevoli. Caldo tropicale, umidità elevata,

 L’Epidemia Italiana del 2025: Un’Analisi Approfondita

Dati Nazionali e Confronto con le Stagioni Precedenti (agosto 2025)

Il primo caso autoctono in Italia che ha aperto la stagione di trasmissione di WNV si è manifestato in Piemonte con un caso umano segnalato molto precocemente ossia il 20 marzo.
La situazione di WNV è rimasta silente durante i mesi di aprile -giugno per poi manifestarsi in tutta la sua gravità nel luglio 2025, dopo un giugno torrido, umido e favorevole alla crescita delle zanzare, in particolare della CULEX. 

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La circolazione di WN in Europa e Meccanismi di “Overwintering”

La presenza annuale, oramai da quasi un decennio di casi umani e animali in paesi del Mediterraneo come l’Italia e la Grecia e nelle coste del Nord Africa conferma che WNV non è più presente sporadicamente ed importato dai paesi esotici, ma si è oramai stabilmente insediato ed è diventato endemico in molte regioni d’Europa. Quindi ci si chiede: come sopravvive il virus durante i mesi invernali, con temperature rigide; e possono le temperature introno allo zero interrompere l’attività delle zanzare?
Questo processo è chiamato “overwintering” ossia svernamento, superamento del periodo invernale; e questo diventa un fattore cruciale e determinante per comprendere la persistenza del virus nell’ambiente e prevedere l’inizio e l’intensità delle stagioni in cui i focolai epidemici ridiventeranno attivi.

I meccanismi proposti sono principalmente due:
(1) la persistenza nell’ambiente del virus, all’interno delle zanzare adulte che entrano in uno stato di dormienza invernale, la diapausa. Questo avviene in luoghi protetti come cantine, grotte, e ambienti umidi e riscaldati.
(2) la reintroduzione annuale del virus WN da parte degli “uccelli migratori” che rientrano dopo aver svernato in Africa.
Sono stati eseguiti in Nord America ed in Europa studi che hanno confermato che WNV può svernare nelle popolazioni di zanzare, consentendo una ripresa rapida della trasmissione al ripristino delle condizioni meteo favorevoli. D’altra parte altri studi in Francia non hanno confermato la presenza del virus nelle zanzare in pausa suggerendo che in quella specifica regione la reintroduzione tramite gli uccelli migratori rimanere il fattore predominante di reinfestazione.

A questa situazione ecologica si aggiunge la presenza evolutiva e geografica di vari lignaggi del virus a livello continentale. Storicamente, il lignaggio 1 del WNV è stato predominante in Europa occidentale, mentre il lignaggio 2 era presente e diffondeva nell’Europa orientale e all’Africa. Negli ultimi due decenni, si è assistito ad una espansione del lignaggio 2 verso l’ovest europeo, causando importanti epidemie in Grecia, Romania e Italia. Un evento epidemiologico di grande rilevanza si è verificato nel 2024, con la segnalazione del primo caso umano autoctono di malattia neuro-invasiva da WNV lignaggio 2 in Spagna.
Gli studi hanno evidenziato che i ceppi virali erano correlati a quelli circolanti in Europa centrale, e non a ceppi precedentemente isolati in Spagna. Questo caratterizza un salto geografico di questo tipo di virus verso ovest. Tutto questo evidenzia un panorama epidemiologico europeo in piena evoluzione.

 

Sintomi

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% dei soggetti sviluppa una malattia sistemica febbrile chiamata comunemente febbre di West Nile (WNF) caratterizzata dalla comparsa di febbre, cefalea, nausea, vomito, linfoadenopatia, possibili eruzioni cutanee. Generalmente questa fase acuta si risolve in una settimana o poco più, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), manifestandosi come una malattia neuro-invasiva (encefalite, meningo-encefalite, paralisi flaccida), con possibile decorso fatale. Il rischio di contrarre la forma neurologica della malattia aumenta all’aumentare dell’età ed è particolarmente elevato nei soggetti di età superiore ai 60 anni. Viceversa, in uno studio di sorveglianza  effettutato negli Stati Uniti tra il 1998 e il 2008, è emerso che le paralisi flaccide acute sono state segnalate in percentuale maggiore in soggetti di età inferiore ai 60 anni. La letalità delle forme neuro-invasive si aggira intorno al 9% nei soggetti anziani e meno dell’1% nei bambini.

Diagnosi

La diagnosi nell’uomo viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa.  La siero-conversione o l’aumento di 4 volte del titolo anticorpale può essere utilizzata per diagnosticare un’infezione recente. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale entro 7 giorni dall’inizio della sintomatologia acuta, tenendo conto che la viremia è relativamente di breve durata e di basso titolo.

Controllo e prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.
Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

·         usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto

·         usando delle zanzariere alle finestre

·         svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante

·         cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.

Il controllo nei confronti della WND si basa essenzialmente sulla sorveglianza degli uccelli stanziali di specie sinantropiche, degli equidi e dell’avifauna selvatica di specie migratorie.

Trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile, il trattamento è solo sintomatico. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita. Vi sono recentissime segnalazioni in letteratura che suggeriscono, su modelli animali, la possibile efficacia del trattamento con immunoglobuline specifiche anti WNV.

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Il Patto con il Sole: Gestire Rischi e Benefici per la Nostra Salute

Sole e Salute: Guida a una Relazione Equilibrata

Il nostro rapporto con il sole è diventato complesso, quasi un paradosso. Da un lato, ne riconosciamo istintivamente i benefici, associandolo a un’idea di vitalità e benessere. Dall’altro, tutto quel che ormai sappiamo dei rischi ci impone una cautela sempre maggiore. Questa dualità genera spesso confusione, e ci spinge, a volte, verso comportamenti estremi: o niente sole o un’esposizione sconsiderata.

L’approccio più saggio, tuttavia, raramente risiede negli estremi. “In medio stat virtus” si diceva, e così la medicina moderna ci insegna a gestire i fattori di rischio senza rinunciare alla qualità della vita. L’obiettivo di questa guida è proprio questo: fornire gli strumenti per avere con il sole una relazione matura ed equilibrata, basata sulla conoscenza scientifica e sulla gestione consapevole del rischio.

I Benefici Fisiologici dell’Esposizione Solare

Prima di analizzare i rischi, è doveroso guardare al ruolo insostituibile, per la nostra fisiologia e non solo, della luce solare.

  • Un Pilastro della Salute Ossea e Immunitaria: la Vitamina D. La sintesi cutanea di Vitamina D, innescata dai raggi UVB, rimane il modo più efficiente per il nostro organismo di produrre questo pro-ormone essenziale. La sua funzione più nota è regolare il metabolismo del calcio, fondamentale per la mineralizzazione e la robustezza dello scheletro. Tuttavia, il suo raggio d’azione è ben più vasto: la Vitamina D è un immunomodulatore cruciale, capace di orchestrare le nostre difese immunitarie e contribuire al controllo dei processi infiammatori. La sua carenza è un problema molto diffuso, specialmente negli anziani, nelle persone con pelle scura e in chi, vivendo a latitudini settentrionali, ha una produzione quasi nulla durante i mesi invernali.
  • L’Influenza sulla Sfera Psico-emotiva. L’esposizione alla luce solare ha un impatto documentato sull’umore. Stimola la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che favorisce sensazioni di calma e benessere. Questo meccanismo è alla base della sua efficacia nel contrastare i disturbi affettivi stagionali (SAD) e nel migliorare il tono dell’umore generale. (non vi sentite più allegri se c’è il sole?)
  • Il Sincronizzatore del nostro Orologio Biologico. La luce naturale è il più potente segnale esterno in grado di sincronizzare i nostri ritmi circadiani (cicli biologici di circa 24 ore). L’esposizione mattutina regola il ciclo sonno-veglia, sopprimendo la melatonina e promuovendo uno stato di veglia e lucidità. Un ritmo circadiano ben regolato è essenziale per la salute metabolica, la funzione cognitiva e l’equilibrio ormonale. La nostra vita moderna, spesso povera di luce naturale di giorno e troppo ricca di luce artificiale di notte, può alterare questo delicato equilibrio.

Il Rovescio della Medaglia: Comprendere il Rischio

La stessa radiazione ultravioletta (UV) che apporta benefici, se assorbita in eccesso, è anche il principale fattore di rischio ambientale per la nostra pelle. È fondamentale comprendere che questi processi non sono una condanna inevitabile, ma la conseguenza di abitudini modificabili.

  • Fotoinvecchiamento: il Danno Strutturale. I raggi UVA, che costituiscono circa il 95% della radiazione UV che ci raggiunge, penetrano fino al derma, dove nel tempo degradano le proteine strutturali della pelle: il collagene, che ne assicura la compattezza, e l’elastina, che ne garantisce l’elasticità. Questo processo cronico, noto come fotoinvecchiamento, si manifesta clinicamente con rughe profonde, perdita di tono, discromie (macchie) e una cute dall’aspetto ispessito e giallastro (elastosi). Questi segni non sono un mero inestetismo, ma l’evidenza visibile di un danno cumulativo.
  • Fotocarcinogenesi: il Danno al DNA. I raggi UVB, più energetici, possono danneggiare direttamente il DNA dei cheratinociti. Sebbene la cellula disponga di sofisticati meccanismi di riparazione, un’esposizione eccessiva e ripetuta può superare queste capacità, portando a mutazioni permanenti. L’accumulo di tali mutazioni nel tempo è il meccanismo alla base dello sviluppo dei tumori cutanei. È utile distinguere i pattern di rischio: il Melanoma è spesso legato a esposizioni intense e intermittenti con scottature (tipiche delle vacanze), mentre i carcinomi basocellulare e squamocellulare sono più associati a un’esposizione cronica e continua, come quella lavorativa.

Strategia di Fotoprotezione Intelligente: un Approccio Integrato

La prevenzione si basa su una strategia gerarchica che integra comportamento, barriere fisiche e filtri chimici.

  1. Gestione del Tempo e dell’Ombra: La prima e più efficace forma di protezione è quella comportamentale. Si raccomanda di evitare l’esposizione solare intenzionale nelle ore di massima irradiazione, convenzionalmente tra le 11:00 e le 16:00. Ricercare l’ombra è un gesto semplice e di comprovata efficacia.
  2. Barriere Fisiche: L’abbigliamento costituisce una barriera costante e affidabile contro i raggi UV. Si consiglia l’uso di:
    • Indumenti a trama fitta e, se possibile, con certificazione UPF (Ultraviolet Protection Factor) 30 o superiore.
    • Cappello a tesa larga, in grado di proteggere viso, orecchie e collo.
    • Occhiali da sole con lenti a norma di legge (marcatura CE), che garantiscano un filtraggio del 99-100% dei raggi UVA e UVB per proteggere le strutture oculari.
  3. Fotoprotettori Topici (Creme Solari): I filtri solari sono un presidio fondamentale per proteggere la cute che rimane inevitabilmente esposta. La loro efficacia dipende da una scelta e un’applicazione corrette.
    • Scelta: Preferire un prodotto ad “ampio spettro” (protezione UVA e UVB) con un fattore di protezione solare (SPF) elevato (30 o, preferibilmente, 50+). Per garantire la protezione UVA, cercate il logo “UVA” inscritto in un cerchio. Esistono filtri fisici (ossido di zinco, biossido di titanio), ideali per pelli sensibili, e filtri chimici, spesso dalle texture più leggere.
    • Applicazione: Il prodotto va applicato in quantità adeguata (la regola indica 2 mg/cm², circa un bicchierino da liquore per un corpo umano intero) circa 20 minuti prima dell’esposizione.
    • Riapplicazione: Questa è una fase non negoziabile. La protezione va riapplicata ogni due ore, e tassativamente dopo ogni bagno, dopo un’intensa sudorazione o dopo essersi asciugati.

Conclusione: un Invito alla Consapevolezza e all’Azione

La gestione del rapporto con il sole è un pilastro della prevenzione dermatologica. Non richiede rinunce estreme, ma l’adozione di abitudini consapevoli. A questa strategia si affianca un altro strumento essenziale: l’autosorveglianza. Imparare a conoscere la propria pelle e a monitorare l’aspetto dei nevi è un gesto di grande valore. La regola dell’ABCDE è un utile promemoria per individuare segnali sospetti:

  • Asimmetria della lesione
  • Bordi irregolari e frastagliati
  • Colore disomogeneo, con più sfumature
  • Diametro superiore ai 6 millimetri
  • Evoluzione, ovvero qualsiasi cambiamento rapido di aspetto, dimensione o sensazione.

L’autoesame cutaneo periodico è il primo passo, ma è la visita dermatologica specialistica a completare il percorso di prevenzione, permettendo una valutazione professionale del profilo di rischio e un controllo accurato delle lesioni pigmentate. Un approccio informato e proattivo è la chiave per godere dei benefici del sole, minimizzandone i rischi per la nostra salute.

Il Patto con il Sole: Gestire Rischi e Benefici per la Nostra Salute Leggi tutto »

Vietnam – Scheda Paese

Bandiera VietnamMappa Vietnam

 

1 – Consigli brevi per chi viaggia in Vietnam

Il Vietnam, con i suoi 331.212 km², è un mosaico geografico che spazia dalle montagne del Nord alle pianure alluvionali del Mekong. Il paese offre un mix unico di paesaggi: dalle terrazze di riso di Sapa alle spiagge incontaminate di Phú Quốc, passando per i siti UNESCO come la Baia di Ha Long e la Città Imperiale di Huế.
E’ un paese che incanta con la sua straordinaria varietà di paesaggi, cultura millenaria e tradizioni culinarie. Dalle risaie terrazzate del nord alle spiagge tropicali del sud, passando per città storiche e grotte spettacolari, il Vietnam promette un’avventura indimenticabile. Tuttavia, per godere appieno del viaggio, è essenziale essere preparati e attenti alla salute e alla sicurezza personale.
Alcuni dei luoghi imperdibili durante il tuo viaggio in Vietnam:
– Hanoi: La capitale culturale del Vietnam offre un mix di antiche architetture, templi storici e vivaci mercati. Non perdere il Quartiere Vecchio e il Mausoleo di Ho Chi Minh.
– Hoi An: Questa città patrimonio UNESCO è famosa per le sue lanterne colorate, i mercati notturni e le case tradizionali lungo il fiume Hoai.
– Baia di Ha Long: Uno spettacolo naturale unico al mondo, con migliaia di isole calcaree che emergono dalle acque smeraldine.
– Hue: L’antica capitale imperiale conserva la Cittadella e le tombe dei sovrani Nguyen lungo il Fiume dei Profumi.
– Phong Nha-Ke Bang: Un paradiso per gli amanti dell’avventura, con alcune delle grotte più grandi al mondo come Hang Son Doong.
– Delta del Mekong: Un intrico di canali, mercati galleggianti e villaggi rurali immersi nella natura tropicale.
In Vietnam ogni regione ha una sua identità unica.
Il nord regala montagne maestose e una cultura etnica unica;
il centro offre una storia millenaria e le migliori spiagge;
il sud vibra con energia moderna e paesaggi fluviali incantevoli.
Ma per godere del tuo viaggio è importante informarsi, chiedere ad un esperto una valutazione dei rischi ed attenersi ai consigli per la sicurezza e per conservare la tua salute.
Durante il tuo viaggio puoi imbatterti in aree o città con presenza di malattie anche importanti quali la dengue ed anche la malaria, con presenza diffusa ma soprattutto stagionale. La dengue è endemica in molte aree urbane e rurali, con picchi di malattia soprattutto durante la stagione delle piogge, da maggio ad ottobre. La malaria è limitata alle zone rurali montuose del centro-nord.
Per prevenire questa malattia, altre virosi ed anche la malaria usa repellenti naturali a base di NEEM oppure i chimici a base di DEET; indossa abiti lunghi al tramonto e dormi sotto zanzariere trattate con insetticida. Stai attento alle malattie trasmesse da acqua o cibo contaminati.
Vaccinati contro le malattie trasmesse da acqua e cibi e preparati prima della partenza. Per prevenire infezioni da acqua contaminata consuma solo acqua in bottiglia sigillata ed evita ghiaccio e cibi crudi o poco cotti.
Una delle malattie presenti in diverse aree è l’Encefalite giapponese presente nelle aree rurali durante la stagione delle piogge. Vaccinazione raccomandata per soggiorni e attività all’aperto. Per evitare problemi sanitari durante il tuo viaggio bevi solo acqua imbottigliata o trattata. Evita ghiaccio e frutta non sbucciata nei mercati locali. Scegli ristoranti affollati dai locali per garantire freschezza e qualità del cibo. I piatti tipici come il phở devono essere serviti bollenti.
Durante il soggiorno il clima tropicale può causare colpi di calore e colpi di sole. Indossa cappelli a tesa larga, usa creme solari ad alta protezione UV e bevi frequentemente acqua (almeno 2-3 litri al giorno). Con questi accorgimenti, potrai esplorare il Vietnam in tutta sicurezza, immergendoti nella sua cultura vibrante e nei suoi paesaggi mozzafiato!

 

2 – Alert sanitari

Dall’inizio del 2025, il Vietnam ha registrato la presenza di diverse malattie infettive, con alcune epidemie che hanno colpito in modo particolare specifiche regioni del paese.
DENGUE: si conferma la malattia più diffusa nel 2025, con oltre 224.000 casi e 92 decessi segnalati a livello nazionale. L’epidemia ha colpito soprattutto le grandi aree urbane e periurbane del sud, come Ho Chi Minh City, che da sola ha registrato più di 62.000 casi e 25 decessi. Anche le province degli Altopiani Centrali, tra cui Gia Lai, Dak Lak, Dak Nong e Kon Tum, hanno riportato un numero significativo di infezioni, rappresentando circa il 15% dei casi totali nazionali. La trasmissione della dengue è favorita dal clima caldo-umido e dalle piogge abbondanti che caratterizzano il periodo tra maggio e ottobre, creando condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare Aedes aegypti. Consigliata la vaccinazione prima del viaggio.
MORBILLO: un’altra malattia che ha visto un incremento importante. Secondo i dati del Ministero della Salute vietnamita, sono stati registrati circa 40.000 casi sospetti, con cinque decessi correlati. Il morbillo si è diffuso soprattutto nelle regioni meridionali (57% dei casi), seguito dal centro (19,2%), dal nord (15,1%) e dagli Altopiani Centrali (8,7%). Le aree più colpite sono quelle con bassa copertura vaccinale e accesso limitato ai servizi sanitari, in particolare le province montuose e le comunità di minoranze etniche. Le autorità hanno avviato campagne di vaccinazione straordinarie per contenere l’epidemia. E’ opportuno che ogni viaggiatore valuti la sua situazione vaccinale passata ed eventualmente richieda una vaccinazione, soprattutto per chi si reca per lunghi periodi.
MALARIA: continua a rappresentare un rischio nelle zone rurali, montuose e di confine, sebbene il numero totale di casi sia molto ridotto rispetto al passato.
Nel 2024 erano stati segnalati 448 casi ufficiali, con la maggior parte dei focolai localizzati nelle province centrali e degli Altopiani Centrali come Khanh Hoa, Binh Phuoc, Dak Lak, Dak Nong, Gia Lai e Kon Tum.
Nel 2025, il rischio di trasmissione persiste soprattutto nelle aree remote e forestali, mentre le grandi città (Hanoi, Ho Chi Minh City, Da Nang, Nha Trang, Qui Nhon e Haiphong) e le regioni del Delta del Mekong e del Fiume Rosso sono considerate a basso rischio o prive di casi. Opportuno valutare la profilassi per la malattia.
Rimangono inoltre casi sporadici di ENCEFALITE GIAPPONESE soprattutto nelle aree rurali e agricole con coltivazioni di riso e allevamenti di maiali, in particolare nel nord tra maggio e ottobre e nel sud durante tutto l’anno. Nel 2024 sono stati segnalati casi nelle province di Hanoi (Phuc Tho) e Dak Lak, con un rischio maggiore nelle zone rurali e nei periodi di pioggia. Si ricorda l’importanza della vaccinazione
Infine, si segnala la presenza di chikungunya e virus Zika, con un rischio contenuto ma costante, soprattutto durante la stagione delle piogge e nelle aree urbane e periurbane, dove la presenza di zanzare Aedes albopictus mantiene attivo il potenziale di trasmissione.

 AGGIORNAMENTO ENCEFALITE GIAPPONESE LUGLIO 2025
L’encefalite giapponese è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Culex, presente in vaste aree del Sud-est asiatico.
Situazione attuale (Luglio 2025):
Laos (Vientiane): Non sono stati segnalati ufficialmente casi specifici a Vientiane per il 2024-2025. Tuttavia, la malattia è endemica e il periodo attuale (luglio) rientra nella stagione di picco della trasmissione (giugno-settembre). Il rischio esiste, specialmente nelle aree rurali.

• Vietnam (percorso da nord a sud):
o Hanoi: A luglio 2025 è stato confermato un caso recente. La presenza di allevamenti di suini nelle periferie aumenta il rischio.
o Baia di Ha Long (Provincia di Quảng Ninh): A luglio 2025 sono stati segnalati due casi recenti in bambini nella provincia.
o Hue: L’area presenta un rischio significativo a causa della diffusa presenza di risaie e allevamenti di suini.
o Da Nang: Situazione molto positiva. Il Centro per il Controllo delle Malattie locale ha dichiarato che non si registrano nuovi casi dal 2017 all’inizio del 2024.
o Da Lat: Il rischio è considerato più basso rispetto ad altre zone rurali, data la minore presenza di risaie e allevamenti intensivi di suini.
o Ho Chi Minh City: A luglio 2025 un ospedale locale ha in cura diversi pazienti adulti, confermando la trasmissione locale del virus.
Vaccinazione e Previsioni:
La vaccinazione è raccomandata per soggiorni lunghi (un mese o più) o per viaggi più brevi con significativa esposizione rurale e all’aperto, specialmente durante l’attuale stagione di picco. Il rischio di trasmissione rimarrà elevato nei prossimi mesi (agosto-ottobre), per poi diminuire con l’arrivo della stagione secca.

 

3 – Clima, meteo e salute
Clima, stagioni e impatti sulla salute in Vietnam

Il Vietnam, paese stretto tra il Mar Cinese Meridionale e le catene montuose dell’Indocina, presenta un clima molto complesso, diverso nelle varie latitudini, modellato da monsoni, tifoni e una geografia variegata. Le sue tre macro-regioni:
– Nord,
– Centro
– Sud
offrono condizioni climatiche distinte, con implicazioni dirette sulla salute dei viaggiatori e delle comunità locali.

Caratteristiche climatiche e stagionali
Nord (Hanoi, Sapa, Baia di Ha Long) – sono ancora presenti le 4 stagioni marcate. In particolare:
– Inverno (dicembre-febbraio): clima fresco (10-15°C); nebbie frequenti; pioggerelle sparse.
– Estate (maggio-settembre): clima umido e caldo (30-35°C); con un picco di piogge a luglio-agosto (1.800 mm/anno). I rischi di questa stagione sono caratterizzati da “Inondazioni durante i tifoni da “maggio a dicembre, frequenti le infezioni respiratorie in inverno.

Centro (Hue, Da Nang, Hoi An)
– Stagione Monsonica: caratterizzata da piogge intense da settembre a dicembre, con picchi di 500 mm/mese.
– Le temperature sono miti (25-30°C) durante tutto l’anno, ma umidità è superiore all’80% in estate.
– Fenomeni estremi: Recentemente i tifoni come “Yagi e Trami” (2024) hanno causato oltre 400 morti e 50.000 sfollati

Sud (Ho Chi Minh, Delta del Mekong, Phu Quoc)

– Il clima è tropicale: caratterizzato da 2 stagioni:
– Secca (novembre-aprile): con temperature tra 30-35°C e punte di 40°C a marzo-maggio.
– Umida (maggio-ottobre): Piogge brevi ma intense, rischio alluvioni.
– Stress idrico: Il Delta del Mekong perde 500 ettari/anno per salinizzazione e subsidenza.

Cambiamenti climatici recenti
Negli ultimi cinque anni (2020-2025), il Vietnam si è trovato al centro di una trasformazione climatica che ha cambiato radicalmente il volto del Paese.
Le temperature medie sono cresciute di circa 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale, e il caldo torrido non è più un’eccezione: nel maggio 2024, il termometro ha raggiunto i 45°C, segnando un record storico e mettendo a dura prova sia le persone che le infrastrutture.
Ma il calore non è l’unico protagonista di questa nuova stagione climatica.
I tifoni, sempre più frequenti e violenti, hanno lasciato cicatrici profonde sul territorio. Solo nel 2024, le tempeste tropicali hanno devastato intere province, causando danni infrastrutturali per oltre tre miliardi di dollari e costringendo migliaia di famiglie a ricostruire da zero.
Il Delta del Mekong, cuore pulsante dell’agricoltura vietnamita, sta vivendo una crisi silenziosa ma devastante. Qui, il livello del mare cresce ogni anno di quasi quattro millimetri. Le proiezioni sono allarmanti: entro la fine del secolo, l’acqua potrebbe salire di un metro, sommergendo villaggi, campi e mettendo a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone. Già oggi, il 40% della produzione di riso del Delta è minacciato dalla salinizzazione dei suoli, con perdite economiche che potrebbero toccare i venti miliardi di dollari entro il 2050.
Le conseguenze sulla salute pubblica sono altrettanto evidenti.
Il clima caldo-umido e le piogge abbondanti della stagione umida, da maggio a ottobre, creano un habitat ideale per la proliferazione delle zanzare Aedes aegypti, responsabili della trasmissione della dengue. Nel 2024, i casi di questa malattia hanno superato quota 138.000, mentre la chikungunya ha colpito oltre 350.000 persone.
La malaria, seppur contenuta rispetto al passato, resta una minaccia costante negli altopiani centrali, soprattutto tra aprile e novembre.
Non mancano nemmeno i focolai di colera, che si riaccendono puntualmente nelle province centrali dopo le inondazioni, come avvenuto a Quang Tri con oltre mille casi segnalati.

Le malattie seguono il ritmo delle stagioni:
la dengue e l’encefalite giapponese si intensificano durante i mesi piovosi,
mentre le infezioni respiratorie aumentano nei rigidi inverni del nord, aggravate dall’inquinamento atmosferico e dalle condizioni di vita precarie.
L’innalzamento dell’umidità sopra l’80% e le temperature tra i 25 e i 30°C fanno letteralmente esplodere la popolazione di zanzare, con un incremento dei casi di dengue del 350% durante i periodi di El Niño rispetto agli anni precedenti.
A fronte di questi cambiamenti, il Vietnam si è mosso con decisione, adottando un Piano Nazionale di Adattamento Climatico che guarda al 2030.
Sono stati installati sistemi di allerta precoce per tifoni e inondazioni,
rafforzate le strutture sanitarie – con la costruzione di 200 cliniche anti-dengue solo nel 2024 nelle province meridionali –
avviati massicci programmi di riforestazione, come la piantumazione di 50.000 ettari di mangrovie nel Delta del Mekong per proteggere le coste dall’erosione.
Nonostante queste iniziative, le sfide restano enormi. Le previsioni parlano di un possibile aumento del 50% dei casi di malaria entro il 2030 nelle aree di confine con Laos e Cambogia, complice la migrazione delle zanzare Anopheles in cerca di nuovi habitat. Nel frattempo, oltre un milione di persone ha già abbandonato le zone costiere più vulnerabili, diventando migranti climatici in cerca di una nuova stabilità.

Il Vietnam di oggi è un laboratorio vivente dove la resilienza si misura ogni giorno tra tradizione e innovazione, in una lotta continua per adattarsi a un ambiente in rapida e spesso imprevedibile trasformazione. Per chi viaggia, conoscere queste dinamiche non è solo una questione di prudenza, ma un’occasione per comprendere da vicino le sfide globali del nostro tempo e vivere il Paese con consapevolezza e rispetto.

4 – Quali le malattie presenti in Vietnam nell’anno 2025

In Vietnam, le malattie infettive rappresentano una sfida sanitaria significativa, influenzata da fattori ambientali, climatici e socioeconomici.
Tra le patologie di origine virale, la dengue continua a essere la principale preoccupazione, soprattutto nelle stagioni calde e umide che favoriscono la proliferazione delle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus.
Nel 2024 e nei primi mesi del 2025, il paese ha registrato un numero elevato di casi di dengue, con oltre 138.000 infezioni e decine di decessi, concentrati soprattutto nelle aree urbane e periurbane del sud, come Ho Chi Minh City, e nelle province degli Altopiani Centrali.
Parallelamente, il virus chikungunya ha mantenuto una presenza significativa, con migliaia di casi segnalati soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, mentre il virus Zika, pur presente, ha mostrato un’incidenza più contenuta e senza focolai rilevanti.
L’encefalite giapponese, anch’essa trasmessa da zanzare, è endemica in tutto il territorio vietnamita, con una maggiore incidenza nelle zone rurali e agricole caratterizzate da coltivazioni di riso e allevamenti di maiali. La sua trasmissione segue un andamento stagionale, concentrandosi nel nord tra maggio e ottobre, mentre nel sud può manifestarsi durante tutto l’anno. Nel 2024 sono stati confermati casi nelle province di Hanoi e Dak Lak, con programmi di vaccinazione che mirano a contenere la diffusione della malattia.
La malaria, malattia parassitaria trasmessa dalle zanzare Anopheles, ha visto una drastica riduzione dei casi negli ultimi anni grazie alle campagne di controllo e prevenzione, ma rimane presente in alcune aree rurali e montuose, soprattutto negli Altopiani Centrali e nelle province di confine con Laos e Cambogia. Le zone a rischio includono Khanh Hoa, Dak Lak, Gia Lai, Kon Tum e Binh Phuoc, mentre le grandi città e le pianure costiere, come il Delta del Mekong e il Delta del Fiume Rosso, sono considerate a basso rischio o prive di trasmissione. La stagione delle piogge, da aprile a novembre, rappresenta il periodo di maggior pericolo per la trasmissione della malaria, con picchi nei mesi di maggio-giugno e ottobre-novembre.
Tra le malattie batteriche, il colera si manifesta soprattutto dopo eventi di inondazione e in condizioni igienico-sanitarie precarie, con focolai segnalati in passato in province centrali come Quang Nam e Da Nang. La trasmissione avviene principalmente attraverso l’acqua contaminata da Vibrio cholerae, e la prevenzione si basa su pratiche igieniche rigorose, consumo di acqua potabile sicura e, in alcune aree, vaccinazioni mirate. Anche altre infezioni gastrointestinali, come la diarrea del viaggiatore causata da Escherichia coli enterotossigeno (ETEC), sono frequenti, soprattutto in contesti con scarsa sicurezza alimentare.
Per quanto riguarda le infezioni micotiche, il Vietnam presenta un carico significativo, soprattutto nelle popolazioni vulnerabili come pazienti immunocompromessi, affetti da HIV/AIDS, leucemia o sottoposti a trapianti. I funghi patogeni più rilevanti includono specie di Candida (come C. albicans, C. tropicalis e C. glabrata), Aspergillus fumigatus, Cryptococcus neoformans e Talaromyces marneffei. Questi miceti possono causare infezioni invasive e sistemiche, con manifestazioni che vanno dalla polmonite e meningite fino a infezioni cutanee e osteomieliti. L’ambiente tropicale umido e la presenza di funghi resistenti agli antifungini, come dimostrato da studi ambientali nel sud del paese, complicano la gestione clinica di queste infezioni. La mucormicosi, nota anche come “fungo nero”, è una rara ma grave infezione che colpisce principalmente soggetti con diabete o immunodepressi, ed è causata da muffe presenti nel terreno, nella vegetazione e nella polvere.
Le malattie trasmesse da acque stagnanti e fiumi contaminati rappresentano un ulteriore rischio sanitario in Vietnam, aggravato dall’inquinamento diffuso e dalla rapida urbanizzazione senza adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue. Il colera è l’esempio più noto, ma altre infezioni come la schistosomiasi, causata dal parassita Schistosoma japonicum, sono endemiche in alcune aree del Delta del Mekong. L’utilizzo di acqua non trattata per bere, cucinare o lavarsi è una delle principali cause di infezioni gastrointestinali e di malattie trasmesse da acqua contaminata. La prevenzione si basa sul miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, sull’accesso ad acqua potabile sicura (bollita o in bottiglia sigillata), sull’igiene personale e alimentare e, dove possibile, sulla vaccinazione contro il colera.

In sintesi, il panorama delle malattie infettive in Vietnam è complesso e influenzato da molteplici fattori ambientali e sociali. Le malattie virali trasmesse da zanzare, come dengue, chikungunya, Zika ed encefalite giapponese, rappresentano un rischio stagionale importante, mentre la malaria persiste in aree rurali e montuose. Le infezioni batteriche, soprattutto quelle legate all’acqua contaminata come il colera, richiedono attenzione particolare nelle stagioni delle piogge e nelle zone rurali. Le infezioni micotiche invasive, seppur meno frequenti, costituiscono una minaccia rilevante per le popolazioni immunodepresse. La prevenzione efficace passa attraverso una combinazione di misure individuali, come l’uso di repellenti, zanzariere e acqua sicura, e interventi di sanità pubblica volti a migliorare le infrastrutture igienico-sanitarie e la sorveglianza epidemiologica.
 

Aggiornamento COVID-19 

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  • Clima: Nord: Due stagioni, inverno ed estate. L’ inverno è caratterizzato da un clima fresco (a volte anche freddo) e dura da novembre ad aprile. Gennaio è il mese più freddo dell’anno. L’estate è molto calda ed umida, va da aprile/maggio a ottobre. I mesi estivi coincidono con il periodo dei tifoni e delle alluvioni (approssimativamente da metà luglio a metà agosto nella zona di Hanoi e del nord in generale; da metà agosto a fine settembre nella zona del centro-sud). Sud: clima sub-tropicale, alternanza di due stagioni: da marzo a novembre con acquazzoni di breve durata, da dicembre ad aprile con clima caldo e molto umido, soprattutto nei mesi di febbraio, marzo ed aprile. Frequenti i disastri provocati dalle piogge torrenziali. Nei mesi di settembre e ottobre 2000 una alluvione ha colpito la parte meridionale del paese (delta del Mekong) , causando oltre 300 vittime.

Prevenzione e profilassi

Vaccinazioni obbligatorie

  • NESSUNA

    Non ci sono vaccinazioni obbligatorie

Vaccinazioni consigliate

VACCINAZIONI PER MALATTIE TRASMESSE DA PUNTURA DA INSETTI

• DENGUE -la malattia
E’ consigliata la vaccinazione contro la DENGUE per entrare nel paese?
Vista la presenza di focolai diffusi nel paese, in aumento continuo aumento, in particolare durante la stagione delle piogge, ma presente in modo endemico durante tutto l’anno, è consigliato effettuare il vaccino per la DENGUE del tipo QDENGA.
La prima prevenzione consiste nella attenzione alla puntura degli insetti ed alla protezione con repellenti. Noi consigliamo NOZETA – olio di NEEM, molto efficace e con caratteristiche repellenti e lenitive.
Importante valutare l’inoculazione del nuovo vaccino per la Dengue, denominato QDENGA
Il sito web dedicato alla dengue ed alla sua prevenzione (CLICCA QUI)
Per informazioni e prenotazioni del vaccino della DENGUE (CLICCA QUI)

VACCINAZIONI CONTRO MALATTIE PORTATE DA CIBI E BEVANDE CONTAMINATE

VACCINAZIONI CONTRO MALATTIE TRASMESSE DA SANGUE CONTAMINATO.

  • EPATITE B notizie sulla malattia
    l’epatite B è una aggressione a livello del fegato che può indurre alterazioni cellulari ed aprire la porta al carcinoma epatico. I rischi, oltre che da siringhe infette e rapporti sessuali non protetti possono venire anche da medicazioni effettuate in strutture sanitarie dove la sterilizzazione dei ferri è poco curata. Quindi è importante essere protetti quando si affrontano viaggi in posti ad alta endemia del virus B
    per saperne di più…. sulla vaccinazione

VACCINAZIONI CONTRO MALATTIE A TRASMISSIONE AEREA

Per saperne di più … sulla vaccinazione

 

  • POLMONITE E INFEZIONI DA PNEUMOCOCCO
    pneumococco è la principale causa di polmoniti, otiti, meningiti e sepsi. Il vaccino è molto efficace e sicuro la vaccinazione è consigliata a coloro che hanno avuto e soffrono di problemi polmonari e durante il viaggio possono avere un contatto ed un attavvo da parte di uno dei tipi del batterio streptococco pneumoniae o pneumococco

VACCINAZIONI CONTRO MALATTIE DA MORSO DI ANIMALI

  • RABBIA notizie sulla malattia
    Se si prevedono escursioni in zone extraurbane, dove può essere più facile il contatto con animali selvatici; in ocasione di safari o battute di caccia, nonché per motivi professionali (veterinari, agronomi, ecc…).
    Vedi scheda vaccinazione
  • TETANO

    per saperne di più…

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

  • ENCEFALITE GIAPPONESE

    L’Encefalite Giapponese è una malattia virale veicolata dalle zanzare del genere Culex, endemica in una vasta area dell’Asia, dalla Cina all’Australia, dal Pakistan al Giappone e Filippine.
    Generalmente la trasmissione è predominante nelle zone agricole e rurali, spesso associata alla produzione del riso,
    ma sempre più casi si riscontrano anche nei grandi agglomerati urbani.

Approfondimenti sulla malaria

            CHE COSA E’

La Malaria è una malattia infettiva, (Tutto sulla malaria – CESMET – Clinica del Viaggiatore), acuta, causata da un parassita, il    Plasmodio, che entrato nell’organismo attraverso la puntura della zanzara Anopheles, attacca immediatamente le cellule epatiche, creando danni al fegato, e poi parassitando i globuli rossi, con anemia anche grave. Presente nel paese, è una malattia molto legata agli ambienti umidi, alle stagioni piovose ed alle condizioni meteorologiche ed ambientali favorevoli alla riproduzione della zanzara. Il consiglio che ti posso dare è quello di controllare prima di partire l’itinerario del tuo viaggio, le condizioni meteo attuali delle aree dei tuoi soggiorni. Non ti fidare “ del sentito dire – non c’è malaria! ” la malaria è presente dove non te lo aspetti e con i cambiamenti climatici la zanzara Anopheles è arrivata a colonizzare anche territori in alta quota, prima non ospitali per l’insetto.
Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla!
E’ possibile prevenirla utilizzando, come prima linea difensiva, repellenti efficaci (VEDI NOZETA – OLIO DI NEEM 

– utile anche l’utilizzo degli zampironi da portare sempre con se;

– come seconda linea di difesa essenziale l’utilizzo di adeguati farmaci per la chemio profilassi, sicuri ed efficaci, da assumere in particolare nelle stagioni di maggior rischio e nelle aree con rischi elevati di incontro con la zanzara Anopheles;

– una terza linea difensiva consiste nel porre attenzione ad un vestiario idoneo che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, difesa efficace ma spesso difficile a certe latitudini e a certi climi. Anche se dobbiamo ricordarci che più ci si copre meno si soffre il caldo, e meno si bevono bevande ghiacciate e meno si ha sete. 
Per approfondire leggi la scheda sulla malaria

NEL PAESE

Situazione nel 2024  Il Vietnam ha fatto progressi significativi nella riduzione dei casi di malaria negli ultimi anni.

– Il numero totale di casi di malaria è sceso a 448, con un calo del 97,3% rispetto al 2011.
– 46 province su 63 sono state dichiarate libere dalla malaria.
– Circa 7 milioni di persone vivono ancora in aree a rischio malaria, principalmente in zone montuose, remote e di confine.

Principali focolai nel 2024

I focolai più significativi si sono concentrati in:
– Provincia di Khanh Hoa: 94 casi, pari al 66,7% del totale.
– Provincia di Nghe An: 8 casi.
– Provincia di Ha Tinh: 7 casi.
– Altre province del Centro e degli Altopiani Centrali, come Binh Phuoc, Dak Lak, Dak Nong, Gia Lai e Kon Tum.
Questi i dati ufficiali di coloro che si sono recati nelle strutture pubbliche principali. La maggior parte si rivolge ai medici ed alla medicina tradizionale e i casi non vengono denunciati.
Sulla base delle informazioni più recenti, le aree a maggior rischio di malaria in Vietnam nel 2024 sono:
Regioni ad alto rischio
– Province centrali: Dak Lak, Dak Nong, Gia Lai e Kon Tum
– Provincia di Binh Phuoc
– Parti occidentali delle province costiere di:
– Quang Tri
– Quang Nam
– Ninh Thuan
– Khanh Hoa
Altre aree a rischio
– Zone rurali e forestali in tutto il paese, specialmente sotto i 1.500 m di altitudine e al di sotto del 18° parallelo nord
– Provincia di Khanh Hoa: Un focolaio significativo di Plasmodium malariae è stato riportato nel distretto di Khanh Vinh nel 2023-2024
– Province meridionali di Tay Ninh e Lam Dong
– Aree montuose del nord come Sapa, Lao Cai, Son La e Dien Bien Phu
– Isola di Phu Quoc
Aree a basso rischio o senza rischio
– Delta del Fiume Rosso
– Delta del Mekong
– Grandi centri urbani come Hanoi, Ho Chi Minh City, Da Nang, Nha Trang, Qui Nhon e Haiphong

È importante notare che il rischio di malaria può variare stagionalmente, con picchi durante la stagione delle piogge (aprile-novembre).
I viaggiatori è bene che consultino un centro medico specializzato in medicina dei viaggi prima della partenza per ricevere consigli personalizzati sulla eventuale profilassi antimalarica e sulle misure preventive da adottare.
Previsioni per il 2025
Periodo di maggior rischio per la trasmissione della malaria in Vietnam è:
– Durante la stagione delle piogge, da aprile a novembre.
– Con picchi di trasmissione in maggio-giugno e ottobre-novembre.
Zone a maggior rischio
– Zone forestali e montagnose delle province centrali e meridionali.
– Regioni di confine con Laos e Cambogia.
– Altopiani Centrali, in particolare le province di Dak Lak, Dak Nong, Gia Lai, Kon Tum e Binh Phuoc.
– Parti occidentali delle province costiere di Khanh Hoa, Ninh Thuan, Quang Nam e Quang Tri.
In conclusione, mentre il Vietnam ha fatto progressi significativi verso l’eliminazione della malaria, alcune aree rimangono a rischio, richiedendo sforzi continui di prevenzione e controllo, soprattutto durante la stagione delle piogge e nelle regioni forestali e montagnose del centro e del sud del paese.

 

 PROFILASSI

Doxiciclina 100 mg (BASSADO – MIRACLIN senza lattosio), è un ottimo farmaco, che personalmente considero di prima scelta per soggiorni in aree turistiche sicure che in viaggi avventurosi, durante trekking e in caso di utilizzo di tende o residenze poco controllate. Farmaco per soggiorni in residenze protette o aree di lieve rischio, ma anche per soggiorni in aree a rischio elevato. Devi sapere che la “doxiciclina 100 mg” è un farmaco di prima scelta non solo per la “prevenzione della infezione malarica” ma anche per la “prevenzione e la cura delle infezioni batteriche intestinali e cutanee” e verso le “infezioni causate da punture di zecca – il temibile tifo esantematico”.
Per le sue caratteristiche il farmaco è molto versatile, può essere infatti assunto per soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo, cioè per molti mesi. Ti ricordo a questo proposito che farmaci a base di tetracicline, compresa la doxiciclina, vengono assunti per mesi e mesi, anche oltre un anno, dai ragazzi affetti da acne, cioè infezioni sul volto o tronco. Un farmaco sicuro, efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricordiamo che alle dosi di profilassi, 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazione ai raggi solari, sono praticamente ridotti al minimo. L’effetto è ponderale ossia direttamente legato al quantitativo di sostanza presente nel farmaco. In ogni caso ricorda sempre l’uso di creme solari protettive. Il farmaco è a basso costo e non è utilizzabile al di sotto dei 10 anni. In gravidanza l’assunzione di doxiciclina 100 mg è possibile nelle primissime settimane di gravidanza, prima della 16ª settimana, difatti da studi e pratica clinica non sembra comportare rischi per il feto. Resta valida la regola che è importante consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi farmaco durante la gravidanza per valutare i potenziali rischi e benefici.

Il farmaco è da evitare in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. In profilassi per la malaria si assume tutti i giorni, durante il pranzo con un grosso bicchiere di acqua, dal momento della entrata in area a rischio, durante il soggiorno e per una settimana dalla uscita dall’area di rischio malarico. (anche se l’emivita del è breve l’evidenza ci indica in una settimana il mantenimento della assunzione del farmaco).

Atovaquone-Proguanile (MALARONE), farmaco sul mercato da oltre 20 anni. Farmaco fino a qualche anno fa di prima scelta sia in profilassi che in terapia, è stato abbandonato nella pratica clinica, perché sempre meno efficace. In terapia oramai da anni è sostituito dai composti a base di Artemisia Annua. Come non funziona più per la cura della malaria il farmaco è sempre meno efficace anche nella profilassi. Difatti negli ultimi anni è sempre più diminuita l’efficacia nei confronti della malaria, seguendo in parte la sorte delle forme resistenti alla clorochina. Sono state descritte da diversi anni forme di resistenza a cominciare dall’oriente, dai paesi del triangolo d’oro (Thailandia, Laos Myanmar) e poi diffusasi in Africa ed anche nelle Americhe. Il farmaco è ancora utile ed efficace nell’ utilizzo pediatrico. Era utilizzato per periodi non superiori ai 30 giorni, ma utilizzabile fino a 60 giorni. Si assume una compressa tutti i giorni da 2/3 giorni prima di partire ad 1 settimana al rientro. Non è farmaco più da consigliare in queste aree se non nell’età pediatrica.

Meflochina (LARIAM 250), farmaco utilizzato da oltre 40 anni, un tempo efficace in terapia e profilassi, attualmente ha una efficacia molto bassa in profilassi e nulla in terapia. Non è più da utilizzare sia negli adulti che anche in età pediatrica. Anche per il LARIAM vale il ragionamento fatto per il MALARONE. La Meflochina è stata sospesa nella terapia per la malaria perché non più efficace. La forte resistenza è iniziata in estremo oriente per poi estendersi in tutto l’Oriente, il Medio Oriente, l’Africa ed in fine le Americhe. E’ stata dimostrata fin dall’inizio la sicurezza del farmaco nelle donne in gravidanza con le quali eventualmente può ancora essere utilizzato, per quella ancora scarsa efficacia, ma pur sempre presente.
Il farmaco era utilizzato in soggetti in buone condizioni di salute. Non era dautilizzare nei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Riferiti sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. Da evitare in modo assoluto in chi effettua immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Molto favorevole la modalità di assunzione che prevede una dose settimanale da una settimana prima di partire a 3/4 settimane al rientro. Ma l’esperienza pluriennale ci dice che il farmaco è fortemente inefficace vista l’elevata resistenza dei plasmodi, sviluppata da anni.
Dr. Paolo Meo – medico tropicalista – direttore Cesmet  

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

 

Malattie prevalenti sul territorio

  • Endemie

    MalariaIl rischio di malaria da Plasmodium falciparum, da P. vivax e da P. knowlesi esiste in tutte le aree rurali fatta eccezione per il delta del fiume Rosso, la pianura costiera a nord di Nha Trang e il delta del fiume Mekong. Il rischio maggiore esiste nelle due province più meridionali, Ca Mau e Bac Lieu.

    Dengue – Focolai di febbre dengue si verificano periodicamente nel Paese, in particolare nella parte meridionale (ad esempio nella città di Ho Chi Minh), nel delta del fiume Mekong, ma anche nella capitale e in altre zone situate a nord.

    Chikungunya – Il maggior numero di casi viene segnalato dalla provincia meridionale di Songkhla, seguita da Narathiwat, Pattani, Yala e Phuket.

    Encefalite giapponese – Focolai recenti sono stati segnalati dalla provincia settentrionale di Son La.

    MMPB – Casi di malattia mani piedi bocca si verificano regolarmente nel Paese.

    Diarrea del viaggiatore_ – daceppi ETEC (Enterotoxigenic E. coli).

    Colera Recenti focolai di colera sono stati riportati dalla capitale e dalle province di Ha Nam, Hai Duong, Hai Phong e Bac Ninh.

    Schistosomosi – Focolaio di Schistosoma japonicum nel delta del fiume Mekong.

Pillole di salute

  • Come evitare di ammalarsi

    Dai tempo al tuo organismo di ambientarsi al nuovo clima ed al nuovo ambiente. Prima del viaggio, se possibile, dedica alcune ore alla attività fisica, e abitua il tuo organismo ai nuovi ritmi durante il viaggio…leggi tutto

  • Chi deve vaccinarsi per la febbre gialla

    La vaccinazione contro la Febbre Gialla o Vaccino Antiamarillico, malattia virale acuta, che si trasmette tramite puntura di zanzara, è l’unica pratica preventiva che può essere richiesta obbligatoriamente dalle autorità sanitarie di un Paese per poter entrare attraverso i valichi di frontiera….

    leggi tutto

  • La malaria, attenzione….!

    E’ una malattia infettiva, acuta, spesso ma non sempre febbrile, talvolta caratterizzata da pochi sintomi ma sempre con presenza di grande stanchezza, può essere fortemente debilitante, provocando anemia talvolta grave e molto spesso alterazioni metaboliche ed organiche. Appena entrati nell’organismo i parassiti colonizzano le cellule del fegato che poi vengono via via distrutte creando zone di necrosi (morte cellulare) e di fibrosi puntiforme. Alla lunga il parassita malarico crea lesioni permanenti a livello epatico. (altro che medicine contro la malaria che fanno male al fegato!).
    Ricorda che la protezione dei farmaci utilizzati per la profilassi (prevenzione) è efficace e sicura. Gli eventuali effetti collaterali, raramente presenti, sono sicuramente meno dannosi, sul tuo organismo, rispetto alle conseguenze derivanti dalla malattia stessa. Tali effetti collaterali, sempre temporanei, possono dipendere da dosaggi non corretti o da intolleranze individuali. Devi temere l’azione distruttiva del parassita sul tuo organismo piuttosto che gli effetti collaterali,generalmente non pericolosi dei farmaci antimalarici.
    Febbre, brividi, sudorazione, cefalea nucale, stanchezza ingravescente sono i sintomi più frequenti e caratteristici. Ma non sempre la malaria si presenta in modo così eclatante. Basta un malessere al rientro dal viaggio a far scattare l’attenzione.
    FAI SUBITO GLI ESAMI DI LABORATORIO PRESSO UN CENTRO SPECIALIZZATO. TI ASPETTIAMO AL CESMET PER ESCLUDERE CON UNA VISITA E CON ESAMI MIRATI CHE I TUOI SINTOMI PROVENGANO DA UN ATTACCO MALARICO.

    CHIAMA IL CENTRO CLINICO E DIAGNOSTICO TROPICALE 06 39030481

  • Zanzare & co. – Come proteggersi

    • le zanzare che trasmettono malattie diverse dalla malaria sono attive durante il giorno ed ovunque vi sia una raccolta di acqua dolce: indossare abiti di colore chiaro, lunghi e con maniche larghe, pantaloni lunghi e larghi, di colore chiaro, magliette o camicie con maniche lunghe e larghe e di colore chiaro da infilare nella cintura dei pantaloni….

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  • Nuotare con precauzione

    Per prevenire l’eventuale trasmissione di malattie infettive, è opportuno nuotare esclusivamente in piscine con acqua clorata. L’acqua del mare è sicura.
    Fare il bagno in acque contaminate può essere pericoloso per la pelle, gli occhi, le orecchie, le mucose della bocca, specialmente se…

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  • In valigia

    Montagna o mare, safari e avventura o vacanza di tutto riposo, caldo o freddo: devi preparare il tuo bagaglio con cura, attenzione, senza esagerare e soprattutto prevedendo ……l’imprevedibile. Abbigliamento appropriato al clima e non dimenticando mai una piccola farmacia da viaggio.

  • Al rientro a casa

    Quando rientri da un viaggio ricorda di prenderti una pausa di un tempo sufficiente per riadattare il tuo organismo al tuo ambiente ed ai tuoi ritmi di vita. Stanchezza, malessere, senso di vuoto, scarsa capacità alla concentrazione….

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Informazioni generali

Capitale: Hanoi

Lingua: Vietnamese (official), English (increasingly favored as a second language), some French, Chinese, and Khmer; mountain area languages (Mon-Khmer and Malayo-Polynesian)

Moneta: dong

Fuso orario: GMT+7

Storia,Economia,Cultura:   CIA,        /www.britannica.com ; 

 

Sicurezza: www.viaggiaresicuri.it www.dovesiamonelmondo.it

Vietnam – Scheda Paese Leggi tutto »

West Nile nel Lazio: l’allarme che riaccende i fantasmi del passato nell’Agro Pontino

Puoi ascoltare il podcast di questo articolo su YouTube
e qui puoi ascoltare il podcast con la storia di questo virus

 

West Nile nel Lazio: l’allarme che riaccende i fantasmi del passato nell’Agro Pontino

West Nile Virus nel Lazio: un allarme che riaccende i fantasmi del passato nell’Agro Pontino estendendosi anche nel territorio di Anzio
Un ritorno di ricordi antichi, paure ataviche di malattie ormai passate, ma le zanzare continuano a mietere le loro vittime.

(Presso il POLO CESMET-ARTEMISIA è possibile richiedere indagini di laboratorio sierologiche ed anche la ricerca diretta del Virus in PCR. Le risposte verranno fornite con una valutazione anche clinica della persona dal dr. Paolo Meo)

I fatti riguardanti una epidemia insolita.
Il 20 luglio 2025 il virus di West Nile ha ucciso una anziana signora di 82 anni, residente a Nerola; ricoverata in rianimazione nell’ospedale San Giovanni di Dio a Fondi. Per giorni ha mostrato sintomi simil influenzali, poi un aggravamento con vomito e diarrea sempre più forti, fino a sintomi neurologici, il coma e l’exitus. Tutto questo a causa di una puntura di una zanzara infettata con il virus West Nile; una zanzara del genere Culex che aveva punto, alcuni giorni prima un uccello da passo, infettato dal virus letale. Sembrava un caso isolato, uno di quei casi che da alcuni anni si presentano in questi mesi in diverse regioni italiane, e invece si è dimostrato l’inizio di un’epidemia che continua a diffondere a sud verso la Campania, e a nord verso la Capitale . La provincia di Latina è in una situazione di allerta e di emergenza. L’epidemia sembra espandersi anche più a nord arrivando a lambire il territorio di Anzio.

Dati ufficiali e dubbi sugli eventi
Dati ufficiali segnalano al 24 luglio 2025 in Italia 32 casi umani di infezione da West Nile Virus, di cui ben 21 cioè due terzi del totale nazionale, si sono manifestati in diversi comuni pontini, nei dintorni di Latina. Di questi 21 casi di WNV, 15 hanno manifestato sintomi gravi, potenzialmente letali, con caratteristiche neuro-invasive, ovvero con forme di meningo-encefaliti, ovvero le forme che attaccano il cervello e il midollo spinale. Ma cosa succede nell’Agro Pontino. Una epidemia così grave e con casi così concentrati non si era mai vista, e molti esperti si chiedono l’origine di questi accadimenti.

Ma anche più a sud in Campania la situazione non è semplice, da un giorno all’altro sono comparsi casi di WNV così diagnosticati:
• Otto casi confermati di infezione da West Nile virus al 23 luglio 2025.
• Quattro di questi pazienti si trovano in condizioni gravi e sono ricoverati in terapia intensiva negli ospedali Moscati di Aversa e Cotugno di Napoli.
• Tutti i casi sono definiti autoctoni, cioè il contagio è avvenuto nelle località di insorgenza e non per via di viaggi all’estero.

Le aree ed i comuni più colpiti dalla diffusione del virus
Baia Domizia                                                          Caserta                            Area umida, frequentata anche da vacanzieri
Foce del fiume Sele                                              Salerno                            Zone di sosta di uccelli migratori
Zona di Persano                                                    Salerno                             Riscontrati casi tra animali e nell’uomo
Cellole, Sessa Aurunca, Orta di Atella       Caserta                             Interventi di disinfestazione straordinaria in corso

Quali le caratteristi dei pazienti esposti al virus:
• Prevalentemente anziani o soggetti immunodepressi.
• Sintomi frequentemente segnalati: febbre alta, malessere, dolori muscolari, in alcuni casi encefalite o encefalo mielite (infiammazione cerebrale).
• Baia Domizia la località maggiormente esposta alla diffusione del fenomeno nei giorni precedenti al manifestarsi dei sintomi.

Ricordi di situazioni passate suscitano Il ritorno di un incubo antico
Per secoli nell’agro pontino ha regnato l’Anopheles, portatrice di una malaria endemica e permanente che ancora suscita ricordi di morte. Le bonifiche avevano illuso la scomparsa di ogni malattia, nel Lazio meridionale. L’Agro Pontino, pianura che si estende tra Roma e il Circeo, resa fertile da una bonifica durata anni, che ha portato benessere e lavoro con una battaglia contro le zanzare.
Per generazioni, quelle che oggi chiamiamo dolcemente “Paludi Pontine” erano conosciute con nomi quali: Pantano d’Inferno, Pantano della Morte, la Femmina Morta, Caronte, Piscina della Tomba. Nomi che raccontavano di una vasta terra, dove le malattie arrivavano puntualmente ogni estate con il ronzio delle zanzare anofele cariche di plasmodio malarico.
La Grande Bonifica degli anni ’30 aveva rappresentato una vittoria dell’uomo sulla natura: 18 grandi idrovore, 16.165 chilometri di canali, 1.360 chilometri di strade, 3.040 case coloniche. Negli anni trenta, durante il ventennio, le bonifiche del territorio a sud di Roma avevano sconfitto la temibile malaria e dato al Lazio una delle aree agricole più produttive d’Italia, da paludi mefitiche. Ma quella stessa bonifica, necessaria ed utile allora ha creato le condizioni per l’epidemia di oggi. Dice un esperto epidemiologo che “La bonifica ha creato una vasta e intricata rete di corsi d’acqua artificiali: canali di medie, piccole e piccolissime dimensioni, canali di irrigazione e fossi di scolo stradali che attraversano l’intera regione”. In questi canali l’acqua scorre lentamente, forma stagni ed acque ferme, causando siti di riproduzione larvale per la zanzara Culex pipiens. La stessa opera idraulica che ha sradicato la malaria trasmessa dalle zanzare un secolo fa ha creato l’habitat perfetto per la diffusione di un virus letale nel XXI secolo.

Un virus dal passato remoto
Il West Nile Virus è una vecchia conoscenza, identificato per la prima volta nel 1937 nel distretto del Nilo Occidentale dell’Uganda, territori umidi, pieni di zanzare, portatrici di arbovirus, la maggior parte neurotropici. WNV appartiene alla famiglia dei Flaviviridae, la stessa famigli di cui fanno parte i virus della Dengue, di Zika, della Febbre Gialla e Chikungunjia. Il virus è stato rilevato per la prima volta in Italia nel 1998, nei cavalli in Toscana, segnando l’inizio del suo insediamento nell’ecosistema del nostro paese. Da allora molte volte il virus si è manifestato nell’uomo e negli equini, ma ciò che accade quest’anno nel Lazio è diverso da sempre. I bollettini dell’Istituto Superiore di Sanità dipingono un quadro allarmante: l’inizio della stagione 2025 è stato caratterizzato da assenza di casi umani e rari casi equini, una vera calma ingannevole che, nella seconda metà di luglio, è esplosa con l’epidemia laziale. L’evoluzione drammatica della epidemia si nota confrontando il primo bollettino dell’ISS, aggiornato al 16 luglio, che riportava solo 5 casi umani in tutta Italia, con il bollettino del 24 luglio in cui i casi erano già saliti a 32, la stragrande maggioranza dei casi concentrata nella provincia di Latina. Questa rapida accelerazione ha evidenziato un potenziale esplosivo del virus, diffuso da una crescita incontrollata di zanzare Culex pipiens, accelerate da un insolito caldo ed umidità dei mesi di giugno e luglio. Questo ha portato ad una difficoltà di prevedere con precisione i tempi e la localizzazione dei principali focolai.
E se pensiamo che i casi evidenti di malati rappresentano la punta di un iceberg di ben oltre un 80% di persone nelle quali il virus ha diffuso in modo asintomatico e continua a diffondere, ci rendiamo conto della dimensione del fenomeno, di cui è difficile capirne l’estensione e la durata nel tempo.

La distribuzione regionale del contagio
I dati ufficiali dell’ISS al 23 luglio 2025 rivelano una distribuzione geografica che conferma l’eccezionalità del caso laziale:
• Lazio (Provincia di Latina): 21 casi totali, di cui 15 neuro-invasivi, 4 febbrili, 1 decesso;
• Campania: 10 casi neuro-invasivi, diversi in rianimazione;
• Veneto: 4+ casi (2 neuro-invasivi, 2+ febbrili, 1 asintomatico);
• Piemonte: 2 casi neuro-invasivi, 1 decesso;
• Emilia-Romagna: 1 caso neuro-invasivo;

Questi numeri dimostrano che, sebbene diverse regioni stiano affrontando il virus, in Campania e nel Lazio l’epidemia è particolarmente grave e la situazione nell’Agro Pontino è eccezionale per portata e gravità. Come già detto, ma vale la pena ripeterlo, il virus di west Nile non è più una novità in Italia, si presenta come malattia endemica, che ogni anno si ripresenta con intensità variabile, ma quello che non ha precedenti è la concentrazione e la gravità di casi nella provincia di Latina.

I comuni nella morsa del virus
L’epidemia continua a colpire diversi comuni dell’Agro Pontino. Tra questi i territori di Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia. Questi comuni sono accomunati dalla presenza della rete di canali artificiali creata dalla bonifica e da un’economia fortemente legata all’agricoltura e all’allevamento. Tutto questo condiziona la presenza di zanzare della specie di Culex pipiens.

La situazione clinica dei pazienti dimostra che questa epidemia ha mostrato tutta la sua aggressività. Oltre alla anziana signora di Fondi deceduta attualmente 10 pazienti risultano ricoverati in reparti ordinari, 2 sono stati dimessi, in cura presso il proprio domicilio e 4 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva. Questo quadro testimonia la gravità di un’infezione che nel 15% dei casi si manifesta nella forma neuro-invasiva, un dato molto superiore alla media nazionale. Difatti fino ad ora i casi gravi neuro invasivi rappresentano lo 0,1% dei casi totali. Nel Lazio la situazione è stata ben diversa.
Il ruolo delle sentinelle equine
I cavalli si comportano come “animali sentinella”. Come gli esseri umani, gli equini sono molto suscettibili all’infezione e possono sviluppare gravi malattie neurologiche. Si comportano come ospiti “a fondo cieco” senza possibilità di trasmettere il virus. Stesso evento che accade per l’uomo. Il loro valore per la salute pubblica risiede nella loro capacità di indicatori precoci. Difatti un’epidemia con sintomi neurologici nei cavalli è il primo segno della circolazione dell’ West Nile Virus in un territorio specifico.
E’ stata diffusa la notizia della morte di un cavallo, probabilmente due nella regione dell’Agro Pontino, e questo ha confermato l’alto livello di attività virale nell’area. L’impatto del virus sui cavalli può essere particolarmente grave. E’ causa di encefalomielite con tremori muscolari, debolezza, mancanza di coordinazione, e nei casi gravi, convulsioni e morte dell’animale. Il tasso di mortalità per i cavalli che sviluppano segni clinici è tragicamente alto, stimato al 30-40%, non paragonabile a quello umano.
Non esiste un vaccino disponibile per l’uomo ma per i cavalli ci sono diversi vaccini sicuri ed efficaci in Europa. La popolazione equina può essere protetta proattivamente, mentre la popolazione umana deve fare affidamento interamente su misure difensive di controllo dei vettori e protezione personale.

La risposta del sistema “One Health” in Italia, una scelta pratica ed efficace
L’Italia ha adottato un approccio “One Health” all’epidemia. Questo sistema riconosce l’interconnessione tra “salute umana, animale e ambientale”. Questo approccio è descritto bene nel “Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025”, che coordina una rete di sorveglianza completa con tre pilastri interconnessi.
(1) La sorveglianza entomologica comporta la cattura sistematica di zanzare da maggio a ottobre. Le “Culex pipiens” vengono testate in pool per rilevare la presenza del virus.
(2) La sorveglianza veterinaria monitora gli ospiti serbatoio – uccelli selvatici da passo, gazze e cornacchie, la vera causa della diffusione del virus, sia gli animali sentinella come i cavalli.
(3) La sorveglianza umana include il monitoraggio clinico dei casi e lo screening dei donatori asintomatici di sangue e organi nelle aree a rischio.
La vera forza di questo sistema integrato risiede nella sua capacità proattiva. Difatti il rilevamento del West Nile Virus in un singolo pool di zanzare o in un uccello selvatico è l’indicazione per attivare interventi di sanità pubblica immediati. Il Centro Nazionale Sangue ha imposto screening rafforzati in diverse province già a giugno, ben prima che scoppiasse la grande epidemia umana nel Lazio.

La risposta locale all’emergenza
A livello regionale, il Lazio ha convocato una cabina di regia il 17 luglio, coordinando una risposta mirata che include disinfestazioni nelle aree ad alto rischio, campagne di informazione pubblica e formazione per medici e veterinari. I sindaci dei comuni colpiti hanno emesso ordinanze che obbligano i cittadini, condomini e imprese ad agire eliminando tutte le fonti di acqua stagnante, manutenendo gli spazi verdi privati, trattando con larvicidi i tombini ed una corretta gestione delle piscine.
Il 23 luglio si è svolta una riunione in videoconferenza promossa dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Latina, alla quale hanno partecipato 24 comuni, amministratori locali, la Provincia, il Consorzio di bonifica dell’Agro Pontino e l’Istituto Zooprofilattico. L’obiettivo era affrontare in maniera sinergica la tematica del contrasto alle arbovirosi, sottolineando l’importanza della lotta larvicida e della bonifica ambientale.

Il profilo clinico di un’infezione insidiosa
Il West Nile Virus nella maggior parte dei casi passa inosservato. Circa l’80% delle infezioni sono asintomatiche e viene mosso il proprio sistema immunitario. Circa il 20% delle infezioni sviluppano una malattia lieve, simile all’influenza, con sintomi che includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, vomito e talvolta un’eruzione cutanea o linfonodi ingrossati. Ma è in meno dell’1% di tutte le infezioni che il virus mostra il suo volto più aggressivo coinvolgendo il sistema nervoso e causando condizioni gravi come meningite o meningo encefalite. I sintomi “d’allarme” di queste forme virali sono febbre alta, forte mal di testa, torcicollo, disorientamento o confusione, tremori o convulsioni, debolezza muscolare o paralisi improvvisa. La malattia neuroinvasiva, piuttosto rara comprende un ampio spettro di deficit neurologici, alcuni dei quali possono persistere per anni. Nei casi più gravi, il virus può causare un’encefalite con una mortalità che varia dal 10% al 20% nei pazienti con coinvolgimento neurologico. È questo aspetto che rende l’epidemia laziale particolarmente preoccupante: con 15 casi neuro-invasivi su 21 infezioni confermate, si registra una proporzione allarmante di forme gravi.

La genetica virale dietro l’epidemia
La gravità di questa epidemia del Lazio potrebbe trovare una spiegazione nella genetica del virus stesso. Il West Nile Virus esiste in diverse linee genetiche distinte, e in Italia circolano principalmente il Lignaggio 1 (L1) e il Lignaggio 2 (L2). Entrambi i lignaggi sono ora noti per co-circolare in Italia, un fatto confermato dalla sorveglianza veterinaria ed entomologica nel 2025.
La stagione 2021-2022 ha visto una significativa riemergenza del Lignaggio 1, dopo diversi anni di circolazione relativamente bassa. Questa recrudescenza è stata associata a un aumentato rischio di grave malattia neuro-invasiva. La proporzione allarmante di casi neurologici gravi nel Lazio quest’anno solleva la questione critica se sia in gioco un ceppo particolarmente virulento.
E’ possibile che nel Lazio il ceppo L1 sia effettivamente responsabile dell’impatto devastante che si sta osservando sul campo. La risposta verrà fornita dal sequenziamento genomico dei campioni virali prelevati dai pazienti

Le variazioni climatiche all’origine del fenomeno
Le recenti ondate di calore, l’aumento della umidità, piogge forti ed improvvise, sono segni caratteristici di un clima che cambia, velocizzano il ciclo di vita della zanzara, la replicazione del virus all’interno del vettore e la sua virulentizzazione. Questo clima riduce il tempo necessario perché una zanzara diventi infettiva e amplifica il tasso di trasmissione.
Gli studi scientifici confermano una positiva e forte associazione della trasmissione del West Nile Virus con la temperatura e l’uso agricolo del suolo. L’Emilia-Romagna, una delle regioni tradizionalmente più colpite, ha registrato nel 2023 densità di Culex pipiens ben al di sopra della media degli ultimi 5 anni tra giugno e la prima metà di luglio, proprio nelle aree colpite dall’evento alluvionale di maggio con vasti ristagni di acqua.

La popolazione a rischio
Il virus colpisce i soggetti più vulnerabili ovvero gli anziani e gli individui con sistemi immunitari compromessi o condizioni di salute preesistenti. Questi individui sono a maggior rischio di sviluppare gravi complicazioni neurologiche. La morte della donna di 82 anni a Fondi è una tragica testimonianza di questo fatto.
L’età mediana dei casi confermati nel Lazio è di 72 anni, con un range che va dai 63 agli 86 anni. il sesso maschile è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia neuroinvasiva, secondo le statistiche epidemiologiche.

La Culex pipiens: il vettore perfetto
Al centro di questa epidemia c’è la Culex pipiens, conosciuta come “zanzara comune”, che si è confermata essere la specie di zanzara maggiormente coinvolta nella circolazione del virus West Nile in Italia. Uno studio di sorveglianza entomologica che ha analizzato circa 99.000 zanzare ha dimostrato che il 97,6% dei pool positivi per West Nile Virus erano costituiti da Culex pipiens.
Questa zanzara punge sia gli uccelli, infettandosi con il virus, sia i mammiferi, ai quali può poi trasmetterlo. È attiva prevalentemente di sera e di notte, emette il caratteristico ronzio quando si avvicina per pungere, ed è attirata dall’anidride carbonica che emettiamo respirando.
I focolai larvali della Culex pipiens si ritrovano nelle raccolte d’acqua dolce sia permanenti che temporanee, con forte carico organico: acquitrini, canali di irrigazione, fossi di scolo, caditoie stradali. In tutte le zone climatiche in cui è presente, questa zanzara risulta in stretta associazione con l’uomo e gli ambienti umani, caratteristica che la rende particolarmente pericolosa in aree densamente abitate come l’Agro Pontino.

La prevenzione: l’unica arma disponibile
Non esistono vaccini, non esistono farmaci antivirali specifici per il trattamento del West Nile Virus nell’uomo e quindi l’unica cura è la prevenzione volta a ridurre il rischio di punture. Quindi questa è rappresenta l’arma più efficace per evitare focolai epidemici. Le raccomandazioni ufficiali includono l’uso di repellenti cutanei, indossare abiti di colore chiaro con maniche lunghe e pantaloni lunghi nelle ore di massima attività della zanzara (alba e tramonto), e utilizzare insetticidi approvati per uso domestico.
Ma il contributo più importante di ciascuno di noi sta nell’eliminare i luoghi di riproduzione delle zanzare sulla propria proprietà. Un singolo tappo di bottiglia pieno d’acqua è sufficiente perché una zanzara deponga le uova. Occorre eliminare l’acqua stagnante svuotando regolarmente ogni 4-5 giorni qualsiasi oggetto che possa raccogliere acqua, coprire le riserve d’acqua, trattare gli scarichi con prodotti larvicidi biologici, e mantenere prati e siepi tagliati. Se cominciamo a casa nostra questa attività preventiva si abbasserà drasticamente la possibilità di epidemia.

Lezioni passate, presenti e future.
L’epidemia di West Nile Virus nel Lazio non è un evento casuale e anomalo, ma un’amplificazione abnorme ed anche prevedibile di una situazione endemica che si ripropone ad ogni estate. Il virus non è più un viaggiatore che giunge da lontano; è un microrganismo esistente sul territorio durante l’estate italiana che richiede una preparazione sostenuta e continua durante tutto l’anno.
La storia dell’Agro Pontino ci insegna che la relazione tra uomo e ambiente è complessa. La Grande Bonifica sconfisse la malaria ma ha anche creato le condizioni per una nuova malattia esotica veicolata dalle zanzare. Questo ci fa riflettere sul fatto che ogni intervento sul territorio deve essere valutato non solo per i suoi benefici immediati, ma anche per le sue implicazioni a lungo termine.
Il sistema di sorveglianza “One Health” affronta questa sfida ma il suo successo finale dipende dalla partecipazione attiva e informata di tutte le componenti della società La battaglia contro il West Nile non si combatte solo nei laboratori ad alta tecnologia o nelle unità di terapia intensiva degli ospedali, ma si vince o si perde nei cortili, nei giardini e negli spazi comunitari condivisi.
Di fronte a questa minaccia persistente, l’arma più potente che possediamo è il semplice atto di eliminare l’acqua stagnante. La vigilanza, la responsabilità condivisa e un impegno per la prevenzione attiva sono le nostre migliori e uniche difese contro la puntura silenziosa della zanzara che, come cent’anni fa, continua a portare malattia e morte nelle terre che un tempo erano paludi.

Il POLO VIAGGI CESMET -ARTEMISIA una struttura specialistica a disposizione per informazioni e pratiche preventive, vaccinali e cliniche. La diagnostica per la ricerca del virus. ( ricerca di anticorpi e ricerca del virus in PCR)

In un mondo sempre più interconnesso sia in viaggio che nei propri territori l’informazione e le pratiche preventive diventano una priorità. Artemisia Lab e Cesmet, consapevoli delle esigenze sanitarie dei viaggiatori, ma anche dei residenti in aree a rischi malattie infettive, anche per affiancare il lavoro incessante delle autorità sanitarie e dei centri di eccellenza pubblici, riconoscendo l’importanza della prevenzione, mette a disposizione la struttura del Polo Viaggi per Consulenze, pratiche preventive e profilassi vaccinale anche su malattie tropicali presso il centro POLO VIAGGI Artemisia Lab Alessandria (Roma, via Piave 76), per una valutazione specialistica personalizzata e per la profilassi vaccinale necessaria o opportuna. Il Polo rappresenta una realtà nel panorama sanitario italiano, autorizzato dal Ministero della Salute, e si distingue per l’alta qualità dei servizi offerti, con particolare attenzione alle vaccinazioni tropicali. Grazie a un team di esperti in medicina tropicale, coordinato dal Dr. Paolo Meo, ogni paziente riceve un percorso di prevenzione su misura, basato sulle caratteristiche personali e sulla destinazione del viaggio. In risposta alle nuove sfide sanitarie globali, il Polo è prontamente attivo per offrire informazioni, consulenze, test specifici, profilassi e cure personalizzate, confermando la sua capacità di anticipare le esigenze di sicurezza sanitaria.
Presso il POLO è possibile richiedere indagini sierologiche ed anche la ricerca diretta del Virus in PCR. Le risposte verranno fornite con una valutazione anche clinica della persona


Redazione dr. Paolo Meo                                                                                       

West Nile nel Lazio: l’allarme che riaccende i fantasmi del passato nell’Agro Pontino Leggi tutto »

Repubblica Dominicana – Scheda Paese – Alert, epidemie, malattie

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Aprile 2025
Casi recenti di colera

Negli ultimi 6 mesi la Repubblica Dominicana ha registrato oltre 200 casi di colera, secondo fonti locali e sanitarie. Molti di questi casi non sono ufficiali, ma la tendenza è in aumento, soprattutto a causa del peggioramento delle condizioni climatiche e dei flussi migratori da Haiti. I focolai sono diffusi a macchia di leopardo sul territorio, con particolare incidenza nelle aree urbane più vulnerabili e durante la stagione delle piogge. Al momento, non si segnalano decessi recenti legati al colera nel paese.

Casi di dengue dall’inizio dell’anno

Nel 2025, la situazione della dengue è migliorata rispetto all’anno precedente: fino a maggio sono stati segnalati 83 casi ufficiali, un drastico calo rispetto agli 818 casi nello stesso periodo del 2024. Ma attenzione ai tanti casi nella popolazione locale non segnalati e denunciati. Il miglioramento è attribuito a una campagna intensiva di prevenzione e controllo dei vettori da parte delle autorità sanitarie dominicane. Nel 2024, invece, i casi erano stati circa 35.000, con tutti e quattro i sierotipi virali in circolazione e numerosi casi gravi.

Altri focolai epidemici

Oltre a colera e dengue, la Repubblica Dominicana registra ufficialmente i seguenti focolai di epidemia:

  • Malaria: Nel 2025 sono stati segnalati 184 casi, in netto calo rispetto all’anno precedente. Le zone più a rischio restano quelle di confine con Haiti e alcune province interne.

  • Leptospirosi: sempre presente ma a livelli minimi nel 2025. L’uso di doxiciclina in prevenzione per malaria e forme diarroiche previene e cura anche forme di leptospirosi

  • Altre virosi: Endemiche Zika e Chikungunya, ma senza segnalazioni di focolai rilevanti nel 2025.

  • Malattie prevenibili da vaccino (come polio, morbillo, rosolia, varicella): rimangono a livelli molto bassi grazie alle campagne vaccinali.

La situazione sanitaria mostra un miglioramento per dengue e malaria dovuto alla maggiore attenzione per l’ambiente e per le zanzare, e ad una modifica climatica. Rimane comunque l’attenzione per il viaggiatore internazionale. Il colera resta una minaccia soprattutto nelle aree più povere e durante la stagione delle piogge. Una prevenzione efficace, oltre al controllo degli alimenti e delle bevande è costituita dall’uso del vacciono orale per il colera (VAXCHORA o DUKORAL) da effettuare prima del viaggio. Il vaccino orale è molto utile anche e soprattutto per il controllo della diarrea da Escherichia Coli ed altri enterobatteri.  PER INFO CLICCA QUI

PRATICHE PREVENTIVE

È importante ed opportuno per i viaggiatori internazionali adottare precauzioni nei confronti delle punture di zanzare.
Le zanzare del tipo Aedes sono presenti nell’ambiente tutto il giorno, ma la loro attività si accentua soprattutto all’alba e al tramonto. E’ molto importante:       
(1) utilizzare vestiario che, quanto possibile, copra braccia e gambe;
(2) utilizzare zanzariere trattate sopra il prorpio letto e dormire in locali forniti di zanzariere o di aria condizionata;
(3) fare uso di repellenti per insetti, vettori dei virus in questione.

Tra i diversi repellenti sfficaci, molti di tipo chimico, OLIO DI NEEM -NOZETA, per esperienza diretta personale e di tanti viaggiatori, è particolarmente efficace come repellente, ma è anche molto efficace, dopo le punture, come lenitivo della infiammazione e irritazione provocata dalla puntura di zanzara. Un altra azione spiccata del NOZETA (NEEM) consiste nel proteggere da parassiti quali scabbia, pidocchi ed altri, ed anche dalle zecche che non amano questa essenza. (PER APPROFONDIRE CLICCA QUI)

VACCINAZIONE CONTRO LA DENGUE

Da oltre due anni è stato approvato in Europa ed in Italia il vaccino contro la DENGUE (QDENGA di TAKEDA) e dal mese di aprile 2023 in Italia, presso il Cesmet viene effettuato questo vaccino che ha dimostrato in tutte le classi di età somministrato una buona efficacia ed anche una sicurezza. Il vaccino, realizzato con i 4 tipi del virus dengue, vivo attenuato, realizza una ottima copertura immunologica fin dalla sua prima somministrazione. Dopo 3 mesi è prevista la seconda dose che aumenta l’efficacia e prolunga la copertura immunitaria a 3 anni, probabilmene fino a 5, e la cosa è ancora sotto studio.  (PER APPROFONDIRE SUL VACCINO CLICCA QUI)

 

 

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Botswana – Scheda Paese

Bandiera BotswanaMappa Botswana

Aggiornamento COVID-19

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Alert

Situazione della malaria in Botswana (aggiornamento maggio 2025)
Quadro generale
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla diminuzione dei rischi malaria nelle aree del nord del paese ed assenza al centro/sud, in particolare durante la stagione asciutta.
Nel 2025 si è registrato un significativo aumento dei casi di malaria in Botswana, in particolare a seguito di forti piogge che hanno favorito la proliferazione delle zanzare vettori della malattia. L’epidemia, partita dalla regione dell’Okavango, si è rapidamente estesa ad altri distretti e, in modo preoccupante, anche ad aree che storicamente erano considerate a basso rischio o non endemiche.
Stagionalità
• Settembre–maggio: rischio elevato di malaria, soprattutto nel nord e nelle zone centrali.
• Giugno–agosto: rischio moderato,
ma nel 2025 la situazione è peggiorata anche in questi mesi a causa delle piogge eccezionali.
In Sintesi
Nel 2025 la malaria in Botswana ha conosciuto una recrudescenza significativa, con casi diffusi anche in territori e città storicamente a basso rischio. Il nord (Okavango, Chobe) e le aree centrali rimangono le più colpite, ma la situazione attuale impone cautela e prevenzione in tutto il paese, incluse le principali città come Gaborone e Francistown.

 

Clima, meteo e salute

  • Previsioni Meteo
  • Clima: inverni caldi ed estati torride caratterizzano questo paese semiarido e subtropicale. Nei mesi estivi (da dicembre ad aprile) le temperature possono raggiungere durante il giorno i 38°C. La piovosità varia dai 635 mm delle regioni settentrionali ai 230 mm circa del Kalahari. Le precipitazioni sono concentrate prevalentemente nei mesi estivi, ma non è possibile farvi affidamento e il paese è soggetto a ricorrenti periodi di siccità.

Prevenzione e profilassi

Vaccinazioni obbligatorie

  • FEBBRE GIALLA se….

    Vaccinazione obbligatoria per coloro che provengono da un paese a rischio di trasmissione ed hanno più di 1 anno di età e per i viaggiatori che sono stati in transito in un aeroporto situato in un paese a rischio di trasmissione.

    Questo paese considera il certificato di vaccinazione per la Febbre Gialla valido per la vita (emendamento OMS 11.07.2016). Consigliamo comunque la verifica diretta prima di partire, considerando i continui cambiamenti nei regolamenti dei singoli paesi.

     

Vaccinazioni consigliate

  • EPATITE A

    per saperne di più….

  • EPATITE B

    per saperne di più….

  • FEBBRE TIFOIDE

    per saperne di più….

  • RABBIA

    Se si prevedono escursioni in zone extraurbane, dove può essere più facile il contatto con animali selvatici; in occasione di safari o battute di caccia, nonché per motivi professionali (veterinari, agronomi, ecc…).

    Vedi scheda vaccinazione

  • SINDROMI DIARROICHE E COLERIFORMI

    – La vaccinazione non è obbligatoria, ma va presa in considerazione a seconda del tipo di viaggio e di permanenza, ma soprattutto in base alla situazione epidemiologica del paese al momento del viaggio. La nuova formulazione “orale” del vaccino anticolera protegge ora anche dalle infezioni intestinali provocate da molti agenti enterotossici che provocano la “diarrea del viaggiatore”. Il vaccino è quindi consigliato per i viaggi in molti paesi del mondo.

  • TETANO

    per saperne di più…

  • VACCINAZIONI DI ROUTINE

    Assicurati di aver effettuato tutte le vaccinazioni previste dal Sistema Sanitario Nazionale. Queste prevedono: tetano, difterite, polio, pertosse, haemophilus B, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella.

Approfondimenti sulla malaria

  • CHE COSA E’

    La Malaria è una malattia infettiva, acuta, presente nel paese, molto legata agli’ ambienti umidi, piovosi, alle stagioni ed alle condizioni meteorologiche. Controlla prima di partire l’itinerario del tuo viaggio e le condizioni meteo delle aree dei tuoi soggiorni. Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla. E’ possibile prevenirla con una attenzione al vestiario che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, all’utilizzo di repellenti e all’utilizzo di adeguati farmaci per la profilassi, nelle stagioni di maggior rischio. Per approfondire leggi la scheda sulla malaria

  • NEL PAESE

    Situazione della malaria in Botswana (aggiornamento maggio 2025)

    Quadro generale
    Negli ultimi anni diminuzione rischi malaria al nord e assenza al centro/sud, in particolare nella stagione asciutta. Nel 2025 si è registrato un significativo aumento dei casi di malaria in Botswana, in particolare a seguito di forti piogge che hanno favorito la proliferazione delle zanzare vettori della malattia. L’epidemia, partita dalla regione dell’Okavango, si è rapidamente estesa ad altri distretti e, in modo preoccupante, anche ad aree che storicamente erano considerate a basso rischio o non endemiche.

    Distribuzione geografica e rischio per territori

    Area/Distretti Situazione malaria (2025) Rischio stagionale
    Nord (Okavango, Chobe, Ngamiland) Focolai attivi, rischio elevato tutto l’anno, accentuato dopo la stagione delle piogge. Coinvolte anche le cascate Vittoria e i parchi nazionali Chobe e Sibuyu Tutto l’anno, massimo da settembre/maggio
    Centrali (Boteti, Tutume, Ghanzi, Moremi, Makgadikgadi, Nxai Pan, Maun, Pits, Bobonong, Serowe Palapye, Mahalapye, Northeast/Francistown) Rischio elevato da novembre a maggio/giugno. Nel 2025 segnalati numerosi casi anche qui, con estensione dell’epidemia. Da novembre a maggio/giugno
    Sud (Kgalagadi Nord, Keneng Ovest/Sud, Kgatleng, Kweneng West, Southern, Tsabong, Gaborone) Rischio generalmente basso o assente, ma nel 2025 sono stati segnalati casi anche a Gaborone, Mahalapye e Serowe, città solitamente considerate a basso rischio o malaria-free. Rischio basso tutto l’anno, ma attenzione per il 2025

    Zone e città specifiche coinvolte (2025)

    • Okavango: origine dell’epidemia, rischio molto elevato.
    • Chobe, Ngami, Boteti, Tutume, Ghanzi: focolai attivi e rischio elevato.
    • Francistown, Mahalapye, Serowe, Gaborone: segnalati casi, anche se normalmente a basso rischio o malaria-free.
    • Maun, Moremi, Makgadikgadi Pans, Nxai Pan: rischio stagionale medio-alto.
    • Bobirwa, Northeast: rischio presente, soprattutto nei mesi delle piogge.


    Stagionalità

    • Settembre–maggio: rischio elevato di malaria, soprattutto nel nord e nelle zone centrali.
    • Giugno–agosto: rischio moderato, ma nel 2025 la situazione è peggiorata anche in questi mesi a causa delle piogge eccezionali.

    Profilassi e raccomandazioni

    • Profilassi antimalarica consigliata per tutte le aree a rischio, soprattutto nel nord e nelle zone centrali, ma nel 2025 raccomandata anche per soggiorni a Gaborone e in altre aree urbane normalmente a basso rischio.
    • Misure preventive contro le punture di zanzara sono imprescindibili ovunque nel paese.

    Sintesi
    Nel 2025 la malaria in Botswana ha conosciuto una recrudescenza significativa, con casi diffusi anche in territori e città storicamente a basso rischio. Il nord (Okavango, Chobe) e le aree centrali rimangono le più colpite, ma la situazione attuale impone cautela e prevenzione in tutto il paese, incluse le principali città come Gaborone e Francistown.

  • Map 3-19. Malaria in Botswana

    CDC – Yellow Book

  • PROFILASSI

    Doxiciclina, è un ottimo farmaco di scelta per i soggiorni sia in aree turistiche che in viaggi avventurosi, durante trekking e in caso di utilizzo di tende o residenze poco controllate. Farmaco per i soggiorni in residenze protette o aree di lieve rischio, sia per soggiorni a rischio elevato. Devi sapere che la “doxiciclina 100 mg”è un farmaco di scelta non solo per la prevenzione della infezione malarica ma anche per la prevenzione delle infezioni batteriche intestinali e cutanee e verso le infezioni causate da punture di zecca. Per le sue caratteristiche il farmaco è molto versatile, può essere infatti assunto per soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo,cioè per molti mesi. Ti ricordiamo che farmaci a base di tetracicline, compresa la doxiciclina, vengono assunti per oltre 1 anno da ragazzi che manifestano l’acne, cioè infezioni sul volto o tronco. Un farmaco sicuro, efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricordiamo che alle dosi di profilassi, 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazioni ai raggi solari, sono praticamente assenti. In ogni caso ricordiamo l’uso di creme solari. Farmaco di basso costo. Non è utilizzabile al di sotto dei 12 anni o in gravidanza, o in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. Si assume tutti i giorni, durante il pranzo, dalla entrata in area a rischio, per una settimana dalla uscita dall’area di rischio malarico.

    Atovaquone-Proguanile, farmaco sul mercato da quasi 20 anni possiede ancora una buona copertura antimalarica per le forme resistenti alla clorochina, anche se sono state descritte da diversi anni forme di resistenza e di scarsa efficacia. Utile per l’utilizzo pediatrico, Utilizzato per periodi non superiori ai 30 giorni, ma utilizzabile fino a 60 giorni. Si assume una compressa tutti i giorni da 2/3 giorni prima di partire ad 1 settimana al rientro.

    Meflochina, farmaco utilizzato da oltre 30 anni, Efficace in profilassi e in terapia. Efficace sia negli adulti che anche in età pediatrica. Efficacia e sicurezza dimostrata anche nelle donne in gravidanza. Utilizzabile in soggetti in buone condizioni di salute. Da non utilizzare nei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Riferiti sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. Da evitare in chi effettua immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Favorevole la modalità di assunzione che prevede una dose settimanale da una settimana prima di partire a 3/4 settimane al rientro.

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

Pillole di salute

  • Come evitare di ammalarsi

    Dai tempo al tuo organismo di ambientarsi al nuovo clima ed al nuovo ambiente. Prima del viaggio, se possibile, dedica alcune ore alla attività fisica, e abitua il tuo organismo ai nuovi ritmi durante il viaggio…leggi tutto

  • Chi deve vaccinarsi per la febbre gialla

    La vaccinazione contro la Febbre Gialla o Vaccino Antiamarillico, malattia virale acuta, che si trasmette tramite puntura di zanzara, è l’unica pratica preventiva che può essere richiesta obbligatoriamente dalle autorità sanitarie di un Paese per poter entrare attraverso i valichi di frontiera….

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  • La malaria, attenzione….!

    La malaria, attenzione…!
    E’ una malattia infettiva, acuta, spesso ma non sempre febbrile, talvolta caratterizzata da pochi sintomi ma sempre con presenza di grande stanchezza, può essere fortemente debilitante, provocando anemia talvolta grave e molto spesso alterazioni metaboliche ed organiche. Appena entrati nell’organismo i parassiti colonizzano le cellule del fegato che poi vengono via via distrutte creando zone di necrosi (morte cellulale) e di fibrosi puntiforme. Alla lunga il parassita malarico crea lesioni permanenti a livello epatico. (altro che medicine contro la malaria che fanno male al fegato!).
    Ricorda che la protezione dei farmaci utilizzati per la profilassi (prevenzione) è efficace e sicura. Gli eventuali effetti collaterali, raramente presenti, sono sicuramente meno dannosi, sul tuo organismo, rispetto alle conseguenze derivanti dalla malattia stessa. Tali effetti collaterali, sempre temporanei, possono dipendere da dosaggi non corretti o da intolleranze individuali. Devi temere l’azione distruttiva del parassita sul tuo organismo piuttosto che gli effetti collaterali,generalmente non pericolosi dei farmaci antimalarici.
    Febbre, brividi, sudorazione, cefalea nucale, stanchezza ingravescente sono i sintomi più frequenti e caratteristici. Ma non sempre la malaria si presenta in modo così eclatante. Basta un malessere al rientro dal viaggio a far scattare l’attenzione.
    FAI SUBITO GLI ESAMI DI LABORATORIO PRESSO UN CENTRO SPECIALIZZATO. TI ASPETTIAMO AL CESMET PER ESCLUDERE CON UNA VISITA E CON ESAMI MIRATI CHE I TUOI SINTOMI PROVENGANO DA UN ATTACCO MALARICO.

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  • Zanzare & co. – Come proteggersi

    • le zanzare che trasmettono malattie diverse dalla malaria sono attive durante il giorno ed ovunque vi sia una raccolta di acqua dolce: indossare abiti di colore chiaro, lunghi e con maniche larghe, pantaloni lunghi e larghi, di colore chiaro, magliette o camicie con maniche lunghe e larghe e di colore chiaro da infilare nella cintura dei pantaloni….

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  • Nuotare con precauzione

    Per prevenire l’eventuale trasmissione di malattie infettive, è opportuno nuotare esclusivamente in piscine con acqua clorata. L’acqua del mare è sicura.
    Fare il bagno in acque contaminate può essere pericoloso per la pelle, gli occhi, le orecchie, le mucose della bocca, specialmente se…

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  • In valigia

    Montagna o mare, safari e avventura o vacanza di tutto riposo, caldo o freddo: devi preparare il tuo bagaglio con cura, attenzione, senza esagerare e soprattutto prevedendo ……l’imprevedibile. Abbigliamento appropriato al clima e non dimenticando mai una piccola farmacia da viaggio.

  • Al rientro a casa

    Quando rientri da un viaggio ricorda di prenderti una pausa di un tempo sufficiente per riadattare il tuo organismo al tuo ambiente ed ai tuoi ritmi di vita. Stanchezza, malessere, senso di vuoto, scarsa capacità alla concentrazione….

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Informazioni generali

Capitale: Gaborone

Lingua:inglese (lingua ufficiale), tswana

Moneta: Pula Fuso orario: GMT+2

Storia,Economia,Cultura: http://www.britannica.com https://www.cia.gov

Sicurezza: www.viaggiaresicuri.it www.dovesiamonelmondo.it

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Prima del tuo viaggio informati. Prenota la tua consulenza.

Qui un video sull’importanza di informarsi in modo corretto

 

Informazioni e comportamenti da seguire da parte dei viaggiatori internazionali

Per viaggiare in modo sicuro e tranquillo, segui alcune procedure e consigli. Tutto ciò è importante per la tua salute e la tua serenità. Qui ci sono alcuni passaggi su cui riflettere:
1. Richiedi sempre una consulenza prima di partire e parla e domanda ad un esperto che conosca bene la realtà locale; CLICCA PER RICHIEDERE UNA CONSULENZA ONLINE
Una consulenza medica pre-viaggio con un esperto, come il Dr. Paolo Meo, che ha lavorato in tanti paesi per molti anni, è fondamentale per valutare i rischi e prevenire malattie potenzialmente pericolose. Parla con lui per ricevere informazioni su vaccinazioni, profilassi e prevenzione di malattie tropicali. Ma anche per capire come vivere in pieno il tuo viaggio;

2. Scegli ed acquista la tua Assicurazione Sanitaria viaggio

L’assicurazione sanitaria di viaggio è essenziale per proteggere la tua salute e il tuo budget in caso di necessità medica durante il viaggio. Scegli una copertura adeguata alle tue esigenze e al tuo itinerario;

3. Prepara una “piccola farmacia da viaggio”
Crea un kit di emergenza personalizzato, con farmaci, medicine e materiali necessari e indispensabili per affrontare piccoli problemi di salute, senza esagerare. Il Dr. Paolo Meo ti aiuterà a scegliere le medicine e i materiali giusti per il tuo viaggio.

4. Scegli qualche “integratore” o prodotto naturale utile per mantenerti in salute ed energia
mantenere una buona salute e un buon livello di energia durante il viaggio è importante. Il Dr. Paolo Meo potrà consigliarti su integratori o prodotti naturali utili per mantenere la tua forma fisica e la tua salute durante il viaggio.

5. Verificare se effettuare qualche vaccino o qualche prevenzione
Alcune malattie possono essere prevenute con la somministrazione di vaccini o di farmaci specifici. Il Dr. Paolo Meo valuterà la necessità di vaccinazioni e prevenzioni in base alla tua destinazione e al tuo stato di salute.

6. Prepara i documenti giusti
Per viaggiare in tranquillità, assicurazioni di disposizione di tutti i documenti necessari, come il passaporto, la carta d’identità e l’assicurazione sanitaria. Verifica le cadenze e la validità dei documenti prima del tuo viaggio.

7. Parti rilassato
Una volta seguiti tutti questi passaggi, potrai partire per il tuo viaggio con serenità e goderti l’esperienza senza preoccupazioni. Il Dr. Paolo Meo sarà a tua disposizione per qualsiasi domanda o consulenza.

Richiedi una consulenza al dr. Paolo Meo

Il Dr. Paolo Meo, specialista in Malattie infettive e tropicali, ti offre una consulenza completa e personalizzata, prendendo in considerazione le tue esigenze specifiche e la tua destinazione di viaggio. Ecco alcuni aspetti che verranno affrontati durante la consulenza:

Valutazione dei rischi
o Il Dr. Paolo Meo valuterà i rischi sanitari legati al tuo viaggio, tenendo conto della destinazione, della durata e delle condizioni igieniche locali. Questa analisi dettagliata ti consentirà di prendere decisioni consapevoli e prevenire eventuali problemi di salute.

o Vaccinazioni e prevenzioni
ti consiglierà sulle vaccinazioni necessarie per la tua destinazione di viaggio, verificando anche se sei già vaccinato o meno. Inoltre, ti prescriverà farmaci profilattici per la prevenzione di malattie tropicali, come la malaria, il colera o la febbre gialla.

o Igiene e sicurezza alimentare
Ti fornisce indicazioni per mantenere una buona igiene personale e per evitare malattie trasmesse da cibo e acqua. Consiglierà su come scegliere cibi sicuri e su come pulire e disinfettare alimenti e oggetti.

o Kit di emergenza
Ti aiuterà a creare un kit di emergenza personalizzato, contenente farmaci, medicinali e materiali utili per affrontare piccoli problemi di salute. Questo kit sarà essenziale durante il tuo viaggio e ti darà la tranquillità di poter affrontare piccole situazioni di emergenza.

In conclusione

la consulenza di viaggio con il Dr. Paolo Meo offre un servizio completo e personalizzato per i viaggiatori internazionali, garantendo un’esperienza di viaggio più serena e sicura. Non aspettare, richiedi la tua consulenza ora e goditi il tuo viaggio con tranquillità.

👉 Guarda il video e parti informato: la prevenzione è il primo passo per proteggere te e chi viaggia con te.

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Ecuador – Scheda paese

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alert

Ecuador – 02 – Alert sanitari

In Ecuador, sia la malaria che la febbre virale da dengue, ma anche la febbre gialla rappresentano rischi sanitari significativi nelle aree tropicali e amazzoniche. Mentre la malaria è concentrata principalmente sotto i 1.500 metri di altitudine, la dengue

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island in the middle of lake under blue and white skies

Ecuador – 03 -Clima, meteo e salute

Previsioni Meteo Clima dell’Ecuador: Un mosaico di microcosmi in trasformazioneL’Ecuador, stretto tra le correnti del Pacifico, le vette andine e l’Amazzonia, rappresenta un laboratorio climatico unico al mondo. Qui, dove l’equatore incontra la Cordigliera delle Ande, si gioca una

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Ecuador – 06 – Vaccinazioni

Vaccinazioni obbligatorie FEBBRE GIALLA SE…. Il certificato di vaccinazione contro la Febbre Gialla è richiesto ai viaggiatori di età superiore a un anno provenienti da Brasile, Rep. Dem. del Congo  e Uganda e da aree dove è presente il

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Ecuador – 09 – Popolazione e cultura

  Esplorare l’Ecuador significa immergersi in un viaggio avventuroso attraverso culture millenarie, paesaggi mozzafiato e tradizioni vivaci. Ogni regione racconta una storia unica, offrendo ai viaggiatori l’opportunità di scoprire un mondo ricco di colori, sapori e suoni indimenticabili. Le

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luggage, travel, sunlight

Ecuador – 13 – In valigia

Preparare il proprio bagaglio con attenzione è un passo fondamentale per garantire un viaggio sereno e senza intoppi. Prenditi il tempo necessario per riflettere sulle tue esigenze personali e su quelle della tua destinazione. Ricorda che ogni oggetto che

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blue and yellow concrete building

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Dengue in Brasile – Grave rischio

DENGUE IN BRASILE
L’epidemia di Dengue in Brasile nel 2025, sebbene stia mostrando ad oggi una incidenza inferiore rispetto al record del 2024, continua a rappresentare un grave rischio per gli abitanti ed i viaggiatori che si recano nel paese ed una sfida significativa per il sistema sanitario nazionale. La ricomparsa del sierotipo DENV-3 dopo 17 anni di scarsa circolazione costituisce un motivo di particolare preoccupazione,

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