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Malaria

Egitto, paese malaria-free

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha certificato l’Egitto come paese libero dalla malaria, un traguardo significativo per la salute pubblica di una nazione con oltre 100 milioni di abitanti. Questo successo è il risultato di quasi un secolo di sforzi da parte del governo e della popolazione egiziana per sconfiggere una malattia presente nel paese fin dall’antichità. L’Egitto è il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS a ricevere questa certificazione, dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco, e il primo dal 2010. Il paese ha dimostrato di aver interrotto la trasmissione locale della malaria per almeno tre anni consecutivi ed è in grado di prevenire la ricomparsa della malattia. La certificazione è un esempio di come la collaborazione internazionale, gli investimenti in sanità e la partecipazione della comunità possano portare all’eliminazione di malattie come la malaria.

Cosa significano le certificazioni di eliminazione della malaria per la salute pubblica globale?
Le certificazioni di eliminazione della malaria sono un’importante pietra miliare nella salute pubblica globale. Indicano che un paese ha interrotto con successo la trasmissione della malaria all’interno dei suoi confini.
Ciò significa che non ci sono più casi di malaria contratta localmente nel paese. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concede la certificazione quando un paese dimostra che la catena di trasmissione della malaria locale è stata interrotta per almeno tre anni consecutivi. Il paese deve anche dimostrare di avere la capacità di prevenire il ripristino della trasmissione.
L’eliminazione della malaria ha un impatto significativo sulla salute pubblica globale in diversi modi:
Riduce il carico di malattia e di morte: La malaria è una malattia mortale che uccide centinaia di migliaia di persone ogni anno. L’eliminazione della malattia salva vite umane e migliora la salute generale della popolazione.
Libera le risorse per altri problemi di salute: Il controllo e l’eliminazione della malaria richiedono notevoli risorse. Quando un paese elimina la malaria, queste risorse possono essere reindirizzate ad altre priorità sanitarie.
Promuove lo sviluppo economico: La malaria può avere un impatto devastante sull’economia di un paese. Riduce la produttività, scoraggia gli investimenti e ostacola il turismo. L’eliminazione della malaria può contribuire a promuovere lo sviluppo economico.
Ispira altri paesi: La certificazione di eliminazione della malaria è un’ispirazione per altri paesi che stanno lavorando per raggiungere lo stesso obiettivo. Dimostra che l’eliminazione è possibile e incoraggia gli sforzi continui.
L’esempio dell’Egitto, il terzo paese nella regione del Mediterraneo orientale dell’OMS ad essere certificato libero dalla malaria, evidenzia questi benefici.
Gli sforzi secolari dell’Egitto, tra cui il controllo dei vettori, la sorveglianza, il trattamento e la collaborazione transfrontaliera, hanno portato a questo risultato.
La certificazione dell’Egitto dimostra l’importanza degli investimenti sostenuti, di un solido sistema sanitario e del coinvolgimento della comunità nel raggiungimento dell’eliminazione della malaria.
Il successo dell’Egitto serve come modello per altri paesi, dimostrando che l’eliminazione della malaria è un obiettivo realizzabile con un impegno e una strategia adeguati.”

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Scheda malattia malaria

Introduzione e descrizione della malaria

 

 

 

Introduzione alla Malaria

La malaria, conosciuta anche come paludismo, è una malattia infettiva acuta causata da parassiti del genere “Plasmodium”. Questi parassiti sono protozoi che si sviluppano e riproducono nel corpo umano (serbatoio del parassita) e possono causare sintomi gravi. Ci sono in natura cinque principali tipi di “Plasmodium” che possono infettare gli esseri umani:

emazie parassitate da plasmodi
emazie parassitate da plasmodi

– “Plasmodium falciparum”: è il tipo più pericoloso e responsabile del maggior numero di decessi.
– “Plasmodium vivax”
– “Plasmodium malariae”
– “Plasmodium ovale”
– “Plasmodium knowlesi”: originariamente un parassita delle scimmie che ha la capacità di infettare anche gli esseri umani, soprattutto nel sud-est asiatico. Provoca la malaria nei macachi ma può anche contagiare gli esseri umani, sia naturalmente che artificialmente.

Il serbatoio primario del parassita è l’uomo infettato in maniera cronica.

Come si Trasmette la Malaria

La malaria si trasmette esclusivamente attraverso la puntura di zanzare femmine infette del genere *Anopheles*. È importante notare che queste zanzare non sono presenti in Italia e nella maggior parte dell’Europa, ma si possono trovare in alcune aree del bacino del Mediterraneo, come Grecia, Turchia, Egitto, Tunisia, Algeria e in alcune zone del Marocco. Le mutazioni del clima stanno creando situazioni che potrebbero favorire il riaccendersi di focolai di presenza di zanzara Anopheles anche sul territorio italiano.

La malaria è una delle malattie parassitarie più diffuse nel mondo, con una presenza significativa in Africa, America Centrale e del Sud, Asia e alcune zone dell’Oceania.

Ciclo di Vita del Parassita

Una volta nel corpo umano, i parassiti della malaria si moltiplicano nel fegato e, dopo un periodo di incubazione variabile, infettano i globuli rossi.

Sintomi della Malaria

I sintomi della malaria possono essere molto diversi e presentarsi contemporanenamente o singolarmente. I più comuni includono:

– Febbre alta (che può anche frequentemente non presentarsi)
– Mal di testa e sensazione di confusione, in particolare dolore nucale e sensazione di ovattamento;
– Tensione nei muscoli del collo;
– Brividi e sudorazione;
– Nausea, vomito e diarrea

I sintomi possono manifestarsi in modo grave o essere molto lievi e alternati.

 Rischi e Complicazioni

Se non trattata con i farmaci appropriati, come l’Eurartesim®,farmaco a base di artemisinina e lumefantrina,  la malaria può causare gravi danni agli organi e persino essere fatale. Una forma particolarmente grave è la malaria cerebrale, che può portare a complicazioni come la necrosi cerebrale a causa della formazione di microtrombi nel sistema microvascolare.

Resistenza ai Farmaci

Negli ultimi anni, i parassiti della malaria hanno sviluppato resistenza ai farmaci antimalarici, inclusa l’Artemisina, che è uno dei trattamenti più efficaci disponibili.

Prevenzione e Controllo

Il controllo della malaria si basa su metodi preventivi e curativi, tra cui:

– **Trattamenti farmacologici**: l’uso di terapie a base di artemisina in combinazione con altri farmaci.
– **Zanzariere trattate**: l’uso di zanzariere impregnate di insetticidi, come il DEET.
– **Repellenti per insetti**: l’applicazione di insetticidi e repellenti, con prodotti a base di neem consigliati per il controllo delle zanzare.
-l’utilizzo di insetticidi e repellenti per il controllo delle zanzare. (consigliati prodotti a base di neem).

In sintesi, la malaria è una malattia seria che richiede attenzione e misure preventive per proteggere la salute pubblica.

 

 

Agente infettivo e ciclo vitale

 

Il Plasmodium è un parassita, monocellulare, protozoo del genere Plasmodium (Regno Protista, Phylum Apicomplexa, Classe Sporozoea, Ordine Eucoccidiida). Cinque sono i tipi principali del parassita malarico: Pl. falciparum è il tipo con il più alto tasso di mortalità fra i soggetti infestati; Pl. Vivax; Pl. Malariae; Pl. ovalis; Pl. knowlesi , che è l’agente eziologico di malaria nelle scimmie, è diffuso nel sud-est asiatico. Provoca la malaria nei macachi ma può anche contagiare gli esseri umani. Il serbatoio del parassita è l’uomo infettato in maniera acuta o cronica.

Ci sono cinque specie principali di Plasmodio che possono infettare l’uomo:
P. falciparum: è endemico in Africa tropicale, minore prevalenza in Asia ed America Latina. E’ il plasmodio con il più alto tasso di mortalità;
P. vivax: è il più diffuso, si ritrova ovunque nelle zone tropicali; in Africa è presente a focolai nel territorio, a macchia di leopardo; è invece endemico in America Latina ed in Asia; è presente anche in alcune zone temperate e persiste anche in aree ristrette del bacino del mediterraneo, dove la zanzara Anopheles è ancora presente.
P. ovale: è presente e si èdiffusa principalmente nell’ Africa occidentale tra i due tropici.
P. malariae: è ubiquitario, a bassa prevalenza, ma con una distribuzione non uniforme sul territorio.
La diagnosi di specie è importante perché la malaria da P. falciparum è potenzialmente la più aggressiva, lesiva e se non curata mortale.
La riproduzione della zanzara vettrice avviene a temperature non inferiori ai 18°C. Se la temperature scende non deve rimanere per periodi prolungati di tempo. Anche la sopravvivenza dell’insetto è legato alla temperatura. La trasmissione del parassita avviene attraverso la puntura della zanzara. E’ facilitata durante tutto il periodo dell’anno nelle aree in cui la temperatura è costantemente sopra i 24° C. Nei territori con temperature più basse la trasmissione tende a seguire ritmi stagionali. La zanzara vive dalle tre a sei settimane, raramente supera i due mesi di vita, e si sposta nel raggio di 1 o 2 chilometri. Venti e condizioni ambientali particolari possono portare le zanzare anche a distanze di decine di chilometri.
La malaria da Plasmodium vivax ha un tempo di incubazione più lungo. Può durare anche alcuni mesi. Si presenta clinicamente come la malaria da P. falciparum con attacchi febbrili irregolari, seguiti da sudorazioni profuse e defervescenza. Si può evidenziare aumento del volume della milza (splenomegalia) raramente lesioni o rottura splenica. Dopo qualche attacco la sintomatologia si esaurisce, ma può avere un andamento recidivante per la persistenza di forme intraepatiche “cosidette dormienti” chiamate “ipnozoiti”. In questi casi e con questo tipo di malaria può manifestarsi la cosidetta “febbre terzana benigna”.
Se si assiste ad una coinfezione di due tipi di Plasmodio si manifesta una sintomatologia determinata dal ritmo di crescita del parassita sfasato, e si può manifestare una doppia forma terzana, con febbre continua e sintomi che si manifestano senza periodicità. La terapia con clorochina è ancora efficace, cura l’attacco malarico acuto ma non previene le ricadute e la cronicizzazione della malattia. Nei paesi africani del Golfo di Guinea dove la popolazione è priva di “antigene eritrocitario duffy”, il P. vivax è assente ed è sostituito da Plasmodium ovalis. Il quadro clinico è sostanzialmente sovrapponibile a quello di P. vivax.
Plasmodium malariae si manifesta con una forma meno aggressiva e più lieve. Il plasmodio può persistere per anni negli eritrociti con parassitemia bassissima e nelle recrudescenze la febbre si presenta con picchi ogni ¾ giorni. Forma quartana. Nella fascia pediatrica il Pl. malariae, ma anche gli altri tipi di malaria, a causa di infezioni ripetute possono causate patologie renali a livello glomerulare con infiammazioni membrano-proliferative, con proliferazione dell’endotelio glomerulare e del mesangio. Il danno di tipo infiammatorio è causato dal deposito di immunocomplessi a livello del mesangio del glomerulo renale. Il danno renale si manifesta con proteinuria importante, edema fino alla presenza di ascite nell’addome (sindrome nefrosica)
Il danno renale risulta essere permanente. La prognosi è sfavorevole e i pazienti progrediscono verso l’insufficienza renale cronica.

Ciclo vitale:
Il ciclo vitale del parassita avviene tra due ospiti: (1) zanzara Anopheles e (2) uomo.

  1. La “zanzara femmina” del tipo Anopheles è l’insetto “vettore” a cui si deve la trasmissione della malattia. La zanzara succhia il sangue da un individuo e, se questo è infetto, si infetta a sua volta. Una volta infetta la zanzara punge nuovamente un altro individuo per nutrirsi del suo sangue ed inocula lo sporozoita, ossia la forma del plasmodio maturato all’interno del suo intestino, nel torrente circolatorio della persona.
  2. Gli “sporozoiti” infestanti, dal torrente circolatorio, passando nella microcircolazione dell’acino epatico, vengono sequestrati dalle cellule del fegato. Entro un’ora dall’inoculazione si ritrovano tutti all’interno degli epatociti.
  3. All’interno delle cellule epatiche cominciano un fenomeno di maturazione e di moltiplicazione, trasformandosi in una formazione multicellulare, ancora unita insieme detta “schizonte”.
  4. Gli epatociti, infettati da questa formazione multicellulare parassitaria, che arriva a riempire l’intera cellula, vengono lesionati e si rompono, rilasciando nel torrente circolatorio, formazioni unicellulari “parassitarie” denominate “merozoiti”. Il passaggio avviene attraverso il sistema capillare intraepatico. Può avvenire che per il P. vivax ed P. ovalis, oltre agli schizonti intra epatociti, si possono presentare forme parassitarie unicellulari che rimangono allo stadio dormiente. Queste forme si chiamano ‘ipnozoiti’, e sono la causa delle recidive della malattia invadendo il circolo sanguigno dopo mesi o anche anni più tardi.[A] Recidiva:
    per recidiva si intende una riaccensione della malattia causata dalla persistenza di merozoiti nel fegato (ipnozoiti) che ricominciano un nuovo ciclo eso-eritrocitario, 5-6 mesi dopo l’infezione.
    È tipica delle infezioni da P. vivax e P. ovale nelle quali non sono state trattate le forme intraepatiche.
  5. Dopo l’iniziale moltiplicazione nel fegato della durata media di 7/8 giorni, chiamata fase eso-eritrocita o schizogonica, il merozoita, suddivisosi in singole cellule, all’interno del torrente circolatorio, entra nei globuli rossi, dove si ciba dell’eme ferroso, e comincia una moltiplicazione asessuata all’interno di queste cellule, detta “schizogonia eritrocitaria”.
  6. Le forme parassitarie intraeritrocitarie, denominate “trofozoiti”, crescono e maturano, cibandosi di ferro, e in 2 o 3 giorni diventano “schizonti”. Queste formazioni cellulari parassitarie determinano la rottura del globulo rosso e si dividono nel torrente circolatorio in una moltitudine di “merozoiti”.[B] Fase invasiva:
    corrisponde alla rottura dello schizonte e alla liberazione dei merozoiti che vanno a invadere altri eritrociti. Questo evento si manifesta con febbre intermittente, brivido scuotente, sudorazione, cefalea, artro-mialgie, talvolta riattivazioni di herpes labiale, prostrazione, dolore negli ipocondri, sindromi gastroenteriche (diarrea, vomito, dolore addominale). Nei bimbi si possono avere convulsioni febbrili.
  7. I merozoiti, i parassiti malarici dispersi nel sangue, colonizzano altri globuli rossi. Queste cellule parassitarie intracellulari si cibano ancora di eme ferroso nelle cellule ematiche e crescendo maturano in trofozoiti. E così si riattiva un nuovo ciclo di maturazione. Questo meccanismo i globuli rossi e di maturazione e moltiplicazione intracellulare, è la causa dell’aumento dei parassiti nel sangue e delle gravi anemie emolitiche provocate dalla malattia.[C] Fase tardiva:
    quando i cicli vitali dei diversi ceppi presenti nel torrente circolatorio si sono sincronizzati, compare la” febbre terzana” (tipico attacco malarico): brivido scuotente seguito da rialzo termico che si risolve dopo qualche ora con sudorazione profusa e uno stato di vaga euforia, e si “ripete ogni 48 ore”. La splenomegalia di solito compare dopo giorni o settimane; all’inizio è più comune l’epatomegalia. Pallore muco-cutaneo, ittero, urine ipercromiche (fortemente colorate) sono segni prognostici sfavorevoli. Nella maggioranza dei casi non trattati la malaria si risolve spontaneamente dopo 2 settimane; raramente dura più di un anno (mai più di 2 anni).
  8. Alcuni parassiti si differenziano nel torrente circolatorio e prendono la strada dello stadio sessuato,  i gametociti.
  9. I gametociti, ovvero le forme parassitarie sessuate, maschio, il microgametocita; femmina il macrogametocita; vengono ingeriti dalla zanzara femmina durante la puntura, ed infettano l’insetto.
  1. C) La moltiplicazione del parassita nella zanzara è conosciuta come ciclo dello sporogonio.
  1. I gametociti, attraverso i tubuli delle ghiandole salivari della zanzara finiscono nello stomaco della zanzara dove avviene la fecondazione del macrogametocita, la femmina, da parte del microgametocita, il maschio. L’unine tra macro e micro gametocita genera lo ‘zigote’.
  2. A questo punto lo zigote diventa mobile, si allunga e invade la parete intestinale della zanzara dove si differenzia in “oociste”;

L’oociste cresce e si sviluppa nella parete dell’intestino dove si divide in migliaia di sporozoiti. A questo punto gli sporozoiti migrano fino alle ghiandole salivari della zanzara. L’insetto, pungendo un individuo, inocula il parassita facendo ricominciare il ciclo.

 

[D] Recrudescenza:
è la ricaduta e quindi la riaccensione della malattia, dopo una fase di quiescenza. E’ causata dalla persistenza in circolo di forme intra-eritrocitarie (nei globuli rossi). È tipica delle infezioni da P. falciparum trattate in modo inadeguato (per qualità e/o durata del trattamento e per posologia) e può avere una latenza da qualche giorno a qualche settimana. Si può avere anche nelle infezioni da P. malariae con una latenza anche di molti anni.

L’infezione da P. falciparum è detta febbre terzana maligna, quella da P. vivax e da P. ovale è detta febbre terzana benigna e quella da P. malariae è detta febbre quartana in base all’occorrenza di febbre intermittente. Quelle di febbre “terzana” e “quartana” sono definizioni fuorvianti, perché solo una minima parte dei casi di malaria si presenta con febbre intermittente, ogni 48 ore (terzana, ogni terzo giorno) od ogni 72 ore (quartana, ogni quarto giorno). La febbre terzana si osservava in Europa nelle zone endemiche per il P. vivax (terzana benigna) e negli immigrati: le navi infatti facevano viaggi di 1-2 settimane, e quando arrivavano in Europa, seguendo la storia naturale dell’infezione da P. falciparum, da intermittente irregolare la febbre si faceva terzana, se il malato non era morto nel frattempo o se non era stato trattato. La febbre terzana si osserva anche nei casi in cui si sia stati infettati da un unico ceppo di P. falciparum, evento non comune nelle aree endemiche, dove si è infettati più volte in sequenza e i cicli dei vari ceppi si sovrappongono con attacchi febbrili ad andamento irregolare.

La malaria non sempre si presenta con le tipiche febbri cliniche ma nel corredo dei sintomi malarici sono quasi costanti la cefalea nucale, i brividi, e l’alternanza del caldo e del freddo, con un malessere ingravescente. Le infezioni da P. falciparum non trattate o trattate in modo inadeguato possono provocare insufficienza renale, edema polmonare, ipertensione endocranica con coma e giungere all’exitus. La morte è provocata dall’impilamento delle cellule parassitate nel microcircolo di diversi organi vitali, in particolare nella circolazione cerebrale (malaria cerebrale), danneggiandoli. Nelle aree endemiche, i ripetuti contagi, a cui una persona è soggetta, sviluppano un livello elevato di anticorpi, che permette una resistenza alle infezioni. Nella maggior parte dei casi di infezione questi soggetti sono asintomatici pur portando nelle proprie cellule il parassita (portatori sani dell’infezione). I soggetti non immuni, in zona endemica, possono ammalare molto più facilmente di un soggetto considerato immune, e possono avere forme di malattie più gravi.Un esempio molto interessante è quello dell’evoluzione dell’antigene eritrocitario Duffy, il recettore attraverso il quale i merozoiti di P. vivax penetrano il globulo rosso. Gli eritrociti che non hanno questo antigene (Duffy negativi) sono refrattari all’infezione da parte di quel plasmodio. In Africa occidentale, una mutazione che elimina l’antigene dalla superficie degli eritrociti ma che non ha altre conseguenze cliniche ha raggiunto (probabilmente in varie migliaia di anni) la frequenza del 100% e quindi la maggior parte degli abitanti dell’Africa centrale e occidentale non viene infettata da questa specie di plasmodio.

Già dai primi anni ’50, a conclusione della Campagna quinquennale di Lotta Antimalarica, l’Italia era di fatto un paese libero da malaria ma, poiché alcuni sporadici casi di malaria da Plasmodium vivax continuarono fino al 1962, l’OMS ha ufficializzato questo risultato solo nel 1970. Da allora, in considerazione delle potenziali condizioni di reintroduzione della malaria in Italia, è stato attivato un sistema di sorveglianza.

 

Trasmissione e incubazione

Trasmissione:
avviene mediante puntura di zanzare femmine infette del genere Anopheles, le quali, succhiando il sangue infetto ed iniettando sangue infetto, trasferiscono l’infezione da uomo a uomo. Il maschio della zanzara non punge. Una volta iniettato in un uomo sano, il parassita comincia a moltiplicarsi esponenzialmente nel fegato e quindi, dopo 7 – 10 giorni, mediamente, si moltiplica nei globuli rossi. Le zanzare si infettano ingerendo il parassita, attraverso il pasto ematico infetto. Una volta dentro l’insetto, il parassita comincia un altro ciclo vitale: la fase riproduttiva che precede la trasmissione ad un altro individuo sano.

Incubazione:
si differenzia tra i diversi tipi di plasmodio. Il periodo di incubazione è mediamente di 7-14 giorni per l’infezione da P. falciparum, 8-14 per P. vivax e P. ovale, e di 7-30 giorni per P. malariae. Per alcuni ceppi di P. vivax l’incubazione si può protrarre per 8-10 mesi ed oltre; tale periodo può essere ancora più lungo per P. ovale.

Porta d’ingresso:  è la cute, mediante la puntura della zanzara.

 

Distribuzione geografica

La malaria è presente in oltre 100 paesi del mondo, ma prevalentemente è confinata alle aree tropicali più povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Più del 90% dei casi e la grande maggioranza dei decessi si verificano nell’Africa tropicale ed equatoriale. Il Plasmodium falciparum è il principale tipo di malaria ed è la causa dei decessi provocati dalla malattia.

Sebbene la distribuzione della malaria nel mondo sia stata ridotta e confinata prevalentemente nelle zone tropicali, il numero di persone a rischio d’infezione ha raggiunto circa 3 miliardi e questo numero è suscettibile di aumento. Ogni anno si registrano nel mondo 500 milioni di casi di malaria con circa 1,3 milioni di decessi. Il 90% dei casi riguarda l’ Africa Sub-sahariana, con un impatto devastante sull’economia e lo sviluppo sociale della gran parte dei paesi colpiti.

Dopo le campagne di eradicazione della malaria nel mondo lanciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1955, e interrotte per motivi tecnici ed economici alla fine degli anni ‘60, si è assistito negli anni successivi ad una recrudescenza della malaria, non solo nelle aree che avevano beneficiato dei buoni risultati delle campagne di eradicazione, ma anche nell’Africa Sub-sahariana, soprattutto a causa dell’insorgenza della resistenza di Plasmodium falciparum alla clorochina e ad altri farmaci antimalarici. (v. cartografia)

Mutazioni dell’emoglobina (S,C, beta e alfa-talassemie), degli enzimi glucosio-6-fostato deidrogensi e piruvato-chinasi, proteggono dalle forme gravi di malaria provocate da P.falciparum in portatori eterozigoti e, nel caso dell’emoglobina C, soprattutto in omozigosi. Le particolari proprietà delle catene dell’emoglobina e le condizioni di stress ossidativo provocate dell’infezione stessa, possono provocare l’emolisi degli eritrociti ostacolando la maturazione dei trofozoiti. Nonostante queste mutazioni siano dannose (quasi sempre letali in omozigosi), grazie alla protezione conferita nei confronti della malaria si trovano ad alte frequenze in popolazioni che vivono in zone endemiche (o ex endemiche) per malaria (bacino del mediterraneo, Africa sub-sahariana, sud-est asiatico). Tranne per l’emoglobina C,in queste popolazioni la frequenza delle mutazioni di resistenza è comunque destinata ad arrivare ad un valore di equilibrio (intorno al 15-20%) che rispecchia lo svantaggio dovuto alla letalità della mutazione ed il vantaggio rispetto alla malaria. Nelle zone non malariche, queste mutazioni generalmente sono molto rare o assenti poiché la loro letalità non è controbilanciata da effetti positivi.

Un esempio molto interessante è quello dell’evoluzione dell’antigene eritrocitario Duffy, il recettore attraverso il quale i merozoiti di P. vivax penetrano il globulo rosso. Gli eritrociti che non hanno questo antigene (Duffy negativi) sono refrattari all’infezione da parte di quel plasmodio. In Africa occidentale, una mutazione che elimina l’antigene dalla superficie degli eritrociti ma che non ha altre conseguenze cliniche ha raggiunto (probabilmente in varie migliaia di anni) la frequenza del 100% e quindi la maggior parte degli abitanti dell’Africa centrale e occidentale non viene infettata da questa specie di plasmodio.

Già dai primi anni ’50, a conclusione della Campagna quinquennale di Lotta Antimalarica, l’Italia era di fatto un paese libero da malaria ma, poiché alcuni sporadici casi di malaria da Plasmodium vivax continuarono fino al 1962, l’OMS ha ufficializzato questo risultato solo nel 1970. Da allora, in considerazione delle potenziali condizioni di reintroduzione della malaria in Italia, è stato attivato un sistema di sorveglianza.

 

Sintomi e segni

 Sintomi:
inizialmente i sintomi della malaria si presentano talvolta con caratteristica simil influenzale tra gli 8 ed i 30 giorni dopo l’infezione.

Fase invasiva:
corrisponde alla rottura dello schizonte e alla liberazione dei merozoiti che vanno a invadere altri eritrociti. Si manifesta con febbre intermittente, brivido scuotente, sudorazione, cefalea, artro-mialgie, talvolta riattivazioni di herpes labiale, prostrazione, dolore negli ipocondri, sindromi gastroenteriche (diarrea, vomito, dolore addominale). Nei bimbi si possono avere convulsioni febbrili.

Fase tardiva:
quando i cicli vitali dei vari ceppi presenti si sono sincronizzati, compare la febbre terzana (tipico attacco malarico): brivido scuotente seguito da rialzo termico che si risolve dopo qualche ora con sudorazione profusa e uno stato di vaga euforia, e si ripete ogni 48 ore. La splenomegalia di solito compare dopo giorni o settimane; all’inizio è più comune l’epatomegalia. Pallore muco-cutaneo, ittero, urine ipercromiche (fortemente colorate) sono segni prognostici sfavorevoli. Nella maggioranza dei casi non trattati la malaria si risolve spontaneamente dopo 2 settimane; raramente dura più di un anno (mai più di 2 anni).

Recrudescenza:
è la ricaduta causata dalla persistenza in circolo di forme intra-eritrocitarie (nei globuli rossi). È tipica delle infezioni da P. falciparum trattate in modo inadeguato (per qualità e/o durata del trattamento e per posologia) e può avere una latenza da qualche giorno a qualche settimana. Si può avere anche nelle infezioni da P. malariae con una latenza anche di molti anni.

Recidiva:
per recidiva si intende una ricaduta causata dalla persistenza di merozoiti nel fegato (ipnozoiti) che ricominciano un nuovo ciclo eso-eritrocitario, 5-6 mesi dopo l’infezione.
È tipica delle infezioni da P. vivax e P. ovale nelle quali non sono state trattate le forme intraepatiche.

L’infezione da P. falciparum è detta febbre terzana maligna, quella da P. vivax e da P. ovale è detta febbre terzana benigna e quella da P. malariae è detta febbre quartana in base all’occorrenza di febbre intermittente. Quelle di febbre “terzana” e “quartana” sono definizioni fuorvianti, perché solo una minima parte dei casi di malaria si presenta con febbre intermittente, ogni 48 ore (terzana, ogni terzo giorno) od ogni 72 ore (quartana, ogni quarto giorno). La febbre terzana si osservava in Europa nelle zone endemiche per il P. vivax (terzana benigna) e negli immigrati: le navi infatti facevano viaggi di 1-2 settimane, e quando arrivavano in Europa, seguendo la storia naturale dell’infezione da P. falciparum, da intermittente irregolare la febbre si faceva terzana, se il malato non era morto nel frattempo o se non era stato trattato. La febbre terzana si osserva anche nei casi in cui si sia stati infettati da un unico ceppo di P. falciparum, evento non comune nelle aree endemiche, dove si è infettati più volte in sequenza e i cicli dei vari ceppi si sovrappongono con attacchi febbrili ad andamento irregolare.

La malaria non sempre si presenta con le tipiche febbri cliniche ma nel corredo dei sintomi malarici sono quasi costanti la cefalea nucale, i brividi, e l’alternanza del caldo e del freddo, con un malessere ingravescente. Le infezioni da P. falciparum non trattate o trattate in modo inadeguato possono provocare insufficienza renale, edema polmonare, ipertensione endocranica con coma e giungere all’exitus. La morte è provocata dall’impilamento delle cellule parassitate nel microcircolo di diversi organi vitali, in particolare nella circolazione cerebrale (malaria cerebrale), danneggiandoli. Nelle aree endemiche, i ripetuti contagi, a cui una persona è soggetta, sviluppano un livello elevato di anticorpi, che permette una resistenza alle infezioni. Nella maggior parte dei casi di infezione questi soggetti sono asintomatici pur portando nelle proprie cellule il parassita (portatori sani dell’infezione). I soggetti non immuni, in zona endemica, possono ammalare molto più facilmente di un soggetto considerato immune, e possono avere forme di malattie più gravi.

Mutazioni dell’emoglobina (S,C, beta e alfa-talassemie), degli enzimi glucosio-6-fostato deidrogensi e piruvato-chinasi, proteggono dalle forme gravi di malaria provocate da P.falciparum in portatori eterozigoti e, nel caso dell’emoglobina C, soprattutto in omozigosi. Le particolari proprietà delle catene dell’emoglobina e le condizioni di stress ossidativo provocate dell’infezione stessa, possono provocare l’emolisi degli eritrociti ostacolando la maturazione dei trofozoiti. Nonostante queste mutazioni siano dannose (quasi sempre letali in omozigosi), grazie alla protezione conferita nei confronti della malaria si trovano ad alte frequenze in popolazioni che vivono in zone endemiche (o ex endemiche) per malaria (bacino del mediterraneo, Africa sub-sahariana, sud-est asiatico). Tranne per l’emoglobina C,in queste popolazioni la frequenza delle mutazioni di resistenza è comunque destinata ad arrivare ad un valore di equilibrio (intorno al 15-20%) che rispecchia lo svantaggio dovuto alla letalità della mutazione ed il vantaggio rispetto alla malaria. Nelle zone non malariche, queste mutazioni generalmente sono molto rare o assenti poiché la loro letalità non è controbilanciata da effetti positivi.

 

Diagnosi e trattamento

 

Attualmente la pratica diagnostica si basa su due approcci: quello clinico che identifica i sintomi della malattia, e quello volto a isolare e riconoscere l’agente causale, utilizzando test immunocromatografici o, molto più comunemente, con osservazioni al microscopio.

Il quadro clinico può presentarsi fortemente atipico in persone sottoposte a chemioprofilassi antimalarica a dosaggi inadeguati o con farmaci non più efficaci per fenomeni di resistenza, o che siano parzialmente immuni dopo lunghe permanenze in aree endemiche, nonché nella prima infanzia.

Per porre diagnosi di malaria deve essere preparato uno striscio di sangue prelevato dalla puntura di un dito. Lo striscio è fissato con metanolo prima della colorazione; la goccia spessa è colorata senza essere fissata. Nelle infezioni da P. falciparum, la densità del parassita dovrebbe essere stimata contando la percentuale di emazie infettate, non il numero dei parassiti.

Può essere fatta seguendo diversi tipi di approccio.

Microscopia

– Esame striscio e goccia spessa, colorazione Giemsa

– Ricerca acido nucleico Plasmodio, test rapido UV

– ‘Quantitative buffy coat method (QBCTM, Becton-Dickinson)’

Esami immunologici

– IFI test (immunofluorescenza indiretta)

– altri test si basano sulla cattura della proteina II (PfHRP-II)

Studio attività enzimatiche o antigeniche associate al parassita

-Determinazione dell’antigene (histidine rich protein-2, HRP-2) associato con il parassita della malaria (P. falciparum e P. vivax).

-Determinazione dell’enzima lattato deidrogenasi del Plasmodio (pLDH) sia medianta la sua attività enzimatica che mediante immunoassay.

Tecniche biologia molecolare

– PCR

TRATTAMENTO
Trattamento:
I plasmodi sono diventati fortemente resistenti a quasi tutti i farmaci che sono stati prodotti per combatterli, così come a numerosi insetticidi utilizzati per disinfestare le zone malariche. La resistenza alla clorochina, l’antimalarico meno costoso e più diffuso, è ormai comune in tutta l’Africa sudorientale. In queste stesse zone si è ormai affermata una forma di resistenza anche ad un altro farmaco, alternativo alla clorochina e altrettanto economico, la sulfadossina-pirimetamina. Molti Paesi sono così costretti a utilizzare nuove combinazioni di farmaci molto più costosi. Una rapida risposta all’insorgenza, con trattamento farmacologico con i farmaci più recentemente sviluppati e dati in combinazione, in alternativa alle monoterapie tradizionali, può ridurre significativamente il numero di morti. L’uso esteso e poco controllato di terapie a base di chinolina e di antifolati ha contribuito ad aumentare lo sviluppo delle resistenze. Nell’ultima decade, un nuovo gruppo di antimalarici, diversi composti combinati dell’artemisinina (ATCs), stanno dando ottimi risultati terapeutici anche nell’arco di una settimana, con riduzione della presenza di plasmodio e quindi della sua capacità di trasmissione e miglioramento dei sintomi della malaria.

Sul fronte vaccini, la ricerca non ha ancora prodotto un vaccino effettivo anche se esistono diversi possibili candidati su cui gli scienziati stanno lavorando, soprattutto grazie al completamento della sequenza genomica del Plasmodium.

Esistono però numerose misure di prevenzione e di profilassi a basso costo, che vengono promosse soprattutto nei Paesi africani dalla Global Partnership Roll Back Malaria coordinata dall’Organizzazione mondiale della sanità, che vedeva riunite più di 90 istituzioni internazionali nel tentativo di dimezzare il numero di malati di malaria entro il 2010. L’uso di zanzariere trattate con insetticidi e di trattamenti preventivi a intermittenza con farmaci antimalarici può significativamente ridurre l’incidenza della malattia nelle zone endemiche, sia tra i bambini che tra le donne in gravidanza, soggetti particolarmente vulnerabili.

 

Prevenzione e vaccinazione

 

Controllo e prevenzione

i fattori che possono favorire lo sviluppo di un’epidemia sono sia naturali, come una variazione climatica o un’inondazione, che antropici, come una guerra o lo sviluppo di opere agricole, di dighe, di miniere o l’incapacità di esercitare un controllo sulla zanzara, il vettore del plasmodio. Grandi movimenti migratori interni a un continente favoriscono ancor più l’esposizione di popolazione vulnerabile al parassita. La combinazione di fattori meteorologici, socioeconomici ed epidemiologici, sia a livello locale che globale, può permettere una previsione del rischio di epidemie, soprattutto se dovute a fattori antropici. Lo studio accurato dei fenomeni epidemici del passato e la costruzione di una rete di monitoraggio e di un database per registrare l’occorrenza e la prevalenza della malaria nelle diverse zone diventano quindi importanti strumenti di prevenzione.

-La protezione dalla puntura degli insetti è la prima precauzione da prendere per prevenire la malaria.

Questo si può attuare mediante una serie di abitudini comportamentali (alla sera e al mattino indossare indumenti ampi che giungano a coprire polsi e caviglie; in certe zone adottare l’impiego di zanzariere che avvolgono il letto durante la notte, meglio se impregnate di insetticida) o mediante l’uso di presidi chimici (repellenti ad uso cutaneo ad esempio a base di DEET, uso di spirali zanzarifughe al piretro, uso di altri piretroidi di sintesi e mediante fornelletti elettrici) o, meglio ancora, a base di sostanze naturali.
La profilassi farmacologica è un mezzo importante per evitare il rischio di contrarre la malaria; il parassita, inoculato dall’insetto vettore, viene ucciso dal farmaco prima di poter esercitare i suoi nefasti effetti sul malcapitato individuo.

Perché possa essere prescritta la profilassi farmacologica più idonea per ogni singolo viaggiatore, è consigliato rivolgersi ad un Centro specializzato in malattie Tropicali o comunque ad un medico esperto nelle stesse. La profilassi farmacologica è strettamente individuale e può variare non solo da persona a persona, ma anche a seconda del Paese visitato, dalla durata della permanenza del viaggiatore nello stesso, nonché dal periodo dell’anno in cui viene effettuato il soggiorno.

Protezione meccanica

la prima difesa da attivare per evitare il rischio malarico consiste nell’evitare le punture delle zanzare. La zanzara femmina di Anopheles, vettore del parassita malarico, usa stimoli termici ed olfattori, ma anche visivi, per localizzare l’ospite da pungere per realizzare il suo pasto a base di sangue. In particolare viene attratta da concentrazioni di anidride carbonica. I colori scuri attirano l’insetto in questione che usa pungere al tramonto e durante le prime ore della notte. Alcuni profumi o fragranze naturali possono attirare le zanzare ed indurle alla puntura. – All’interno di abitazioni: ·la protezione delle finestre con retine trattate con insetticidi e l’utilizzo di zanzariere impregnate con insetticidi sopra i letti può conferire una buona protezione; l’impiego di aria condizionata diminuisce notevolmente il rischio di punture di insetti.

In ambiente esterno

utilizzare abiti che coprano bene, preferibilmente camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi, in particolare dal tramonto alla sera; consigliabile passare repellenti o insetticidi sui vestiti per diminuire ulteriormente il rischio di puntura.

I repellenti sono sostanze chimiche che allontanano l’insetto:

la maggior parte dei repellenti contiene DEET (N,N-diethyl-methyl-toluomide) sostanza molto attiva in uso da oltre 40 anni. ·;Altri repellenti sintetici sono attivi per circa 3-4 ore e vanno applicati periodicamente (ogni 3 ore circa) durante esposizione a rischio malaria. ·I repellenti non devono essere inalati o ingeriti e sono pericolosi su pelli irritate o sugli occhi. Vanno usati con prudenza nei bambini e mai applicati sulle loro mani perché facili strumenti di contaminazione degli occhi e della bocca. L’acqua può facilmente togliere dalla pelle i diversi tipi di repellenti.

Il repellente va applicato su tutta la parte del corpo scoperta: è provato che le zanzare possano pungere a meno di un centimetro da una zona coperta.

Si sconsiglia l’uso di repellenti :

nei bambini inferiori ad un anno di età;
ai residenti per lunghi periodi (tossicità da accumulo);
alle donne in gravidanza.

Gli insetticidi

sono sostanze chimiche che attaccano il sistema nervoso dell’insetto e lo uccidono.

Insetticidi sintetici a base di piretroidi (permetrina, deltametrina ed altre).
Insetticidi naturali a base di piretro (ottenuti dai fiori Crisantenum cineraricefolium).
Il piretro agisce sia come insetticida che come repellente.
Permetrina e deltametrina contenuti in molti insetticidi sono prodotti considerati poco tossici per i soggetti adulti e quindi possono essere utilizzati negli ambienti chiusi anche in presenza di bambini piccoli al di sotto dei due anni di età. Per loro adottare sostanze naturali
L’utilizzo degli insetticidi sui vestiti e sulle zanzariere mantiene la loro efficacia per circa 2-3 mesi . Per gli adulti non è considerato tossico.

Malaria e gravidanza

Le donne che risiedono in aree endemiche possiedono, nella maggior parte dei casi, una semi-immunità; questa può calare temporaneamente durante la gravidanza (con conseguenza anche drammatiche, soprattutto nelle primigravide) e si attenua col tempo negli individui che abbandonano le zone endemiche (scompare dopo 2 anni di distanza). Il rischio di morte da malaria della donna aumenta in gravidanza, il rischio di aborto e di parto di feto morto o aumenta l’incidenza di morte neonatale. Non andare in zone malariche a meno che non sia assolutamente necessario. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia alle donne in gravidanza di non andare in vacanza in aree in cui ci sia trasmissione di P. falciparum clorochino-resistente.

Consigli in gravidanza:

essere molto diligenti nell’uso di misure di protezione contro le punture di zanzare;
utilizzare per profilassi la clorochina e il proguanil;
nelle aree con clorochino-resistenza del P. falciparum si deve usare l’associazione clorochina-proguanil nel primo trimestre di gravidanza; la meflochina può essere utilizzata solamente dal 4° mese di gravidanza in avanti;
non usare la Doxiciclina per profilassi;
cercare immediatamente assistenza medica se si sospetta la malaria e fare l’autotrattamento di emergenza (famaco di scelta è il chinino) solo se non è possibile trovare immediatamente un medico. Si deve ricorrere ad un medico comunque dopo l’autotrattamento.

La malaria e i bambini

I bambini sono considerati soggetti a rischio malaria poiché possono sviluppare forme perniciose che conducono all’exitus in tempi brevi.

Nelle aree endemiche i bimbi sono protetti per i primi 6 mesi dall’immunità passiva materna, data dagli anticorpi ereditati dalla madre, poi si ha una progressiva acquisizione di una “semi-immunità”, per successive esposizioni alle infezioni del plasmodio. Si hanno ricorrenti attacchi di malaria, dall’età di pochi mesi fino a 5-10 anni, prima di raggiungere uno stato di semi-immunità. Molti bimbi soffrono di ritardo di crescita e altri muoiono. Se i bimbi sopravvivono, mantengono la semi-immunità per continue reinfezioni, per tutta la vita, finché risiedono in area endemica. Questa viene considerata tale perché durante la vita si hanno ugualmente ricorrenti episodi di parassitemia, di breve durata e bassa carica, per lo più asintomatici o paucisintomatici (con pochi sintomi).

Non portare i neonati ed i bambini piccoli in aree malariche a meno che non sia assolutamente necessario;
proteggere i bambini dalle punture di zanzare; sono disponibili zanzariere per culle e lettini: tenere i bambini piccoli sotto la protezione di zanzariere nel periodo che va dall’alba al tramonto;
dare la profilassi antimalarica ai bambini ancora allattati al seno e a quelli che sono allattati al biberon poiché essi non sono protetti dalla profilassi che la madre ha eventualmente fatto prima;
la clorochina ed il proguanil possono essere somministrati con sicurezza ai neonati ed ai bambini piccoli. Per la somministrazione i farmaci possono essere indorati con marmellata, banane ed altri cibi;
non dare sulfadossina-pirimetamina o sulfalene-pirimetamina a neonati sotto i tre mesi d’età;
non dare doxiciclina per chemioprofilassi ai bambini sotto gli 8 anni d’età;
tenere tutti i farmaci antimalarici al di fuori della portata dei bambini rinchiusi in contenitori che non possono essere aperti dai bambini stessi. La clorochina è particolarmente tossica per i bambini se si eccede la dose raccomandata;
consultare immediatamente un medico se un bambino sviluppa una malattia febbrile. I sintomi di malaria nei bambini possono non essere tipici cosicché la malaria deve essere sempre sospettata. Nei bambini di età inferiore ai tre mesi la malaria deve essere sospettata perfino in caso di malattia non febbrile;
la febbre in un bambino di ritorno da un viaggio in area malarica dovrebbe essere considerata sintomo di malaria almeno che non sia provato il contrario;
in caso di autotrattamento il chinino può essere somministrato senza limiti di peso o di età. La meflochina può essere utilizzata al di sopra dei 15 Kg di peso.
L’OSM sconsiglia di portare in vacanza neonati e bambini piccoli in aree malariche, in particolare dove vi sia trasmissione di P. falciparum clorochino-resistente.

Notizie e bibliografia

Notizie
Dalle esperienze vissute nelle diverse aree tropicali una valutazione ed un parere personale sulla approvazione del nuovo vaccino per la malaria, (clicca per leggere l’articolo)

La GIORNATA MONDIALE DELLA MALARIA 2021

Bibliografia

Dagli studiosi ed esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

 

 

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Repubblica Dominicana – Scheda Paese – Alert, epidemie, malattie

Visita la scheda paese completa

 

Marzo 2024 – aggiornamento sui focolai di colera

Aumento dei casi di colera nella Repubblica Dominicana. I media locoali hanno dato la notizia di oltre 200 casi di colera negli ultimi 6 mesi molti non ufficiali. La causa dell’insorgenza di nuovi focolai della malattia, ufficialmente riconosciuti,  dipende dall’ attuale instabilità politica in Haiti con le difficoltà economiche e la diffusa povertà hanno costretto migliaia di persone ad attraversare il confine con la Repubblica Dominicana nel corso dell’ultimo anno.
Questi eventi hanno consentito l’insorgere in diverse aree del paese dominicano di focolai di colera, malattia diffusa molto nel paese confinante. Gli oltre 200 casi diagnosticati nell’ultimo semestre sono a macchia di leopardo sul territorio, ma il rischio di venire a contatto con il vibrione del colera è ralmente molto basso. La situazione sembra essere in peggioramento con il peggioramento delle condizioni climatiche. La stagione delle piogge non facilità la soluzione dei problemi per l’aumento delle micro particelle fecali sul terreno e la diffusione della malattia.
Una prevenzione efficace, oltre al controllo degli alimenti e delle bevande è costituita dall’uso del vacciono orale per il colera (DUKORAL) da effettuare prima del viaggio. Il vaccino orale è molto utile anche e soprattutto per il controllo della diarrea da Escherichia Coli ed altri enterobatteri.  PER INFO CLICCA QUI

 

Febbraio 2024 – nuovi casi di Colera 

Sono stati confermati nella Repubblica Dominicana nuovi casi di colera a gennaio 2024 dopo i le decine di casi di colera, ufficiali, denunciati dal mese di ottobre 2023. La maggior parte dei casi sono importati da Haiti. Al momento, non si registrano decessi legati alla malattia nel paese. Tra i casi confermati, 14 sono di nazionalità haitiana e 3 sono (… CLICCA PER CONTINUARE)
Consigliata la vaccinazione orale per il colera.

 

 

DENGUE nel 2023 – primo trimestre 2024.

L’anno 2023 in Repubblica dominicana è stato caratterizzato da un importante aumento dei casi e da diverse decine di decessi causati da “dengue grave” e “dengue emorragica” confermati dai test di laboratorio. Dal gennaio al novembre 2023 più di 12.000 casi registrati e 11 decessi confermati a causa della malattia trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti.
In risposta a questa situazione di emergenza, il presidente Luis Abinader ha istituito un gabinetto d’azione composto da diversi ministeri e funzionari del settore sanitario, adottando misure come la fumigazione casa per casa e l’eliminazione di contenitori che possono raccogliere acqua e diventare siti di riproduzione per le zanzare.
Dal dicembre 2023 al febbraio 2024 secondo alcuni report sono stati segnalati  7.531 casi ed otto decessi confermati. Questo dato ha causato uno stato di allerta sanitaria anche in questo paese. Attenzione è richiesta alle autorità locali per le pratiche di disinfestazione dei territori a maggior rischio, ed anche ai viaggiatori per l’attenzione alle puntura di zanzara e la pratica vaccinale da effettuare prima  della partenza per il paese.
Fin dall’inizio del 2023 le autorità sanitarie locali hanno segnalato una recrudescenza dei casi di febbre dengue, che da lungo tempo è considerata “malattia endemica” nel paese. Ma nell’ultimo anno la crescita dei casi è stata più che esponenziale.

PRATICHE PREVENTIVE

È importante ed opportuno per i viaggiatori internazionali adottare precauzioni nei confronti delle punture di zanzare. Le zanzare del tipo Aedes sono presenti nell’ambiente tutto il giorno, ma la loro attività si accentua soprattutto all’alba e al tramonto. E’ molto importante        (1) utilizzare vestiario che, quanto possibile, copra braccia e gambe; (2) utilizzare zanzariere trattate sopra il prorpio letto e dormire in locali forniti di zanzariere o di aria condizionata; (3) fare uso di repellenti per insetti, vettori dei virus in questione.

Tra i diversi repellenti sfficaci, molti di tipo chimico, OLIO DI NEEM -NOZETA, per esperienza diretta personale e di tanti viaggiatori, è particolarmente efficace come repellente, ma è anche molto efficace, dopo le punture, come lenitivo della infiammazione e irritazione provocata dalla puntura di zanzara. Un altra azione spiccata del NOZETA (NEEM) consiste nel proteggere da parassiti quali scabbia, pidocchi ed altri, ed anche dalle zecche che non amano questa essenza. (PER APPROFONDIRE CLICCA QUI)

VACCINAZIONE CONTRO LA DENGUE

Da oltre un anno è stato approvato in Europa ed in Italia il vaccino contro la DENGUE (QDENGA di TAKEDA) e dal mese di aprile 2023 in Italia, presso il Cesmet viene effettuato questo vaccino che ha dimostrato in tutte le classi di età somministrato una buona efficacia ed anche una sicurezza. Il vaccino, realizzato con i 4 tipi del virus dengue, vivo attenuato, realizza una ottima copertura immunologica fin dalla sua prima somministrazione. Dopo 3 mesi è prevista la seconda dose che aumenta l’efficacia e prolunga la copertura immunitaria a 3 anni, probabilmene fino a 5, e la cosa è ancora sotto studio.  (PER APPROFONDIRE SUL VACCINO CLICCA QUI)

 

ALTRE ARBOVIROSI E MALARIA

Oltre alla dengue, nella Repubblica Dominicana, sono presenti altre malattie trasmesse da zanzare. La CHIKUNGUNJA, la febbre virale da ZIKA, pur presenti da molti anni sull’isola, sono cresciute nel 2023 creando problemi di diagnosi differenziale con la stessa dengue.
La MALARIA, trasmessa dalle zanzare del tipo Anopheles, è presente in diverse aree del paese. La trasmissione della malaria avviene principalmente nelle province vicino al confine con Haiti e nelle province di La Altagracia (che include le aree turistiche di Bávaro e Punta Cana), San Cristóbal, San Juan e Santo Domingo. Nella città di Santo Domingo (capitale), nel Distrito Nacional, la trasmissione è stata segnalata nelle aree di Los Tres Brazos e La Ciénaga. La trasmissione è rara in altre località. La specie di malaria presente nella Repubblica Dominicana, Plasmodium falciparum, rimane sensibile in particolare a DOXICICLINA 100mg; segnalata una ripresa di attività anche della clorochina, non utilizzata per decenni. Si raccomanda la chemioprofilassi antimalarica per i viaggiatori diretti nelle province della Repubblica Dominicana con trasmissione documentata.

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CAMBIAMENTI CLIMATICI IN REPUBBLICA DOMINICANA

FEBBRAIO 2024    I cambiamenti climatici cominciano ad essere evidenti anche nei Caraibi.

Il cambiamento climatico in Repubblica Dominicana sta portando ad un aumento delle temperature, con conseguenze significative sull’ambiente e sulle condizioni meteorologiche. Secondo i dati Dell’ente meteorologico delle UN nei diversi territori dell’Isola la temperatura sta aumentando, cambianto l’ambiente, e le piogge creano ambienti favorevoli alla diffusione di insetti ed animali aggressivi contro gli uomini. Questo fenomeno comincia ad avere impatti evidenti negativi sull’ecosistema del paese, incluse le aree dei parchi nazionali e delle spiagge considerate ancora paradisiache. Inoltre, il cambiamento climatico sta contribuendo all’intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, come le piogge torrenziali, che a loro volta possono causare inondazioni, frane e danni alle infrastrutture del paese. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare svolge attività di raccolta, analisi e diffusione dei dati pertinenti all’osservazione dei cambiamenti climatici e misurazione dei relativi impatti sui settori economici in Repubblica Dominicana. E’ necessario adottare misure di mitigazione e adattamento per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico in Repubblica Dominicana.
Come nell’isola anche nella maggior parte delle isole caraibiche lo stesso cambiamento climatico sta influenzando la biodiversità in diversi modi. Secondo l’UNESCO, l’adattamento a temperature più elevate sta influenzando tutte le regioni dell’isola. In senso globale, a livello planetario l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e la diminuzione delle calotte polari, l’aumento del livello del mare e la desertificazione sono solo alcune delle conseguenze del cambiamento climatico. Anche nella Repubblica dominicana la biodiversità è minacciata in diversi sistemi ecologici. Nell’isola il cambiamento climatico già sta portando ad una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi come ondate di calore, siccità, inondazioni e tempeste, mettendo ulteriormente a rischio gli ecosistemi e la fauna selvatica del paese.

MALATTIE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

E’ sempre più evidente che nella Repubblica Dominicana gli effetti dei cambiamenti climatici stanno influenzando la diffusione di malattie trasmesse nei modi più diversi.
La diffusione dei diversi tipi di zanzare (Aedes, Anpheles, Culex) nel territorio è favorita dal costante aumento di piogge, temperature ed umidità. I diversi tipi di zanzara possono essere vettrici o (1) dei parassiti malarici (zanz. Anopheles), causa della malattia un tempo in diminuzione nell’isola ed oggi in nuovo aumento; o (2) dei virus della dengue e di Zika e Chikungunja, virus che trovano in queste particolari condizioni climatiche, in particolare il calore, una facilitazione nella crescita e riproduzione all’interno delle zanzare. Questo sta provocando un aumento importante dei casi ed anche una maggiore aggressività.
Altre malattie trasmesse dalla “fecalizzazione del terreno”, ossia la diffusione di micro particelle fecali, causata da piogge e alluvioni, sono sempre più diffuse. Tra queste malattie l’aumento dei casi di colera e le gastroenteriti, per l’alterazione delle precipitazioni e delle temperature, che influenzano la qualità dell’acqua e favoriscono la proliferazione del batterio vibrione del colera. Pertanto, è fondamentale adottare da parte delle autorità sanitarie misure preventive, come il controllo degli insetti e della qualità dell’acqua e la promozione di pratiche igieniche. I viaggiatori devo osservare le attenzioni sugli insetti, sugli alimenti e praticare quelle vaccinazioni, prima di partire, utili a diminuire il rischio malattia.

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MALARIA IN MADAGASCAR 2024

MALARIA  aggiornamento febbraio 2024

La malaria è da sempre endemica in tutto il Madagascar e l’intera popolazione è considerata a rischio di contrarre la malattia.  Il rischio presente in tutte le zone del paese, incluse le aree urbane, a tutte le altitudini e durante tutto l’anno. Tuttavia, il rischio è maggiore lungo le coste. Le città e le grandi città presentano un rischio di infezione talvolta uguale se non maggiore alle zone periferiche e selvagge.
I bambini e le donne incinte sono i gruppi più colpiti. In termini di stagionalità, il periodo di massima diffusione delle zanzare, e quindi di maggiore rischio di contrarre la malaria, è durante l’estate australe, che va da ottobre a marzo, quando il clima è caldo e umido.  Per quanto riguarda le specifiche aree geografiche, la parte nord e le coste dell’isola sono le aree maggiormente interessate alla diffusione di zanzare Anopheles. Al contrario, gli altopiani, che rappresentano più di metà del territorio, sono meno colpiti dalla malaria. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni, come l’isola di Nosy Be, dove il rischio di malaria è considerato basso ma comunque esistente.
I casi di malaria sono diminuiti nel paese dal 2020, dopo l’aumento di attività di prevenzione e controllo della malaria, come la distribuzione di zanzariere trattate con insetticidi da letto e la nebulizzazione intradomiciliare per proteggere le abitazioni, ma i cambiamenti climatici continuano a cambiare l’ambiente rendendo favorevole l’aumento delle zanzare.
Consigliamo la profilassi antimalarica per i viaggiatori che si recano in Madagascar, con farmaci efficaci, non resistenti e con pochi effetti collaterali.
L’innalzamento delle temperature e dell’umidità e il tempo particolarmente piovoso, tipico degli ultimi cambiamenti climatici, ha creato le condizioni ambientali per un aumento della diffusione di diversi tipi di zanzare (Aedes e Anopheles), con il propagarsi di malattie di origine virale e parassitario. Anche negli altopiani del Madagascar si è verificato un aumento di casi di malaria, anche mortali, in aree del paese ad altitudine superiore ai 2000 metri. Il fenomeno è già presente da qualche anno. Ciò conferma la necessità di una informazione corretta ed aggiornata sulle reali situazioni epidemiologiche sul paese, al fine di attuare il miglior protocollo preventivo e la profilassi più adeguata. Diversi casi denunciati anche nelle aree del nord e nelle isole, compresa Nosy Be.

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Capoverde, dichiarato dall’OMS paese “malaria-free”

E’ il terzo paese africano, dopo Mauritius e Algeria, a raggiungere questo risultato, frutto di decenni di lotta al vettore e campagne informative alla popolazione e ottenuto dimostrando l’interruzione della catena di trasmissione locale dell’infezione  almeno negli ultimi 3 anni consecutivi,  associata alla capacità di prevenire la ripresa dei contagi.

Capo Verde è quindi un paese “malaria-free”.
L’Africa resta comunque il paese più colpito dall’infezione malarica, raggiungendo il 95% dei casi di tutto il mondo.

Per saperne di più sulla malaria e su come prevenire l’infezione, leggi i nostri approfondimenti.

 

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Malaria cerebrale. Imperizia e superficialità di alcuni medici causano ancora troppi morti.

Muore di malaria cerebrale un giovane di 38 anni in missione di lavoro in Camerun a fine dicembre 2023. Questo lavoratore di una importante azienda di Cremona, la OCRIM, si è recato nel paese africano nel mese di novembre 2023, paese ad alto rischio malarico, senza indicazioni per la protezione dalla puntura delle zanzare, nè un comportameno corretto assumemdo  una profilassi farmacologica protettiva adeguata. E’ morto per una violenta forma di malaria cerebrale. L’ennesima morte da malattie esotiche causata dall’imperizia di medici privi di ogni preparazione. Le responsabilità sono sempre prima della partenza, con informazioni confuse ed incerte, ed al rientro con incapacità di gestire l’evento morboso.

 

I fatti
Questo episodio è avvenuto dopo circa un mese dal rientro del lavoratore dal paese africano. Poco prima di Natale, aveva manifestato per circa una settimana sintomi lievi, scambiati per sindrome influenzale (come al solito), da medici superficiali ed incompetenti. Questi sintomi si sono aggravati in pochi giorni, improvvisamente, e sono esitati in “crisi epilettiche” causate da un focolaio cerebrale malarico, e in poche ore in coma irreversibile. Il decesso è avvenuto dopo un giorno alla fine di dicembre ‘23. Questa è la caratteristica della malaria cerebrale, improvvisa, inaspettata, incontrollabile. Tutti i medici ed il personale sanitario dovrebbero oramai conoscere l’origine e l’evoluzione di questa forma tropicale, ma non è così. La diagnosi tardiva di malaria, e la terapia specifica che segue, in emergenza, non è servita a nulla in questo caso, né è utile nei ritardi di diagnosi. Il processo è quasi sempre irreversibile. Il decesso è ineludibile. E’ opinione comune considerare la malaria uno scherzo, una comune malattia da viaggio, si arriva poi a drammi incomprensibili. Deve essere chiaro a tutti che la malaria non è uno scherzo. Di malaria si muore.

La responsabilità professionale
Non si comprende perché, nonostante che il tema “malaria nei viaggiatori” sia affrontato in tutte le salse, alcuni medici curanti di pazienti rientrati dai paesi “a rischio malaria”, con sintomi lievi di tipo simil influenzale, non comincino prima ad escludere la possibile malaria, che può evolvere in pochi giorni in forme gravi, e poi in un secondo momento, ad escludere l’eventuale influenza o altre malattie lievi. Occorre invertire il modo comune di pensare da parte di molti medici e personale sanitario addetto e anche dei pazienti-viaggiatori: “ è solo una influenza; è solo una diarrea; è solo un raffreddamento”; e solo in seguito, quando la malattia è ormai avanzata ci si ricorda che ci sono malattie tipiche dei viaggi che si possono aggravare in poco tempo. La norma da seguire da parte di tutti è la seguente: “prima si esclude l’ipotesi più grave e la possibile insorgenza di malattie tipiche del paese meta del viaggio. Poi, una volta esclusa questa ipotesi, allora si passa a considerare forme più leggere e meno pericolose.

Non tergiversare nel prescrivere la terapia nel dubbio.
Questa è un’altra buona abitudine basata su esperienze di anni di lavoro sul campo, un comportamento medico basato sulla prudenza e sulla consapevolezza del rischio di questa malattia: nell’incertezza di una diagnosi riguardante la “grande ingannatrice, ossia la malaria”, anche in presenza di test di laboratorio negativi, ma con il persistere di sintomi reali e dubbiosi, è meglio sottoporre il paziente che giunge da paesi a forte rischio di malaria da “plasmodio falciparum”, ad una terapia antimalarica “ad iuvantibus”. Ossia sottoporre a terapia antimalarica la persona anche con diagnosi incerta o dubbia, ma con il solo sospetto, allo scopo di evitare peggioramenti pericolosi in caso di presenza del parassita malarico. Meglio attivarsi nell’incertezza che tergiversare dimostrando una incompetenza senza scusanti. Non confidate nelle dignosi di laboratorio ma seguite l’istinto clinico ed il sospetto sui sintomi.

La responsabilità della medicina del lavoro ed i medici aziendali

Descritto il fatto riguardante la morte di un giovane lavoratore che si era recato in un paese a rischio di malaria, vorrei ora affrontare il tema riguardante la “responsabilità medico-legale” dei “medici aziendali”. Responsabilità che riguarda anche il “datore di lavoro”, secondo le leggi vigenti. E’ obbligo di qualsiasi medico aziendale, per evitare danni, malattie infortuni durante una missione all’estero ai lavoratori, ed anche degli RSPP, ossia dei rappresentanti dei lavoratori, per la sicurezza sul lavoro, informare dei rischi reali legati all’ambiente del lavoro e fornire indicazioni preventive corrette. Ossia, il primo dovere del medico aziendale è quello di effettuare una “valutazione dei rischi” del paese, dell’area, dei luoghi e degli ambienti di lavoro, di valutare i reali rischi biologici, ossia delle malattie infettive possibili, e sulla base di queste valutazioni eseguite proporre al lavoratore, in missione all’estero, le corrette pratiche preventive e comportamentali e stilare dei protocolli per evitare i rischi legati alla mansione, al rischio biologico dell’area, ad altri rischi legati alla missione. La “responsabilità dei medici aziendali” riguardante il rischio biologico, ossia il rischio derivato dalla presenza di microbi causa di malattie infettive, presenti nell’area di lavoro, è dettato dal “titolo X della legge 81/08”. E questa è una responsabilità enorme che richiede conoscenza perizia e aggiornamento.

La valutazione reale del rischio, il primo passo per una corretta protezione di chi viaggia.

Il “medico aziendale” ed anche il “personale dei centri di medicina dei viaggi” hanno il dovere di effettuare una valutazione della reale presenza del rischio di malattie nell’ambiente; del loro mutare nel tempo, al variare del clima, della stagione, e della risposta ambientale ai mutamenti climatici. Da queste valutazioni il professionista deve fornire le corrette indicazioni della prevenzione e dei comportamenti da adottare, per evitare l’insorgenza di malattie in corso di missione, di un soggiorno o al rientro da questo.

Medici aziendali

Lo stesso medico aziendale, raccolte le informazioni, anche all’interno della sua azienda, con contatti periodici nei luoghi di riferimento, elabora le indicazioni, compila un protocollo da seguire e fornisce al personale in partenza i giusti consigli delle cose da fare prima del viaggio e dei comportamenti in loco. Il medico aziendale ha anche il dovere di seguire il proprio personale in missione ed essere a conoscenza delle malattie del lavoratore al rientro dalla missione. Tra i suoi compiti quelli di avvisare i medici curanti o le strutture ospedaliere degli eventuali rischi a cui il lavoratore è stato sottoposto.

 

I consulenti specialisti al fianco dei medici aziendali e dei curanti.
Il medico aziendale, come spesso capita, non ha la preparazione specialistica per affrontare un compito così impegnativo. La valutazione dei rischi biologici è materia molto specialistica. Per questo motivo è buona norma rivolgersi ed utilizzare consulenti specialisti ed esperti, per fornire un servizio corretto ed evitare di incorrere in responsabilità anche gravi, a cui è legato anche l’RSPP aziendale ed il datore del lavoro. Le leggi che regolano e tutelano la salute del lavoratore all’estero vanno applicate in toto per evitare casi come quello descritto in precedenza, ed evitare di incorrere in gravi responsabilità anche penali.
Questa situazione di conoscenza delle malattie esotiche che insorgono all’estero durante i viaggi, riguarda anche i medici curanti o i clinici di pronto soccorso o ospedalieri che non sono in grado di capire lo stato di salute di una persona appena rientrata da viaggi in aree a rischio. Queste responsabilità riguardano la gestione preventiva e curativa di tante malattie presenti nei luoghi di lavoro e di soggiorno all’estero, a cui tanti viaggiatori sono soggetti.

Queste considerazioni ed indicazioni sono dettate da una esperienza pluridecennale nei cantieri di grandi aziende cominciata nel 1989 in Etiopia e seguitata in tanti paesi africani, gestendo servizi sanitari aziendali negli ambienti più diversi, per poi proseguire fino ai nostri giorni, lavorando a fianco di medici aziendali, come consulente, proprio per applicare al meglio la tutela di coloro che lavorano all’estero. L’esperienza del lavoro all’estero, in ogni tipo di ambiente e di clima, ci insegna che la tutela della salute del viaggiatore comincia dallo studio degli ambienti di lavoro e di soggiorno; dall’attenzione alla reale situazione climatica, stagionale e dei cambiamenti che mutano l’ambiente di mese in mese, con l’insorgenza o la scomparsa delle malattie presenti nel territorio. Il medico aziendale deve pretendere dalla propria azienda una informazione aggiornata dei luoghi di lavoro, sia nelle città che nei cantieri esterni. Deve informare il proprio consulente e insieme aggiornare i protocolli preventivi da indicare a chi parte. Questi sono i veri principi ed i comportamenti dei medici aziendali e dei medici che operano nei centri di medicina per viaggiatori che vogliono tutelare i propri viaggiatori. Applicando le leggi e le giuste regole ed applicando protocolli corretti, si evitano danni, spesso irreversibili, come quello che è accaduto.

 

L’informazione corretta e una buona formazione abbattono i rischi.
Gli incidenti sul lavoro o i danni in corso di viaggio, applicando le giuste regole ed i protocolli corretti si ridurrebbero o addirittura si eliminerebbero. Tante malattie ed anche i decessi al ritorno da un viaggio, in particolare sul lavoro potrebbero essere evitate con una maggiore attenzione. Imperizia, superficialità ed ignoranza non possono essere più ammessi in una classe medica che ha a sua disposizione dei sistemi di informazione e di comunicazione che prima non esistevano. Le informazioni si trovano rapidamente; i contatti con i consulenti esperti sono molto più semplici di un tempo. Tutti i professionisti e le strutture sanitarie possono essere in contatto tra di loro e possono interloquire in una rete professionale che facilita di trovare soluzioni e supporto al proprio lavoro di clinico e di diagnostica.
Per questo motivo dobbiamo pretendere mai più morti di malaria. Questa è una malattia comune in moltissimi paesi del mondo, prevenibile con pratiche semplici da applicare, e curabile con farmaci efficienti se assunti all’inizio della sua diffusione nell’organismo.

 

Dr. Paolo Meo specialista medicina tropicale
direttore del Cesmet Clinica del Viaggiatore

Malaria cerebrale. Imperizia e superficialità di alcuni medici causano ancora troppi morti. Leggi tutto »

Secondo vaccino pediatrico per la malaria presentato dalla OMS. Lotta alla malaria sempre più efficace.

R21/Matrix-M. E’ il nuovo vaccino pediatrico contro la malaria presentato il 2 ottobre 2023 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ed autorizzato per la lotta contro la malaria nei bambini di 6 mesi / 5 anni.

La malaria è in aumento ovunque nel tropico negli anni del post Covid. Aumentano i casi ma aumenta nuovamente anche la mortalità infantile per malaria, in particolare nell’area del Sub Sahel in Africa. Circa 20 anni fa iniziò in molti paesi africani la sensibilizzazione all’uso delle zanzariere trattate con permetrina per impedire alle zanzare di pungere bambini e adulti nelle ore notturne, durante il sonno. E l’efficacia di questo semplice strumento non tardò a manifestarsi con un ottimo decremento dei casi.

Oggi nell’era dei nuovi vaccini cambiano le prospettive della lotta alla malattia, anche se la strada è ancora lunga.

Due anni fa fu approvato e messo in commercio un primo vaccino contro la malaria, il vaccino RTS-S (Mosquirix) che fu autorizzato dall’OMS e messo in commercio a cominciare dal Ghana. In due anni questo nuovo vaccino, da considerare un vero e proprio salvavita, ha dimostrato un’efficacia superiore al 75 per cento. I primi dati sull’utilizzo del vaccino mostrano che la lunga lotta alla malaria ha fatto un grande passo in avanti. E’ da sottolineare che il vaccino è realizzato e commercializzato per la popolazione pediatrica tra i 6 mesi ed i 5 anni. Un vaccino studiato per incidere in modo significativo sulla mortalità infantile.

Questo vaccino pediatrico è prodotto dalla GlaxoSmithKline Biologicals dal 2021, anno di commercializzazione ed è stato utilizzato in particolare in Burkina Faso, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania. Entro il 2025 la casa farmaceutica prevede di produrre e consegnare 18 milioni di dosi destinati a 12 paesi africani.

La frase pronunciata dal Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, evidenzia il livello di conquista nel campo della prevenzione a cui siamo arrivati: “Come ricercatore sulla malaria, sognavo il giorno in cui avremmo avuto un vaccino sicuro ed efficace contro la malaria. Ora ne abbiamo due”.

Occorre sottolineare che da quando il primo vaccino RTS-S è stato messo in commercio le richieste per ottenere dosi di vaccino superano di gran lunga l’offerta della casa produttrice. L’avvento di un secondo vaccino ha lo scopo di coprire la domanda, indubbiamente enorme e che proviene dalla maggior parte dei paesi dell’area tropicale.

L’ R21/Matrix-M verrà prodotto dalla casa farmaceutica indiana “Serum Institute of India” che è il maggior produttore di vaccini al mondo. La capacità produttiva del nuovo vaccino sarà di 100 milioni di dosi all’anno, che nei prossimi due anni pare sarà aumentata a 200 milioni di dosi l’anno.

I due recenti vaccini contro la malaria sono entrambi destinati alla popolazione pediatrica ed hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia necessaria per la diffusione della pratica vaccinale.

Il nuovo vaccino R21/Matrix-M  ha dimostrato, nei test, di avere un’efficacia  superiore al 75% , se somministrato poco prima della stagione umida e delle piogge. Tre sono le dosi da somministrare per raggiungere il massimo della copertura e la riduzione della mortalità infantile. Il prezzo stabilito per il vaccino R21 /Matrix-M è tra i due e i quattro dollari americani per dose.

 

OMS mappa malaria nel mondo
Mappa della malaria nel mondo (Courtesy OMS-WHO)

Questi i numeri della malaria nel mondo prima del Covid-19.

Nel post Covid questi numeri hanno subito un importante incremento:

– 229 milioni i casi di malaria stimati globalmente nel mondo;
– 87 i Paesi dove la malattia è endemica;
– Oltre 400.000 i morti per malaria;
– 274.000 i bambini sotto i 5 anni morti per malaria il 67 per cento del totale;
– 215 milioni (94 per cento) i bambini colpiti dalla malaria su base globale;
– 95% dei decessi sono avvenuti in 29 Paesi africani.
– 6 gli stati africani che hanno avuto oltre il 50 per cento dei morti di malaria.
– Nigeria il 23%;
– Congo-K (RDC) l’11 per cento;
– Tanzania 5%;
– Mozambico 4%;
– Niger 4%;
– Burkina Faso 4%.

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Il Bassado: un vecchio antibiotico per una ottima prevenzione della malaria

UTILIZZO DELLA DOXICICLINA PER LA PREVENZIONE DELLA MALARIA … e non solo


Il dr. Paolo Meo, medico infettivologo, tropicalista, esperto in malariologia, mette a tua disposizione la sua esperienza maturata in anni di lavoro in Africa ed in altri paesi dell’area tropicale, online per fornirti informazioni e consigli e suggerirti i migliori comportamenti da adottare per preparare il tuo viaggio. 
Servizi INFORMATIVI ONLINE sono attivi tutti i giorni richiedendo:
– Consulenze online prima dei viaggi;
– INFO sulla Chemioprofilassi per la malaria;
– Consulenze online per INFO su COVID19 e LONG COVID;
– Consulenze online Malattie Infettive e tropicali.

Richiedi la tua consulenza (ClICCANDO QUI) oppure scrivendo una richiesta  a seg.cesmet@gmail.com , o inviando un messaggio WhatsApp al 346 6000899.

PER INFO SUI SINTOMI E SEGNI DELLA MALARIA (CLICCA QUI) aggiornamenti Luglio 2024

 

DOXICICLICA
             DOXICICLINA

Il Bassado (doxiciclina 100 mg) è una vecchio antibiotico degli anni ’70 della famiglia delle tetracicline.
attualmente è indicato  come uno dei farmaci più efficaci per la chemioprofilassi della malaria. (farmaco efficace e con nulli o scarsi effetti collaterali).
Le tetracicline a basso dosaggio (100 mg) generalmente non sensibilizzano ai raggi solari. Utilizzabili dai 10 nni in avanti.

E’ un antibiotico normalmente utilizzato per la cura di importanti infezioni batteriche:  Infezioni cutanee (cura dell’ACNE), prevenzione e cura delle “infezioni intestinali” – essenziale nella protezione della diarrea del viaggiatore;
“Borrelliosi – Lyme disease; farmaco di prima scelta per la cura  del “Tifo Esantematico da Rickettsia”, trasmesso dalla puntura di zacca; broncopolmoniti; tonsilliti; otiti e sinusiti; nefriti; cistiti; uretriti; infezioni ginecologiche (Chlamydia ed altro); infezioni sessualmente trasmesse: gonorrea da gonococco. infezioni a trasmissione da insetti. 

E’ un farmaco sempre utile e indispensabile in corso di viaggio per la sua efficacia in quanto:
1) utilizzato per prevenire e curare infezioni cutanee (in corso di elevata sudorazione o contaminazione della pelle) Se ne fa grande applicazione anche in infezioni quali foruncolosi, ascessi, ferite infette. Ricordo l’uso nella cura dell’ACNE per i giovani. 

2) utilizzato per prevenire e soprattutto per curare le infezioni da puntura di zecca degli animali (tifo esantematico da Rickettsia) per questo è di grande utilità durante un viaggio. “Farmaco di prima scelta”
3) utilizzato per prevenire e curare diarree anche forti da enterobatteri (enteriti, entero-coliti ) Quindi farmaco di grande interesse in corso dei viaggi per combattere e controllare la “diarrea del viaggiatore”
.E’ il farmaco utilizzato nella cura di forti enteriti batteriche acute ed è il farmaco di eccellenza addirittura per la cura del colera.
La doxiciclina è quindi un grande farmaco, adatto per molteplici usi.

SE VIAGGI CONTROLLA QUI LA SCHEDA DEL PAESE META DEL TUO VIAGGIO. (CLICCA SU SCHEDE PAESI E CERCA LA TUA META DEL VIAGGIO)

Per la “prevenzione della malaria” la scelta del CESMET Clinica del Viaggiatore, dopo decenni di esperienza, verifiche, studi, e dopo aver utilizzato tutti i possibili antimalarici sulla piazza, specialmente in Africa, ma anche in Asia e nel Continente Americano, si è indirizzata proprio sulle compresse di Bassado 100 mg. Per la ottima risposta del Plasmodio, per l’attività antibatterica ad ampio spettro, per la maneggevolezza del farmaco, per la sua efficacia e sicurezza per i suoi scarsi effetti collaterali. Tutte caratteristiche che, visto anche il  basso costo lo fanno preferire ad altre molecole sempre meno attive nei confronti del Plasmodio.

Ma perché consigliare il Bassado?  (vedi CDC)
Durante il viaggio è possibile venire a contatto con i microrganismi più diversi. Il nostro organismo è forte e le difese sono potenti ma l’obiettivo primo è trovare una medicina, sicura con scarsi effetti collaterali che ci protegga nei confronti del maggior numero delle malattie.

BASSADO un ottimo farmaco nella chemioprofilassi per la malaria
BASSADO un ottimo farmaco nella                          chemioprofilassi per la malaria

Ricordo nuovamente a tutti i viaggiatori e malati   l’utilizzo di questo antibiotico per la prevenzione e la cura di tante malattie infettive della pelle, dell’intestino, di tanti apparati e sistemi, dell’endotelio vascolare e del sangue, causate da batteri. Trattiamo difatti tanti giovani che hanno l’acne e la foruncolosi, somministrando la doxiciclina anche per 8/10 mesi, tutti i giorni, senza creare problemi di sorta. Ne ricordo l’utilizzo per la prevenzione e la cura di tante malattie infettive e addirittura per la cura del colera e della leptospirosi.
Desidero sottolineare la grande efficacia della doxiciclina nella prevenzione della malaria. Ottimo farmaco antimalarico maneggevole, sicuro, efficace, di pronto uso, da iniziare il giorno prima di partire.
Il farmaco è utile ed efficace per periodi brevi ma anche per lunghe somministrazioni, nei casi limite di luoghi con malaria stabile e continua. 

Queste affermazioni oltre che dalle linee guida internazionali sono frutto di una pratica clinica e preventiva durata anni, nelle condizioni più diverse. Abbiamo superato tranquillamente il migliaio di prescrizioni per la chemioprofilassi antimalarica con una protezione elevatissima. Anche gli effetti collaterali (pesantezza di stomaco alla assunzione, comparsa di piccole e limitate macchie cutanee, lieve astenia nei primi giorni di assunzione) si sono manifestati in pochi individui, su un utilizzo elevatissimo. E soprattutto non ho mai avuto reazioni di tipo psichico, neurologico riferite per altri farmaci antimalarici.

Quindi cosa devi fare per prevenire la malaria?

Caro viaggiatore, la tua salute è preziosa e non deve essere messa a rischio durante le tue avventure. Ecco come puoi proteggerti efficacemente dalla malaria, una malattia seria ma prevenibile:

1. Preparazione Intelligente Prima di partire, valuta attentamente il rischio malarico della tua destinazione. Considera il paese, l’ambiente specifico, la stagione e le condizioni meteorologiche. Non lasciare nulla al caso: la tua salute merita un approccio proattivo e informato.

2. Protezione Personale: La Tua Prima Linea di Difesa La prevenzione inizia con te:

  • Usa repellenti efficaci sulla pelle esposta
  • Indossa vestiti adeguati, coprendo braccia e gambe
  • Presta particolare attenzione al tramonto e durante la notte
  • Dormi sotto zanzariere trattate con insetticida
  • Opta per ambienti con aria condizionata quando possibile

Questi accorgimenti sono fondamentali per ridurre drasticamente il rischio di punture di zanzara.

3. Chemioprofilassi: La Tua Armatura Farmacologica Per una protezione completa, il Bassado 100 mg (doxiciclina) è altamente raccomandato:

  • Assumi una compressa al giorno durante il pranzo
  • Inizia la profilassi all’arrivo nell’area a rischio
  • Continua per 7 giorni dopo aver lasciato la zona malarica

Questo farmaco è ancora molto efficace e ha mostrato scarsa resistenza, offrendoti una protezione affidabile.

4. Protezione Multipla La doxiciclina non solo ti protegge dalla malaria, ma anche da altre infezioni parassitarie e batteriche. Che tu stia esplorando foreste, savane, altopiani o spiagge tropicali, alloggiando in grandi alberghi o in tenda, questo farmaco offre una protezione a 360 gradi.

5. Attenzione alle Controindicazioni Come ogni farmaco, ci sono alcune precauzioni da considerare:

  • Non adatto a bambini sotto i 10 anni
  • Da evitare per donne in gravidanza dopo la 16ª settimana
  • In caso di allergia alle tetracicline, esistono alternative come malarone o lariam, anche se meno efficaci

Conclusione: Non Rinunciare ai Tuoi Sogni Non lasciare che la paura della malaria ti impedisca di esplorare il mondo. Con queste misure preventive, puoi affrontare il tuo viaggio con sicurezza e tranquillità. Ricorda: la prevenzione è la chiave per un’esperienza di viaggio indimenticabile e sicura.

E per la sensibilizzazione della pelle ai raggi del sole?
Desidero fornire una risposta scientifica ma anche derivante dalla mia esperienza diretta dopo anni di utilizzo: 100 mg di tetraciclina (bassa dose) non sensibilizzano la nostra pelle mediterranea già ricca di melanina. Non siamo Finlandesi o Scozzesi. Noi mediterranei abbiamo una protezione naturale al sole. Quindi sfatiamo la leggenda metropolitana del rischio solare (FINO A PROVA CONTRARIA – NATURALMENTE). In ogni caso è buona norma proteggersi sempre dai raggi dell’amico sole con protezioni idonee. Non ultimo motivo di scelta riguarda il costo. Meno di 4 € a confezione il che non guasta.
Leggi anche Bassado- Foglietto illustrativo

in caso di ustioni e di eritemi solari. Hai una pelle sensibilizzata ed infiammata dai reggi solari. Uno dei migliori prodotti da utilizzare “OLIO DI NEEM (NOZETA).   informati ed ordina cliccando qui

Ed ora buon viaggio al tropico!

Dr. Paolo Meo
Medico Tropicalista

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Lariam, una vecchia arma per la prevenzione e la cura della malaria

 

Lariam:  un farmaco “gold standard” negli anni ottanta per la terapia e la profilassi della malaria, meno negli anni novanta, per poi diventare sempre meno efficace per la resistenza del Plasmodio della malaria. Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet”: consulenze di prevenzione e profilassi;  al rientro esami di laboratorio specialistici e visite tropicali. Chiama 0639030481 o scrivi ad  seg.cesmet@gmail.com

ll LARIAM 250 mg (MEFLOCHINA) è un medicinale antimalarico da oltre 40 anni sulla scena della prevenzione e della cura della malaria. E’ stato utile ed efficace fin dai primi tempi per la terapia verso le forme anche gravi di malaria da Pl. Falciparum, e per la profilassi della malaria, negli anni in cui la resistenza dei plasmodi alla clorochina aumentava in modo esponenziale. Un vero e proprio “gold standard”.  Prima controindicato nelle donne in gravidanza, dagli anni ’90 è diventato il farmaco da utilizzare in corso di gestazione. Poi dalla metà degli anni ’90, anno dopo anno è iniziata una inarrestabile crescita della resistenza dei plasmodi anche a questo farmaco. Allontanato prima dall’utilizzo in terapia, è stato via via sostituito per la prevenzione dal malarone (atovaquone) e dalla doxiciclina. Attualmente si preferisce evitarne la somministrazione, non solo per gli effetti collaterali alla somministrazione ma soprattutto per la sua provata inefficacia.
Più volte segnalato per i suoi effetti collaterali sul sistema nervoso, fortemente irritativo e talvolta neurotossico, è da sempre controindicato nei soggetti neurodistonici e con problematiche neuropsichiatriche.  Va evitata la somministrazione nei soggetti ansiosi e in chi deve effettuare immersioni o salire in altezza, per possibili crisi vertiginose. Non utilizzabile per gli equipaggi degli aerei. Gravi effetti collaterali anche per i cardiopatici e soprattutto nei soggetti aritmici.
Il suo punto di forza è sempre stato la somministrazione di una compressa una volta a settimana Un’altra caratteristica positiva il suo utilizzo in gravidanza.

Storia e Sintesi e Caratteristiche del Lariam
Meflochina è la denominazione del principio attivo che lo costituisce. Si tratta di 4-aminochinolina chimicamente analoga alla clorochina. La clorochina è il famosissimo prodotto di sintesi della Bayer, risalente a prima della guerra mondiale. La clorochina è stata utilizzata con successo sia nella nella cura che nella profilassi della malaria da Pl. Falciparum fino alla metà degli anni ’80. Chi scrive ricorda bene quanto fosse ancora efficace nella terapia anche di forme gravi di malaria all’inizio del proprio percorso professionale alla fine degli anni ’70, e come era diffusa nella maggior parte dei paesi africani l’utilizzo di un farmaco ancora efficace e a basso costo.
Dalla metà degli anni ’80 la clorochina perse d’efficacia e fu sostituita dal farmaco a base di Meflochina. Quest’ultima sostanza è stata sintetizzata presso il Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR) nel 1970 poco dopo la fine della guerra del Vietnam. Data la preoccupante resistenza dimostrata alla fine degli anni ’60, in Estremo Oriente venne avvertita la necessità di trovare nuovi farmaci che fossero più efficaci e prontamente utilizzabili nella profilassi e nella terapia della malaria. In particolare la resistenza al farmaco si sviluppò in Vietnam, Cambogia e Laos, per l’utilizzo del farmaco su larga scala da parte delle truppe americane. Pertanto presso l’Istituto di Ricerca Militare Americano venne effettuata una vasta indagine indirizzata all’individuazione del nuovo farmaco.
Alla Meflochina fu assegnato il numero 142.490 su un totale di 250.000 antimalarici presi in considerazione nel corso dello studio e che al termine risultò il prescelto. Venne commercializzata sia per la profilassi, che per la terapia della malaria da Pl. Falciparum, comunemente la più grave. È da tener conto che negli studi iniziali, considerati scientificamente attendibili, ci furono delle lacune ed approssimazioni per quanto riguarda la raccolta di dati degli effetti collaterali e/o tossici del farmaco. Il primo studio randomizzato e controllato su una popolazione mista è stato infatti effettuato la prima volta nel 2001. In questo studio circa il 67% dei soggetti trattati riferì almeno un evento avverso, con il 6% degli utenti che dovettero segnalare eventi gravi con esplicita necessità di intervento medico. Alcuni trials nel 1990 e primi anni 2000 ebbero modo di verificare una certa prevalenza della neurotossicità della meflochina e significative potenzialità di effetti collaterali neuropsichiatrici.
Metabolismo e Nozioni farmacologiche
La meflochina da un punto di vista chimico è una “4-aminochinolina”. L’assunzione in coincidenza dei pasti ne aumenta la velocità e l’entità dell’assorbimento e di conseguenza la biodisponibilità, anche fino al 40%. Meflochina è metabolizzata principalmente attraverso il fegato. La sua eliminazione in un paziente epatopatico, cioè con una funzione epatica compromessa può essere prolungata, causando livelli plasmatici più elevati e un aumento del rischio di reazioni avverse. L’emivita media della meflochina nel plasma è piuttosto lunga ed è compresa tra due e quattro settimane. La clearance totale avviene attraverso il fegato, e il mezzo principale di escrezione è rappresentato dalla bile e dalle feci, mentre solamente una quantità compresa tra il 4% e il 9% viene escreto attraverso le urine. L’uso a lungo termine non ne varia l’emivita plasmatica. Comunque per verificare tempestivamente l’insorgere di un’eventuale tossicità epatica è necessario praticare test di funzione epatica con regolarità mensile durante la somministrazione a lungo termine di meflochina. L’uso di bevande alcoliche deve essere evitato durante il trattamento con meflochina.

Farmacocinetica
Meflochina è una molecola chirale, cioè speculare, con due centri di carbonio asimmetrici, il che significa che ha quattro stereoisomeri differenti. Il farmaco è attualmente prodotto e venduto come “racemato degli enantiomeri (R, S)- ed (S, R)-“ da Hoffman-LaRoche. In sostanza, si tratta di due farmaci in uno. Esiste come miscela racemica di quattro isomeri ottici con potenza antimalarica analoga. La meflochina differisce dagli alcaloidi della cincona per la diversa sostituzione sull’anello chinolinico, per la presenza di un anello piperidinico al posto di quello chinuclidinico e per l’assenza del gruppo vinile. Le concentrazioni plasmatiche dell’ (-)-enantiomero sono significativamente più elevate rispetto a quelle dell’ (+)-enantiomero, e anche la farmacocinetica dei due enantiomeri è significativamente differente. L'(+)-enantiomero ha un’emivita più breve dell’ (-)-enantiomero.
Secondo alcune ricerche, l’(+)-enantiomero è più efficace nel trattamento della malaria, mentre l'(-)-enantiomero si lega specificamente ai recettori dell’adenosina nel sistema nervoso centrale, il che può spiegare alcuni dei suoi effetti psicotropi. Non è noto se per la meflochina si può verificare uno switching stereoisomerico in vivo. Altri studiosi ricorrono, per spiegare il meccanismo neurotossico della meflochina, ad un blocco dei meccanismi di efflusso del calcio dalle cellule, che determinerebbe un esaurimento neuronale. Meccanismo d’azione della meflochina Il meccanismo d’azione, anche se non del tutto chiarito, sembra risiedere nell’induzione del rigonfiamento dei lisosomi del parassita, che non sembra in grado di intercalare il DNA . Anche se non inibisce l’eme-polimerasi, lega l’eme, formando dei composti tossici in grado di alterare le membrane dei parassiti e di interagire con altri componenti del plasmodio. È uno “schizonticida ematico” contro P.falciparum e P.vivax. Non è attivo sui gametocidi di P.falciparum e sulla fase epatica di P.vivax.

Uso in terapia e profilassi
Il Lariam-meflochina è venduto sotto forma di compresse da 250 mg. Si poteva assumere sia per la profilassi che per il trattamento della malaria (anni 80/90). In funzione profilattica la dose da assumere è di una compressa da 250 mg a settimana, in coincidenza di un pasto principale, a partire da una o due settimane prima della partenza verso una zona malarica, per tutta la durata del soggiorno naturalmente e fino a quattro settimane dall’uscita dall’area a rischio malarico, in modo da coprire tutto il periodo di incubazione della malaria. L’inizio della profilassi con largo anticipo serve a controllare l’insorgenza di eventuali effetti collaterali, causati dalla meflochina stessa. A tale proposito si deve rammentare la possibilità dell’interferenza della contemporanea assunzione di meflochina con la vaccinazione orale anti tifoidea che può essere inattivata e risultare non efficace. Per cui il consiglio è di vaccinarsi con debito anticipo prima dell’inizio della profilassi con meflochina.
Sempre nel passato, nel caso si dovesse utilizzare per il trattamento di una malaria appena diagnosticata, la dose è di tre compresse il primo giorno, due dopo sei-otto ore, e una infine dopo il medesimo intervallo, se il peso del paziente è superiore a 60 Kg. La dose terapeutica totale è di 20-25 mg/kg raccomandata in caso di viaggio in zona endemica. Una dose più bassa, equivalente a 15 mg/kg, può essere sufficiente in individui parzialmente immuni, cioè persone cresciute in zona malarica e che quindi hanno sviluppato a contatto con il parassita una sorta di protezione, però labile, nei suoi confronti. Quindi la dose totale di meflochina per gli adulti e per i bambini occidentalizzati, che si accingono a fare un viaggio in zona malarica, di peso superiore a 45 kg, è di 1250-1500 mg (es. 5-6 compresse in tutto di Lariam).
Peso corporeo Pazienti viaggiatori
Inferiore a 20 Kg                                    1/4 compressa /2,5-3 Kg
Tra 20 e 30 Kg                                        2-3 compresse
Tra 31 e 45 Kg                                         3-4 compresse
Tra 46 e 60 Kg                                        5 compresse
Oltre 60 Kg                                             6 compresse

Effetti collaterali
Un effetto collaterale molto frequente della somministrazione della meflochina e che può anche rappresentare un sintomo della malaria è il vomito. Se si manifesta a distanza di meno di mezz’ora dall’assunzione del farmaco per via orale è necessario ridare l’intera dose. Se questo avviene a distanza di 30-60 minuti allora se ne somministra metà dose. Non è sempre garantita l’efficacia, come è noto quando si parla di profilassi, per cui se la terapia con meflochina non risulta efficace in un dato paziente e la sintomatologia della malaria perdura, si deve ricorrere al trattamento con altri farmaci antimalarici. Il chinino o l’alofantrina, potrebbero risultare scarsamente attivi, non solo nel caso che la meflochina sia stata precedentemente adoperata come terapia, ma anche se lo è stata a scopo profilattico. E si potrebbero verificare effetti tossici. Una scelta ottimale può risultare la terapia di associazione con doxiciciclina e/o artemisina o derivati, con l’aggiunta o meno di piperachina.
Insieme al vomito sono molto frequenti, costituendo i sintomi di maggiore probabilità, i disturbi a carico della sfera digestiva, con nausea, vomito, intolleranza gastrica, che spesso si aggiungono alle vertigini. Tali disturbi, se presenti e lo sono generalmente in un numero rilevante di casi, risultano particolarmente fastidiosi in situazione di viaggio in località esotiche, in quanto aggiungono il disagio della infermità, sia pure momentanea, a quello legato agli spostamenti, magari per via aerea, con la tendenza a facilitare le sindromi a tipo cinetosi e vertiginose in genere, in una poco tollerabile sovrapposizione di sintomi.
Effetti tossici
L’uso in gravidanza dopo un periodo di esclusione fu autorizzato per studi attendibili che indicarono la mancanza di effetti teratogenici del prodotto.
L’uso della meflochina è stato associato a due grandi categorie di disturbi neurologici:
1. disturbi del sistema nervoso centrale e periferico fra cui mal di testa, capogiri, vertigini e convulsioni
2. eventi psichiatrici tra cui insonnia, ansia, disturbi della sfera affettiva e dissociazione mentale di grado molto rilevante.
È ben noto che le interruzioni prolungate nell’efflusso di calcio dai neuroni può determinare compromissione della funzione neuronale e morte cellulare. La riduzione nella funzione o la perdita di neuroni in regioni specifiche del cervello potrebbero manifestarsi con dei sintomi specifici in pazienti trattati con meflochina. Per esempio, la vertigine riportata da molti pazienti, e che forse è uno dei sintomi maggiormente riportati, potrebbe essere attribuibile alla sofferenza neuronale nel cervelletto inferiore, mentre i sintomi di paura/ansia potrebbero sorgere in conseguenza della sofferenza di neuroni nell’amigdala. La neurotossicità da meflochina indotta nel sistema limbico potrebbe essere responsabile per i disturbi segnalati nell’emozione. Comunque i disturbi riportati con maggiore frequenza sono quelli del sonno con insonnia ed alterazione dei sogni, ad esempio incubi. Meno frequentemente sono riportati stato di agitazione, di irrequietezza, di ansia, per converso stati di depressione ed alterazione in vario senso dell’umore, con attacchi di panico, con stato confusionale, con sindromi allucinatorie e stati di aggressività, fino ad arrivare in rari casi a vere e proprie psicosi a sfondo paranoide. Ci sono stati altrettanto rari casi di tentativi di suicidio, ma non è certa la correlazione con il farmaco in oggetto.
La meflochina come altre 4-aminochinoline è suscettibile di produrre un allungamento del Q-T, a causa dell’azione sui canali del potassio a livello del muscolo cardiaco. Per cui grande attenzione va rivolta all’uso in pazienti con precedenti di cardiopatie e/o di aritmie o sotto farmaci antiaritmici. Tali effetti cardiologici tendono poi ad accumularsi in stretta adiacenza dell’avvenuta assunzione di altri farmaci antimalarici, come l’alofantrina e/o il chinino. È consigliabile monitorare la funzione elettrica del cuore con ECG in corso di trattamento con tali farmaci.

Conclusioni
La meflochina, sia per gli effetti collaterali frequenti e talvolta importanti, ma soprattutto per l’elevata e diffusa resistenza del parassita al farmaco è da considerare farmaco non più efficace e poco sicuro, ormai desueto. Teoricamente il farmaco potrebbe in futuro rientrare in gioco se si realizzasse l’estrazione della forma (+)- enantiomerica che come abbiamo visto è più efficace e non tossica dell’attuale. Bisognerebbe trovare un sistema di superare il problema della resistenza, e allora potremo avere un’arma in più a disposizione contro una malattia potenzialmente letale. Sono stati pubblicati dei lavori che illustrano la possibilità di produrre un farmaco purificato in questo modo, da parte del WRAIR.
Inoltre nel giugno 2010 è stata segnalato un lusinghiero successo nel trattamento con meflochina della leuco encefalopatia multifocale progressiva, una malattia anche questa potenzialmente letale, causata da un virus, il JCV, che si associa a stati di immunodepressione grave, ad esempio l’AIDS, ma anche malattie ematiche e trattamenti con farmaci antiblastici.
Tutte note a favore ma per il momento per la profilassi per la malaria è meglio non utilizzare questo farmaco.

Lariam, una vecchia arma per la prevenzione e la cura della malaria Leggi tutto »

Malarone

Malarone: un farmaco preventivo sempre meno efficace.
Presso la “Clinica del Viaggiatore Cesmet” prenota consulenze per informazioni sulla prevenzione per la malaria; assistenza durante il viaggio con l’assicurazioneTHCARD; al rientro esami di laboratorio specialistici e visite tropicali. Chiama 0639030481 o scrivi ad ambulatorio@ cesmet.com

“Atovaquone-Proguanile” (Malarone): il farmaco è sul mercato da oltre 30 anni. Da oltre un decennio la sua efficacia continua a diminuire per effetto dell’aumento della resistenza dei plasmodi al farmaco.  I paesi del Sud Est Asiatico e del così detto “triangolo d’oro – Thailandya, Laos, Mianmar” sono stati i primi dove si è manifestata ed è cresciuta questo tipo di resistenza. In queste aree da anni è stata data l’indicazione di utilizzare la Doxiciclina 100 mg. L’aumento della resistenza del parassita malarico a queste molecole è stato evidenziato anche in molti paesi Africani e Latino Americani. Questo aumento della resistenza dei parassiti nei confronti di Atovaquone ha imposto di evitare l’utilizzo del farmaco in terapia. Difatti per curare la malaria da anni Malarone è stato sostituito dai farmaci in combinazione, a base di Artemisia, principio ancora particolarmente attivo sui Plasmodi. E se i parassiti sono fortemente resistenti da non poter essere utilizzata questa molecola, anche nella prevenzione spesso si è dimostrata fallace. E questa resistenza si continua a diffondere ed aumentare in molte aree della fascia equatoriale ed intertropicale. E questo è dimostrato dalla pratica clinica. Sempre più casi di malaria si manifestano in corso di assunzione del farmaco in chemio profilassi.
ll farmaco è generalmente ben tollerato anche se diverse persone si lamentano per effetti avversi.  Per questo motivo, al momento della prescrizione del Malarone da utilizzare in profilassi, alcuni viaggiatori si lamentano dei potenziali effetti deleteri di questo farmaco, sul proprio metabolismo ed in particolare sul “povero fegato”. Invece nella prevenzione della malaria è vero il contrario: se un viaggiatore ammala di malaria i problemi per il “povero fegato” saranno reali e seri. Le necrosi puntiformi delle cellule epatiche sono tipiche della malattia. La tossicità sul fegato da Malarone alle dosi preventive e terapeutiche è assente. Il farmaco è stato messo in commercio dopo anni di ricerche sulla sua sicurezza. I disturbi maggiormente accusati dai viaggiatori possono essere: fastidio e pesantezza allo stomaco, vomito, febbre, cefalea, lieve insonnia, tosse, rari i casi di caduta dei capelli.

Controindicazioni

Quando non dev’essere usato Malarone

Intanto possiamo affermare che il malarone è sempre meno attivo e quindi è bene non utilizzarlo per questo motivo.
In caso di allergia all’atovaquone, al proguanile cloridrato o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale.
In caso di malattia renale ed epatica grave.
Il malarone è controindicato nei pazienti con intolleranza al farmaco e con insufficienza renale.
Se ne sconsiglia ancora l’uso in gravidanza, anche se dati certi riguardo un’eventuale teratogenicità del feto non sono mai stati forniti. Per quanto riguarda invece l’intervallo di tempo da far intercorrere tra la sospensione del farmaco e il concepimento di un figlio si ritiene, in una stima molto prudenziale, che un mese sia più che sufficiente. Pertanto dopo un viaggio in territorio tropicale sono sufficienti anche alcune settimane dalla fine dell’assunzione di malarone per rimanere incinte senza preoccupazioni. E se si è preso il farmaco, rimanendo incinta durante l’assunzione, non bisogna pensare al peggio perché i dati ci dicono che non  ci sono effetti negativi sul feto in questi casi. E’ bene non assumere il farmaco in corso di allattamento per bambini di peso inferiore ai cinque chilogrammi.

Continua ad essere utilizzato e prescritto, soprattutto per profilassi e meno per cura, ma, essendo fortemente ridotta l’efficacia del farmaco, se dopo un viaggio compaiono sintomi sospetti, malessere, stanchezza, pesantezza di testa, e magari febbre e brividi, non esitate a chiedere immediatamente un test per la malaria ed una visita specialistica.

Come utilizzare Malarone nella profilassi della malaria

Se utilizzato il Malarone va assunto a stomaco pieno, o dopo aver bevuto latte, per facilitarne l’assorbimento, alla dose di una compressa al giorno, da un giorno prima della partenza, per tutta la durata del soggiorno, e fino a sette giorni dal ritorno dalla zona a rischio malarico. Sempre alla stessa ora del giorno.

La dose pediatrica da somministrare ai bambini è rappresentata nella seguente tabella:

Dosaggio Giornaliero
Peso Corporeo Atovaquone (mg) Proguanile (mg) N° di compresse
11-20 62.5 25 1 cpr di Malarone Bambini
21-30 125 50 2 cpr di Malarone Bambini
31-40 187.5 75 3 cpr di Malarone Bambini
> 40 250 100 I soggetti di peso superiore ai 40 kg devono assumere 1 cpr al giorno di Malarone 250/100 mg

Il “Malarone Pediatrico” è costituito da compresse nelle quali l’Atovaquone è contenuto alla dose di

Effetti Indesiderati

Quali sono gli effetti collaterali di Malarone

Come tutti i medicinali anche questo medicinale può causare in alcune persone effetti indesiderati.

Effetti indesiderati molto comuni

Cefalea, vertigini, nausea e vomito, disturbi allo stomaco, diarrea, insonnia, sogni strani, depressione;

Reazioni allergiche anche importanti ma molto rare: eruzione cutanea e prurito; difficoltà respiratoria; gonfiore improvviso palpebrale, viso e labbra; raramente eruzioni cutanee.

Meccanismo d’azione

I costituenti del Malarone, Atovaquone e Proguanil Cloridrato, interferiscono con due diverse vie coinvolte nella biosintesi delle pirimidine, necessarie per la replicazione degli acidi nucleici dei Plasmodi. Tale doppio meccanismo risulta sinergico e particolarmente efficace.
Il meccanismo d`azione dell`Atovaquone si esplica attraverso l`inibizione del trasporto degli elettroni mitocondriali a livello del omplesso del citocromo bc1 e la caduta del potenziale della membrana mitocondriale. Il Proguanil cloridrato inibisce la “diidrofolato reduttasi” una sostanza chiave nella riproduzione dei parassiti della malaria: Queste due molecole hanno costituito per anni l’impianto per una profilassi molto efficace.

Il Malarone ha un meccanismo d’azione diverso dagli altri farmaci, ossia una attività causale: blocca i parassiti della malaria all’interno delle cellule del fegato. Il “proguanil” ha un’attività antimalarica indipendente dalla sua metabolizzazione in “cicloguanil”, e il proguanil, ma non il cicloguanil, è in grado di potenziare la capacità dell`atovaquone di abbattere il potenziale della membrana mitocondriale nei parassiti della malaria. Quest’ultimo meccanismo, potrebbe spiegare la sinergia osservata qualora l`atovaquone e il proguanil vengano usati in associazione.

Un po’ di storia

Quando più di trenta anni fa la Wellcome lanciò l’Atovaquone per la cura della “Pneumocistosi” nei malati di AIDS forse non pensava che, da una parte, in pochi anni il decorso clinico dei pazienti HIV + sarebbe mutato in modo così radicale, ma anche che la molecola sarebbe diventata importante nella cura di un’altra malattia da parassiti, la malaria. Trattata con Malarone infatti, la pneumocistosi, manifestazione letale secondaria alla temibile infezione virale, diminuì la prevalenza. Le preziose proprietà antiprotozoarie (Antiparassitarie) potevano essere ancora recuperate alla clinica e venne concepita l’associazione tra Atovaquone e Proguanil, un chemioterapico, per trattare una malattia non meno importante: la malaria dal Plasmodio.

Il farmaco derivante venne chiamato Malarone e fu destinato all’uso in profilassi ma anche in terapia della malaria. Attualmente le compresse di Malarone contengono: Atovaquone 250 mg / Proguanile cloridrato 100 mg.

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Nuovo vaccino pediatrico contro la malaria approvato in Ghana

GHANA APRILE 2023: approvato il nuovo vaccino contro la malaria

 

vaccino antimalarico efficace
vaccino antimalarico efficace

dove è distribuito il nuovo vaccino per la malaria?

L’Africa anticipa i tempi per il vaccino contro la malaria per i bambini più piccoli. Il primo passo lo ha fatto il Ghana annunciando di avere dato il via libera a R-21/Matrix-M, il secondo vaccino disponibile contro la malaria per i bambini. Il primo vaccino prodotto era stato RTS-S/AS01,approvato nel 2021, ma con scarsa efficacia e successo.
R-21/Matrix-M, vaccino contro la malaria per i bambini tra i 5 mesi ed i 3 anni, è stato messo a punto da ricercatori del Regno Unito utilizzando la tecnologia di Novavax, la casa farmaceutica che produce un vaccino contro il coronavirus ed è il primo vaccino a superare la soglia del 75 per cento di efficacia prevista dall’OMS.

 

plasmodio della malaria
  plasmodio della malaria

Cosa è R-21/Matrix-M e a chi e come si somministra?
R-21 è il vaccino contro la malaria, Matrix-M è l’adiuvante a base di saponina che migliora la risposta del sistema immunitario, rendendola più efficace e prolungata nel tempo.
Come detto e sottolineato il nuovo vaccino è stato approvato per l’uso nei bambini di età compresa tra 5 mesi ed i 3 anni di età. La fascia di popolazione a più alto rischio di morte per malaria. La somministrazione prevede una serie di tre dosi con una quarta dose a distanza di un anno. Dopo questa somministrazione il vaccino ha mantenuto un’elevata protezione contro la malattia, raggiungendo e superando l’obiettivo fissato dall’Oms, posto a un’efficacia del 75 per cento.

Quale caratteristiche per l’efficacia e la sicurezza di R21/Matrix-M? 
il vaccino mostra alti livelli di efficacia e un buon profilo di sicurezza. Gli studi sono stati condotti nel Regno Unito, in Thailandia e in diversi paesi africani, tra cui uno studio di fase III in Burkina Faso, Kenya, Mali e Tanzania che ha coinvolto 4.800 bambini. Quindi prima del via libera dell’Oms al nuovo vaccino R21/Matrix-M il Ghana, primo tra tutti, ha approvato, dopo 30 anni di ricerca sui vaccini contro la malaria, l’utilizzo del vaccino contro la malaria per i piccoli bambini, ad alta efficacia che può essere prodotto su larga scala a un costo modesto, ipotizzati 3 dollari a dose.
Questo vaccino potrà essere distribuito rapidamente ai paesi che più ne hanno bisogno. Il Serum Institute, la casa produttrice indiana, ha infatti assicurato di poter distribuire oltre 200 milioni di dosi all’anno. Si punta anche ad accordi con aziende locali per una futura produzione direttamente in Ghana e in altri paesi africani.

Perchè è utile questo vaccino in Africa?

Ricordiamo che l’approvazione di questo nuovo vaccino segna una svolta nella lotta contro la malaria. Questa malattia ha ucciso oltre seicentomila persone nel 2021, soprattutto in Africa, con numeri in aumento nel 2022. Nell’area Sub Sahariana si concentrano i numeri più elevati. Quattro paesi contano poco più della metà di tutti i decessi: Nigeria (31%), Repubblica Democratica del Congo (13%), Niger (4%) e Repubblica Unita di Tanzania (4%).

ricercatori ad Oxford
ricercatori ad Oxford

Uno studio sull’efficacia e l’immunogenicità del vaccino R21/Matrix-M contro la malaria (CLICCA)

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